#Foto di ragazza
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Una me con il covid blu.
Una me con il covid sfocata.
:)
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#aperto facebook per togliere una notifica e fuggire via fugacemente#trovo foto di ragazza che conobbi anni fa facendo volontariato la quale sarà nata intorno al 2000 perché aveva un tot di anni meno di me#ecco foto sua di momento sentimentale con un tizio con tranquillamente 20+ anni in più che se lo trovassi intorno a posti tipo la stazione#penserei ok adesso mi rapina#madonna veramente le donne eterosessuali essere come and for my next trick mi metterò con l’uomo che più di tutti pare un serial killer#di serie z#buon lunedissimo i guess
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(Foto: sneakstrikesback)
Ti desidero praticamente da sempre, da quando ti ho conosciuta, stronza di una ragazza viziata e perversa. Non ci posso fare nulla: è stato un vero colpo di fulmine. T'ho vista e mi sono bagnata. Ormai è molto tempo che ti do lezioni di piano e sono venti mesi, cioè sin dall'inizio, che mi tenti e mi stuzzichi: con frasi a doppio senso, sorrisi e infine con vestiti cortissimi e camicette vedo-non-vedo. Il tuo profumo naturale, proprio il tuo odore di donna, mi fa perdere la ragione.
Ma non siamo mai entrate in una vera confidenza. Mai un sorriso. Sempre distante. Perennemente quella espressione dura, sul tuo viso. Certo: sei una studentessa modello, esegui le partiture, impari, ti eserciti. Sei fissa nella mia mente da allora, ogni giorno. Eppure sono sposata da oltre vent'anni. Sono una donna quadrata, di difficile impressionabilità. Normalmente imperturbabile. Ne ho viste e passate tante. Poi: ho ben quattro figli, mio marito mi scopa o mi rompe il culo quasi ogni notte.
Non mi era mai passato per la testa neppure per sbaglio, il fatto di potermi innamorare di una donna. Ma è accaduto. Oggi sono proprio uscita di senno - non so davvero cosa mi sia preso - e t'ho infilato tutte e due le mani nel top panna leggerissimo che portavi a pelle, senza reggiseno. Ti ho preso e strizzato le mammelle a piene mani: quanto m'è piaciuto! Ti desideravo da impazzire. Pensavo avresti strillato, conoscendoti come stronza totale con la puzza sotto al naso, sempre molto esigente e crudele coi collaboratori domestici che avete in casa.
Invece sei rimasta fredda, quasi paralizzata. Non so come, sono riuscita a ricompormi e a scappare via. Ero rossa in viso, mortificata. Pensavo al peggio. Una denuncia, come minimo. La perdita della mia onorabilità e forse del lavoro che adoro. E comunque, pure mi odoravo le mani di continuo. Invece mi hai mandato un messaggio alle nove di sera, mentre sparecchiavo. Fortuna che mio marito era distratto, impegnato a caricare la lavastoviglie e a sentire la tv di sottofondo.
Mi hai inviato il breve video di te che ti stavi masturbando e hai scritto che non vedi l'ora di sentire la mia lingua nella tua fica. Che mi desideri dal primo giorno che mi hai conosciuta. Che ti vesti in modo succinto per farmi uscire allo scoperto, perché mi vuoi. Poi che vuoi leccarmi tutta, masturbarmi, succhiarmi i cpaezzoli e leccarmi il buco del culo! A momenti svengo. Sono corsa a ficcarmi a letto nuda e mi sono fatta scopare a lungo. Pensavo solo a te, mio nuovo e segreto amore...
Aliantis
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Questa foto è stata scattata da un fotografo turco quando una capra ha partorito un cucciolo su una montagna ghiacciata. Per salvare la vita della capra e del cucciolo, una ragazza del villaggio (pastorella) ha portato la madre sulla spalla e il cane della ragazza ha salvato la capra appena nata portando anche lei. Questa foto è un esempio vivente di umanità.
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QUESTA È UNA STORIA CHE NON SO COME COMINCIARE A RACCONTARVI
È una storia triste con un finale velato di speranza che però non riesce a diminuire in me la tristezza, visto che è troppo spesso ripetuta ovunque nel solito loop di solitudine e sofferenza.
