#Fiori gialli
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Polvo somos, seremos. Ni aire, ni fuego, ni agua sino tierra, solo tierra seremos y talvez unas flores amarillas.
—Oda a unas flores amarillas, Pablo Neruda (*).
Il primo fiore di iperico che ogni anno sboccia e illumina il mio terrazzo come fosse un sole, mi fa ripensare alla strofa finale di questa poesia. [traduzione: Ode a dei fiori gialli]
Polvere siamo, saremo. Non aria, né fuoco, né acqua ma terra, terra soltanto saremo e forse dei fiori gialli.
#Hypericum perforatum#pablo neruda#Oda a unas flores amarillas#Ode a dei fiori gialli#fiori di iperico#canon eos r7
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Argyrocytisus battandieri o Cytisus battandieri
#Piante con Fiori Gialli#Piante da Giardino#Piante da Pieno Sole#Piante facili da coltivare#Piante Ornamentali#Piante Resistenti#Annuali#Varie
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Il Sogno Giallo di Arles
(racconto di fantasia)
Arles, una piccola città nel sud della Francia, era diventata la tela sulla quale Vincent Van Gogh dipingeva i suoi sogni più vivaci. In quel periodo, i girasoli erano i suoi assoluti protagonisti. Non erano solo fiori, ma un simbolo, una fiamma che bruciava dentro di lui.
Un pomeriggio, mentre il sole calava tingendo il cielo di arancio e rosa, Van Gogh si ritrovò in un campo di girasoli. I fiori, alti e orgogliosi, si piegavano sotto il peso dei petali dorati, quasi volessero toccare la terra con i loro cuori gialli. Vincent prese la sua tela e i pennelli, e iniziò a dipingere.
Con pennellate veloci e vigorose, catturò la luce che danzava tra i fiori, il vento che muoveva le loro teste e il silenzio profondo della campagna. In ogni pennellata, c'era tutta la sua passione, la sua gioia, ma anche una profonda malinconia. I girasoli, per lui, erano un modo per esprimere la bellezza della vita, ma anche la sua fragilità.
Mentre dipingeva, pensava a suo fratello Theo, al quale voleva dedicare queste tele. I girasoli, con la loro luminosità intensa, erano un omaggio alla loro amicizia, un ponte tra due anime unite dall'arte.
Quando l'ultimo raggio di sole scomparve, Van Gogh tornò a casa con la tela ancora umida. Si sedette davanti al camino e osservò l'opera, soddisfatto e commosso. In quel campo di girasoli, aveva trovato la sua felicità, seppur effimera.
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disegnando fiori gialli...
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Numenor
Numenor era una grande isola nel mare di Belegaer, posta a metà tra la Terra di Mezzo e Aman. Quest'isola fu creata dai valar come ricompensa agli uomini che si schierarono contro Morgoth nella Guerra d'Ira. La popolazione prese il nome di Numenoreani e dai valar ricevettero doni come la saggezza e una vita 3/4 volte più lunga dei normali esseri umani.
Il primo sovrano di Numenor fu Elros (fratello di Elrond Mezzelfo) mentre l'ultimo fu Ar-Pharazon. A causa delle azioni di Sauron, nel 3319 SE l'isola venne distrutta da Eru Iluvatar come punizione. Alcuni uomini riuscirono a sfuggire dalla catastrofe e da loro discendono i Dunedain, che fondarono i regni di Arnor e Gondor nella Terra di Mezzo.
Etimologia
L'isola venne battezzata col nome "Elenna" (Terra delle Stelle). Il nome Numenor deriva dal Quenya e viene tradotto come Ovesturia. In Quenya è conosciuta anche come Andor (Terra del Dono).
