#Coppi Barbieri
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polishmodels · 1 month ago
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Daga Ziober - Giorgio Armani Fine Jewellery Blanche collection 2024 campaign
Photographer: Coppi Barbieri
source: instagram.com; wallpaper.com
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typo1 · 1 year ago
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Coppi Barbieri - Reflections
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m2024a · 4 months ago
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Fabrizio Corona, l'ecografia del figlio: «Nascerà il 25 dicembre, d'altronde è figlio di Dio». Poi bestemmia Fabrizio Corona, in un modo o nell'altro, fa sempre parlare di lui. La fidanzata Sara Barbieri è in attesa del loro primo figlio insieme e l'ex re dei paparazzi sta condividendo questo secondo viaggio nella paternità (lui è già papà di Carlos Maria, avuto dalla precedente relazione con Nina Moric) sui suoi social. Come sempre, l'irriverenza di Corona è il protagonista di ogni situazione, anche quando si tratta dell'ecografia del piccolo in arrivo. L'ecografia Fabrizio Corona ha chiesto alla fidanzata Sara Barbieri di ripetere davanti alle telecamere dei loro smartphone e delle storie Instagram quando dovrebbe nascere il loro primo bimbo, come ha rivelato loro il ginecologo.   «25 dicembre, ci farà questo regalino», ha riferito la modella fiorentina e Corona non ha potuto non commentare con la sua solita umiltà: «Beh, d’altronde è figlio di Dio e non poteva nascere un altro giorno». Poi aggiunge una colorata bestemmia a chiudere questa storia Instagram. Nulla di cui sorprendersi, Corona è sempre stato un personaggio molto divisivo e fuori dal comune. Fabrizio Corona e Sara Barbieri sono fidanzati ufficialmente dal 2021. Lo scorso dicembre la coppia però ha attraversato un breve periodo di crisi. La modella aveva infatti pubblicato dei messaggi su Instagram che facevano pensare a una rottura tra i due. La crisi poi, con il passare del tempo, è stata confermata da Fabrizio Corona. «Nelle coppie ci sono sempre alti e bassi - aveva detto Fabrizio Corona a Chi -. A dicembre abbiamo litigato e non ci siamo visti per un mese e mezzo. Poi ci siamo chiariti e siamo ripartiti».
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exquisite---corpse · 7 months ago
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coppi barbieri, early works
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Verona in festa per la Première del Festival shakespeariano
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Verona in festa per la Première del Festival shakespeariano. Sarà un evento nell’evento. Una grande festa che coinvolgerà la città e che uscirà, per la prima volta, dalle mura del Teatro Romano. Giovedì 6 luglio inaugura il 75° Festival Shakespeariano. L’Estate Teatrale Veronese dà il via al cuore pulsante del cartellone 2023 con una serata indimenticabile. Per la prima volta, la Première del Festival, organizzato dal Comune di Verona, sarà aperta dalla Banda dell’Esercito Italiano. Ben 55 orchestrali in uniforme storica sfileranno per il centro storico, diretti dal Maestro Maggiore Filippo Cangiamila. Un concerto a tappe che partirà da piazza Bra e arriverà al Teatro Romano, dove la Banda eseguirà alcuni brani tratti dalle colonne sonore delle opere shakespeariane. Un evento aperto alla città per celebrare l’anniversario dell’Estate Teatrale Veronese e la storia del più longevo Festival italiano dedicato a William Shakespeare. Un amore che non conosce fine tra Verona e il Bardo. Una storia che non si è mai interrotta, dal dopoguerra ad oggi, nemmeno durante la pandemia grazie anche alla collaborazione con Arteven, e al sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. La prima nazionale dello spettacolo Letti d’amore sarà quindi preceduta da un evento musicale al quale potranno prendere parte veronesi e turisti, tra le vie del centro storico. Percorso: La Banda dell’Esercito italiano partirà dalla scalinata di Palazzo Barbieri, in piazza Bra, alle ore 20. Lì suonerà in formazione i primi brani, dopodichè la parata percorrerà via Oberdan per arrivare a Porta Borsari, dove ci sarà una seconda esibizione. Infine farà tappa in piazza Erbe, dove la musica coinvolgerà il salotto cittadino, per poi proseguire su corso Sant'Anastasia, via Massalongo, Ponte Pietra, fino a giungere al Teatro Romano. Alle ore 21, sul palcoscenico, i musicisti eseguiranno tre brani per il pubblico presente a teatro, March “Cymbeline”J. M. Fulton, ispirata all’opera teatrale; Romeo e Giulietta di Nino Rota, arrangiamento J. Edmondson, tratto dal film di