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#Archivio Disarmo
agrpress-blog · 8 months
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Domenica 21 gennaio 2024, alle ore 10:00, le piazze Sauli e Sant'Eurosia a Garbatella (Roma) ospiteranno una performance unica: attori come Laura Antonini, Eugenia Costantini, Simone Liberati, Alessio Moneta e Luca Di Giovanni reciteranno brani di poeti palestinesi ed ebrei. Questo happening, concepito dall'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico per irrompere nella routine quotidiana, si propone di sensibilizzare sul tema della pace attraverso la forza delle parole. L'evento sarà trasmesso in diretta streaming, culminando nell'AAMOD (via Ostiense 106) con la proiezione del cortometraggio "Bank of Targets" di Rashdi Sarraj, fotoreporter di talento, regista e co-fondatore di “Ain Media”, un collettivo indipendente di fotografi e registi palestinesi con sede nella Striscia di Gaza, ucciso il 22 ottobre da un attacco aereo israeliano che ha centrato l’abitazione di famiglia. Alfio Nicotra (AOI), Riccardo Nouri (Amnesty International Italia) e Vincenzo Vita (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS) interverranno, arricchendo il dibattito. LE ORGANIZZAZIONI ADERENTI: Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS, Amnesty International Italia, AOI, Rete Italiana Pace e Disarmo, ACS, ARCS, Ars (Associazione per il rinnovamento della sinistra), Assopace Palestina, CGIL Roma e Lazio, CISS, Cocis, CRIC, Cultura è Libertà: una campagna per la Palestina, Diritti in Comune Ciampino, FOCSIV, ForumSad, LEA - Laboratorio ebraico antirazzista, Perda Sondaora Ass. Cult., Piattaforma delle OSC italiane in Medio Oriente e Mediterraneo, Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, SPI CGIL, Terre des Hommes, Un ponte per, UISP, ULAIA Arte sud, Vento di Terra.
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stranotizie · 11 months
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Nella Sala della Protomoteca del Campidoglio i riconoscimenti che valorizzano il lavoro del giornalismo di pace e l’impegno della società civile Premiati a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, i vincitori della 39ª edizione del Premio Colombe d'oro per la Pace, organizzato da Archivio Disarmo con il sostegno delle Cooperative aderenti a Legacoop. L’edizione di quest’anno si inserisce in un momento drammatico per lo scenario internazionale. Nel cuore d’Europa la guerra in Ucraina non accenna a fermarsi, mentre il Medio Oriente è di nuovo in fiamme, dopo l’aggressione di Hamas oltre i confini di Gaza e la reazione aerea e terrestre di Israele contro il territorio palestinese. Non per questo tacciono le voci che rivendicano la possibilità della pace. Come succede ormai da 39 anni, Archivio Disarmo valorizza il lavoro del giornalismo di pace e l’impegno della società civile. Le Colombe d’oro sono assegnate da una Giuria formata da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta. In apertura di lavori, i saluti istituzionali di Ornella Segnalini (Assessora ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture di Roma Capitale, delegata del Sindaco Roberto Gualtieri) e Valeria Baglio (Presidente Gruppo PD in Assemblea Capitolina). “Questo -ha detto l’Assessora Segnalini- è un premio molto prezioso per la città di Roma, che lo ospita da tanti anni e che vogliamo continuare ad ospitare per sempre. In un periodo, purtroppo, di guerre, non possiamo non essere al fianco di chi lavora per la pace come Archivio Disarmo”. “Ringrazio l’Archivio Disarmo perché -ha sottolineato Baglio- porta qui in Campidoglio un messaggio che deve toccare tutti da vicino: quello della pace. Parlare di pace in questi giorni non è sicuramente facile. Sembra, infatti, che il mondo stia tornando a parlare con una sola voce: quella della guerra. Non dobbiamo rassegnarci a questo, ma moltiplichiamo l’impegno per riportare la pace. Un lavoro da fare tutti insieme”. Fabrizio Battistelli, presidente di Archivio Disarmo e componente della Giuria, ha presentato i quattro vincitori delle Colombe di quest’anno: "C'è una ragione forte per ognuno di questi nomi. Carlo Cefaloni di Città Nuova parla di un pacifismo cristiano, quello del movimento dei Focolari, che si muove in punta di piedi, spiega con semplicità, dialoga con tutti". Di Alessia Grossi de Il Fatto Quotidiano ha detto: "Sembra facile alzare la voce in contrasto con la maggioranza e non lo è, mentre alle volte è indispensabile farlo specie sui temi della guerra e della pace". Sul Guardian Lorenzo Tondo scrive di migrazioni, e secondo Battistelli "il diritto-dovere degli Stati di garantire la sicurezza dei cittadini non deve mai tradursi nella menomazione dei diritti degli altri, specie di coloro che chiedono asilo”. Infine Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, è stato premiato per la mobilitazione a favore della pace in Ucraina e in Israele-Palestina, promossa dal sindacato italiano che ha dato vita al network Europe for Peace. La conclusione è che "c'è solo una cosa più generosa della partecipazione civile: facilitare la partecipazione degli altri".Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova, gruppo editoriale del Movimento dei Focolari, ha detto: “Ricevere questo premio è un onore e un’emozione. Archivio Disarmo, infatti, è un punto di riferimento per la cultura della pace e della resistenza alla guerra. Un tassello fondamentale per tutti coloro che fanno ricerca e si vogliono impegnare in questo campo”. Alessia Grossi, caposervizio Esteri de Il Fatto Quotidiano, ha osservato: “Questo premio rappresenta un grande onore, soprattutto in un momento in cui le guerre proliferano in Europa e nel mondo. È proprio questo, quindi, il momento in cui siamo chiamati a un compito sempre più difficile: dare una voce alla pace”.Ha ritirato il premio anche Lorenzo Tondo, corrispondente del quotidiano inglese The Guardian. “La Colomba d’oro è un onore, ma soprattutto un incoraggiamento a fare quello che faccio da 20 anni: occuparmi e raccontare di rotta balcanica e migranti che provano ad attraversare il Mediteranno per raggiungere un’Europa sempre meno tollerante. È un lavoro doloroso che ti costringe a calarti nelle sofferenze degli oppressi, ma riconoscimenti come questi ti incoraggiano ad andare avanti”. Quanto alla Colomba dedicata alla personalità internazionale, entra quest'anno nell’Albo d’Oro del Premio Maurizio Landini, segretario generale della CGIL. Sotto la sua direzione l’Ufficio internazionale si è mobilitato al fianco di molte associazioni di ispirazione laica e religiosa, con lo scopo di promuovere negoziati di pace e chiedere all’Europa un impegno attivo per fermare la guerra. Notevole, in particolare, il ruolo del sindacato nella creazione e promozione del network internazionale di Europe for Peace.Landini ha sottolineato: “Per la Cgil è un grande onore ricevere questo premio, visto che la pace è un elemento costitutivo del nostro statuto e una vera e propria ragione d’essere. Per poter affermare i valori e i diritti del lavoro, infatti, c’è bisogno della pace. Ricordiamoci che la nostra Costituzione mira al ripudio della guerra e l’impegno di ognuno di noi deve andare in questa direzione”. Per Simone Gamberini -da quest’anno Presidente di Legacoop, sostenitrice del Premio fin dalla sua prima edizione- il Premio “assume ancora più valore in questo momento storico. Le tante guerre che insanguinano il mondo rendono, infatti, più forte la necessità di alzare la voce per chiedere la pace”. La Colomba d’oro per la pace, disegnata dallo “scultore dei Papi” Pericle Fazzini, viene assegnata ogni anno a personalità del mondo dell'informazione che si sono distinte nel far conoscere situazioni virtuose di gestione dei conflitti e di contenimento della forza su basi nonviolente e che, nella società civile e nella politica internazionale, si sono fatte testimoni di ideali di solidarietà, dialogo e protezione dei diritti umani. Fonte
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giancarlonicoli · 1 year
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18 set 2023 18:14
CACCIA APERTA. ANZI, SPALANCATA! – IN ITALIA I CACCIATORI SONO 533MILA, MENO DELLO 0,1% DELLA POPOLAZIONE. EPPURE NEGLI ULTIMI 14 ANNI SONO MORTE DI ALMENO 383 PERSONE E OLTRE MILLE SONO RIMASTE FERITE A CAUSA DI INCIDENTI CON FUCILI – LA LICENZA DI CACCIA CONSENTE UN POSSESSO DI ARMI ILLIMITATO. MA IL MINISTERO DEGLI INTERNI E I DIPARTIMENTI DI POLIZIA NON HANNO MAI RESO NOTI I DATI UFFICIALI – DA MATTEO MARZOTTO E MONTEZEMOLO, ECCO CHI FA AFFARI CON I PRODUTTORI DI ARMI -
Estratto dell’articolo di Margherita D'Amico per “il Fatto Quotidiano”
È l’ultima sera di agosto a San Benedetto dei Marsi, in provincia de L’Aquila. Un uomo di 56 anni vede in giardino una famigliola di orsi, la cosa non gli piace. Nel tempo libero va a caccia, perciò impugna non una racchetta da tennis o una mazza da golf, ma un fucile, con cui all’istante uccide la femmina Amarena, amato simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Due settimane prima un suo coetaneo di Voghera, in Lombardia, è stato arrestato per aver ferito di proposito col fucile da caccia un anziano vicino. Il 4 agosto vicino a Parma, nel pulire il proprio fucile, una donna si è colpita una gamba. Mentre il 27 a Sirolo, nelle Marche, un ragazzo è stato ucciso con un fucile da sub mentre difendeva un amico aggredito per strada.
