#Città Europea del Vino
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Vi.Ta. 2024: Ovada Celebra Vino e Tartufo con un Evento Ricco di Tradizione e Sapore
Il 17 novembre, Ovada ospita Vi.Ta., l’evento enogastronomico dedicato a vino e tartufo, con degustazioni, visite guidate e ospiti d’eccezione.
Il 17 novembre, Ovada ospita Vi.Ta., l’evento enogastronomico dedicato a vino e tartufo, con degustazioni, visite guidate e ospiti d’eccezione. Ovada si prepara a festeggiare le eccellenze del proprio territorio con l’edizione 2024 di Vi.Ta. (Vini e Tartufo a Ovada), un evento enogastronomico che si terrà domenica 17 novembre. Quest’anno, Vi.Ta. rappresenta una vera celebrazione della cultura…
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Genova. Torna il "Genova wine festival" a Palazzo Ducale: il 4 e il 5 maggio 50 Cantine da tutt Italia con le eccellenze vitivinicole della Liguria.
Genova. Torna il "Genova wine festival" a Palazzo Ducale: il 4 e il 5 maggio 50 Cantine da tutt Italia con le eccellenze vitivinicole della Liguria. Sabato 4 e domenica 5 maggio 2024 torna a Palazzo Ducale il Genova Wine Festival, la manifestazione dedicata al vino dei genovesi organizzata dall'APS Papille Clandestine con il patrocinio di Regione Liguria e in collaborazione con Ascom. Cinquanta cantine provenienti da tutta Italia e 8 stand food saranno presenti nei saloni del Maggior Consiglio e del Minor Consiglio (orario ore 11-20) per un incontro diretto con i vignaioli. Un'occasione unica per conoscere e acquistare il vino storicamente legato ai consumi genovesi, quello che oggi finisce sulle tavole e quello che si berrà domani. Tra le novità di questa edizione, la grande festa allargata a tutta la città con il GWF OFF, un calendario di oltre 20 appuntamenti tra cene, aperitivi e incontri con i produttori, che animeranno enoteche, bar e ristoranti genovesi (e non solo) nella settimana del Genova Wine Festival. «Torna l'evento dedicato al vino dei genovesi e alla produzione ligure – dice il vice presidente della Regione Liguria con delega all'Agricoltura e al Marketing Territoriale – che sta diventando un momento sempre più atteso nel cartellone annuale degli eventi di Genova, nonostante sia solo alla seconda edizione. Il format è vincente, portando nel cuore di Genova cantine e artigiani alimentari altamente rappresentativi e focalizzandosi sull'attualità, dai 25 anni della Valpolcevera Doc sino al grande evento Città europea del vino 2024 che trasformerà Alto Piemonte e Gran Monferrato in una macroregione del vino con cui fare rete. Grande risalto nei laboratori anche al Moscatello di Taggia, Prosecco, Nebbiolo, Barbera e Bollicine di Liguria. Un appuntamento territoriale a pochi giorni di distanza dal successo della Regione Liguria a Vinitaly 2024, con un'attenzione crescente verso i nostri vini identitari e verso le aziende, sempre più ricercate dagli enoturisti». «Da sempre – commenta Alessandro Cavo, Presidente Fipe Confcommercio Genova – sosteniamo iniziative volte ad esaltare le tipicità del nostro territorio e a creare contaminazioni tra le Regioni italiane. Il tutto verrà ulteriormente esaltato dal "Fuori Salone" dove, all'interno dei singoli ristoranti, verranno creati abbinamenti con le cantine partecipanti all'evento. L'importanza di inserire, all'interno dei nostri locali, etichette che rappresentano il nostro territorio costituisce un valore aggiunto che ci identifica e permette di esaltare produzioni che giustamente vengono definite "eroiche", come ad esempio il bianco della Valpolcevera Doc e le produzioni delle Cinque Terre. Tutto questo diventa un contributo fondamentale nel costruire un'offerta di altissima qualità anche per il turismo». «Portiamo con orgoglio a Genova cinquanta cantine di assoluto valore, inserendole nel contesto di un festival dedicato al vino aperto a tutta la città e alla Liguria. Questo evento vuole essere un'occasione per approfondire e dialogare sul vino, che non è solo un'eccellenza enogastronomica e un patrimonio economico per l'Italia, ma un vero e proprio elemento culturale che merita di essere valorizzato anche attraverso modalità accessibili a un pubblico più ampio, come nella tradizione delle nostre iniziative» racconta Giulio Nepi, presidente dell'APS papille Clandestine. Fra le etichette in degustazione si spazia dal Bianco della Valpolcevera, DOC che quest'anno compie 25 anni, alle produzioni eroiche delle Cinque Terre; dal Moscatello di Taggia all'Ormeasco di Pornassio e al Rossese di Dolceacqua, fino all'amata Barbera del vicino Piemonte, i vini dell'Oltrepò, ma anche Grignolino e Dolcetto. Il panorama spazierà su regioni meno vicine, come Veneto e Trentino-Alto Adige, fino a Puglia, Basilicata e Sardegna. Ci saranno i vini nobili delle feste come Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino e Amarone, ma pure il Moscato d'Asti. L'elenco dei produttori è disponibile sul sito www.genovawinefestival.it Nella Sala del Camino si svolgeranno i laboratori, gratuiti previa prenotazione: occasioni di approfondimento di alcune eccellenze regionali, focus su altre produzioni fuori regione, ma anche momento di confronto su un tema come il cambiamento climatico che interessa da molto vicino anche la viticoltura. Momenti di incontro e di dialogo, per un approccio al vino appassionato ed informale. Ma il GWF non resta confinato fra le colonne del Ducale: il GWF OFF ha in programma oltre 20 appuntamenti nei locali della città - wine bar, enoteche, ristoranti - da giovedì 2 a domenica 5 maggio. Momenti di incontro con i produttori presenti, per una festa che si allarga a tutta la città. Il Genova Wine Festival è un evento organizzato dall'APS Papille Clandestine, che dal 2015 organizza incontri e iniziative per diffondere la cultura enogastronomica, a Genova e non solo. La manifestazione più rappresentativa è il Genova Beer Festival, giunto alla settima edizione, che si svolge in autunno a Villa Bombrini di Genova Cornigliano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Casale Monferrato è 'Città Europea del Vino' con Acqui e Ovada
