#Astensione di Forza Italia
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ifattinews · 2 years ago
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Gasparri-De Vito (FI) : "Gualtieri riferisca su danni mareggiata nel X municipio e chieda stato calamità. Regione si attivi"
“La mareggiata che si è abbattuta ieri ha creato enormi danni a buona parte del litorale laziale. Chiediamo al Sindaco Gualtieri di riferire sin dal Consiglio odierno in Aula Giulio Cesare sui danni registrati sul litorale romano del decimo municipio ed a richiedere alla Regione lo stato di calamità. Non sarà facile visto che qui non troverà più un governatore, dopo che Zingaretti si è dimesso,…
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Modena: dal consiglio comunale arriva l'ok per il Polo Conad
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Modena: dal consiglio comunale arriva l'ok per il Polo Conad.  Via libera del Consiglio comunale di Modena al progetto di rigenerazione dell’area industriale ex Civ & Civ, con il riassetto del comparto tra via Canaletto, viale Finzi e la tangenziale nord attraverso la realizzazione di una moderna struttura per la logistica in ampliamento rispetto all’attuale stabilimento Conad Nord Ovest presente da tempo. La variante agli strumenti urbanistici comunali, illustrata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, è stata approvata nella seduta di giovedì 20 aprile con il voto del Pd; l’astensione di Europa verde – Verdi, Modena civica, Lega Modena, Gruppo indipendente per Modena e Alternativa popolare; il voto contrario di Sinistra per Modena, Movimento 5 stelle, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la consigliera Barbara Moretti di Lega Modena. Assente Modena sociale. Nelle scorse settimane la Conferenza dei servizi aveva espresso parere positivo alle modifiche del progetto presentate da Imco spa, dopo l’originaria proposta del 2021 e gli adeguamenti richiesti dall’Amministrazione comunale: contenimento dei volumi degli edifici e incremento delle superfici verdi, con anche opere di mitigazione; maggiore attenzione alla qualità ambientale e agli edifici residenziali presenti; rinnovamento di reti e sottoservizi dell’area; miglioramento e monitoraggio della viabilità e della sosta, con una nuova rotatoria su viale Finzi, un parcheggio in area dedicata per limitare le ricadute sul traffico locale e il completo rifacimento dell’area a ridosso degli orti, attualmente adibita a parcheggio, che sarà dotata di verde e arredi. “Sono interventi che riducono in modo significativo l’impatto sull’area – ha sottolineato l’assessora Vandelli – e sono stati definiti anche grazie al confronto con il Quartiere e con i residenti, con incontri e assemblee. Proprio la riqualificazione dell’area a ridosso degli orti è una proposta emersa da quel dialogo e un impegno che il sindaco aveva assunto. Così come è significativo lo sforzo per la protezione dal rumore (con barriere fonoassorbenti con verde rampicante, filari, filari, siepi e la localizzazione degli impianti a una distanza di almeno 40 metri dalle case) e per la realizzazione di uno studio di fattibilità per la creazione di una comunitàenergetica. Il progetto, inoltre, è già impostato per integrarsi, soprattutto rispetto ai percorsi ciclabili e alle aree verdi, con quello in corso di definizione per la rigenerazione della contigua ex Pro Latte dove saranno realizzati 14 mila metri quadri di aree verdi. In tutta l’area nord – ha aggiunto Vandelli – si stanno realizzando o programmando interventi di rigenerazione su oltre 300 mila metri quadri di aree e oltre un terzo, più di 100 mila metri, sono nuove aree verdi”. Insieme alla variante sono stati approvati anche due ordini del giorno presentati da diversi gruppi consiliari. Lega Modena, Forza Italia, Alternativa popolare e Modena sociale hanno proposto un monitoraggio della qualità dell’aria nella zona Sacca da far realizzare ad Arpae in vista del nuovo insediamento, così da verificarne l’impatto (a favore anche Pd, Europa verde – Verdi, Movimento 5 stelle, Gruppo indipendente per Modena, Fratelli d’Italia e Modena civica; astensione per Sinistra per Modena). Europa verde – Verdi ha chiesto un progetto urbano complessivo per l’area che comprende anche ex Pro Latte e parco Vittime di Utoya, con l’obiettivo di “qualificare, potenziare e collegare tra loro le aree di verde pubblico”, prevedere opere di mitigazione e attivare un “Laboratorio di approfondimento e condivisione con i diversi soggetti interessati avviando un percorso di progettazione partecipata” (a favore anche Pd e Modena civica; astenuti Sinistra per Modena, Lega Modena, Gruppo indipendente per Modena e Alternativa popolare; contrari Movimento 5 stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Assente Modena sociale ). È stato sospeso e non è stato discusso, invece, l’ordine del giorno presentato dal Pd che, sottolineando lo stretto legame dell’intervento con quello previsto nell’area ex Pro Latte, chiede che venga definito un progetto urbanistico coordinato e sinergico, con un percorso di partecipazione che ne “assicuri la massima trasparenza, conoscibilità e acquisizione di contenuti” in vista della definizione dell’Accordo di programma. Il progetto di rigenerazione del Civ & Civ riguarda un’area di oltre 50 mila metri quadri a destinazione produttiva non utilizzata da anni. La riqualificazione a cura del privato prevede la ristrutturazione o la nuova costruzione di capannoni logistici per Conad, a parità di volume rispetto all’esistente, e una maggiore dotazione di verde, con anche nuovi percorsi pedonali e ciclabili. Le aree urbanizzate impermeabili del comparto scendono dal 92 al 78 per cento. La variante non rappresenta una deroga agli strumenti urbanistici (si utilizza la capacità edificatoria del lotto) ma riguarda la rimodulazione delle aree elementari all’interno di quella zona elementare.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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uldericodl · 5 years ago
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Hong Kong, FDI: Governo e M5S sottomessi a Cina bocciano nostra risoluzione "Il M5S e il governo, con l'incredibile astensione di Forza Italia e Pd, bocciano la risoluzione di Fratelli d'Italia per condannare la repressione delle manifestazioni di piazza ad Hong Kong.
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aneddoticamagazinestuff · 10 years ago
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PORCELLUM: dieci anni di illegittimita’ dello Stato italiano
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PORCELLUM: dieci anni di illegittimita’ dello Stato italiano
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PORCELLUM: dieci anni di illegittimita’ dello Stato italiano
PREMESSE
La pronuncia della Corte Costituzionale
Il 4 Dicembre 2013, con una nota su una propria sentenza sulla Legge Calderoli:
« La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza (sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica) alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali ‘bloccate’, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza. »
Note
 Legge elettorale,bocciato il Porcellum. Consulta: “Ora tocca al Parlamento” in TGcom24, 4 dicembre 2013. URL consultato il 5 dicembre 2013 (archiviato il 5 dicembre 2013).
 Eva Bosco, L.elettorale: Porcellum addio, torna proporzionale in ANSA, 5 dicembre 2013. URL consultato il 5 dicembre 2013(archiviato il 5 dicembre 2013).
 a b Sentenza 1/2014 Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale, dal Sito ufficiale della Corte Costituzionale dellaRepubblica italiana.
Calderoli: “La legge elettorale? – L’ho scritta io, ma è una porcata”, 15 marzo 2006. URL consultato il 26 febbraio 2013.
Giovanni Sartori, Il «porcellum» da eliminare in Corriere della Sera, 1 novembre 2006. URL consultato il 3 dicembre 2013(archiviato il 3 dicembre 2013).
La Consulta: «Il Porcellum è incostituzionale» in Corriere della Sera, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013(archiviato il 4 dicembre 2013).
 La Corte Costituzionale boccia il ‘Porcellum’. Illegittimi premio di maggioranza e liste in ANSA, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013 (archiviato il 4 dicembre 2013).
Angelo Mina, Legge elettorale: bocciato Porcellum, rinasce proporzionale (per ora) in ASCA, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013 (archiviato il 4 dicembre 2013).
Marco Brunazzo, Gli avvenimenti del 2005, in: Grant Amyot / Luca Verzichelli, Politica in Italia. I fatti dell’anno e le interpretazioni, edizione 2006, Il Mulino, Bologna, 2006, p. 34.
