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#Estremo Nord
rocknread · 2 years
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La Tua Assenza È Tenebra di Jón Kalman Stefánsson - Recensione
La Tua Assenza È Tenebra di Jón Kalman Stefánsson – Recensione
La Tua Assenza È Tenebra, ultimo romanzo di Stefánsson, mi è capitato tra le mani per caso, in un pomeriggio di dicembre piovoso e malinconico, durante una delle mie solite incursioni in libreria. E il caso, benevolo, ha voluto guidarmi verso un libro potente. Potente la scrittura. Potente la terra, l’Islanda, protagonista indiscussa di questa storia. La Tua Assenza È Tenebra racconta l’essere…
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sauolasa · 1 year
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Meteo estremo, l'Italia divisa in due. Tempeste al Nord, caldo record al Sud
Piogge e grandine al nord italia danneggiano strutture e raccolti, e la Lombardia chiederà lo stato di Calamità. L'allerta resta alta anche al Sud, ma per il caldo estremo.
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
LE RADICI DELLA CRISI
Quando si pensa al "Rinascimento" in Italia, le espressioni si fanno idillio.
Ovviamente, è un errore.
Velato dalla bellezza delle arti plastiche e pittoriche in anni di densa produzione e di "maestri" inarrivabili, paradigmi della successiva "maniera".
Ma nell'Europa del Nord, la crisi spirituale e con essa il rivolgimento delle società e degli individui, la cui collocazione al centro della vita è già indice della modernità, si afferma senza infingimenti.
Nessuna illusione, neanche qui: si tratta di un'altra forma di retorica, severa, austera, grigia.
No, ancora di più: tormentata, angosciata, ossessionata.
L'intero vecchio continente ne verrà stravolto: l'età protestante, la riforma, la reazione delle gerarchie romane, le lotte di potere, il fanatismo religioso, la guerra, fino al "Sacco di Roma", avvenimento spartiacque che segna la fine della centralità della Chiesa cattolica e, paradossalmente, anche la fine dell'Impero incarnato da Carlo V.
Entrambe le istituzioni protagoniste della storia stanno per subire l'avvento delle Nazioni.
Lunga fu la scia, si estenderà per tutto il XVI secolo fino alla Guerra dei Trent'anni tra il 1618 e il 1648 e alla pace di Vestfalia che darà un nuovo assetto all'Europa.
La Germania rimarrà frammentata in Stati che potranno trovare unità solo oltre due secoli dopo.
È il riflesso del passaggio dall'unità religiosa alla fede vissuta come traccia individuale.
Ma non regge al fanatismo della verità: questi, non conosce la tolleranza.
E incombe, dai nuovi pulpiti.
Come il cavaliere attraversa saldo nella sua armatura di fede il dramma della morte e l'incombere del male, così l'uomo che l'arte del Nord immagina, è figura della solitudine e del sacrificio, eroe della lotta: l'unico affidavit è riposto in se stesso.
Dürer intuisce, come ogni vero artista, l'avvento di un modello diverso di umanità: più libera, cosciente.
Ma sa anche che questo modello richiede la ricostruzione di principi guida, di un'identità che dall'individuo passi alla dimensione collettiva: ecco la crisi.
La città, sul picco della montagna, è un enigma lontano, silenzioso.
Il cavaliere, meditabondo nella sua dignità di spada e di obblighi, segue il cammino e i suoi pericoli.
Li attraversa, non li teme.
Perché ne riconosce l'essenza: è identica alla sua.
Uno stanco mendicare che ha solo l'apparente baldanza muscolare di un cavallo al trotto e l'incosciente vitalità di un cane.
L'esteso simbolismo dell'immagine è anch'esso un barlume che non riesce a mascherare il senso di rassegnazione delle tre figure: fiacche comparse in un circo abbandonato al "memento mori".
Come radici senza più terra, abbarbicate sulla roccia.
Dura.
Pesante.
Scenario estremo che nulla potrà accogliere.
- Albrecht Dürer (1471 - 1528): "Il cavaliere, la morte e il diavolo", 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe (Germany)
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Giacomo Maria Prati
IPERBOREI
Il primo mito
Se per noi contemporanei il Mito rimanda alla Grecia antica, per la “culla della Civiltà europea” questo era – in primo luogo – il canto del nobile e antichissimo popolo degli Iperborei, sacro ad Apollo ed Artemide. I guerrieri greci, per entrare nell’immortalità, dovevano compiere il viaggio più pericoloso: quello verso un estremo nord visto come un Eden senza tempo, nel solco di quelle Terre eroiche vicine al cielo e agli Dei.
