#Direttore Creativo Cavalli
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perfettamentechic · 7 months ago
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Fausto Puglisi
Fausto Puglisi #faustopuglisi #puglisi #robertocavalli #cavalli #creatoredistile #creatoredimoda #storiadellamoda #progressivefashion #style #stylist #designer #maison #fashion #perfettamentechic
Fausto Puglisi, stilista italiano attualmente direttore creativo di Roberto Cavalli. Nato a Messina, Sicilia, nel 1976, Puglisi ha iniziato a disegnare in giovane età e appena diciottenne, parte per gli Stati Uniti. Prima New York, poi Dallas e infine a Los Angeles dove gli abiti Puglisi vengono acquistati da Maxfield e notati da stylist come Arianne Phillips e Patti Wilson. A New York incontra…
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personal-reporter · 2 years ago
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I grandi marchi: Chanel
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La casa che segnò per sempre la moda del Novecento… Gabrielle Chanel nacque  il 19 agosto 1883 nella provincia francese e dopo che la madre, debole e malata, morì prematuramente, il padre, venditore ambulante, mandò i due maschi a lavorare e le tre bambine nell’orfanotrofio di Aubazine. Dopo sei anni nell’istituto delle suore del Sacro Cuore di Maria, Chanel, con la zia Adrienne, si trasferì a Moulins e lavorò presso un  negozio di biancheria e maglieria come commessa per poi, dopo un anno, aprire una piccola attività di riparazioni sartoriali. Li Gabrielle  conobbe Etienne Balsan che, intrigato e ammaliato dalla figura di Chanel, le chiese nel 1908 di trasferirsi nella sua tenuta nella campagna vicino a Parigi. Durante la permanenza a Royallieu, Chanel scopri  mondo  delle attività sportive, le scuderie, i cavalli da corsa, le feste, la vita oziosa e le abitudini della classe borghese. Coco cominciò così a modificare i sui cappelli, spogliandoli di tutte quelle inutili decorazioni, riducendone le forme e rendendoli più pratici da indossare e, con l’aiuto finanziario di Balsan, aprì nel 1909 un piccolo laboratorio a Parigi. L’anno successivo, nel 1910, Gabrielle affittò la prima sede di rue Cambon della maison Chanel, grazie all’aiuto economico di Arthur Capel, soprannominato Boy. Nel 1913, notando che durante l’estate le sue clienti si spostavano dalla capitale a Deauville, in Normandia, Chanel aprì una boutique nella cittadina di villeggiatura. Coco cominciò a pensare a un abbigliamento più adatto, che andava da capi di maglia dritti e comodi ai pullover sportivi, dai blazer in flanella dal taglio maschile alle cuffie di lana e fu la prima designer ad associare il suo nome ad un profumo nel 1923, con lo Chanel n°5.. Sempre in cerca di novità e cambiamenti, nel 1926 inventò la petite robe noir, l’abitino nero che poteva essere portato in qualsiasi occasione, oggi chiamato tubino. Tra il 1927 e il 1930 le collezioni di Coco si concentrarono  soprattutto sui completi, con taglio maschile e di tweed. Durante il periodo bellico Chanel si stabilì presso l’hotel Ritz e fino il conflitto decise per l’esilio volontario in Svizzera, dopo esser stata accusata di tradimento alla patria. A Saint Moritz Coco visse per nove anni e quando nel 1946 tornò a Parigi, quello che la aspetta è totalmente diverso così, nel 1953, organizzò una sfilata per tentare di rilanciare il marchio ma le aspettative non coincidono con i pareri della stampa che stroncò la collezione. Chanel non si arrese e creò il tailleur in tweed, composto da tre pezzi: giacca, gonna e una blusa, con le rifiniture a trama e ordito di colori contrastanti e, nel 1955, è la borsetta 2.55, imbottita e trapuntata, con la catena dorata. Lo stile Chanel recuperò la sua fama, proponendosi come alternativa al New look proposto da Dior. Coco Chanel, dopo una vita intensa, morì il 10 gennaio 1971 e la maison fu  diretta dagli assistenti che con Gabrielle avevano lavorato per anni, Gaston Berthelot e Ramon Esparza, e dalle loro collaboratrici, Yvonne Dudel e Jean Cazaubon. Nel 1983,  con la collezione haute couture, debuttò l’icona della nuova era della maison Chanel, Karl Lagerfeld, con una nuova immagine del brand, saldamente ancorata ai valori stilistici della casa di moda ma con dei tocchi innovativi e giovani, sempre al passo con i tempi. Nel febbraio 2019 Lagerfeld morì ad 85 anni, lasciando un profondo vuoto nel mondo della moda e Chanel nominò Virginie Viard nuovo direttore creativo. Read the full article
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fashioncurrentnews · 6 years ago
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Fashion Film Festival Milano: l’edizione 2018
Prime anticipazioni sulla quinta edizione del Fashion Film Festival Milano all’Anteo Palazzo del Cinema.