Zeffirelli del 1968; L’altro Ennio, di Morricone arrangiata da Filippo Cangiamila. Uno spettacolo nello spettacolo, da non perdere. E poi sul palcoscenico alcuni tra i più grandi nomi del teatro italiano: Giuliana De Sio, Adriano Giannini, Francesco Montanari e Laura Morante, per la prima nazionale di Letti d’Amore, di Fausto Costantini e Raffaello Fusaro. Un omaggio a tutte le coppie shakespeariane e alla grandezza e all’universalità della scrittura shakespeariana. Una lettura scenica arricchita dalle coreografie dei danzatori di ResExtens Dance Company Porta D’Oriente - Centro Nazionale di produzione per la Danza. Uno spettacolo pensato proprio per celebrare l’anniversario dell’Estate Teatrale Veronese. Durante la serata verranno consegnati due riconoscimenti alla carriera teatrale. Lo storico Premio Renato Simoni andrà a Franco Branciaroli, a deciderlo una commissione di critici e giornalisti, esperti di teatro. Mentre a Gianpaolo Savorelli il premio straordinario Una vita per il teatro, con il quale il Comune di Verona vuole omaggiare l’ex direttore artistico, per 45 anni alla guida dell’Estate Teatrale Veronese. In vendita i biglietti. Per prendere parte alla serata-evento dedicata alla città di Verona è ancora possibile acquistare i tickets al Box Office di via Pallone, così come online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it. A presentare la serata-evento l’assessora alla Cultura Marta Ugolini, il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini e il Tenente Colonnello Antonio Mannella in rappresentanza dell'Esercito - Comfoter di Supporto. Da Roma, collegato da remoto, il Maggiore Filippo Cangiamila, direttore della Banda dell'Esercito Italiano. L’assessora Marta Ugolini afferma:“Sarà una serata speciale . Il nostro Festival dal 1948 ha fatto tanta strada, portando a Verona l’eccellenza teatrale. Vogliamo celebrare questi 75 anni di cultura e arte portando la festa nelle strade del centro storico. E valorizzando alcune figure che hanno scritto la storia dell’Estate Teatrale Veronese. Un ringraziamento va a tutti coloro che rendono possibile tutto questo”. “Inaugurare un Festival è sempre un momento di festa. Quest’anno abbiamo ideato una serata di apertura che avrà al centro Shakespeare, ma che coinvolgerà l’intera città, grazie alla prestigiosa presenza della Banda dell’Esercito Italiano. Premieremo poi Franco Branciaroli, che a Verona ha mosso i suoi primi passi portando poi anche i suoi grandi successi da attore maturo. E poi il mio predecessore, Gianpaolo Savorelli, che ha dedicato 45 anni della sua vita a questo festival con grande amore e passione” ha aggiunto Carlo Mangolini. “Sarà un evento nell’evento, non solo per il pubblico che vedrà lo spettacolo ma anche per i cittadini e i turisti che potranno assistere ad un concerto itinerante da piazza Bra al Teatro Romano. Questo a conferma della presenza e della vicinanza dell’Esercito ai cittadini e della forte sinergia che da tanti anni ci lega alle Istituzioni veronesi” ha spiegato Antonio Mannella. “La Banda è portatrice di cultura così come di allegria e festa. Io ho l’onore di dirigere questi professionisti che il 6 luglio, con la parata in città e al Teatro Romano, faranno risuonare le più belle marce e alcuni brani selezionati, ricordando l’opera di Shakespeare e il grande maestro Morricone” ha concluso il Maestro e Direttore Filippo Cangiamila. Motivazione Premio Renato Simoni: Questa la motivazione con cui la commissione, formata da Claudia Cannella – Hystrio, Roberto Canziani – giornalista e critico teatrale, Masolino D’Amico – storico e accademico teatrale, Rodolfo Di Giammarco – La Repubblica, Katia Ippaso – giornalista scrittrice, oltre all’assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini e al direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini, hanno assegnato a Branciaroli il Premio. “Fin dagli esordi Franco Banciaroli è stato scelto da registi illustri, prima da Aldo Trionfo, poi da Luca Ronconi, da Maurizio Scaparro, da Luigi Squarzina. Recitò fianco a fianco con Carmelo Bene. Fu collaboratore e interprete prediletto del massimo drammaturgo di allora, Giovanni Testori, col quale fondò la sua compagnia. Interpretò parecchie volte i grandi protagonisti di Shakespeare, spesso al Teatro Romano di Verona. Fu diretto, ancora, da Gianfranco De Bosio, da Armando Pugliese; spesso fu regista egli stesso, in testi di autori classici e contemporanei, anche estrosi, come, uno per tutti, Thomas Bernhard. Nella sua lunghissima carriera ha fatto di tutto e si è sempre esposto di persona senza quasi mai appoggiarsi a una struttura come un teatro stabile, assumendosi i rischi e le responsabilità