Giacomo Maria Prati rilegge tutto il Mito greco alla luce degli Iperborei, ai quali si deve la fondazione del santuario di Delfi e l’istituzione dei Giochi d’Olimpia. Per la prima volta, tutte le fonti greche e latine sono indagate e riassunte in un saggio ampio e approfondito, che sa anche assumere i toni dell’inno, del canto e della celebrazione epica. L’autore – il cui lavoro è arricchito da un saggio di Alessandro Coscia sullo sciamanesimo iperboreo e da un dialogo platonico con il figlio Raimondo – ci restituisce una spiritualità ancestrale vivissima, con al centro un Apollo totale e sciamanico.
Introduzione di Beatrice Harrach
Prefazione di Gabriella Cinti
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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fridagentileschi · 1 year
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IL VERO '68: JAN PALACH, QUELLA TORCIA UMANA CHE 50 ANNI FA BRUCIO' NEL CUORE DI PRAGA
Jan Palach, lo studente di Praga che 50 anni fa si immolò in piazza per protestare contro la brutale invasione sovietica della Cecoslovacchia (21 agosto 1968), è senza dubbio uno dei personaggi che più è entrato nella coscienza dell’Europa post bellica, colpendo l’immaginario soprattutto dei giovani, in quegli anni impegnati nelle contestazioni globali contro una società che consideravano vecchia e sorpassata. Mentre Jan Palach manifestava per la liberta' dall'Unione Sovietica. Oggi a piazza San Venceslao, luogo del suo martirio, una lapide sempre adorna di fiori lo ricorda, e in tutta Europa ci sono migliaia di strade e piazze dedicate alla sua memoria. A Roma, ad esempio, la “sua” piazza è al Villaggio Olimpico, al Flaminio, e ogni anno molti giovani vanno a deporre una corona di fiori per ricordarne il gesto estremo di protesta per la libertà, gesto a cui seguì nei mesi successivi, quello analogo di altri sei giovani, purtroppo non passati alla storia come lui. Quello che colpì fu la sua maniera di uccidersi, dandosi fuoco pubblicamente come facevano – e fanno – certi monaci orientali. Oggi in Tibet sono centinaia i monaci che si sono bruciati per attirare l’attenzione del mondo sulla repressione comunista cinese, così come ieri i giovani cecoslovacchi intendevano denunciare il comunismo sovietico. Dopo la morte di Jan Palach, si tentò di nasconderne il significato in due modi: da una parte, quella della cosiddetta Europa libera, i giornali indagarono sulla personalità un po’ triste e malinconica di uno studente di filosofia che si intendeva far passare per uno squilibrato. Ma il tentativo fallì. Sul fronte interno, quello dei Paesi prigionieri nell’area Comecon, ossia quelli del Patto di Varsavia, soggetti all’Urss, addirittura la notizia non venne data e in Cecoslovacchia il corpo di Palach fu sepolto sotto falso nome in un angolo del cimitero praghese. Dovranno passare vent’anni, ossia fino al 1989, prima che Jan Palach possa avere una tomba “vera” e ufficiale. Adesso, passata la dittatura, le autorità ceche stanno anche pensando di fare della sua casa un museo: il Parlamento ceco ha di recente approvato lo stanziamento di 240.000 euro per restaurare la casa del padre a Vsetaty, nord di Praga. Si ipotizza anche di ristrutturare la pasticceria del padre, ubicata nello stesso immobile, che gli fu espropriata dal regime comunista negli anni ’50. «L’obbiettivo è conservare la memoria di Palach, cresciuto in questa casa, onorare il suo sacrificio, mostrare l’alto senso morale e il patriottismo di questo giovane e incoraggiare la gente a non essere indifferente dinanzi a ciò che accade nella società», spiega Jan Poukar, fondatore dell’associazione “Nazione Estinta” che si adopera da due anni per il museo nella casa vuota e malridotta dei Palach. Dentro dovrebbe essere sistemata la camera di Palach e allestita in altre stanze una mostra audiovisiva per documentare il clima opprimente dell’epoca. Jan Palach era nato l’11 agosto 1948 – anno dell’arrivo al potere del regime comunista con un colpo di stato – a Vsetaty, dove trascorse l’infanzia e la gioventù, fino a quando, a 19 anni, iniziò gli studi di lettere all’ Università Carlo a Praga. Oggi molti lo ricordano, ma nel 1970 il primo artista a cantarlo fu Francesco Guccini, nella sua “Primavera di Praga”. Il gruppo musicale alternativo La Compagnia dell’Anello gli ha dedicato negli anni Settanta la canzone “Jan Palach” e più recentemente il cantautore milanese Skoll ha scritto sulla Primavera cecoslovacca la bellissima “Le fate di Praga”.