La riforma fu approvata dapprima il 13 ottobre 2005 alla Camera e in via definitiva il 14 dicembre 2005 al Senato. Gruppi parlamentari e partiti favorevoli alla Camera: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, Lega Nord Federazione Padania, Fiamma Tricolore e gruppi misti Ecologisti Democratici, Liberal-Democratici-Repubblicani-Nuovo PSI. Gruppi parlamentari che non parteciparono al voto per protesta alla Camera: Democratici di sinistra-L’Ulivo, Margherita-DL-L’Ulivo, Rifondazione Comunista e i gruppi misti Popolari, Comunisti Italiani, SDI-Unità Socialista, Verdi-L’Unione. Astensione del gruppo misto Minoranze linguistiche (Südtiroler Volkspartei). Vedi: STitolo16%2062 Dichiarazioni di voto finale, Titolo23%2092 Dichiarazione di voto finale Fiamma Tricolore e STitolo19%2091 Votazione finale ed approvazione alla Camera.
Scheda dell’atto su normattiva.it.
L. elettorale, Cassazione invia atti a Consulta:”Premio maggioranza altera equilibri”, la Repubblica, 17 maggio 2013. URL consultato il 17 maggio 2013.
Legge elettorale, Cassazione boccia il premio di maggioranza del Porcellum, il Fatto Quotidiano, 17 maggio 2013. URL consultato il 17 maggio 2013.
Legge elettorale, decisione rinviata al 2014 in Rai News, 3 dicembre 2013. URL consultato il 3 dicembre 2013 (archiviato il 3 dicembre 2013).
Slitta a gennaio la decisione della consulta sul Porcellum in Internazionale, 3 dicembre 2013. URL consultato il 3 dicembre 2013(archiviato il 3 dicembre 2013).
Legge elettorale, la Consulta rinvia decisione su Porcellum al 14 gennaio in il Fatto Quotidiano, 3 dicembre 2013. URL consultato il 3 dicembre 2013 (archiviato il 3 dicembre 2013).
Legge elettorale, la Consulta accelera. Da domani mattina la Camera di consiglio in la Repubblica, 3 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013 (archiviato il 4 dicembre 2013). «[…] Domani mattina, alle 9,30, inizierà la discussione della Corte Costituzionale sulla questione di costituzionalità sollevata sulla legge elettorale. E’ quanto ha stabilito il presidente della Corte, Gaetano Silvestri. […]».
Porcellum, oggi l’esame della Consulta in La Stampa, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013 (archiviato il 4 dicembre 2013).
Emilia Patta, Porcellum: la Consulta verso l’ammissibilità del ricorso in Il Sole 24 ORE, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013 (archiviato il 4 dicembre 2013).
Legge elettorale, la Consulta boccia il porcellu in la Repubblica, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013 (archiviato il 4 dicembre 2013).
Porcellum bocciato dalla Consulta, accolto il ricorso dei cittadini in il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2013. URL consultato il 4 dicembre 2013 (archiviato il 4 dicembre 2013).
Legge elettorale: Calderoli, Porcellum nato per ricatto Casini
Calderoli: “Sempre detto che era anticostituzionale il Porcellum”
Obbligo imposto dall’art. 57, comma 1 della Costituzione italiana.
Lombardia, l’Ohio d’Italia
Per una maggiore chiarezza espositiva, sono state omesse alcune clausole minori presenti nella legge, ma il cui verificarsi è da considerarsi molto improbabile.
15º Censimento generale della popolazione
Le norme per le elezioni politiche, pag.39
Sentenze delle corte Costituzionale nn. 15, 16, e 17 del 2008. Vedi: Testo della sentenza 15/2008, Testo della sentenza 16/2008 e Testo della sentenza 17/2008.
Atti parlamentari, XVI legislatura, Senato della Repubblica, Giunte e commissioni, riassunto dei lavori della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, 20 maggio 2009, intervento del senatore Mercatali, in ((http://www.fainotizia.it/2009/05/21/effetto-stocastico-della-legge-elettorale-denunciato-alla-corte-costituzionale)).
Ordinanza interlocutoria n. 12060 del 17 maggio 2013. URL consultato il 13 giugno 2013.
Incostituzionalità della Legge elettorale n. 270/2005 (PDF), Ufficio Stampa ― Corte Costituzionale, 4 dicembre 2013. URL consultato il 5 dicembre 2013 (archiviato il 5 dicembre 2013).
Voci correlate
Candidature multiple
Legge Mattarella
Collegamenti esterni
Legge 30 marzo 1957, n. 361, in materia di “Testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera del deputati, come modificato dalla legge Calderoli“
Legge 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di “Testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica, come modificato dalla legge Calderoli“
Legge 21 dicembre 2005, n. 270, in materia di “Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica“
Partisan self-interest and electoral reform: The new Italian electoral law of 2005, by Alan Renwick, Chris Hanretty, David Hine, Electoral Studies, 2009, 1-11
The electoral law which will be used in the 2013 Italian elections is radically different from any other electoral system in Europe, by Matteo Garavoglia, LSE EUROPP, 12 febbraio 2013
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/12/03/Legge-elettorale-cominciata-udienza-Consulta_9717777.html
Napolitano: le Camere sono legittime
COMMENTO
Il commento di Napolitano e’ di parte ed anche lui ha ricevuto una nomina illegittima, in quanto nominato da elettori illegittimi.
I Governi Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi sono anch’essi illegittimi.
Molti menbri della Corte Costituzionale, della Corte dei Conti e della Corte di Cassazione sono illegittimi.
Tutti i manager di Stato (Moretti e compagni) hanno ricevuto nomine illegittime.
APPELLO
Loscrivente invita pertanto l’Unione Europea a commissariare lo Stato della Repubblica italiana e tutti i suoi organi costitzionali usurpatori di un potere che loro non spetta di diritto, invitando al contempo tutti i lettori premurosi della salvezza della legalita’ in Italia ad inviare appello personale o collettivo alla Commissione europea per il commissariamento.
Il Commissario provvedera’ a formulare una legge elettorale che permetta immediatamente di tornare alle urne con norme democratiche che non permettano manipolazioni del consenso o acquisto di voti di scambio tramite organizzazioni criminali.
Enrico Furia
15 gennaio 2015
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televaltiberina · 4 years ago
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Lascito Mariani: Sassolini (Forza Italia) “questi i motivi della nostra astensione” "Sul lascito Mariani siamo stati coerenti, la nostra linea in questi anni è stata chiara. Abbiamo valutato attentamente le correzioni apportate al documento, da parte del Sindaco Bachetta e visto che sono state accolte, in parte, alcune nostre osservazioni e indicazioni abbiamo deciso di astenerci detto questo, la vicenda si è protratta per troppo tempo, vanificando alcune importanti operazioni che potevano alleviare, come scritto nel testamento, le sofferenze delle persone meno abbienti del nostro comune. Spero, ma ne dubito, che questo serva da lezione"
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tmnotizie · 5 years ago
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SAN BENEDETTO – Questa mattina i Consiglieri comunali del gruppo consiliare di Forza Italia Stefano Muzi e Mariadele Girolami hanno presentato all’ufficio protocollo un documento per la rimozione del Capogruppo Valerio Pignotti, destituito con effetto immediato dall’incarico di rappresentanza partitica in assise, nominando contestualmente il Consigliere Muzi come nuovo capogruppo e la consigliera Girolami come vice.  
“Abbiamo finalmente messo fine ad una situazione imbarazzante quanto inspiegabile – asserisce l’azzurro Muzi – che si protraeva da tempo, formalizzando la sfiducia verso il Pignotti, il quale da mesi ormai era il capogruppo soltanto di se stesso e delle sue incoerenze e contraddizioni. Il voto di astensione al bilancio consuntivo di sabato scorso e le colorite espressioni rivolte contro l’amministrazione Piunti sono state le ultime di tante provocazioni che abbiamo dovuto subire in questi tre anni tumultuosi.
Non c’è stata mai la condivisione di una linea politica collegiale e di un progetto unitario, si prendevano posizioni sulla stampa assolutamente personali che venivano presentate come condivise dall’intero gruppo, quasi mai riunito e coinvolto. Non basta indossare la giacca e la cravatta per svolgere un ruolo delicato come quello del capogruppo, che Pignotti ha inteso come un incarico autoreferenziale, atto ad incensarsi.
Privandolo del ruolo di capogruppo avrà meno incombenze ed impegni a San Benedetto, così da potersi dedicare meglio a svolgere ad Ancona l’incarico lavorativo di addetto alla segreteria del Vicepresidente del consiglio regionale, l’ascolano Piero Celani.
Per quello che concerne la gestione del gruppo e delle sue dinamiche sarà mio impegno quello di riunirci almeno una volta ogni venti giorni per confrontarci ed interfacciarci anche con l’assessore Ruggieri, verso la quale esprimo piena fiducia. La compagine consiliare di Forza Italia rimarca convintamente la ferma sintonia con la giunta, il sindaco e la sua segreteria, ritenendo la coesione collante fondamentale per l’incisività amministrativa di questi ultimi due anni di consigliatura”.
