#Copasir
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Ci eravamo abituati a sentire che era colpa dei comunisti e invece
sarà stato il cazzo.
È forse la prima inconsapevole presa di responsabilità della destra?
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Conte fears Calenda confusion and blocks Copasir votes
Conte fears Calenda confusion and blocks Copasir votes
Black smoke for Copasir. The session called yesterday for the constitution of the parliamentary commission that supervises the activity of the secret services, which should also have led to the election of the president, was in fact cancelled. Five Stars’ request to close an agreement that included the presidencies of Rai Inspection and Copasir would have caused the postponement of the session.…
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Su Twitter come dici una cosa sbagliata ti trovi in 48h dentro casa Digos, polizia postale, guardia di finanza, e il Copasir ti inserisce in specifiche liste di attentatori alla sicurezza dello Stato. Ma due comici russi riescono a bucare il centralino di palazzo Chigi.
-Comitato Centrale per la difesa dell'Ortodossia
tempi cupi, tempi da lupi....:-)
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Impresentabili
Il codice di autoregolamentazione delle candidature, ossia il decalogo approvato dalla commissione antimafia per tutte le competizioni elettorali, potrebbe essere sostituito dal più celebre titolo libro di Kundera “l’insostenibile leggerezza dell’essere”, dall’altrettanto acutissima riflessione del Lampedusa che parla per bocca dell’io narrante Don Fabrizio – “il nostro aspetto meditativo è quello del nulla che voglia scrutare gli enigmi del nirvana…”, o, per concludere, con il celebre aforisma sul nulla di S. Beckett – “niente è più reale del niente”.
Perché in fin dei conti di nulla si tratta. Di un vago codice che dovrebbe generare (in chi non è chiaro?), un alert di valenza etica, per candidati definiti pomposamente, impresentabili.
Fa persino sorridere, posto che per piangere non si hanno più le lacrime in e di questo miserrimo paese, le valutazioni della commissione antimafia (presidente tal Colosimo), che ritiene gli impresentabili in contrasto con il codice etico di autoregolamentazione, poiché hanno trascorsi per procedimenti giudiziari. Parrebbe che qualcuno/a, abbia persino un collaboratore/portaborse, condannato per mafia, come indicato dalla DDA a palazzo San Macuto, sede della commissione parlamentare per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, commissione antimafia, Copasir e ufficio parlamentare di bilancio.
Detto così farebbe sorridere, ma ribadisco, non vi sono più nemmeno le lacrime.
Un breve excursus storico, potrebbe aiutare per comprendere il disagio: l’aspirante a una carica pubblica nel mondo dell’antica Roma, detto petitor, dopo aver depositato ritualmente la sua candidatura, indossava come segno distintivo la toga candida, da cui l’appellativo di candidatus, cioè candido, per dimostrare la purezza e l’onestà della propria persona e le future oneste intenzioni del loro operato.
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Rino Formica: "La sinistra sopravviverà alle sue nomenklature”
di Concetto Vecchio, la Repubblica, 19/12/22
Rino Formica, 95 anni, ex ministro socialista, la reazione della sinistra è all'altezza della gravità del Qatargate? "Non direi. Sento dire: "Devono pagare!" Ma è una reazione tartufesca. I cattivi maestri, in questa storia, devono pagare più degli alunni corrotti".
Chi sarebbero i cattivi maestri? "Le nomenklature, che non hanno vigilato, che hanno permesso che alla disciplina di partito subentrasse quella dei lobbisti. La mancata vigilanza è un errore molto grave in politica".
La responsabilità penale non è personale? "Sì, ma io sto parlando di quella politica. Si tende a ridurre la vicenda a un fatto di debolezza personale, mentre è figlia di una decadenza delle istituzioni, nazionali e sovranazionali, che viene da lontano. Nessuno si chiede perché sono così permeabili".
Perché? "Nell'89, con la caduta del Muro, il mercato vinse sulla politica. Tutto è da allora mercato. Tangentopoli rappresentò l'inizio della crisi delle istituzioni, questo scandalo ne è la parte terminale".
Ma l'Europarlamento non ha poi ceduto al Qatar. Non è consolante?
