#Film giapponesi
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diversamenteintelligente · 1 year ago
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xxxHOLiC
Un ragazzo perseguitato da spiriti e mostri, attirati misteriosamente da lui, e che solo lui può vedere. Una misteriosa proprietaria di un negozio che vende un articolo molto particolare, realizzare un desiderio. I due s’incontrano.
xxxHOLicAnno 2022Mistero, Drama, SoprannaturaleFilm, durata 1h e 50mSu: Turbodrama (sub ita) e Kissasian.pe (sub eng) TRAMA WATANUKI KIMIHIRO (Kamiki Ryunosuke) è uno studente delle superiori che ha la capacità di vedere spiriti e mostri, ma questo per lui è un tormento, poiché ne viene a volte attaccato. Un giorno, tornando a casa, è nuovamente assalito da apparizioni malvagie, nello scappare…
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fashionbooksmilano · 5 months ago
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Pierre Le-Tan Album
Dirécteur ouvrage : Frank Maubert
Aubier, Paris 1990, 158 pages, 23,5x31cm, ISBN 2-7007-2838-6
euro 520,00
email if you want to buy [email protected]
“I suoi disegni devono essere letti e le sue parole devono essere viste“, dice di Pierre l’amico e scrittore Umberto Pasti. E’ un privilegio entrare, seppur virtualmente, nella casa studio parigina – un tempo pied-a-terre di Jean Cocteau – di Pierre Le-Tan (1950-2019), illustratore e artista, nato a Parigi da padre vietnamita e madre francese.
E’ dal padre, pittore e figlio di un nobile tonkinese, che Le-Tan impara a disegnare, appassionandosi presto all’amore per i libri antichi e le stampe giapponesi e cinesi. Tanto che – ancora adolescente – Le-Tan è incaricato dal New Yorker Magazine di creare una copertina, opera che segna l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione editoriale anche con molte altre pubblicazioni, da Vogue e Harper’s Bazaar. Per il New Yorker Pierre realizza 18 copertine.
In oltre 50 anni di lavoro la creatività di Le-Tan si arricchisce, spaziando dalla scenografia per il cinema e il teatro, alla collaborazione con la casa di moda parigina di sua figlia Olympia, ma soprattutto eccelle nella invenzione di oltre 100 copertine di libri e poster di film. Il lavoro di Le-Tan è stato esposto nelle gallerie di tutto il mondo; nel 2004 è stato oggetto di una retrospettiva al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Ha realizzato copertine per libri di scrittori noti, come il romanziere premio Nobel Patrick Modiano.
La prosa malinconica di Modiano è perfetta per le riflessioni di Le-Tan spesso rivolte ad una Parigi dimenticata, piena di personaggi strani e fascinosi. Una delle pubblicazioni di Le-Tan, “Album” (1990), traduce al meglio il suo stile intimo e insieme eclettico: un “album” pieno di ricordi, di Greta Garbo, Christian Lacroix, Mick Jagger, foto di vecchi amici, centinaia di disegni che raccontano della gita a casa di Cecil Beaton, a un portasigarette realizzato da Picasso, alle scarpe di Cardin, a una sedia che proviene dalla Reggia di Versailles.
30/05/24
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t-annhauser · 1 year ago
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Che fine ha fatto eros?
Una cosa che mi piacerebbe onestamente sapere: ma davvero c'è magari qualcuno che si eccita con i film di Rocco Siffredi? Dico Siffredi per intendere i porno con la trama e gli attori professionisti, con quell'allure posticcia da televendita di poltrone e sofà: divano angolare 3 posti in tessuto beige, solo 339,99 euro, fino a domenica! E poi nei film porno le donne ridono. Ma che ti ridi? Non si ride mentre si scopa, è una cosa seria, eros e thanatos, si lotta con la morte [i francesi la chiamano per l’appunto “la petite mort”]. Allora molto meglio le giapponesi, scusa, che sembra sempre che stiano facendo seppuku, almeno hanno alla base l’ethos. Sta veramente andando tutto a puttane.
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spettriedemoni · 5 months ago
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Nelle sale italiane è stato pochissimo e non so perché.
Negli USA ha fatto il botto.
C'è anche la versione in bianco e nero che, a detta di molti, spacca ancora di più.
Da qualche giorno è su Netflix arrivato molto in sordina, almeno i n Italia perché negli USA è tipo il primo film su Netflix. Io l'ho visto ieri.
Fatevi un favore: guardatelo perché merita nella sua epicità e nella sua tragedia.
