#Ci piaceva ballare nonostante la guerra
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Presentazione del romanzo Ci piaceva ballare nonostante la guerra di Franca Garesio Pelissero. Alla Biblioteca Civica “F. Calvo”. Alessandria
Un viaggio tra ricordi, resistenza e misteri in un'Italia segnata dalla guerra.
Un viaggio tra ricordi, resistenza e misteri in un’Italia segnata dalla guerra. Il prossimo giovedì 10 ottobre 2024, alle ore 18:00, presso la Biblioteca Civica “F. Calvo” di Alessandria, avrà luogo la presentazione del romanzo Ci piaceva ballare nonostante la guerra, scritto da Franca Garesio Pelissero e recentemente ripubblicato dalle Edizioni dell’Orso. L’evento, che fa parte di un’iniziativa…
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Cari Babbo e Mamma,
vi scrivo queste righe perché sono dalla lacrima facile e preferisco non parlare. Devo dirvi comunque delle cose, in questa domenica del vostro 29° anno di matrimonio, in cui non ci sono stata. Mi sono ricordata, perché io non dimentico mai un compleanno o una ricorrenza, ho fatto gli auguri alla mamma e poi ho pranzato fuori, dove sapete, prendendomi l’ennesima arrabbiatura. Non stupitevi, come sapete le arrabbiature fanno e faranno sempre parte di me, non cambierò mai in nome di una vita più tranquilla.
Sto passando un periodo molto denso, mancano appena tre giorni all’esame e io a volte mi vergogno anche a guardarvi in faccia. Mi vergogno perché ho fatto ventott’anni e ancora sono qui, ancora mi dovete mantenere e ancora non posso prendere parte alla vita familiare e dell’azienda in modo pieno e così, provare a ribaltarne le sorti, lavorare duro per renderla efficiente e affiancarti qualcuno, Babbo, perché lo vedo quanto non ce la fai più a lavorare da solo. Pagare qualcuno che faccia i lavori di casa, Mamma, perché non si fanno da soli, nonni compresi.
Mi vergogno a guardarvi in faccia perché mi sento in colpa, per tutto questo. Lo so che io rivesto un ruolo fondamentale per la famiglia in questo momento, sono la figlia più grande e se fossi tolta dalle spese sarebbe un gran sollievo, ma ancora avete da aspettare e io non posso farci niente. Sono stanca. Vi vedo che non siete più fieri di me, soprattutto te Babbo, che non riconosci più la persona che conoscevi essere tua figlia. La super studentessa eccellente, la prima della classe, l’intransigente macchina da guerra che non falliva mai. Certo, non sono mai stata perfetta, ma ho sempre cercato di sopperire a tutte le mie mancanze essendo la persona, la figlia, migliore che potessi essere e ogni passo che ho fatto è stato per voi, per rendervi felici e orgogliosi. E l’ho fatto per tanti anni.
Poi, mi sono scontrata con la vita. Mi sono confrontata con un ambiente più ampio, con persone diverse, dove la competizione è il pane quotidiano e io mi sono sentita spesso inadeguata e quindi ho dato dentro, credendo di non essere all’altezza. Soprattutto perché mi vergognavo di non essere una di quelle altezzose starlettine della prima fila tutte firmate e chiedendomi spesso che cosa ci stessi facendo lì dentro, in quel mondo che non c’entrava proprio niente con me. Non ho mai creduto fino in fondo di voler diventare un Avvocato, non è il mio sogno e quindi non ho mai lottato per raggiungerlo.
Piano piano ho messo da parte tutte le mie passioni, soprattutto il cavallo, sacrificandole in nome di esami pesanti, con programmi infiniti e con professori saccenti, che mi facevano terrore. Ho saltato gli appelli, per la paura di non farcela, anzi, la certezza. Scappavo, invece di buttarmi sull’ostacolo. Chi me lo faceva fare? E ho rimandato, a quando sarò più preparata, a quando sarò più magra, a quando sarò più... Che?? 
MA NON MI PENTO.
In questi anni ho imparato chi sono davvero, ho fatto tante esperienze che mi hanno reso la persona che sono, ho vissuto, ho ballato fino alle 5 del mattino, ho fatto tante amicizie, alcune pessime e le ho mollate, altre che invece si sono cementate e so che saranno per la vita. Ho capito cosa voglio nella mia vita, e cosa no. Ho sbagliato, ma ho capito. Soprattutto che nessuno potrà dirmi “non fare questa cosa, tanto non ce la fai”, perché è lì che io mi ci butto a capofitto, perché ci credo e puntualmente eccello. Sì, perché io eccello, se ci credo. Sono sempre la stessa, non è il mio voto all’università o gli anni che ho impiegato ad arrivare qui che mi hanno depenalizzato. Io sono sempre me stessa, anche quando sbaglio, anche quando la vita mi sbatte per terra, perché posso toccare il fondo, ma mi ritiro su, mi ritiro sempre su e arrivo in fondo ai percorsi e alle cose, non importa quanto sangue devo buttare per tagliare il traguardo. Sono estremamente coerente e se dico una cosa è quella.
