#Fabbri editori
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[Non dirlo a nessuno][Alessio Russo]
Non dirlo a nessuno è il primo romanzo di Alessio Russo, tratto dal film omonimo presentato in anteprima alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia
Leo e Tom hanno diciassette anni e vivono a Milano, ma è come se appartenessero a due mondi diversi, se non addirittura opposti. Leo è un ragazzo dall’aspetto scuro e muscoloso, è single da pochi mesi, dopo aver lasciato la sua storica fidanzata ha iniziato a trascorrere le notti tra risse e prostitute, cercando di scoprire la sua vera personalità. Tom ha il viso angelico e un atteggiamento…
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Gaia Schiralli, photographed by Sara Fabbri for L'Officiel Arabia December 2022
#Gaia Schiralli#Sara Fabbri#fashion#fashion shoot#editorial#L'Officiel#L'Officiel Arabia#model#style#fashion photography
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Rebecca Horn
The Museum of Contemporary Art, Los Angeles
Fabbri Editori, Milano 1990, 112 pagine, 23x28cm,
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
mostra Los Angeles 30 settembre 1990 - 6 gennaio 1991
Eighteen large-scale mechanized sculptures by this German artist and filmmaker created in relationship to the themes and content of her new feature-length film Buster's Bedroom
Rebecca Horn (b. 1944, Germany – 2024)
Rebecca Horn is a visual artist, who came to international prominence in the 1980s and is best known for her installation art, film directing, and body modifications projects. Horn is considered to be one of the most influential artists of the Kinetic Art movement.
From an early age Horn developed a virtual obsession with drawing, using it as a medium of communication that she viewed as much less limiting than the spoken word. Horn’s work can be found today in many museum collections around the globe, including The Museum of Modern Art in New York, the Museum of Contemporary Art in Los Angeles and the Tate Gallery in London.
19/10/24
#Rebecca Horn#art exhibition catalogue#Los Andeles 1990#mechanised sculptures#german artist#art books#fashionbooksmilano
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Ah, amici miei, come mi si gonfiò il cuore al sapere quanto era alto il compito che la fortuna mi assegnava! (Arthur Conan Doyle, Le avventure di Gerard, Milano, Fabbri Editori, 2002).
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Goduria di film.
«[…] basta a farci notare in questo racconto una verosimiglianza così perfetta, che si può dire che la verità vi riveli il suo ordinamento di finzione.» (J. Lacan, Scritti. Volume primo, a cura di G. B. Contri, Milano, Fabbri Editori, 2007, p. 14)
Glass Onion Parallels (insp)
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Il lavoro di raccogliere informazioni e molto difficile, ma il più difficile è riuscire a raccogliere l'effettivo reperto. In questa immagine possiamo osservare tre versioni di cartoline del libro Pokémon Postcard Book della Golden Books statunitense. Le tre versioni sono rispettivamente la versione Britannica della Scholastic, la versione Italiana della Fabbri Editori e la versione Francese della Hemma éditione. Di recente abbiamo reperto la versione Olandese che attualmente è in viaggio per arrivare agli archivi.