Il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi, con una delegazione di sindaci dell’Alto Piemonte e del Gran Monferrato, nella valle portoghese del Douro ha ricevuto dalle mani del Commissario europeo all’agricoltura il titolo di Città Europea del Vino. “Sono orgoglioso – afferma Riboldi – perché questo riconoscimento valorizza il nostro territorio, le competenze dei nostri viticoltori e…
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L’arte della produzione video: un viaggio creativo a Milano
La realtà del video making è molto affascinante, in quanto si tratta di un concentrato di creatività, narrativa, comunicazione e nondimeno effetti speciali. Questa forma di arte nel tempo ha conosciuto un’evoluzione tanto significativa quanto pregna di interesse: si pensi alla nascita del cinema nella seconda metà del XIX secolo in Francia, si pensi alla prima televisione nel Dopoguerra e poi a seguire altre forme di repertorio. Fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui i professionisti del video lavorano al servizio delle aziende. Stiamo parlando della produzione video nel campo del marketing e della comunicazione di azienda, un’attività che veicola un messaggio pubblicitario attraverso l’aspetto visual, nonché il più impattante sull’attenzione del pubblico. Attraverso le moderne tecniche di ripresa, oggi è possibile adoperare dispositivi che fino a una ventina d’anni fa erano quasi impensabili, come il drone, un minielicottero utilizzato per la realizzazione di filmati ad alto tasso di coinvolgimento. A riprova di quanto detto sul film making c’è la realtà di Milano, capoluogo della Lombardia e fulcro della vita economica e commerciale del Bel Paese. Qui sono presenti varie importanti e rinomate web agency e società di produzione video Milano, che riuniscono team di creativi, designer del video e del suono, al servizio delle aziende committenti, fondazioni e altri tipi di progetti. Andremo a scoprire gli eventi e i luoghi che rendono Milano la città europea fra le più amate dai designer e creativi di successo. Gli eventi che fanno di Milano una città creativa e internazionale Città della moda, dell’alta ristorazione, del design di interni e molto altro ancora, Milano non smette di stupire per la sua capacità di riunire i professionisti della creatività nelle sue varie declinazioni, in eventi che creano situazioni di confronto e creano le basi per la nascita di nuove tendenze. Non si può non iniziare dalla Milano Fashion Week, il più importante evento di moda del Bel Paese e cassa di risonanza per il capoluogo lombardo. In questa kermesse i professionisti della comunicazione danno il meglio di sé con la creazione di video streaming, per trasmettere sulle piattaforme web i momenti delle sfilate più attese. La città meneghina, poi, non sarebbe la capitale della creatività che tutti conoscono senza un altro prestigioso evento come la Milano Design Week. Come si intuisce dal nome, questa manifestazione è tutta incentrata sull’ecosistema del design: un repertorio che unisce creatività e funzionalità, fatto di oggetti unici nel loro genere. E che dire poi della Wine Week, la settimana tutta incentrata sul panorama vinicolo nazionale e internazionale. Anche in occasioni come questa i video makers possono esprimere tutta la propria creatività e il potenziale del proprio lavoro, con la realizzazione di filmati coinvolgenti. L’obiettivo è divulgare la cultura del buon bere e il valore di un prodotto che, come il vino, è sinonimo di convivialità e gioia di vivere. I luoghi a Milano in cui nasce e si condivide la creatività I luoghi che accolgono il fior fiore degli artisti, designer e video maker del panorama italiano e internazionale sono ancora tantissimi. Come già detto, la città della Madonnina è un concentrato di attrattive per personalità creative, e fra queste non mancano gli hub: spazi dove poter organizzare seminari, presentare libri, ma anche lavorare su dei progetti e molto altro ancora. Le vie cittadine dove si concentra il maggior numero di queste realtà vibranti di creatività sono via Tortona e via Savona, considerate il cuore pulsante del design nella metropoli lombarda. Luoghi dove sorseggiare un drink, stuzzicare qualcosa di caldo, confrontarsi e parlare di lavoro, ma anche tanti interessanti negozi dove poter acquistare qualcosa fuori dall’ordinario. In via del Tagliamento non è difficile imbattersi in botteghe dove poter commissionare un biglietto da visita personalizzato, di cui i creativi non possono fare a meno per farsi conoscere. Non mancano poi negozi dove trovare oggetti dall’estetica minimal e sofisticata, da cui attingere per delle idee regalo super desiderabili o complementi d’arredo per il proprio ufficio o studio. Foto di Diego Ortiz da Pixabay Read the full article
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A Bruxelles e Roma l'Alto Piemonte fa il pieno di attestati d'eccellenza
