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Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma si aggiudicano 15 Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale
DIRETTA TV 6 Luglio 2023 Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma, Università Digitali di Multiversity, primo Gruppo di Education in Italia, vincono 15 Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale del bando PRIN 2022 per un valore totale di circa 3 milioni di euro. 0 CONDIVISIONI Fabio Vaccarono, presidente e ad Multiversity Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma, Università Digitali…
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Cosi' l'Italia vuole fermare la fuga dei cervelli
Che anno sarà il 2018 per la Ricerca in Italia? Prepariamoci a partire per il Regno Unito...
di Fabrizio Morlacchi.
Roma, 29 Dicembre 2017 – Dall’aprile 2018 la Ricerca e l’innovazione del Regno Unito seguiranno il progetto di legge sull’istruzione superiore e sulla ricerca, in sostituzione della necessità di una partnership strategica tra i sette consigli di ricerca del Regno Unito, i Council of Research UK (RCUK). (more…)
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Ministero Università e Ricerca – MUR: bando PRIN per ricercatori e studiosi under 40
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London Calling
Ieri su la Repubblica un articolo di Alberto Asor Rosa racconta questo fatto. Quest’anno il Miur, il Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica ha bandito i PRIN, i progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale. Sono messi a bando 391 milioni di euro per finanziare ricerche e progetti in diverse discipline scientifiche. Asor Rosa mette però in luce questo aspetto: all’articolo 4, Presentazione della Domanda, il bando stabilisce che “la domanda è redatta in lingua inglese” e che, in maniera spontanea, il proponente “può fornire una ulteriore versione in lingua italiana”. Asor Rosa scrive: “l’interesse nazionale dei Prin deve essere <<rilevante>>: e però, nonostante l’altisonante autocertificazione, la nazione non entra più, nei modi che le sono propri, nella definizione della richiesta”. Il Professore si pone alcuni problemi abbastanza ironici: uno su tutti perchè uno studioso italiano, che chiede fondi allo Stato Italiano per fare ricerca scientifica in Italia, e per la maggior parte dei casi, in discipline annesse alla storia, all’economia, al diritto, alla medicina italiana, dovrebbe usare un idioma non nazionale?.
Una lingua è uno strumento di informazione (la uso per sapere in quantità di cose) ma anche uno strumento di comunicazione (la uso per trasmettere quanto so). Ed è strumento identitario: “uno è la lingua che parla. Se non la parla, non la legge e non la scrive più, l’identità va a farsi benedire”.
In questi giorni è in libreria un piccolo saggio di Alain Deneault, filosofo canadese, Si Intitola Governance (editore Neri Pozza). In questo pamphlet l’autore indaga sull’uso di una parola che si sente e si legge spesso, governance. Usata sin dall’800 come sinonimo di governo, è diventata altro a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, in piena scalata dei neoliberisti. Denault scrive di un “vero e proprio «colpo di stato concettuale»”. La governance infatti non è soltanto un termine che indica la necessità di adattare le istituzioni alle necessità e ai desiderata dell’impresa, ma qualcosa di molto più rilevante. È un’espressione volutamente indeterminata che esprime la nuova arte della politica «senza governo», senza quella pratica, cioè, che presuppone una politica dibattuta pubblicamente. Strappato il vecchio contratto sociale alla base di ogni «governo», la governance inaugura «l’età felice» – per tecnocrati, finanzieri e imprese – della contrattazione plurale, una mutazione che promuove «il management d’impresa e la teoria della tecnica aziendale al rango di pensiero politico»”(in quarta di copertina). Questi due esempi mostrano come ogni rivoluzione, ancorché silenziosa, afferma un nuovo linguaggio. Scegliere l’inglese, o dire governance, significa precisamente che si possono governare istituzioni pubbliche come un’impresa, indi che bisogna adattare le istituzioni di governo alle esigenze delle imprese. Ma mica di tutte, solo di quelle dominanti. Deneault sottolinea che il vocabolario manageriale è preso da una lingua dove è stato minimo, se non assente, il contratto sociale di tipo europeo, ed è passata da lingua del commercio a “lingua del pensiero”. Che serve pure a prendere fondi per una ricerca su Dante: I intend to carry out research on dante’s usage of the tercet as a contribution to our knowledge of the early italian language (copyright Alberto Asor Rosa).