In primis le date della manifestazione ideata da Constanza Cavalli Etro: dal 20 al 25 settembre, ovvero durante la Milano Moda Donna, con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana e del Comune di Milano.
Resta saldo lo scopo iniziale di questo spettacolo (gratuito per il pubblico) di proiettare i cortometraggi che danno voce al mondo della moda al fine di scoprire e supportare giovani talenti registici. E con lo stesso spirito che continua ad animare il FFFMilano, quest’anno l’evento diventa luogo di confronto tra giovani talenti e marchi affermati per un pubblico trasversale, millenial e digitale.
Due i temi chiave: #FFFMilanoForWomen che viene riproposto con l’obiettivo di valorizzare il talento femminile nei settori di moda, cinema e arte, e – novità – #FFFMilanoForGreen che si propone la divulgazione della cultura e della moda sostenibile.
Oltre 200 i fashion film della Selezione Ufficiale, provenienti da più di 50 Paesi, che avvicinano i grandi nomi della moda italiana e internazionale accanto a collezioni di giovani designer; registi giovani emergenti accanto a icone del mondo del cinema e della moda come Wim Wenders, Prada, Hermes, Alicia Vikander, Dries Van Noten, Kate Mara, Rag & Mone, Benjamin Millepied, Karl Glusman, Valentino, Armani, solo per citarne alcuni. I criteri sostenuti dal Comitato Artistico e dalla curatrice Gloria Maria Cappelletti, si riconfermano a supporto dei giovani talenti nell’ottica dello slogan “il Grande aiuta il Piccolo”.
La giuria internazionale – composta da: Ana Lily Amirpour, vincitrice dello Special Jury Prize al Festival di Venezia 2016; Max Vadukul, fotografo inglese di fama internazionale con alle spalle grandi collaborazioni con riviste come The New Yorker e Rolling Stone; Caroline Corbetta, curatrice d’arte contemporanea; Pablo Arroyo, creative director di L’Officiel Hommes Francia, Orsola de Castro, fondatrice di Fashion Revolution e attivista ambientale per la moda sostenibile; Umit Benan, fashion designer di origini turche; Nicoletta Santoro, Creative Director at Large e stylist della rivista Town&Country; Piera Detassis, direttrice artistica dell’Accademia David di Donatello e della rivista Ciak – decreterà i vincitori.
Ma anche il pubblico sceglierà, attraverso il voto online, il proprio fashion film preferito, a cui verrà assegnato il premio People’s Choice Award.
Darà il via alle danze il nuovo corto di Andrea Pecora, regista dallo stile essenziale, elegante e di grande impatto visivo che ha prestato il suo occhio, tra gli altri a Dolce e Gabbana e Fendi. Pecora, che ha mosso i primi passi nell’animazione 3D per una grande azienda a Milano, decide di dedicarsi alla regia nel 2012, dopo aver partecipato a un seminario con Werner Herzog. Dal 2015 fa parte, come direttore creativo, del progetto “Revolution Department”, uno studio che realizza animazioni e video.