La Rete Europea delle Città del Vino (RECEVIN) ha conferito il titolo di Città Europea del Vino 2024 all'Alto Piemonte e al Gran Monferrato, in una cerimonia a Bruxelles. Pochi giorni dopo, una delegazione di produttori novaresi si è riunita al Senato della Repubblica per la presentazione, tramite una cena al ristorante del Senato, di alcune eccellenze novaresi. Il titolo di Città Europea del Vino viene assegnato a rotazione alle migliori aziende produttrici di un determinato territorio italiano, in alternanza con città vinicole di Portogallo e Spagna. Venti città piemontesi, unite sotto un'unica sigla e un programma condiviso di eventi, meeting, convegni e degustazioni distribuiti sulle provincie di Alessandria, Biella, Novara, VCO e Vercelli nei comuni di Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco riceveranno la corona di alloro per tutto il prossimo anno. La regione vinicola del Douro in Portogallo ha consegnato il testimone all'Alto Piemonte e al Gran Monferrato in seguito all'esame di tre candidature presentate all'Associazione Nazionale Città del Vino: Montepulciano (Siena), San Clemente (Rimini) e la cordata delle città piemontesi. Il dossier dell'Alto Piemonte e del Gran Monferrato si è affermato sulla concorrenza per il coinvolgimento di ampi territori e di molti comuni Città del Vino, dove alla programmazione ordinaria già pianificata durante l'anno si aggiungerà quella straordinaria legata all'evento. Il programma includerà tavole rotonde, degustazioni, convegni e tematiche di carattere generale riguardanti le politiche comunitarie sulla vitivinicoltura, il mercato, il rapporto tra vino e salute, l'educazione al consumo consapevole e l'identità dei territori. Questi appuntamenti saranno collegati con un continuo passaggio di testimone da una città all'altra durante un anno intero e promettono di attrarre turisti, curiosi e addetti ai lavori. Nel 2023, sulla scena internazionale ci sarà ancora la regione vinicola portoghese del Douro, vincitrice dell'anno scorso del titolo. Dal 2024 toccherà ai Piemontesi. Matteo Marnati, Assessore regionale del Piemonte all'ambiente, energia, innovazione, ricerca, dichiara: Questo riconoscimento permetterà a 20 comuni - Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco - di salire, con merito, su uno straordinario palcoscenico europeo di promozione dei due territori. É la dimostrazione che il buon lavoro di squadra paga e si possono raggiungere obiettivi molto prestigiosi. Sarà una storica occasione per far conoscere vini, produttori, paesaggi, ambientazioni con il fine di affermarsi definitivamente sul panorama enologico europeo, puntando sullo sviluppo del marketing territoriale, sull'attenzione alla sostenibilità e soprattutto alla qualità dei prodotti. Presso il ristorante del Senato della Repubblica invece, l'attenzione era incentrata sui salumi novaresi e gorgonzola dolce al cucchiaio accompagnati da spumante, l’immancabile paniscia novarese da gustare sorseggiando un Nebbiolo, “tapulone” brasato con il Ghemme, tiramisù a base di biscotti di Novara e crema al mascarpone e, per chiudere, un assaggio di gorgonzola piccante Cento Cavalli in abbianamento con il “Mufii” (vino Muffato): questo il menù predisposto e cucinato dallo Chef Giampiero Cravero. L’iniziativa, coordinata dal consigliere delegato al Turismo e Marketing territoriale della Provincia di Novara Luigi Laterza e sostenuta dall’Agenzia di accoglienza e promozione turistica Terre dell’Alto Piemonte, dalla Camera di Commercio Monterosa Laghi Alto Piemonte e dal Comune di Novara insieme con alcuni produttori del Novarese, ha visto la partecipazione di una delegazione formata dai rappresentanti delle Istituzioni, degli Enti e delle aziende locali coinvolti, . In questo caso le Aziende d'ecellenza coinvole sono state: Eredi Baruffaldi Salumificio Dessilani Rovellotti Viticoltori in Ghemme Azienda La Passitaia (Mufii) Camporelli 1852 Riso Buono Nel caso dell'evento al Senato della Repubblica, il gruppo era seguito da una Troupe televisiva (casa di produzione VIBRA) che nei prossimi giorni pubblicherà e distribuirà il Video Reportage completo. Read the full article
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Castellamare nacque sul Colle del Telegrafo sul quale successivamente venne edificato un castello appunto Castell a Mare.
Di qui passò Vittorio Emanuele II per raggiungere Garibaldi.
Pochi anni dopo lo stesso Re Vittorio Emanuele II inaugurò la nuova Tratta ferroviaria della linea adriatica.
Grazie al treno iniziò ad arrivare gente che pian piano popola la città.
Nasce Castellamare Marina costruita come una città giardino (particolarità: case basse)
Il Fondatore di Castellamare fu Leopoldo Muzii.
Al 1807 risale la separazione di Pescara da Castellamare.
Solo successivamente venne realizzata a Pescara la stazione ferroviaria Porta Nuova che comunque restava secondaria rispetto a quella di Castellamare.
Molto rinomato ed importante fu il Treno chiamato "La Valigia delle Indie" su cui viaggiarono personaggi di grande calibro come Gandhi e Churchill ed è anche il treno preso da Phileas Fogg per realizzare il famoso viaggio del mondo in 80 giorni.
Nel 1953 Castellamare venne bombardata.
Castellamare era una città commerciale tant'è che vanne edificata una villa in stile liberty ma con locali adibiti al commercio, inoltre Piazza Sacro Cuore nasce proprio come piazza del mercato, dove appunto ogni giorno c'era il mercato.
Venne edificato il Banco di Napoli.
L'unica Chiesa era la Cappella dei Gentilizi di Muzi, poi venne costruita la Chiesa del Sacro Cuore senza il campanile perché essendo troppo alto avrebbe rovinato l'idea della città giardino.
Il Bar Cafè Ideale era il ritrovo dei giovani, detti i vitelloni.
C'era il cinema Excelsior costruito con una cupola che si apriva per poter vedere il film sotto le stelle, un altro aspetto particolarmente importante legato a questo cinema che oggi non c'è più, è che qui venne utilizzato uno dei primi cinematografi acquistati dagli stessi Fratelli Lumière.