come un comico itinerante di una volta. Anche come attore, pur essendo modernissimo in alcune sue scelte, è il prezioso esponente di una tradizione antica e oggi minacciata. Infatti Branciaroli, pur essendo più che dotato in tutte le richieste del mestiere, ha sempre fatto un punto di forza di quella che una volta era la specialità dei grandi, e che oggi rischia di essere cancellata dai mezzi meccanici: la voce. Quella di Branciaroli è l’ultima meravigliosa voce del teatro italiano. Ascoltarla senza la mediazione degli altoparlanti significa ricordarsi che proprio in questo il teatro è diverso da ogni altro medium. A teatro si ascolta una persona che è lì”. Trama Letti d’Amore: Quattro personaggi insonni, durante una notte di domande, si ritrovano a sognare da svegli. Si raccontano paure, desideri, amori e dubbi in uno spettacolo scandito dal ritmo dei versi di Shakespeare. In un tempo in cui siamo un po’ spaesati ed in cerca di soluzioni che ci aiutino a capire le cose, le parole di Shakespeare tornano attuali ed umane. Alternando incertezze del parlato, frasi di oggi e perfino qualche errore, senza soluzione di continuità, i personaggi si immergono nei versi del Bardo. Legando i temi di Shakespeare al nostro tempo, va in scena un medley di carne, tradimenti, denaro, potere, passione, comico e tragico. Gli attori, alternandosi in dialoghi e monologhi, giochi di scherma in botta e risposta, miscelano atmosfere e linguaggi in uno spettacolo in cui le parole e la danza comunicano emozioni, eros, sorrisi e poesia. Banda dell’Esercito: Fondata nel 1964, la Banda dell’Esercito è il complesso musicale rappresentativo della Forza Armata. É formata da centodue orchestrali, un archivista, un Maestro direttore e un Maestro vice direttore, tutti diplomati presso le più importanti Istituzioni Musicali italiane e reclutati tramite selettivo concorso nazionale. É attiva sia per i servizi istituzionali sia in un’intensa attività concertistica che l’ha vista protagonista nei più prestigiosi teatri italiani ed esteri (Francia, Olanda, Malta, Belgio, Lussemburgo, Austria, Egitto, Germania, nell’area balcanica e negli Stati Uniti d’America).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lehameau-delasouris · 4 years ago
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Coppi Barbieri
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fashionbooksmilano · 5 years ago
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Memos. A proposito della moda in questo millennio
a cura di Maria Luisa Frisa
Marsilio Editori, Venezia 2020, 192 pagine, 36 ill. a colori e 12 bn,               ISBN  978-8829706631
euro 35,00
email if you want to buy: [email protected]
"Memos. A proposito della moda in questo millennio" vuole innescare una serie di riflessioni sulla moda contemporanea, sulle sue qualità e sui suoi attributi, attivandole a partire da quelle "Lezioni americane" che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere nell'autunno del 1985 all'Università di Harvard, nell'ambito delle Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Calvino morì improvvisamente nel settembre dello stesso anno, ma la moglie Esther decise di pubblicare le tracce scritte. Il titolo dato dallo scrittore era "Six memos for the next millennium". Così "Memos", parola incisiva e ampia, è titolo dell'esposizione. La rilettura di Calvino suscita oggi una domanda fondamentale: può la moda, in quanto industria culturale, sistema di comunicazione, territorio ricco, ibrido e problematico, essere considerata pratica produttivamente poetica, quindi naturalmente letteraria? "Memos" si propone così di costruire un «discorso sul metodo», ovvero una riflessione sulla curatela delle mostre di moda e sulla sua capacità di gestire i diversi prodotti della moda stessa: non solo gli oggetti, ma anche le immagini e le parole. Nel volume che accompagna la mostra al Museo Poldi Pezzoli di Milano Maria Luisa Frisa riflette sulla pratica del fashion curating e concepisce il progetto come un dialogo tra diverse sensibilità: con Judith Clark per l'exhibition making e con Stefano Tonchi per il progetto visuale, che raccoglie le immagini scattate da Coppi Barbieri. Teatro di questo esercizio è appunto il Poldi Pezzoli, la casa-museo nata nella seconda metà dell'Ottocento per ospitare la collezione del suo fondatore, Gian Giacomo Poldi Pezzoli. Ma il museo è stato anche il luogo di una serie di mostre di moda - Gabriele Monti indaga nel suo saggio in catalogo la fondamentale "1922-1943: Vent'anni di moda italiana", a cura di Grazietta Butazzi (1980) - che hanno guardato precisamente alla moda come a un campo di indagine storica, critica e curatoriale.