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Torino, 12 nuove intitolazioni: spiccano i nomi di Antonio Gramsci, Tina Anselmi e Piersanti Mattarella
Torino, nella seduta del 20 luglio 2021 della Commissione Toponomastica, presieduta dal presidente del Consiglio Comunale Francesco Sicari, sono state approvate 12 nuove intitolazioni e targhe. Su proposta della Circoscrizione 7 e del suo presidente Luca Deri, è stata deliberata l’apposizione di una targa dedicata ad Antonio Gramsci, “tra i maggiori intellettuali e politici del Novecento”, in Lungo Dora Firenze 57, dove Gramsci dimorò per la prima volta a Torino, dal novembre 1911 al novembre 1912. A Tina Anselmi, politica, partigiana e insegnante italiana, prima donna a ricoprire la carica di ministro della Repubblica, costretta a emigrare in Piemonte durante la Seconda Guerra Mondiale, verrà invece intitolato (se la Prefettura autorizzerà la deroga, essendo morta da meno di 10 anni, nel 2016) il giardino tra via Buenos Aires 112/116 e via San Marino 119/129, vicino alla scuola Don Milani, su proposta della Circoscrizione 2 e del consigliere circoscrizionale Franco Protano. Il giardino di via Campana 32, nei pressi dell’anagrafe, dove a fine Ottocento c’era una serra e si studiava botanica, sarà invece dedicato a Eva Mameli Calvino, madre di Italo Calvino, prima donna italiana a conseguire la libera docenza in botanica, su proposta dell’associazione Donne per la difesa della società civile e della Circoscrizione 8. All’allora presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia nel 1980, simbolo della lotta alla criminalità organizzata e dell’impegno per la legalità, condiviso dalla Città di Torino, sarà dedicato un toponimo (ancora da individuare), su proposta della Conferenza dei Capigruppo, su richiesta di numerosi cittadini e cittadine. Alla memoria di Ottavio Porta, morto nel 2020 a causa del Covid-19, verrà dedicato il campo sportivo di Monte Ortigara 78 (ex Venchi Unica) dove egli operò a lungo, su proposta della stessa associazione Pozzomaina di cui fu presidente, con il parere favorevole della Circoscrizione 3 (in attesa di deroga prefettizia). A Ezio Maritano, per anni comandante di battaglione della scuola Allievi Carabinieri della Caserma Cernaia di Torino, sarà intitolata l’area gioco di via Avogadro, a fianco della Caserma Cernaia, nei pressi del Mastio della Cittadella (Circoscrizione 1), mentre, su proposta dalla Circoscrizione 3, il giardino tra via Arvier e via Fattori sarà intitolato alle Vittime di Chernobyl. A Maria Teresa Rey Lavazza, promotrice della cultura della donazione del sangue cordonale e della ricerca scientifica per la cura di malattie degenerative e per oltre 20 anni presidente dell’associazione Adisco Piemonte, sarà dedicata l’area verde della futura area giochi di piazza Polonia, su proposta di Alberto Dalla Torre, presidente della Federazione fra Associazioni di Volontariato ospedale infantile Regina Margherita - Sant’Anna (in attesa di deroga prefettizia). All’artista Mario Molinari, autore di numerose opere pubbliche presenti in città, tra cui il Totem della pace tricolore in corso Regina Margherita, sarà dedicato il sedime di prossima creazione in piazza Nizza/scalo Vallino, su proposta di Maria Pia Balducci Molinari e Jacopo Molinari del Museo della Pace - Mamt e della Circoscrizione 8. Su proposta dell’associazione Se non ora quando?, alla scrittrice, saggista e attivista Virginia Woolf sarà intitolato il giardino via Bertolotti e corso Galileo Ferraris (Circoscrizione 1), dove verrà anche apposta una targa, se possibile con estensione digitale (tipo QR code) con accesso diretto al link di pubblicazione online