Sorse la necessità dopo i bombardamenti di ripartire con il Gran Premio denominato Coppa Acerbo (attuale Formula 1) e tra le automobili più importanti spiccava l'Alfa Romeo.
I grandi automobilisti alloggiavano in Grandi Hotel come Palace Riviera oggi Hotel Esplanade, attualmente abbandonato.
Gli amici a Pescara si davano appuntamento all'Elefante opera del 1969 di Vicentino Michetti realizzato in calcestruzzo.
Via della Marina collegava Castellamare a Borgo Marino, al lato opposto invece c'era e c'è ancor oggi Viale dei Pini, nome dato per via dei Pini che costeggiano la strada.
Pescara era considerata la Perla d'Abruzzo anche per via del fattore estetico e della presenza di tanta vegetazione tra cui moltissimi Platani Orientali.
Nasce nel 1947 Piazza della Rinascita, attuale Piazza Salotto, chiamata così perché rinchiusa dai palazzi tra i quali Palazzo Arlecchino e Palazzo Muzii con le sue gigantesche colonne costruito a scopo commerciale.
Piazza Salotto per molto tempo presentava anche una scultura denominata "Grande Calice di Vino" il cui progetto venne realizzato da un importante architetto giapponese, Toyoo Itō, esponente dell'architettura cosiddetta invisibile. Ma per risparmiare l'incarico di realizzare l'opera venne affidato ad una ditta di Pomezia che la realizzò diversamente rispetto al progetto giapponese rovinandola sia sotto l'aspetto del risultato estetico che sotto l'aspetto della stessa solidità della scultura.
Da un lato c'era un circolo di tennis costruito in stile liberty, dall'altro lato c'era il Padiglione Marino, che era una struttura pubblica di ritrovo della borghesia europea, dove oggi si trova la Nave di Cascella c'era il Monumento ai caduti e affianco dove ora c'è (ahimè) un McDonald c'era il primo stabilimento elioterapico di Pescara, poi il Gabbiano primo stabilimento balneare come lo si intende oggi, infatti prima sulla spiaggia non c'era nulla, tutto era incentrato su delle palafitte ed un ponticciolo in legno e affianco vi era lo spazio per le cabine, mentre al centro c'era una struttura circolare che fungeva da attuale bar dello stabilimento.
Tra gli stabilimenti balneari storici ancora esistenti abbiamo la Sirenetta, Venere, Miramare e Saturno della leggendaria Grazia la Marinara.
Nel 1966 un bagnino di nome Eliberto comprò uno stabilimento e introduce delle novità che ancora oggi ritroviamo:
- lascia nella notte gli ombrelloni sulla spiaggia
- introduce una terrazza allo stabilimento che rimane aperto anche la sera
- introduce le sedie di plastica che si possono portare in mezzo al mare
- introduce le palme.
Viene ridisegnata quindi la riviera pescarese.
Nemici storici degli stabilimenti erano i cosiddetti fagottari, cioé gente che veniva dalle campagne senza spendere nulla.
Teofilo Pomponi comprò il Padiglione Marino facendone un teatro importantissimo che successivamente fungerà anche da cinema in cui venne proiettato il primo film sonoro .
Al Teatro Pomponi si esibirono attori molto celebri come Totò e Peppino e Macario.
Ora (ahimè) di questo storico edificio non troviamo più nulla, è stato abbattuto e trasformato in un parcheggio.
La Chiesa in stile contemporaneo contiene le ultime sculture di Cascella tra le quali all'esterno la Croce simboleggiante l' abbraccio di Dio. Attorno alla Chiesa c'era l'acqua per rappresentare il distacco dal mondo come un isola in mezzo al mare. Al suo interno il soffitto è in legno e rievoca le assi in legno del ponte di una nave viste dalla stiva. La luce, oltre a penetrare dalle vetrate colorate, cade dall'alto, come sull'altare.
Ecco la scultura realizzata da Pietro Cascella: la Nave di Cascella.
Questa scultura-fontana simboleggia Pescara come una città di approdi, infatti la nave a remi arriva da lontano dal mare e la pietra viene lavorata come a rappresentare la nave che smuove l'acqua. Questa nave trasporta i simboli di tutte le arti e di tutte le scienze e scarica tutti questi simboli di conoscenza verso la città sottoforma di acqua.
C'era un sentiero a pochi passi dal mare che era un tratturo dove si incontravano e facevano scambi pastori e pescatori.
Percorrendo questo sentiero incontriamo Villa Selecchi al cui fianco è stato realizzato il Parco Florida. All'interno del parco si praticava tennis, vi era un' area concerti importante ed il sabato si ballava.
Si conclude questo viale con la Chiesa di S.Antonio nel quartiere dei ferrovieri e quindi di case popolari.
Svoltando l'angolo e proseguendo la camminata si raggiunge il Parco Sabucchi dove in origine c'era la Villa Coppa, poi Villa Sabucchi e oggi solo il parco con qualche rudere.
La villa era in stile romantico e presenza tipica di questa architettura era la torre che però, a differenza delle case liberty, era staccata dalla struttura della villa.
Sono rimaste le scuderie e la casa dello stalliere, oggi adibite a pizzeria, e in fondo al parco alcuni ruderi del corpo centrale della villa in cui soggiornò anche Vittorio Emanuele II.
Scendendo la scalinata della villa si percorreva un unico viale di pini che portava fino al mare.
Percorrendo il viale Bovio si raggiunge quello che in origine era il palazzo del Municipio spostata qui da Leopoldo Muzii, oggi adibito a conservatorio. Qui si facevano le feste importanti.
