#Estremo Nord
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rocknread · 2 years ago
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La Tua Assenza È Tenebra di Jón Kalman Stefánsson - Recensione
La Tua Assenza È Tenebra di Jón Kalman Stefánsson – Recensione
La Tua Assenza È Tenebra, ultimo romanzo di Stefánsson, mi è capitato tra le mani per caso, in un pomeriggio di dicembre piovoso e malinconico, durante una delle mie solite incursioni in libreria. E il caso, benevolo, ha voluto guidarmi verso un libro potente. Potente la scrittura. Potente la terra, l’Islanda, protagonista indiscussa di questa storia. La Tua Assenza È Tenebra racconta l’essere…
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sauolasa · 1 year ago
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Meteo estremo, l'Italia divisa in due. Tempeste al Nord, caldo record al Sud
Piogge e grandine al nord italia danneggiano strutture e raccolti, e la Lombardia chiederà lo stato di Calamità. L'allerta resta alta anche al Sud, ma per il caldo estremo.
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sorridimj · 2 months ago
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Hey, mi scoccio abbastanza oggi, quindi ho deciso di fare domande random a qualche blog che seguo
Perciò
Colore preferito?
Che posti hai visitato? E quale è stato il più bello secondo te?
Spero di non aver disturbato 🫶🏻
eiei, son passati un paio di giorni essendo che non ho le notifiche attivate :(
-Nero / viola scuro
-Più che posti visitati vorrei visitare tipo l'asia, l'antartide, il nord della russia, l'amazzonia, in pratica passare da un estremo all'altro e ciò che che la terra ci offre, magari le zone incontaminate dall'essere umano e le diverse culture :)
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thegianpieromennitipolis · 10 months ago
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
LE RADICI DELLA CRISI
Quando si pensa al "Rinascimento" in Italia, le espressioni si fanno idillio.
Ovviamente, è un errore.
Velato dalla bellezza delle arti plastiche e pittoriche in anni di densa produzione e di "maestri" inarrivabili, paradigmi della successiva "maniera".
Ma nell'Europa del Nord, la crisi spirituale e con essa il rivolgimento delle società e degli individui, la cui collocazione al centro della vita è già indice della modernità, si afferma senza infingimenti.
Nessuna illusione, neanche qui: si tratta di un'altra forma di retorica, severa, austera, grigia.
No, ancora di più: tormentata, angosciata, ossessionata.
L'intero vecchio continente ne verrà stravolto: l'età protestante, la riforma, la reazione delle gerarchie romane, le lotte di potere, il fanatismo religioso, la guerra, fino al "Sacco di Roma", avvenimento spartiacque che segna la fine della centralità della Chiesa cattolica e, paradossalmente, anche la fine dell'Impero incarnato da Carlo V.
Entrambe le istituzioni protagoniste della storia stanno per subire l'avvento delle Nazioni.
Lunga fu la scia, si estenderà per tutto il XVI secolo fino alla Guerra dei Trent'anni tra il 1618 e il 1648 e alla pace di Vestfalia che darà un nuovo assetto all'Europa.
La Germania rimarrà frammentata in Stati che potranno trovare unità solo oltre due secoli dopo.
È il riflesso del passaggio dall'unità religiosa alla fede vissuta come traccia individuale.
Ma non regge al fanatismo della verità: questi, non conosce la tolleranza.
E incombe, dai nuovi pulpiti.
Come il cavaliere attraversa saldo nella sua armatura di fede il dramma della morte e l'incombere del male, così l'uomo che l'arte del Nord immagina, è figura della solitudine e del sacrificio, eroe della lotta: l'unico affidavit è riposto in se stesso.
Dürer intuisce, come ogni vero artista, l'avvento di un modello diverso di umanità: più libera, cosciente.
Ma sa anche che questo modello richiede la ricostruzione di principi guida, di un'identità che dall'individuo passi alla dimensione collettiva: ecco la crisi.
La città, sul picco della montagna, è un enigma lontano, silenzioso.
Il cavaliere, meditabondo nella sua dignità di spada e di obblighi, segue il cammino e i suoi pericoli.
Li attraversa, non li teme.
Perché ne riconosce l'essenza: è identica alla sua.
Uno stanco mendicare che ha solo l'apparente baldanza muscolare di un cavallo al trotto e l'incosciente vitalità di un cane.
L'esteso simbolismo dell'immagine è anch'esso un barlume che non riesce a mascherare il senso di rassegnazione delle tre figure: fiacche comparse in un circo abbandonato al "memento mori".
Come radici senza più terra, abbarbicate sulla roccia.
Dura.
Pesante.
Scenario estremo che nulla potrà accogliere.
- Albrecht Dürer (1471 - 1528): "Il cavaliere, la morte e il diavolo", 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe (Germany)
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passaggioalboscoedizioni · 11 months ago
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Giacomo Maria Prati
IPERBOREI
Il primo mito
Se per noi contemporanei il Mito rimanda alla Grecia antica, per la “culla della Civiltà europea” questo era – in primo luogo – il canto del nobile e antichissimo popolo degli Iperborei, sacro ad Apollo ed Artemide. I guerrieri greci, per entrare nell’immortalità, dovevano compiere il viaggio più pericoloso: quello verso un estremo nord visto come un Eden senza tempo, nel solco di quelle Terre eroiche vicine al cielo e agli Dei.