Quest’anno la nuova partnership con Grey Goose che arricchirà la kermesse persino con il premio speciale Live the Moment Tribute, all’artista che si distinguerà per aver interpretato la realtà contemporanea in modo innovativo.
L’appuntamento fa parte del programma della Vogue for Milano 2018, la grande manifestazione, organizzata da Vogue Italia con il patrocinio del Comune di Milano, che per una notte anima strade e piazze con l’apertura straordinaria dei punti vendita, experience nelle boutique, una mostra fotografica e una caccia al tesoro, mini cinema e music live performance in Piazza del Duomo.
Special thanks to Huawei e Amazon Moda
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martinambf · 8 years ago
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PAUL SURRIDGE, nuovo direttore creativo di ROBERTO CAVALLI
PAUL SURRIDGE, nuovo direttore creativo di ROBERTO CAVALLI
ROBERTO CAVALLI NOMINA PAUL SURRIDGE COME NUOVO DIRETTORE CREATIVO DEL BRAND. UNA SCALATA VERSO IL TALENTO.
“Ho lavorato con Paul e ho avuto l’opportunità di apprezzare il suo talento creativo e le sua capacità manageriali. Paul ha una visione a 360 gradi sul marchio e tutti noi crediamo che sia il candidato ideale per completare il nostro team” – afferma Gian Giacomo Ferraris, CEO di Roberto…
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA – Ci avviciniamo alla fase conclusiva della XXX di Musicultura festival, in programma a Macerata dal 17 al 23 giugno, con media partner Rai Radio 1. Oggi gli organizzatori annunciano i nomi degli otto artisti vincitori dell’edizione 2019 del prestigioso concorso annuale cha ha a cuore la qualità e gli sviluppi della canzone popolare e d’autore italiana e che è un pilastro ed una delle peculiarità della manifestazione.
Sono partiti in 719, tutti autori dei loro brani, hanno superato il test di audizioni live entrando a far parte della rosa dei sedici finalisti, in otto arrivano ora sul podio finale, al termine di una dura e lunga selezione iniziata nell’autunno dello scorso anno.
Ecco i loro nomi, le città di provenienza ed i titoli delle rispettive canzoni: Luca Bocchetti (Roma), Furius – Francesco Lettieri (Giugliano, NA), La mia nuova età; – Lo Straniero (Asti), Quartiere italiano –  Lavinia Mancusi (Roma), Ninù – Paolantonio (Catania), Questa assurda storia – Gerardo Pozzi (Vittorio Veneto, TV), Badabum; Enzo Savastano (Benevento), Le mogli dei cantanti famosi; Francesco Sbraccia (Teramo),  Tocca a me.
“Una canzone ha il potere di cambiarti l’umore di una giornata, è un potere che nelle mani di questi giovani artisti è ben riposto – commenta il direttore artistico di Musicultura Piero Cesanelli – tra loro c’è diversità di stili e di approcci, ma li accomuna un sincero slancio creativo”.
Due di loro, Francesco Sbraccia e Paolantonio, entrano nella rosa dei vincitori al termine di un’accesa  gara a colpi di click  sui social. Uno dei vincitori, Enzo Savastano, è stato scelto da Musicultura. I restanti cinque sono stati designati a insindacabile giudizio del Comitato Artistico di Garanzia del concorso, primi firmatari del quale furono nel 1990 Giorgio Caproni e Fabrizio De André e che  in questa XXX edizione è composto da Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Paolo Benvegnù, Brunori Sas, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Giorgia, Alessandro Mannarino, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Sandro Veronesi, Willie Peyote, Federico Zampaglione.
Sarà Radio 1 Rai, dal 2001 media partner di Musicultura, a tenere a battesimo per prima, domani 4 giugno, gli otto giovani artisti ospitandoli in un concerto in anteprima nazionale dalla Sala A di via Asiago a Roma, condotto da John Vignola. Il concerto andrà poi in onda su Radio 1 venerdì 7 giugno, a partire dalle 21.