Di proprietà dello stesso sindaco Muzii vi erano la fabbrica di liquirizia e quella di mattoni.
D'Annunzio nella novella "la battaglia dei ponti" racconta lo scontro tra l'allora sindaco di Pescara e quello di Castellamare.
Tra le altre ville nella foto abbiamo Villa Urania, altro nome di Venere dea dell'amore puro, da dove iniziava la città giardino di Castellamare, poi Villa De Landerset oggi in stato di abbandono, Villa Muzii e la già nominata Villa Selecchi.
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#compagni di avventura#Pescara#Castellamare#alla scoperta del nostro territorio#storia#architettura#piazza Salotto#stazione ferroviaria#Leopoldo Muzii#la valigia delle Indie#treno#il giro del mondo in 80 giorni#ville liberty#chiesa#cinema#teatro#stabilimento balneare#i vitelloni#cinematografo#gran premio#coppa acerbo#formula 1#scultura#Michetti#Toyoo Itō#nave di Cascella#parco#tratturo
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ILMONITO Spazio Campania: presentata “Sannio Falanghina. Città Europea del Vino 2019” http://dlvr.it/R1RQhb http://dlvr.it/R1RQhb
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Giustiniano, Varufakis e la peste
di FILIPPOMARIA PONTANI “Per il momento, a Bisanzio, non era facile veder girare qualcuno per le strade, perché tutti coloro che avevano la fortuna di essere in salute rimanevano chiusi in casa, o a curare i malati o a piangere i morti… Ogni attività era ferma, tutti gli artigiani avevano abbandonato la loro arte, e così accadeva di ogni altra specie di lavoro che ciascuno avesse per le mani. Di conseguenza, in quella città che era stata veramente sovrabbondante di ogni genere di beni, si era diffusa una spaventosa carestia”. (...) La carestia di cui parlava Procopio nel brano citato in apertura fu – nel breve termine – una vera mazzata per i piani bellici e politici dell’imperatore Giustiniano, il quale nonostante la desolazione “non usò alcun riguardo ai proprietari in rovina: il tributo annuo non smetteva d’esigerlo, non già nella misura imposta a ciascuno, ma con in più la parte dei vicini morti” ... Assistiamo oggi, guardando a quel più vasto impero democratico chiamato Unione Europea, a iniezioni di liquidità, sospensioni del Patto di stabilità, e consimili misure volte a tamponare l’emergenza. Tuttavia, come si è visto in questi giorni man mano che le dimensioni della catastrofe diventavano più chiare, le vere decisioni di lungo periodo circa la garanzia dell’enorme debito che la crisi sta provocando e provocherà non spettano a istituzioni comunitarie vere e proprie, bensì al coordinamento dei ministri dell’Economia dei singoli Paesi, noto come Eurogruppo. Per singolare coincidenza, proprio la settimana scorsa il sito “Euroleaks” del movimento Mera25 dell’ex ministro greco Yanis Varufakis ha messo online gli audio delle riunioni “confidenziali” tenute da questo stesso organismo, l’Eurogruppo, nel corso dell’estate 2015, all’epoca in cui il nuovo governo di Atene trattò con le istituzioni europee una parziale cancellazione del proprio insostenibile debito in vista di un rilancio del Paese secondo un percorso di cauta espansione e di equo rigore. Nei giorni dell’attuale reclusione, gli audio di Euroleaks rappresentano un ascolto istruttivo: a fronte delle circostanziate proposte di Varufakis (che non contemplano mai l’uscita dall’euro, e raccomandano anzi uno slancio di fiducia verso un nuovo spirito di condivisione continentale senza il giogo di misure depressive), si possono constatare in presa diretta il tono sprezzante del ministro tedesco Schäuble, la fredda conduzione del presidente olandese Dijssellbloem (quello secondo il quale – memorabile intervista – i popoli del Sud spendono e spandono a vino e donne), le minacce vagamente ricattatorie del ministro finlandese (che elenca come un automa una dopo l’altra le dieci conseguenze del rifiuto greco di firmare un accordo-capestro), le querimonie dei ministri di Slovenia, Austria e Paesi baltici che dichiarano di non poter portare ai loro Parlamenti alcun provvedimento che non contempli un severo memorandum contro la Grecia; e poi, gli imbarazzati richiami a più miti consigli (specie dinanzi all’”azzardo” democratico del referendum indetto da Tsipras nel luglio 2015) da parte di Padoan (Italia), Sapin (Francia), Guindos (Spagna); dulcis in fundo, le parole dei due protagonisti che sono ancora lì: Mario Draghi che protesta per le fughe di notizie e si nasconde dietro ai tecnicismi, e Christine Lagarde (allora capo del FMI) che si sincera dell’aumento dell’IVA e dei ricavi dalle privatizzazioni – ma è pronta anche, tra le righe, a ironizzare sulla reale buona volontà della controparte. Cinque anni dopo, sappiamo che le scelte di quell’Eurogruppo – che isolò Varufakis e nel giro di poche settimane costrinse Tsipras a fare macchina indietro e ad accettare un terzo, sanguinoso memorandum – hanno approfondito in Grecia una già gravissima sofferenza economica e sociale (in solido: ospedali chiusi, stipendi crollati, assets pubblici svenduti ai privati spesso stranieri), e – se hanno rincuorato i popoli del Nord allergici all’inaffidabilità dei Mediterranei, e perfino i Mediterranei timorosi del (suona oggi grottesco) “contagio greco” – hanno rappresentato un errore sul piano economico e un colpo durissimo alla credibilità del progetto di un’Europa come “casa comune”. Lo attestano, a tacer d’altro, le lacrime di coccodrillo versate negli ultimi mesi dal Financial Times, da un contrito Juncker, e perfino dallo stesso ineffabile Dijsselbloem. In confronto alla portata della crisi del virus, quelle del debito greco erano briciole: se lo stesso copione si ripeterà anche oggi (le premesse ci sono tutte, per quanto stavolta potrebbe non essere una gang-bang di tutti contro uno), si confermerà l’impietosa analogia di questa Unione con l’inflessibile Giustiniano di Procopio, che anche a fronte della peste più devastante del millennio tirò dritto e non rispettò l’antica consuetudine “che chiunque detenesse l’impero romano abbonasse non solo una volta, ma spesso, a tutti i sudditi i residui dei loro debiti verso lo Stato, perché chi era povero e non aveva di che pagare quegli arretrati non si sentisse sempre con l’acqua alla gola”.