Giacomo Maria Prati rilegge tutto il Mito greco alla luce degli Iperborei, ai quali si deve la fondazione del santuario di Delfi e l’istituzione dei Giochi d’Olimpia. Per la prima volta, tutte le fonti greche e latine sono indagate e riassunte in un saggio ampio e approfondito, che sa anche assumere i toni dell’inno, del canto e della celebrazione epica. L’autore – il cui lavoro è arricchito da un saggio di Alessandro Coscia sullo sciamanesimo iperboreo e da un dialogo platonico con il figlio Raimondo – ci restituisce una spiritualità ancestrale vivissima, con al centro un Apollo totale e sciamanico.
Introduzione di Beatrice Harrach
Prefazione di Gabriella Cinti
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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fridagentileschi · 1 year ago
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IL VERO '68: JAN PALACH, QUELLA TORCIA UMANA CHE 50 ANNI FA BRUCIO' NEL CUORE DI PRAGA
Jan Palach, lo studente di Praga che 50 anni fa si immolò in piazza per protestare contro la brutale invasione sovietica della Cecoslovacchia (21 agosto 1968), è senza dubbio uno dei personaggi che più è entrato nella coscienza dell’Europa post bellica, colpendo l’immaginario soprattutto dei giovani, in quegli anni impegnati nelle contestazioni globali contro una società che consideravano vecchia e sorpassata. Mentre Jan Palach manifestava per la liberta' dall'Unione Sovietica. Oggi a piazza San Venceslao, luogo del suo martirio, una lapide sempre adorna di fiori lo ricorda, e in tutta Europa ci sono migliaia di strade e piazze dedicate alla sua memoria. A Roma, ad esempio, la “sua” piazza è al Villaggio Olimpico, al Flaminio, e ogni anno molti giovani vanno a deporre una corona di fiori per ricordarne il gesto estremo di protesta per la libertà, gesto a cui seguì nei mesi successivi, quello analogo di altri sei giovani, purtroppo non passati alla storia come lui. Quello che colpì fu la sua maniera di uccidersi, dandosi fuoco pubblicamente come facevano – e fanno – certi monaci orientali. Oggi in Tibet sono centinaia i monaci che si sono bruciati per attirare l’attenzione del mondo sulla repressione comunista cinese, così come ieri i giovani cecoslovacchi intendevano denunciare il comunismo sovietico. Dopo la morte di Jan Palach, si tentò di nasconderne il significato in due modi: da una parte, quella della cosiddetta Europa libera, i giornali indagarono sulla personalità un po’ triste e malinconica di uno studente di filosofia che si intendeva far passare per uno squilibrato. Ma il tentativo fallì. Sul fronte interno, quello dei Paesi prigionieri nell’area Comecon, ossia quelli del Patto di Varsavia, soggetti all’Urss, addirittura la notizia non venne data e in Cecoslovacchia il corpo di Palach fu sepolto sotto falso nome in un angolo del cimitero praghese. Dovranno passare vent’anni, ossia fino al 1989, prima che Jan Palach possa avere una tomba “vera” e ufficiale. Adesso, passata la dittatura, le autorità ceche stanno anche pensando di fare della sua casa un museo: il Parlamento ceco ha di recente approvato lo stanziamento di 240.000 euro per restaurare la casa del padre a Vsetaty, nord di Praga. Si ipotizza anche di ristrutturare la pasticceria del padre, ubicata nello stesso immobile, che gli fu espropriata dal regime comunista negli anni ’50. «L’obbiettivo è conservare la memoria di Palach, cresciuto in questa casa, onorare il suo sacrificio, mostrare l’alto senso morale e il patriottismo di questo giovane e incoraggiare la gente a non essere indifferente dinanzi a ciò che accade nella società», spiega Jan Poukar, fondatore dell’associazione “Nazione Estinta” che si adopera da due anni per il museo nella casa vuota e malridotta dei Palach. Dentro dovrebbe essere sistemata la camera di Palach e allestita in altre stanze una mostra audiovisiva per documentare il clima opprimente dell’epoca. Jan Palach era nato l’11 agosto 1948 – anno dell’arrivo al potere del regime comunista con un colpo di stato – a Vsetaty, dove trascorse l’infanzia e la gioventù, fino a quando, a 19 anni, iniziò gli studi di lettere all’ Università Carlo a Praga. Oggi molti lo ricordano, ma nel 1970 il primo artista a cantarlo fu Francesco Guccini, nella sua “Primavera di Praga”. Il gruppo musicale alternativo La Compagnia dell’Anello gli ha dedicato negli anni Settanta la canzone “Jan Palach” e più recentemente il cantautore milanese Skoll ha scritto sulla Primavera cecoslovacca la bellissima “Le fate di Praga”.