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curiositasmundi · 1 year
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Un violento temporale nel nord-ovest del Nevada ha condizionato nei giorni scorsi l’edizione del 2023 del Burning Man, il popolare festival statunitense in cui decine di migliaia di persone si riuniscono ogni anno nel deserto Black Rock per creare una specie di città provvisoria, bruciare un’enorme scultura antropomorfa di legno, smontare tutto e andarsene. Nella giornata di lunedì, dopo un miglioramento delle condizioni meteorologiche e del terreno, i partecipanti hanno cominciato a lasciare l’area del festival dopo che diversi eventi in programma erano stati posticipati o annullati, e circa 72mila persone erano rimaste isolate a causa del pantano che impediva a loro o a chiunque altro di attraversare il deserto.
[...]
Si ritiene che il temporale dei giorni scorsi sia stato il più lungo e intenso mai passato sul deserto di Black Rock durante un’edizione del Burning Man, un festival di arte e musica piuttosto unico, che si tiene in questa sede dal 1991 ma esiste dal 1986, e il cui biglietto di ingresso costa 575 dollari (circa 532 euro). L’eccezionalità dell’evento meteorologico e le sue conseguenze pratiche immediate hanno aggiunto elementi di attualità a un lungo dibattito sul festival, di cui si parla da anni per altre ragioni: le sue caratteristiche atipiche – non è un festival musicale, come il Coachella o Woodstock – e l’evoluzione che ha subìto nel corso del tempo.
Il Burning Man è oggi considerato non più un evento della controcultura statunitense come lo era all’inizio, alla fine degli anni Ottanta, ma il raduno noto per essere frequentato anche dai CEO della Silicon Valley e da altre persone ricche e famose, che a volte raggiungono il deserto con jet privati, atterrando in un piccolo aeroporto provvisorio, e poi alloggiano in camper di lusso. Mark Zuckerberg e Elon Musk sono tra i più famosi frequentatori abituali del festival, per esempio, anche se quest’anno non si è visto nessuno dei due. Di sicuro c’erano invece, tra gli altri, il produttore discografico Diplo e il comico Chris Rock, andati via sull’auto di un loro fan dopo aver attraversato otto chilometri di fango a piedi, ha scritto Diplo.
[...]
Non è la prima volta che i partecipanti si trovano in difficoltà al Burning Man, che si tiene alla fine dell’estate e nei primi anni era organizzato in una spiaggia a San Francisco. Dopo l’annullamento delle edizioni del 2020 e del 2021 a causa della pandemia, l’edizione del 2022 si era svolta in condizioni di caldo estremo, con temperature fino a 39 gradi, che avevano reso ancora più difficili da sopportare le otto ore in coda trascorse dalle persone per lasciare il deserto alla fine del festival.
L’edizione del 2023 era cominciata con qualche giorno di ritardo per le conseguenze del passaggio dell’uragano Hilary, che aveva rallentato i lavori di allestimento della città provvisoria. All’inizio del festival c’era stata inoltre una manifestazione di un gruppo di ambientalisti, di cui si era parlato anche perché si era sparsa la voce infondata che alcuni di loro fossero armati. I membri del gruppo, poi allontanati con la forza dalla polizia (armata), avevano occupato l’unica strada di accesso a Black Rock City, sostenendo che gli attuali fenomeni di consumismo del festival siano antitetici alla controcultura originaria del Burning Man. Reggevano cartelli con la scritta «Abolire il capitalismo» e «La Terra ha bisogno del nostro aiuto».
Piogge intense come quelle degli ultimi giorni sono relativamente insolite tra agosto e settembre nel deserto Black Rock: solo nella giornata di venerdì è caduta la quantità di pioggia che normalmente cade in tre mesi. La parte conclusiva dei nove giorni di festival è peraltro quella più affollata, perché include le molte persone che arrivano per assistere all’incendio della gigantesca scultura di legno.
[...]