Non a caso ho deciso di raccontarla solo adesso e a taluni potrà sembrare che io mi voglia agganciare furbescamente al trend 'femminicidio' e con questo post fare virtue signaling.
Tutt'altro, credetemi.
Questa storia parla del coraggio di una ragazzina di 20 anni, l'unica reale protagonista, mentre noi come famiglia, semmai, abbiamo avuto solo il merito di essere al posto giusto al momento giusto.
Ricordate questo: AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO e poi nella chiusa a questo post capirete.
Anche se dubito fortemente che conosciate lei o siate venuti a sapere della sua storia, per un mio senso di riservatezza cambierò molti particolari, senza però far perdere mai il senso di quanto accaduto.
Mia figlia piccola aveva una compagna di studi con la quale era rimasta in contatto anche dopo la maturità e una sera questa ragazza è venuta a cena a casa nostra, su strana insistenza di nostra figlia perché era già tanto tempo che non si vedevano, tranne qualche messaggio con cui lei la teneva informata sullo stato di salute del fratellino di 7 anni, affetto da una forma aggressiva ma curabile di leucemia.
Avevamo capito che era successo qualcosa e infatti questa ragazza, durante la cena, ci confida che lei, la madre e, soprattutto, il fratellino sono da anni vittime di maltrattamenti psicologici e fisici a opera del padre.
E noi, su insistenza di nostra figlia che è riuscita a convincerla, siamo state le prime e uniche persone alle quali trova finalmente la forza di dirlo, visto che il padre aveva costretto la madre a chiudere i contatti con ogni parente e cerchia di amici.
Erano sole, la madre non lavorava e tutti dipendevano da un unico stipendio, quello del padre, che inoltre decideva quando e quanto potessero uscire di casa.
Una storia di abusi familiari come tante, solo che invece di sentirlo in un telegiornale ce le stava raccontando di persona una ragazzina smilza e che sorrideva triste per l'imbarazzo.
E poi ho visto gli occhi di mia figlia, pieni di rabbia e indignazione ma scintillanti anche di qualcos'altro... speranza, anzi, convinzione che noi potessimo aiutarla.
Con un peso enorme nel cuore, le abbiamo allora parlato tutta la sera, l'abbiamo consolata, consigliata e spronata a fare quello che la madre non aveva più la forza di fare: denunciare ai carabinieri e rivolgersi a un centro antiviolenza.
E mentre lei piangeva lacrime di gioia per aver finalmente trovato qualcuno con cui aprirsi, le arriva un messaggio wathsapp sul telefono con una foto.
Una foto da suo fratello.
Che si era fotografato il naso.
Rotto e sanguinante.
E il messaggio sotto diceva 'Papà ha picchiato la mamma e poi me. E poi se n'è andato'.
Un bambino di 7 anni con la leucemia che deve andare a fare la chemio due volte a settimana.
A vederlo scritto pare assurdo pure a me, una di quelle brutte sceneggiature per una fiction rai in prima serata ma il fatto era che stava succedendo di fronte ai nostri occhi e non so come io sia riuscito a non prendere una delle mie asce appese al muro per andare schiantarlo in due come un ceppo marcio.
Lei, però, non si scompone più di tanto e ci dice 'Adesso vado. Ci penso io' con un tono che nascondeva stanchezza e abitudine... ma forse anche qualcos'altro di nuovo.
Vent'anni anni e ci pensava lei, quando noi - cinquantenni - eravamo solo riusciti a dire delle belle parole, tutto sommato inutili.
Prende ed esce, con noi che le andiamo dietro urlandole di chiamare subito i carabinieri e cercando di andare assieme ma lei sembra essere molto decisa, finché le luci posteriori della sua macchina non scompaiono nella notte.
Minuti, decine di minuti e poi ore ad aspettare notizie, senza conoscere il suo indirizzo e senza sapere dove mandare qualcuno a controllare.
