#Francesco Dall’Oglio
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magauda · 5 months ago
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Il comandante partigiano Gulizia, sfuggito alla cattura, si trasferì a Roma
L’Aquila: uno scorcio. Fonte: Wikipedia Pubblico un inedito di Nunzio Primavera“[…] Tra i cattolici impegnati, numerosi sono quelli che, sommessamente, in clandestinità, si incontrano, a Roma tra fine anni ’30 e primi anni ’40 e a Camaldoli nel 1943, non soltanto per pregare, ma per discutere e gettare le basi del futuro d’Italia, come avviene in casa di Giuseppe Spataro, mentre la gran parte…
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botallo · 5 months ago
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Il comandante partigiano Gulizia, sfuggito alla cattura, si trasferì a Roma
L’Aquila: uno scorcio. Fonte: Wikipedia Pubblico un inedito di Nunzio Primavera“[…] Tra i cattolici impegnati, numerosi sono quelli che, sommessamente, in clandestinità, si incontrano, a Roma tra fine anni ’30 e primi anni ’40 e a Camaldoli nel 1943, non soltanto per pregare, ma per discutere e gettare le basi del futuro d’Italia, come avviene in casa di Giuseppe Spataro, mentre la gran parte…
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sapergo · 5 months ago
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Il comandante partigiano Gulizia, sfuggito alla cattura, si trasferì a Roma
L’Aquila: uno scorcio. Fonte: Wikipedia Pubblico un inedito di Nunzio Primavera“[…] Tra i cattolici impegnati, numerosi sono quelli che, sommessamente, in clandestinità, si incontrano, a Roma tra fine anni ’30 e primi anni ’40 e a Camaldoli nel 1943, non soltanto per pregare, ma per discutere e gettare le basi del futuro d’Italia, come avviene in casa di Giuseppe Spataro, mentre la gran parte…
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bagnabraghe · 5 months ago
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Il comandante partigiano Gulizia, sfuggito alla cattura, si trasferì a Roma
L’Aquila: uno scorcio. Fonte: Wikipedia
Pubblico un inedito di Nunzio Primavera“[…] Tra i cattolici impegnati, numerosi sono quelli che, sommessamente, in clandestinità, si incontrano, a Roma tra fine anni ’30 e primi anni ’40 e a Camaldoli nel 1943, non soltanto per pregare, ma per discutere e gettare le basi del futuro d’Italia, come avviene in casa di Giuseppe Spataro, mentre la gran parte…
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bigarella · 5 months ago
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Il comandante partigiano Gulizia, sfuggito alla cattura, si trasferì a Roma
L’Aquila: uno scorcio. Fonte: Wikipedia Pubblico un inedito di Nunzio Primavera“[…] Tra i cattolici impegnati, numerosi sono quelli che, sommessamente, in clandestinità, si incontrano, a Roma tra fine anni ’30 e primi anni ’40 e a Camaldoli nel 1943, non soltanto per pregare, ma per discutere e gettare le basi del futuro d’Italia, come avviene in casa di Giuseppe Spataro, mentre la gran parte…
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foucauld-dialogos-2 · 1 year ago
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Paolo Dall'Oglio: hombre de diálogo, hombre de fe
Francesco Paolo Mónaco Desde el 29 de julio de 2013 ya no sabemos nada del Padre Paolo Dall’Oglio. Diez años después de su muerte, además de la experiencia directa de quienes lo conocieron, quedan sus escritos y el testimonio del monasterio de Mar Musa. La vida monástica de este lugar se remonta al siglo VI y estaba ligada al rito siro-antioqueño. De la inscripción en la pared leemos que la…
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pietroalviti · 2 years ago
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Ceccano, cronaca di una serata tra sgommate, pace, guerra, fede, religioni, arciliuto e moto rombanti
Era forte il contrasto, lo si percepiva chiaramente: nel cortile del Santuario di Santa Maria, si ragionava con Riccardo Cristiano del TG1 che raccontava del rapimento in Siria di Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita strappato alla sua comunità mentre tentava di liberare ostaggi nelle mani dell’ISIS. Ad accompagnare, nella serata extra del Festival Francesco Alviti, lui e i tanti intervenuti, che…
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paoloxl · 6 years ago
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Non c’è coperta di depistaggi e menzogne che possa coprire la verità sul caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, assassinati a Mogadiscio il 20 marzo 1994 mentre stavano facendo il loro lavoro. Difendere la memoria della giornalista e dell’operatore del Tg3 e lottare a fianco delle loro famiglie per avere verità e giustizia è diventato un impegno collettivo, un atto di resistenza civile e di cittadinanza attiva che vedono coinvolti anche oggi centinaia di associazioni e cittadini della società civile del nostro Paese.