Da alcuni anni gli organizzatori del Burning Man cercano di rispondere alle critiche segnalando il loro impegno in progetti di sostenibilità ambientale e compensazione delle emissioni di gas serra. In un loro rapporto sulla sostenibilità ambientale nel 2023 hanno indicato, tra le altre cose, un nuovo programma sperimentale di installazione di pannelli solari nella città provvisoria. Gli attivisti ritengono che le misure siano insufficienti per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.
Accartocciando uno dei volantini distribuiti dagli attivisti durante la protesta lungo la strada di accesso a Black Rock City, una persona che stava raggiungendo il festival ha detto al Guardian: «Ho dei pannelli solari, sul mio camper, mentre i manifestanti sono arrivati qui in macchine normali. Stanno letteralmente aggravando il cambiamento climatico».
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agrpress-blog · 29 days
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Il 2024 in Italia: l’autunno che scompare e le conseguenze del cambiamento climatico Il 2024 ha portato in Italia un cambiam... #Caldo #cambiamentoclimatico #MarMediterraneo #mediterraneo #Previsionimeteo #riscaldamento #Temperaturerecord https://agrpress.it/il-2024-in-italia-lautunno-che-scompare-e-le-conseguenze-del-cambiamento-climatico/?feed_id=6517&_unique_id=66c77ffba0512
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tonyght · 1 month
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Un'ondata di caldo estremo sta attanagliando tutta l'Italia con temperature ben oltre le medie climatiche; tuttavia gli ultimi aggiornamenti iniziano a fiutare una possibile prima rottura con l'arrivo di una perturbazione temporalesca dopo Ferragosto.
Ma andiamo con ordine. E' in atto una nuova rimonta dell'anticiclone nord-africano, denominato Caronte, che determinerà nei prossimi giorni un tempo stabile ed un sensibile rialzo delle temperature su tutta Italia con punte massime fino a 37-38°C (fino a 40-42°C nelle zone interne di Sicilia e Sardegna).
Almeno fino al 18-20 di Agosto non sono previsti scossoni particolari salvo qualche veloce temporale sulle zone montuose. La nostra attenzione si sposta dal 22-23 in avanti quando potrebbe arrivare una prima rottura dell'Estate: come mostra la mappa qui sotto, una vasta area di bassa pressione posizionata sul Nord Europa (tra Scandinavia e Russia), potrebbe inviare un fronte temporalesco verso il bacino del Mediterraneo, investendo poi in pieno anche il nostro Paese.
Vasta area di bassa pressione sul Nord Europa (indicato con la lettera "B")Se ciò dovesse venir confermato è lecito aspettarsi un brusco calo termico; il caldo africano verrebbe spazzato via (almeno temporaneamente) dall'Italia per tutta l'ultima parte del mese di Agosto, lasciando spazio ad un'Estate più godibile con l'anticiclone delle Azzorre. Visti i forti contrasti termici ed igrometrici previsti non sono da escludere le regioni del Centro Nord: le correnti fresche in ingresso sarebbero in grado di provocare temporali violenti, con elevato rischio di grandinate e locali nubifragi come purtroppo la cronaca anche recente ci insegna.
Vista l'imprevedibilità di questa "trottola instabile" è possibile che nei prossimi giorni la previsione della sua direzione possa mutare e che i temporali possano interessare anche zone diverse o più ampie.