Grazie per avermi mantenuto, ma non vi ringrazio per il peso che negli ultimi tre anni mi avete buttato sulle spalle, per la mancanza di supporto soprattutto tua Babbo, ben consapevole che tutto questo l’ho fatto per accontentare te, e tu lo sai bene. Per avermi ostacolato in tutto quello che mi piaceva, pensando di motivarmi, ma invece appesantendomi la vita e rendendomi veramente infelice. Pensate quanto sono forte, ho retto lo stesso, nonostante abbia visto il mio corpo sformarsi, mangiando per consolarmi nelle lunghe ore alla scrivania. Nonostante il mio cavallo mi abbia dimenticato. Nonostante io sia schiava delle mie paure e dei miei primi capelli bianchi, mentre sotto il cervello è rimasto quello di una ragazzetta di ventiquattr’anni, affamata di vita e di essere giovane, cosa che non mi è stato mai permesso di essere. Tutte stupidaggini.
Ho fatto scelte sbagliate, a livello personale, soprattutto per la mancanza d’amore e d’attenzione da parte vostra. Mi è mancato il tempo con voi, mi è mancato il mare, mi è mancato essere noi. Vi siete lamentati per la mia assenza al vostro 29° di matrimonio, ma ogni volta che c’è da festeggiare il mio compleanno vi sa davvero dura, anche semplicemente organizzarmi una piccola sorpresa o un pensiero gentile. Se non ci fossero i nonni, probabilmente non festeggerei neanche, perché a voi non vi importa. Come non vi è mai importato di seguirmi mentre ingrassavo da piccola, portarmi quindi a fare uno sport per educarmi e farmi crescere bene, soprattutto bene con me stessa, accettata a priori.
Quindi ho trovato un ragazzo, il primo che mi ha dato attenzione e conferme, e mi ci sono buttata. Sbagliato? Bene, l’ho cambiato e ho trovato di peggio, sopportando anche l’assenza più totale pur di avere una persona speciale a cui pensare e in cui sperare, che mi portasse via, per darmi tutto l’affetto e l’amore che una famiglia dovrebbe dare, sentirmi finalmente a casa. Invece no, è stato un buco nell’acqua perché è nato sbagliato ed è morto. Anche io ho pensato di essere morta, nel modo peggiore, morta dentro. Anche qui mi sono ricostruita pezzo a pezzo, capendo che l’unica persona che mi potesse dare attenzione e conferme, presenza, speranza e obiettivi di vita, quella sono io. 
Ma non ho smesso di credere nell’amore, ora ne ho una visione sana, perché l’ho imparato sulla mia pelle cosa si può definire tale. Quando ho smesso di avere paura della solitudine, l’ho accettata e ho imparato a conviverci, sono cresciuta e sono diventata una donna. Una Donna che sta ben dritta, piantata sulle proprie gambe. E, puntualmente, quando proprio era l’ultimo dei miei pensieri, Qualcuno mi si è avvicinato, affiancandomi, né prevaricando, né rimanendo indietro. Non posso dire come finirà, lo scoprirò solo vivendo, ma stavolta è diverso. Lo sento giusto e naturale. 
Sono ormai le tre, non lo sapete, ma ho problemi di insonnia, mentre mi arrabatto pensando a come avere un futuro migliore, per me e per voi. Probabilmente queste righe non le leggerete mai, perché tra i miei tanti sbagli, ho anche imparato a mettere via il rancore e a concentrarmi sul perdono e sull’amore che mi lega a voi. Sono una persona bella e pulita, non farei mai del male a nessuno deliberatamente e dove non sono stata abbastanza forte per impormi, non è stata colpa vostra, ma solo la mia, perché invece di gridare, quella volta ho pigolato. Farò la vita che voglio per me, mi farò una famiglia e cercherò di imparare dalla vostra esperienza come genitori, ciò che c’è stato di male, ma soprattutto ciò che c’è stato di bene. 
Ma non adesso, adesso non sono ancora pronta. Chiuso questo percorso, dovrò riposare e prendermi del tempo per ritemprarmi. Dovrò respirare l’aria del mare, dovrò recuperare la mia salute e la mia forma fisica, dovrò galoppare pancia a terra in groppa al mio cavallo nei nostri boschi. Dovrò cantare a squarciagola in riva al lago, intorno al falò e ballare fino allo sfinimento. Dovrò stare con lui e accarezzarlo teneramente, non sapete quanto ne abbia bisogno, ma dovrò anche avere i miei spazi di solitudine per prepararmi a quando non ne avrò più. Dovrò essere abbracciata, e tanto. Dovrò stare con i miei amici, quelli che mi accompagnano ad ogni passo della vita. 
E poi crescerò. 
Ciao.
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