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curiositasmundi · 1 year ago
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Un violento temporale nel nord-ovest del Nevada ha condizionato nei giorni scorsi l’edizione del 2023 del Burning Man, il popolare festival statunitense in cui decine di migliaia di persone si riuniscono ogni anno nel deserto Black Rock per creare una specie di città provvisoria, bruciare un’enorme scultura antropomorfa di legno, smontare tutto e andarsene. Nella giornata di lunedì, dopo un miglioramento delle condizioni meteorologiche e del terreno, i partecipanti hanno cominciato a lasciare l’area del festival dopo che diversi eventi in programma erano stati posticipati o annullati, e circa 72mila persone erano rimaste isolate a causa del pantano che impediva a loro o a chiunque altro di attraversare il deserto.
[...]
Si ritiene che il temporale dei giorni scorsi sia stato il più lungo e intenso mai passato sul deserto di Black Rock durante un’edizione del Burning Man, un festival di arte e musica piuttosto unico, che si tiene in questa sede dal 1991 ma esiste dal 1986, e il cui biglietto di ingresso costa 575 dollari (circa 532 euro). L’eccezionalità dell’evento meteorologico e le sue conseguenze pratiche immediate hanno aggiunto elementi di attualità a un lungo dibattito sul festival, di cui si parla da anni per altre ragioni: le sue caratteristiche atipiche – non è un festival musicale, come il Coachella o Woodstock – e l’evoluzione che ha subìto nel corso del tempo.
Il Burning Man è oggi considerato non più un evento della controcultura statunitense come lo era all’inizio, alla fine degli anni Ottanta, ma il raduno noto per essere frequentato anche dai CEO della Silicon Valley e da altre persone ricche e famose, che a volte raggiungono il deserto con jet privati, atterrando in un piccolo aeroporto provvisorio, e poi alloggiano in camper di lusso. Mark Zuckerberg e Elon Musk sono tra i più famosi frequentatori abituali del festival, per esempio, anche se quest’anno non si è visto nessuno dei due. Di sicuro c’erano invece, tra gli altri, il produttore discografico Diplo e il comico Chris Rock, andati via sull’auto di un loro fan dopo aver attraversato otto chilometri di fango a piedi, ha scritto Diplo.
[...]
Non è la prima volta che i partecipanti si trovano in difficoltà al Burning Man, che si tiene alla fine dell’estate e nei primi anni era organizzato in una spiaggia a San Francisco. Dopo l’annullamento delle edizioni del 2020 e del 2021 a causa della pandemia, l’edizione del 2022 si era svolta in condizioni di caldo estremo, con temperature fino a 39 gradi, che avevano reso ancora più difficili da sopportare le otto ore in coda trascorse dalle persone per lasciare il deserto alla fine del festival.
L’edizione del 2023 era cominciata con qualche giorno di ritardo per le conseguenze del passaggio dell’uragano Hilary, che aveva rallentato i lavori di allestimento della città provvisoria. All’inizio del festival c’era stata inoltre una manifestazione di un gruppo di ambientalisti, di cui si era parlato anche perché si era sparsa la voce infondata che alcuni di loro fossero armati. I membri del gruppo, poi allontanati con la forza dalla polizia (armata), avevano occupato l’unica strada di accesso a Black Rock City, sostenendo che gli attuali fenomeni di consumismo del festival siano antitetici alla controcultura originaria del Burning Man. Reggevano cartelli con la scritta «Abolire il capitalismo» e «La Terra ha bisogno del nostro aiuto».
Piogge intense come quelle degli ultimi giorni sono relativamente insolite tra agosto e settembre nel deserto Black Rock: solo nella giornata di venerdì è caduta la quantità di pioggia che normalmente cade in tre mesi. La parte conclusiva dei nove giorni di festival è peraltro quella più affollata, perché include le molte persone che arrivano per assistere all’incendio della gigantesca scultura di legno.
[...]
Da alcuni anni gli organizzatori del Burning Man cercano di rispondere alle critiche segnalando il loro impegno in progetti di sostenibilità ambientale e compensazione delle emissioni di gas serra. In un loro rapporto sulla sostenibilità ambientale nel 2023 hanno indicato, tra le altre cose, un nuovo programma sperimentale di installazione di pannelli solari nella città provvisoria. Gli attivisti ritengono che le misure siano insufficienti per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.
Accartocciando uno dei volantini distribuiti dagli attivisti durante la protesta lungo la strada di accesso a Black Rock City, una persona che stava raggiungendo il festival ha detto al Guardian: «Ho dei pannelli solari, sul mio camper, mentre i manifestanti sono arrivati qui in macchine normali. Stanno letteralmente aggravando il cambiamento climatico».
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laragazza-sanguinante · 2 months ago
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Sono passati all'incirca 8 anni da quando i miei supereroi si sono separati. Dico supereroi perché chi come me li seguiva sapeva per certo che erano oltre qualcosiasi boy band del mondo, come sensibilità, divertimento, ed emozioni che trasmettevano attraverso le loro canzoni.