Flora
A Numenor erano presenti piante che provenivano sia dalla Terra di Mezzo che da Aman, regalo dei valar per rendere questa terra ancora più bella. Esempio di queste piante furono l'Albero Bianco di Numenor (capostipite dell'Albero Bianco di Gondor) che divenne uno dei simboli del regno in quanto piantato nei giardini reali presso il santuario di Eru Iluvatar. Altra pianta famosa era l'Athelas, che venne esportata dai Dunedain nella Terra di Mezzo col nome di Foglia del Re (miracolosa pianta con capacità medicinali e in grade di liberare chiunque dalle infezioni derivate dal male di Morgoth). Persino la tanto amata Erba Pipa degli Hobbit proviene da Numenor, anche se i Dunedain non hanno mai pensato di fumarla a causa del suo odore ma piuttosto veniva usata come pianta ornamentale. Altra pianta che cresceva copiosa era l'Oilaire, molto apprezzata per il suo profumo. Da questa pianta veniva ricavato il Ramo del Ritorno (usanza di Numenor di donare il ramo ai viaggiatori per auspicare un sicuro viaggio di ritorno).
Territorio e Regioni
Numenor era un'isola molto grande co la forma di una stella a 5 punte. Il territorio è diviso in 7 regioni.
Forostar : Penisola più a nord dell'isola. Il terreno è prevalentemente sassoso e privo di vegetazione. Solo la parte occidentale è relativamente fertile e c'è la presenza di qualche boschetto. Qui sorgeva la Torre di Sorontil (torre edificata come osservatorio dal quinto re di Numenor per coltivare la sua passione per l'astronomia).
Andustar : Penisola occidentale con terreno prevalentemente roccioso, fitte foreste e baie con delle spiagge. Nella spiaggia più settentrionale sorgeva la città portuale di Andunie.
Hyarrostar : Nella penisola sud-orientale cresceva l'albero Laurinque, con fiori gialli a grappolo. I Numenoreani credevano discendesse dal grande albero Laurelin di Valinor. La penisola, grazie ai suoi boschi, veniva utilizzata per la costruzione delle imbarcazioni.
Orrostar : Penisola orientale con clima fresco e moltissimi campi di grano.
Mittalmar : Regione nell'entroterra di Numenor, la più estesa.
Nisimaldar : La più piccola delle regioni che affacciava sulla baia di Eldanna dividendo la regione di Hyarnustar e Andustar. Vi sorgeva la città portuale di Eldalonde.
Hyarnustar : Penisola sud-occidentale costruita con montagne a picco sul mare, ma nella parte orientale è ricca di vigneti e grandi spiagge.
Meneltarma : Montagna più grande e alta di Numenor. Sulla sommità si tenevano Le 3 Preghiere, cerimonia in onore di Eru Iluvatar. Le preghiere erano Erukyerme, ovvero l'orazione a Eru che veniva celebrata ad inizio della primavera; Erulaitale, ovvero la lode a Eru, celebrata durante la festa di mezza estate; Eruhantale, ovvero il ringraziamento ad Eru, celebrata in autunno.
Emerie e Arandor : Due province all'interno della regione di Mittalmar. Emerie è la provincia dei pastori caratterizzata da ampie prateriecon un terreno molto fertile. Arandor (Terra dei Re) è la più popolosa e ha uno sbocco sul mare.
Armenelos : Capitale del regno dei Dunedain e residenza del re di Numenor, costruita ai piedi di Meneltarma.
Andunie : Principale porto occidentale di Numenor e residenza dei Signori di Andunie, casa di Elros.
Nandunie : Fiume occidentale che nasce nel Meneltarma e sfocia nella baia di Eldenna.
Nisinen : Unico lago di modeste dimensioni presente su Numenor.
Siril : Il più lungo dei due fiumi di Numenor. Nasce nel Meneltarma e presso la sua foce si trova la città portuale di Nindamos.
Sorontil : Conosciuta come "Corno d'Aquila", era una grande montagna a nord di Numenor.
Romenna : Principale porto orientale dell'isola e sede dell'immensa flotta delle navi da guerra dei Dunedain. Era collegata con la capitale Armenelos grazie ad una strada lunga 50 km.
Nindamos : Città di pescatori alle foci del Siril.
Eldalonde : Grande città spesso visitata dagli elfi in passato.