#pokémon#pokémuseum#collection#anno 2000#cartoline#Pokémon Cartoline#Pokémon Postcard Book#Pokémon Album de cartes postales#Golden Books#Scholastic#postcards#Hemma
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“Ciao, io sono Chico”: Storia di un influencer a quattro zampe – StrangerClubOfSeries
"“Ciao, io sono Chico”: Storia di un influencer a quattro zampe – StrangerClubOfSeries" https://strangerclubofseries1.com/2023/12/26/ciao-io-sono-chico-storia-di-un-influencer-a-quattro-zampe/
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La ragazza della morte, vita romanzata di una tanatoesteta
IRENE NONNIS, LA RAGAZZA DELLA MORTE (FABBRI EDITORI, PP. 205, EURO 17) Irene Nonnis, in arte Tanatolady, svolge la professione di tanatoesteta ovvero prepara i defunti per l’ultimo addio. Si prende cura delle salme e del loro aspetto estetico: le trucca. La tanatoestetica è una branca della tanatoprassi. La ragazza della morte, biografia romanzata, ha come protagonista la giovane Irene, nata…
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Presepe Vivente 2023 a Venegono
Con il Natale 2023 dal 24 dicembre torna uno degli eventi più caratteristici del Natale nel Varesotto, cioè il presepe vivente di Venegono Inferiore, una tradizione molto cara agli abitanti del paese, che dal Natale 1972 hanno un’occasione preziosa per celebrare la Natività. Una rappresentazione che richiama migliaia di visitatori, molto apprezzata da adulti e bambini. In questi anni il Presepio vivente di Venegono Inferiore è cresciuto sino a raggiungere un’importanza a livello nazionale, testimoniata da numerosi e autorevoli riconoscimenti. Tra questi la citazione del Touring Club e quella nel volume della Fabbri Editori del 1998 facente parte della collana I grandi manuali. Rosalba Silvestri nei cenni storici del suo Modellare il Presepe dice che è “… non solamente come rappresentazione sacra, ma soprattutto come difesa dei valori storici, ambientali e culturali di una realtà umana viva nel passato e nel presente”. L’idea del presepe vivente a Venegono la ebbe nel 1969 il parroco Carlo Lucini, ma la prima testimonianza di una ricostruzione vivente della Natività è nel 1951 quando, nel giorno dell’Epifania, si tenne un corteo per Venegono che vide protagonisti i Re Magi a cavallo. Oggi si assiste a una rappresentazione ogni anno più bella, più sofisticata, ma sempre intensa, coinvolgente e molto partecipata sia dai presepisti che dal pubblico, poiché il presepe vivente vede la scelta e lo sviluppo di un canovaccio, ideata da un gruppo di sceneggiatori con discorsi nuovi, ambientazioni accattivanti, personaggi complementari con relativi animali (reali) da accudire e preventivamente addestrare, scenografie che riportano in un mondo antico, in un contesto reso in modo tale da conservare inalterata la purezza dell’Avvento e la sua magia. Essenziali sono le musiche dell’accompagnamento, mentre il lavoro scenografico parte da una struttura lignea ricoperta da una tela imbevuta nel cemento, per riuscire a ricreare le murature dell’epoca antica. La rifinizione è affidata ai pittori, che disegnano e colorano i luoghi che vedono il pieno coinvolgimento del pubblico, accomodato in tribune in ferro posizionate e concepite secondo canoni di sicurezza precisi, tra giochi di luce, effetti idrici e decorazioni studiate e sempre in armonia con la rappresentazione sacra. L’aneddotica che gravita spesso è collegata alla scelta della Sacra Famiglia, poiché è difficile trovare un nucleo famigliare volontario in quanto l’impegno conta ore di recitazione e cinetica per avvicinarsi quanto possibile alla perfezione. Anche i bimbi che ricoprono il ruolo di Gesù Bambino sono sottoposti al sacrificio di patire un po’ di freddo nel giorno della rappresentazione, ma si dice che nessuno di loro si sia mai ammalato. In parallelo al Presepio vivente c’è il Presepe statico, una vera opera tra l’artigianato e l’ingegneria, un’istituzione del piccolo borgo del varesotto, visitabile negli stessi giorni e orari delle rappresentazioni viventi. Dal 2022 il presepe è tornato alla modalità tradizionale, con la struttura coperta, il pubblico seduto sui gradoni e gli attori operanti sulla scena, e si collabora inoltre con i padri comboniani di Venegono Superiore per fare in modo che i due presepi, entrambi di storica tradizione anche se portata avanti con diverse modalità, possano dialogare tra loro. Oltre agli spalti è stata ripristinata anche la copertura e le pareti del capannone che lo scorso anno erano state eliminate per dare vita ad una versione itinerante del presepe, per consentire una fruizione immersiva della storia. Read the full article
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Scena prima:
persona possiede televisore, esso sta irradiando sceneggiato improntato all'osservanza del galateo.