della tesi di laurea magistrale che concorre al Bando di concorso nazionale “Sulle vie della parità”, promosso dall’associazione Toponomastica femminile in collaborazione con il Virginia Woolf Project (ViWoP). Su proposta della Circoscrizione 3, i quattro nuovi sedimi stradali compresi nel Prin Pronda Marche, saranno dedicati a quattro figure femminili che si sono distinte per la difesa dei diritti civili e delle libertà costituzionali, delle donne e dei minori in particolare: Lidia Menapace, intellettuale e dirigente politica, staffetta partigiana, fortemente impegnata sui temi della pace; Teresa Mattei, partigiana, politica e pedagogista italiana, tra le fondatrici dei Gruppi di difesa della donna e dell’Unione Donne Italiane, ha anche introdotto la mimosa come simbolo della Giornata della donna dell’8 marzo; Aida Ribero, scrittrice, docente e giornalista, fondatrice del Centro Studi e Documentazione del Pensiero femminile torinese, ha anche concorso a formare il coordinamento contro la Violenza e il Telefono Rosa di Torino; Ernestina Prola, pilota automobilistica, prima donna italiana a conseguire la patente di guida nel 1907. Infine, su proposta del Consolato generale di Romania a Torino, in via San Francesco da Paola 4 angolo via Po (Circoscrizione 1) sarà apposta una targa commemorativa a ricordo di Vasile Alecsandri, poeta, politico e ministro degli affari esteri della Romania che soggiornò lì. Read the full article
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29 APR 2019 18:41
NON FATEVI PRENDERE PER IL CURRICULUM! – PER FARE CARRIERA ACCADEMICA CI SONO VARI “METODI”: IL PRIMO È PAGARE PER FARSI PUBBLICARE RICERCHE FARLOCCHE – A SEGUIRE, I CONCORSI “PROFILATI” PER I CANDIDATI CHE SI VOGLIONO FAR VINCERE FINO AL BUON VECCHIO CONTROLLO BARONALE – FAMILISMO E COMMISSIONI “NON PIÙ DEGNE DI FIDUCIA”, ECCO COME FUNZIONA L’UNIVERSITÀ IN ITALIA – VIDEO: QUANDO LO SCOMPARSO PROFESSORE LUIGI RUSSO SI LASCIÒ SFUGGIRE IL VERO SENSO DEI CONVEGNI
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VOLETE FARE CARRIERA UNIVERSITARIA? DOVETE PAGARE! – ARRIVA LO STUDIO CHE APRE IL VASO DI PANDORA DEL MONDO ACCADEMICO: MIGLIAIA DI RICERCATORI UNIVERSITARI PER FARE LA SCALATA SPENDEVANO FIOR DI QUATTRINI PER FARSI PUBBLICARE RICERCHE SCENTIFICHE E SCALARE LE GRADUATORIA – IN TOTALE SONO STATI SPESI 2 MILIONI E MEZZO, CON UNA MEDIA DI 400 EURO AD ARTICOLO
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/volete-fare-carriera-universitaria-dovete-pagare-ndash-arriva-studio-202002.htm
DAGOREPORT
Come ha scritto Lorena Loiacono per il “Messaggero” (ripreso da Dagospia) “Sono stati spesi quasi 2,5 milioni di euro per vedere pubblicate ricerche scientifiche che probabilmente, senza spendere un euro, non sarebbero andate da nessuna parte. Pubblicazioni praticamente fasulle, comprate, utili solo ad arricchire curriculum, indispensabili però per far carriera”.
“Per entrare in università bisogna pagare”. Ma anche se non si paga con moneta sonante i meccanismi che creano un curriculum ad hoc per far sì che venga poi bandito un “concorso profilato” per il candidato CHE SI VUOL FAR VINCERE passano attraverso logiche economiche (lavoro gratis e simili) o di controllo baronale (metodi di appartenenza e filiazione).
“Concorsi profilati” vuol dire che nel bando si cerca un candidato con tali e tali caratteristiche che corrispondono a un solo essere vivente: quello che la “comunità scientifica”, il barone, ha deciso di far vincere perché ha ormai fornito i servizi richiesti (svolto esami al posto del docente, seguito tesine, impaginato riviste, fatto da segreteria tuttofare e altri, meno nobili, lavori, come fare la spesa…).