Abitanti
Il nucleo principale di Numenor era composto da 10 mila anime, che decisero di lasciare la Terra di Mezzo per raggiungere l'isola. Questi vennero ricompensati dai valar con una lunga vita, ma non ricevettero l'immortalità degli elfi. I numenoreani erano molto alti, raggiungendo un'altezza tra i 2,10 e i 2,40 m, capelli neri e occhi grigi. La loro vita poteva raggiungere i 250 anni, mentre i sovrani di Numenor potevano arrivare anche a 400 anni.
Lingua e religione
Le lingue ufficiale dell'isola erano due, il Sindarin (lingua elfica ereditata per amicizia e usata a corte) e l'Adunaico (che deriva dagli antichi linguaggi degli uomini).
La religione prevalente su Numenor era dedicata al culto di Eru Iluvatar. Sul monte Meneltarma era presente un tempio dedicato ad Eru. Col tempo però, durante il periodo in cui Sauron divenne il consigliere di Ar-Pharazon, i numenoreani cominciarono al voltarsi al culto di Melkor (uno dei motivi per cui Iluvatar decise di distruggere l'isola).
Bandiere e simboli
Non esistono fonti riguardo eventuali bandiere o stendardi di Numenor. Tuttavia si accenna che le vele della flotta dei dunedain fossero nere con disegni bianchi.
Forze armate
Numenor ebbe nella seconda era l'esercito e la flotta più potente di tutta la razza degli uomini. Durante il rtegno di Ar-Pharazon, Numenor era in grado di schierare centinaia di migliaia di soldati. I nemici fuggivano anche solo sentendo i loro corni da battaglia, e quando Numenor attaccò Sauron a Mordor, gli orchi fuggirono e Sauron dovette umiliarsi arrendendosi davanti al sovrano nemico.
Tattiche militari
A causa delle continue lotte con gli orchi e gli Esterlings, i numenoreani dovettero escogitare nuove tattiche militari. Le principali erano Thangail e Dirnaith.
Thangail significa "recinto di scudi" ed era unaposizione difensiva. Si creava un muro di scudi da dove spuntavano lunghe lance, ci si disponeva a semicerchio e al centro vi erano arcieri.
Dirnaith significa "testa di lancia", tecnica offensiva per eccellenza. I soldati si disponevano a cuspide per poi attaccare tutti insieme alla carica.
Origini e fondazione del regno
Dopo la Guerra d'Ira e la sconfitta di Morgoth, i valar decisero di ricompensare gli Edain (uomini che vivevano a nord-ovest della Terra di Mezzo) che durante la prima era scesero in guerra contro il male al fianco degli elfi. Osse (potente maia conosciuto come il Signore delle Onde) fece emergere dall'oceano una bellissima isola accogliente, e gli altri maiar e gli elfi di Aman contribuirono a renderla un luogo incantevole. Inoltre, agli uomini che decisero di trasferirsi su questa nuova isola, i valar concessero loro il dono della saggezza e di una vita più lunga rispetto a quella degli altri uomini.
Furono in 10 mila a salpare alla volta di Numenor, e scelsero come loro sovrano Elros, che a differenza di suo fratello Elrond decise di vivere in mezzo agli uomini. In cambio di questa scelta i valar donarono a lui e a tutti i sovrani futuri una vita ancora più lunga degli altri numenoreani. Elros regnò per ben 410 anni, morendo all'età di 500 anni. Lasciò il trono a suo figlio Vardamir Nolimon che abdicò in favore di suo figlio Tar-Amandil. Per 600 anni i dunedain rimasero all'interno della loro isola non curanti di cosa succedeva nella Terra di Mezzo, preoccupandosi solo della prosperità del proprio regno.
Espansione nella Terra di Mezzo
A causa del Veto dei Valar (divieto che impediva ai dunedain di avvicinarsi alla sacra terra di Aman) il popolo di Numenor cominicò a guardare verso est e decisero di intraprendere un viaggio verso la Terra di Mezzo. Nel 600 SE una grande flotta approdò nella Terra di Mezzo nel regno elfico di Lindon. Era la prima flotta che giungeva da ovest da oltre 600 anni e questo fu visto sia dagli elfi che dagli uomini come un fausto evento.
