#Forzo
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Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Adesso lascio che le cose si lascino per corso naturale,
lascio che le persone mi lascino, lascio lasciarmi.
Non forzo più, non mi metto più in mezzo.
Con l’età ci si ammorbidisce,
merito anche del vento che si prende in faccia, leviga e smussa.
Non forzo un amore, ognuno è libero di scappare via
dai miei battiti cardiaci buoni, non forzo più un brindisi,
tutte le feste possono benissimo alzare i calici lontane dai miei auguri.
Non forzo più, non forzo più niente,
adesso scorro. Segni particolari: fiume.
[gio evan]
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Cicatrices de Evelyn y su explicacion
Gracias al user thedumbestfuckingpersonyouvemet me surgio revelar la explicacion de lo que paso adjuntandolo a otra informacion y cosos de AU ( dibujo de hace unos meses) Las marcas de evelyn se deben a dos cosas 1- Cami sobre utilizando sus poderes x primera vez cuando Gold estuvo en control, era basicamente un "Todos ustedes contra mi sol@" asi que cami se forzo a utilizar MUCHISIMA mas energia de la usual, haciendo que la sombra entre en control completo, de alli que se manifiesten las marcas 2- La sombra de Evelyn esta muerta como ya dije eran 4 vs 2 , y bueno el poder de Ed sheeran y esto y lo otro provocaron el colapso de la sombra, si una sombra (una sombra comun, que tenga marcas) muere, la marcas de esta se manifiestan en su usuario, normalmente no son tan obvias pero gracias a la intervencion de cami, el proceso de obtencion de las marcas de evelyn fue el equivalente a QUEMARSE con ACEITE,
con esto aclarado, creo que no hace falta mencionar que evelyn es super vulnerable en el mundo de las sombras, si una sombra la golpea en una de esas marcas, el dolor en esa zona sera duplicado, asi que OJO, de todos modos las secuelas de ese evento no son unicamente malas, recuerdan que al final de la 2da temporada Ann puede ver a fred y luego en Z3R0 mencionan que su elemento es la vision?, Pues mande todo eso a lo que se llama "a la verga" Evelyn fue quien termino conociendo a Fred, (tambien vio a Joy pero penso que alucinaba x falta de sueño + se dio cuenta que NO alucinaba cuando Fox le metio un puñetazo) (Ann ahora tiene como elemento la premonicion) y como ultimo dato: Originalmente la apariencia de evelyn iba a ser ligeramente mas "grotesca" esta simplificada para facilidad al dibujarla
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Facciamo quella cosa che mi forzo a scrivere perché non scrivo da un po' senza avere un assoluto bidet di nulla da dire.
O meglio, qualcosina l'avrei, come scriveva Žižek siamo in tempi interessanti, ma finisce che ogni volta trovo qualcuno che ha scritto quello che penso molto meglio di quanto avrei fatto io. Che ripensandoci è sempre stato così ma la cosa non mi aveva mai fermato più di tanto.
Invece adesso è come se percepissi un'inutilità diffusa, che va dallo scrivere qui dentro ad altro. E ogni tanto colpisce a tradimento, l'altro giorno c'era un panettiere che mi illustrava le varie farine dei suoi pani e gliel'avevo pure chiesto io e all'improvviso mi ha preso questa profonda mancanza di senso del discutere di farine di pani, tema che normalmente mi appassiona anche. E non è per denigrare il suo mestiere, che se penso al mio è pure peggio, tutto il terziario avanzato può andarsene giù per un burrone su un freccia rossa in ritardo con l'aria condizionata rotta e un passeggero che pasteggia a surströmming. Alla fine ho preso un pane con la curcuma per dare un po' di brio al momento.
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Non sono io a fare paura.
