#Foto di ragazza
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saliasworld · 2 years ago
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Una me con il covid blu.
Una me con il covid sfocata.
:)
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deathshallbenomore · 2 years ago
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.
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blondemushroom · 2 years ago
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riverswater · 1 year ago
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ma poi perché mi scrivono le persone su LinkedIn per dirmi di seguire la loro pagina su Instagram. cioè lo faccio solo se mi dai un lavoro. andata?
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stregh · 4 months ago
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Questa foto è stata scattata da un fotografo turco quando una capra ha partorito un cucciolo su una montagna ghiacciata. Per salvare la vita della capra e del cucciolo, una ragazza del villaggio (pastorella) ha portato la madre sulla spalla e il cane della ragazza ha salvato la capra appena nata portando anche lei. Questa foto è un esempio vivente di umanità.
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lady--vixen · 2 months ago
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il tortuoso sentiero dell'arrapamento mentale
lei vede un'immagine: una ragazza fa un pompino a un ragazzo, mentre lui legge un libro. la prima cosa che pensa: chissà che libro sta leggendo
lui vede la stessa immagine, la inoltra a lei scrivendo: chissà che libro sta leggendo
solo adesso l'immagine diventa sesso, ponte, allagamento, voglia
lo stesso pensiero tra simili distanti, questo l'arrapa più di qualsiasi porno
il secondo pensiero di lei di fronte all'immagine: chissà se sta leggendo a voce alta, chissà se la ragazza della foto regola il ritmo del pompino in base alla voce del ragazzo
il secondo pensiero di lui non è dato sapere
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diariodiunadolcegattina · 11 months ago
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Benvenutɜ
Sono una ragazza chubby dispersa nelle campagne lombarde. Ho 24 anni e sono single. Questo è il mio side blog, in cui reposto o pubblico pensieri\gif che stuzzicano la mia voglia al momento.
Mi interessa la persona in sé e non cosa ha tra le gambe (in parole povere, panromantica e demisessuale) 💜 Le parole sono l'unico modo per arrivare a me. Usatele con discrezione, perché potrei avere il "blocca" facile. Ricordatevi che il rispetto si dà tanto quanto lo si vuole ricevere. ✨
Tutto ciò che pubblico non vuol dire che voglia farlo, ma che è una fantasia che mi attira. Se volete scoprire più su di me, gli ask e i dm sono aperti (ma preferisco gli ask, anche in anonimo). Sono sempre aperta a ogni tipo di dialogo (ma vi prego di leggere anche i vari ask. Dopo un po' mi scoccio a rispondere sempre alle stesse domande) 💜
A volte rebloggo anche hard kinks senza tw. Siete avvertitɜ.
Ogni tanto posto foto mie. Non le pubblico giornalmente o settimanalmente, ma solo a mia discrezione. Quindi non cercate di farmi sentire in colpa perché non sono puntuale: non funziona. Non scambio foto nemmeno in chat. 🤷🏻‍♀️
🤬Hard limits: spit, scat\piss, anal, piedi. Unwanted dick\pussy\tits pics, real misogyny\misandry, real rape, omolesbobitransphobia, racism, gente creepy nei dm, sexting a caso (in questi casi, venite bloccatɜ immediatamente senza passare dal via)
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Posso sembrare stronza, ma vi assicuro che sono anche simpatica ❤️
Qui gli hashtag più usati 👇🏻
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kon-igi · 1 year ago
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QUESTA È UNA STORIA CHE NON SO COME COMINCIARE A RACCONTARVI
È una storia triste con un finale velato di speranza che però non riesce a diminuire in me la tristezza, visto che è troppo spesso ripetuta ovunque nel solito loop di solitudine e sofferenza.
Non a caso ho deciso di raccontarla solo adesso e a taluni potrà sembrare che io mi voglia agganciare furbescamente al trend 'femminicidio' e con questo post fare virtue signaling.
Tutt'altro, credetemi.
Questa storia parla del coraggio di una ragazzina di 20 anni, l'unica reale protagonista, mentre noi come famiglia, semmai, abbiamo avuto solo il merito di essere al posto giusto al momento giusto.
Ricordate questo: AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO e poi nella chiusa a questo post capirete.