Come fare? Molto semplice: se devo mettere in cattedra un ornitologo e il mio candidato ha studiato la cinciallegra e conosce, che so, il tedesco, il bando richiederà a un certo punto “… particolarmente gradita la conoscenza di uccelli come la cinciallegra... Si richiede la conoscenza del tedesco”. Quindi se un ha studiato il pettirosso, l’aquila reale e il gufo, sa inglese e francese e magari si è specializzato in veterinaria perde. Ora è nato un “Osservatorio” (vedi sotto) che denuncia tutto questo e sta mettendo a disposizione molte informazioni.*
Per prima cosa, qui un vademecum di come ti metto in cattedra, in quattro-cinque anni, il figlio di…, l’amante, l’amico, il mio tuttofare facendolo diventare il partecipante vincente di un concorso “profilato” bandito per lui.
Molto semplice. Tengo per un annetto o due presso di me, docente, il giovane prescelto (figlio di un collega, amante, un ricco di famiglia che non ha bisogno di lavorare…) come semplice “Cultore della materia” con qualche rimborso dall’ateneo. Poi gli/le faccio vincere uno dei posti a disposizione per un Dottorato di ricerca, così per tre anni è pagato e se ne sta in università a fare il segretario tuttofare.
Poi gli/le faccio vincere una delle numerose borse di studio all’estero dove, di solito, il borsista va assai poco ma scrive una tesina, in lingua straniera, a fine esperienza. Intanto gli/le ho fatto pubblicare articoli pseudo “scientifici” sulla rivista di Classe A che io docente dirigo e nessuno legge, l’ho fatto intervenire a convegni organizzati da me dove sono presenti solo i convegnisti e, infine, dall’editore universitario è arrivato il mio turno per scegliere un libro da pubblicare e scelgo quello del mio protetto.
Questo, e non altro, è quanto sciaguratamente i concorsi universitari (criteri stabiliti da Anvur e Mibac) valutano. A questo punto siamo pronti: basta un “bando profilato” ed è in cattedra. E’ una competizione scorretta dall’inizio e che non si può poi raddrizzare. Né il rottamatore Renzi né gli homines novi dei Cinque Stelle e della Lega stanno mettendoci mano.
*
Vediamo alcuni esempi per capire meglio e, in specifico, due “denunce” dell’”Osservatorio concorsi”.
RIVISTE DI CLASSE A, B… O A VANVERA? E CHI LE LEGGE? NESSUNO.
L’Anvur, è l’organo di valutazione delle riviste “scientifiche”: ce ne sono migliaia, che nessuno legge, nemmeno chi le scrive. Scrivere su una rivista di classe A conferisce punteggio per il concorso universitario; per una di classe B meno, per le altre nulla. Ovviamente ciascun barone ha piazzato la rivista che dirige (o per la quale collabora) in classe A; ma l’Anvur a finito per metterci persino riviste assurde e il loro contrario: si va dagli “Acta Archaeologica Academiae Scientiarum Hungaricae” ad “Abitare”; da riviste che manco escono alla rivista principe sull’arredo. Delle due l’una: o ha senso riviste che non leggono nemmeno gli specialisti oppure hanno senso quelle che hanno presa anche sul mercato.
Nelle riviste delle scienze naturali e mediche gli articoli sono, in genere, firmati da molti autori. Come dire: più siamo più la ricerca fa impressione. Ma non bisogna lasciarsi ingannare: in genere contano il primo e l’ultimo firmatario: gli altri sono messi in mezzo per far… titoli per il concorso dove saranno piazzati.
SOCIETA’ SCIENTIFICHE O CONCORSUALI?
Le società scientifiche, costituite o controllate tutte da docenti universitari, dovrebbero svolgere attività scientifica in aggiunta a quella universitaria. Ma spesso servono solo per piazzare gli aderenti nei concorsi.