In Italia le pre-aperture della stagione di caccia iniziano a settembre, ma i fucili dei cacciatori non badano al calendario, né alle specie. Negli ultimi 14 anni, soltanto nei periodi venatori, hanno causato la morte di almeno 383 persone e il ferimento di 1.056. Non è un dato ufficiale: lo divulga AVC-Associazione Vittime della Caccia, che dal 2007 conta inascoltata gli incidenti umani causati dalle armi dei cacciatori e accusa le istituzioni di proteggerne la declinante categoria.
Tanto da essersi appena cancellata dalle associazioni del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per protesta contro le pesanti modifiche alla legge 157/92 sulla fauna selvatica apportate dal governo Meloni. Grazie a un emendamento considerato inammissibile oggi all’occasione si può sparare in ogni stagione, luogo e orario, a qualunque specie animale: “Queste deregolamentazioni della caccia in epoca di stravolgimenti climatici sono attentati alla natura, ma pure alla sicurezza pubblica. Manovre politiche per favorire interessi diversi da quelli dei cittadini”.
Intanto una ricerca di Archivio Disarmo denuncia l’incontrollabilità delle armi da fuoco nelle case degli italiani: “La normativa italiana permette, a chi detiene un porto d’armi sportivo o da difesa o il nulla osta, di acquistare: tre armi comuni + 12 classificate sportive + otto antiche o da collezione. Ma la licenza di caccia consente un possesso di armi illimitato”.
[…] proseguono dal centro studi “ Il ministero degli Interni e i dipartimenti di Polizia non hanno mai reso noti i dati sul numero di possessori di licenze e di armi in circolazione. Informazione essenziale per calcolare il tasso di delittuosità dei legali possessori di armi, soprattutto riguardo omicidi e femminicidi in ambito familiare.”
Per maneggiare le armi da caccia i requisiti psicofisici sono ancora stabiliti da un decreto ministeriale del 1998: basta vedere con un occhio solo e gli arti superiori possono essere sostituiti da protesi, purché funzionanti. Così i cacciatori, in base all’articolo 842 del Codice civile, possono entrare nei fondi privati, se non costosamente recintati, e sparare con carabine che hanno gittate fino a 3.500 metri. “Una delle lacune nel rilascio delle licenze è la mancanza di incroci con i database statali. Non si risale alla storia sanitaria del paziente, né emergono eventuali non idoneità psico-fisiche. Basta la certificazione del medico” spiegano ancora da Archivio Disarmo.
Nel settembre 2022, a Roma, un vice questore medico della Polizia risultava indagato per aver consegnato 276 certificati per porto d’armi da caccia senza visita, ricavandone mazzette per 41.806 euro. E in provincia di Rieti un altro medico aveva dichiarato idoneo un cacciatore sorpreso con un mix di antiepilettici, antidepressivi e alcol.
[…]
“Il cacciatore sviluppa una mancanza di empatia, un piacere riguardo la sofferenza degli animali” commenta Annamaria Manzoni, psicologa esperta di zoo-antropologia. “Davanti a situazioni che farebbero inorridire una persona di media sensibilità, come la volpe sbranata, l’uccello agonizzante, cinghiali o cervi stremati che cercano di salvarsi, il cacciatore esulta. Ne vuole ancora. Spesso si tratta di assuefazioni al sadismo indotte fin da bambini.”