Poi squilla il telefono. È lei. Ci racconta che quando è arrivata a casa ha subito controllato che non ci fosse la macchina del padre, è entrata e ha chiuso la porta da dentro lasciandoci le chiavi sopra. E quando il padre, ore dopo, ha provato a entrare e, non riuscendoci, ha cominciato a dare in escandescenze, ha chiamato i carabinieri dicendo loro che aveva picchiato la madre e il fratello.
Carabinieri che, ovviamente, lo hanno beccato mentre prendeva a calci la porta di un appartamento con dentro una donna e un bambino sanguinanti per le botte ricevute.
Nonostante tutto, quella notte non siamo riusciti a dormire.
Il giorno dopo mi arriva un audio su whatsapp (le avevo dato il mio numero per emergenza) e per quanto forse avrei potuto postarvelo qua per farvelo ascoltare, preferisco trascrivervelo
'Ciao, sono E. Ti volevo dire che ieri sera siamo stati al pronto soccorso e io ho insisitito con i medici che facessero tutte le foto a mamma e L. e che poi chiamassero la polizia che c'è dentro. L. è stato coraggioso e ha raccontato tutto, poi anche mia mamma ha trovato il coraggio di parlare. Ora stiamo andando al centro antiviolenza di Parma così ci aiutano con gli avvocati e magari ci trovano anche un altro posto dove andare. Io vi volevo ringraziare perché per la prima volta in vita mia mi sono sentita in una famiglia vera che capiva il mio dolore e la mia paura e con voi ho trovato la forza di parlare. Grazie di essere così meravigliosi'
Io ogni tanto ascolto quell'audio e poi le telefono per sapere come va. Lo ascolto perché, vedete, non mi sembrava che avessimo fatto chissà che cosa ma il tono della sua voce diceva tutto il contrario.
E allora mi sono ricordato di quella vecchia storia del ragazzino con la gamba rotta al quale ho fatto compagnia mentre aspettavamo l'elisoccorso e di come i genitori, mesi dopo, mi hanno riconosciuto in mezzo alla folla e mi sono venuti ad abbracciare come se gliel'avessi riattaccata, quando io mi ero limitato solo a rassicurarlo in attesa dei soccorsi.
Però ero al posto giusto al momento giusto.
Quel posto e quel momento, però, che non sono e non accadono mai a caso alla persona che sa cosa sia la sofferenza.
Se questo mondo non vi ha reso cattivi - e se siete arrivati a leggere fin qua non solo non siete cattivi ma anzi molto pazienti - allora avrete capito che il posto giusto al momento giusto è quello in cui siete ora, nello stesso frammento di tempo in cui decidete di spostare gli occhi dal centro del vostro dolore personale alla consapevolezza di quello degli altri.
Come non mi stancherò mai di dire, una mano protesa salva tanto chi la stringe quanto chi la tende.
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Qualcuno ha pubblicato questa foto qualche giorno fa. Molti hanno voluto sapere la storia dietro la statua, quindi eccola qui...
Kópakonan: Una statua della Donna Foca si trova a Mikladagur, sull'isola di Kalsoy. È realizzata in bronzo e acciaio inossidabile, progettata per resistere a onde alte fino a 13 metri. All'inizio del 2015, un'onda di 11,5 metri si abbatté sulla statua, ma rimase ferma e non subì danni (vedi i commenti per le foto di questo evento).
La leggenda di Kópakonan (la Donna Foca) è una delle fiabe più conosciute nelle Isole Faroe. Si credeva che le foche fossero esseri umani che avevano scelto volontariamente di morire nell'oceano. Una volta all'anno, la tredicesima notte, erano autorizzate a tornare sulla terra, togliersi la pelle e divertirsi come esseri umani, ballando e godendosi la vita.
Un giovane contadino del villaggio di Mikladalur, sull'isola settentrionale di Kalsoy, curioso di sapere se questa storia fosse vera, si appostò sulla spiaggia una sera della tredicesima notte. Vide le foche arrivare in gran numero, nuotando verso la riva. Si arrampicarono sulla spiaggia, si tolsero la pelle e la posizionarono accuratamente sulle rocce. Senza la pelle, apparivano come normali esseri umani. Il giovane osservò una bella ragazza foca posare la sua pelle vicino al punto in cui era nascosto, e quando iniziò la danza, si avvicinò di nascosto e la rubò.