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paoloxl · 5 years ago
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In queste febbrili ore post elettorali si susseguono gli iperboli sul voto alle elezioni europee di domenica 26 maggio, e Roma non fa eccezione. Si va dalle celebrazioni per l’exploit della Lega di Salvini alla riscossa del PD come primo partito nella Capitale, passando per la disfatta a 5 Stelle marchiata a fuoco col nome di Virginia Raggi.
Tu quoque, Roma? Analisi del voto romano alle europee
Ma possiamo davvero ridurre tutto a una dinamica così chiara e superficiale? Prendiamo una lente di ingrandimento e proviamo a capirci qualcosa in più.
Partiamo da alcune considerazioni di carattere generale. Il voto delle europee, almeno in Italia, può essere considerato a tutti gli effetti un termometro fallato del Paese. In questa tornata elettorale l’affluenza è stata del 56,1%, in calo di quasi due punti percentuali rispetto al 2014, nonostante la generale crescita in tutto il continente (51% di media contro il 42% delle scorse consultazioni). Siamo ben lontani dall’ “europeissima” Italia delle elezioni del 1979, quando più dell’86% degli aventi diritto si recò alle urne. Da allora una costante flessione, fino al dato odierno: una direttrice confermata, con diverse percentuali, anche alle elezioni politiche. In una fase di crisi profonda della rappresentanza, l’elettorato di certo non si spende per nominare i “rappresentanti” di un’istituzione percepita, mai quanto oggi, lontana dalle proprie necessità, responsabile di buona parte dei problemi strutturali del Paese e incerta tanto sul presente quanto sul futuro. Probabilmente, se non si fossero accorpate le europee con numerose elezioni amministrative (Regione Piemonte + 3.844 comuni di cui 24 capoluoghi di provincia e 6 di regione), parleremmo di affluenze ancora più basse. E la città di Roma lo dimostra ampiamente, con un’affluenza al 48,91%, dunque ben al di sotto della media nazionale. La metà degli aventi diritto, decine di milioni di persone, non si è recata alle urne.
Il voto nella Capitale ci restituisce un quadro parzialmente diverso rispetto al nazionale, confermando alcuni trend già in corso e previsioni facilmente calcolabili alla vigilia. Il primo dato lampante è, anche qui, la crescita esponenziale della Lega di Salvini, che passa dall’1,42% delle europee 2014 (16.728 voti) al 25,78 % (285.318 voti). Considerando anche il passaggio intermedio delle elezioni politiche e regionali del 2018, in cui la Lega prese percentuali intorno tra l’8 e il 12%, il dato, ad una prima analisi, sembra davvero incredibile. Ma non lo è poi così tanto. Come non lo è la scomparsa di Casapound e Forza Nuova dai radar elettorali, formazioni che, nonostante l’ormai costante sovraesposizione mediatica, sono ormai relegate a fare i topolini per la montagna salviniana.
Andiamo avanti. Il PD di Zingaretti esulta per quella che definire una “vittoria di Pirro” è dire poco. I resti dell’elettorato di centro-sinistra hanno una composizione fortemente europeista, dunque attratta dalle elezioni europee come un’ape al miele. E infatti l’intero blocco dem ha risposto presente: sul nazionale i voti sono sostanzialmente inalterati rispetto alle politiche, 6.161.896 contro i 6.045.723 di ieri. Gli occhiali indossati per vedere la realtà, però, cambiano radicalmente la percezione. E così quello che solo un anno fa era un risultato mediocre, adesso diventa l’occasione per “rilanciare il PD nel bipolarismo del Paese”. La maschera viene giù anche su Roma: i voti totali sono sostanzialmente gli stessi tra la consultazione di domenica e le politiche/amministrative del 2018 (intorno alle 340.000 unità), mentre rispetto alle precedenti europee c’è una flessione importante (all’epoca i voti furono 506.000).
E arriviamo finalmente al dato che più ci interessa: il crollo del M5S. Ferma restando una generale flessione del consenso bruciato sull’altare del governo gialloverde, se sul nazionale è veritiera la penalizzazione del Movimento per l’astensione del Meridione, a Roma non è così. Con un’affluenza sostanzialmente stabile (1.200.000 voti nel 2014 contro 1.125.000 voti nel 2019), alle scorse europee i pentastellati ottenevano 293.241 preferenze, contro le 194.545 attuali. Se consideriamo anche le elezioni amministrative del 2016, in cui la Raggi prese 412.285 voti, e le elezioni del 2018, in cui gli stellati romani furono in linea con la media nazionale ma presero solo 4 collegi uninominali alla Camera e 2 al Senato (e 253.319 preferenze alle regionali), il tracollo è evidente.
Su un dato si possono giustificare i grillini: nelle periferie romane, roccaforte dei voti a 5 stelle, l’affluenza alle europee è stata molto bassa. Questo è vero, certo. Come è vero che il PD è primo partito a Roma per lo stesso motivo, e che gli stessi dem hanno fatto man bassa di voti nei due municipi centrali, dove peraltro l’affluenza è stata la più alta della città (52% nel I municipio e 56% nel II municipio). La frattura tra centro e periferia nella Capitale è evidente, lo era stata già nelle scorse tornate elettorali, prima fra tutte le amministrative del 2016 quando gli unici municipi conquistati dal PD furono proprio i due centrali. Il “nuovo” corso di Zingaretti rappresenta l’alternativa solo per le classi ricche, questo lo sapevamo già.
Tutto vero, ma solo in parte. Perchè, in realtà, alle scorse europee i pentastellati presero percentuali molto più alte nei municipi periferici. Prendiamo ad esempio il Municipio VI, al centro delle cronache degli ultimi mesi per i fatti di Torre Maura. Storica raccaforte pentastellata, nel Municipio delle “Torri” i voti M5S nel 2014 furono 28.869, mentre oggi 19.293. La Lega balza da 1.516 voti a 28.539, mentre il PD crolla da 29.919 preferenze a 13.575. Il VI è il Municipio degli estremi: astensione più alta (solo 42% di affluenza), più alta percentuale di voti alla Lega (36,8%), più bassa al PD (17,4%) e, nonostante tutto, la più alta in città per il M5S (24,9%). Ma quel quadrante è in testa alle classifiche cittadine anche per altri motivi, come il tasso di dispersione scolastica sopra il 7%, la disoccupazione giovanile intorno al 32%, la composizione migrante tra il 12 e il 15% con un’aumento, in alcune aree, del 1000% di presenze solo negli ultimi 10 anni. Fino ad arrivare all’enorme disagio sociale esploso in tutta la sua violenza ad aprile contro il centro di via dei Codirossoni.
L’analisi ci restituisce alcuni spunti di riflessione. Anzitutto: la retorica delle periferie come covi di fascisti, violenti e retrogradi, feticcio agitato da Repubblica e sodali per rimpolpare le fila del PD come unica alternativa al fascismo, è smentita una volta di più. Il travaso diretto di voti dal M5S alla Lega, e prima ancora da Renzi ai pentastellati, lo dimostra chiaramente: non è fascismo, è bisogno di risposte alla crisi, di cambiamento, di protezione. Che assume anche toni duri, reazionari. Ma stiamo parlando di un’altra cosa. Lontano da logiche di opinione o di collocazione sociale, valide semmai per lo zoccolo duro degli elettorati dei partiti tradizionali come il PD o Forza Italia, il voto è ormai estremamente volatile, facilmente modificabile anche in maniera drastica rispetto alla “pancia” del momento. C’è una grossa forchetta di persone che fluttua spesso da un partito all’altro, incapace di immaginare un cambiamento che non passi per l’elezione dell’illusionista del momento. I partiti ora emergenti, e in questo, con sfumature differenti, Lega e M5S sono identici, viaggiano sul modello del cartel-party, con scarsa o svenduta base ideologica, che parlano per slogan e tendono a costruire consenso su politiche di parziale redistribuzione del reddito (lodevoli, per carità, rispetto alle nefandezze della pseudo-sinistra) o sulla logica della paura senza affrontare le questioni centrali: casa, lavoro, servizi, ambiente, patrimonio pubblico. Spendere e spandere senza toccare i nodi profondi della politica, magari lasciando a qualche governo tecnico l’impopolare compito di rientrare nel budget con provvedimenti lacrime e sangue. I pentastellati nascono con questa impronta, la Lega la assume dopo il maquillage di Salvini che la trasforma in un partito nazionale. E probabilmente sarà proprio quest’identità ibrida, finita l’ubriacatura dei picchi elettorali, a creare più di un grattacapo al Capitano, che al Sud si affaccia ma non sfonda, mentre al Nord la solida base storica, quando si parla di Meridione, rumoreggia non poco.