Anche se dubito fortemente che conosciate lei o siate venuti a sapere della sua storia, per un mio senso di riservatezza cambierò molti particolari, senza però far perdere mai il senso di quanto accaduto.
Mia figlia piccola aveva una compagna di studi con la quale era rimasta in contatto anche dopo la maturità e una sera questa ragazza è venuta a cena a casa nostra, su strana insistenza di nostra figlia perché era già tanto tempo che non si vedevano, tranne qualche messaggio con cui lei la teneva informata sullo stato di salute del fratellino di 7 anni, affetto da una forma aggressiva ma curabile di leucemia.
Avevamo capito che era successo qualcosa e infatti questa ragazza, durante la cena, ci confida che lei, la madre e, soprattutto, il fratellino sono da anni vittime di maltrattamenti psicologici e fisici a opera del padre.
E noi, su insistenza di nostra figlia che è riuscita a convincerla, siamo state le prime e uniche persone alle quali trova finalmente la forza di dirlo, visto che il padre aveva costretto la madre a chiudere i contatti con ogni parente e cerchia di amici.
Erano sole, la madre non lavorava e tutti dipendevano da un unico stipendio, quello del padre, che inoltre decideva quando e quanto potessero uscire di casa.
Una storia di abusi familiari come tante, solo che invece di sentirlo in un telegiornale ce le stava raccontando di persona una ragazzina smilza e che sorrideva triste per l'imbarazzo.
E poi ho visto gli occhi di mia figlia, pieni di rabbia e indignazione ma scintillanti anche di qualcos'altro... speranza, anzi, convinzione che noi potessimo aiutarla.
Con un peso enorme nel cuore, le abbiamo allora parlato tutta la sera, l'abbiamo consolata, consigliata e spronata a fare quello che la madre non aveva più la forza di fare: denunciare ai carabinieri e rivolgersi a un centro antiviolenza.
E mentre lei piangeva lacrime di gioia per aver finalmente trovato qualcuno con cui aprirsi, le arriva un messaggio wathsapp sul telefono con una foto.
Una foto da suo fratello.
Che si era fotografato il naso.
Rotto e sanguinante.
E il messaggio sotto diceva 'Papà ha picchiato la mamma e poi me. E poi se n'è andato'.
Un bambino di 7 anni con la leucemia che deve andare a fare la chemio due volte a settimana.
A vederlo scritto pare assurdo pure a me, una di quelle brutte sceneggiature per una fiction rai in prima serata ma il fatto era che stava succedendo di fronte ai nostri occhi e non so come io sia riuscito a non prendere una delle mie asce appese al muro per andare schiantarlo in due come un ceppo marcio.
Lei, però, non si scompone più di tanto e ci dice 'Adesso vado. Ci penso io' con un tono che nascondeva stanchezza e abitudine... ma forse anche qualcos'altro di nuovo.
Vent'anni anni e ci pensava lei, quando noi - cinquantenni - eravamo solo riusciti a dire delle belle parole, tutto sommato inutili.
Prende ed esce, con noi che le andiamo dietro urlandole di chiamare subito i carabinieri e cercando di andare assieme ma lei sembra essere molto decisa, finché le luci posteriori della sua macchina non scompaiono nella notte.
Minuti, decine di minuti e poi ore ad aspettare notizie, senza conoscere il suo indirizzo e senza sapere dove mandare qualcuno a controllare.
Poi squilla il telefono. È lei. Ci racconta che quando è arrivata a casa ha subito controllato che non ci fosse la macchina del padre, è entrata e ha chiuso la porta da dentro lasciandoci le chiavi sopra. E quando il padre, ore dopo, ha provato a entrare e, non riuscendoci, ha cominciato a dare in escandescenze, ha chiamato i carabinieri dicendo loro che aveva picchiato la madre e il fratello.
Carabinieri che, ovviamente, lo hanno beccato mentre prendeva a calci la porta di un appartamento con dentro una donna e un bambino sanguinanti per le botte ricevute.
Nonostante tutto, quella notte non siamo riusciti a dormire.
