Text
#Coruche#coruche Santarém#Santarém#travessa do arco#Antonio da Barca#Heraldo Bento#portugal#memories of a lost soul#photographs#photo#personal
2 notes
·
View notes
Text
Sílvio Santos: Empreendedores ou colaboradores?!?
Sílvio Santos é apresentador de TV, empresário e dono do Grupo Silvio Santos, que engloba o Sistema Brasileiro de Televisão (SBT), Jequiti Cosméticos e a Liderança Capitalização (Tele Sena). Nascido em 12 de dezembro de 1930 na travessa Bentevi, no tradicional bairro da Lapa, no Rio de Janeiro, seu nome verdadeiro é Senor Abravanel. Tatiana Vaz – exame. 15 mar 2013 View this post on Instagram A…
View On WordPress
#18 anos exército Escola de Paraquedistas#1962 TV Paulista Globo de São Paulo#1980 Iris Abravanel filhas mais novas#1981 presidente João Figueiredo#1992 prefeito de São Paulo#1993 Programa Silvio Santos 31 anos Guiness Book programa mais duradouro da Televisão brasileira#2003 revista Contigo!#ações ordinárias banco BTG Pactual #Adolescência#Antonio Milena Veja#apresentador de espetáculos caravana de artistas#assinatura da compra da emissora primeira transmissão em 14 de maio de 1976#atração TV Tupi Silvio Santos Diferente#auditório#Íris Pássaro#Banco PanAmericano#Band SBT fevereiro 2006#bar bingo#baralho cartas#barca trajeto Paquetá#beira da morte#Bill Gates e Angelina Jolie#bordão Quem quer dinheiro#Caixa Econômica Federal#campanha Teleton doações AACD (Associação de Assistência à Criança Deficiente)#capinhas de plástico títulos de eleitor eleições 1946#Carlos Alberto de Nóbrega estreia programa A Praça É Nossa#colegas Ronald Golias Manoel de Nóbrega#comunicador família humilde camelô#concessão da TV Excelsior São Paulo
0 notes
Text
Sappi aspettare, attendi che la marea fluisca
– così come a riva una barca – senza che il partire ti inquieti.
Quelli che attendono sanno che è loro la vittoria;
perché la vita è lunga e l’arte è un giocattolo.
E se la vita è breve
e il mare non giunge al tuo battello,
attendi senza partire e sempre aspetta,
che l’arte è lunga e, inoltre, non importa.
Antonio Machado, Consigli, da Campi di Castiglia, 1912
29 notes
·
View notes
Text
Antonio Cifrondi a Clusone
Fino al 3 settembre 2023 il Museo Arte Tempo a Clusone ospita la mostra monografica Antonio Cifrondi, con la prima mappatura online di tutte le opere dell’artista visitabili nel territorio della ValSeriana, di Lovere e delle città di Bergamo e Brescia. Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, il Comune di Clusone onora così un suo grande esponente come Antonio Cifrondi, con due iniziative speciali a lui dedicate e parte del progetto Cifrondi ‘23. La monografica dedicata a Cifrondi, curata da Enrico De Pascale con Luca Brignoli, presenta una trentina di opere da musei, chiese e collezioni private, rappresentative dei diversi ambiti praticati dall’artista tra pittura sacra, di storia, figure di genere, ritratti e autoritratti. Cifrondi fu un esponente di spicco di quella tradizione artistica lombarda, altrimenti nota come pittura della realtà, con tra i suoi esponenti Moretto, Moroni, Ceresa, Baschenis, Fra’ Galgario, e Ceruti, che ebbe nell’umana e sincera adesione ai fatti e alle persone della vita quotidiana il suo tratto distintivo. Ricordato dalle fonti per la rapidità esecutiva e il virtuosismo tecnico Cifrondi, fu coetaneo di Fra’ Galgario e poco più anziano di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, ideò nell’arco di mezzo secolo più di quattrocento opere, in parte conservate nelle chiese e nelle dimore private del territorio bergamasco e bresciano. In occasione della mostra fanno il loro ritorno a Palazzo Marinoni Barca, dopo un secolo, per generosa concessione di Intesa Sanpaolo, attuale proprietario, i due teleri con Storie di Cambise dipinti dal pittore intorno al 1690. Il secondo progetto che il Comune di Clusone dedica ad Cifrondi nel 2023, con