Sotto il regno di Tar-Aldarion, Numenor si espanse nella Terra di Mezzo, stringendo un forte legame con Gil-Galad. I porti vennero potenziati e aumentati i cantieri navali. In poco tempo Numenor entrò in possesso della maggiore potenza navale di Arda. Dopo la morte di Tar-Aldarion lo successe al trono sua figlia Tar-Ancalime che era contraria alla politica di espansione del padre e questo causò una battuta di arresto.
Durante la guerra tra Sauron e gli elfi per la conquista della Terra di Mezzo, il re del Lindon Gil-Galad chiese aiuto a Numenor che rispose mettendo a disposizione un poderoso esercito. Sauron sconfitto dovette tornare a Mordor e cominciò così il suo odio verso la stirpe dei Dunedain. Dopo questa vittoria, per i dunedain cominciò un grande periodo coloniale nella Terra di Mezzo dove vennero fondate importanti colonie quali Pelargir, Tharbad, Osgiliath e Umbar, nel frattempo i rapporti con gli Uomini Mediani (che in passato avevano adorato Sauron) erano altalenanti. C'era chi si mescolò ai nuovi padroni riconoscendo la potenza di Numenor e chi si oppose scatenando diversi conflitti.
L'inizio del declino di Numenor
Benchè i valar avessero fatto dono ai dunedain di una lunga vita, loro non furono mai soddisfatti. Cominciarono a guardare gli elfi e gli Ainurcon una certa invidia. Crearono un gruppo chiamato "Gli Uomini del Re", una dottrina suprematista che non vedevano gli elfi e gli Ainur come dei veri e propri nemici ma come dei pericolosi rivali. Sempre più uomini aderirono a questa dottrina decidendo di abbandonare completamente la lingua elfica per comunicare solo in Adunaico. Tuttavia vi erano dei numenoreani che preservarono la loro amicizia con gli elfi e furono costretti a ritirarsi nel principato di Andunie (casata cadetta della casata di Elros) oppure a partire alla volta delle terre occidentali della Terra di Mezzo.
Re Ar-Pharazon e l'Akallabeth
Nel 3255 SE salì sul trono il 25° eultimo re di Numenor, Ar-Pharazon. Era un re molto ambizioso e grazie a lui Numenor raggiunse l'apice della sua grandezza. Viene ricordato con onore per la sua grande vittoria contro Sauron.
Quando il signore oscuro divenne una grande minaccia per la Terra di Mezzo, Numenor sbarcò con un immenso esercito ad Umbar e sconfisse le armate di Mordor prendendo Sauron come prigioniero. Egli, grazie al potere dell'Unico Anello e della sua scaltrezza, prese l'aspetto di un bellissimo elfo e riuscì ad entrare nella mente del re diventando suo consigliere. A causa di Sauron aumentò ancora di più l'astio dei dunedain nei confronti degli Ainur, venne distrutto il tempio dedicato ad Eru Iluvatar e ne venne costruito uno in onore di Melkor. In questo tempio vennero compiuti sacrifici umani a favore dell'oscuro signore e venne fatto abbattere e bruciare l'albero di Nimloth.
Alla fine Ar-Pharazon, timoroso della morte, fu convinto da Sauron a dichiarare guerra ai Valar in modo che concedessero ai numenoreani l'immortalità. Più volte i Valar cercarono di avvertire gli uomini dell'errore che stavano commettendo, ma ormai la loro mente era avvelenata da Sauron. Fu così, che nel 3319 SE, dopo aver raccolto la più grande armata nella storia di Numenor, un'immensa flotta salpò perla guerra contro di Valar nella Guerra contro Valinor.