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Tornando da un funerale, sono andata a pranzo dalla mia amica adorata, dopo due bottiglie di vino, abbiamo prenotato il viaggio e l’ostello a Budapest. Senza saperne quasi niente, solo con l’idea che fosse economica e che c’erano delle terme bellissime.
Il pomeriggio della partenza eravamo stravolte. La vita non è stata gentile quest’anno. Siamo partite senza aver guardato nulla, solo la strada per arrivare all’ostello.
Abbiamo avuto un colpo di fortuna. È un palazzo antico, mezzo in rovina, nella corte interna c’è un ruin pub. Li amerò tutti. Sono posti che sembrano usciti dalla Berlino d’oro. L’underground, quello vero.
La sensazione è che ci siano due città completamente differenti.
Buda è maestosa, palazzi splendidi, turismo impacchettato, tipica città europea da cartolina.
Pest è un altro mondo. Una città in ricostruzione, ogni cento metri trovi un vuoto di macerie dove c’era un palazzo e a lato una parete di murales giganteschi e bellissimi. Invece che ristrutturare tutto, hanno abbracciato la rovina e costruito tutti questi locali, pieni di cose, di gente, di mercati, di cibo. Quello che erano i vecchi centri sociali negli anni 90.
È sporca, caotica, disorganizzata e con evidenti problemi di alcolismo e di persone che vivono in strada. Nessuno sembra farci molto caso. Probabilmente alla lunga è da impazzirci, avrei voluto però avere più tempo e vedere tutto il resto.
Probabilmente me ne sono innamorata perché è un po’ uno specchio del mio umore: alti e bassi, ordine e caos, terme e pub. È un posto che mi ha fatto un paio di regali inaspettati: un concerto della filarmonica davanti alla basilica e l’ostello più assurdo di sempre.
E devo pure dire che la “me” quindicenne mi darebbe una pacca sulla spalla, aver condiviso la stanza con un gruppo di adolescenti ubriachi e non aver picchiato nessuno. Aver invece deciso di prendere i loro orari e tirargli le mutande, che avevano lasciato sulla scaletta del letto, in faccia ridendo.
E grazie, davvero, per la birra a meno di due euro.
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Lollobrigida: onore celebrare Casale Monferrato "Città Europea del Vino 2024"
Lollobrigida: onore celebrare Casale Monferrato "Città Europea del Vino 2024" "Il Piemonte è una Regione straordinaria, terra di qualità, di storia, di produzioni uniche e di paesaggi che dimostrano come il legame virtuoso tra agricoltura, uomo e territorio possa generare ricchezza". Così il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida a Casale Monferrato (AL) intervenuto all'incontro "Campioni d'Europa del Vino: Alto Piemonte - Gran Monferrato", per il riconoscimento di «Città Europea del Vino 2024» alla presenza del Presidente Alberto Cirio e Federico Riboldi, sindaco di Casale Monferrato. "Per me è un onore celebrare il risultato straordinario raggiunto da questa terra, fondamentale per il futuro delle produzioni agricole. Una terra di qualità, di storia e intimamente connessa con la nostra Patria. Solo insieme possiamo pianificare il futuro con una visione strategica che metta l'agricoltura al centro", ha aggiunto il ministro. "Se non c'è produzione per garantire l'equità sociale si ricorre al debito, e se n'è fatto troppo negli anni, o si ricorre alla svendita di aziende ed asset strategici per l'economia, e il Piemonte ne sa qualcosa. Quello che non si può delocalizzare, per fortuna, è la qualità del territorio, quella che gli agricoltori sono stati in grado di mantenere. L'agricoltore scolpisce il territorio con il suo lavoro. Basta guardare che dove c'è agricoltura e c'è manutenzione del territorio, c'è contrasto al dissesto idrogeologico, c'è depotenziamento degli effetti del cambio climatico", ha concluso il ministro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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VINO FVG: AL VIA ERASMUS PER FAR CONOSCERE VITICOLTURA REGIONALE ED EUROPEA
VINO FVG: AL VIA ERASMUS PER FAR CONOSCERE VITICOLTURA REGIONALE ED EUROPEA
Un progetto Erasmus dedicato alla reciproca conoscenza tra i vari territori vinicoli d’Europa, che l’associazione nazionale Città del Vino sta coordinando a livello italiano come capofila e che sta vedendo le prime adesioni da parte delle Città del Vino del Friuli Venezia Giulia. “Wine_Me: Transnational Approach towards Food and Wine Tourism” è un’azione del progetto Erasmus + 2021-2027…
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L'azienda agricola La Ponca di Scriò (Dolegna del Collio) nella rete di Eurosostenibilità
I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa, nel quadro del progetto 'L'Europa della scienza e della cultura (Patrocinio IAI -Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica ed ESOF2020,Euroscience Open Forum,Trieste Città Europea della scienza), hanno incontrato i vini di Dolegna del Collio.