l’obiettivo di offrire un percorso di scoperta e valorizzazione di un patrimonio collettivo, è la prima schedatura online di tutte le opere del pittore visitabili conservate nei luoghi pubblici della città di Clusone, dei Comuni della ValSeriana, di Lovere e delle città di Bergamo e di Brescia. Il progetto Cifrondi ‘23 ha la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, in particolare degli studenti dei corsi di Applicazioni digitali per le Arti Visive, con docente Agustín Sanchéz, e di Tecniche dell’incisione e grafiche speciali, con docente Cinzia Benigni. La mostra su Antonio Cifrondi è visitabile venerdì 15:30-18:30; sabato e domenica 10:00-12:00 e 15:30-18:30. Read the full article
2 notes
·
View notes
Text
Ischia: guida un furgone rubato, poco prima un furto in una barca, fermato dai Carabinieri
Ischia: guida un furgone rubato, poco prima un furto in una barca, fermato dai Carabinieri. Ad Ischia i carabinieri della locale compagnia hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di furto e ricettazione Antonio Orefice, 42enne di Forio già noto alle forze dell'ordine. L'uomo, che era già sottoposto alla misura della libertà vigilata da scontare nel comune di Qualiano, è stato fermato in piazzale Trieste nei pressi del porto.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
0 notes
Text
16 mag 2024 18:33
“PENSO CHE RAUL GARDINI SIA STATO COSTRETTO AL SUICIDIO” – ANTONIO PADELLARO RIPESCA DAL CASSETTO UN VECCHIO COLLOQUIO DEL 1993 CON VANNI BALESTRAZZI, GIORNALISTA E GRANDE AMICO DEL MANAGER: “SUA MOGLIE POCO TEMPO DOPO LA TRAGEDIA, PARLÒ DI RICATTI E DI MINACCE. POTREBBE ESSERE STATA L’ULTIMA SPINTA VERSO IL BARATRO” – “L’IDINA DISSE CHE RAUL AVEVA AVUTO UN DRAMMATICO COLLOQUIO CON SAMA E CUSANI. COSA GLI DISSERO?” – ESTRATTO DAL LIBRO DELL’EX DIRETTORE DEL “FATTO QUOTIDIANO”, “SOLO LA VERITÀ LO GIURO” -
Estratto da “Solo la verità, lo giuro. Giornalisti artisti pagliacci”, di Antonio Padellaro (ed. Piemme)
«Quando cominciò Mani Pulite, Raul aveva un atteggiamento di grande consenso. Come dire: finalmente!
Ne parlavamo spesso» racconta Vanni Balestrazzi, giornalista del Resto del Carlino per una vita, grande amico di Raul Gardini, un collega galantuomo che ho incrociato spesso facendo l'inviato.
Qualche mese dopo il suicidio di Gardini (23 luglio 1993), andai a trovarlo a Bologna; pensavo a un libro sulla vita del Contadino, e Vanni mi mise a disposizione i suoi ricordi. Non fu possibile, invece, ottenere la collaborazione dei Ferruzzi, e il progetto abortì. Mi è rimasto nel cassetto un nastro registrato e una cruda testimonianza da riportare. […]
«Il sabato della settimana precedente ci trovammo da lui a Ravenna. Mangiammo insieme e restammo tutto il giorno rintanati in casa. La domenica praticamente lo obbligai a uscire: dai Raul chiamo Angelo e andiamo in barca. Negli ultimi tempi erano solo gli spaghetti di Angelo, il suo marinaio, a tentarlo.
Siamo andati a Marina di Ravenna. Ma siamo rimasti con la barca ormeggiata. Discutemmo molto sulla linea difensiva dei suoi avvocati Gian Maria Flick e Marco De Luca. Sicuramente due principi del foro ma osservai che, sinceramente, non riuscivo a capire quale fosse la strategia adottata.
Sembra assurdo, ma lui fino all’ultimo non aveva pensato a una difesa legale. Si era illuso che tutto potesse concludersi positivamente. “Per quanto riguarda l’Enimont”, mi disse, “sono abbastanza sereno. Non vedo cosa possano seriamente addebitarmi.” Non dimentichiamo che avrebbe potuto starsene tranquillamente in Francia.
Parlavamo anche dell’ipotesi di un arresto che lui vedeva come un insopportabile oltraggio della sua dignità, ma non soltanto. Pensava ciò che un fatto così grave avrebbe significato per il suo nuovo gruppo industriale, che aveva creato negli ultimi due anni, già con una forte presenza in Francia e in Italia.»
Che consigli gli desti?