I balli e i giochi durarono tutta la notte, ma non appena il sole iniziò a spuntare all'orizzonte, tutte le foche si precipitarono a riprendere le loro pelli per tornare in mare. La ragazza foca era molto sconvolta quando non riuscì a trovare la sua pelle, anche se il suo odore era ancora nell'aria. Poi l'uomo di Mikladalur apparve tenendola in mano, ma non gliela restituì, nonostante le sue suppliche disperate, così fu costretta ad accompagnarlo alla sua fattoria.
L'uomo la tenne con sé per molti anni come sua moglie, e lei gli diede diversi figli; ma lui doveva sempre assicurarsi che lei non avesse accesso alla sua pelle. La teneva chiusa in un forziere di cui solo lui aveva la chiave, una chiave che portava sempre con sé, appesa a una catena alla cintura.
Un giorno, mentre era in mare a pescare con i suoi compagni, si rese conto di aver lasciato la chiave a casa. Annunciò ai compagni: "Oggi perderò mia moglie!" – e spiegò cosa era successo. Gli uomini ritirarono le reti e le lenze e remavano verso la riva il più velocemente possibile, ma quando arrivarono alla fattoria, trovarono i bambini tutti soli e la madre scomparsa. Il padre sapeva che non sarebbe tornata, poiché aveva spento il fuoco e messo via tutti i coltelli, in modo che i piccoli non si facessero male dopo la sua partenza.
Infatti, una volta raggiunta la riva, la donna aveva indossato la sua pelle di foca e si era tuffata in acqua, dove un grosso foca maschio, che l'aveva amata per tutti quegli anni e che la stava ancora aspettando, le si avvicinò. Quando i suoi figli, quelli avuti con l'uomo di Mikladalur, più tardi scesero in spiaggia, una foca emergeva dall'acqua e guardava verso la terra; la gente naturalmente credeva che fosse la loro madre. E così passarono gli anni.
Un giorno, gli uomini di Mikladalur pianificarono di andare a caccia di foche in una delle grotte lungo la costa. La notte prima della caccia, la moglie foca apparve in sogno al marito e gli disse che se fosse andato nella grotta a caccia di foche, avrebbe dovuto fare attenzione a non uccidere il grande foca maschio che avrebbe trovato all'ingresso, perché quello era suo marito. Non avrebbe dovuto neppure ferire i due piccoli cuccioli di foca nel fondo della grotta, perché erano i suoi due giovani figli, e gli descrisse le loro pelli in modo che li potesse riconoscere. Ma il contadino non prestò attenzione al messaggio del sogno. Si unì agli altri nella caccia e uccisero tutte le foche che trovarono. Quando tornarono a casa, il bottino fu diviso e il contadino ricevette come sua parte il grande foca maschio e le zampe anteriori e posteriori dei due cuccioli.
La sera, quando la testa del grande foca e le membra dei piccoli furono cucinate per cena, ci fu un grande boato nella stanza del fumo, e la donna foca apparve sotto forma di un terribile troll; annusò il cibo nelle ciotole e lanciò la maledizione: "Qui giace la testa di mio marito con le sue larghe narici, la mano di Hárek e il piede di Fredrik! Ora ci sarà vendetta, vendetta sugli uomini di Mikladalur, e alcuni moriranno in mare e altri cadranno dalle cime delle montagne, finché non ci saranno abbastanza morti da poter unire le mani tutto intorno all'isola di Kalsoy!"
Pronunciate queste parole, scomparve con un grande boato di tuono e non fu mai più vista. Ma ancora oggi, purtroppo, accade di tanto in tanto che gli uomini del villaggio di Mikladalur annegano in mare o cadono dalle scogliere; si teme quindi che il numero delle vittime non sia ancora sufficiente affinché tutti i morti possano unire le mani intorno all'intero perimetro dell'isola di Kalsoy.