Di una società di Filosofia (la Sie, Società di Estetica) circola un filmato su internet dove l’ex presidente, lo scomparso professore Luigi Russo, si lascia sfuggire il vero senso dei convegni organizzati dalla “Società scientifica” della quale era vicepresidente l’attuale rettore dell’Università degli Studi di Milano, Elio Franzini: “(il nostro ndr) è un convegno, che poi è uno pseudo convegno: serviva per incontrarsi per le faccende concorsuali” (dal minuto 55 al minuto 105 dell’allegato video registrato all’Università di Torino).
I membri della società sono presenti in quasi tutte le commissioni concorsuali del loro raggruppamento e possono così far vincere altri loro associati. Sostanzialmente, diverse società scientifiche finiscono con il diventare organismi paralleli di controllo dei concorsi attraverso i loro membri che compongono le commissioni in favore di aderenti alla società stessa. Chi non è all’interno (e quindi non paga quota e non sottostà alle logiche di appartenenza) è improbabile che vinca un concorso anche se molto più preparato! Così è in moltissime società “scientifiche”. In Italia, s’intende!
IL LAVORO
Aver svolto una professione ad alto livello non dà alcun punteggio nei concorsi. Per cui, poniamo, a un concorso in “Teoria della comunicazione televisiva” se si presenta Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, che magari ha deciso di mettere la sua esperienza al servizio dei giovani, la sua lunga esperienza nel settore vale zero. Zero. Meno di un articolo di due pagine di un sub-assistente con due note sull’allegato della rivista di classe A! Da qui uno capisce perché i professori universitari italiani ormai contino poco e il distacco dal mondo delle professioni sia abissale. E perché i figli della “élite” italiana (molti dei politici e dei direttori di giornali) studino all’estero.
I PRIN
Sono i progetti di ricerca finanziati dal ministero. Qui vale la stessa cosa delle riviste: un docente che, tramite aderenze al ministero, riesce a far finanziare il proprio progetto di ricerca ci butta dentro gli ex studenti che vuole: ovviamente quello da mettere in cattedra.
USCITE DEI BANDI
I bandi di concorso sono ricorrenti come il bollino nero sulle autostrade: in genere escono con l’esodo di agosto e si concludo prima del rientro estivo. Cioè: se non ti dicono che sono banditi perché è il “tuo concorso”… hai voglia a scoprirli nei siti degli atenei che lo bandiscono o in quello del ministero! Sono nascosti e banditi in periodo estivo, quando l’università è ferma da mo’. E’ un sistema che funziona al contrario, insomma: se tu vuoi il più bravo dovresti dare massima visibilità al concorso; ma se tu vuoi che a vincerlo sia quello che hai già scelto ed è magari scarsino devi metterti il più possibile al riparo da sorprese: meglio che non lo scopra nessuno e non ci siano altri partecipanti.
VALUTAZIONE TITOLI
Ci sono concorsi che valutano con lo stesso punteggio (mettiamo 3 punti) monografie di 500 pagine che hanno fatto nuove scoperte e brevi scritti di nessun approfondimento scientifico su una rivista fuori classe ma ugualmente valutati dal presidente di commissione. Specie quando a presentarsi è il suo assistente o protetto. Alcuni di questi casi, recentemente, sono stati impugnati persino dalle università che hanno bandito il concorso, tanto era l’evidenza. Ma senza l’intervento della magistratura – che non interviene quasi mai – non se ne può far nulla. Tra i pochi interventi sanzionatori della magistratura quello contro la moglie dell’ex rettore della Statale, Fernanda Caizzi Decleva. L’ex rettore della Sapienza, Luigi Frati (come molti altri), fu indagato per “parentopoli”.
FAMILISMO
Secondo uno studio statistico e scientifico, condotto da Stefano Alessina, ricercatore all’Università di Chicago, il fenomeno del nepotismo è ben radicato nelle università italiane. Gli studi hanno rivelato che i settori disciplinari più esposti sono Ingegneria industriale, Legge, Medicina, Geografia e Pedagogia. E, facendo riferimento alla distribuzione geografica, il fenomeno diventa più frequente al Sud, in particolare nelle isole, anche se non sono esclusi alcune importanti università italiane. Tra i 10.783 accademici in Medicina sono stati rilevati 7.471 cognomi distinti. Le prime cinque università con il maggior numero di cognomi sarebbero: Libera Università Mediterranea «Jean Monnet», Casamassima di Bari, Sassari, Cagliari, Suor Orsola Benincasa di Napoli, Catania.