La caccia è perfettamente legale, ma nella società globalizzata e nervosa la diffusione di armi anche potenti e la consuetudine con tali strumenti destano nuove riflessioni. In Italia i cacciatori, in costante calo secondo le stesse associazioni venatorie, sono 533mila – meno dello 0,1% della popolazione.
In Francia, che in Europa ha di gran lunga il maggior numero di cacciatori – sopra il milione – per gestite l’informazione delle vittime umane della caccia si ricorre a un bollettino formale. Il censimento annuo di AVC si limita ai 5 mesi di attività venatoria tradizionale.
Per la stagione 2022/23 per esempio sono state contate 79 vittime totali. Tredici morti cacciatori e 6 fra la gente comune, più 44 feriti cacciatori e 16 civili. Meno del 2010/11: 141 vittime divise fra 53 morti e 88 feriti. Ma allora circolavano circa 250mila cacciatori in più.
Il dato AVC si ottiene scandagliando i notiziari locali e nazionali, verificando segnalazioni e richieste di aiuto. Sono fatti avvenuti sia in ambito venatorio che fuori dai contesti di caccia, e fra le vittime si includono cacciatori e gente comune.
[…]
Così un manager dall’immagine progressista come Luca Montezemolo, che con la famiglia gestisce Charme Capital Partners, dal 2018 ha guidato gli investitori del fondo nell’acquisto e rivendita di Fiocchi Munizioni Spa, azienda italiana leader nella produzione di munizioni di piccolo calibro, passata al 70% a CSG Czechoslovak Group. (Pietro Fiocchi, ex presidente di Fiocchi of America Inc. è eurodeputato con il partito di Giorgia Meloni).
E il cattolicissimo industriale tessile Matteo Marzotto, noto per l’impegno socio economico e i pellegrinaggi a Medjugorje, quando era vicepresidente di Italian Exhibition Group ha promosso iniziative di Anpam-Associazione nazionale produttori di armi e munizioni. Fra cui la fiera HIT Show, dove le uniche armi non esposte erano gli arsenali da guerra.
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overthedoors · 7 years
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La Colomba d’oro della pace di Archivio Disarmo vola a Stoccolma!
La Colomba d’oro della pace di Archivio Disarmo vola a Stoccolma!
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06.10.2017 – Archivio Disarmo – Redazione Italia (Foto di ICAN) PREMIO ARCHIVIO DISARMO- COLOMBE D’ORO PER LA PACE 2017 fondato da Luigi Anderlini XXXIII Edizione Sembrava che il disarmo nucleare non interessasse nessuno, anche se tutti erano (molto giustamente) preoccupati per la gravissima crisi Nordcoreana, che minaccia di trascinare il mondo in una guerra nucleare. Invece è proibendo le armi…
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carmenvicinanza · 3 years
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Luisa Morgantini
https://www.unadonnalgiorno.it/luisa-morgantini/
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Luisa Morgantini è una politica italiana. È stata Vicepresidente del Parlamento Europeo con l’incarico delle politiche per l’Africa e per i diritti umani.
Nel corso di una lunga attività, si è battuta contro l’apartheid in Sudafrica, in difesa del popolo curdo contro la guerra nella ex Jugoslavia, per i diritti umani in Cina, Vietnam e Siria.
È tra le fondatrici delle Donne in Nero italiane, dell’Associazione per la pace e della rete internazionale di Donne contro la guerra.
Nata a Villadossola, in Piemonte, il 5 novembre 1940, era figlia di partigiani. A dieci anni già seguiva sua madre nell’occupazione della fabbrica, a undici era nei pionieri del Partito Comunista della sua zona.
A diciotto anni è scappata di casa per andare a Bologna, il suo primo impiego fu all’Inca Cgil.  Abitava in una comune, leggeva Marx e era attiva nel partito da cui, quando aveva 26 anni, uscì.
Successivamente ha studiato e lavorato in Inghilterra per conoscere da vicino le lotte sindacali.
Tornata in Italia si è impiegata all’Umanitaria di Milano facendo formazione sindacale. Nella città meneghina ha vissuto fino al 1985, tranne un lungo periodo, nel 1980, passato in Irpinia dopo il terremoto. Era partita per stare una settimana e vi rimase un anno, vivendo in una roulotte. Lì si è data da fare in ogni modo, ha creato una cooperativa di donne e formato comitati popolari.
Già dagli anni ’70, anni di lotte potenti e indimenticabili, Luisa Morgantini aveva maturato una cultura della nonviolenza.