"Allarghi lo sguardo. Quando Panzeri non ha più avuto un campo nobile in cui esercitarsi si è autodegradato a mestierante. Non è l'unico ad avere piegato la funzione dell'istituzione agli affari". Insomma, i dirigenti non potevano non sapere della corruzione? "Cozzolino è stato sospeso, ancor prima di essere indagato. Ma non viveva in un mondo a sé. Perciò parlo d'ipocrisia. E penso che tutti quelli che hanno avuto grandi responsabilità negli ultimi trent'anni farebbero meglio a fare un passo indietro". Non è una richiesta sproporzionata? "Perché mai? Non hanno prodotto più un pensiero politico, ma neanche una difesa dei valori. Citano ancora Berlinguer. Ma Enrico è morto nel 1984 e noi siamo nel 2022".
Citare il segretario del Pci è un'autodifesa emotiva? "Il moralismo non è più sufficiente se non sei stato capace di sostituirlo con l'etica pubblica".
La denuncia di Berlinguer sulla questione morale è del 1981. "Quello fu però un arroccamento moralistico dopo la fine del compromesso storico che aveva reso digeribile al Pci l'alleanza con la Dc, definito dai comunisti "il partito dei forchettoni"".
Però anche lei parlò del Psi come di un convento povero dove i frati sono ricchi. "Alcuni monaci, con finanziamenti illegali, provvedevano autonomamente a sostenere l'attività di partito e le campagne elettorale".
Nel frattempo la superiorità morale della sinistra è tramontata per sempre? "È tramontata la capacità dei partiti di vigilare sulle trasgressioni".
È giusto che un ex uomo di Stato come Massimo D'Alema faccia il lobbista? "No, affatto. Offre un esempio negativo. Un uomo di Stato rimane tale sempre".
D'Alema non fa più politica. "Un rappresentante dell'élite politica di un Paese democratico è come il sacerdote di una comunità. Dura tutta la vita. Questa dignità si mantiene. Il prete è tale anche da spretato. Tutto ciò autorizza il sospetto che il suo comportamento precedente sia stato insincero di fronte al mandato fiduciario degli elettori".
Nessuno è innocente in questa storia?
"No. Penso alle nuove generazioni poste di fronte a uno spettacolo così deprimente e provo pena".
Il sindacato, le ong, i migranti: tre obiettivi ricorrenti della destra. Il tradimento perciò non è doppio? "Il tradimento è unico. E torniamo al punto di partenza: quando le istituzioni entrano in crisi trascinano con sé anche i corpi intermedi. Senza dimenticare che la sinistra di fronte al crollo delle istituzioni ha più da perdere della destra".
Pensa che il Qatar si vendicherà col gas? "No, quell'uscita ha un valore propagandistico. Piuttosto nessuno si pone la domanda: questo lobbismo spionistico che conseguenze ha avuto sulla nostra democrazia? L'altro giorno il ministro Urso, che è stato presidente del Copasir, ha detto che ci sono stati tentativi di interferenze di potenze straniere. Con quali effetti? Non si sa. La politica non se ne occupa".
Cosa pensa del caso Soumahoro? "È un altro indicatore della crisi della sinistra".
In che senso? "I partiti e i sindacati sapevano benissimo che in quella cooperativa c'era sfruttamento e tolleranza, eppur si è voluto offrirgli comunque un seggio in Parlamento".
Questa sinistra potrà mai rialzarsi? "Non c'è più né la sinistra né la destra. Non ha notato com'è tutta una corsa al centro? A sinistra si scambiano tra loro i voti, e pure a destra succede la stessa cosa. Il ministro Giorgetti la manovra l'ha scritta sotto dettatura".
Qual è la conseguenza per una democrazia? "In generale le forze politiche hanno abdicato alla loro autonomia, incapaci di dire un sì o un no".
Il Pd sopravvivrà? "Temo che tutti i partiti esistenti avranno vite molto brevi".
Non è apocalittico? "No, no. Tuttavia prima o poi nelle nuove generazioni scatterà la scintilla di un nuovo ordine mondiale".
Ma chi dovrebbe rappresentare questa nuova sinistra? "Il mondo della liberazione umana, perché la destra rappresenta il mondo della conservazione umana. E ogni conservazione finisce per diventare reazione".
Lei è per Bonaccini o per Schlein? "Per nessuno dei due. È un balletto in famiglia".