La seconda considerazione riguarda l’inesorabile declino dell’illusione grillina. A Roma, come avevamo già detto qui, la fallacità delle promesse pentastellate si è palesata già molto prima del livello nazionale con Virginia Raggi. La sindaca è rimasta incastrata tra i poteri forti, le inchieste della magistratura e i pesanti attacchi delle opposizioni, persino dall’alleato politico del suo partito al Governo. Roma è al collasso, i pentastellati hanno perso di recente un altro municipio (l’XI) oltre ai due già persi lo scorso anno (III e VIII) e in più di qualcuno ci sono profondi mal di pancia, soprattutto il IX per la questione stadio della Roma. Una situazione difficile, proprio ora che inizia una stagione complicata, la cui onda lunga porterà alle elezioni comunali nel 2021 (a meno di possibili cadute), non solo per la questione stadio, ma anche per i rifiuti, di cui a breve dovrà sciogliere le riserve sugli impianti da utilizzare, la nomina dell’assessore all’ambiente, il rinnovo del CdA e l’approvazione del bilancio 2017 di AMA.
Un’altra considerazione si può fare relativamente al dato generazionale e alla composizione sociale del voto. Nel primo caso si possono analizzare le elezioni attraverso quelli che l’accademia chiama “effetto generazione”, ovvero l’influenza del periodo di politicizzazione dell’elettore sul proprio voto, e “effetto ciclo di vita”, per cui si è più propensi ad un voto radicale negli anni di gioventù e ad un voto più moderato nell’età adulta. La tornata europea ci dice che la Lega sfonda un po' in tutte le fasce di età, ma il picco massimo è nei Millennials: per i nati dal 1997 in poi, la percentuale di voti leghisti è oltre il 38%. Così come sfonda tra gli operai (48%), mentre nel ceto impiegatizio le differenze con gli altri partiti si assottigliano. Proprio in questi due segmenti, i più delusi e disillusi dalle politiche dei partiti tradizionali, fino alle politiche del 2018 era il M5S ad avere le stesse percentuali plebiscitarie che oggi osserviamo per la Lega.
Come non citare, infine, il dato sull’astensione. Che non può essere una giustificazione perenne, ma può fornire alcuni dati incontrovertibili, soprattutto perché le formazioni di governo hanno trasformato le europee in un referendum sul proprio operato. Nella Capitale, come in tutto il Meridione, l’affluenza è stata ben al di sotto della media nazionale. Una larga fetta di popolazione che subisce quotidianamente gli effetti della crisi strutturale, e che non a caso aveva votato in massa (più al Sud che a Roma) per i pentastellati alle politiche, non ha premiato Di Maio & co. dopo un anno di governo. La fotografia su Roma è l’ennesimo segnale di insofferenza verso una giunta che continua a non rispondere alle periferie romane. Il voto alle europee non ha portato conforto alla sindaca: la forte astensione nei quartieri lontani dal centro è anche frutto di una sfiducia nei suoi confronti. La Raggi vuole ripartire dalle periferie, ma le periferie non ripartono dalla Raggi.
Tu quoque, Roma, hai messo la freccia verso la Lega? Probabilmente si. Ma in maniera transitoria. A Roma come in tutto il Paese assisteremo ancora a tornate elettorali decisamente curvate a destra, ma non per questo siamo di fronte a un Paese o a una città di fascisti. Il voto e l’astensione di domenica scorsa sono gli ennesimi segnali di protesta, anti-UE e contro l’establishment tradizionale. Salvini risponde in maniera veloce ed efficace a tutte le esigenze, così come lo faceva il Movimento fino a un anno fa. O, nel caso di Roma e Torino, come facevano Raggi e Appendino fino a due anni fa. Poi la realtà è “tutto un altro paio di maniche”, come si dice da queste parti. Prima si prende coscienza della fenomenologia del politico, prima si esce dall’inutile dicotomia tra chi pensa che l’espatrio sia l’unica soluzione e chi dice che Salvini è un problema da affrontare con i relitti della sinistra istituzionale. Ieri il tappo al conflitto verticale per le diseguaglianze erano i 5 Stelle, oggi è la Lega, domani ne esisterà un altro? Costruire dal basso una risposta negativa a questa domanda significa dare un immaginario a chi crede di non avere alternative alla pantomima elettorale. Significa parlare direttamente ai milioni di astenuti, ai disillusi, al soggetto giovanile, agli operai. Significa praticare l’obiettivo, per un cambiamento reale.
Fonti: 
-Dati elettorali : Comune di Roma e Ministero dell’Interno
-Dati composizione voto: analisi flussi SWG
-Dati sociali VI Municipio: mapparoma.blogspot.com
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infosannio · 6 years ago
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Sondaggi: Pd in caduta libera, astensione primo partito
Sondaggi: Pd in caduta libera, astensione primo partito
Secondo la rilevazione di Pagnoncelli per il Corriere della Sera i dem al 16,1%. Lega ancora prima, M5s stabile. Il 42,4% degli italiani pronti a disertare le urne.
  (lettera43.it) – Lega stabile al primo posto con il 34,3% delle preferenze (in calo dell’1,4% rispetto a metà gennaio). Il M5s si conferma al 25,4%, Forza Italia guadagna un punto assestandosi all’8,1% mentre il Pdscende al…
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ifattinews · 2 years ago
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Dissenso in Forza Italia. Il tris degli eccellenti in fuga. Anche Mara Carfagna se ne va
La nota è arrivata ieri direttamente dalla ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria (Mara) Carfagna. La politica, ex modella e showgirl italiana che dal 13 febbraio ricopriva la carica di ministro della Repubblica italiana nel governo Draghi. Nel comunicato breve e sintetico spiega le ragioni del suo abbandono. Il testo “Per questioni di stile non esprimo giudizi su come…
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sauolasa · 7 years ago
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Governo: al via i contatti, Salvini e Di Maio si incontrano alla Camera «Significativi passi avanti»
A Montecitorio faccia a faccia fra il leader della Lega e quello dell'M5S: al centro dell'incontro programma e nomi per l'esecutivo. Da Forza Italia Licia Ronzulli sottolinea: «Vogliamo mani libere, nessuna astensione benevola»
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forzaitaliatoscana · 3 years ago
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Massa: approvazione del Regolamento urbanistico
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Il Coordinatore Comunale di Massa di Forza Italia Domenico Piedimonte: "Forza Italia plaude al lavoro ed alla approvazione del Regolamento urbanistico" La seduta del consiglio comunale del 20 luglio ha rappresentato un momento davvero importante per la nostra città poiché l'approvazione dell'RU porta a compimento l'ottimo lavoro portato avanti dagli uffici tecnici e dalla commissione urbanistica; Commissione quasi sempre costretta ad operare con margini di tempo eccessivamente stretti, ma, ciononostante, sempre pronta a fornire, sotto la guida del Presidente Luca Guadagnucci, tempestivi pareri. La segreteria Provinciale e Comunale di Forza Italia Massa ha comunque ritenuto di indicare ai propri consiglieri un voto di astensione di certo non come critica nel merito dell'operato degli uffici tecnici ed amministrazione comunale, ma bensi per volontà di rimarcare il ruolo e la dignità dei Consiglieri Comunali tutti, che debbono avere congrui termini per poter compiutamente determinarsi sulla approvazione di atti cosi rilevanti (ovviamente come evidenziato dal Presidente Guadagnucci l'astensione indicata da Cofrancesco per conto del partito, non poteva e voleva impedire l'approvazione dell'atto). E' ben noto che Forza Italia Massa reclama da tempo al Sindaco ed ai propri alleati la necessità di un cambio di passo, sia per quanto riguarda la partecipazione che la condivisione di atti e progetti. Approvare lo stesso regolamento concedendo 7 giorni di più al consiglio ed alla commissione ci avrebbe resi felici, avrebbe contribuito a ravvicinare le distanze tra gli alleati di centrodestra e dato un senso ai ripetuti appelli caduti nel vuoto in questi 3 anni. Appelli che vanno sempre nella solita direzione. Maggior trasparenza, maggior ascolto, e maggior condivisione, il cui deficit è giorno dopo giorno più evidente stante la persistente negazione anche della semplice funzione di ascolto e di proposta nei lavori della giunta, che invece consentirebbe anche a noi alleati di poter collaborare fattivamente e tempestivamente nell'interesse della comunità. Certo, la mancanza di confronto e di discussione può secondo qualcuno rendere più spedite alcune pratiche ma alla lunga, pretendere che tutti i consiglieri debbano "votare alla cieca" per fedeltà, anche no! Ancora, non riteniamo edificante l'agire di quei consiglieri che si collegano al Consiglio Comunale "a chiamata", poco prima del voto, legittimo ma davvero non apprezzabile, considerato che in questo modo si votano atti importanti senza averli discussi in commissione o durante il dibattito consiliare. Forza Italia è un partito laico, aperto, plurale, vivo e vivace. E' saldamente nel centro destra e sarà sempre a fianco dei cittadini. Altri, invece, si ricordano ancora il perchè esistono i partiti e che ruolo abbiano nell'ambito democratico? Domenico Piedimonte - Coordinatore Comunale di Forza Italia Massa  Follow @FI_Toscana
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gvincenzi · 7 years ago
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Una modesta proposta per evitare che i lavoratori precari siano di peso ai loro genitori e al paese e per renderli utili alla società
Parodia fantapolitica contemporanea di un pamphlet di Jonathan Swift
È causa di tristezza per chi percorre a piedi queste grandi città, o viaggia per il paese, o naviga su internet, vedere le vie, le strade, le piazze, i forum, i blog, i lounge bar, stipati di giovani, di laureati, di lavoratori a progetto, co.co.co., co.co.pro., voucher socialmente utili e socialmente noiosi e petulanti, che assillano politici, assessori, consiglieri, o semplici portaborse, per ottenere stabilizzazione.