Il giorno dopo mi arriva un audio su whatsapp (le avevo dato il mio numero per emergenza) e per quanto forse avrei potuto postarvelo qua per farvelo ascoltare, preferisco trascrivervelo
'Ciao, sono E. Ti volevo dire che ieri sera siamo stati al pronto soccorso e io ho insisitito con i medici che facessero tutte le foto a mamma e L. e che poi chiamassero la polizia che c'è dentro. L. è stato coraggioso e ha raccontato tutto, poi anche mia mamma ha trovato il coraggio di parlare. Ora stiamo andando al centro antiviolenza di Parma così ci aiutano con gli avvocati e magari ci trovano anche un altro posto dove andare. Io vi volevo ringraziare perché per la prima volta in vita mia mi sono sentita in una famiglia vera che capiva il mio dolore e la mia paura e con voi ho trovato la forza di parlare. Grazie di essere così meravigliosi'
Io ogni tanto ascolto quell'audio e poi le telefono per sapere come va. Lo ascolto perché, vedete, non mi sembrava che avessimo fatto chissà che cosa ma il tono della sua voce diceva tutto il contrario.
E allora mi sono ricordato di quella vecchia storia del ragazzino con la gamba rotta al quale ho fatto compagnia mentre aspettavamo l'elisoccorso e di come i genitori, mesi dopo, mi hanno riconosciuto in mezzo alla folla e mi sono venuti ad abbracciare come se gliel'avessi riattaccata, quando io mi ero limitato solo a rassicurarlo in attesa dei soccorsi.
Però ero al posto giusto al momento giusto.
Quel posto e quel momento, però, che non sono e non accadono mai a caso alla persona che sa cosa sia la sofferenza.
Se questo mondo non vi ha reso cattivi - e se siete arrivati a leggere fin qua non solo non siete cattivi ma anzi molto pazienti - allora avrete capito che il posto giusto al momento giusto è quello in cui siete ora, nello stesso frammento di tempo in cui decidete di spostare gli occhi dal centro del vostro dolore personale alla consapevolezza di quello degli altri.
Come non mi stancherò mai di dire, una mano protesa salva tanto chi la stringe quanto chi la tende.
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scritti-di-aliantis · 4 days ago
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(Foto: undeniablenarrator)
Io lo so che hai sete di me. Perciò, siccome sono una ragazza generosa, oggi finalmente ti disseterò. Da stasera in poi, sentirai molto spesso il bisogno assoluto di assaggiare il mio sapore. Non potrai più farne a meno. Sarò una tua fortissima dipendenza dell'anima.
Aliantis
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soloneldisastro · 3 months ago
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Abbiamo notato tutti che ormai Tumblr è diventata una app dove guardare contenuti porno o sensuali
E ci sono persone che sicuramente ci sbavano sopra (non parlo solo del sesso maschile)
Ma ci sono dei punti da tenere in considerazione
1) Se una ragazza mette una foto dove è più scoperta non significa che è una troia o la si deve importunare
2) Se un ragazzo cerca un po' di trasgressione non significa per forza che è un maniaco e coglione
A me personalmente non me ne frega nulla se c'è o meno, semplicemente smetto di seguire qualunque profilo posta contenuti porno
Ma non date la colpa a Tumblr perché semplicemente sta rispecchiando quello che è attualmente l umanità
Non si dà più VALORE a nulla
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iimsc · 10 days ago
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Riguardo al pretty privilege sono d'accordo con te. Mi sono sempre chiesto anche io se le interazioni con le altre persone fossero influenzate dalla mia bellezza (o non-bellezza) e parlo di colloqui di lavoro, esami orali all'università, la gentilezza della tipa alle poste e infinite altre situazioni. Non mi trovo d'accordo però con chi dice che chi cerca un contatto qui lo fa solo con secondi fini, o meglio, chi è malizioso qui con te lo è con chiunque condivida contenuti sessuali o provocatori. Se (per citare) condividi la foto di mezza mutandina, riceverai le attenzioni dei "predatori" indipendentemente dal fatto che tu sia convenzionalmente attraente o meno. Non conta quanto tu sia bella, meno bella, magra, meno magra, giovane, meno giovane. Nel tuo caso - e parlo per me - il fatto di essere bella e di dimostrare di riuscire a sostenere (ed elevare) una conversazione intelligente, suscita un interesse che va oltre alla malizia. Per me e per molti è eccitante parlare con una ragazza intelligente, bella e educata. Anche se non si parla del colore delle tue mutandine, della tua ultima fantasia erotica o della tua collezione di sex toys. Fine.