Lo sanno bene gli organizzatori della serata “La verità non muore a 25 anni dall’omicidio di Ilaria e Miran” che si terrà venerdì 22 marzo dalle ore 18 al WeGil di Largo Ascianghi 5 a Trastevere, Roma.
Con musica, parole e immagini verranno ripercorsi questi 25 anni e ricordati anche Luciana e Giorgio Alpi. Interverranno, fra gli altri, Raffaele Lorusso, segretario Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Mariangela Gritta Grainer, Federica Sciarelli, Maurizio Torrealta, Luciano Scalettari, Chiara Cazzaniga, Bianca Berlinguer e Giuseppe Giulietti.  Mauro Biani interpreterà con le sue vignette il ricordo di Ilaria e Miran. L’attore Vittorio Viviani reciterà Io so di Pasolini, mentre la lettura del testo di Aldo Nove Io, la verità, parlo è affidata all’attrice Carla Chiarelli.  Scenografia di Marco Catalani e fotografie di Paola Gennari Santori. Il contributo musicale è a cura di Nicola Alesini, Patrizia Bovi, Paolo Fresu, del gruppo folk rock The Gang e della Scraps Orchestra.  Durante la serata verrà proiettato un video su Giorgio Alpi di Ferdinando Vicentini Orgnani, con testo di Marcello Fois, musiche di Paolo Fresu, voce di Omero Antonutti. Conducono l’evento Elisa Marincola e Francesco Cavalli.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
La serata è promossa dall’associazione Amici di Roberto Morrione in collaborazione con Articolo 21, FNSI, UsigRai con il patrocinio della Regione Lazio e ospitato dal WeGil, spazio gestito da LAZIOcrea.
Per info: WWW.PREMIOROBERTOMORRIONE.IT  e WWW.ILARIAALPI.IT
Per aderire: inviare una email a [email protected]
PRIME ADESIONI
Ass. Amici di Roberto Morrione, Amnesty International Italia, Articolo 21, FNSI, Ordine dei Giornalisti, Tavola della pace, UsigRai, Stefano Corradino, direttore Articolo21, Barbara Scaramucci, presidente onoraria Articolo21, Valerio Cataldi, presidente carta di Roma, Riccardo Cristiano, associazione “Amici di Padre Dall’Oglio”, Guido D’Ubaldo, segretario nazionale Ordine dei giornalisti, Vania De Luca, presidente Unione stampa cattolica, Maurizio Di Schino, segretario Stampa cattolica, Flavio Lotti, coordinatore Marcia PerugiAssisi, Alessandra Mancuso, presidente commissione lari opportunità Fnsi, Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia, Sandro Ruotolo, presidente cronisti della Campania, Claudio Silvestri, giunta Fnsi, Paola Spadari, presidente ordine dei giornalisti del Lazio.