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Desidero incontrare una ragazza che sappia sorprendermi, che possa illuminare le mie giornate con la sua presenza inaspettata. Qualcuna che, dietro lo schermo freddo di un telefono, riesca a trasmettere calore ed emozione, capace di trasformare semplici parole in poesia silenziosa. Vorrei che le nostre conversazioni fossero come onde che si infrangono sulla riva, ora dolci, ora impetuose, sempre nuove e avvolgenti. Immagino una sera, quando il mondo sembra addormentarsi, di ricevere un messaggio che mi faccia battere il cuore. Una foto, forse, che riveli con grazia e complicità ciò che di più intimo c'è da condividere. Non cerco la volgarità, ma la spontaneità di un gesto che parla di fiducia e desiderio. Che sia un invito a conoscere oltre le apparenze, a scoprire l'essenza di chi si cela dietro uno sguardo, dietro un sorriso. Voglio sentire quella scintilla che accende la passione, quel brivido che percorre la schiena quando ci si sente capiti senza bisogno di troppe parole. Cerco un'anima affine, che sappia giocare con le sfumature dell'affetto e della seduzione, che sia al contempo musa e complice. Una ragazza che non abbia paura di mostrarsi per ciò che è, con le sue fragilità e le sue forze, capace di regalare momenti preziosi anche a distanza. In un mondo fatto di incontri fugaci e relazioni superficiali, sogno qualcuno che renda speciale ogni istante condiviso, che sappia sorprendermi con gesti semplici ma intensi. Qualcuna che, attraverso uno schermo, riesca a farmi sentire vivo, desiderato, parte di qualcosa di vero. Che le sue parole siano carezze, i suoi silenzi complicità, i suoi gesti un ponte tra due cuori in attesa di incontrarsi. Non è solo l'immagine che desidero, ma tutto ciò che essa rappresenta: un legame profondo che supera le barriere, un gioco di sguardi e di emozioni che conduce verso l'ignoto, verso la scoperta di sé e dell'altro. Voglio essere stupito, travolto da quella forza che solo un incontro autentico può dare.
Empito
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HO COMPRATO LE SCARPE
Nel marzo del '44 arrivò tra i partigiani romagnoli un americano, si chiamava Leo Lucas. Il suo aereo era stato abbattuto e si era nascosto tra le famiglie contadine della zona. Parlava bene l'italiano e i gappisti della pianura lo mandarono in montagna perché si pensava fosse più al sicuro. Rimase diversi mesi aggregato alla Brigata Garibaldi. "Eravamo sempre assieme - raccontò il partigiano Artico Graziani - Quando in agosto fu liberata Firenze noi dormivamo in delle capanne tra Strabatenza e la Casaccia perché le pattuglie tedesche percorrevano tutte le strade. Leo ci raccontava dell'America e della ragazza che avrebbe sposato appena tornato a casa. Una notte mi svegliò e mi disse che non se la sentiva più di aspettare l'arrivo dei suoi connazionali e voleva andare loro incontro. Si erano svegliati anche gli altri, lo abbracciamo e ci salutammo. Eravamo tutti molto commossi. Regalò il suo orologio a Boris e partì nel cuore della notte. Non seppi più niente di lui, ma alla fine del '46 arrivò una lettera dall'America, ci scriveva dallo Utah, dove si trovava in viaggio di nozze con sua moglie Carmen. Ci mandava dei soldi, fatti sparire dalle poste, e un pacco di vestiti. Leo ce l'aveva fatta, aveva raggiunto le linee alleate e poi aveva fatto quello che si era sempre proposto, sposare la sua Carmen. Col tempo persi ogni contatto con lui, un giorno chiesi però a Boris se aveva ancora quell'orologio. L'ho venduto, mi rispose, ho comprato le scarpe per sposarmi."