E allora non c'è speranza? "No, invece c'è. A medio termine sono ottimista".
Formica ottimista? "Vede, la sinistra è una cosa diversa dalle sue nomenklature. La sinistra è il popolo. E quindi immortale. Confido nei giovani".
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Ci mancavano i droni contro il Cremlino.
Eh sì, brutta la guerra, ma come si sarebbe potuta evitare?
Analizziamo, ora, il progetto di pace secondo l'Occidente e la NATO, dal 2014 a oggi:
-attuazione di un regime change in Ucraina, attraverso un golpe agito con manovalanza ne0n4-zista, e fatto passare per rivoluzione fricchettona;
-inizio di un'operazione anti terrorismo (aprile 2014) da parte del governo di Kiev, contro la parte dell'Ucraina, il Donbass, che si oppone al golpe;
-censura, in tutto l'Occidente, dei bombardamenti dell'aviazione ucraina contro il Donbass (estate 2014);
-riduzione di otto anni di guerra fantasma a una scaramuccia di poco conto;
-bando a tutti i partiti ucraini che si oppongono: dal 2015 a oggi, tutte le forze di opposizione e di sinistra, in Ucraina, sono state bandite;
-persecuzione da parte del governo di Kiev verso intellettuali, attivisti, politici e dissidenti;
-divieto dell'uso della lingua russa a tutti i russofoni che vivono in Ucraina (come se a noi che parliamo italiano, ci chiedessero, da un giorno all'altro, di parlare il portoghese);
-libertà d'azione a gruppi della destra più nera come Pravy Sektor o S14 (quest'ultimo, a "pattugliamento" della città di Kiev, ce lo ricordiamo, ad esempio, per le sue gesta durante il pogrom contro il campo rom di Lysa Hora nel 2018);
-integrazione dei gruppi ne0nazist1 nell'esercito regolare di Kiev con creazione di battaglioni punitivi come Aidar, Donbass, Azov;
-censura totalitaria, sia in Ucraina che in Europa, attraverso il divieto di accesso a tutti i media che mostrino i crimini commessi dalla NATO e dall'esercito di Kiev contro la popolazione del Donbass;
-ridefinizione mediatica di gruppi ne0nazist1 come gruppi di "bravi ragazzi" (Gramellini, non dimenticheremo mai il tuo contributo alla causa);
-riscrizione della storia anche attraverso la ridefinizione della strage n40zista di Odessa come incendio (grazie Wikipedia);
-intimidazione verso politici, giornalisti e intellettuali attraverso la pubblicazione di liste di proscrizione (Myrotvorests per l'Ucraina, Copasir per l'Italia);
-riscrizione della realtà con occultamento dei crimini commessi dalla NATO, mostrando ogni bombardamento contro obiettivi civili, come opera del nemico;
-diffusione continua di fake-news fantasmagoriche, per alimentare odio e paura: dalle deportazioni mai esistite agli stupr1 di neonati, ad opera del nemico;
-distruzione dell'economia europea attraverso l'imposizione di sanzioni e distruzione di rapporti con partner economici vantaggiosi;
-incremento dell'odio per il nemico anche attraverso la discriminazione di artisti e sportivi di nazionalità "nemica";
-attività terroristic4 e attentati contro le città del nemico: da Mosca a SanPiter fino a Belgorod;
-utilizzo del fact-checking per bollare come disinformazione ogni voce dissidente (non scorderemo mai David Puente contro il premio pulitzer Seymur Hersh, in merito all'inchiesta sull'attentato al Nordstream);
-obiettivi finalizzati a ulteriore espansionismo militare con creazione di basi in Ucraina e missili puntati su Mosca, con sconquasso totale degli equilibri geopolitici, attraverso i quali si sarebbe potuta garantire la pace.
In tutto questo: organizzazioni non governative per la tutela dei diritti umani, complessivamente non pervenute.
Lo ripeto, se a gennaio 2022, quando la Russia chiedeva garanzie sulla fine dell'attività militare della NATO ai suoi confini, vi fossero state rassicurazioni, non sarebbe iniziata l'operazione a difesa dei territori russofoni del Donbass e tutto questo si sarebbe evitato.