Se la persona è maschio, non lo guarderà; se femmina, sì.
Ovviamente sto celiando nel descrivere tale manichea contrapposizione.
Ma intendo significare:
il rozzo può non desiderare affinare il proprio atteggiamento; il non rozzo - il genere femminile appare maggiormente proclive a questa qualità - coglierà l'occasione per tesaurizzare ciò che promette ulteriore miglioramento.
Scena seconda, c'entra ancora il televisore.
Vittorio Sgarbi dice a Fabio Fazio che la collana I Maestri Del Colore (Fratelli Fabbri Editori) ha rappresentato molto in tema di divulgazione d'artistiche iconografie.
Io ne detengo completa collezione, eppure sono ancora rozzo.
Ma le cose sedimentano anche nella mente degli idioti (e io lo sono nella brutale accezione latina del termine, non nel primigenia etimologia greca).
Il che ha comportato che mi sono cimentato con Antonello da Messina prima che Sgarbi lo accostasse - screenshot da RAI 1 allegato - ai tagli di Lucio Fontana.
Scena terza, è l'ultima.
I siti fotografici di divulgazione per immagini.
Ho chiesto ad un chimico ed a un fisico, mi hanno spiegato che essi si dividono in due categorie:
quelli di plastica e quelli di carne.
Quelli di plastica sono caratterizzati dall'essere adagiati sul Becero Esistente.
Esprimono eccioè passiva aderenza ad una Calligrafia Degenere.
Lo fanno nel ricalcare frustri canoni, sorta d'opportunistica appropriazione di istanze dimostratesi catalizzanti l'attenzione dei più.
Quelli di carne, incarnano.
Incarnano personali moti, elaborazioni, intenti.
Illusione d'indipendenza che si nutre di studio e genuino impegno, eddunque.
Come comportarsi rispetto a questa dicotomia?
Io un metodo ce l'ho.
Per quelli di plastica mi riservo due scelte:
- non guardarli
- guardarli solo nella sezione iperselezionata, senza magari trovar qualcosa che vibra neppure lì.
Per quelli di carne seguo il percorso opposto:
mi mantengo lontano dalla summentovata sezione iperselezionata, volgendomi invece a ciò che comunemente viene appellato "common feed".
La proposizione indifferenziata nel sito, pertanto.
Ciò reca due conseguenze:
- non mi faccio influenzare da altrui optazioni
- pesco comunque in terreni fertili, mai si potesse gettare ami in campi coltivati.
Sapete, non è poi così diverso dalla gastronomia:
io per esempio vigorosamente discrimino tra acque minerali, e amo o depreco singole fogge di cucchiai nel degustare uno stesso gelato.
All rights reserved
Claudio Trezzani
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The left picture was done by Matt Chinworth, the soft sketches, textures and bold colours seem to leap from the screen when you first lay your eyes on Matt Chinworth's illustrations. I like how vibrant the colours are and the interesting textures they use in it. The work on the right was done by Mercedes deBellard. Mercedes deBellard is an illustrator from Madrid who specialises in portraits. You'll have spotted her work before, as her clients range from Warner Brothers and Random House to The Sunday Times. I think her work is really amazing, it’s almost got a hyper realistic feeling to it, yet there’s an element of cartoon in her illustrations as well which I think really cool and works nicely together.
The work on the left was done by Jeremy Booth who was born and raised in Louisville, Kentucky, where he still lives. His work has a very simple art style to it, but it has a really nice neat aesthetic to it which I quite like. The one on the right was done by Francesca di Chiara. Children's books and whimsical editorial illustrations are the focus of Francesca di Chiara, an illustrator who mainly works with international and Italian publishers such as Fabbri Editori, RCS, Piemme, Einaudi, La Coccinella and Usborne Publishing. They have a very sweet art style that’s simple, but has a nice texture to it which brings the image alive a bit more.