«Gli dissi: “Senti, domattina ti metti a scrivere quello che ricordi”. Rispose: “Che cos’è esattamente che devo ricordare?”»
Poi?
«Il lunedì successivo lui era partito per Milano. C’eravamo sentiti ancora per telefono. Guarda Raul che sono in pensiero. Ma no, non preoccuparti. Poi, l’ultima telefonata. Raul mi chiamò la sera del 22 luglio, poche ore prima della fine. “Come va?” “Mah, così...” Più che dalle parole fui colpito dal tono della voce.
Pensai: che faccio? Quella sera avevo invitato una mia amica al concerto di Pavarotti. Sai, le banalità che si inseriscono in queste grandi tragedie. “Senti Raul, vuoi che venga a Milano? Però non posso essere lì prima delle undici, mezzanotte.” Lui non risponde né sì né no. Ma so che in genere va a letto presto, e magari arrivo lì e lo trovo che dorme.
Ero convinto che con lui ci fosse l’Idina; e invece la moglie stava partendo per rientrare a Ravenna. Ma io non lo sapevo e ho pensato che non potendo dormire da lui avrei dovuto prenotare l’albergo. Insomma, alla fine ho deciso di non raggiungerlo. Di fronte a fatti del genere non si può ragionare con i ma e con i se, ma il rimorso di non essere andato, quello sì ce l’ho.»
Pensi che in quel momento lui stesse già meditando il suicidio?
«Non posso escluderlo. Forse l’avrà visto come una via d’uscita anche per i suoi. L’indomani, sant’A- pollinare, era festa a Ravenna. Gli dico: “Che fai vieni giù?” Lui farfuglia qualcosa. Ho parlato quasi sempre io. Magari gli ho interrotto dei discorsi che aveva voglia di fare.
“Be’, Raul sarebbe buon segno se vieni domani.” “Eh sì, sarebbe buon segno sì.” Ma il tono era spento, rassegnato. Negli ultimi tempi era molto dimagrito. Mangiava pochissimo. Soltanto pasta. È niente pesce, di cui prima era molto ghiotto. Una ripulsa probabilmente di origine nervosa. “Dai Raul, ti attendono delle prove severe e tu sei lì denutrito, senza energie.” Fumava ininterrottamente. An- dava avanti a nicotina.»
Anche tu pensi che Gardini si sia suicidato ed escludi le altre ipotesi?
«Io penso che sia stato costretto al suicidio. Raul era come paralizzato dall’impossibilità di dimostrare certe cose e dal rischio di ritorsioni da parte di chi ormai non aveva nulla da perdere.
L’Idina disse che Raul aveva avuto un drammatico colloquio con Sama e Cusani. Cosa gli dissero? Sua moglie poco tempo dopo la tragedia, parlò di ricatti e di minacce. Altri ipotizzarono che la minaccia fosse quella di coinvolgere un familiare di Raul, per quanto innocente. Questo, oltre alla lettura dei giornali con le dichiarazioni di Garofano (a cui era stato impedito, non a caso, di incontrare Raul), potrebbe essere stata l’ultima spinta verso il baratro per un uomo che mai aveva tollerato lesioni alla propria dignità. Fin da quando, bambini, andavamo a scuola insieme.» […]
0 notes
Text
Con l'entusiasmante anticipazione della Settimana della Moda, da venerdì 16 a domenica 18 febbraio 2024, Palazzo Visconti a Milano sarà la sede di The Queen’s Hat, un evento senza precedenti, patrocinato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano. Un'eccezionale mostra di cappelli di alta moda internazionale che promette di immergere il pubblico in un'esperienza unica, dove stile, lusso ed eleganza sono i protagonisti indiscussi. Ideato con passione e intuito dalla giornalista e manager di moda Gabriella Chiarappa, l'evento vede l'organizzazione meticolosa a cura di “Le Salon de la Mode” e Musikologiamo, garanzia di un'esperienza impeccabile. L'evento avrà inizio in grande stile alle ore 15.00 di venerdì 16 febbraio con un taglio del nastro istituzionale presieduto da Michele Sebastiano Barca (dirigente dell'Assessorato al Turismo, Marketing e Moda della Regione Lombardia) e Emmanuel Conte (Assessore al Bilancio e Patrimonio Immobiliare del Comune di Milano). Una tavola rotonda metterà al centro dell'attenzione l'artigianato del lusso e la sua evoluzione, con relatori di spicco come Antonio