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gazzettadimodena · 7 years ago
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Fermato il mantovano Giampaolo Dall’Oglio, che abita sotto la vittima Si lamentava delle briciole dal balcone, decisive le intuizioni della moglie http://ift.tt/2jFENLA
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allnews24 · 7 years ago
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Ragazzo calabrese ucciso in Emilia: arrestato il vicino di casa
E’ stato il vicino di casa, il 63enne Giampaolo Dall’Oglio, animato da rancori per futili questioni di vicinato che, qualche ora prima dell’omicidio, aveva anche dato fuoco all’autovettura della vittima, a uccidere la sera del 23 novembre scorso a Reggiolo, nel Reggiano, il giovane autotrasportatore 31enne, Francesco Citro. E’ quanto comunicano i Carabinieri reggiani in una nota. Nessun…
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giuliocavalli · 8 years ago
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Padre Dall'Oglio: si sequestra un uomo, non le sue idee. Magistrale Riccardo Cristiano su il Fatto Quotidiano. Per non dimenticare Paolo Dall'Oglio: Che cos’ha da dire alle nostre odierne società padre Paolo Dall’Oglio, espulso dalla Siria di Assad nel 2012 e sequestrato esattamente quattro anni fa a Raqqa, probabilmente dall’Isis? Uno dei suoi messaggi più vivi e attuali riguarda il dialogo, con il quale sapeva parlare degli esclusi, che ci aiuterebbe ad apprezzare l’armonia invece dell’odio. La lettura della Sacra Scrittura, ha sottolineato più volte padre Paolo, spinge la Chiesa all’autoidentificazione con il popolo eletto, si riconosce in Sara, in Giacobbe. Questa lettura a suo modo di vedere fa perdere parte del pathos del testo, del dramma morale. In un cruciale testo del 2007, apparso sul web magazine dei gesuiti, Popoli, Dall’Oglio scriveva: “Uno dei testi che più drammaticamente rappresenta questo discorso è la vicenda di Abramo e di Ismaele, il figlio che egli aveva avuto con Agar, la serva di Sara (cfr. Gen 21, 8-21). E’ il dramma in cui Abramo deve sacrificare il suo primogenito. Secondo i musulmani, il Corano sembra dire che il sacrificato è proprio Ismaele. Intendiamoci, non c’è uno sgozzamento di Ismaele, ma c’è un’obbedienza penosa, sofferta, di Abramo alle gelosie di Sara. Su indicazione di Dio, Abramo scaccia Ismaele e sua madre Agar. Così, quando Dio chiede ad Abramo di offrire il figlio Isacco, in realtà Abramo ha già offerto Ismaele. Ismaele è il primogenito. Se imparassimo a leggere il mistero della Chiesanell’esclusione e non solo nell’elezione, allora le cose si illuminerebbero con altra luce. Abramo obbedisce alla logica dell’elezione e caccia la sua serva. Ma nella logica evangelica è proprio l’escluso che diventa l’eletto”. Il discorso si fa seducente e i simboli raccontati con cura da padre Paolo parlano davvero: Abramo dà ad Agar pane ed acqua, segni sacramentali. Ismaele buttato sotto un arbusto del deserto ricorda a Dall’Oglio la croce, Agar nascosta dietro il suo velo di sofferenza, carica del figlio, gli ricorda Maria sotto la Croce, le prime lacrime della Bibbia sono le lacrime di Agar, lacrime materne. Poi nel deserto sgorga salvifica l’acqua (come si ricorda ancora oggi nel pellegrinaggio) e questo per padre Paolo ricorda il grido di Gesù: “ho sete”.   “Si individua così un’interpretazione di questo episodio dell’Antico Testamento che, pur riconoscendo i segni dell’elezione, tuttavia si fa carico dell’esclusione” e questo a suo avviso dà valore cristologico ed ecclesiologico al grido degli esclusi, alle volte terrificante, “ma pertinente la storia della salvezza”. L’ermeneutica del testo sacro di padre Paolo Dall’Oglio non divide, ma unisce: unisce i figli dell’unico di Dio e gli esclusi, le vittime di quella cultura dello scarto di cui parla da anni papa Francesco. La teologia dei poveri che Bergoglio va elaborando da quando è divenuto vescovo di Roma, e che vede nella carne dei poveri la carne di Cristo, trova in questa rivendicazione di centralità evangelica degli esclusi un fortissimo moltiplicatore sociale: gli esclusi si vedono nelle nostre periferie, nella democrazia divenuta formalismo per pochi, nelle periferie globali, nei continenti dello sfruttamento delle risorse del suolo e del sottosuolo, nelle terre devastate dalle guerre, sui barconi della morte nel Mediterraneo. E’ un dialogo di fede, un dialogo religioso, davanti alle ferite di ogni società, europea, asiatica, africana, americana, mediorientale. E vede gli esclusi in Siria come in Italia. Per farlo ovviamente cancella “appartenenze” manichee, quelle che nell’odierna società occidentale portano alla cultura dello scarto, alla non accoglienza, al rifiuto della cittadinanza per i bambini nati qui, che danno lavoro a migliaia di insegnanti di qui, che tengono aperte tante scuole di qui, ma i cui genitori pur essendo qui non sono “di qui”. Questo quarto anniversario del sequestro di padre Paolo Dall’Oglio ci dice quanto attuale e addirittura proiettato nel nostro odierno presente e nel nostro domani fosse il suo discorso di radicalità evangelica. Avevamo difficoltà a capirlo allora, oggi diventa un urlo, soprattutto alle società europee in crisi e a quelle delle altre culture monoteiste, invitandole a riscoprire le proprie radici comuni, nel nome di una speranza che viene dal vivere insieme e non dall’odio. Che regimi radicati sulla barbarie abbiano inteso scacciarlo, abbiano voluto metterlo a tacere, non sorprende. Spetta a noi ricordargli che si può sequestrare un uomo, non le sue idee. Magistrale Riccardo Cristiano su il Fatto Quotidiano. Per non dimenticare Paolo Dall'Oglio: Che cos’ha da dire alle nostre odierne società padre…
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arthisour-blog · 8 years ago
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Giovanni Battista Piazzetta (Feb 13, 1682 – Apr 28, 1754) was an Italian Rococo painter of religious subjects and genre scenes.