Le loro non erano semplici canzoni, ma pura poesia. Riuscivano in ogni momento buono e particolare della mia adolescenza a farmi stare bene, a farmi credere che il bene trionfa su tutto e che senza l'amore non si può vivere.
Tralasciando i problemi con le etichette discografiche e tutto il business da cui le persone dietro di loro erano accaniti, erano 5 ragazzi più uniti che mai, uniti non da fama o soldi ma uniti nell'innocenza e nell'obiettivo comune di realizzare il loro più grande sogno.
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Ricordo quel giorno straziante in cui lessi testuali parole: "Oggi, 25 marzo 2015 Zayn Malik lascia ufficialmente gli One Direction, ha bisogno di una pausa e ha dichiarato di voler intraprendere una carriera da solista".
Mi crollò il mondo addosso, avevo così tanta paura di perdere coloro che rendevano le mie giornate piene di sogni e di vita.
Mi ricordo un post che lessi su tumblr di una ragazza inglese che talmente che era impazzita per la notizia che decapitó la testa del suo cane (anche se sinceramente non ho mai compreso il motivo di questo gesto estremo perché ma povero cane cioè).
In ogni caso la band decise comunque di fare uscire il loro ultimo album insieme intitolato "Made in the A.M". Ricordo che corsi subito al negozio della mia città (si, non compro dischi su internet sono vecchio stampo su queste cose, mi piace entrare nel negozio, godermi l'atmosfera, il profumo del posto, il tocco ravvicinato con la musica), e presi il disco. Il disco in effetti era dentro una scatola di cartone, dentro c'erano due versioni e quindi due dischi con le tracce divise. Ricordo che uscirono le foto con i loro autografi da dentro e ricordo che rimasi a osservare come mio solito e a riflettere come mai le cose belle prima o poi finiscono sempre, di come le persone in effetti sono piene di mille sfumature e sono mutevoli, quindi automaticamente nulla dura per sempre o se dura non rimane uguale tutti i giorni, ma si plasma e si modifica. Ascoltai quell'album sentendo dentro di me la tristezza e l'angoscia che ormai non erano più One Direction ma Five Directions, e che il resto dei quattro prima o poi avrebbe preso strade diverse. E così fu, come dicevamo nel 2016.
Facciamo un salto all'indietro, nell'anno 2014, esattamente il 29 giugno quando si trovavano in tour in Italia e fecero tappa a San Siro. Mi ricordo ero eccitattissima all'idea di andare lì a vederli, probabilmente se ero più sveglia quando passarono accanto a me con la loro limousine bianca forse forse avrei potuto strappargli una foto o anche un semplice sguardo che mi sarei ricordata fino alla morte, il solo sapere che mi ero lasciata scappare l'occasione di far sapere loro che esistevo e che li avrei supportati fino alla fine, mi faceva rosicare troppo.
Il concerto fu una vera bomba, soprattutto quando Niall urlò "Ciao Milano!" con quel suo accento irlandese che faceva sciogliere anche i pinguini del polo nord per quanto era calda e dolce la sua voce.
Nel giorno del 29 giugno registrarono anche varie scene del loro film sulla band e la loro storia e di come il tour in Italia li aveva resi fieri ed orgogliosi (per i poveri ignoranti parlo del DVD "Where we are").
Visto e comprato anche quello ovviamente.
Ma oggi a distanza di anni, a distanza del fatto che il mio cuore e la mia mente piano piano si intossicano dalla vita quotidiana, dai problemi e i dispiaceri, dalle delusioni che la vita purtroppo mi ha riservata, riapro il mio cuore e la mia mente su di loro per leggere una notizia da brividi: "L'ex chitarrista dei One direction muore a Buenos saires precipitando dall'hotel in cui alloggiava facendo una caduta di 10 metri e schiantandosi al suolo. Purtroppo all'arrivo delle autorità era troppo tardi" al che veramente sobbalzo dalla sedia su cui ero e leggo immediatamente il resto dell'articolo. Parlava di Liam, il mio Liam, il nostro Liam! Io stentavo a crederci, ho pensato per giorni che tutto questo caos fosse fake, che veramente avessero scambiato lucciole per lanterne, invece più passavano i giorni e più le notizie circolavano e si scoprivano sempre più dettagli. Io sconvolta totalmente ancora ora che lo scrivo mi tremano le mani.
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Pensare che quel ragazzo sorridente, spensierato, pieno di vita e di energia nascondesse una grave tossicodipendenza che lo ha (probabilmente anche se io credo che sia coinvolto qualcuno nella vicenda e prima o poi verrà fuori qualche scandalo come lo schifo che sta uscendo intorno a molti artisti di grande fama) portato a suicidarsi.