(Foto: Boris il primo a destra)
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Sto passando una fase di vita atroce e potrei descriverla così vividamente, nei suoi dettagli più pruriginosi e orridi, che mi risulterebbe facilissimo lucrare sul mio stesso dolore pornografizzandolo e prendendomi così le mie belle 80 note a post. Ma guarda un po’, opto invece per l’autoconservazione – sarà colpa dei 30 anni. Non dico vada bene per tutti così blablabla. Ma a volte sembra, anche qui sopra, che l’unghia rotta di qualcuno sia più degna di supporto morale della grave malattia (o di qualunque altro grave male) di un altro solo perché magari a scrivere è una ragazza procace (o comunque carina e che posti foto, anche del solo viso) e gli accoliti sono tutti uomini etero, magari anche del tipo intellettualoide che qui sopra prospera lieto e indisturbato. Con buona pace dei maschietti eruditi del Tumblr, quindi, rimandiamo in questi lidi la scrittura dei post strappalacrime dal taglio quasi-letterario (o comunque, è quello che lasciamo credere) a data da destinarsi e li faremo felici un’altra volta. Liberarsi del male-gaze, mi dico ultimamente, corrisponde anche a liberarsi della necessità di ricevere il consenso intellettuale degli uomini su piattaforme come Tumblr e similari (di cui ignoro l’esistenza). Altamente liberatorio non aspettarsi più certe notifiche.
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Riguardo al pretty privilege sono d'accordo con te. Mi sono sempre chiesto anche io se le interazioni con le altre persone fossero influenzate dalla mia bellezza (o non-bellezza) e parlo di colloqui di lavoro, esami orali all'università, la gentilezza della tipa alle poste e infinite altre situazioni. Non mi trovo d'accordo però con chi dice che chi cerca un contatto qui lo fa solo con secondi fini, o meglio, chi è malizioso qui con te lo è con chiunque condivida contenuti sessuali o provocatori. Se (per citare) condividi la foto di mezza mutandina, riceverai le attenzioni dei "predatori" indipendentemente dal fatto che tu sia convenzionalmente attraente o meno. Non conta quanto tu sia bella, meno bella, magra, meno magra, giovane, meno giovane. Nel tuo caso - e parlo per me - il fatto di essere bella e di dimostrare di riuscire a sostenere (ed elevare) una conversazione intelligente, suscita un interesse che va oltre alla malizia. Per me e per molti è eccitante parlare con una ragazza intelligente, bella e educata. Anche se non si parla del colore delle tue mutandine, della tua ultima fantasia erotica o della tua collezione di sex toys. Fine.
concordo che un atteggiamento provocatorio, appunto, prima o poi provocherà qualcuno, indipendentemente dalla forma di chi provoca. perché la forma è oggettiva ma la sua percezione è soggettiva, e le ragioni di attrazione sono tante e diverse per ogni individuo. quindi qualsiasi elemento ti componga, oggettivamente bello, meno bello, alto, basso, magro, non magro, se provochi, qualcuno sarà attratto dalla tua formula. come ho detto, la chimica, per essere tale, ha bisogno di più elementi. uno di questi elementi può essere anche la capacità argomentativa, onestamente indebolisce anche me come te. e può essere più o meno rilevante. per me, la sfera intellettuale è un elemento di attrazione molto forte, bada bene non parlo di intelligenti o meno (che tra l'altro per me l'intelligenza è un concetto talmente vasto che esclude e allo stesso tempo tocca chiunque su infiniti fronti), parlo di un certo spessore in base alla percezione del mio tatto, della mia sensibilità. però trovo molto vero, che tanti, si concedano occasione di scoprire la sfera intellettuale soltanto nei confronti di chi la custodisca in una bella confezione. infatti, anche nella tua composizione chimica, includi la bellezza trovando eccitante confrontarti con "una ragazza intelligente, bella e educata". è soggettivo, c'è chi nella propria composizione include altri elementi, chi esclude questi, chi ne salva soltanto una parte, chi ne ha totalmente di diversi. fortunatamente, così, c'è trippa per ogni gatto :)
ti ringrazio per i complimenti un po' indiretti<3
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Abbiamo notato tutti che ormai Tumblr è diventata una app dove guardare contenuti porno o sensuali
E ci sono persone che sicuramente ci sbavano sopra (non parlo solo del sesso maschile)
Ma ci sono dei punti da tenere in considerazione
1) Se una ragazza mette una foto dove è più scoperta non significa che è una troia o la si deve importunare