14/06/20
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felisidus · 6 years ago
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spring 1994 © Coppi Barbieri – Courtesy Damiani
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eiginleiki · 4 years ago
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Fabrizio Coppi and Lucilla Barbieri
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massiveluxuryoverdose · 8 years ago
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Coppi Barbieri
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sentierscolores · 3 years ago
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AD - Coppi Barbieri
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fondazioneterradotranto · 5 years ago
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La Terra d'Otranto in un prezioso arazzo (3/3)
di Maria Grazia Presicce e Armando Polito
Passiamo ora alle immagini dei monumenti e degli stemmi contenute nei medaglioni sottostanti le coppie di nomi. Siccome tutti i monumenti si riferiscono a Lecce, l’unica concessione fatta a città diverse consiste nella riproduzione del loro stemma in riferimento al personaggio, a cui dette i natali,  indicato nel cartiglio. Da notare, però come i medaglioni, i cartigli e la stessa figura centrale siano legati tra loro da elementi decorativi di natura vegetale che conferiscono al tutto un senso di compattezza e di straordinaria unità nella diversità. Di stemmi e monumenti forniamo anche l’immagine recente per consentire al lettore un immediato riconoscimento-riscontro. Di solito in lavori del genere per la rappresentazioni di paesaggi era normale avvalersi a mo’ di modello di foto, possibilmente di fotografi famosi. E non si può fare a meno a tal proposito di pensare a Pietro Barbieri ed a Francesco Lazzaretti. Pietro Barbieri, di origini modenesi, Insieme col fratello Augusto trasferì lo studio da Modena a Lecce, ove i due operarono dal 1878 al 1905.  Pietro fu anche pittore di ritratti, le cui foto serviranno di base ai pittori. A lui e al fratello fu commissionato un album fotografico sulla Terra d’Otranto da donare al sovrano insieme con l’Illustrazione dei principali monumenti di Terra d’Otranto, che raccoglieva i contributi monografici di Giacomo Arditi, Francesco Casetti, Luigi Maggiulli, Cosimo De Giorgi, Luigi De Simone e Sigismondo Castromediano. Questa sorta di catalogo venne pubblicato con il titolo di Illustrazione dei principali monumenti di Terra d’Otranto per i tipi di Campanella a Lecce nel 18891. Le foto dei Barbieri, per i quali una sorta di gemellaggio, sia pure in formato risotto, con gli Alinari non sarebbe fuori luogo, vennero utilizzate a corredo di parecchi testi geografici, alcuni dei quali avremo occasione di citare più avanti.
Federico Lazzaretti  (1858-1937), invece, nato a Lecce, vi aprì nel 1884 insieme con il fratello Luigi la Premiata litografia, uno studio che si occupava anche di legatoria e fotografia. Nel 1905 insieme con Luigi Conte rilevò lo studio dei fratelli Barbieri.
Nonostante per certi soggetti l’inquadratura sia quasi obbligata, volta per volta riporteremo per ogni dettaglio paesaggistico contrassegnato da un numero sull’insieme la foto che potrebbe aver funto da modello ed una recente.
1 A sinistra lo stemma di Lecce2, a destra la chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo.
Foto Barbieri tratta da Gustavo Strafforello, La patria. Geografia dell’Italia. Provincie di Bari, Foggia, Lecce, Potenza, Unione Tipografico-editrice, Torino, 1899,  fig. 63, p. 200
2 Piazza Duomo. In questo caso il modello potrebbe essere stato Federico Lazzaretti (1858-1937). La foto, sua,  che segue è  tratta da Giuseppe Gigli,  Il tallone d’Italia, op. cit., Istituto italiano d’arti grafiche editore, Bergamo, 1911, p. 25.