I vincitori della XXX Edizione di Musicultura saranno presto protagonisti delle serate finali del festival a Macerata dal 20 al 23 giugno, seguite anch’esse da Radio 1.
Lì, nella suggestiva scenografia dell’Arena Sferisterio (capienza 2.500 persone), i giovani artisti in concorso condivideranno il palco con personalità di spicco della musica italiana ed internazionale e con altre personalità della cultura. Al termine di un lungo percorso di selezione artistica, improntato a criteri di merito e di qualità, sarà il test del voto democratico dei 7.500 spettatori delle tre serate di spettacolo ad eleggere tra gli otto artisti rimasti in gara il vincitore assoluto, al quale andranno i 20.000 euro del Premio UBI.
Il concorso prevede altri significativi bonus che premiano la qualità dei contenuti artistici e sostengono la creatività dei giovani artisti giunti al traguardo finale, tra questi il Premio AFI (3.000 euro), il Premio Unimarche  (2.000 euro), il Premio della Critica (3.000 euro) ed un sostegno di 15.000 euro per la realizzazione di un tour di otto date grazie a NuovoImaie.
Tra gli ospiti già annunciati ed attesi all’edizione 2019 del Festival: Premiata Forneria Marconi, Daniele Silvestri, Morgan, Sananda Maitreya & The Sugar Plum Pharaohs,  Angélique Kidjo, Quinteto Astor Piazzolla, Rancore, The Beatbox con Roma Philarmonic Orchestra, The André, Giordano Bruno Guerri, Andrea Purgatori.
Gli aggiornamenti sul cast di Musicultura 2019 sono reperibili su www.musicultura.it.
I biglietti per assistere alle tre serate di spettacolo di Musicultura 2019 sono in vendita sul circuito Vivaticket. Le canzoni finaliste della XXX edizione del concorso sono raccolte nel CD Compilation “Musicultura XXX edizione/2019”, realizzato e commercializzato da CNI Compagnia Nuove Indye – HiQU Music.
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salentipico-blog · 7 years ago
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Sabato 29 luglio alle ore 21.30 in Piazza Camine ad Aradeo, in scena l’attesa anteprima del Festival ALLE RADICI DEI GESTI – TEATRO DEI LUOGHI//FINETERRA, un progetto di Teatro Koreja e Provincia di Lecce con il sostegno di Unione Europea – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione della Regione Puglia 2014-2020; Regione Puglia Industria Turistica e Culturale; Istituto Culture Mediterranee – Museo Provinciale Sigismondo Castromediano – Salento Negroamaro; col Comune di Lecce e con il patrocinio di Comune di Aradeo.
 Prima tappa del Festival è Aradeo, uno spazio caro a Koreja, il luogo delle origini e delle radici. Un luogo che in questa occasione, attraverso il teatro, evidenzia una problematica forte che compromette la bellezza e le tradizioni del luogo stesso. E si fa portavoce di un intero territorio e del sacrificio che si chiede ai suoi ulivi per salvare dal contagio il resto d’Europa.
“IL SANTOLIVO. Requiem per un albero”, è un omaggio all’ulivo. Una storia di alberi e uomini che celebrano in una processione laica il giorno della loro doppia passione. Un progetto di teatro partecipato che coinvolge tutta la comunità di Aradeo (Le) sia nel processo creativo che nell’indagine storico antropologica su un tema particolarmente sensibile. L’albero simbolo della vita e della resurrezione è morto e si celebra il suo funerale. La sua portata simbolica, la sua storia millenaria sono svuotate dall’interno, da un parassita violento che lo priva dell’anima e gli spezza le fronde. L’albero si erge su un carro portato dai cavalli neri e circondato dalle donne e dagli uomini di Aradeo che, da sempre, vivono nella terra rossa e si riconoscono nei tronchi annodati e robusti che vanno facendosi scarni e ingialliscono.