2) Se un ragazzo cerca un po' di trasgressione non significa per forza che è un maniaco e coglione
A me personalmente non me ne frega nulla se c'è o meno, semplicemente smetto di seguire qualunque profilo posta contenuti porno
Ma non date la colpa a Tumblr perché semplicemente sta rispecchiando quello che è attualmente l umanità
Non si dà più VALORE a nulla
#sfogo#discussione#compagnia#frasi e citazioni#citazioni#pensiero#frasi#pensare#me stesso#la verità#verità#meglio#frasi per pensare#frasi vere#perfetto#pensieri#persone#non capisco#capire#rischio#rabbia
32 notes
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Ho letto un tweet dove una ragazza ha scritto che noi italiani siamo un popolo di rosiconi e invidiosi e ha ragione. Ogni persona che pubblica una sua foto o un post che riguarda un suo traguardo sotto trovi decine e decine di commenti che la sminuiscono, che quello che ha fatto non vale niente etc etc. Oggi mi è capitato un video della vittoria di Sinner vs Alcaraz e i commenti "è scarso" "non capisco come possa piacere Sinner scarso" "sopravvalutato" "niente di che", come minimo scritti dal divano di casa propria, come me che sto scrivendo questo post. Ma che problemi avete con il successo e/o la felicità altrui? Ho scritto di essere brava nel mio lavoro e che la cosa mi è stata riconosciuta e ho ricevuto i peggio insulti in anonimo. Da dove viene questo astio nei confronti delle persone felici?
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(Foto: caughtmyeyesblog)
Confesso che mi piace molto la donna morbida, burrosa, tutta curve; un corpo affamato d'amore su cui far esercitare a lungo la lingua, le mani e l'uccello. Quella che quando inizia a godere si muove e tu ti senti quasi in balia di movimenti tellurici incontrollabili.
(Foto: caughtmyeyesblog)
È una sensazione bellissima, difficile da descrivere: credimi sulla parola. Ma anche una ragazza giovane, magra, flessuosa e il cui corpo possa compiere miracoli di acrobazia erotica ha il suo bravo perché: mentre la penetri da dietro, puoi manovrarla come vuoi e farla girare quasi completamente per baciarle il seno o la bocca. E la percepisci completamente tua. Te ne senti padrone e responsabile.
(Foto: caughtmyeyesblog)
Capisci che devi farla vibrare d'orgasmo come un violino. Ne apprezzi i più piccoli dettagli, come le narici che le si dilatano mentre viene. O le mani nervose e fredde che si aggrappano al tuo corpo, che si reggono a te. Quasi la stessi salvando dal perdersi nell'orgasmo e quindi lei, fragile e grata ti accarezza delicatamente i coglioni mentre la scopi.
Aliantis
(Foto: caughtmyeyesblog)
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una cosa che ho capito è che una persona che in passato era grassa non riuscirà mai a sentirsi perfettamente in linea con gli altri.
o almeno, questa è la mia esperienza: ad oggi sono normopeso, potrei pur dire di essere magra (anche se io non lo riesco a vedere, ma a livello di numeri è così) ma mi rendo conto che quando sono in compagnia di altri io non riesco a vedermi come sono adesso, il mio cervello non riesce a convincersi del fatto che non sono più "quella grossa" o "quella robusta" del gruppo.
sono in università, guardo le braccia della ragazza accanto a me che scrive i suoi appunti, e mentre anche io digito le parole della professoressa sento la voce del mio pensiero in sottofondo che mi sussurra fastidiosamente quanto il suo braccio sembri più piccolo del mio, il suo polso ha l'osso più sporgente rispetto al mio, eppure nelle foto dell'ultimo periodo io noto e mi rendo contro del fatto che ormai le mie braccia e i miei polsi ormai abbiano assunto una forma molto più snella, non ho più quell'eccesso che rendeva le mie braccia "grandi", ho addirittura dovuto stringere l'orologio due volte per farmelo stare, e qualche volta provo pure una certa impressione guardandomi dall'esterno, perche io non mi sento cosi come appaio, io mi sento ancora quella di prima. che poi effettivamente io non mi sentivo di essere come apparivo nemmeno prima, quindi è un po' una contraddizione. o forse semplicemente non ho una percezione precisa di me stessa e dello spazio che occupo con il mio corpo.
rimango nella speranza che prima o poi questa sensazione finirà, ma in cuor mio so che non accadrà, questi pensieri possono affievolirsi, possono diventare meno frequenti, ma non andranno mai via. in fondo sono stata grassa tutta la vita, nonostante per il momento sia stata breve, ma ormai è quella l'identità in cui riconosco me stessa e nella quale mi riconoscerò, forse, per sempre.