concordo che un atteggiamento provocatorio, appunto, prima o poi provocherà qualcuno, indipendentemente dalla forma di chi provoca. perché la forma è oggettiva ma la sua percezione è soggettiva, e le ragioni di attrazione sono tante e diverse per ogni individuo. quindi qualsiasi elemento ti componga, oggettivamente bello, meno bello, alto, basso, magro, non magro, se provochi, qualcuno sarà attratto dalla tua formula. come ho detto, la chimica, per essere tale, ha bisogno di più elementi. uno di questi elementi può essere anche la capacità argomentativa, onestamente indebolisce anche me come te. e può essere più o meno rilevante. per me, la sfera intellettuale è un elemento di attrazione molto forte, bada bene non parlo di intelligenti o meno (che tra l'altro per me l'intelligenza è un concetto talmente vasto che esclude e allo stesso tempo tocca chiunque su infiniti fronti), parlo di un certo spessore in base alla percezione del mio tatto, della mia sensibilità. però trovo molto vero, che tanti, si concedano occasione di scoprire la sfera intellettuale soltanto nei confronti di chi la custodisca in una bella confezione. infatti, anche nella tua composizione chimica, includi la bellezza trovando eccitante confrontarti con "una ragazza intelligente, bella e educata". è soggettivo, c'è chi nella propria composizione include altri elementi, chi esclude questi, chi ne salva soltanto una parte, chi ne ha totalmente di diversi. fortunatamente, così, c'è trippa per ogni gatto :)
ti ringrazio per i complimenti un po' indiretti<3
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pizzettauniversale · 1 month ago
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Ho letto un tweet dove una ragazza ha scritto che noi italiani siamo un popolo di rosiconi e invidiosi e ha ragione. Ogni persona che pubblica una sua foto o un post che riguarda un suo traguardo sotto trovi decine e decine di commenti che la sminuiscono, che quello che ha fatto non vale niente etc etc. Oggi mi è capitato un video della vittoria di Sinner vs Alcaraz e i commenti "è scarso" "non capisco come possa piacere Sinner scarso" "sopravvalutato" "niente di che", come minimo scritti dal divano di casa propria, come me che sto scrivendo questo post. Ma che problemi avete con il successo e/o la felicità altrui? Ho scritto di essere brava nel mio lavoro e che la cosa mi è stata riconosciuta e ho ricevuto i peggio insulti in anonimo. Da dove viene questo astio nei confronti delle persone felici?
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harshugs · 2 months ago
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una cosa che ho capito è che una persona che in passato era grassa non riuscirà mai a sentirsi perfettamente in linea con gli altri.
o almeno, questa è la mia esperienza: ad oggi sono normopeso, potrei pur dire di essere magra (anche se io non lo riesco a vedere, ma a livello di numeri è così) ma mi rendo conto che quando sono in compagnia di altri io non riesco a vedermi come sono adesso, il mio cervello non riesce a convincersi del fatto che non sono più "quella grossa" o "quella robusta" del gruppo.
sono in università, guardo le braccia della ragazza accanto a me che scrive i suoi appunti, e mentre anche io digito le parole della professoressa sento la voce del mio pensiero in sottofondo che mi sussurra fastidiosamente quanto il suo braccio sembri più piccolo del mio, il suo polso ha l'osso più sporgente rispetto al mio, eppure nelle foto dell'ultimo periodo io noto e mi rendo contro del fatto che ormai le mie braccia e i miei polsi ormai abbiano assunto una forma molto più snella, non ho più quell'eccesso che rendeva le mie braccia "grandi", ho addirittura dovuto stringere l'orologio due volte per farmelo stare, e qualche volta provo pure una certa impressione guardandomi dall'esterno, perche io non mi sento cosi come appaio, io mi sento ancora quella di prima. che poi effettivamente io non mi sentivo di essere come apparivo nemmeno prima, quindi è un po' una contraddizione. o forse semplicemente non ho una percezione precisa di me stessa e dello spazio che occupo con il mio corpo.
rimango nella speranza che prima o poi questa sensazione finirà, ma in cuor mio so che non accadrà, questi pensieri possono affievolirsi, possono diventare meno frequenti, ma non andranno mai via. in fondo sono stata grassa tutta la vita, nonostante per il momento sia stata breve, ma ormai è quella l'identità in cui riconosco me stessa e nella quale mi riconoscerò, forse, per sempre.