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m2024a · 2 months
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Crollo Scampia: Margherita e Roberto sono precipitati abbracciando i figli, così li hanno salvati Roberto Abbruzzo e Margherita Della Ragione, nipote e zia, sono le due vittime del crollo della vela celeste di Scampia. I loro volti sono i simboli di una tragedia annunciata, il loro sacrificio ha salvato la vita ai rispettivi figli, perchè abbracciandoli mentre precipitavano, hanno fatto da scudo con i loro corpi. Il sacrificio estremo Roberto ha protetto la figlia Patrizia, ora ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale Santobono: «Non dimenticherò mai l’abbraccio del padre attorno alla piccola - racconta uno dei testimoni - Mi guardava con occhi sbarrati, assenti». Abruzzo è morto sul colpo sul colpo, Della Ragione morirà poi in ospedale. Anche se erano zia e nipote, le due vittime della tragedia di Scampia avevano solo sei anni di differenza. Sette le bimbe in codice rosso ricoverate all'ospedale Santobono: la più grande ha 10 anni, le due più piccole solo 2. Due di loro - 7 e 4 anni - vengono ricoverate in prognosi riservata a causa delle lesioni multiple al cranio: sottoposte ad operazione, sono quelle che preoccupano di più. Cosa è successo Il dolore e la speranza si intrecciano di nuovo a Scampia, periferia dannata di Napoli ancora una volta teatro di morte. A determinare il dolore per la scomparsa di un uomo di 29 anni e di una donna di 35 è stato il cedimento - per cause ancora da accertare - di un ponte-ballatoio al terzo piano della Vela celeste, uno dei palazzoni anni '60 divenuti simbolo del degrado in cui versa la periferia a nord di Napoli. La speranza invece è legata alle condizioni degli altri tredici feriti - sette i minorenni - tra cui due bimbe in prognosi riservata e altre due donne gravi: l'auspicio è che possano cavarsela. Decisive saranno le prossime ore. Accade tutto nella tarda serata di ieri complice - secondo alcune testimonianze al vaglio degli inquirenti - un litigio per futili motivi tra nuclei familiari imparentati tra loro. Sono circa le 23. In tanti, richiamati dagli schiamazzi, si accalcano sulla scala metallica, già fatiscente, che fa da spartiacque tra le due ali del fabbricato, una sorta di ponte ballatoio. Almeno quindici le persone che insistono sulla struttura che cede sotto il loro peso: si tratta di otto adulti e sette minorenni. Dal terzo piano, è un volo di diversi metri che si rivela fatale per Roberto Abbruzzo, 29 anni, che muore sul colpo. Non ce la fa neanche Margherita Della Ragione, 35 anni, morta all'arrivo in ospedale per arresto cardiaco. Sette le bimbe in codice rosso ricoverate all'ospedale Santobono: la più grande ha 10 anni, le due più piccole solo 2. Due di loro - 7 e 4 anni - vengono ricoverate in prognosi riservata a causa delle lesioni multiple al cranio: sottoposte ad operazione, sono quelle che preoccupano di più. In ospedale finiscono anche sei adulti dai 23 ai 53 anni: due donne in particolare, secondo quanto riferiscono al Cardarelli, sono gravissime. .
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lamilanomagazine · 2 months
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Meteo 17 luglio: Afa e Caldo Estremo sull'Italia. Ecco fino a Quando
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Meteo 17 luglio: Afa e Caldo Estremo sull'Italia. Ecco fino a Quando L'Italia sta vivendo un'intensa ondata di caldo che si prevede durerà almeno fino a metà della prossima settimana. Oggi, 17 luglio, le temperature sono in aumento soprattutto nelle regioni del Nord, con picchi di 40 gradi al Sud e in Sicilia, dove la situazione di siccità sta peggiorando. Prospettive... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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gaetaniu · 4 months
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Gli scienziati affrontano il paradosso degli eventi di freddo estremo in un mondo in via di riscaldamento
I ricercatori GIST prevedono che gli eventi WACC diminuiranno drasticamente dopo il 2030, portando a eventi meteorologici estremi nei prossimi decenni. Secondo il Copernicus Climate Change Service, il febbraio 2024 è stato il più caldo mai registrato a livello globale. Tuttavia, il Nord America, l’Asia e alcune parti dell’Europa hanno registrato temperature fredde da record. In alcune località,…
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notiziariofinanziario · 5 months
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Una Tesla che guidava da sola ha salvato la vita a un uomo nel North Carolina