The left one was made by Ruby Taylor. Bursting with bright colours and inspired by old printed ephemera, vintage illustration and hand-painted signage, Ruby Taylor's definitely has some fun artworks. I’m not a huge fan of her style, it’s a bit too in your face with the colours and the art style in itself I’m just not a fan of. The artwork on the right was done by Uijung Kim who’s originally from South Korea. Uijung Kim now lives and works in Brooklyn, New York. I really like how cute and simple her work is and I like the contrast of colours she uses and how vibrant they’re.
The one on the left was made by Aart-Jan Venema who uses digital and traditional painting techniques to create his multi-layered and fantastically coloured illustrations, anchored with a keen compositional eye. It has a bit of a messy style to it and has a lot going on which I’m not a fan of because I don’t really know what I’m supposed to be looking at. The one on the right is done by Victoria Borges who is quite the traveller. Born in Germany, she has lived in many places including Hawaii, Austria, and more recently, Richmond, Virginia. Her style is versatile, whimsical and textured and she can work in many different median which think is quite cool.
The picture on the left is done by James O'Brien. Represented by Rapp Art, James O'Brien is an illustrator and artist whose impressive client list includes American Express, Colgate and Microsoft. I’m not a fan of his work, I don’t like his art style and I’m not so keen on his colour palette either or the strange swirling effect he gives this specific piece. The work on the right is done by Lars Madsen who is an award-winning German artist based in Hamburg. He creates illustrations, animations, logos, and custom letterings for clients all over the world. His work has a great contrast of colours and is very vibrant as well, but it makes his work really eye catching. His style is very simple, but it works really well with the bright colours, but I think he could of put in a few more details. But I think that’s just because I like details.
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In Scena ! Luci e colori nei costumi di Caramba
catalogo a cura di Silvia Mira
Testi di Massimo Cantini Parrini, Silvia Mira, Paolo Peri, Francesca Pipi, Vittorio Ugo Vicari
Sagep Editori, Genova 2022, 156 pagine, 22 x 22 cm, ISBN 978-88-6373-863-6
euro 28,00
email if you want to buy :[email protected]
La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio alla bellezza, intesa come eleganza delle forme, preziosità dei tessuti e cura dei particolari, con una splendida mostra dedicata al ‘Mago’ dei costumi teatrali Luigi Sapelli, in arte Caramba al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto Torino 7 aprile- 4 settembre 2022
L’esposizione mette in risalto l’altissimo livello della produzione del costumista piemontese, attraverso una quarantina di costumi, scelti tra gli oltre tremila appartenenti alla collezione Devalle di Torino. Tra i pezzi più iconici del lavoro della Casa d’Arte Caramba, fondata nel 1909 a Milano, sono esposti: preziosi esemplari per il dramma d’annunziano Parisina e per la prima della Turandot del 1926 con la direzione di Toscanini alla Scala di Milano; i costumi rinascimentali realizzati con i preziosi velluti di Mariano Fortuny e i costumi per Elisa Cegani e Luisa Ferida, firmati da Gino Carlo Sensani, nel film del 1941 La corona di ferro di Alessandro Blasetti. In mostra si trovano anche diversi tessuti della Manifattura Mariano Fortuny, a sottolineare la collaborazione tra i due artisti iniziata all’indomani della creazione della Casa d’Arte Caramba, una vera e propria fucina del “Mago” – così come spesso era definito – in cui si riunivano diverse professionalità, dai sarti, alle ricamatrici, ai calzolai, ai fabbri, in grado di dar vita a costumi di eccezionale valore artistico.
25/03/23
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Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery: un talento raro e inimitabile
Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery: un talento raro e inimitabile
Il titolo originale di questo classico dell’infanzia, che tanto intriga anche un diversamente infantile quale io sento d’essere, è Anne of Green Gables, per via del nome della casa che la ospiterà, che ha i tetti verdi. La canzone della sigla dei cartoni animati dedicati a questa mitica fanciulla mi fa preferire, per una volta, il titolo mal tradotto. Anna dai capelli rossi di Lucy Maud…
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