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, i Valar lasciarono ogni giudizio ad Eru Iluvatar che scagliò una terribile tempesta che distrusse la flotta di Numenor e seppellì l'esercito nelle Grotte dell'Oblio (obbligati a rimanere lì e ad uscire unicamente per il Dagor Dagorath, dove combatteranno contro Morgoth per espiare i loro peccati). Eru decretò inoltre che tutta Numenor dovesse essere distrutta, inviò dunque un terremoto e un maremoto che fecero tornare l'isola negli abissi del mare.
I dunedain sopravvissuti
Amandil, 18° e ultimo Signore di Andunie, predisse che Ar-Pharazon avrebbe causato la fine di Numenor. Così, prima dell'Akallabeth, riuscì ad organizzare una piccola flotta per salvare coloro che non erano stati corrotti dalla nuova dottrina per salpare alla volta della Terra di Mezzo. Tuttavia Amandil era fiducioso di riuscire ad evitare questa guerra, e così partì insieme alle navi da guerra verso ovest, lasciando a suo figlio Elendil il compito di scortare i numenoreani verso il continente. Purtroppo però, da quando Iluvatar scatenò una tempesta per distruggere le navi da guerra, di Amandil non ci fu più traccia, ed Elendil partì insieme ai suoi figli (Isildur e Anarion) e ai dunedain sopravvissuti verso la Terra di Mezzo. Qui si unirono ai numenoreani che già in passato decisero di lasciare l'isola ormai sommersa, dando origine ai regni di Arnor e Gondor, preservando così l'eredità e la gloria di Numenor.
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Stamattina ho accompagnato mia madre alla sepoltura, in un grande cimitero storico; il suo tumulo è sotto un alto sperone roccioso e in vista del mare, tra i cipressi. La cassa aveva quattro cuoricini incisi, uno ad ogni angolo. La corona di fiori era composta da roselline rosa chiaro, lilium gialli e girasoli. Ora che il suo corpo non si trova più in casa, sono meno preoccupata. Ieri è venuto un prete a farle la benedizione. Spero che sia contenta di come l'abbiamo salutata.
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Ella aveva in mano orribili fiori gialli inquieti...Fui colpito non tanto dalla sua bellezza, quanto dalla straordinaria, mai vista, solitudine nei suoi occhi! Ubbidendo a quel richiamo giallo, anch’io svoltai nel vicolo e la seguii. Camminavamo in silenzio lungo il vicolo triste e storto, io da un lato, lei dall’altro. Mi tormentavo perché mi sembrava che fosse necessario parlarle, e temevo che non sarei riuscito a pronunciare neppure una parola, e lei se ne sarebbe andata, e non l’avrei mai più rivista. E s’immagini, a un tratto fu lei a parlare:
– Le piacciono i miei fiori?
Mikhail Bulgakov, Il Maestro e Margherita
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Gioconda Belli (Scriverti)
"Scrivere, scriverti, ritrarti. Impregnarti
i capelli di tutte le
parole trattenute, sospese nell’aria, nel tempo, in
quel ramo di cortés carico di fiori gialli la cui
bellezza mi fa rizzare i capelli quando scendo
sola per strada pensierosa. Definire il mistero, il
momento preciso della scoperta, l’amore, questa
sensazione d’aria compressa dentro il corpo sinuoso,
l’esplosiva felicità che mi fa piangere e mi colora
gli occhi, la pelle, i denti, mentre divento
fiore, edera, castello, poesia, tra le tue mani che mi
accarezzano e mi sfogliano, facendo sorgere parole,
sconvolgendomi tutta, grondante del mio
passato, della mia infanzia, di ricordi felici,
di sogni, di mare che si infrange
contro gli anni, sempre
più bello e più grande,
più grande e più bello.
Come posso ghermire l’illusione, stringerla tra le mani e
liberarla davanti a te come una colomba felice
che voli via
a scoprire la terra dopo il diluvio; scoprirti fin
nelle pieghe più sconosciute, impregnandomi di te
lentamente, come una carta assorbente,
perdendomi,
perdendoci tutti e due, nel mattino in cui
abbiamo fatto l’amore
con tutto il sonno, l’odore, il sudore della notte
salata sui nostri corpi, inzuppandoci d’amore,
facendolo grondare in grandi immense onde,
immergendoci nell’amore, bagnandoci con
l’amore che ci soverchia".