Una Tesla che guidava da sola ha portato al pronto soccorso il suo proprietario per cure mediche urgenti. Ma facciamo un passo indietro, perché Elon Musk - sempre roboante ed estremo nelle sue promesse - non ha lesinato entusiasmo sulla guida autonoma delle sue Tesla. Ne parla dal 2016 e il suo obiettivo era quello di rendere pienamente funzionale il sistema Full Self-Driving (FSD) entro il 2019 o il 2020. Cosa mai avvenuta e che ha causato anche guai a Tesla, come nel recente patteggiamento per la morte di un ingegnere Apple alla guida di una Tesla con FSD inserito. La storia di MaxPaul Franklin, produttore televisivo della Carolina del Nord, segna tuttavia una vittoria per Musk e sembra mostrare le capacità molto evolute dell'ultimo aggiornamento del sistema Full Self-Driving (FSD) nella sua versione V12. Proprio lo scorso 1 aprile, Tesla ha fatto cadere la parola "beta" dal suo sitema di Guida autonoma completa (FSD) per tutti i suoi veicoli negli Stati Uniti, consentendo anche un periodo di prova di un mese. Poche ore dopo, nella notte tra il 1 e il 2 aprile, Franklin si è trovato ad affrontare una situazione di emergenza che ha messo alla prova le funzionalità più avanzate della sua Model Y. L'uomo era alle prese con una grave disidratazione e un pericoloso sbalzo dei livelli di glicemia, arrivati a toccare il valore di 670 a causa di un malfunzionamento della pompa per l'insulina. In preda a questi gravi problemi, e colpito anche da un lieve infarto, Franklin ha deciso di affidarsi completamente alla sua Tesla. È salito a bordo, ha attivato la guida autonoma FSD V12, fresca di installazione (il sistema è un'evoluzione a pagamento dell'Autopilot, che viene fornito di serie su tutti i veicoli Tesla). L'auto ha percorso autonomamente circa 20 chilometri fino all'ingresso del pronto soccorso del Charles George Medical Center di Asheville, un centro medico per veterani delle forze armate, in North Carolina, senza richiedere alcun intervento da parte del proprietario. Il racconto di Franklin «Senza alcuna mia interferenza, l'auto ha abilmente affrontato il viaggio di 20 km dalla mia abitazione al pronto soccorso dell'ospedale per veterani, offrendosi di parcheggiare in autonomia una volta arrivati così da permettermi di ricevere immediata assistenza medica» racconta Franklin in un post su X (l'ex Twitter), con tanto di foto, che Elon Musk ha poi condiviso regalandogli una visibilità enorme. Una volta giunti a destinazione, la Model Y ha effettivamente proposto di cercare un parcheggio in modo autonomo, mentre Franklin veniva accolto dai medici. Grazie alle cure del personale ospedaliero, l'uomo si è rimesso rapidamente dalla crisi glicemica e dall'attacco cardiaco.  Su X e altri social, molti utenti hanno commenta che, in casi di emergenza come questo, sarebbe sempre preferibile chiamare i soccorsi. Ma altri ricordano che il tempo di intervento medio di un'ambulanza negli Stati Uniti è di 8 minuti, e che per zone rurali come quelle dove vive Franklin, questo tempo si può dilatare a 20-25 minuti e che quindi un'auto a guida autonoma permetterebbe di risparmiare minuti preziosi. Tuttavia è anche importante ricordare che - anche se Tesla continua a parlare di «guida completamente autonoma» (FSD) - le norme prevedono che l'umano al volante sia sempre pronto a intervenire e a riprendere il controllo, cosa che con è verosimile con un attacco cardiaco in corso.  Nelle ultime due settimane, chi ha potuto provare l'ultimo aggiornamento del FSD ha sottolineato gli ingegneri Tesla abbiano compiuto un significativo balzo in avanti con questa tecnologia. Oltre a numerosi tester che hanno riferito di non aver più dovuto intervenire durante tragitti complessi in città, altri indizi di un possibile punto di svolta sono l'email inviata da Elon Musk ai dipendenti nordamericani, in cui richiede che le dimostrazioni complete di FSD siano parte integrante delle consegne dei veicoli, e soprattutto l'annuncio della presentazione del Robotaxi, previsto per il prossimo 8 agosto (cosa che motiva l'entusiasmo con cui Musk ha condiviso la storia a lieto fine di Franklin). Lo stesso MaxPaul Franklin, il cui entusiasmo è comprensibiule, paragona il balzo in avanti compiuto dalla guida autonoma Tesla con all'avvento degli smartphone rispetto ai precedenti telefoni cellulari.  «Autonoma» ma supervisionata Nel momento in cui Tesla ha sbloccato a tutti i proprietari statunitensi l'accesso all'ultima versione della guida autonoma, il sistema Full Self-Driving (FSD) V12 ha perso l'etichetta "beta", diventando "Supervised" ovvero "supervisionata". Il conducente deve sempre poter riprendere il controllo del veicolo, anche se l'auto è autonoma in accelerazione, frenata e sterzo. Le note di rilascio chiariscono che - sotto supervisione umana - FSD può guidare ovunque, ma che questo non rende il veicolo completamente autonomo. Diversi enti ed esperti del settore hanno criticato Tesla per il nome "Full Self-Driving", definendolo fuorviante e irresponsabile. In alcuni casi, come già ricordato, l'azienda è stata persino citata in giudizio per questo. È possibile che il cambio di nome sia finalizzato al lancio globale della funzionalità. Tesla ha anche attivato un'opzione in abbonamento (99 dollari al mese) per attivare le funzioni software di FSD. Read the full article