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Una serie di interviste agli anziani contadini e a chi cerca di salvare l’ulivo dalla morte prematura sono testimonianze che diventano materiale artistico insieme con la musica della banda del paese, le danze rituali, i muri trasformati dal videomapping, i musicisti e i cantanti del luogo. A dirigere le varie anime di questo corteo nato da un’idea di Salvatore Tramacere, direttore di Koreja, Anna Stigsgaard, regista danese.
Dal 7 al 13 Settembre 2017 il Festival ALLE RADICI DEI GESTI – TEATRO DEI LUOGHI//FINETERRA entrerà nel vivo tra Lecce e Acaya dove teatro, musica, ed arti performative disegneranno una nuova geografia dell’arte nel Salento.
 Ingresso libero.
Ad Aradeo l’anteprima del Festival “Alle radici dei gesti – teatro dei luoghi// Fineterra” Sabato 29 luglio alle ore 21.30 in Piazza Camine ad Aradeo
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mikepiedimontefactory · 8 years ago
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fashioncurrentnews · 6 years ago
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X-Rays Voyeur Family. The talents shooting by Diego Diaz Marin
X-Rays Voyeur family é una storia fotografica che racconta il contrasto fra l’apparenza pubblica e le reali e abitudini private (fatte di stranezze e perversioni) di una famiglia di nuovi ricchi.
Fotografo: Diego Diaz Marin Fotografo e direttore creativo spagnolo, nato nel 1987 a Torre del Mar (Malaga) Completamente autodidatta, Diego ora vive in Italia, lavorando nel mondo dell’alta moda. Con il designer Roberto Ferlito (fondatore di Schield) crea un mondo creativo in cui fotografia e moda si fondono in un’unica cosa. Il suo punto di vista provocatorio, i colori e un pizzico di ironia lo rendono uno dei più giovani e irriverenti nel mondo della moda. Tra le ultime opere di Diego Diaz Marin, ci sono pubblicità e lookbooks per marchi come Roberto Cavalli, Just Cavallli, Schield, Aquazzura, e copertine ed editoriali di riviste come Vogue Italia e Harper’s Bazaar. Recentemente alcune delle sue foto sono state nominate al Photography Award al Festival internazionale di fotografia di Cannes nel 2014 e nel 2015, ed esposte in due mostre di Vogue Italia, e vincendo la Honorable Mention nel Prix de la photographie di Parigi.
Stylist: Ramona Tabita  Laureata all’accademia di Belle Arti di Roma, con master in moda alla Naba di Milano. per vari anni ha unito allo styling il fashion writing, collaborando come contributor con l’Officiel Italia e Vogue.it ha lavorato come stylist e consultant per brand come Alberta Ferretti, Versace, Dolce e Gabbana, Missoni. Da circa 2 anni è la fashion editor di Flofferz una rivista indipendente con base a Parigi.
TEAM CREDITS Photo: Diego Diaz Marin Styling: Ramona Tabita Producer: Federico Morgantini @CATTURAproduction Ass. styling: Riccardo Di Maio Video operator: Claudio Giordano Hair & Make-up: Matteo Bartolini Ass. Ph: Alessandro Sellini Sound Designer: Dino Zoor
Starring: Clara | Next Model Management Liza Plotnikova | The Fabbrica Hernàn Cano Lopez | Brave Models Chiara Pino | Brave Models
FASHION CREDITS Annakiki, Marley Alba, Arcosanti, One Thousand, Magliano, Marco Laganà, Valerievi, Salvatore Vignola, Francesco Fellone, Gogo Philips, Costumeria Lariulà, Daizy Shely, Valenti, Marley Alba, Vien, Cattiva, Dissona
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fashioncurrentnews · 6 years ago
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Intervista: Peter Dundas racconta la sua avventura nella couture
di Divya Bala
“Sono contento di vedere che indossi qualcosa di corto, in questo momento mi piace che le ragazze Dundas mostrino le gambe,” afferma Peter Dundas mentre si accomoda tra me e Evangelo Bousis, suo partner nella vita e nel lavoro. Indossano entrambi camicie a stampa fantasia, portate sbottonate quel tanto per mettere in mostra un intrico di collanine e un’abbronzatura fresca di spiaggia.  Mi fa piacere essere stata inclusa nel gruppetto delle  ‘ragazze Dundas’ (di cui vi dirò di più in breve) dal momento che io, come la maggior parte d’altronde, conosco il debole del designer per le donne che amano gli orli pericolosamente corti, le lunghezze mini-micro, il fit seconda pelle e, in generale, quel glamour sensuale per cui sono note le sue collezioni. È un’estetica che ha perfezionato durante i suoi passaggi da Jean Paul Gaultier, Christian Lacroix, Emanuel Ungaro (maison per cui ha ricoperto il suo primo ruolo di direttore creativo), Emilio Pucci e Roberto Cavalli, prima dell’uscita ad ottobre 2016 in vista del lancio del suo marchio omonimo, Dundas.