C’è chi scrive che sono banale, tremendo, che faccio paura, che sono sociopatico. Quante grasse e genuine risate. Partiamo dall’inizio? Va bene, dai. Certe mie asserzioni sono dichiaratamente banali. Ma lo sono per me, e per chi mi rivolge tale critica. È un bene, significa che qualcuno ha compreso quel che ho compreso io. Ma purtroppo (purtroppo!) non sono banali in senso assoluto, giacché a quanto risulta vanno ribadite di tanto in tanto, dal sottoscritto o da chi per lui là fuori. Amerei, paradossalmente, attorno a me persone che mi considerino banale. Per il sol fatto che significherebbe che ciò che dico (e scrivo) è considerato assodato. Sarebbe una fortuna, per quanto mi riguarda. Tremendo lo divento, a volte, se mi metto qualcosa in testa. So avere una grande determinazione, che non di rado mi porta al successo. Quando forzo la mano, ottengo quasi sempre ciò che voglio. Quindi certo, in questo senso sono tremendo. Ché ho tante sfaccettature, peculiarità, e so esercitarle abbastanza bene anche in combinazione, per stordire, per plasmare. Si può sempre migliorare, logicamente, ma non mi lamento. Mi limito a osservare e ascoltare, il resto viene naturalmente di conseguenza. Sociopatico? Qui purtroppo debbo dissentire. Chi mi conosce bene, nella vita di tutti i giorni e non certo su Tumblr, sa quanto sono empatico, e il rispetto di base che nutro per il prossimo. Mi raffronto quotidianamente con persone che nutrono una grande stima e ammirazione per me, e nonostante ciò mantengo sempre una spiccata umiltà, come è giusto che sia. Sono un perfetto signor nessuno, e amo questa mia riservatezza. Non ho bisogno di ergermi o di salire su un piedistallo, affatto. Né di distruggere tutto ciò che incontro. Non è nella mia indole. E sul fare paura, be’: l’ultima volta che me l’hanno scritto era riferito al mio pene, considerato troppo grosso. E sì, mi fa ridere a ripensarci, però credo di aver sottolineato l’infondatezza di tale accusa. E mi sento di rincuorare le ragazze che stanno leggendo il post: non ritengo che sia davvero troppo grosso. Mi viene detto che è enorme, ma non penso che potrebbe dispiacere. Sapete, credo che purtroppo tale timore derivi da una visione pornografica dal sesso, che comprendo. Ma con la mia compagna, ovviamente, prenderei tutte le accortezze del caso. Non sfonderei un apparato riproduttivo a patto che non mi venga esplicitamente richiesto. Ragazze, non sottovalutate la mia dolcezza e tenerezza, che dai miei testi spesso non viene fuori lasciando spazio solo alla veemenza. Avere un bazooka in mezzo alle gambe non mi preclude, quando si ritiene necessario, di essere estremamente gentile e delicato. Esistono molteplici modi in cui poter stare bene senza necessariamente pensare alla penetrazione nuda e cruda. Poi ovvio: se la mia donna volesse strozzarsi col mio pisellone, sarebbe brutto non assecondarla. Così come sarebbe un peccato non godersi la scena, accarezzandole la guancia sinistra con amore, con altrettanta dedizione.
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JAVIER MILEI FORZO EL SUICIDIO DE UN ONE DIRECTION
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Un giorno giuro che leggerete il mio cognome seguito da un inciso e PhD perché tutto questo forzo deve avere un cazzo di senso
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The Best Omega Speedmaster Alternatives for Budget-Conscious Watch Lovers
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Giornate di stanchezza, faccio tantissime cose ma mi sembra non siano mai abbastanza. A sera arrivo troppo stanca e mi fermo, so di aver bisogno di riposo e mi forzo a concedermelo.
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Continuo a credere che ci sei, forzo il mio pensiero, accelero il mio cuore, allungo il mio sguardo, apro le mie mani, affino il mio olfatto, sono in cerca di te. Tu non vieni non verrai più, forse, ecco dico forse e comincio a torturate nuovamente i mie sensi, nulla ho tra le mani se non le ferite dei miei pugni chiusi, la lacrime che offuscano gli occhi, il mio cuore che batte senza cadenza, il pensiero dell'impotenza che mi porta in lontananza te. Non chiedo nulla più perché so che nulla può bastarmi se tu non sei qui. Perdutamente mi voglio perdere, in un perpetuo mio pensarti.