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Maledetto dálkkádatrievdan: così in Nord Europa il cambiamento climatico sta cancellando la lingua della Lapponia
Si scioglie la neve. E si sciolgono le parole. I Sami, i nativi del Nord estremo dell’Europa, sono sotto attacco del cambiamento climatico. Che rende più difficile la vita nelle loro terre, a cominciare dalla pesca e dall’allevamento. E che sta rendendo obsolete, e dunque cancellando, tante antiche espressioni del loro linguaggio, impoverendolo sempre più. La lingua e le terre dei Sami Nella…
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti 
LE RADICI DELLA CRISI
Quando si pensa al "Rinascimento" in Italia, le espressioni si fanno idillio. Ovviamente, è un errore. Velato dalla bellezza delle arti plastiche e pittoriche in anni di densa produzione e di "maestri" inarrivabili, paradigmi della successiva "maniera". Ma nell'Europa del Nord, la crisi spirituale e con essa il rivolgimento delle società e degli individui, la cui collocazione al centro della vita è già indice della modernità, si afferma senza infingimenti. Nessuna illusione, neanche qui: si tratta di un'altra forma di retorica, severa, austera, grigia. No, ancora di più: tormentata, angosciata, ossessionata. L'intero vecchio continente ne verrà stravolto: l'età protestante, la riforma, la reazione delle gerarchie romane, le lotte di potere, il fanatismo religioso, la guerra, fino al "Sacco di Roma", avvenimento spartiacque che segna la fine della centralità della Chiesa cattolica e, paradossalmente, anche la fine dell'Impero incarnato da Carlo V. Entrambe le istituzioni protagoniste della storia stanno per subire l'avvento delle Nazioni. Lunga fu la scia, si estenderà per tutto il XVI secolo fino alla Guerra dei Trent'anni tra il 1618 e il 1648 e alla pace di Vestfalia che darà un nuovo assetto all'Europa. La Germania rimarrà frammentata in Stati che potranno trovare unità solo oltre due secoli dopo. È il riflesso del passaggio dall'unità religiosa alla fede vissuta come traccia individuale. Ma non regge al fanatismo della verità: questi, non conosce la tolleranza. E incombe, dai nuovi pulpiti. Come il cavaliere attraversa saldo nella sua armatura di fede il dramma della morte e l'incombere del male, così l'uomo che l'arte del Nord immagina, è figura della solitudine e del sacrificio, eroe della lotta: l'unico affidavit è riposto in se stesso. Dürer intuisce, come ogni vero artista, l'avvento di un modello diverso di umanità: più libera, cosciente. Ma sa anche che questo modello richiede la ricostruzione di principi guida, di un'identità che dall'individuo passi alla dimensione collettiva: ecco la crisi. La città, sul picco della montagna, è un enigma lontano, silenzioso. Il cavaliere, meditabondo nella sua dignità di spada e di obblighi, segue il cammino e i suoi pericoli. Li attraversa, non li teme. Perché ne riconosce l'essenza: è identica alla sua. Uno stanco mendicare che ha solo l'apparente baldanza muscolare di un cavallo al trotto e l'incosciente vitalità di un cane. L'esteso simbolismo dell'immagine è anch'esso un barlume che non riesce a mascherare il senso di rassegnazione delle tre figure: fiacche comparse in un circo abbandonato al "memento mori". Come radici senza più terra, abbarbicate sulla roccia. Dura.  Pesante. Scenario estremo che nulla potrà accogliere.
- Albrecht Dürer (1471 - 1528): "Il cavaliere, la morte e il diavolo", 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe (Germany)
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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levysoft · 8 months
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Ecco qual è il luogo più freddo della Terra
È un villaggio in Siberia chiamato Ojmjakon e detiene il record della temperatura più bassa mai registrata sul pianeta Terra: -71,2 gradi CelsiusIl posto abitato più freddo del mondo si trova nell’est della Siberia, in Russia, dalle parti di uno sperduto villaggio chiamato Ojmjakon. Fu proprio lì, infatti, che il 26 gennaio del 1926 lo scienziato Sergej Obrucev registrò la temperatura record di -71,2 gradi Celsius. C’è da dire che quella non fu una misurazione ufficiale, nonostante nel 1933 quella ufficiale registrò -67,7 gradi sottozero. C’è anche un monumento che attesta il freddo record del 1926.