Le sue fan, che Peter ed Evangelo hanno affettuosamente ribattezzato “le ragazze Dundas” e che hanno seguito il designer da maison a maison, includono le donne più glamour e viaggiatrici al mondo: da Emily Ratajkowski e Jourdan Dunn passando per Sara Sampaio, Giovanna Battaglia e Bianca Brandolini. E la lista potrebbe continuare a lungo.  “C’è un dialogo costante con le ragazze, per sintonizzarci sui loro bisogni e su ciò che desiderano davvero dal loro guardaroba. Per me è un modo moderno di approcciare il marchio ed è qualcosa su cui ci concentriamo davvero”, spiega Dundas. “Mi sono reso conto quando in passato lavoravo per altre case di moda che una delle cose che mi riesce più facilmente è instaurare questo legame con la cliente. Siamo un marchio totalmente incentrato sul cliente, sintonizzato sulle frequenze delle nostre ragazze per capire come soddisfare i loro desideri al meglio e nel modo più divertente”.
Una “ragazza” in particolare, una certa Ms. Beyoncé Knowles-Carter, che Peter chiama semplicemente “B” ama le creazioni Dundas in modo speciale. Di recente si è presentata sul palco con un prezioso capo metallizzato con tanto di mantella viola con ricami in oro e uno strascico da far concorrenza a quello di una sposa reale. Il loro sodalizio dura già da dieci anni, dal Met Gala alle inaugurazioni presidenziali, più i costumi di scena per due tour e i capi indossati per video musicali, tra cui l’abito color calendula di “Hold up”. A dire il vero, fu “B” a far esordire l’avventura da solista di Dundas nel 2017 indossando un suo abito ai Grammy dove rivelò, tra l’altro, di essere incinta di due gemelli. “La vesto da così tanto tempo ed è stato davvero meraviglioso quando ha mostrato il marchio in anteprima l’anno scorso. Mi ha detto ‘Ti ho seguito dovunque, quindi ha senso che sia io a fare debuttare il tuo marchio. ’ Sa cosa aspettarsi da me e io credo di sapere cosa funziona su di lei ed è un gran piacere lavorare insieme”.
Osservando la sua nuova collezione, la quinta, intitolata D5, posso affermare con certezza che Beyoncé e le fan della stravaganza targata Dundas saranno contente. È una collezione ricca di look elettrizzanti, in stile boho anni ’70, tipico delle mogli super sexy delle rockstar, un’estetica per cui è ben noto e famoso: vedi tutine che coprono appena il lato b con cascata di frange rosa ombré di perline (che a quanto pare richiedono fino a 10 giorni di lavorazione), garza di seta color rosa tramonto, shorts di pelle a frange color avorio (“Amo il movimento, vedere come si muove il corpo”), ciclisti di pizzo nero e crop top da indossare a strati, un velluto in lamé talmente soffice da sembrare visone rasato, crêpe georgette di seta intessuta con motivi di piume, felpe con cappuccio impreziosite da paillettes e perline a là Dundas, giacche smoking e abiti monospalla dalla manifattura talmente meticolosa da mantenere la forma della silhouette di chi l’indossa una volta riposti sull’attaccapanni. Le lavorazioni materiche sono opulenti e impreziosite da pailettes effetto ologramma, ricami a rovescio che intrappolano lustrini che sembrano brillare dall’interno del tessuto, costellazioni di perline a corno nere e argento e un effetto coccodrillo in versione maglia metallizzata. E che collezione Dundas sarebbe senza una buona dose di stampe zebrate? “Chic in versione urban-punk-jungle!” lo descrive lo stilista. E se siete in dubbio rispetto a dove mai indossare una di queste stravaganti creazioni, Peter spiega: “a un party, a una cena con le amiche. Si tratta di abiti per i momenti allegri della vita.”