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abatelunare · 2 months ago
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Per l'ennesima volta...
Ricevo una richiesta d'amicizia su Facebook. Controllo il profilo, che si rivela spudoratamente farlocco. La foto ritrae una ragazza giovane e appariscente. E il primo post rappresenta in pratica l'invito a unirsi a un presunto gruppo Telegram con chiari intenti pruriginosi. Lo segnalo immediatamente. Dopo qualche giorno, ricevo un aggiornamento relativo alla segnalazione. Non abbiamo rimosso la foto. Il che, tradotto, sta a significare che per il social va tutto bene. (E non è la prima volta che succede, almeno per quanto mi riguarda). Aggiungono: Se ritieni che abbiamo commesso un errore, puoi chiedere di riesaminare questa decisione entro 180 giorni. Cosa che io non farò. Perché non servirebbe a nulla. Quello che mi infastidisce non è la censura in sé, ma la sua palese parzialità. Perché non colpisce tutti. Se l'utente effettua una segnalazione di questo tipo, non muovono un dito. Però si arrogano il diritto di cancellare il suo profilo senza nemmeno avvisarlo. Foorse dovrebbero controllare sul dizionario il significato della parola coerenza. Per propria crescita culturale. Non per altro.
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ross-nekochan · 2 months ago
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Cercare un appartamento in Giappone è un'esperienza a sè che in Italia non ho mai fatto (per ovvie ragioni) e che, personalmente trovo tanto stressante (lo è già di suo, poi i giapponesi ci mettono il loro).
(Scrivo quindi queste cose senza sapere niente di come funziona in Italia e in Europa, quindi in caso funziona uguale e bestemmio troppo questo popolo, fatemelo sapere senza problemi).
Partiamo dalle cose belle, quelle che gli stranieri metterebbero nei reels di Instagram mostrando quando il Giappone sia futuristico e attento al cliente.
1. Quando sono entrata in agenzia mi hanno dato un bottiglietta piccola di tè verde
2. Quando vai a vedere un appartamento abbastanza lontanuccio dalla sede, prendono l'auto e ti portano di qua e di là, raccontandoti i pro e i contro della zona
Passiamo alle cose brutte. Costa decisamente troppo.
Traslocare di per sé è caro perché devi pagare il trasporto e (credo) una cifra per la firma del contratto.
In Giappone quando entri in un posto nuovo le spese non si contano.
Esistono prima di tutto 2 voci:
1. 礼金 (reikin) una cifra di ringraziamento per il padrone di casa
2. 敷金 (shikikin) la cauzione, che paghi quando entri ma sono le spese che servono al padrone di casa quando esci (pulizia e altro)
Poi, esistono le spese per l'agenzia che ti fa da garante: una volta entrati si paga dal 40% fino al 100% dell'affitto e poi, in base al tipo di contratto, paghi o una volta l'anno o una piccola somma (tipo l'1% dell'affitto) ogni mese.
Poi il cambio delle chiavi (circa 200€), le pulizie complete, la disinfestazione, altre menate di assicurazione ecc.
Alla fine dei giochi, entri che devi pagare letteralmente un intero stipendio per tutte le spese. Minimo minimo metà stipendio, ma è veramente economico se riesci ad arrivare a quella cifra (e, se ci riesci, vuol dire che c'è qualche altra voce nell'affitto mensile, quindi i soldi se li prendono da un'altra parte).
Poi devi pensare agli elettrodomestici perché qui non ti danno niente: lavatrice, cucina, frigorifero, elettrodomestici, stoviglie, tavoli, sedie, mensole ecc. Zero assoluto, tutto vuoto.
In ultimo, ma non per importanza, ti devi preoccupare se accettano o meno gli stranieri.
Poi, gli spazi. Piccoli, se non piccolissimi. Mi aspettavo una cosa del genere, ma a volte è veramente troppo. Non è difficile infatti trovare monolocali (che monolocali non sono, sono proprio "stanze") di 13-15 metri quadri. Considerando che dentro ci deve essere lo spazio per la cucina e il bagno, quello che rimane è a malapena lo spazio per il letto.