Conservo tantissime foto vecchie loro, questa è una di quegli screen che feci e si vede perfettamente che è vecchia perché forse instagram era uscito da poco (o almeno al tempo che lo scoprii io) doveva essere la prima o la seconda versione al massimo del social. Foto che conservo da anni e che non ritroverò mai più da nessuna parte per questo le tengo non solo conservate nel mio telefono ma soprattutto nel mio cuore. Purtroppo ripeto le cose cambiano, sono mutevoli, si trasformano ma anche noi ci trasformiamo e cambiamo giorno per giorno senza nemmeno accorgercene. Ci evolviamo (anche se certa gente regredisce invece di progredire con il passare del tempo), ma l'unica cosa che non dovrebbe mai e poi mai cambiare è l'innocenza e la purezza interiore delle persone che invece di preservare e magari nascondere a chiave dentro di sé, la lasciano libera di mischiarsi con le schifezze di questo mondo e si sporcano l'anima letteralmente. Liam è stato debole non è riuscito a proteggere la sua anima dalle grinfie della vita, ma sicuramente non meritava di morire in questo modo.
Sará per sempre nel mio cuore come lo è stato fino ad oggi.
Riposa in pace angelo nostro 🪽
Intanto vi lascio e vado ad ascoltare la canzone che rilasciato sam pounds in onore della morte di Liam
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tempi-dispari · 2 months ago
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Le Cattedrali del Rock e del Metal in Italia: dove il fuoco Underground ancora arde
Negli anni d’oro del rock e del metal, tra le fatiche quotidiane e il bisogno di sfogo delle generazioni che sentivano il peso di cambiare il mondo, alcuni locali italiani si sono eretti a veri e propri templi della musica. Questi club, nati per la necessità di offrire una casa ai ribelli e ai creativi, sono stati l’anima pulsante della scena underground e, in alcuni casi, ancora oggi resistono, portando avanti una tradizione che sa di ferro, sudore e riff potenti. Ripercorriamo le storie di alcuni dei luoghi che hanno segnato l’immaginario collettivo di chi ama il rock e il metal.
Il Bloom di Mezzago
Iniziamo dalla Brianza, dove negli anni Ottanta il Bloom di Mezzago divenne il punto di riferimento per una scena che cercava respiro internazionale. Sotto le sue luci basse e in una location lontana dai grandi centri urbani, questo locale ha ospitato i Nirvana nel 1989, quando la band di Seattle stava per rivoluzionare il rock. Kurt Cobain e compagni salirono su quel piccolo palco, accendendo gli animi di pochi ma fortunati spettatori. Ma il Bloom non è solo storia passata: ancora oggi mantiene un cartellone vario e audace, offrendo spazio alle band che nascono dalla strada e alimentano la scena underground italiana.
Il Vidia di Cesena
In Emilia-Romagna, culla di sperimentazione culturale e musicale, il Vidia Rock Club di Cesena ha scritto pagine importanti della storia del metal e del rock alternativo. Nato negli anni Ottanta e tuttora attivo, è una vera roccaforte per i fan del metal, grazie a serate dove band emergenti e storiche fanno vibrare il pubblico. Nel suo passato spiccano ospiti come i Marlene Kuntz e i Placebo, mentre oggi la sua vocazione è quella di sostenere gruppi locali e internazionali che suonano con una sincerità e un’energia quasi perdute altrove. Il Vidia è un faro per chi, anche fuori dalle grandi città, cerca ancora il rock puro e viscerale.
Il Legend Club di Milano
A Milano, una città spesso associata al pop e alla moda, c’è un angolo in cui il rock e il metal resistono: il Legend Club. Questo locale è relativamente giovane rispetto ai suoi colleghi storici, ma si è già guadagnato una fama rispettabile. Situato nei pressi del Parco Nord, il Legend è un piccolo baluardo che continua a dare spazio a band di metal estremo, punk e rock indipendente. Le serate del Legend offrono ai fan concerti intimi e coinvolgenti, creando quella connessione unica tra artista e pubblico che ha reso i club italiani celebri anche all’estero.
Il Black Horse di Cermenate
Non può mancare in questa lista il Black Horse di Cermenate, in provincia di Como, un locale che ha visto passare sul suo palco innumerevoli band heavy e che mantiene una programmazione rock e metal costante. Il Black Horse è un luogo dove la qualità dell’offerta musicale si unisce a un ambiente rustico, in cui il pubblico è tanto fedele quanto appassionato. Questo è uno dei pochi posti in Italia dove l’anima rock non si è mai arresa alle mode. Lì, ogni concerto è vissuto come un rito collettivo che unisce vecchie e nuove generazioni.
Il Traffic di Roma
A Roma, il Traffic Live Club rappresenta da anni il punto di incontro della scena metal capitolina. È un locale che ha saputo accogliere e coltivare l’underground e che ancora oggi è il palcoscenico per band emergenti e concerti che infiammano la capitale. Il Traffic ha il pregio di mantenere un contatto costante con il mondo del metal estremo, un genere che qui trova uno spazio naturale. Le sue mura hanno visto performance memorabili, portando un po’ di quella “follia underground” anche in una città dominata da altre sonorità.
La Fenice di Senigallia
Infine, torniamo alle radici del rock blues con La Fenice di Senigallia. Questo club marchigiano è forse uno dei luoghi che ha saputo meglio amalgamare il rock nelle sue forme più classiche con le influenze del metal e del punk. La Fenice è la casa per le band che vogliono sperimentare senza compromessi, e la sua atmosfera raccolta permette al pubblico di assaporare un’esperienza intima ma esplosiva, fatta di pura energia live.