Zelensky fu votato dal popolo ucraino, perché nel suo programma politico aveva pianificato un progetto di distensione e dialogo nei confronti del Donbass e della Russia. Ora, è ostaggio di un manipolo di folli.
Questa è l'Ucraina, ma l'Italia non se la passa meglio, ostaggio a sua volta della NATO, attraverso il servilismo di politici, in primis le due smaliziate guerrafondaie che ci stanno portando simpaticamente al macello.
[by @sarareginella ]
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Il Copasir ha richiesto gli atti dell'inchiesta di Milano sui presunti dossieraggi, in particolare riguardanti possibili coinvolgimenti dei servizi segreti. Dai documenti emerge una rete di indagati che avrebbe abusato di accessi a banche dati riservate, con oltre 800mila casi di accessi illeciti. Nunzio Samuele Calamucci, uno degli indagati, affermava di avere un hard disk contenente queste informazioni. Sono stati sequestrati documenti di Carmine Gallo, un ex poliziotto, e anche un server in Lituania. Nel mirino dell'inchiesta anche Pierfrancesco Barletta, ex socio di Equalize srl e attuale vicepresidente della SEA. Le conversazioni intercettate includono richieste di report sul presidente del Senato, Ignazio La Russa, e i suoi familiari. La Russa ha espresso il suo disgusto per la sorveglianza sulla sua famiglia, chiedendo chiarimenti su chi possa aver ordinato queste attività. Secondo il pubblico ministero, l'associazione per delinquere godrebbe di appoggi elevati, anche da ambienti mafiosi e dai servizi segreti, con la capacità di influenzare indagini e processi. Calamucci, parlando in intercettazioni, accenna a clientela di alto profilo in Italia e si mostra fiducioso riguardo ai legami con servizi deviati. Si discute anche di come ottenere strumenti per la localizzazione dei cellulari e strategie per ridurre i costi. La documentazione rivela un ampio raggio d'azione della rete criminale, con accessi abusivi a informazioni strategiche, incluse questioni fiscali e sanitarie, che vengono vendute su commissione a clienti tra cui aziende e studi legali. I presunti committenti includono personalità di spicco come Leonardo Maria Del Vecchio, preoccupato per questioni ereditarie. Informazioni su ex compagni e colleghi politici sono state raccolte per danneggiare l'immagine di concorrenti, con accertamenti condotti su Letizia Moratti in relazione alle elezioni regionali lombarde. L'indagine ha portato a quattro arresti domiciliari e a impostazioni di misure interdittive. I reati ipotizzati includono accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione e intercettazioni abusive. I magistrati sono ora focalizzati sull'analisi dei dispositivi sequestrati per accertare l'entità delle violazioni e la portata del fenomeno di dossieraggio.
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Manifesti pro russia in Italia, ridocola l'indagine dell'Intelligence
In Italia l'affissione di alcuni manifesti definiti "prorussi" dai supporter dell'Ucraina è finita all'attenzione di alcuni media stranieri come la CNN ed i soliti abbonati alle interrogazioni parlamentari che siedono in Parlamento ne hanno subito approfittato per montare una polemica strumentale.
A queste polemiche da due soldi, all'ordine del giorno nella politica italiana, è seguita questa volta una indagine del copasir, dato che alcuni membri hanno ipotizzato che la campagna, dal costo stimato di poche migliaia di euro, fosse stata preparata con l'uso di fondi arrivati dall'estero.
Poche ore dopo è arrivata la risposta a queste illazioni, che ha sicuramente deluso i teorici del "complotto russo"; i manifesti sono stati finanziati da sottoscrizioni pubbliche e le affissioni coordinate da diverse organizzazioni delle varie città in cui la campagna è stata realizzata.
Niente intrighi internazionali quindi, solo gruppi di cittadini che non si sentono di appoggiare una politica ostile e bellicista nei confronti della Federazione Russa.