Orde di operai e stagisti che disturbano la quiete dei datori di lavoro, che cercano di scompigliare i loro piani di business, solo per avere un lavoro più sicuro, più dignitoso, mostrando un'assoluta mancanza di coraggio e volontà di mettersi in gioco in un mercato globale e flessibile: oggi come oggi se non sei flessibile fino a toccarti le punte dei piedi con le mani, sei decisamente fuori mercato.
Considerata l'attuale deplorabile condizione in cui versa il regno, pardon, il paese, penso che tutti convengano che questo straordinario numero di lavoratori precari, sulle spalle dei loro datori di lavoro, quando ce l'hanno, altrimenti alle calcagna di qualche politico che per un voto ha ingenuamente promesso qualcosa, sia un ulteriore enorme fardello; e pertanto chiunque riesca a escogitare un modo veloce, semplice, non obbligatoriamente legale, tanto si può subito ricorrere ad un decreto legge che lo redima agli occhi, spesso miopi, dei giudici, chiunque riesca a escogitare un modo moderno, bipartisan, che metta d'accordo anche i sindacati, non per forza tutti, anche due su tre mi sembra un risultato che impone rispetto, chiunque riesca a trovare una proposta che possa trasformare questi lavoratori precari in sani e utili membri della comunità, trarrebbe tanta gratitudine tra la gente che conta nel nostro paese, da meritare un premio, una statua, un ministero, magari di quelli inutili e senza portafoglio.
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Il mio scopo, tuttavia, non si limita a risolvere il problema dei lavoratori precari.
Esso è decisamente di più ampio respiro, e prenderà in considerazione anche i disoccupati, gli inoccupati, quelli che cercano lavoro e quelli che hanno smesso pure di cercarlo, fino a quelli che non l'hanno mai cercato tanto è inutile; prenderà in considerazione anche quelli che rischiano il posto di lavoro, i cassa integrati, i lavoratori in nero e tutti quelli che non ricevono stipendi nati da genitori che, come onesti impiegati che pagano le tasse, siano ormai inadeguati a sostenerli.
Per quanto mi riguarda, avendo esaminato, per molti anni, questo problema spinoso, e avendo ponderato in modo equilibrato e superpartes varie proposte di altri progettisti, ministri, economisti e comici, ho sempre rinvenuto in essi grossolani errori politici e di calcolo, o meglio, di calcolo politico.
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È vero che un laureato appena messo al mondo dell'inoccupazione può essere sostenuto dai suoi genitori senza quasi ricorrere ad altre risorse, per un costo complessivo per lo più non superiore ai 500 euro o l'equivalente in cibo, benzina e vestiti, cifra che i genitori riescono a procurarsi in virtù delle legittime professioni di impiegati, o operai, o commercianti; ed è proprio quando compiono il primo di anno di inoccupazione che intendo occuparmi di loro, scusate il gioco di parole, in modo tale che, invece di essere un peso per i genitori, i nonni con l'accompagnamento e quelli senza, o di aver bisogno di cibo, vestiti, benzina e soldi per il resto dei loro giorni, essi contribuiscano invece a nutrire e, in parte, vestire molte migliaia di persone.
Un altro grande vantaggio della mia proposta è che essa impedirà che questi inoccupati comincino a delinquere, o peggio si riversino tutti in qualche callcenter, spaventosa abitudine, ahimè troppo frequente, che dovrebbe commuovere e straziare anche gli animi più selvaggi e disumani: ormai c'è un centralinista per ogni consumatore, stiamo in rapporto uno a uno.
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Italia, paese delle eterne divisioni: quelli che votano monarchia e quelli che votano repubblica, quelli che si sentono padani e quelli che si sentono italiani, quelli che votano democristiano e quelli che votano comunista, quelli che votano e quelli che si astengono (pensando sia la stessa cosa che votare contro), quelli guelfi e quelli ghibellini, quelli con don Camillo e quelli con Peppone, quelli che votano Berlusconi e guardano Sanremo e quelli che dicono che non hanno mai votato Berlusconi né hanno mai visto Sanremo. L'Italia, con l'avvento dei callcenter, e dopo l'enorme afflusso di laureati inoccupati e disoccupati ai telefoni, si trova davanti all'ennesima spaccatura: il paese è diviso tra quelli che chiamano e quelli che rispondono.
Il paese dello squillo.
L'Istat stima che nel secondo trimestre 2017 ci sono circa 13.408.000 italiani che né lavorano, né cercano un impiego.
In Italia ci sono 13.408.000 rassegnati.
Se prendessero come impegno solo quello di votare tutti insieme lo stesso partito, governerebbero l'Italia: con una astensione allo 0%, con 47.160.244 alla Camera, avrebbero il 30%.
Di non minore importanza è il dato sull'accoppiamento: i celibi di età compresa i 15 e i 64 anni sono 8.530.056, mentre le nubili della stessa età sono 6.810.246: c'è un disavanzo di 1.719.810 celibi che, in mancanza di italica materia prima, tali resteranno e graveranno quindi sulle loro famiglie di appartenenza.
La questione, dunque, è come sia possibile crescere e provvedere questi, considerato che, come ho già notato, nelle condizioni attuali, tutti i metodi finora proposti sono apparsi assolutamente inefficienti.
I nostri commercianti mi assicurano che i lavoratori precari, soprattutto se con poca esperienza, non sono merci vendibili, e anche quando riescono ad avere un curriculum con almeno 1 master di primo livello, uno di secondo, 5 o 6 stage non retribuiti, ed un paio di lavoretti in nero, raggiungono soltanto un valore di 1000 euro lordi mensili; anche esportandoli dove la commercializzazione degli organi tra vivi è legale e vendendoli a pezzi, non ci si guadagna un granché.
Un rene, ad esempio, se ben tenuto, è venduto a circa 5000 euro: gli imprenditori e alcuni sindacalisti italiani, però, hanno scoperto che per aumentare la produttività di un'azienda basta far pisciare gli operai 1 sola volta in 8 ore di turno (altro che tutte quelle fandonie sulla qualità del prodotto, l'innovazione e quant'altro...), questo purtroppo a scapito della qualità dei loro reni, che quindi non frutterebbero più di 2500 euro a lavoratore precario (tenuto conto anche della limitazione di poterne vendere solo uno dei due presenti).
Questa cifra non indennizza né i genitori né lo stato, se si considera che le spese sostenute per nutrirli e vestirli fino al raggiungimento di un certo curriculum sono molto superiori.
Procederò quindi a esporre, umilmente, le mie idee, che spero non susciteranno la minima obiezione.
Uno studioso in management delle risorse umane, nonché appassionato di antropologia, ultimamente molto attratto da uno studio sulla setta indù degli Agori, mi ha assicurato che un lavoratore precario trentenne, sano e ben nutrito, offre una carne molto molto deliziosa, nutriente e salutare, sia che venga servita in umido o arrostita, al forno o bollita, all'interno di un panino da fast food occidentale, e non dubito possa andare ugualmente bene se utilizzata per kebab, sia con piadina che nel piatto.
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Propongo dunque, umilmente, all'attenzione del pubblico, parlante e figurante, degli spettatori e telespettatori, delle elettrici e degli elettori, che degli 13.408.000 inattivi, 500.000 siano destinati solo alla riproduzione; che i rimanenti 12.908.000 vengano venduti, ad un anno dalla laurea, ai milionari di tutta Italia, ai grandi imprenditori del paese, consigliando sempre alle famiglie di farli mangiare in abbondanza fino all'ultimo giorno, così che diventino ben grassi e paffuti per un buon pranzo.