È stata la prima donna eletta alla segreteria della FLM di Milano (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) impegnata nei movimenti di liberazione in Africa e America Latina.
Dal 1982, dopo il massacro di Sabra e Chatila, è iniziato il suo profondo impegno con il popolo palestinese. Cinque anni dopo, da un’idea di Luciana Castellina, hanno dato vita all’Associazione per la Pace a Bari.
Nel 1988 in seguito alla prima Intifada è nato il gruppo delle Donne in nero, contro la violenza e contro le guerre, con donne israeliane e palestinesi.
Nel 1999 è stata eletta al Parlamento Europeo come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista, vi è rimasta per dieci anni.
Nel 2007 è stata eletta Vicepresidente del Parlamento Europeo, per il quale ha organizzato e accompagnato molte delegazioni, viaggiando in zone di conflitto.
Ha fatto parte delle Commissioni per lo sviluppo, per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, Affari Costituzionali, Sottocommissione per i diritti dell’uomo. Ha fatto parte della Delegazione per le relazioni con il Consiglio legislativo palestinese; della Delegazione all’Assemblea parlamentare Euromediterranea; della Delegazione all’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE. È stata nel gruppo di lavoro per l’osservazione elettorale e Iniziative per la pace.
Fortemente impegnata per la pace e il riconoscimento di giustizia, diritti e libertà in Palestina, ha fondato ed è attualmente presidente dell’associazione AssoPacePalestina.
Ha ricevuto il premio per la pace delle donne in nero israeliane e il premio Colombe d’Oro per la Pace di Archivio disarmo, è tra le 1000 donne nel mondo che sono state candidate al Premio Nobel per la pace.
A Supino, in Ciociaria, ho dato vita al centro Bab al Shams, che vuol dire la Porta del sole, che è il titolo di un libro e il nome di un villaggio di tende – nato in una notte – grazie ai comitati popolari palestinesi nella valle del Giordano per impedire la crescita delle colonie, distrutto dai soldati israeliani sei giorni dopo.
Alcune case del paese danno ospitalità a bambini e giovani palestinesi e italiani e alla rete dei comitati popolari. Continua imperterrita a cercare di costruire comunità impegnate nella solidarietà e nella lotta contro le ingiustizie.
“Ebbi i primi contatti con i palestinesi nel 1982, durante il massacro di Sabra e Shatila. Fino a quel tempo, moltissime persone della sinistra e io eravamo molto puntati sulle rivoluzioni dell’America Latina; poi, improvvisamente, abbiamo scoperto che i profughi palestinesi, massacrati in Libano dai maroniti libanesi, in realtà venivano uccisi dall’invasione israeliana di Sharon. Per me è stato uno shock totale, così ho cominciato a guardare i palestinesi per capire chi fossero e quale fosse la loro tragedia. Sono andata per la prima volta in Palestina, nei territori occupati del ’67, insieme a un gruppo di lavoro che avevamo formato per fare un asilo. Da quel momento, la Palestina, i palestinesi e la profonda ingiustizia che subiscono mi sono entrati nel cuore, da lì non mi sono più mossa, se non per andare e tornare“.
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ultimenotiziepuglia · 5 years
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sciscianonotizie · 7 years
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tmnotizie · 6 years
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PESARO – In occasione della ricorrenza dell’8 marzo, il Comune di Pesaro organizza alcune iniziative racchiuse sotto il titolo di “Donne fuori dal buio”, che è anche il titolo di un docufilm realizzato dalla giornalista Sara Manisera e dalla fotografa freelance Arianna Pagani.
Giovedì 7 marzo, a partire dalle ore 17, nella sala Rossa del Comune (piazza del Popolo), è in programma un incontro con le autrici del docufilm “Donne fuori dal buio– la storia di quattro donne dei territori più significativi dell’Iraq”, Sara Manisera e Arianna Pagani.
All’appuntamento, aperto alla cittadinanza, prenderanno parte anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, le assessore Giuliana Ceccarelli (Crescita e Pari opportunità) e Sara Mengucci (Solidarietà).
“Ancora una volta, in occasione della Giornata Internazionale della Donna – intervengono Ceccarelli e Mengucci -, il Comune di Pesaro organizza eventi che valorizzano la partecipazione delle donne alla vita culturale e sociale divulgando  pensieri, saperi e opere di donne in vari ambiti”.