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Per l'ennesima volta...
Ricevo una richiesta d'amicizia su Facebook. Controllo il profilo, che si rivela spudoratamente farlocco. La foto ritrae una ragazza giovane e appariscente. E il primo post rappresenta in pratica l'invito a unirsi a un presunto gruppo Telegram con chiari intenti pruriginosi. Lo segnalo immediatamente. Dopo qualche giorno, ricevo un aggiornamento relativo alla segnalazione. Non abbiamo rimosso la foto. Il che, tradotto, sta a significare che per il social va tutto bene. (E non è la prima volta che succede, almeno per quanto mi riguarda). Aggiungono: Se ritieni che abbiamo commesso un errore, puoi chiedere di riesaminare questa decisione entro 180 giorni. Cosa che io non farò. Perché non servirebbe a nulla. Quello che mi infastidisce non è la censura in sé, ma la sua palese parzialità. Perché non colpisce tutti. Se l'utente effettua una segnalazione di questo tipo, non muovono un dito. Però si arrogano il diritto di cancellare il suo profilo senza nemmeno avvisarlo. Foorse dovrebbero controllare sul dizionario il significato della parola coerenza. Per propria crescita culturale. Non per altro.
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Musk ha definito il premier inglese complice dello stupro di massa in Gran Bretagna.
▪️Stiamo parlando dello scandalo con la diaspora pakistana. I migranti pakistani hanno violentato per anni bambini britannici mentre le autorità temevano accuse di razzismo.
▪️In diverse città dell'Inghilterra, la diaspora pakistana da anni ha abusato bambine britanniche dagli 11 ai 15 anni. Le violenze avvenivano con uso di droga e alcool. Le bambine violentate spesso appartenevano a famiglie in difficoltà e la violenza veniva giustificata dalla comunità pakistana, in quanto bambine cristiane.
▪️Dal 1997 al 2013, solo a Rotherham sono state violentate 1.400 bambine, secondo un rapporto pubblicato sul sito web del Comune. I migranti hanno abusato di bambini anche a Rochdale e Telford
▪️Per più di 15 anni, le autorità e la polizia hanno insabbiato i criminali, temendo accuse di razzismo. Ai giornali è stato vietato di parlare dello scandalo per prevenire rivolte. I media britannici si riferivano ai pakistani come "uomini asiatici" per nascondere il problema degli stupri.
▪️La prima persona ad attirare l'attenzione sulla vicenda è stato il giornalista Andrew Norfolk. Ha scritto di come ragazze di 12 anni hanno abortito a causa della violenza e di come una ragazza di 13 anni è stata violentata più di 50 volte.
▪️Nel 2020, gli scienziati Kish Bhatti-Sinclair e Charles Sutcliffe hanno studiato i casi di 73 tribunali in 44 città e 498 imputati. Si è scoperto che l'83% degli stupratori erano musulmani. La maggior parte di loro proveniva da Mirpur, una regione travagliata del Kashmir dove vengono incoraggiati i crimini contro i cristiani.
❗Musk sui social ha commentato duramente questo triste quanto assurda vicenda
Starmer è stato coinvolto nella corruzione degli inglesi quando è stato a capo del Crown Prosecution Service per 6 anni. Starmer deve andare e essere accusato per la sua complicità nel peggior crimine di massa della storia britannica
▪️ L'imprenditore ha anche preso in giro Starmer con una foto, aggiungendo.
Non c'è punizione per crimini violenti gravi, ma c'è il carcere per i post sui social network.
https://t.me/terzaroma
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