OSSERVATORIO
Come dicevamo è nato recentemente l’ “Osservatorio Indipendente dei Concorsi Universitari” che denuncia pubblicamente il maggior numero possibile di “bandi profilati”. L’art. 24, comma 2, della Legge 240/2010, prevede infatti che non si possano inserire nei bandi “competenze così specifiche da scoraggiare i potenziali candidati”. Ovviamente i dipartimenti che bandiscono concorsi fanno, indisturbati, l’esatto contrario.
L’ultima denuncia-segnalazione dell’Osservatorio è avvenuta a Pasquetta con una lettera indirizzata al rettore di Padova (Rosario Rizzuto, che è anche membro del Commissione dei rettori) relativa ad un concorso “profilato” per la I fascia in Chimica generale. La lettera, come al solito, è stata inviata anche al ministro Marco Bussetti (Lega) e al Viceministro dell’Università Lorenzo Fioramonti (Cinque Stelle), che queste cose dovrebbe saperle visto che, per insegnare, ha dovuto trovarsi un’università in Sud Africa. In questo caso, il bando profilato richiede al candidato “linee di ricerca riguardanti la chimica metallorganica nei suoi aspetti fondamentali e applicativi, con particolare riferimento all'utilizzo dei metalli di transizione in sintesi e catalisi metallorganica, anche di interesse industriale”: guarda guarda giusto giusto il profilo del candidato interno all’università.
Stessa cosa era avvenuta il 15 aprile quando l’Osservatorio aveva segnalato ai professori Franco Anelli, Guido Merzoni e Damiano Palano facenti parte la commissione il concorso della Cattolica (rettor eil giurista Franco Anelli ) in “Filosofia politica”: in questo caso al candidato era richiesta la conoscenza dei “meccanismi di selezione delle élite, dai rapporti fiduciari ai processi di mediazione degli interessi, alle dinamiche di disintermediazione e di reintermediazione”. Scrive l’Osservatorio: “Tale profilo replica verbatim il progetto di ricerca, del tutor Prof. Damiano Palano”, e, guarda caso, il concorso è stato vinto dal candidato interno “Dott. Antonio Campati, attualmente Professore a contratto presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, il quale ha prodotto nel frattempo diversi contributi sul tema”.
Nelle commissioni universitarie non crede più nessuno, nemmeno il Consiglio di Stato. “Le commissioni universitarie, a parer nostro, non sono più degne di fiducia”, scrive il Consiglio di Stato nell'ultima sentenza in tema di concorsi non credibili. E si rivolge direttamente al ministero dell'Istruzione intimando di riconoscere la cattedra di Diritto del lavoro alla docente Carmela La Macchia, bocciata tre volte da tre commissioni diverse nominate per gestire l'Abilitazione scientifica nazionale nella sua disciplina: le aveva preferito, nel ruolo di professore di prima fascia, un altro candidato.
E così il Consiglio di Stato, dove è finito il primo ricorso, alla fine ha scritto al Miur: siete obbligati a dare l'idoneità all'appellante. E a pagare 6.500 euro di spese legali (sentenza 1321 dello scorso 25 febbraio).
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I casi già “denunciati” sono molti. Homines novi o meno, l’università NON CAMBIA MAI. Forse renderla meritocratica e legata alla società non porta voti. E, dopo Renzi, anche Lega e Cinque Stelle sembra ci abbiano rinunciato.
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“Fondi della ricerca per under 40 e Sud”
I 400 milioni per la scienza italiana arriveranno il 20 dicembre». Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, rompe gli indugi e comunica la data di pubblicazione del Bando Prin (Progetti di ricerca di interesse nazionale) 2017. E risponde così alle attese della comunità accademica e scientifica che, dopo l’annuncio (prima a maggio poi in settembre al Forum di…
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