 Venerdì 8 marzo, nella sede dell’Università dell’Età Libera, auditorium di via Nanterre, a partire dalle ore 8.30 si terrà un incontro – sempre con le due autrici – dedicato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
“Qualcuno può dire: serve ancora festeggiare la festa della donna? – dice il sindaco Matteo Ricci -Io ritengo assolutamente di sì, perché la parità tra uomo e donna, anche nella nostra società, ancora non c’è. Sono stati fatti dei grandi passi avanti, ma ancora questa parità non c’è. Non c’è ancora del tutto nel mondo del lavoro, non c’è ancora del tutto nel mondo istituzionale… anche in questo caso sono stati fatti dei passi avanti, ma io sosterrò, da sindaco, l’ordine del giorno che le consigliere prepareranno affinché possa essere introdotta la doppia preferenza uomo-donna anche in Consiglio regionale”.
La festa della donna,  un modo per ribadire l’impegno del Comune su questi temi. “Il tema della lotta alla violenza sulle donne – prosegue il sindaco – rimane per noi un elemento centrare dal punto di vista culturale, perché una cultura maschilista, di sopraffazione nei confronti della donna ritenuta ancora troppo spesso come un oggetto o come una sorta di proprietà, è purtroppo molto diffusa nella nostra società. Allora, la festa della donna per noi è  un modo per ribadire l’impegno del Comune su questi temi, per ribadire che ancora la parità tra i generi non c’è e che va costantemente ricercata e promossa attraverso tante azioni. In questi anni fortunatamente sono stati fatti dei passi avanti notevoli, ma tuttora non possiamo assolutamente essere soddisfatti, perché ci sono ancora tanti gap da colmare. E dunque un’istituzione come il Comune deve fare la propria parte”.
Sempre nell’ambito della Festa della donna, il Comune di Pesaro (assessorato alla Solidarietà) organizza, insieme ad Asur Area vasta 1 e azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord, in collaborazione con Università dell’Età Libera e Iopra, un convegno all’auditorium di Palazzo Montani Antaldi, venerdì 15 marzo, a partire dalle ore 17, con ingresso libero.
Titolo dell’iniziativa: “Le donne  devono sapere – 50 anni di prevenzione del tumore al seno a Pesaro”. Relatori: Gianfranco Mariotti, Chiara Massaioli, Paola Manna, Cesare Magalotti, Rodolfo Mattioli, Feisal Bunkheila; letture di Lucia Ferrati, coordinamento di Maurizio Sebastiani.
Sara Manisera e  Arianna Pagani lavorano in Iraq dal 2014 e si occupano di donne e società civile. Hanno realizzato reportage per numerosi media italiani e internazionali.
Sara Manisera è stata premiata da Archivio Disarmo, durante una cerimonia per l’assegnazione delle Colombe d’oro della pace, svoltasi a Bologna il 30 novembre 2018.
“Donne fuori dal buio” è un progetto fotogiornalistico di lungo termine con al centro le donne, vittime dirette o indirette di conflitti. Manisera e pagani hanno iniziato in Bosnia, raccogliendo storie di donne che  hanno raccontato la guerra, privandola di ogni gerarchia di dolore e categoria etnica di appartenenza.