L'obiettivo era quello di completare il Percorso Internazionale Eurovinum,il Paesaggio della vite e del vino, individuando le aziende d'eccellenza, impegnate a praticare la sostenibilità, non solo aparole.
Così nel sorseggiare un classico friulano dell'azienda agricola La Ponca, hanno scoperto una realtà semplicemente sorprendente.
“La nostra azienda osserva Paola Mason-, prende il nome di "Tenuta La Ponca" proprio dalla tipologia di terreno per esprimere ancor di più il nostro legame con il territorio.Nella scelta dei vitigni, abbiamo cercato di valorizzare le specie autoctone, e le varietà che meglio si adattano alle caratteristiche pedoclimatiche della zona. La nostra missione è quella di produrre vini nel rispetto dell'ambiente e del territorio, e di preservare i sentori primari con un ciclo di lavorazione naturale.”
Friulano,Sauvignon,Malvasia e Ribolla, fra i bianchi, lo Schioppettino fra i rossi.
“Il Friulano di casa La Ponca -commenta Renzo Lupatin,presidente di Borghi d'Europa-, ha un bel colore giallo paglierino , limpido, consistente. Al naso rivela sentori di piante officinali, tiglio, erba aromatica, fiori di acacia, con eleganti note di pesca e pera. Al palato è secco, caldo, sapido, morbido, con sentori di frutta esotica, mandorla amara che persistono nel finale.”
Lo schioppettino accompagna le carni alla brace di Roberto, nume tutelare della trattoria Ferreghini
a Dolegna del Collio. “ Al palato-continua Lupatin-,si presenta elegante caldo e speziato, riporta note di frutti di bosco.”
Sul versante della sostenibilità, La Ponca pratica la lotta antiparassitaria integrata a basso impatto ambientale, in conversione al biologico. Nella gestione del terreno ci si affida all'inerbimento spontaneo e al sovescio autunnale.
L'azienda La Ponca è stata invitata a partecipare alle iniziative del progetto L'Europa delle scienze e della cultura, in particolare ad Eurosostenibilità, Iniziativa europea di informazione e comunicazione sulla sostenibilità, che materializza in primis l'idea lanciata dal prof.Fantoni di creare a Trieste un Istituto sulla sostenibilità, dopo ESOF2020.
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Vinitaly 2023
Business, internazionalizzazione e posizionamento sono i fili rossi del 55° Vinitaly pronto ad essere, dal 2 al 5 aprile a Verona, la più grande kermesse del vino, con oltre 4 mila aziende da tutta Italia e da più di 30 nazioni, e 1.000 top buyer da 68 Paesi selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia. L’edizione 2023 del salone internazionale dei vini e dei distillati organizzato da Veronafiere è stata ideate da Federico Bricolo, presidente di Veronafiere SpA, e Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere SpA. Tra le 68 rotte di destinazione del vino italiano che saranno a Verona emergono, oltre alle consolidate piazze di Usa e Canada con oltre 200 top client della domanda, i 17 paesi dell’Asia, guidati da Cina (130 top buyer), Giappone, Corea del Sud ma anche Hong Kong e Singapore, i 12 dal Centro e Sud America, con Brasile e Argentina in testa, nove stati africani e una mappa europea di 26. In contemporanea, nei 100 mila mq netti di superficie espositiva tra padiglioni fissi e tensostrutture al completo, ci saranno anche gli altri due saloni professionali Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open e Xcellent Beers, con più di 4.400 aziende. A fare da prologo al 55° Salone internazionale del vino e dei distillati sarà Vinitaly OperaWine, la super degustazione con i 130 produttori portabandiera selezionati da Wine Spectator prevista per sabato 1° aprile alle Ex Gallerie Mercatali, di fronte al quartiere fieristico. Confermate anche le principali aree tematiche, come Vinitaly Bio; International wine hall; Vinitaly Mixology; Micro Mega Wines a cura del wine writer Ian D’agata con focus sulle produzioni di nicchia e a tiratura limitata; Taste and Buy, il matching con operatori selezionati dalla rete fieristica in collaborazione con i Consorzi di tutela e Tasting Express con le più importanti riviste internazionali di settore. Saranno oltre 80 le degustazioni previste ad oggi dal calendario ufficiale della manifestazione a partire dai Grand Tasting di Vinitaly nelle quattro giornate di manifestazione fino al walk around tasting dei Tre Bicchieri 2023 del Gambero Rosso di domenica 2 aprile e dell’Orange Wine Festival (3 aprile) che vede la presenza di aziende top da 10 paesi, oltre al Vinitaly Tasting – The DoctorWine Selection a cura di Daniele Cernilli, ideato per i buyer e gli operatori dell’horeca e ai focus di Young to Young, le tre sessioni di degustazione con dieci giovani produttori firmate da Paolo Massobrio e Marco Gatti. Spazio anche ai concorsi con l’International packaging competition – Vinitaly Design, che premia il miglior packaging per trend, design e innovazione di vini, distillati, liquori, birra e olio extra vergine di oliva. Prosegue, inoltre, la distinzione tra operatori in fiera e winelover in città con Vinitaly and the city, il fuori salone tra mostre, eventi, degustazioni e wine talk nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco: Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale dal 31 marzo al 3 aprile, organizzato da Veronafiere in collaborazione di Comune di Verona, Provincia di Verona e Fondazione Cariverona. Read the full article
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La saga di Guðríðr