Lasciate perdere le versioni americane perché Godzilla altro non è che il racconto delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e gli statunitensi non possono capire fino in fondo questo aspetto. Nessuno più dei giapponesi può.
Questo e Shin Godzilla per me sono i film meglio fatti sul gigante lucertolone.
Ve l'ho già detto di vedervelo?
Ve lo ripeto: GUARDATELO!
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me-soltanto-me · 5 months ago
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Culture giapponesi
La luna è bella stasera, vero?: origini dell’espressione
Si tratta di una leggenda che risale agli anni 800-900. Un insegnante di inglese, Natsume Sosek, vide un suo studente tradurre in giapponese parola per parola l’espressione Ti Amo, ovvero, ware kimi o aisu. Natsume decise di far tradurre allo studente questa frase con La luna è bella stasera, vero? Per l’insegnante due persone che si amano non devono dichiararsi amore con ware kimi o aisu ma possono farlo facendo degli apprezzamenti alla luna. Inoltre, era anche un modo per eliminare la timidezza e avere il coraggio di esprimersi.
Qual è la risposta giusta?
Ti amo può avere, in giapponese, diverse traduzioni ma tra queste la più importante è Posso morire per te che viene utilizzata come risposta all’espressione La luna è bella stasera, vero? Un’altra alternativa sarebbe citare la frase Lo è sempre stata del manga The Silent Voice, scritto e disegnato da Yoshitoki Ōima uscito il 19 novembre 2014 ispirando un film di animazione uscito nelle sale giapponesi nel 2016.
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ross-nekochan · 1 year ago
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Giappone, grande paese all'avanguardia in cui:
- per paura che ad Halloween succedesse come a Seoul (dove per la troppa gente, molte persone sono morte soffocate dalla calca) quest'anno avevano deciso: PROIBITO OGNI FESTEGGIAMENTO DI HALLOWEEN a Shibuya (risultato? La gente se n'è sbattuta il cazzo e ha festeggiato lo stesso).
- muore un bambino di 8 mesi in macchina? PROIBITO LASCIARE DA SOLO QUALSIASI BAMBINO FINO A 8 ANNI (per inciso: la gente fatica e i bambini qui vanno da soli a scuola dalla 1 elementare + stanno spesso fuori a giocare come qualsiasi bambino della loro età). Risultato? Petizione di genitori contro sta cacata.
- Film Oppenheimer sulla bomba atomica? Assolutamente non si può vedere in Giappone perché non sia mai i 90enni si pigliano collera per la bomba che hanno vissuto + non sia mai che i giapponesi si fanno una cultura storica e si fanno una cazzo di opinione (che non hanno quasi mai) su un fatto che li riguarda così tanto.
Vietare is the new solution a tutto, amici, non lo sapevate? Imparate da questo paese che (cito i reels su IG) "vive nel 2050!"!
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kon-igi · 2 years ago
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POST (purtroppo) PIÙ SERIO DI QUELLO CHE INIZIALMENTE SEMBRI
Io sono un otaku di seconda generazione cioè ho coltivato una passione per manga e anime giapponesi negli anni 70-80 e sono stato poi aiutato da Figlia Grande&Moroso a rinnovarla coi prodotti che, a differenza di allora, oggi sono disponibili a valanga.
Sarò coinciso, seguitemi.
Esiste un manga, poi trasposto in anime, che adoro sopra ogni altro per la sua originalità della storia e per la caratterizzazione dei personaggi.
Jojo’s Bizarre Adventure. 
Può darsi abbiate visto qualcosa dell’anime sotto forma di gif o in immagine (appunto) bizzarra ma, in sintesi, è la storia dei membri di una famiglia il cui nome e cognome hanno le sillabe Jo+Jo e che attraverso gli anni scoprono e usano un potere chiamato STAND, una sorta di proiezione della loro personalità che agisce e combatte in modo (ribadisco) bizzarro.
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(Star Platinum, lo Stand di JOtaro kuJO)
Questo anime mi piace così tanto che per diletto io e figlia grande giochiamo a immaginare quale possa essere lo stand di ogni persona che conosciamo, delineandone le caratteristiche e i poteri, e poi ci fermiamo lì perché io faccio schifo a disegnare (il mangaka è il suo moroso ma ha sempre troppi altri progetti per buttarmi giù almeno una bozza).
Naturalmente quelli riusciti meglio sono gli stand della nostra famiglia: il mio si chiama Heart On John e il suo attacco speciale Rocket Man (l’autore del manga usa spesso nomi di gruppi musicali, cantanti o composizioni), quello della mia compagna La regina della Notte e il suo attacco Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen, quello di figlia grande, invece, Judge Dread col suo Judgement Day...