De Matteis (presidente di Pitti Immagine e amministratore delegato del Gruppo Kiton), Laura Marelli (ultima erede della modisteria storica Gallia) e Peter e Miguel García Abad per l’Istituto Marangoni. Il sabato 17 prevede un appuntamento dalle ore 10.00 alle ore 12.00 con l'esperto d'immagine Pablo Ardizzone sull'arte di indossare un cappello, seguito nel pomeriggio (dalle ore 14.00 alle ore 18.00) da una masterclass sull'arte visionaria di Maor Zabar: L'arte regale del cappello. La domenica 18 culminerà con una serata speciale e un "Party esclusivo" per premiare e celebrare The Queen's Hat, con premi realizzati dalla rinomata azienda di ceramiche siciliana "Ceramicando". Questo evento prelude con raffinatezza alla Milano Fashion Week, riunendo professionisti del settore e appassionati. Con la partecipazione di dodici hat designers provenienti da diversi Paesi, l'evento promette un'esperienza internazionale, creando un legame comunitario fra culture differenti. L'eleganza sarà il fil rouge che accompagnerà tutte le creazioni esposte, con una sezione dedicata alla Regina Elisabetta II. La mostra celebra "The Hat" come simbolo di stile, personalità e raffinatezza, incantando i visitatori/visitatrici con cappelli che narrano storie uniche nel mondo della moda. Ogni cappello diventa un'affermazione di eleganza e un dettaglio distintivo che completa l'ensemble di chi lo indossa. Inoltre, uno spazio esclusivo sarà dedicato a brand di gioielli, accessori, e altro ancora. Nel corso dei tre giorni di evento si svolgeranno tavole rotonde, masterclass, seminari ed esperienze, culminando con la premiazione dei tanto ambiti premi. La mostra è aperta gratuitamente al pubblico, promuovendo la cultura e l'arte nell'alto artigianato.
0 notes
Video
youtube
E la Nave Va (And the Ship Sails On) 1983- Federico Fellini
TONINO GUERRA FEDERICO FELLINI
1914 . PIROSCAFO GLORIA N. MOLO 10 PORTO DI NAPOLI
ANDREA ZANZOTTO FRANCO CRISTALDI
Fotografia Giuseppe Rotunno Montaggio Ruggero Mastroianni Effetti speciali Adriano Pischiutta, Valeriano Trubbiani Musiche Gianfranco Plenizio Scenografia Dante Ferretti, collaboratore Valeriano Trubbiani[2] Costumi Maurizio Millenotti
Freddie Jones: Orlando Barbara Jefford: Ildebranda Cuffari Victor Poletti: Aureliano Fuciletto Peter Cellier: Sir Reginald Dongby Elisa Mainardi: Teresa Valegnani Norma West: Lady Violet Dongby Paolo Paoloni: Maestro Albertini Sara Jane Varley: Dorotea Fiorenzo Serra: Granduca di Harzock Pina Bausch: Principessa Lherimia Pasquale Zito: Conte di Bassano Antonio Vezza: Comandante della nave Roberto De Leonardis Luigi Uzzo: Ufficiale di bordo Philip Locke: Primo ministro conte von Huppenback Colin Higgins: Capo della polizia Janet Suzman: Edmea Tetua Vittorio Zarfati: 2º maestro Ruberti[1] Fred Williams: Sabatino Lepori Ugo Fangareggi: barista Doppiatori italiani Ferruccio Amendola: Orlando Rita Savagnone: Ildebranda Cuffari (dialoghi) Mara Zampieri: Ildebranda Cuffari (canto) Alessandro Haber: Aureliano Fuciletto Oreste Lionello: Sir Reginald Dongby/Capo della polizia Giancarlo Sbragia: Maestro Albertini Massimo Giuliani: Conte di Bassano Sergio Rossi: Comandante della nave Roberto De Leonardis Pino Colizzi: Sabatino Lepori E la nave va è un film del 1983 diretto da Federico Fellini. 1914: il piroscafo "Gloria N." salpa dal molo n. 10 di un non meglio definito porto di Napoli con a bordo le ceneri della "divina" cantante lirica Edmea Tetua. Meta della crociera: l'isoletta di Erimo nel Mar Egeo, nelle cui acque - per ottemperare alle ultime volontà del soprano - le ceneri dovranno essere sparse.
A bordo della nave, celebrità varie, nobili e amici della defunta artista, descritti con un'ironia comprensiva e impietosa al tempo stesso dal giornalista Orlando, a bordo per redigere una cronaca dell'evento. A bordo è presente persino un rinoceronte, ammalato di tristezza d'amore, che saltuariamente viene visitato dai passeggeri.