Che cosa hanno in comune il piccolo villaggio di Laugarbrekka nella contea di Breidavik, il vicino abitato di Glaumbær in Islanda e la capitale federale del Canada, Ottawa?Una statua. Laugarbrekka infatti, piccolo villaggio nella penisola di Snæfellsnes, accoglie una delle tre piccole copie dell'opera d'arte realizzata in occasione della Fiera mondiale di New York nel 1938 da uno dei più noti scultori islandesi, Ásmundur Sveinsson.Una statua intitolata "Fyrsta hvíta móðirin í Ameríku", La prima madre europea in America, che raffigura una donna in piedi al centro di un'imbarcazione vichinga, con la mano sinistra stretta al sommo della prua e la destra attorno a quella del bimbo assiso sulla sua spalla. Nel 2000 il presidente islandese Ólafur Ragnar Grímsson la inaugurò per celebrare la vita e le imprese di due tra i più grandi esploratori della cultura islandese: Guðríðr Þorbjarnardóttir e suo figlio Snorri Þorfinnsson. Guðríðr Þorbjarnardóttir (Gudrid Thorbjarnardóttir) nacque nella fattoria di Laugarbrekka in Islanda nel 980 d. C.. Le saghe narrano che, giovanissima, si innamorò del figlio di uno schiavo, e che il padre, un proprietario terriero di nome Thorbjörn Vifilsson, non volle saperne di concederla in sposa a un individuo di ceto inferiore. Le fonti letterarie ci dicono che andò in sposa a un certo Thorir e che si mise in viaggio con tutta la famiglia verso la Groenlandia, per raggiungere la colonia fondata dal famoso esploratore norreno Erik il Rosso.E’ vero, può sembrare strano che si vada a cercare miglior fortuna in una terra che ai nostri occhi appare come un’enorme e inospitale distesa di ghiaccio, ma dobbiamo considerare che intorno all'anno 1000 la Groenlandia era una grande isola verde e rigogliosa, a tal punto che i danesi l’avevano battezzata Grønland, che significa proprio “Terra verde".I norreni, cioè i popoli originari della Scandinavia, della Danimarca e della Germania settentrionale, erano formidabili navigatori, ma le loro “navi lunghe” i drekar (o secondo una forma più comune drakkar) non erano adeguate ad affrontare le tempeste oceaniche; fu così che durante il viaggio l'imbarcazione del marito di Gudrid affondò e lei rimase vedova.Si dice che fosse di modi gentili e di bell’aspetto e che Thorsteinn, figlio dello stesso Erik il Rosso, la chiese subito in moglie. La colonia groenlandese ebbe appena il tempo di stabilizzarsi, quando Leif l’altro figlio di Erik che si era spinto ancora più a Occidente sbarcando nell'attuale Canada, chiamò la famiglia e venne raggiunto, insieme agli altri, da Gudrid e Thorsteinn. Leif aveva scoperto una terra dal clima così mite e favorevole in cui cresceva la vite selvatica: questa nuova terra venne immediatamente ribattezzata Vinland, ossia terra del vino. La saga nordica islandese conosciuta come la Saga dei Groenlandesi, una delle due principali fonti letterarie che narrano la colonizzazione vichinga dell'America insieme alla Eiríks saga rauða o Saga di Erik il Rosso, racconta che la colonia di Gudrid venne sopraffatta da gruppi di nativi americani, i quali distrussero l’insediamento e fecero strage degli abitanti.Non restava altro da fare che tornare sui propri passi, ma il viaggio di ritorno fu terribile: in molti morirono in mare e Gudrid rimase vedova per la seconda volta. Tornata in Groenlandia si stabilì a Brattahlid, dove venne notata da un ricco mercante, Thorfinn Karlsefni, che la chiese in sposa e con cui, dopo qualche tempo, organizzò una nuova spedizione verso il Vinland.Tre navi vennero armate e imbarcarono decine di persone con cui ridare vita al vecchio insediamento distrutto, che in poco tempo venne rimesso in piedi e in cui verso il 1004 nacque Snorri, figlio di Gudrid e Thorfinn, il primo europeo a nascere nel Nuovo Mondo.Anche questa volta la tranquillità venne interrotta dagli incidenti coi nativi, che costrinse la colonia di Gudrid ad abbandonare ancora il Vinland; si spinsero quindi più a sud e c’è chi dice che siano giunti fino alla zona dell'attuale Manhattan, finché le ripetute ostilità non li obbligò a riprendere il mare per stabilirsi in Groenlandia, dove Thorfinn mise in piedi una fattoria. Dopo la morte di Thorfinn, ucciso dagli skrælingjar (così i norreni chiamavano i gli abitanti delle terre selvagge) Gudrid e il figlio fecero ritorno in Islanda nella città di Glaumbær, a sud dello Skagafjörður, in un momento storico in cui tutto il Paese si stava convertendo al cristianesimo. Lì ricevettero il battesimo, in una casa colonica all'interno della quale oggi è ospitato il Museo di Cultura Popolare dello Skagafjörður.Gudrid credeva profondamente nei valori della nuova religione e volle intraprendere un lungo pellegrinaggio a piedi verso Roma, per visitare i luoghi che avevano visto nascere il cristianesimo. Si dice che sia stata accolta dal papa e che abbia avuto la possibilità di raccontargli tutto quel che aveva visto nella sua vita avventurosa.Ritornata in Islanda, andò ad abitare accanto alla chiesa che Snorri aveva fatto edificare a Glaumbær, trascorrendo i suoi ultimi anni nel silenzio e nella preghiera. Morì nel 1009 d. C. e viene venerata ancora oggi come una santa, tanto che a Grafarholt, nuovo quartiere alla periferia nord di Reykjavik, le è stata dedicata l’unica chiesa luterana a prendere il nome da una donna.E' difficile raccontare in poche parole la vita di una donna tanto straordinaria, che più di mille anni fa con coraggio e determinazione, seppe affrontare le insidie del mare aperto e le incognite di nuove terre da conquistare, scrivendo il proprio nome nella storia della civiltà europea.
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