Sembra un’idea sciocca ma posso assicurarvi che per come sono stati costruiti ne verrebbe fuori una storia molto godibile.
Se mi conoscete un po’, però, sapete che tutto quello che scrivo e mostro di me è sempre permeato da un aura divertente e ironica perché non c’è mai stata una sola volta in cui i miei problemi si siano risolti dopo un attacco di autocommiserazione... i problemi rimanevano e io avevo in più la voce rauca per i lamenti.
Nella cinematografia horror classica esiste una definizione per la figura della protagonista che sopravvive fino alla conclusione del film, che pur soffrendo terribili sciagure e torture riesce a sconfiggere lo psicopatico di turno.
Ed è questo il nome dello stand di mia figlia piccola
FINAL GIRL
Più la colpisci e la ferisci, più lei diventa cazzuta e quando il tizio con la maschera da hockey o la faccia di pelle sembra avere la meglio, lei si tira su e gli pianta nel culo una motosega.
Non amo la narrazione della guerriera che sconfigge il male che la affligge perché è molto facile che più spesso ci si debba convivere, soprattutto se non si tratta di un problema fisico, ma in questo caso la motosega le è stata data e prima dei titoli di coda state sicuri che la pianterà dove deve.
Dopo 20 giorni di antibiotici sempre più potenti, antidolorifici e cortisone per febbre troppo alta e una gola che si chiudeva sempre di più, l’abbiamo portata semi-incosciente e febbricitante in pronto soccorso, da dove poi è stata trasferita d’urgenza al reparto infettivi.
Potrei divertirvi raccontandovi quello che ha fatto al triage del PS quando le ho suggerito di non minimizzare i sintomi ma anzi di esagerarli un po’ (c’erano decine di persone con taglietti del cazzo e mal di testa vari) ma quello credo meriti un post a parte... corredato del suo audio whatsapp in cui mi urla con voce roca COL CAZZO CHE FACCIO IL TEST DELL’HIV MICA SONO UNA TOSSICA EROINOMANE! e io che le spiego, cercando di non ridere, che lo somministrano di default a chi entra in quel reparto... oppure di quando non voleva consegnare la provetta col campione di feci per la coprocultura all’infermiere figo perché poi magari lo incontrava fuori.
È ancora ricoverata, sta un po’ meglio e molto probabilmente si tratta di cytomegalovirus o mononucleosi con manifestazione severa, però se quello che non ti uccide ti rende più forte, magari adesso anche basta.
Comunque questa è lei, la mia Final Girl
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E a casa stiamo aspettando tutti di vederla ritornare mentre ripulisce la sua motosega dal sangue dello stronzo che ha avuto la pessima idea di intralciarle il cammino.
P.S.
Perdonate la melodrammaticità e il colpo di scena acchiappalike ma in realtà volevo solo sfogarmi e sdrammatizzare un po’... e oramai ben sapete che io ci riesco solo in questo modo :)
<3
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abatelunare · 8 months ago
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Di premi meritati
Nemmeno mi ero accorto che ci fosse stata la Notte degli Oscar. L'ho scoperto per puro caso. In un post letto in Rete si parla della statuetta vinta da Hayao Miyazaki. Uno che aveva detto non faccio più film, poi ne ha fatto uno e si è pure pigliato l'Oscar. Quest'anno la Disney non poteva vincere. Wish è ben misera cosa. Un irritante concentrato di banalità e luoghi comuni. L'ho detto più volte e ora lo ripeto. Quelli della Disney non sanno più raccontare le storie. I giapponesi, invece, sì. Perché riescono a far risuonare i cuori degli spettatori.
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vecchiorovere · 12 days ago
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"Quando avevo 9 anni ho avuto la poliomielite. Le persone all'epoca erano molto spaventate, così sono rimasto chiuso in casa per un bel po' e in quel periodo ho guardato molta tv. Ho iniziato a sviluppare la passione per i teatrini di marionette e a realizzare a i primi film amatoriali con la cinepresa di mio padre.
Quando avevo 16 anni volevo diventare uno scrittore. Volevo diventare un drammaturgo. Ma tutto ciò che scrivevo, pensavo fosse debole. E ricordo di essermi addormentato in lacrime più volte perché non avevo il talento che volevo avere. Ho sempre avuto più fervida immaginazione che talento.
Ancora oggi sento definire Il Padrino uno dei più grandi film mai girati. Ma quando mi si confronta ai grandi artisti del cinema, come G.W. Pabst, Fritz Lang, Murnau, Hitchcock, i grandi registi italiani e giapponesi, devo ammettere che mi considero un regista di seconda categoria."