La stanza più grande che ho visto oggi è di 20 metri quadri (non in foto) e, nonostante fosse bella ampia, mi ha fatto pensare che forse sarebbe meglio passare al futon giapponese (così lo metto via in armadio durante il giorno e arrivederci).
Poi l'armadio. Sono femmina ma dei vestiti mi interessa zero e non a caso quando sono venuta 2 valigie sono state abbastanza. La mia roba estiva entra tutta abbondantemente in una valigia sola. Nonostante ciò, in un'altra camera che ho visto l'armadio era talmente piccolo che penso non sarebbe entrato quasi niente di quello che ho. Era molto nuovo e pulito quindi bello tant'è che la ragazza ha detto che è molto in voga... ma, personalmente, dopo che ho visto l'armadio e quanto cupo e buio fosse l'ambiente per me è un grande no. (Foto 3)
L'appartamento che invece era la mia prima scelta perché potrei raggiungere l'ufficio persino a piedi è anche grande abbastanza con un armadio decente, ma non è stato ancora pulito (foto 2) e non sapendo quanto a fondo puliranno sono leggermente impaurita (nonostante io sia zero schizzinosa, ma quando è troppo è troppo).
Poi, quello che loro considerano "importante" sono per me europea solo delle frivolezze. Esempi sono essere vicini a un grande supermercato; se i ristoranti sono più per "gruppi" o se puoi andare da solo; la ragazza che mi ha mostrato i posti mi ha detto che mi consiglia di cambiare tutto della serratura (anche tutte e due se ce ne sono due) perché sono una ragazza (il mondo vede questo paese il più sicuro al mondo eppure le donne giapponesi sono quelle che si sentono meno al sicuro al mondo, perché non sanno che giungla sia fuori). Poi ovviamente mi chiedeva in quale zona preferissi vivere, ma, da straniera, non ne ho la più pallida idea né mi interessa. L'unica cosa che mi interessa è essere vicino all'ufficio, niente più.
Altra cosa che mi ha stranita è la velocità con cui decidono. C'era in programma di andare a vedere un'altra camera, ma era stata appena presa.
Il motivo è abbastanza comprensibile (dal loro punto di vista) perché spesso si cambia lavoro o si è costretti a fare trasferimenti lunghi per lavoro. In più, come mi ha detto la ragazza, le persone che vivono in un posto che non piace sono tante, quindi a un certo punto si decidono e cambiano. Nonostante costi così tanto cambiare stanza... e questa per me è la follia più folle di tutte.
Quando ho incontrato persone adulte di 40-50 anni e passa che vivono nella mia sharehouse mi sono chiesta in parte come facciano... ora considerando quanto pago di affitto con spese incluse e tutte le stoviglie ed elettrodomestici e quanto poco costi solo entrare (50.000 yen che io credevo fossero esagerati) ho capito perché lo facciano. E questo la dice lunga su quanto possiamo essere poveri pur essendo lavoratori in questo paese.
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angelap3 · 3 months ago
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Qualcuno ha pubblicato questa foto qualche giorno fa. Molti hanno voluto sapere la storia dietro la statua, quindi eccola qui...
Kópakonan: Una statua della Donna Foca si trova a Mikladagur, sull'isola di Kalsoy. È realizzata in bronzo e acciaio inossidabile, progettata per resistere a onde alte fino a 13 metri. All'inizio del 2015, un'onda di 11,5 metri si abbatté sulla statua, ma rimase ferma e non subì danni (vedi i commenti per le foto di questo evento).
La leggenda di Kópakonan (la Donna Foca) è una delle fiabe più conosciute nelle Isole Faroe. Si credeva che le foche fossero esseri umani che avevano scelto volontariamente di morire nell'oceano. Una volta all'anno, la tredicesima notte, erano autorizzate a tornare sulla terra, togliersi la pelle e divertirsi come esseri umani, ballando e godendosi la vita.