.............
"Gioconda Belli è nata in Nicaragua nel 1948. Ha partecipato attivamente alla lotta del Fronte sandinista contro la dittatura di Somoza".
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Appena ha aperto la porta Donna Lucia mi ha sorriso e prima che potessi dire o fare qualcosa, ha detto: «Ernesto!» e mi ha ghiacciato lì, sulla soglia di pietra, il sangue che si solidificava, la pipì che maledetta cominciava a uscire, e gli occhi spalancati e fermi dentro i suoi. Spiccicati a quelli della duchessa, senza l’iride. Come aveva fatto a vedermi se era cieca? Come faceva a sapere il mio nome? Aveva la voce di una bimba, quasi dolce, e la pelle di un albero, marrone, piena di rughe morbide. I capelli fissati in una crocchia erano bianchi come le nuvolette tonde della primavera e la veste era scura a fiori gialli. Non sembrava una strega, ma di certo non era una vecchietta come tutte le altre. Aveva qualcosa del mondo naturale più che di quello umano. Una pianta, un ruscello, un vento, un sasso. Il suo aspetto non faceva paura, ma quello che aveva detto (Ernesto!) sì.
- Stefano Tofani, Nuvole zero felicità ventitré (Rizzoli)
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Chi l'avrebbe mai pensato che per vivere un po' di magia celtica sarebbe bastato andare ai colli della mia città in questa notte di San Giovanni e seguire la tradizione di questa festa nella versione cristiana che non si discosta di molto dalla Beltane celtica, anche qui fanno da protagonisti il legame della vita contadina con i quattro elementi e i balli "attorno" al fuoco, oltre che l'acqua come purificazione e il salto del fuoco come prova per suggellare una promessa ed anche l'acqua-rugiada da tenere in un barattolo di vetro sul davanzale della finestra durante una notte di luna piena, il che somiglia davvero molto al rituale dell'acqua lunare, tant'è che anche in questo caso al mattino bisogna lavarsi il viso con quest'acqua caricata di energia spirituale; inoltre entrambe le feste segnano l'inizio dell'estate.
La festa di San Giovanni
La notte di San Giovanni tra il 23 e il 24 giugno si celebra una festa antichissima probabilmente risalente all'epoca italica, è la festa dei fuochi tant'è che dopo 6 mesi da questa festa ci troviamo nel periodo natalizio con un fuoco che contiene il sole che si fa via via più debole e con le giornate sempre più corte, mentre durante questa festa che corrisponde al giorno più lungo dell'anno abbiamo il fuoco di San Giovanni che purifica e che segna l'inizio del periodo più importante del ciclo calendariale agrario cioè il tempo del raccolto. Altro elemento purificatore è l'acqua, infatti il rituale del ramajietto prevede due prove quella dell'acqua e quella del fuoco da fare insieme alla persona che si sceglie come compare o commare a fiure.
In questa notte magica fiorisce la felce e quindi è la notte perfetta per scambiarsi dei mazzi di erbe aromatiche, i ramajietti, in cui ogni pianta ha la sua simbologia. Come ad esempio l'iberico, l'erba di San Giovanni i cui fiori gialli ricordano il sole e dai quali se vengono strofinati esce un succo rosso che richiama il sangue versato da San Giovanni, e attraverso questo scambio si rafforza il legame di solidarietà e d'amore tra le due persone che diventano più che parenti, appunto compare quindi come un padre e commare come una madre.