Un solo lavoratore precario permetterà di preparare almeno due pietanze di un pranzo di lavoro tra business manager e, quando l'imprenditore si troverà a pranzare da solo, in giro per il mondo, il quarto davanti e di dietro del laureato inoccupato offrirà un pranzo decente e, condito con un po' di pepe e sale, sarà ottimo bollito anche dopo quattro giorni.
Ho calcolato che, secondo i parametri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, un uomo regolare ha un indice di massa corporea tra 18,50 e 24,99, perciò se è alto 1 metro e 70, peserà circa 70 kg.
Mi rendo conto che il costo di questa carne sarà notevole, molto adatto quindi alle tasche di politici di un certo livello e di manager di alta fascia: dopotutto, questi hanno mangiato l'Italia e mi sembra opportuno abbiano più diritto di altri a mangiarsi anche gli italiani.
La carne di laureati italiani in cerca di occupazione sarà di stagione tutto l'anno, ma si troverà più facilmente, nelle macellerie interinali specializzate, soprattutto nei mesi estivi, perché pare che gli italiani preferiscano laurearsi prima dell'estate per meglio godersi il meritato riposo: ad un anno da questo momento, quindi intorno al mese di giugno, saranno pronti per la vendita.
I più frugali (e ammetto che la frugalità è un obbligo di questi tempi), quelli abituati a trarre il massimo profitto dal lavoro dei precari, possono scuoiare l'inoccupato dalla cui pelle, una volta che questa sia stata ben conciata, ricaveranno eccellenti guanti per le signore e ottime pelli per le poltrone dei consigli di amministrazione.
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Quanto alla nostra Roma capitale, è possibile piazzare allo scopo dei banchi da macellaio nei luoghi più adatti, come nel Ministero del Lavoro, nelle sedi dei sindacati o, ancora meglio, nei centri per l'impiego.
Poco tempo fa, una persona molto rispettabile, un vero patriota delle cui virtù faccio gran conto, discorrendo della questione si è compiaciuto di suggerire un modo per migliorare il mio progetto. A suo dire, molti gentiluomini del nostro paese stanno ultimamente sterminando alcune specie di mammiferi: il WWF Italia ha anche stilato una Lista Rossa delle specie in estinzione.
La fauna italiana include 110 specie di mammiferi (specie autoctone), e 70 di queste, ovvero circa il 64% del totale, sono presenti nella lista.
Circolano voci che questa lista sia rossa proprio perché tra le specie di mammiferi in estinzione in Italia ci sarebbero anche le donne e gli uomini della sinistra italiana: in effetti questa ipotesi non regge visto che le donne e gli uomini della sinistra italiana non sono “in estinzione”, bensì già estinti o rottamati.
La persona molto rispettabile di cui sopra, ha dunque pensato che la carenza di cacciagione potrebbe essere ben colmata dalle carni dei precari destinati alla macellazione. Ha immaginato campi e boschi, gestiti da centri per l'impiego, da società di lavoro interinale, o direttamente dal Ministero di competenza, nei quali far scorrazzare liberi i precari come prede per cacciatori di teste.
Si è pensato anche a dei laghi artificiali dove far nuotare disoccupati, non troppo paffuti e pesanti, dove gli imprenditori e i loro piccoli eredi potranno divertirsi praticando una salutare pesca sportiva.
Ma con tutto il dovuto rispetto per un amico così stimabile e un patriota così lodevole, non posso essere del tutto d'accordo con lui perché, tra l'altro, non è improbabile che in un paese come il nostro, qualche schizzinoso si metta a riprovare una pratica del genere (seppure in maniera del tutto ingiustificata) accusandola di essere un tantino crudele, atteggiamento che, devo ammetterlo, ho sempre considerato la più grossa obiezione a qualsiasi progetto, per quanto ben intenzionato.
Ma ho divagato troppo e torno perciò al mio argomento.
Penso che i vantaggi della proposta da me avanzata siano molteplici ed evidenti, nonché della massima importanza.
In primo luogo essa ridurrebbe considerevolmente il numero di potenziali comunisti, cigiellini, fiommisti, che ci infestano di anno in anno con le loro idee e le loro pretese che rappresentano il peggiore degli ostacoli per la buona e piena riuscita di un piano di rinascita per il nostro paese.
In secondo luogo, gli affittuari più poveri possiederanno finalmente qualcosa di valore: i loro figli laureati precari. Per legge essi potranno essere sottoposti a sequestro in modo da contribuire a pagare l'affitto che i genitori devono al proprietario, essendo loro già stato confiscato ogni bene materiale, fino anche alla propria dignità.
In terzo luogo, aumenterà la ricchezza del nostro paese, e oltre tutto il denaro circolerà tra noi e le merci saranno prodotte e fabbricate interamente entro i nostri confini: precari a chilometro zero.
In quarto luogo, lo Stato guadagnerà sugli ammortizzatori sociali, perché i giovani disoccupati saranno un peso per la società solo per un anno.
Gli effetti di questo punto in Italia non saranno molto evidenti, poiché gli ammortizzatori sociali sono un po' scarichi: un disoccupato se prende una buca sente una notevole botta sul culo.
In quinto luogo il nuovo cibo porterà una clientela di prima scelta nei ristoranti e gli chef italiani, rinomati nel mondo, useranno ogni accortezza per procurarsi le ricette migliori per prepararlo al meglio attirando, dunque, gli italiani che contano nei loro locali sulla costa Smeralda.
In sesto luogo, la mia proposta incentiverebbe considerevolmente il matrimonio tra eterosessuali, mettendo quindi d'accordo anche i cattolici eventualmente scettici nei confronti della mia umile proposta: mettere al mondo un figlio e farlo studiare, non sarebbe più fonte di preoccupazione, ma bensì di onesto guadagno.
Aumenterebbe la sollecitudine e l'affettuosità delle madri verso i figli, dal momento che queste sarebbero rasserenate dal fatto che i loro poveri bambini troverebbero una sistemazione definitiva, assicurata in qualche modo dalla società che garantirebbe alle madri un profitto annuo senza alcuna spesa.
Assisteremmo a un'onesta competizione tra le donne, che farebbero a gara a chi mette sul mercato il bambino con più carne, e gli uomini mostrerebbero nei loro confronti lo stesso affetto che ora mostrano nei confronti delle cavalle, delle mucche e delle scrofe che figliano, e non si metterebbero a picchiarle e prenderle a calci.
Si potrebbero citare molti altri benefici, ma non ne parlerò avendo a cuore la concisione.
Non riesco a immaginare nessuna obiezione contro questa proposta, se non forse quella secondo cui, in questo modo, il numero di abitanti della nazione ne sarebbe molto diminuito. Lo ammetto senza esitazioni, ma del resto questo era uno degli obiettivi principali del progetto quando l'ho proposto.
Chiedo di considerare che il mio provvedimento è concepito unicamente per l'Italia e per nessun altro paese che fu, è o, credo, sarà sulla faccia della terra.
Perciò non mi si venga a parlare di altri espedienti: di promuovere il senso dello Stato, delle istituzioni; di abbandonare le faziosità, lo scontro violento, evitando di massacrarci fra poveri mentre un esercito di potenti invade le nostre città e le nostre vite; di stare un po' attenti a non svendere il nostro Paese e la coscienza per nulla; di infondere nei giovani il senso di giustizia e meritocrazia; di esortare i politici a partecipare alla vita delle istituzioni solo per un periodo limitato della propria esistenza e gli uomini di affari a uno spirito di onestà e competenza, soprattutto quando questi uomini d'affari sono anche i nostri politici.
L'Italia è un grande paese, non un grande affare.
Perciò, lo ripeto, nessuno mi venga a parlare di questi o altri espedienti simili, se non esiste la pur minima speranza che qualcuno provi sinceramente e appassionatamente a metterli in pratica.
Ci siamo fiaccati per anni nel tentativo di proporre idee vane, futili e visionarie, e per quanto mi riguarda, sono giunto al punto di disperare del successo: ho avuto la fortuna di concepire questo progetto, che, essendo interamente nuovo per il nostro paese, ha qualcosa di concreto e tangibile, non prevede alcuna spesa e quasi nessun incomodo, regge completamente sulle nostre forze e su quelle delle classi più povere e disperate del nostro sistema, e dunque non comporta pericolo di creare disturbo alle lobby e alle caste del nostro paese.
