#Barone salvatore Pennisi
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Accordo tra il Barone Salvatore Pennisi, Presidente della Reale Accademia degli Zelanti di Acireale, e l'arciprete di Castiglione Don Vincenzo Platania (1923)
Accordo tra il Barone Salvatore Pennisi, Presidente della Reale Accademia degli Zelanti di Acireale, e l’arciprete di Castiglione Don Vincenzo Platania (1923)
Fonte: CLAE, Lettere dello Stato, 1.
[Dattiloscritto (caratteri viola) in duplice copia (L. 1 e L. 2). Carta da bollo di lire 1. [A: 11/09/00 17.15.56]
L’arciprete Vincenzo Platania restituisce al Barone Salvatore Pennisi, Presidente dell’Accademia degli Zelanti di Acireale, sei manoscritti appartenenti al sac. Antonino Calì Sardo come Segretario e poi Presidente della stessa Accademia. I…
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#1923#Arciprete Vincenzo Platania#Barone salvatore Pennisi#Biblioteca Villadicaniense#Don Antonino Calì Sardo#Donazione#Manoscritti
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Piccola storia di Jaci - La donna acese, anno 1836
Lionardo Vigo nel suo libro “Notizie storiche di Aci – Reale” stampato nel 1836, traccia, nell’ultimo capitolo, un profilo della donna acese:
Fiore della società sono le donne, e a questa rosa di tutta fragranza devo consacrare un ricordo. Esse in aci sono casalinghe, massaje, amorevoli, costumate; ma poche sanno leggere, pochissime la musica e la danza; non loro ma peccato del nostro sesso; non solo religiose, ma sono qualche cosa di più. Sono poco campagnevoli, perchè rado sono feste da ballo, e in carnevale soltanto: ma in villa sono tutt’altro: ivi non le riconosci: argomento infallibile ch’elle siano naturalmente giulive. Come tutte le siciliane hanno la statura, la pelle, gli incantevoli occhi: le distingue il vestire, si ravvoltano in ampio voluminoso ammanto di seta nera che dalla testa ai piedi, come lenzuolo mortuario le cuopre, e che alle spalle legano. Questo costume come insolito è notato da’ viaggiatori: è residuo degli usi della dominazione spagnola: dalla Catalogna in Sicilia venne, ed in gran parte della Sicilia ancor vive: il forestiere ch’entra in Aci all’aspetto de’ preti a nero, de’ monaci, delle donne a nero, crede porre piede in una città che a lutto pianga qualche pubblica disavventura. Fate un falò di tutti quei manti segno di antica schiavitù straniera, e sarete più legiadre o care donne, amabile sorriso della natura; o almeno serbateli per vestirvene visitando le chiese. Le povere e le contadine vestono la “mantellina”, è una lana bianca o un drappo di seta a colore che giunge a’ finchi, e delle ricche sono più preziose, perchè mezzo il corpo rivelano. La maggior parte di esse esercita la vita in tessere, filare, cardare seta, lana, cotone, canapa, lino: perciò celebri e abbondanti sono i tessuti, e più le tele e i damaschi di Aci.
Lionardo Vigo Calanna
foto intitolata “persone di servizio” primi del 900. Lastra di don Salvatore Pennisi Alessi barone di Floristella
Piccola storia di Jaci – La donna acese, anno 1836 was originally published on Fancity Acireale
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Piccola storia di Jaci - Ordine del giorno di protesta contro l'amministrazione di Acireale , anno 1913
Nel 1913, nella città di Acireale, si preparano le elezioni politiche che vedono contrapposti il partito dell’ avv. Grassi Voces e quello del barone Pennisi. Il 07 di settembre viene negato , da parte dell’amministrazione ( Sindaco avv.Scaccianoce ) l’ uso del teatro Bellini per una manifestazione organizzata dal “Circolo interessi Acireale” presieduto dal Cav. Salvatore Badalà Grassi (futuro Sindaco). I manifestanti simpatizzanti Scioani si radunano al teatro “Eldorado” in Piazza Duomo stilando il seguente ordine del giorno.
il seguente documento pubblicato dal Dott. Gaetano Nicastro in Memorie e Rendiconti anno 1987:
Il popolo di Acireale, riunito in solenne comizio nel Teatro Eldorado
Considerato
che la Amministrazione ha ispirato ed ispira l’opera sua ai più evidenti criteri di tornacontismo elettorale e di opportunismo politico;
Ritenuto
che la concessione per la pubblica illuminazione elettrica costituisce un danno gravissimo per la finanza comunale, per tutte le modalità da cui l’appalto fu circoscritto e senza nessuna garenzia a salvaguardia dei più vitali interessi del Comune;
Ritenuto
che l’appalto dei dazi di consumo per un annuo canone irrisorio costituisce un provvedimento disastroso il quale strozza ogni progresso economico del paese e ogni miglioramento finanziario del comune e d’altra parte si risolve in una odiosa vessazione pei contribuenti;
Ritenuto
che la sovrimposta fondiaria di cui si tacque nella lettura del bilancio e che appare votata in seno al bilancio stesso in una seduta straordinaria d’urgenza mentre è l’indice sicuro delle condizioni tristissime in cui versa la finanza comunale in conseguenza dell’opera dilapidatrice della amministrazione al potere, d’altra parte pel modo proditorio con cui fu applicata costituisce un grave insulto alla dignità del consiglio e del paese;
Ritenuto
il completo abbandono in cui versano i pubblici servizi in generale e la riluttanza degli amministratori a porvi riparo e provvedere ai più urgenti bisogni cittadini;
Delibera
Di mantenere viva l’agitazione in paese fino a che non siasi adeguatamente provveduto allo scopo di arginare tanto pubblico danno.
Protestare contro questi vieti sistemi amministrativi interessando la locale autorità tutoria a cui sarà comunicato il presente ordine del giorno.
Comunicare la protesta al Prefetto della Provincia e a S.a E.a il Ministro dell’Interno.
Acireale 7 settembre 1913
il Presidente Avvocato Salvatore Badalà Grassi.
Documentazione del Dott. Gaetano Nicastro pubblicata su Memorie e Rendiconti anno 1987
foto archivio Michele Alì – Comizio del Barone Giuseppe Pennisi al Teatro Eldorado settembre 1913
Piccola storia di Jaci – Ordine del giorno di protesta contro l’amministrazione di Acireale , anno 1913 was originally published on Fancity Acireale
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