Un giovane contadino del villaggio di Mikladalur, sull'isola settentrionale di Kalsoy, curioso di sapere se questa storia fosse vera, si appostò sulla spiaggia una sera della tredicesima notte. Vide le foche arrivare in gran numero, nuotando verso la riva. Si arrampicarono sulla spiaggia, si tolsero la pelle e la posizionarono accuratamente sulle rocce. Senza la pelle, apparivano come normali esseri umani. Il giovane osservò una bella ragazza foca posare la sua pelle vicino al punto in cui era nascosto, e quando iniziò la danza, si avvicinò di nascosto e la rubò.
I balli e i giochi durarono tutta la notte, ma non appena il sole iniziò a spuntare all'orizzonte, tutte le foche si precipitarono a riprendere le loro pelli per tornare in mare. La ragazza foca era molto sconvolta quando non riuscì a trovare la sua pelle, anche se il suo odore era ancora nell'aria. Poi l'uomo di Mikladalur apparve tenendola in mano, ma non gliela restituì, nonostante le sue suppliche disperate, così fu costretta ad accompagnarlo alla sua fattoria.
L'uomo la tenne con sé per molti anni come sua moglie, e lei gli diede diversi figli; ma lui doveva sempre assicurarsi che lei non avesse accesso alla sua pelle. La teneva chiusa in un forziere di cui solo lui aveva la chiave, una chiave che portava sempre con sé, appesa a una catena alla cintura.
Un giorno, mentre era in mare a pescare con i suoi compagni, si rese conto di aver lasciato la chiave a casa. Annunciò ai compagni: "Oggi perderò mia moglie!" – e spiegò cosa era successo. Gli uomini ritirarono le reti e le lenze e remavano verso la riva il più velocemente possibile, ma quando arrivarono alla fattoria, trovarono i bambini tutti soli e la madre scomparsa. Il padre sapeva che non sarebbe tornata, poiché aveva spento il fuoco e messo via tutti i coltelli, in modo che i piccoli non si facessero male dopo la sua partenza.
Infatti, una volta raggiunta la riva, la donna aveva indossato la sua pelle di foca e si era tuffata in acqua, dove un grosso foca maschio, che l'aveva amata per tutti quegli anni e che la stava ancora aspettando, le si avvicinò. Quando i suoi figli, quelli avuti con l'uomo di Mikladalur, più tardi scesero in spiaggia, una foca emergeva dall'acqua e guardava verso la terra; la gente naturalmente credeva che fosse la loro madre. E così passarono gli anni.
Un giorno, gli uomini di Mikladalur pianificarono di andare a caccia di foche in una delle grotte lungo la costa. La notte prima della caccia, la moglie foca apparve in sogno al marito e gli disse che se fosse andato nella grotta a caccia di foche, avrebbe dovuto fare attenzione a non uccidere il grande foca maschio che avrebbe trovato all'ingresso, perché quello era suo marito. Non avrebbe dovuto neppure ferire i due piccoli cuccioli di foca nel fondo della grotta, perché erano i suoi due giovani figli, e gli descrisse le loro pelli in modo che li potesse riconoscere. Ma il contadino non prestò attenzione al messaggio del sogno. Si unì agli altri nella caccia e uccisero tutte le foche che trovarono. Quando tornarono a casa, il bottino fu diviso e il contadino ricevette come sua parte il grande foca maschio e le zampe anteriori e posteriori dei due cuccioli.
La sera, quando la testa del grande foca e le membra dei piccoli furono cucinate per cena, ci fu un grande boato nella stanza del fumo, e la donna foca apparve sotto forma di un terribile troll; annusò il cibo nelle ciotole e lanciò la maledizione: "Qui giace la testa di mio marito con le sue larghe narici, la mano di Hárek e il piede di Fredrik! Ora ci sarà vendetta, vendetta sugli uomini di Mikladalur, e alcuni moriranno in mare e altri cadranno dalle cime delle montagne, finché non ci saranno abbastanza morti da poter unire le mani tutto intorno all'isola di Kalsoy!"
Pronunciate queste parole, scomparve con un grande boato di tuono e non fu mai più vista. Ma ancora oggi, purtroppo, accade di tanto in tanto che gli uomini del villaggio di Mikladalur annegano in mare o cadono dalle scogliere; si teme quindi che il numero delle vittime non sia ancora sufficiente affinché tutti i morti possano unire le mani intorno all'intero perimetro dell'isola di Kalsoy.
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