Questi locali, con le loro storie e le loro mura imbevute di musica, sono molto più di semplici spazi dove assistere a un concerto: sono parte integrante della storia culturale italiana. Grazie alla dedizione di gestori, tecnici e artisti, il rock e il metal continuano a vivere e a far vibrare l’Italia, creando un filo che unisce passato e presente, in una tradizione che, nonostante tutto, non si è mai spenta.
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monologhidiunamarea · 2 months ago
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Metà piemontese e metà siciliana… una combinazione praticamente di estremo nord ed estremo sud, che non mi è mai capitata.. ma da quello che scrivi e come lo scrivi, il risultato sembra interessante…
Ho insegnato fisioterapia per diversi anni.. ma in un corso post laurea….
S.
Ti ringrazio .
Bè ti auguro buona giornata S .
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rassegnanotizie · 2 months ago
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Ancora piogge e temporali interessano gran parte dell'Italia, in particolare Sicilia ed Emilia-Romagna, dopo una giornata di maltempo che ha avuto effetti gravi. La Protezione civile ha emesso un'allerta 'arancione' per Emilia-Romagna, Calabria, Veneto, Basilicata e Lombardia e 'gialla' per 13 regioni. Una bassa pressione sui mari italiani occidentali si sta muovendo verso la Tunisia, causando perturbazioni nel sud con forti piogge e temporali, specialmente sulle aree ioniche. Per domenica 20 ottobre si prevedono precipitazioni diffuse su Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, con possibili rovesci intensi e venti forti. A Bologna, la situazione è critica, con l'allerta rossa in vigore. I fiumi e i torrenti come il Ravone, Navile, Savena e Reno sono esondati, invadendo le strade. Il sindaco Matteo Lepore ha esortato i cittadini a rimanere in casa, segnalando che in sole quattro ore sono caduti 80 millimetri di pioggia. Nella provincia di Ravenna, evacuazioni precauzionali sono state effettuate a Bagnacavallo, in zone colpite da precedenti alluvioni. Le scuole sono chiuse e la situazione è sotto controllo per i fiumi Secchia e Panaro nel Modenese. A Bologna, parchi e centri sportivi sono chiusi, e si sta evacuando la frazione di Selva Malvezzi. In Sicilia, piogge abbondanti hanno causato allagamenti all'aeroporto di Palermo e interruzioni di elettricità. A Portopalo di Capo Passero si è verificata una tromba d'aria, e la sindaca ha invitato i cittadini a non uscire di casa. Incursioni dei vigili del fuoco sono avvenute a Catania, dove diversi automobilisti sono stati salvati da sommozzatori a Misterbianco. A Licata, il fiume Salso è esondato, causando evacuazioni urgenti di abitazioni. In Calabria, le scuole sono state chiuse in vari comuni a causa dell'allerta arancione. Nonostante piogge e vento, la situazione è attualmente sotto controllo, con interventi da parte dei vigili del fuoco in corso per uno smottamento nella provincia di Catanzaro e l'esondazione del torrente Candrilli a Vibo Valentia. Le autorità sono attive nel monitorare e gestire la situazione.
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notiziariofinanziario · 3 months ago
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Allerta rossa a Genova
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Previsto un significativo peggioramento delle condizioni meteo in Liguria possibile criticità arancione o rossa. Nel caso venisse confermato il livello massimo di allerta, le scuole resterebbero chiuse. Ma andiamo per gradi. Quello che sappiamo per certo è che dalle 12 di oggi scatta un'allerta gialla per temporali su tutta la Liguria, salvo estremo ponente, la cui chiusura è indicata a fine giornata. L'allerta verrà sicuramente estesa alla giornata di martedì, ma per sapere i dettagli bisogna attendere. Ieri Arpal spiegava: "anche la modellistica odierna conferma lo scenario delineato nei giorni scorsi, con precipitazioni più intense nella giornata di martedì (mattina e pomeriggio), tregua umida mercoledì, nuovo passaggio perturbato giovedì". "Già da lunedì - proseguono dall'agenzia - sono attese precipitazioni anche temporalesche, con una convergenza fra venti caldi e umidi da sud-est con venti più freddi e secchi da nord, convergenza che inizia a organizzarsi dalla parte centrale di lunedì e dura più di dodici ore". "Le cumulate attese sono già lunedì sera