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The Piazzetta, together with Giambattista Pittoni, Giovan Battista Tiepolo, Canaletto, Giuseppe Maria Crespi and Francesco Guardi forms the traditional great Old Masters painters of the 18th-century.
Piazzetta was born in Venice, the son of a sculptor Giacomo Piazzetta, from whom he had early training in wood carving. Starting in 1697 he studied with the painter Antonio Molinari. By Piazzetta’s account, he studied under Giuseppe Maria Crespi while living in Bologna in 1703–05, although there is no record by Crespi of formal tutelage. Thanks to Crespi, Carlo Cignani’s influence reached Piazzetta. Piazzetta did find inspiration in Crespi’s art, in which the chiaroscuro of Caravaggio was transformed into an idiom of graceful charm in his pictures of common folk. He was also greatly impressed by the altarpieces created by another Bolognese painter of a half-century earlier, Guercino.
Around 1710, he returned to Venice. There he won recognition as a leading artist despite his limited output and his unassuming nature, but he ultimately was less patronized, both in Venice and especially abroad, than two other eminent stars in Venetian late-Baroque/Rococo, Ricci and Tiepolo. yet Piazzeta’s range of topics was broader than that of these artists; Tiepolo, for example, never painted genre paintings and restricted himself to grand history and religious altarpieces. Ricci and Tiepolo had a luminous palette and facile ease that allowed them to carpet meters of ceiling with frescoes, although with a superficiality and glamor that is absent from Piazzetta’s darker and more intimate depictions.
Nonetheless,Tiepolo, who collaborated with Piazzetta on some projects, was greatly influenced by the older artist; in turn, the luminosity and brilliance of Tiepolo’s palette influenced Piazzetta in his later years.
Piazzetta created an art of warm, rich color and a mysterious poetry. He often depicted peasantry, even if often in a grand fashion. He was highly original in the intensity of color he sometimes used in his shadows, and in the otherworldly quality he gave to the light which throws part of a composition into relief. The gestures and glances of his protagonists hint at unseen dramas, as in one of his best-known paintings, The Soothsayer (1740, now in Gallerie dell’Accademia, Venice). He brought similar elusiveness to works of a religious nature, such as the Sotto in su Glory of St. Dominic in the Church of Santi Giovanni e Paolo.
Also notable are his many carefully rendered drawings of half-length figures or groups of heads. Usually in charcoal or black chalk with white heightening on gray paper, these are filled with the same spirit that animates his paintings, and were purchased by collectors as independent works. He also produced engravings.
In 1750 Piazzetta became the first director of the newly founded Accademia di Belle Arti di Venezia, and he devoted the last few years of his life to teaching. He was elected a member of the Bolognese Accademia Clementina in 1727. Among the painters in his studio were Domenico Maggiotto, Francesco Dagiu (il Capella), Johann Heinrich Tischbein, Egidio Dall’Oglio, and Antonio Marinetti. The engraver Marco Pitteri was affiliated with his studio, and engraved many of his works. Among younger painters who emulated his style are Giovanni Battista Pissati, Giulia Lama, Federico Bencovich, and Francesco Polazzo (1683–1753). He died in Venice on April 28, 1754.
Giovanni Battista Piazzetta was originally published on HiSoUR Art Collection
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allnews24 · 7 years ago
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Ucciso in Emilia Romagna un uomo originario di Cutro, arrestato il vicino
BOLOGNA – L’assassino del ragazzo di Cutro, ucciso in Emilia Romagna, è il suo vicino di casa. Giampaolo Dall’Oglio, 63 anni, animato da rancori per questioni di vicinato, è anche colui il quale ha appiccato l’incendio dell’autovettura di famiglia. L’omicidio è avvenuto lo scorso giovedì 23 novembre. A perdere la vita il 31enne Francesco Citro di origini calabresi. Il giovane di Cutro è stato…
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