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da quanto ne so, chi ha voglia di studiare, di solito, si siede davanti a un libro e studia. evito discorsi sull'adhd e territori adiacenti: non è quello a cui mi riferisco. fintanto mi limito a leggere libri e riviste per diletto, mi pare di assimilare ogni concetto; sono in grado di leggere un articolo di giornale, un paragrafo di un libro e spiegare abbastanza bene cosa vi è riportato. nel momento in cui l'attività si direziona verso un approccio didattico, finalizzato a un esame, si presentano un vuoto nella comprensione e una serie di insicurezze: leggo e rileggo; inizialmente credo di aver capito ma poi nell'esposizione mentale mi forzo a ripetere doverosamente ogni riga o quasi del paragrafo, che inevitabilmente mi porta a ritenere fallacea la mia immagazzinazione del testo e da lì: credevo di avere capito, ma se così non fosse? non è che ci sono significati sfuggevoli in quel che ho letto, un substrato di informazioni? perché non sento la scintilla della comprensione, un eureka! permeo di sensazione fisica, un bagliore cerebrale nel leggere un testo? non è che forse non ho capito nulla? cosa significa capire un testo? che so spiegarlo a parole mie? perché non sono capace di esprimermi con parole mie su ogni argomento che mi interessa? non è che faccio così anche per i libri, per i saggi, per le riviste che leggo? che non capisco niente e faccio finta? di fronte a un esperto, sarei in gado di reggere un confronto verbale? inizio dunque a fissare il testo, a rileggere le parole, concentrandomi su ogni frase che, dopo un po', inizia a perdere di significato, chiedendomi se tra una lettera e l'altra magari si cela, magari riesco a trovare una nuova chiave di lettura
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ansia pro, ansia con
Nel tentativo di tenere a bada l’ansia (termine non usato a sproposito), ignorando le catastrofi ambientali, umane e sanitarie che sembra (sembra?) mi stiano facendo terra bruciata intorno, ignorando anche questo dolorino al cuore che i medici insistono a dichiarare inesistente ma che con le catastrofi di cui sopra va proprio a nozze, mi ritrovo nell’assurda posizione di cercare “allegra distrazione” in una lista di pro e contro per scegliere tra due lavori.
Io, che nei primi 10 anni di carriera ho imparato a dire sì a qualsiasi offerta, come manna dal cielo, anche se erano lavori che svolgevo contando i minuti che mancavano alla fine o, nei migliori dei casi, mi si accavallavano gli orari e mi si fondeva il cervello – perché non si sa mai, non mi posso permettere di rischiare – e che nei successivi 5 ho cercato di combattere quella stessa pulsione, imparando, al contrario, a dire no a ciò che non era necessario, ora sono qui che mi forzo a pensare che categoricamente non devo farli entrambi, perché se è anche fisicamente possibile incastrarli, non lo sarà mentalmente e che quindi è il caso che mi decida in base a questioni che mi fanno sembrare (ai miei stessi occhi) tanto borghese, nell’accezione più snob del termine.
Perché per la prima volta non si tratta di scegliere il male minore, bensì, a parità di orario, stipendio e sicurezza, il lavoro che mi piace di più.
Ma giacché mi sono evoluta dalle rivolte proletarie al filo-capitalismo, passando per degli estremamente disturbanti risvolti legali, ormai posso pure fare la borghese, quindi via:
...
Non copierò anche la tabella di Word che ho steso con inaspettata rapidità e che vede tra i contro dell'accettare il lavoro più chic "darla vinta a tutti quelli che mi han rotto i coglioni in questi anni perché lavorare in patria per gli stranieri pare brutto" e tra i pro dell'altro, l'ergermi a giudice morale di coloro che muovono, appunto, quella critica. Comunque da questa lista basata su termini di valutazione veramente deliranti, sembra proprio che il mio sangue operaio avrà la meglio, "squadra che vince non si cambia". Ma prima di una decisione finale, sarà opportuno cercare di chiedere rassicurazioni in merito al mio attuale posto di lavoro, che se c'è una cosa certa lì dentro, è che le certezze fanno presto a scemare.
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El amor con amor y la cabeza con terapia.
Hace años que no escribía y aún más años sin hacerlo por aquí. Ni entiendo bien por qué lo hago. Quizá en esta búsqueda de aquel Ruy que lo hacía es que me forzo a escribir, para ver si de algún modo reconecto con él.
Han pasado muchas cosas. He amado, me han roto, he vuelto a amar, me volvieron a romper y cuando intenté volver a amar... yo rompí a quien se animó a amarme y, al darme cuenta de lo que hice, me rompí en mil pedazos.
El tema es que estamos hablando de mí, no de un objeto que sustituyes cuando rompes, así que la única opción real que quedaba era justo reconstruirme. ¿Mejor?, ¿Peor? Eso sólo dependía de mí.