più che significative. Per questo motivo - conclude Arpal - alle 12 scatta l'allerta gialla per temporali su BCDE. Dalla serata la convergenza si farà più robusta, preludio di temporali forti, organizzati e persistenti nella notte fra lunedì e martedì mattina. Le cumulate attese saranno elevate, con venti meridionali fra moderati e forti lunedì, forti martedì". L'approssimarsi di una perturbazione, associata a un flusso umido meridionale, porta precipitazioni diffuse in intensificazione dalle ore centrali con cumulate significative sulle zone BCE. Instabilità in aumento con una bassa probabilità di rovesci o temporali forti che, sulle zone BCDE, lascia spazio a un'alta probabilità di fenomeni forti da metà giornata. Venti meridionali moderati con locali rinforzi intorno ai 50-60 km/h sul Levante. Mare molto mosso sul Levante in serata. Previsioni meteo Liguria martedì 8 ottobre 2024 Il transito dell'intensa perturbazione porta nel corso della giornata piogge diffuse tra moderate e forti con cumulate elevate su tutte le zone. Già dalle prime ore della notte si assiste a un deciso aumento dell'instabilità con alta probabilità di temporali forti su ADE; i temporali forti potranno assumere carattere di persistenza sulle zone BC in particolare nella prima parte della giornata. Venti da merdionali fino a forti con raffiche intorno ai 60-70 km/h sulle zone ABCE. Mare molto mosso su tutte le coste. La suddivisione del territorio regionale - A: Lungo la costa da Ventimiglia fino a Noli, l’intera provincia di Imperia, la valle del Centa - B: Lungo la costa da Spotorno a Camogli comprese, Val Polcevera e Alta Val Bisagno - C: Lungo la costa da Portofino fino al confine con la Toscana, tutta la provincia della Spezia, Val Fontanabuona e Valle Sturla - D: Valle Stura ed entroterra savonese fino alla Val Bormida - E: Valle Scrivia, Val d'Aveto e Val Trebbia. Read the full article
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agrpress-blog · 4 months ago
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Il 2024 in Italia: l’autunno che scompare e le conseguenze del cambiamento climatico Il 2024 ha portato in Italia un cambiam... #Caldo #cambiamentoclimatico #MarMediterraneo #mediterraneo #Previsionimeteo #riscaldamento #Temperaturerecord https://agrpress.it/il-2024-in-italia-lautunno-che-scompare-e-le-conseguenze-del-cambiamento-climatico/?feed_id=6517&_unique_id=66c77ffba0512
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tonyght · 5 months ago
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Un'ondata di caldo estremo sta attanagliando tutta l'Italia con temperature ben oltre le medie climatiche; tuttavia gli ultimi aggiornamenti iniziano a fiutare una possibile prima rottura con l'arrivo di una perturbazione temporalesca dopo Ferragosto.
Ma andiamo con ordine. E' in atto una nuova rimonta dell'anticiclone nord-africano, denominato Caronte, che determinerà nei prossimi giorni un tempo stabile ed un sensibile rialzo delle temperature su tutta Italia con punte massime fino a 37-38°C (fino a 40-42°C nelle zone interne di Sicilia e Sardegna).
Almeno fino al 18-20 di Agosto non sono previsti scossoni particolari salvo qualche veloce temporale sulle zone montuose. La nostra attenzione si sposta dal 22-23 in avanti quando potrebbe arrivare una prima rottura dell'Estate: come mostra la mappa qui sotto, una vasta area di bassa pressione posizionata sul Nord Europa (tra Scandinavia e Russia), potrebbe inviare un fronte temporalesco verso il bacino del Mediterraneo, investendo poi in pieno anche il nostro Paese.
Vasta area di bassa pressione sul Nord Europa (indicato con la lettera "B")Se ciò dovesse venir confermato è lecito aspettarsi un brusco calo termico; il caldo africano verrebbe spazzato via (almeno temporaneamente) dall'Italia per tutta l'ultima parte del mese di Agosto, lasciando spazio ad un'Estate più godibile con l'anticiclone delle Azzorre. Visti i forti contrasti termici ed igrometrici previsti non sono da escludere le regioni del Centro Nord: le correnti fresche in ingresso sarebbero in grado di provocare temporali violenti, con elevato rischio di grandinate e locali nubifragi come purtroppo la cronaca anche recente ci insegna.
Vista l'imprevedibilità di questa "trottola instabile" è possibile che nei prossimi giorni la previsione della sua direzione possa mutare e che i temporali possano interessare anche zone diverse o più ampie.