Non sono il presidente del consiglio in carica, né quello ombra, né un ministro dell'attuale governo, perciò non sono perdutamente innamorato della mia opinione: non respingerei qualsiasi progetto, presentato da uomini assennati, che risultasse altrettanto semplice, conveniente, realizzabile ed efficace.
Dichiaro, in conclusione, di non avere il minimo interesse personale nell'avanzamento di questa opera necessaria, e di non avere altra motivazione se non il bene pubblico del mio Paese:  sono solo un italiano che propone un modo che sacrificherà le carni dei suoi giovani compatrioti, ma ne salverà finalmente il loro onore.
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gazzettadimodena · 7 years ago
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Il candidato di Lega Nord e Forza Italia vince con il 51 e supera Paola Covili, appoggiata dal Pd. Astensione da record http://bit.ly/2tb0FFN
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tmnotizie · 7 years ago
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MACERATA – L’adeguamento dello statuto della società per l’acquedotto del Nera alle disposizioni della legge  Madia, in merito al rapporto tra componenti del Cda e dipendenti della spa, è stato occasione di ampio dibattito per il Consiglio comunale riunito ieri pomeriggio nella sala della Provincia.
La delibera prevede la diminuzione del numero dei consiglieri di amministrazione della società, costituita da 22 Comuni delle provincie di Macerata e Ancona, nata per realizzare la rete idrica che dalla sorgente del Nera dovrà portare l’acqua potabile in tutti i Comuni soci tra cui anche Osimo, Castelfidardo e Numana. Il sindaco è intervenuto in aula per riferire al Consiglio comunale un problema sorto tra la società Acquedotto del Nera e la Regione Marche in merito alla captazione dell’acqua ora limitata a 150 litri al secondo, una portata che però non basta a farla arrivare in tutti i territori.
“Dobbiamo rivendicare con forza verso la Regione Marche la possibilità di attingere più quantità perché ci sono Comuni che hanno investito nelle infrastrutture del progetto e non riescono ad avere la portata di acqua sufficiente per il loro fabbisogno” ha sostenuto il sindaco Romano Carancini “Il diniego della Regione alla richiesta della Società Acquedotto del Nera di aumentare il prelevamento è stato motivato con un possibile ricorso da parte dei Comuni della vallata del Tevere verso il restringimento della captazione nella regione Lazio. Questo non è accettabile.” Ha concluso il sindaco.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Carancini Carla Messi, capogruppo dei 5 Stelle, che ha evidenziato come “il vero obiettivo del Governo e della Regione Marche sia quello di giungere a un gestore unico dell’acqua con il gruppo Hera e di ostacolare quindi la gestione pubblica della rete idrica”. L’ esortazione ad un chiarimento con la Regione Marche è invece giunto dagli interventi di Paolo Micozzi e Maurizio Del Gobbo (entrambi del Pd). “Non ritengo che la questione debba essere estesa ad un alterco con la Regione” ha detto il capogruppo Pd Del Gobbo “anzi credo che la questione possa essere risolta in collaborazione con il governo regionale”. Andrea Marchiori (Forza Italia) ha poi presentato un ordine del giorno, approvato con 20 voti favorevoli e 5 astenuti (Contigiani, Ottaviani, Orazi, Rogante, Scoccianti del Pd), che va verso un maggior controllo della gestione delle reti da parte della Direzione tecnica e l’installazione delle centraline idroelettriche già progettate perché dalla vendita di energia elettrica si possa produrre un ricavoda reinvestire nelle strutture o nella diminuzione delle tariffe per l’utenza.
La delibera è stata poi votata con 21 voti di maggioranza e opposizione e 4 astensioni ( Anna Menghi dell’omonimo Comitato, Riccardo Sacchi, Andrea Marchiori di Forza Italia e Francesco Luciani di Fratelli d’Italia). Voto unanime del Consiglio sulla mozione di Anna Menghi (Comitato Anna Menghi) riguardante la sosta in centro storico per i titolari del contrassegno per disabili. Il documento impegna l’amministrazione comunale, insieme alle commissioni consiliari competenti, a fare un monitoraggio degli spazi riservati alla sosta per disabili oggi esistenti e a rivedere la posizione di alcuni di essi.
“C’è la necessità di aprire un confronto perché parcheggi in centro storico non sono molti e i nuovi stalli creati ad esempio nella zona dell’ex ParkSì sono scomodi per i portatori di handicap”. L’assessore Mario Iesari nella sua risposta ha evidenziato come in realtà con il via libera alla pedonalizzazione del centro storico, i posteggi riservati siano aumentati passando da uno ogni 50 posti a uno stallo ogni 35. Anche il sindaco, pur rimanendo disponibile ad un confronto con le associazioni di categoria,  ha ribadito che il disabile che entra in centro storico può sostare liberamente sui posteggi riservati alla categoria, sugli stalli per i residenti e in più può parcheggiare la macchina in qualsiasi posto purchè non arrechi intralcio alla circolazione.
Voto corale, con la sola astensione del consigliere Aldo Tiburzi (Pd), anche per l’altra mozione del Comitato Anna Menghi, trasformata poi in Ordine del Giorno, riguardante gli “Info Point” turistici. Con l’atto si impegna l’amministrazione comunale ad avviare un piano di valorizzazione turistica dell’area Piazza Mazzini-Sferisterio. “Stiamo già lavorando nella direzione tracciata dalla mozione” ha affermato l’assessore alla Cultura e al Turismo Stefania Monteverde “Abbiamo punti di informazione turistici al Buonaccorsi, allo Sferisterio che riescono a intercettare il flusso di turisti che giungono con il pullman proprio a ridosso dei due luoghi culturali. Ne stiamo creando ora un terzo in piazza della Libertà, nella Galleria Mirionima che l’Accademia di Belle arti sta lasciando libera. In questo modo orientiamo il turista verso itinerari diversi e intercettiamo coloro che arrivano in piazza della Libertà con gli ascensori del Parcheggio Centro storico”.  L’assessore ha poi spiegato che con il prossimo Bilancio sarà finanziato anche il progetto per la nuova segnaletica turistica che valorizzi al meglio le nostre peculiarità.
Ultimo argomento all’attenzione del Consiglio comunale di ieri, la sospensione dei provvedimenti di chiusura di piazza XXX Aprile portata in aula da una mozione a firma di Anna Menghi, Riccardo Sacchi e Andrea Marchiori. Prendendo spunto dalla recente riordino delle aree di sosta nel centro storico e considerato che la piazzetta antistante la chiesa di san Giorgio è sempre stata utilizzata per la momentanea sosta delle autovetture, per il carico e scarico merci e per la sosta dei disabili, il documento invita l’amministrazione comunale ad adottare soluzioni più ponderate rispetto alla completa pedonalizzazione della piazza. Ad illustrare la posizione dell’Amministrazione l’assessore ai Lavori pubblici Narciso Ricotta che ha spiegato che piazza XXX Aprile è sempre stata pedonale, tranne nel breve periodo in cui erano in corso i lavori in via Berardi e gli interventi che sono in programma non modificano nulla rispetto alla situazione precedente. “Sarà garantito un posto per il carico e scarico, uno per i disabili, assicurato il passaggio per il garage che insiste sulla piazza. In più prevediamo l’installazione di due colonne unite da una catena e la sistemazione di due panchine, nel tentativo di dare risalto e rendere più accogliente questo angolo del centro storico”. Dopo l’intervento del consigliere Paolo Manzi volto a sollecitare una profonda pulizia e messa in sicurezza del palazzo prospiciente la chiesa di San Giorgio, accogliendo la richiesta di Ricotta la mozione è stata ritirata dagli stessi presentatori per approfondire gli aspetti riferiti dall’assessore.
Oggi, 24 ottobre, invece dopo il terzo appello andato a vuoto, il vice presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani , verificata la mancanza del numero legale, ha dichiarato deserta la seduta rinviando a giovedì 26 ottobre, alle ore 16, i lavori dell’assemblea cittadina.
In discussione ancora diversi punti iscritti all’ordine del giorno dei lavori. Due le delibere da prendere in esame che altrettante varianti al Prg, due mozioni inerenti alla riqualificazione del parcheggio Centro storico (Mincio di Città viva e altri consiglieri di minoranza) e alla richiesta di adesione all’associazione “Comuni virtuosi” (Messi, Boccia e Cherubini del Movimento 5 stelle).
In discussione anche due ordini del giorno in merito alla solidarietà e apprezzamento per l’Amministrazione di Noli (Menghi del comitato Anna Menghi e altri consiglieri di minoranza) e all’approvazione dei provvedimenti per l’emergenza terremoto (Renna di Fratelli d’Italia – An e altri consiglieri di minoranza).