Un tempo questa festa avveniva nelle buie campagne dove a illuminare c'erano tanti fuochi accesi in ogni contrada, e si aspettava l'alba danzando la quadriglia intorno al fuoco e andando in spiaggia ad attendere il sorgere del sole e dentro al sole si doveva riuscire a vedere la testa di San Giovanni che si bagna per tre volte nell'acqua, inoltre una volta arrivata l'alba ci si bagnava nella rugiada come ad iniziare una nuova vita purificati, oppure si raccoglieva la rugiada in dei barattoli di vetro e dopo averla lasciata sul davanzale della finestra per tutta la notte ci si lavava il viso purificando così anima e mente oppure ancora si rompeva un uovo e si conservava l'albume dentro un bicchiere d'acqua tenendolo sul davanzale della finestra, al mattino l'albume aveva preso una forma particolare e la tradizione vuole che la forma di un grande e maestoso veliero simboleggi un anno meraviglioso, mentre quella di una barchetta più piccola un anno un po' così così in cui bisogna darsi da fare e remare per renderlo migliore.
Questa quindi è una festa contadina legata al ciclo calendariale agrario motivo per cui il simbolo del ramajietto è proprio un mazzetto di nove erbe aromatiche e medicinali legate quindi alla natura e ai suoi elementi: il sole e quindi il Fuoco, l'Acqua, l'Aria e la Terra che si ritrovano insieme in questo simbolo. Queste erbe rappresentano le sensibilità come la vista, l'olfatto e la meraviglia della natura, motivo per cui la civiltà contadina ricorreva a queste piante nel momento del bisogno.
Il rituale del ramajietto:
Viene prima di tutto pronunciata la promessa di volersi sempre bene davanti alla fontana:
Cumpare e cumparozz facemc ste nozz
Se ci vulem bene a lu paradise c'artruvem
Se male ci purtem a l'infern ci niem
Dopo aver pronunciato insieme questa promessa per sugellarla ci si abbraccia.
Dopodiché tenendosi per mano si fa il salto del fuoco e infine se questo vincolo viene accettato con impegno si conferma riconsegnandosi il ramajietto il giorno di San Pietro e Paolo, quindi dopo una settimana di riflessione.
Costumi tradizionali:
Per quanto riguarda le dame, queste indossavano abiti tradizionali del paese in cui vivevano, perché ci sono differenze tra i paesi sulla costa e quelli dell'entroterra in particolare i colori vivaci e il corpetto più alto e robusto per la costa e più basso ad esempio nel chietino, inoltre il costume della costa poteva venire arricchito di seta, frutto del commercio marittimo dell'epoca. Entrambe impreziosite con la classica presentosa abruzzese, anch'essa con le sue varianti in base alla zona, si tratta di un gioiello con intarsi in filigrana a riccioli o ad altre forme, dorata e a forma di stella con molteplici punte e uno o più cuori al centro. Inoltre l'abito cambiava nel momento in cui sposandosi si andava a vivere in un paese differente, indossando quindi quello del posto.
Invece gli uomini indossavano tutti delle vesti molto simili tra loro perché non volevano essere riconosciuti.
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#reportage fotografico#reportage#cultura#storia#tradizione#folklore#tradizione abruzzese#Montesilvano Colle#lu ramajiette#erbe#piante#acqua#fuoco#natura#legame#cumpare#commare#san giovanni#magia#alchimia#Beltane#abruzzesi#acqua lunare#promessa#costumi tradizionali
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Sotto un ciel d’azzurro colorato in una domenica calda e tranquilla lento cammino in questo prato tra ranuncoli e fior di camomilla Stupito perché come pittori quei gialli, quei rossi intensi disegnano con i colori la calma che accende i sensi. In queste neonate fragranze vedo i giorni di noi umani cerco forme ed assonanze a capir l’oggi e il domani. Con similitudini ardite e banali e scontati versi mi perdo nelle margherite dove i dolori si son persi. Mi fermo muto a contemplare la perfezione e la leggerezza con cui la natura mi sa donare la pace, l’amore e la bellezza. Alla fine del campo ci sono le guerre, gli odi mortali che da uomini diamo in dono a fratelli o piccoli animali, Mi fermo e non vado avanti qui tra i fiori dal vento mossi divento solo uno dei tanti leggeri e piccoli, papaveri rossi.