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nandocan · 8 years
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Strage Orlando, in Usa 89 armi ogni 100 abitanti. “Troppo facile reperirle”
Strage Orlando, in Usa 89 armi ogni 100 abitanti. “Troppo facile reperirle”
Donald Trump non raccoglie consensi per caso. E il muro di resistenza che il presidente Obama incontra nel Congresso per porre almeno un freno al libero commercio delle armi da guerra è noto a tutti. Negli Stati Uniti ci sono 270 milioni di armi in circolazione: secondo uno studio di Archivio disarmo, la media giornaliera è di 30 vittime al giorno, la maggior parte sono giovani tra i 18 e i 35…
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stranotizie · 1 year
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Destinato a tre giornalisti e a una personalità internazionale, il Premio è assegnato ogni anno da una Giuria composta da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta Giunge alla 39° edizione il Premio Colombe d'oro per la Pace, organizzato da Archivio Disarmo con il sostegno delle Cooperative aderenti a Legacoop. Destinato a tre giornalisti e a una personalità internazionale, il Premio è assegnato ogni anno da una Giuria composta da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta. Il prossimo 21 ottobre, nella luminosa Sala della Protomoteca in Campidoglio concessa da Roma Capitale, verranno premiati a Roma i giornalisti: Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova, gruppo editoriale del Movimento dei Focolari per la fraternità tra i popoli osserva “Come dice papa Francesco, 'il giornalista' non è mai un contabile della storia, ma una persona che ha deciso di viverne i risvolti con partecipazione, con com-passione". Dunque chi scrive può rivolgersi alla coscienza di ognuno per vedere, cercare di capire e promuovere il cambiamento di ciò che è ingiusto. Per me è un grande onore ricevere un premio da Archivio Disarmo, fonte decisiva in un percorso che inizia dal non rimuovere lo sguardo”. Alessia Grossi, giornalista de Il Fatto Quotidiano per il quale segue i temi del disarmo e del pacifismo, dichiara: “è un onore per me ricevere un premio che tende alla pace mentre attorno a noi c'è una guerra da un anno e mezzo. Ed è un onore anche perché riconosce un giornalismo libero e controcorrente che dà voce a iniziative di pace”. Lorenzo Tondo, corrispondente del quotidiano inglese The Guardian per le migrazioni nel Mediterraneo e nella guerra in Ucraina, afferma: “Dedico questo premio a tutte quelle persone che vivono in Ucraina da oltre un anno e mezzo sotto i bombardamenti, soprattutto ai bambini che della guerra pagano sempre il prezzo più alto. E lo dedico agli ultimi, ai disperati, agli sfollati e ai richiedenti asilo, mossi da speranze che molto spesso s'infrangono contro muri di intolleranza. Calarsi nei loro panni per tentare di raccontarne le sofferenze fa parte del nostro lavoro. Questo premio è un incoraggiamento a continuare a farlo”.La Colomba d’oro internazionale va a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in prima linea nelle grandi manifestazioni per la pace e sostenitore del network internazionale Europe for Peace. Afferma Landini: “Siamo riconoscenti per questo importante premio. La pace è uno dei principi fondamentali della CGIL, scritto nel nostro statuto, come «bene supremo dell'umanità». La pace intesa come rispetto dei diritti umani, delle libertà, della sicurezza comune e condivisa tra i popoli, è alla base del vivere democratico e del lavoro dignitoso. Per questo è naturale che il sindacato sia parte del movimento per la pace e per il disarmo. Ed è per questo che noi chiediamo che le nostre istituzioni e l'Europa siano protagonisti di pace, ripudiando le guerre come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, come dice la nostra Costituzione”.La Colomba d’oro per la pace, disegnata dallo “scultore dei Papi” Pericle Fazzini, viene assegnata ogni anno a personalità del mondo dell'informazione che si sono distinte nel far conoscere casi virtuosi di gestione nonviolenta dei conflitti e di cooperazione internazionale e che, nella società civile e nella politica internazionale, si sono fatte portatrici di ideali di solidarietà, dialogo e protezione dei diritti umani. Fonte
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overthedoors · 7 years
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Susi Snyder, ICAN: “Questa è l’occasione per dare la priorità agli esseri umani” 10.10.2017 - Dario Lo Scalzo Quest'articolo è disponibile anche in: Inglese (Foto di Dario Lo Scalzo)
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overthedoors · 7 years
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Premio Archivio Disarmo Colombe d’oro per la Pace 2017 09.10.2017 - Archivio Disarmo - Redazione Italia (Foto di arcivhio disarmo) PREMIO ARCHIVIO DISARMOCOLOMBE D’ORO PER LA PACE 2017…
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Premio Archivio Disarmo Colombe d’oro per la Pace 2017 09.10.2017 - Archivio Disarmo - Redazione Italia (Foto di arcivhio disarmo) PREMIO ARCHIVIO DISARMOCOLOMBE D’ORO PER LA PACE 2017…
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nandocan · 9 years
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Sempre più armi italiane ai paesi in guerra, mercato che non conosce crisi
Sempre più armi italiane ai paesi in guerra, mercato che non conosce crisi
Dal Redattore sociale, a 25 anni dall’entrata in vigore della legge che vieta l’esportazione di armi in zone dove sono in corso conflitti, i dati della Rete Italiana Disarmo. Il Parlamento ha concesso autorizzazioni per 54 miliardi di euro. Le armi made in Italy finiscono in 123 nazioni. Meno di un mese fa, parlando a braccio durante un’omelia in piazza San Pietro, Papa Francesco è intervenuto…
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