 3 A sinistra lo stemma di Brindisi3 (patria del De Leo), a destra l’Istituto Marcelline.
Qui come elemento di raffronto siamo in grado di proporre solo due cartoline del 1901 (data d’inoltro), comunque preziose a testimoniare il cambiamento del paesaggio in un secolo.
Questa seconda offre una prospettiva molto vicina a quella dell’arazzo.
4 A sinistra Porta Napoli, a destra stemma di Gallipoli4 (patria, per alcuni, del De Ribera)
L’inquadratura obbligata rende problematica l’individuazione del modello, che potrebbe coincidere con uno dei tre proposti di seguito.
Foto Barbieri tratta da Gustavo Strafforello, La patria …, op. cit., fig. 59, p. 196
Da Le cento città. Supplemento mensile illustrato del Secolo, Sonzogno, Milano, n. 9420 del 28 giugno 1892.
Foto Lazzaretti tratta da Giuseppe Gigli, Il tallone …, op. cit., p. 29
5 Palazzo dei Celestini e Basilica di S. Croce
  Foto Lazzaretti, tratta da Giuseppe Gigli, Il tallone …, op. cit., p. 43
6 A sinistra la Torre di Belloluogo, a destra lo stemma di Taranto5 (patria di Paisiello e di Archita). Da notare come nello stemma Taras (il mitico fondatore della città) in groppa al delfino regge con la destra un tridente raffigurato in verticale, posizione diversa rispetto a quella dello stemma attuale e ispirata a quella delle monete antiche di datazione più recente (III secolo a. C.6; in quelle precedenti il tridente è assente).
Foto Barbieri tratta da Gustavo Strafforello, La patria …, op. cit., fig. 75, p. 212
La comparazione che segue tra l’immagine originale del Barbieri (che nello Strafforello risulta tagliata) e quella dell’arazzo mostra la loro perfetta sovrapponibilità. Molto probabilmente proprio la foto del Barbieri funse da modello per l’esecuzione del dettaglio dell’arazzo. Se ciò risponde alla realtà dei fatti possiamo stabilire un elemento di datazione, per quanto approssimata, dell’arazzo, dicendo che esso è probabilmente successivo al 1889, anche se il Barbieri avrà sicuramente realizzato la foto qualche anno prima di tale data.
Per la prima parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2019/12/29/la-terra-dotranto-in-un-prezioso-arazzo-1-3 
Per la seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2019/12/30/la-terra-dotranto-in-un-prezioso-arazzo-2-3/
_________
1 Il volume è raro (l’OPAC segnala una copia nelle seguenti biblioteche: Ugo Granafei  di Mesagne ( BR),  Nicola Bernardini di Lecce, Pietro Siciliani di Galatina (LE), Pietro Acclavio di Taranto, Apulia di Manduria (TA) e Reale di Torino. Una copia manoscritta (ms. N/14) è custodita nella Biblioteca arcivescovile A. De Leo a Brindisi, naturalmente senza le immagini (http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3ACNMD0000209597&mode=all&teca=MagTeca+-+ICCU).
2 (immagine tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/File:Lecce-Stemma.png)
Sullo stemma vedi La Terra d’Otranto ieri e oggi (8/14): LECCE, in  http://www.fondazioneterradotranto.it/2014/02/17/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-814-lecce/
3 (immagine tratta da https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/55/Brindisi-Stemma.png)
Sullo stemma vedi Brindisi e il suo porto cornuto in http://www.fondazioneterradotranto.it/2013/09/09/brindisi-e-il-suo-porto-cornuto/
4 (immagine tratta da https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/b/b9/Gallipoli_%28Italia%29-Stemma.png)
Sullo stemma vedi Bartolomeo Ravenna, Memorie istoriche della città di Gallipoli, Miranda, Napoli, 1836, pp. 25-27 (https://books.google.it/books?id=fM8sAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false)
5 (immagine tratta da https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/47/Simbolo_Taras.jpg)
6 (immagine tratta da http://www.wildwinds.com/coins/greece/calabria/taras/BMC_214.jpg)
Verso di un nummo d’argento. Taras nudo seduto sul dorso di un delfino regge con la sinistra (nell’arazzo con la destra) il tridente.
Sullo stemma vedi http://www.fondazioneterradotranto.it/2017/01/25/taranto-suo-stemma/.
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signedj · 7 years ago
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harmonicthemes · 5 years ago
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Photo by Coppi Barbieri
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exquisite---corpse · 7 months ago
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youneedone2 · 6 years ago
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Coppi Barbieri - Amica Magazine Beetles for Christian Dior
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