Peter sta decisamente scoprendo la sua voce di solista. “Per il momento mi concentro sul mio dna personale. È qualcosa che ho portato nelle case di moda per cui ho lavorato in passato ed ora si tratta di lasciarlo fiorire nella sua forma più pura”. Ci tiene a puntualizzare un aspetto del business, spiegandoci che si assicura che i capi siano accessibili (i prezzi variano dai 1000 ai 5000 euro fino a un massimo di circa 8000 euro per gli ensemble più elaborati, prima di spostarsi verso il segmento su misura offerto dal marchio). Poi sia Dundas che Bousis alludono ad una prossima linea uomo e lifestyle.
“Oggi il nuovo è il nuovo nuovo”, spiega Dundas. “Sembra uno scioglilingua ma è  davvero questo lo stato delle cose”. La collezione presentata durante la settimana dell’alta moda per la seconda volta, a un anno di distanza dal suo debutto, è in realtà la quinta per il marchio omonimo. Le precedenti sono state lanciate in maniera quasi sporadica come se fossero capsule collection in formato lookbook e presentate da modelle quali Natasha Poly e Dree Hemingway. “Cerchiamo di evitare il format stagionale: primavera-estate, resort, eccetera, in quanto le nostre clienti sono nomadi dei giorni nostri, sempre in viaggio. Se ami un abito non dovresti indossarlo solo per una certa stagione o un anno”, commenta Dundas. “Ritengo che il sistema classico debba cambiare e noi siamo all’interno di questo cambiamento. Vogliamo rimanere liberi su questo aspetto, chi può sapere dove e quando sarà la prossima sfilata?” Che dire, speriamo di non dover attendere troppo a lungo.
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fashioncurrentnews · 7 years ago
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Olivier Rousteing
Oggi è veramente un giorno speciale per Olivier Rousteing. La sua amica Beyoncé ha aperto Coachella vestita Balmain e in più il negozio milanese, interamente progettato da lui,  ha appena aperto i battenti in via Montenapoleone. Due motivi dunque per sentirsi orgoglioso del percorso fatto fino ad ora. Ma Olivier non ama sedersi sugli allori anzi ama buttarsi nell’arena per combattere nuove battaglie.
Certo da quando il fondo Mayhoola, di proprietà della chicchissima sceicca del Qatar ha acquistato la casa di moda, il giovane designer francese può tirare un sospiro di sollievo.
“Questa iniezione finanziaria mi ha permesso di concentrarmi ancora di più sulla creatività” dice lo stilista seduto in una delle stanze barocche del nuovo negozio Balmain, ricostruito come un hotel particulier parigino. “La creatività è libertà. Non ci può essere l’una senza l’altra”.