Canale di Andrea Lucidi
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Caso Giambruno, i servizi segreti non c’entrano: erano ladri i due sorpresi vicino alla sua auto
Caso Giambruno, i servizi segreti non c’entrano: erano ladri i due sorpresi vicino alla sua auto. Sembra essersi risolto un caso che, oltre ad aver attirato l'attenzione dell’opinione pubblica per giorni, aveva smosso i vertici delle autorità di polizia per mesi. Due uomini, nella notte del 30 novembre 2023, si erano avvicinati con fare sospetto all'auto di Andrea Giambruno, ex compagno della Presidente del Consiglio Meloni. Per settimane si è cercato di capire chi fossero, arrivando persino ad ipotizzare un coinvolgimento di uomini dei servizi segreti. Oggi, finalmente, stando alla ricostruzione ufficiale, si sa che si trattava semplicemente di presunti ladri: due uomini che di notte cercavano delle parti di ricambio da rubare, ma senza alcun interesse per la premier Meloni. L'auto in questione si trovava sotto l'abitazione della Presidente del Consiglio e così un agente di sorveglianza aveva fermato gli uomini, chiedendo cosa stessero facendo. I due, che armeggiavano con una torcia in mano, avevano detto di essere loro colleghi, agitando un presunto distintivo e andandosene prima di essere identificati. Poco dopo, però, un rapido controllo aveva mostrato che non si trattava di poliziotti. Il caso aveva messo in allarme il capo della polizia Vittorio Pisani e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Il sospetto era che, visto l'avvicinamento all'auto di Giambruno (sebbene in quel periodo fosse avvenuta da poco la separazione pubblica tra i due), ci fosse un tentativo di tracciare Meloni. Alfredo Mantovano, il sottosegretario con delega ai Servizi, aveva parlato del caso davanti al Copasir il 4 aprile. Pochi giorni fa, sempre lo stesso sottosegretario ha confermato pubblicamente che non c'è stato alcun coinvolgimento dei servizi nel caso e che Meloni non è mai stata a rischio. “Dell'episodio accaduto sotto l'abitazione del Presidente del Consiglio nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, mentre il Presidente Meloni era impegnata in una missione all'estero, ho puntualmente riferito - quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica - nella mia ultima audizione al Copasir il 4 aprile scorso. Non ho difficoltà a ribadire quanto già chiarito nella sede parlamentare propria, e cioè che gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell'intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento nell'episodio di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del Presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”. Recita così una nota del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Dossieraggio su politici e vip, l'inchiesta si allarga e finisce al Copasir | La Lega alza il tiro: "Convocare la Gdf"
Tgcom24 I nomi finiti sotto osservazione Si allarga ad altri nomi, quasi tutti esponenti di governo, l’inchiesta della procura di Perugia sollevata dalla denuncia del ministro della Difesa Crosetto su un’anomala attività di spionaggio a suo danno. E, si scopre ora, estesa ad altri esponenti politici di primo piano, soprattutto di centrodestra. Spiccano i nomi del sottosegretario alla…
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25 nov 2023 18:24
FACILE FARE GLI UTILI CON I FINANZIAMENTI PUBBLICI – JOHN ELKANN SOSTIENE CHE FIAT NON HA “MAI AVUTO BISOGNO DI AVERE LO STATO NEL CAPITALE”. MA TRA INCENTIVI, LINEE DI CREDITO AGEVOLATE, ROTTAMAZIONI E CASSE INTEGRAZIONI, IL GRUPPO HA OTTENUTO QUALCOSA COME 220 MILIARDI DI EURO DAL 1975 A OGGI. EPPURE, LA PRODUZIONE E I POSTI DI LAVORO IN ITALIA ARRANCANO E VENGONO RIDIMENSIONATI SEMPRE DI PIÙ, SPECIE DA QUANDO È NATA STELLANTIS (CHE HA COME AZIONISTA LO STATO FRANCESE…) -
Estratto dell’articolo di Lodovica Bulian per “il Giornale”
«Nella nostra storia non abbiamo mai avuto nessun bisogno di avere lo Stato nel nostro capitale», ha detto pochi mesi fa il presidente di Stellantis John Elkann, a proposito di un eventuale ingresso dello Stato italiano attraverso Cdp. «Gli Stati entrano nelle imprese quando vanno male e Stellantis va molto bene», ha aggiunto.