Como estamos en pleno 2023 fui a terapia, y ahí inició un proceso pesado, doloroso, difícil y que me parecía eterno. Pero sin quejas, es lo mínimo que toca hacer cuando ya has tocado fondo, ¿no?
De ahí he tocado fondo ya dos veces. Mi terapeuta dice que en procesos así es normal. Que no anulan lo avanzado o los logros alcanzados. Que el progreso no es lineal, que sea amable conmigo, que piense en mi, que me abrace y me felicite por intentarlo y que retome más concentrado y fuerte. Todo eso suena lindo. Todo me hace lógica. Pero cada vez que “toco fondo” duele y mucho. Y entonces, desesperado de entender que esa es la única manera, me pongo a pensar: ese Ruy que escribía en Tumblr y era tan congruente con sus pensamientos, palabras y acciones, ¿Qué hubiera hecho? Si quisiera recuperar algo que era suyo, ¿hasta dónde lo hubiera intentado?, ¿Qué tanto se habría esforzado?... y la respuesta me cae tan clara y concisa que no siento la necesidad de buscar nada más.
Ese Ruy, que a pesar de todas las mañas adquiridas con estos aós sigue dentro de mí, lo hubiera hecho todo y un poco más. Lo hubiera intentado hasta lograrlo o hasta romperse. Se habría esforzado con cuerpo y alma. Lo tengo claro y no lo dudo ni un segundo. Pero entonces, por qué, si ese Ruy está dentro de mí, ¿por qué no estoy haciendo todo eso?. No tengo nada contra los psicólogos, todo lo contrario, pero ¿Por qué estoy apegado a un proceso lento y pesado, que me permite no-esforzarme al 100% y abrazarme aún cuando vuelvo a fallarme?
Y no se trata de abandonar el proceso. Pero menos se trata de usarlo como un pretexto o excusa para dejar que la mediocridad tome las riendas en un momento tan delicado. Ese Ruy hubiera podido sin procesos ni psicólogos. Y si él, que soy yo mismo, podría... no tengo nada que hacer mas que poder desde ya. Sin pretextos ni justificaciones ni abrazos ni avances lentos.
No sé en qué momento me llené de tanta ceniza de intentos de amor fallidos quemados en fogatas de rencor y reclamos, que olvidé quién soy, cómo funciono. No sé cuándo me convencí de que, para amar, necesito ayuda, como si amar fuera difícil. En qué momento olvidé que amar es de las cosas más fáciles y me convencí de que si no cuesta no lo vale?
La mayoría de los problemas emocionales y mentales que se presentan hoy en día se arreglan, cierta y sabiamente, con terapia y poniéndonos en las manos de los profesionales. Pero el amor no. El amor justamente viene del corazón, no del cerebro. ¿Por qué quiero arreglar esto con técnicas especializadas en la cabeza? El amor se crea, mantiene, sostiene y se recupera con más amor. Con acciones, con esa fuerza con la que ama cuando todo es bueno.
Estoy cansado de esa voz que me llena de pretextos. Es hora de tomar las riendas como sé hacerlo. Es hora de hacer las cosas bien, desde ya, no en proceso, sino de madrazo. Porque el amor es fuego y es pasión. Y esas dos cosas no se están con procesos metódicos.
Hoy cambio mi vida, recupero mis formas y voy tras lo que quiero.
De mí se acuerda.
RS.
PD. Gracias por leer. Vuelvo pronto.
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lascio che le persone mi lascino non forzo più non mi metto più in mezzo ognuno è libero di scappare via dai miei battiti cardiaci buoni
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oggi visto il faina + le gatte = mio cuore spappolato, rotto, disastrato, rovinoso, una caporetto, imbruttito, distrutto, dilaniato, un grande sconquasso, una tragedia. ma la cosa peggiore è che sento che, ancora una volta, mi forzo a essere disponibile per lui più per senso di colpa che per vera bontà d’animo e affetto. ogni volta che mi distanzio da qualcosa di doloroso sento come se mi stessi privilegiando al punto tale che almeno devo continuare a essere di aiuto, di conforto, perché ho già fatto una cosa terribile andandomene lol mi sento che non ho una gioia genuina nell’esserci e questo mi intristisce assai e mi fa sentire una merda
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