Il regista Francis Ford Coppola compie oggi 85 anni
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nymphaforesta · 5 months ago
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Ti piacciono i film giapponesi?
si! i film asiatici, specialmente cinesi e coreani sono di un altro livello
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gonagaiworld · 3 months ago
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Patlabor: The Movie torna nei cinema giapponesi a 35 anni dalla sua uscita Per una sola settimana, a partire dal 20 settembre, si terrà un revival limitato del film. Info:--> https://www.gonagaiworld.com/patlabor-the-movie-torna-nei-cinema-giapponesi-a-35-anni-dalla-sua-uscita/?feed_id=463856&_unique_id=66b77b0e4d5df #MamoruOshii #MobilePolicePatlaborTheMovie #PatlaborTheMovie
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diversamenteintelligente · 8 months ago
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(via HIS)
Una delicata storia d'amore, che tocca argomenti profondi, tra cui l'accettazione sociale di chi ama in maniera "diversa".
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newsintheshell · 1 year ago
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▶️ Per chi si fosse perso quello originale, mostrato il mese scorso all'Aniplex Online Fest, ecco la versione estesa del bellissimo primo teaser trailer di PUELLA MAGI MADOKA MAGICA THE MOVIE: WALPURGISNACHT RISING!
A quasi 11 anni da “La storia della ribellione”, lo studio SHAFT (Pretty Boy Detective Club, Bakemonogatari, Un marzo da leoni) si prepara nuovamente a turbarci e a rapirci con il quarto film della saga, atteso nelle sale giapponesi per l‘inverno 2024.
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t-annhauser · 1 year ago
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Guardando un video sul cibo di strada ho scoperto questo ragazzo italiano famoso in Corea del Sud, gay e molto carino, e tra l'altro anche simpatico e per bene, che però mi parla di un mondo bimbominkiesco che mi fa cadere le braccia. Lo so, sto invecchiando e comincio a prendermela coi giovani (a mia parziale discolpa posso dire che anche quand'ero giovane me la prendevo coi giovani), ma davvero questa società coreana tutta fumettosa e K-pop idolatrante è di un'idiozia assoluta, il nulla, un buco cosmico colossale, e se penso al cinema coreano d'autore che va tanto di moda ultimamente (io più che Parasite che è già un film paraculo consiglierei Memories of Murders), mi viene come da pentirmi: a vederla da Instagram la Corea del Sud mi sembra un concentrato di ragazzini deficienti, ma è più probabile che sia Instagram che trasforma in deficiente tutto quel che tocca (dietro questi modi da anime giapponesi si va poi a scoprire che si tratta di una società ancora molto chiusa, omofoba e razzista, e che l'asiatico è in genere ancora più razzista del tipo europeo, che già di suo, dico, non scherza).
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aitan · 1 year ago
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C'è su Netflix un giallo fantasy cinese che secondo me vale la pena vedere. Girato benissimo e avvincente. Trucchi ed effetti speciali da brivido. Ricerca cromatica accurata. Coreografia e corpi a corpo mozzafiato. Musiche non esaltanti, ma adatte a ricreare un'atmosfera magica e tensiva. Continui colpi di scena. Attori e immagini di raffinata bellezza. Storia non banale e ricca di rivelazioni che si dispiegano a spirale (per quanto la trama possa risultare difficile da seguire per un occidentale privo di specifiche coordinate culturali, come me). La sceneggiatura è solida e ben costruita (anche se io ogni tanto mi confondevo un po' tra i sottotitoli e i volti di un paio di attori che distinguevo con difficoltà; ed erano pure antagonisti).
Si chiama "The Yin Yang Master: Dream of Eternity".
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Io l'ho definito un giallo fantasy, ma tecnicamente si tratta di un "wuxia", cioè un film d'azione basato su eroi combattenti che praticano le arti marziali, tipo i film di cappa e spada o i western nostrani. Ma questi sono supereroi con poteri speciali che mi hanno fatto venire in mente i primi cartoni animati giapponesi arrivati in Italia quando io cominciavo già a non vederli più i cartoni animati. Tipo Goldrake e Jeeg Robot d'Acciaio. E non manca nemmeno il mostro gigantesco à la Godzilla. Il male colossale che invade lo schermo e finisce sconfitto. Almeno a cinema e in tivvù.
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ross-nekochan · 1 year ago
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Non so cosa scrivere eppure mi sento l'anima nebulosa con tante cose dentro che nemmeno so decifrare.