Ma se lo Stato italiano è sempre rimasto fuori dal capitale, in compenso miliardi di soldi pubblici sono entrati nelle casse dell’azienda che oggi è il risultato della fusione tra Fca (ex Fiat) e la francese Psa. Decenni di incentivi, aiuti, linee di credito. Difficile fornire una cifra precisa. Nel 2012 Federcontribuenti ha fatto un calcolo complessivo: dal 1975 ad oggi la casa Torinese «ha ottenuto dallo Stato italiano l’incredibile somma di 220 miliardi di euro tra varie casse integrazioni, prepensionamenti, rottamazioni, nuovi stabilimenti in gran parte finanziati con risorse pubbliche e contributi statali sotto varia forma». Numeri mai smentiti dalla casa torinese.
Del resto era stato il quotidiano Domani, di Carlo De Benedetti, a contestare le dichiarazioni di Elkann con un editoriale di Salvatore Bragantini: «Che non abbia mai dovuto far entrare lo stato in azienda è una mezza verità legale e, se non una reale balla, una sicura burla. Nella sua storia Fiat ha avuto più volte bisogno di una partecipazione statale ma, potendo scegliere, ha preferito incassare in modi meno vincolanti». E poi dentro Stellantis uno Stato c'è, ed è quello francese, che detiene il 6%.
Una partecipazione attenzionata dal Copasir, che nel febbraio 2022 aveva avvertito del rischio di uno «spostamento del baricentro di controllo sul versante francese […] », e aveva invitato il governo Draghi a valutare l’ipotesi di un ingresso di Cdp per «controbilanciare». Scenario respinto seccamente da Stellantis.
Ma torniamo ai “supporti“ dello Stato. L’ultimo è stato la maxi linea di credito da 6,3 miliardi concessa dal secondo governo Conte […] nel 2020, durante la pandemia, per «preservare e rafforzare la filiera automotive italiana». Il prestito è stato restituito in anticipo da Stellantis nel 2022, ma la produzione non è ancora tornata ai livelli pre-Covid, mentre dal 2021 il gruppo ha lasciato a casa quasi 8mila lavoratori.
Una recente analisi del Sole 24 Ore rileva che dopo la fusione con i francesi, il nostro Paese è stato sempre meno centrale nei volumi di produzione. […] Eppure negli ultimi mesi l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, non ha esitato a chiedere nuovi «sussidi diretti nelle tasche dei consumatori». […]
Sia chiaro, che sostegni e incentivi pubblici vengano elargiti a realtà imprenditoriali che rappresentano posti di lavoro e producono Pil è più che ragionevole. Anzi doveroso […]. Ma lo scopo non era certo arricchire l’azionista di controllo in un futuro che lo avrebbe visto rinunciatario di fronte alla sfida globale. Cosa che invece è avvenuto nel momento in cui si è trattato di stabilire la dinamica della fusione con la francese Psa. Per questo la richiesta di nuovi sostegni allo Stato italiano da parte di Stellantis suona come una beffa per molti contribuenti.
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Meloni e scherzo russo: Calenda assolve premier, Conte attacca
(Adnkronos) - Lo scherzo russo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni accende il dibattito politico. La premier, a settembre, ha ricevuto la telefonata di due comici russi che hanno provato a coglierla in fallo in particolare sul tema della guerra tra Ucraina e Russia. La presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno dell'Italia a Kiev, senza 'abboccare' al tentativo dell'interlocutore - che si spacciava per il Presidente della Commissione dell'Unione Africana - di ottenere parole critiche nei confronti del ''nazionalismo'' ucraino. In Italia, il mondo politico si esprime sulla vicenda anche al di là dei contenuti della telefonata. "Nella vicenda della telefonata con i due comici russi, c'è stato indubbiamente un grave errore dell'ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, che non ha fatto le opportune verifiche. Non ci pare tuttavia che tale errore si possa addebitare a Giorgia Meloni. Per ciò che concerne il contenuto della telefonata, le conversazioni riservate e le posizioni pubbliche di un capo di governo sono cose da sempre distinte. Siamo convinti che la posizione del Governo Italiano sull’Ucraina rimarrà la stessa. Strumentalizzare a fini di polemica politica quanto avvenuto rappresenta un errore ed è lesivo dell’immagine dell’Italia. Azione si asterrà dal farlo", dice il segretario di Azione, Carlo Calenda. "Ho ascoltato la conversazione telefonica avvenuta tra la nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e due comici russi. In realtà lei pensava di parlare con un alto diplomatico africano, non si è accorta dello scherzo. Ed è veramente sconcertante apprendere che i nostri collaudati protocolli di sicurezza di Palazzo Chigi possano essere aggirati, penetrati in modo così plateale. Ma è il contenuto di questa conversazione che trovo davvero ancora più sconcertante", dice il presidente del M5S Giuseppe Conte. Meloni, secondo Conte, "ammette che non riesce più a intravedere una via d'uscita che non sia quella negoziale" e che "sta cercando anche lei di trovare il momento giusto perché tutti se ne rendano conto, soltanto, ed è qui la gravità, da un lato c'è la menzogna agli italiani, dall'altro c'è la codardia di non riuscire a rappresentare questa posizione agli alleati, di non riuscire a parlare in modo chiaro, alla pari con Washington. Quindi si conferma questo atteggiamento di passiva quiescenza ai diktat di Washington, l'incapacità di rappresentare gli interessi nazionali e europei". "Che figuraccia per l'Italia e per Giorgia Meloni. Due comici russi hanno beffato Palazzo Chigi e hanno parlato con la Premier spacciandosi per leader africani. Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialità così devastante che fa fare una figuraccia non solo alla Meloni ma alla Repubblica Italiana", scrive su Facebook Matteo Renzi. "Due considerazioni - continua Renzi - Nel metodo. 1. Meloni deve farsi aiutare. Se questo è il livello della sua squadra, proprio non ci siamo. E basta di dar sempre la colpa a qualcun altro. È in gioco la credibilità del Paese, possiamo smetterla con queste planetarie figure barbine? 2. Nel merito. Giorgia Meloni dice che nessuno ascolta le sue proposte e che altri leader neanche le rispondono. Se è vero, è segno di debolezza. Se non è vero, peggio mi sento. Il tema viene esaminato anche da Lorenzo Guerini, presidente del Copasir. "Ho avuto, appena uscita la notizia, una conversazione telefonica con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata, Alfredo Mantovano, che mi ha utilmente e adeguatamente ragguagliato su quanto avvenuto. Al netto delle legittime considerazioni che ciascuno può formulare sull’episodio, è prioritario agire affinché simili circostanze non si ripetano in futuro, consapevoli che possono essere considerate, tra le diverse ipotesi, anche come attività con fini malevoli e che quindi necessitano della massima attenzione", dice. [email protected] (Web Info) Read the full article
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Ustica, domani il COPASIR ascolterà Giuliano Amato #tfnews #2ottobre
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Donzelli: “Noi difendiamo il 41 bis, M5s ha scarcerato mafiosi”. La replica: “Taccia e lasci il Copasir”
DIRETTA TV 21 Luglio 2023 Il duro intervento di Donzelli contro il M5s: “Orgogliosi di aver difeso il 41 bis. Gli amici del M5s quando erano al governo con la scusa del Covid hanno scarcerato mafiosi”. 28 CONDIVISIONI Giovanni Donzelli, deputato, vice presidente del Copasir responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, attacca il M5s, con un intervento a gamba tesa, pronunciato a Palermo…
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Rai, scoppia il caso Damilano.
La Lega chiede l’intervento del Copasir sul finto scoop del Metropol Lo scandalo si sta allargando a macchia d’olio come emerge dalle ultime notizie di stampa
Giovanni De Ficchy La Lega chiede l’intervento del Copasir sul finto scoop del Metropol Lo scandalo si sta allargando a macchia d’olio come emerge dalle ultime notizie di stampa. MILAN, ITALY – MAY 07: Marco Damilano attends “Che Tempo Che Fa” TV Show on May 07, 2023 in Milan, Italy. (Photo by Stefania D’Alessandro/Getty Images) Marco Damilano è un celebre giornalista italiano nato in…
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TikTok: Zangrillo, possibile stop a dipendenti P.a, vertice in settimana - Economia
Dopo la decisione della Commissione europea, anche il governo italiano valuta un possibile blocco di TikTok per i dipendenti pubblici. Lo annuncia il ministro della P.a. Paolo Zangrillo a Repubblica: “Il tema è all’attenzione da qualche giorno”, spiega Zangrillo. “Su questo argomento si sta già impegnando il Copasir, ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è…
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