Under a colorful blue sky, on a warm and peaceful Sunday, I walk slowly in this meadow, among buttercups and chamomile flowers. Amazed because like painters, those yellows, those intense reds, they draw with colors, the calm that ignites the senses. In these newborn fragrances, I see the days of us humans, I look for shapes and assonances, to understand today and tomorrow. With daring similarities, and trivial and obvious verses, I get lost in the daisies, where the pains are lost. I stop silently to contemplate the perfection and lightness with which nature can give me peace, love and beauty. At the end of the field there are wars, mortal hatreds, which as men we give as gifts, to brothers or small animals, I stop and I don't go on, here among the flowers moved by the wind, I become just one of the many, light and small, red poppies.
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Craspedia globosa
#Piante con Fiori Gialli#Piante con Fioriture Estive#Piante da Giardino#Piante da Pieno Sole#Piante facili da coltivare#Piante Ornamentali#Piante resistenti al freddo#Perenni
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Diary entry 40. Okay, let's try this thing I had in mind yesterday. English, Italian, Spanish, French and Korean sentences. P.S. I'm too lazy to add Russian (actually I haven't practiced it since way too long).
1. The weather is nice and there're no clouds in the sky. Il tempo è bello e non ci sono nuvole nel cielo. El tiempo es bueno y no hay nubes en el cielo. La météo est jolie et il n'y a pas des nuages dans le ciel. 날씨가 좋아요 그리고 하늘에 구름은 없어요.
2. In the field there are yellow and red flowers. Nel prato ci sono fiori gialli e rossi. En el campo hay flores amarillas y rojas. Dans le champ il y a des flores jaunes et rouges. 잔디에는 꽃들이 노란과 빨간색 있어요.
3. My grandma's cat is under the table. Il gatto di mia nonna è sotto al tavolo. El gato de mi abuela està debajo de la mesa. Le chat de ma grand-mère est sous la table. 우리 할머���의 고양이는 테이블 아래에 있어요.
4. Next weekend I want to go to the sea. Voglio andare al mare il prossimo weekend/fine settimana. Quiero ir al mar el próximo fin de semana. Je veux aller à la mer la prochaine fin de semaine. 다음주말 바다에 가고 싶어요.
5. A (cup of) coffee, please. Un caffé, per favore. Un café, por favor. Un café, s'il vous plaît. 커피는 한 장 주세요.
6. Later I will sleep more because I am tired. Dopo dormirò (un po') di più perché sono stanco/a. Después dormiré màs porqué estoy cansado/a. Plus tard je vais à dormir un peu plus parce-que je suis fatigué/e. 저는 피곤해서 나중에 더 잘 거예요.
Too funny I didn't realized at first I had written half of the sentences in English and the other half in Italian (I mean the basic sentence)... yeah I'm fine. :)
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S – Saxifraga callosa Sm. – Sassifraga meridionale (Saxifragaceae)
c, (fiori gialli) Helianthemum nummularium (L.) Mill.
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io non riesco a tenere questo cuore chiuso dentro di me a sopire ogni volta che busso batte e batte forte, e chiede di vederti, ti domanda tra le ali della follia rimbalza respira i tuoi profumi e dice è lei lei lei che mescola ciliege ai profumi della viola e i colori dei limoni, e il verde chiaro dell’erba fresca lei che sa di primavera e rinfresca come acqua nel calore estivo lei che muta le cose e le rende vive tra i colori delle fiandre respira come una brezza di fiori gialli e gigli impalpabili e dice “amore mio baciami” e il tuo bacio sa di lavanda, lo so sa di lavanda e fumo di pietra sa di cose che nessuno conosce sa di apparenza e verità sa di quella cosa che la gente chiama il tuo amore sai di genziane gialle e profumi di perla muti il colore delle cose, trasformi il cielo da pioggia a sole mi baci e dici, amore che cosa ? sorridi sfrontata e il cuore mio pulsa batte
e chiede di vederti, ti domanda tra le ali della mia follia rimbalza respira a fondo i tuoi profumi e dice sei tu. tra mille milioni di persone, sei tu.
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