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti 
LE RADICI DELLA CRISI
Quando si pensa al "Rinascimento" in Italia, le espressioni si fanno idillio. Ovviamente, è un errore. Velato dalla bellezza delle arti plastiche e pittoriche in anni di densa produzione e di "maestri" inarrivabili, paradigmi della successiva "maniera". Ma nell'Europa del Nord, la crisi spirituale e con essa il rivolgimento delle società e degli individui, la cui collocazione al centro della vita è già indice della modernità, si afferma senza infingimenti. Nessuna illusione, neanche qui: si tratta di un'altra forma di retorica, severa, austera, grigia. No, ancora di più: tormentata, angosciata, ossessionata. L'intero vecchio continente ne verrà stravolto: l'età protestante, la riforma, la reazione delle gerarchie romane, le lotte di potere, il fanatismo religioso, la guerra, fino al "Sacco di Roma", avvenimento spartiacque che segna la fine della centralità della Chiesa cattolica e, paradossalmente, anche la fine dell'Impero incarnato da Carlo V. Entrambe le istituzioni protagoniste della storia stanno per subire l'avvento delle Nazioni. Lunga fu la scia, si estenderà per tutto il XVI secolo fino alla Guerra dei Trent'anni tra il 1618 e il 1648 e alla pace di Vestfalia che darà un nuovo assetto all'Europa. La Germania rimarrà frammentata in Stati che potranno trovare unità solo oltre due secoli dopo. È il riflesso del passaggio dall'unità religiosa alla fede vissuta come traccia individuale. Ma non regge al fanatismo della verità: questi, non conosce la tolleranza. E incombe, dai nuovi pulpiti. Come il cavaliere attraversa saldo nella sua armatura di fede il dramma della morte e l'incombere del male, così l'uomo che l'arte del Nord immagina, è figura della solitudine e del sacrificio, eroe della lotta: l'unico affidavit è riposto in se stesso. Dürer intuisce, come ogni vero artista, l'avvento di un modello diverso di umanità: più libera, cosciente. Ma sa anche che questo modello richiede la ricostruzione di principi guida, di un'identità che dall'individuo passi alla dimensione collettiva: ecco la crisi. La città, sul picco della montagna, è un enigma lontano, silenzioso. Il cavaliere, meditabondo nella sua dignità di spada e di obblighi, segue il cammino e i suoi pericoli. Li attraversa, non li teme. Perché ne riconosce l'essenza: è identica alla sua. Uno stanco mendicare che ha solo l'apparente baldanza muscolare di un cavallo al trotto e l'incosciente vitalità di un cane. L'esteso simbolismo dell'immagine è anch'esso un barlume che non riesce a mascherare il senso di rassegnazione delle tre figure: fiacche comparse in un circo abbandonato al "memento mori". Come radici senza più terra, abbarbicate sulla roccia. Dura.  Pesante. Scenario estremo che nulla potrà accogliere.
- Albrecht Dürer (1471 - 1528): "Il cavaliere, la morte e il diavolo", 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe (Germany)
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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m2024a · 5 months ago
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Crollo Scampia: Margherita e Roberto sono precipitati abbracciando i figli, così li hanno salvati Roberto Abbruzzo e Margherita Della Ragione, nipote e zia, sono le due vittime del crollo della vela celeste di Scampia. I loro volti sono i simboli di una tragedia annunciata, il loro sacrificio ha salvato la vita ai rispettivi figli, perchè abbracciandoli mentre precipitavano, hanno fatto da scudo con i loro corpi. Il sacrificio estremo Roberto ha protetto la figlia Patrizia, ora ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale Santobono: «Non dimenticherò mai l’abbraccio del padre attorno alla piccola - racconta uno dei testimoni - Mi guardava con occhi sbarrati, assenti». Abruzzo è morto sul colpo sul colpo, Della Ragione morirà poi in ospedale. Anche se erano zia e nipote, le due vittime della tragedia di Scampia avevano solo sei anni di differenza. Sette le bimbe in codice rosso ricoverate all'ospedale Santobono: la più grande ha 10 anni, le due più piccole solo 2. Due di loro - 7 e 4 anni - vengono ricoverate in prognosi riservata a causa delle lesioni multiple al cranio: sottoposte ad operazione, sono quelle che preoccupano di più. Cosa è successo Il dolore e la speranza si intrecciano di nuovo a Scampia, periferia dannata di Napoli ancora una volta teatro di morte. A determinare il dolore per la scomparsa di un uomo di 29 anni e di una donna di 35 è stato il cedimento - per cause ancora da accertare - di un ponte-ballatoio al terzo piano della Vela celeste, uno dei palazzoni anni '60 divenuti simbolo del degrado in cui versa la periferia a nord di Napoli. La speranza invece è legata alle condizioni degli altri tredici feriti - sette i minorenni - tra cui due bimbe in prognosi riservata e altre due donne gravi: l'auspicio è che possano cavarsela. Decisive saranno le prossime ore. Accade tutto nella tarda serata di ieri complice - secondo alcune testimonianze al vaglio degli inquirenti - un litigio per futili motivi tra nuclei familiari imparentati tra loro. Sono circa le 23. In tanti, richiamati dagli schiamazzi, si accalcano sulla scala metallica, già fatiscente, che fa da spartiacque tra le due ali del fabbricato, una sorta di ponte ballatoio. Almeno quindici le persone che insistono sulla struttura che cede sotto il loro peso: si tratta di otto adulti e sette minorenni. Dal terzo piano, è un volo di diversi metri che si rivela fatale per Roberto Abbruzzo, 29 anni, che muore sul colpo. Non ce la fa neanche Margherita Della Ragione, 35 anni, morta all'arrivo in ospedale per arresto cardiaco. Sette le bimbe in codice rosso ricoverate all'ospedale Santobono: la più grande ha 10 anni, le due più piccole solo 2. Due di loro - 7 e 4 anni - vengono ricoverate in prognosi riservata a causa delle lesioni multiple al cranio: sottoposte ad operazione, sono quelle che preoccupano di più. In ospedale finiscono anche sei adulti dai 23 ai 53 anni: due donne in particolare, secondo quanto riferiscono al Cardarelli, sono gravissime. .
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