Un’escursione termica di quasi 100 gradi, a Ojmjakon
Ci sono anche altre città, sempre in Siberia, che hanno tentato di strappare il primato a Ojmjakon. Nel 1892, a Verkhojansk si registrarono -67,8 gradi Celsius. Solo in Antartide potrebbe accadere di peggio, ma lì non ci sono insediamenti umani stabili. Di recente, tra l’altro, il termometro di Ojmjakon ha raggiunto i -61 gradi (22 dicembre 2007). Il bello è che nelle corti estati siberiane le temperature massime possono arrivare anche a 30 gradi sopra lo zero. Questo significa che in questi luoghi l’escursione termica fra l’inverno e l’estate può superare i 100 gradi.
Il polo nord del freddo
Abitato da appena 800 anime, Ojmjakon viene anche definito come il “polo nord del freddo”, luogo appunto dove è stata registrata la temperatura più bassa della storia. Tra l’altro nell’altopiano vivono parecchi ultracentenari, segno che nonostante il freddo, gli abitanti vivono così a lungo da sfidare ogni logica. Durante una spedizione in Siberia, il fotografo estremo Geoff Mackley decise di lanciare in aria una tazza di acqua bollente. Era il 1 febbraio 2004 e si trovava a Ojmjakon per fare questo esperimento. La temperatura esterna era di -47 gradi Celsius, l’acqua si è subito trasformata in cristalli di ghiaccio, prima di raggiungere il suolo e sgretolarsi in mille pezzi.
(via Ecco qual è il luogo più freddo della Terra | Passione Astronomia)
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stralcidivetta · 9 months
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190 Bpm
A 190 bpm ho fatto un sacco di cose. Alcune belle altre abbastanza terrorizzanti. La testa dicono fa tutto e il corpo segue. Quindi che avessi avuto paura o che mi stessi esaltando, biologicamente sono sempre la stessa pila di cellule e impulsi nervosi. Per questo motivo ho sempre seguito la mia testa e lasciato che il corpo facesse il suo.
Ho sempre provato una sensazione di agio nella fatica. Un inspiegabile senso di comfort e di naturalità. Per questo correvo e corro tanto. A volte fino alla nausea. Poco importa. Corro. Al buio o alla luce del giorno, fa lo stesso. Caldo o freddo estremo non importano. Sono solo stimoli diversi ai quali ci adattiamo perchè alla fine il fine è medesimo. Muoversi.
Il viaggio è sempre lo stesso, minuto dopo minuto sempre più a fondo, fino a dove posso perdermi completamente e farmi risputare per terra nudo, rinato.
Ho sempre vissuto in mezzo alla velocità. Sono nato in una città grande eveloce. Sono cresciuto in fretta. Forse troppo in fretta . Ma non c'erano altre strade. Mi riusciva bene e seppure non è detto che mi facesse bene l'ho fatto e questo è il risultato. Preso e portato a casa.
La mia casa era tra enormi pile di cemento e smog e sono sempre fuggito. Ora la mia casa vera è in cima ad una collina e guarda a nord un enorme specchio d'acqua al cospetto di pareti verticali granitiche e creste aeree. No, non abito in Patagonia. Le mie origini sono peruviane quindi per quanto riguarda il landscape e la quota ci siamo, ( anche un po l'attitude del soggetto) ma tuttavia ho vissuto gran parte della mia vita a sud delle alpi più precisamente tra le orobie e le retiche. Un po ovunque, dove aveva senso essere e dove la vita mi ha portato.
In mezzo a queste valli corro la mia vita in lungo ed in largo e ne ho fatto un parco giochi bellissimo. Mi sento davvero fortunato. Oggi penso che ogni cosa sia finita al suo posto e che tutto si prospetti come una promessa di altre avventure. Ho sempre scritto perchè scriverlo aiuta a darli un posto giusto nella testa e poco importa se a caso ed ovunque, basta che sia come deve essere.
190bpm sono un privilegio al quale la vita mi ha dato accesso e tutto quello che c'è nel mezzo è un viaggio lungo che ho deciso di raccontare.
Saranno racconti veri pieni di libertà, incontri ed abbandoni di gioia e di dolore, di rabbia e di stupore ma pur sempre racconti veri che oggi sono indelebili nella mia pelle e nella mia memoria. Volti e immagini che resteranno con me per sempre per buoni o brutti motivi.
Saranno racconti senza compromessi come me come del resto è questo viaggio che altro non è che la mia la vita.
Ci vediamo la fuori.
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