Olivier a soli 32 anni è sicuro di sè e consapevole di aver traghettato Balmain verso il successo. Ha vestito star del calibro di Rihanna e Kim Kardashian-West, ha collaborato con H&M, Victoria’s Secrets e il Paris Ballet e oggi i suoi abiti super sexy a cinque zeri sono nella wish list di tutte le donne del Pianeta. A chi lo accusa di disegnare vestiti volgari e di non rispettare la legacy di Monsieur Pierre lui  secco risponde  “ Non amo il vintage e non farò mai abiti retrò” e poi aggiunge “Disegno abiti da indossare oggi e che possono piacere adesso”.E se qualcuno gli fa notare che questo successo  non sia dovuto al suo talento, ma alle amicizie con star della musica pop e ai milioni di follower su Instagram, Olivier risponde “ Non ho nulla da nascondere. Tutta la mia vita è su Instagram. Io voglio essere vicino al mondo Pop e mi piace condividere le mie esperienze con chi mi segue…la mia vita è di dominio pubblico…posto tutto quello che mi piace. Non ho paura del giudizio, né del pregiudizio. Mi piace lottare per quello in cui credo come fanno Kim (Kardashian-West), Rihanna, Jane (Fonda) e Brigitte (Macron), amiche e fan di Balmain, donne forti e coraggiose che lottano per i loro ideali. Donne che credono profondamente in qualcosa e non hanno paura di dirlo…di renderlo pubblico”.
Dell’Italia ama tutto. Arte, cibo e moda. “Il mio amore per il vostro Paese è nato tantissimi anni fa guardando le sfilate di Gianni Versace, Dolce & Gabbana, Giorgio Armani e Gucci (by Tom Ford)”. Olivier è arrivato in Italia giovanissimo e ha iniziato a lavorare nell’ ufficio stile di Roberto Cavalli. Non ama comunque parlare di quel periodo almeno dal punto di vista professionale “Scriva che mi sono innamorato della bellezza italiana perché mi sono veramente innamorato per la prima volta in Italia poi però ho preferito tornare in Francia” dice il designer.Entrato a soli 23 anni in Balmain per affiancare Christophe Decarnin, nel 2011 diventa direttore creativo della Maison. “Di Balmain mi ricorderò solo il primo e l’ultimo show”, dice Olivier “ Perché sia in un caso che nell’altro non sai cosa aspettarti…cosa accadrà. La moda ormai va veloce e questo mi piace! Ogni giorno si scrive un nuovo capitolo, ogni sfilata racconti una nuova storia e questa è una bella sfida. L’ unica cosa che mi fa paura della moda è il suo aspetto crudele, ma fa parte del gioco: oggi ti fanno salire fino alle stelle e domani ti trascinano nel fango”.
Un gioco che Rousteing conosce bene tanto da immaginarlo in una esperienza di virtual reality nel nuovo shop di Via Montenapoleone. Per la prima volta infatti le clienti potranno sapere cosa passa per la testa di Olivier quando crea una collezione… una vera e propria Balmain experience.
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fashioncurrentnews · 7 years ago
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Roberto Cavalli è Special Guest di Pitti Immagine Uomo 94
Roberto Cavalli torna a Firenze. La collezione  menswear del brand italiano, di proprietà del fondo d’investimento Clessidra SGR , disegnato oggi da Paul Surridge debutterà a Pitti Immagine Uomo 94.
“Quella tra Pitti Immagine e Roberto Cavalli è una lunga storia d’amore iniziata 20 anni fa”, dice dice Raffaello Napoleone, Amministratore Delegato di Pitti Immagine,  “La sfilata a Firenze, al prossimo Pitti Uomo, della prima collezione menswear firmata da Paul Surridge sancisce ulteriormente questo legame, con noi di Pitti e con la città. È il ritorno di uno dei campioni dell’Italian style, uno dei marchi che hanno reso Firenze capitale della moda nel mondo, e allo stesso tempo l’occasione per sottolineare il nuovo corso del brand, guidato dal talento stilistico del nuovo direttore creativo. Siamo davvero felici di presentare questo Special Guest“.
“La Roberto Cavalli è nata a Firenze ed è naturale che il suo rilancio passi da questa città”, dice Gian Giacomo Ferraris, CEO di Roberto Cavalli Group, “Siamo quindi particolarmente contenti dell’invito di Pitti Immagine. Lo sviluppo dell’abbigliamento maschile è una grande opportunità di business per Cavalli e il talento, la visione e l’esperienza di Paul presentati a Pitti sono la base di partenza ideale.”
Altro Guest designer di questa edizione di Pitti 94 sarà Craig Green leggi l’articolo qui
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