Mi sento stanca e insoddisfatta. Non so cosa sto facendo e mi sento persa in un mezzo a un vuoto: non vedo una direzione, un'obiettivo, qualcosa. Vivo le giornate a comandi: questo mese fai il training, rispondi alle telefonate, fai i colloqui ecc ecc. Per il resto niente più.
Penso alla mia non-famiglia: non sento nessuno da quando sono partita. Va bene così, era quello che volevo ma non vuol dire che mi faccia stare bene. Mia madre e mio fratello sono a fare le vacanze che lei sognava di fare per festeggiare i suoi 50 anni. Mio padre non lo so né mi interessa.
Chiamo e sento solo i nonni - qualche giorno fa li ho videochiamati e mi sono teletrasportata nel mio paesello. Preparavano le cose per il ferragosto, mentre qui è stata una settimana lavorativa normale (e pure pesante per sto training a orari del cazzo).
Con la coppia indiana stiamo organizzando di scalare il monte Fuji il mese prossimo. Era una cosa che non ho potuto fare 5 anni fa, quando le mie conoscenti lo avevano fatto e che io ho proposto. Vediamo.
Mi sento molto a casa con loro. Mi meraviglio di come il sud sia sud in tutto il mondo: danno grande spazio al cibo, condividono sempre, mi chiamano sempre ma allo stesso tempo criticano tutti, sono pettegoli, sono talmente legati al loro cibo da non volerne sapere di nient'altro. Il risvolto della medaglia è che è un sud molto arretrato: ieri abbiamo visto un film e, a quanto pare, è ancora necessario che la donna sia vergine al matrimonio, il matrimonio combinato è ancora comune, le donne devono servire il marito e badare ai figli, sono devotissimi alla religione e mille altre cose che forse non si vedono più dai tempi dei miei nonni.
Penso a quante persone diverse io abbia incontrato da gennaio. In Erasmus ho fatto amicizia con una polacca, una greca e oggi me la rido con degli indiani, oltre a convivere con persone cinesi, messicane, ceche, francesi, americane, italiane e così via.
Paradossalmente sono in Giappone ma il giapponese lo uso pochissimo. Tutti prima di partire mi hanno detto:"Chissà come migliorerai col giapponese adesso" e invece all'estero succede che entri in delle bolle per cui nel tuo quotidiano parli tutt'altra lingua. Parlo in inglese stentato perché noto che se non ho un interlocutore madrelingua non metto sforzo né in pronuncia né in grammatica e parlo come mangio.
Dicevo, ci sono persone di ogni tipo ed alcune si sono lanciate verso il vuoto in questo paese senza sapere niente della lingua. Mi sono ricordata che al primo anno di università rifiutai la borsa erasmus che avevo vinto perché non c'erano più paesi disponibili che parlassero in inglese e per me era impensabile buttarmi in un paese di cui non conoscessi la lingua. Ad oggi lo farei ma sono passati 7-8 anni di vita nel mezzo e sono ormai adulta. Qui ci sono ragazzini di 20 anni stentati e alla loro età non avrei avuto il coraggio.
Per molti, o forse per tutti, questo è un paese di passaggio. Vieni, prendi il visto studentesco di 1 anno e te ne vai a casa, con la possibilità di aver detto di aver vissuto dall'alta parte del globo. Nessuno rimane e a ben dire (anche perché i giapponesi fanno lo stesso). Questo è un posto unico al mondo dove le cose sono così diverse da tutto il resto della normalità che gli studiosi lo hanno definito "Galapagos syndrome": esistono cose solo per i giapponesi perché questa è una società tutta particolare con esigenze proprie. Se non sei abituato a questa vita non riesci a fartene un'abitudine e se ci sei nato non riesci a vivere altrove. È un posto difficile, ben oltre le aspettative della gente comune.
L'altra volta sentivo il podcast de Il Post sui libri giapponesi sempre più amati in Italia e mi fa sempre ridere quella patina di fascino che hanno tutti quando si parla di qui. Mi fa sempre sorridere e far incazzare questa cosa. Il prof Coci intervistato nel podcast ha detto cose storicamente vere ma per come le ha dette erano cagate per me. Eppure anche io ne sono stata vittima e vivo tuttora a mie spese le conseguenze di questa infatuazione.
Così come mi fanno ridere sia italiani e indiani che dicono:"A me interessa solo la lingua, la cultura non mi interessa". Come se le due cose si potessero separare così, all'acqua di rose.
Ripensandoci forse a Rovigo stavo meglio. Chissà se potrò trovare la serenità anche in questo paese.
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