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paoloxl · 7 years ago
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Nonostante l’offerta mediatico-elettorale coprisse sostanzialmente tutto l’arco della politica, dal neofascismo all’estrema sinistra passando per l’euro-liberismo, il protezionismo e tutte le gradazioni del populismo, quelle di ieri sono state le elezioni politiche con la più alta astensione di sempre. Un dato, come sappiamo, ambivalente e sfaccettato, ma che conferma una tendenza storica: senza mobilitazione politico-sociale non c’è alcuna significativa partecipazione elettorale. Da questo punto di vista, le elezioni si confermano un termometro ancora accettabile per leggere la realtà politica di un paese. Una realtà divisa in tre parti: il vasto campo dell’astensione, ormai strutturale e probabilmente irrecuperabile; il polo euro-liberista del consenso; il populismo, qualsiasi forma questo assuma, inteso come polo del dissenso. Diamo conto qui di alcune rapide fotografie emerse dalle elezioni di ieri, mentre affronteremo più nel dettaglio i diversi significati del voto nei giorni a seguire. Un voto denso come mai prima d’ora di valore politico.
La vittoria del Movimento 5 Stelle
Il partito grillino si conferma il primo partito italiano. Decifrare la sostanza di questa forza elettorale è pressappoco impossibile per chi insiste a svelarne solo le contraddizioni, come se queste non fossero plateali anche agli occhi del suo elettorato. Qualche mese fa scrivevamo: «l’incapacità del M5S di essere forza politica credibile è un dato di fatto. Eppure, da più di cinque anni rimane saldamento il primo partito italiano. Anche fosse il secondo, o il terzo, il discorso non cambierebbe. La Lega o il Pd, Forza Italia o Rifondazione: tutti i soggetti politici hanno pagato elettoralmente il prezzo della propria incoerenza e incapacità, nel presente o in passato. Tutti tranne il M5S. Chi da anni si accanisce contro il partito di Grillo, svelando non si sa più a chi la sua natura reazionaria, ancora oggi non riesce a spiegare i motivi di questa tenuta elettorale, che è anche una tenuta politica, se non dando la colpa all’elettorato». Ancora oggi, a sinistra, ci si accomoderà nel confortevole banchetto intellettuale della superiorità morale. Ci si accanirà sui congiuntivi di Di Maio e sulle sconclusionate proposte politiche dei rappresentanti Cinque stelle. Accanendosi sul dito per non guardare la luna di questa tenuta politica mai vista, epocale, fuori da ogni ordinario della politica liberale. Una forza che risiede nella composizione di classe del suo elettorato, che tramite forme (evidentemente) alienate esprime un bisogno di rottura con la stabilità ordo-liberale, non affievolito dalle retoriche mediatizzate del “ritorno alla crescita”. Recuperare una relazione con questo elettorato, con lo sfaldamento sociale di una classe che si affida a Di Maio e Grillo per disperazione inconsapevole, dovrebbe essere il primo dei problemi per una sinistra sociale. E invece assisteremo alla solita parodia de-responsabilizzante, forti dell’ultima inchiesta giornalistica sull’assegno mancato, il rimborso non restituito, il dottorato millantato. Tutte questioni indubbiamente decisive per una certa sinistra di classe. Borghese.
La vittoria della Lega
L’altro capo del polo populista si impone come prima forza del “centrodestra”. La forza elettorale va rintracciata nelle stesse logiche dette poc’anzi per il M5S: il populismo trionfa (M5S+Lega arrivano a quasi il 50% dei voti) perché aggrega chiunque si percepisca fuori dal perimetro della compatibilità liberale. Nonostante ciò, la crescita di un forte e strutturato movimento reazionario di massa introduce un problema primario nei ragionamenti politici di qui al prossimo futuro. Lega e Partito democratico hanno quasi gli stessi voti: uno stravolgimento che cambierà in profondità la politica italiana nel suo complesso. Stante questa situazione, l’unica alternativa possibile per la stabilità europeista sarà quella di riformare drasticamente i meccanismi di accesso alla rappresentanza politica, cambiando la legge elettorale e, infine, anche la Costituzione. E’ inevitabile, l’Italia non è l’Ungheria e l’Europa non può permettersi un Orbàn padano in grado di minare tutta l’architettura continentale. Ma il successo della Lega rappresenta anche un problema di agibilità sociale. Da oggi la linea del colore diverrà sempre più il confine tra inclusione ed esclusione, sia essa civile, sociale, culturale. Con quello che ne comporterà in termini di rilevanza della questione razziale e neocoloniale interna.
La sconfitta del fronte della stabilità
Crolla il Pd, fatto questo ampiamente previsto, e perde il confronto interno Forza Italia. L’europeismo esce martoriato dalle elezioni, nonostante i proclami sulla crescita, la calma finanziaria e la studiata indifferenza politica dei partner europei. In questo senso è davvero la fine di un’epoca. L’unione storica tra Democrazia cristiana e Partito comunista raccoglie oggi neanche il 20% dell’elettorato, una sconfitta che provocherà smottamenti tellurici di vasta portata. Se non fosse abbastanza chiaro, da oggi non si scherza più: la stabilità andrà commissariata. Più la stabilità liberale vacilla, più verrà imposta con la forza.
La scomparsa della sinistra
Come dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio in questo ventennio, l’assenza sociale della “sinistra radicale” si traduce direttamente in scomparsa elettorale. La solita solfa delle elezioni “usate” per aggregare consenso si trasforma in certificazione del proprio stato di minorità. La sinistra elettorale riesce nell’invidiabile impresa di perdere voti, in percentuale e in termini assoluti, rispetto al cabaret civilista di Ingroia del 2013. Anzi: di dimezzarli in termini percentuali e di trimezzarli in termini assoluti. Un trend storico incontrovertibile, ma che puntualmente scompare dai ragionamenti dei compagni un mese prima di ogni elezione. Consci che nulla cambierà questo stato esistenziale, attendiamo con ansia le prossime elezioni per assistere al nuovo cartello elettorale attraverso cui prendere lo straordinario zerovirgola ideologico. Di sconfitta in sconfitta, fino alla sconfitta. Una sconfitta che però, come sempre, riguarderà tutti, non solo quei compagni che di volta in volta decidono di «scommettere» sulle elezioni. Sembrava impossibile, ma da oggi siamo ancora più deboli.
I numeri reali del neofascismo
Anche in questo caso, le elezioni contribuiscono a sgomberare il campo dalle tossine mediatiche a cui siamo sottoposti nel mese elettorale. I neofascismi d’ogni risma si infrangono di fronte alla loro inconsistenza sociale, definendo i contorni di un problema che rimane di agibilità ma che politicamente risulta, nonostante gli sforzi di ogni giornale e televisione, incapace di aggregare materialmente alcunché di significativo. Casapound raccoglie l’invidiabile zerovirgola niente, mentre Forza Nuova occupa militarmente il campo dei non pervenuti. E’ certo che molto voto nostalgico e razzista sia stato assorbito da Salvini. Ciò non toglie che queste elezioni confermano un altro trend storico. Dai due milioni di voti del Msi anche degli anni Novanta, si è passati stabilmente alle poche decine di migliaia di questo decennio. Reazione e neofascismo sono sempre più due cose diverse, anche in termini elettorali. Calibrare i nostri strumenti politici dovrà essere una conseguenza di questa ulteriore conferma.
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forzaitaliatoscana · 4 years ago
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Massa: Mozione di sfiducia al Presidente Benedetti respinta
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Massa: Mozione di sfiducia respinta. Il Presidente del Consiglio comunale di Massa di Forza Italia Stefano Benedetti: "Sono molto soddisfatto che la maggioranza dei Consiglieri Comunali mi abbia sostenuto". L'intervento del Consigliere di Forza Italia Giovanbattista Ronchieri "Ieri sera, alla fine del Consiglio Comunale, la mozione di sfiducia nei miei confronti è stata respinta con 19 voti contrari, 11 favorevoli, 2 consiglieri assenti e il mio voto di astensione .In tale occasione, mi è sembrato opportuno affidare i lavori alla mia Vice Presidente Lucia Bongiorni, la quale, ha gestito il Consiglio in modo eccellente e molto professionale. Colgo l’occasione per ringraziare il Dott. Massimo Dalle Luche, che ha presieduto i lavori per la parte tecnica ed infine tutti i consiglieri che si sono confrontati in un dibattito ad ampio raggio, anche se la minoranza dal mio punto di vista, ha perso l’obiettivo principale, che doveva essere la valutazione del mio operato in qualità di Presidente, lasciando perdere le polemiche politiche che in quella sede non centravano nulla. La Read the full article
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