Il corso della Storia irrompe però con forza: a Sarajevo il granduca Ferdinando è ucciso e scoppia la prima guerra mondiale; contemporaneamente, il comandante della nave si trova costretto a dover soccorrere dei naufraghi serbi.
In vista della meta, il piroscafo italiano incrocia una corazzata austriaca e viene colpito ed affondato.
Nell'ultima scena il giornalista Orlando informa il pubblico del fatto che i passeggeri non sono tutti morti[3]:
Un idrovolante ha recuperato i superstiti della scialuppa Aurora [...] La scialuppa Stella del nord è miracolosamente arrivata ad Ancona [...] Per quanto mi riguarda io ho una grande notizia da darvi: Lo sapevate che il rinoceronte dà un ottimo latte?
Nel dir questo il giornalista si scherma le labbra con la mano per non farsi sentire dal rinoceronte, il secondo passeggero della barca, che finalmente sereno, mangia un ciuffo d'erba.
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️
#gustavopetro #colombia #DONALDTRUMP #TRUMP #BOLSONARO #DORIGHEZZI #STRISCIALANOTIZIA #FRANCESCO #RUTELLI #PROPAGANDALIVE #ELUANA #ENGLARO #ELUANAENGLARO #CRISTIANODEANDRE #twitter #facebook #skyrock #linkedin #instagram #okru #tiktok
0 notes
Text
I Segni dei Tempi: Il viaggio oltre tombale del Faraone Silvio Berlusconi
Un antico passato in numeri che tenta di emergere con l'Intelligenza Artificiale? Il massone Silvio Berlusconi. Il Fratello Silvio Berlusconi è stato iniziato dalla loggia massonica del Grande oriente d'Italia Democratico, come attesta la lettera aperta del 26 luglio 2010 del suo leader Gioele Magaldi e fa riferimento all'interesse che Berlusconi nutre per l'esoterismo in generale. Il massone, quindi, elenca in punti gli aspetti del Silvio Segreto cominciando dalla "natura iniziatica e massonica del complesso di Villa Certosa in Sardegna" e del mausoleo funebre presente all'interno di Villa San Martino ad Arcore. Il massone Magaldi continua rivelando gli interessi del Presidente del Consiglio per l'astrologia e cita alcune letture del mondo massonico a cui Berlusconi si sarebbe ispirato per utilizzare le televisioni al fine di condizionare le masse di spettatori. L'ultimo punto, invece, riguarda la gestione del potere imprenditoriale, mediatico e politico che, stando alla lettera, "è stata scandita da rapporti e relazioni con precisi personaggi, cenacoli e logge dell'establishment massonico mondiale"1.
Il Mausoleo, per Berlusconi è come una piramide alla stregua di quelle che si facevano erigere gli antichi faraoni d'Egitto, per far da loro sacelo tombale, similmente ad una barca per il viaggio per la sua rinascita stellare e del fatto che il loro "ka" sarebbe diventato un "Luminoso" della Duat, come una stella della costellazione di Orione. Il "ka" è l'energia vitale e impersonale. Tramandata da genitori a figli, sopravviveva alla morte della persona e doveva essere nutrita per permettere al defunto di vivere nell'aldilà. Il primo segno. Ad Apricena la prima Via Silvio Berlusconi: l'annuncio ufficiale Apricena, in Puglia, nella provincia di Foggia, è la prima città a intitolare una sua strada a Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno scorso all’età di 86 anni. A dare l’annuncio ufficiale della decisione presa è stato il sindaco del comune nel Foggiano, Antonio Potenza. L’annuncio del sindaco di Apricena sulla strada intitolata a Berlusconi Il sindaco di Apricena, Antonio Potenza, eletto nel 2019 in una lista civica vicina al centrodestra, ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate dall’agenzia ‘AGI’: “Come comunità nazionale, abbiamo assistito al tripudio di affetto nei confronti del Presidente Silvio Berlusconi, a poche ora dai suoi funerali di Stato e dalla proclamazione del lutto nazionale dopo la scomparsa nella giornata di lunedì”. Poi l’annuncio sull’omaggio della città a Silvio Berlusconi: “La nostra città ha deciso di cristallizzare quest’ondata di affetto nei confronti dello statista, imprenditore, leader politico e presidente del Consiglio che più di ogni altro ha fatto parlare di sé in tutto il mondo e che tanto ha fortemente contribuito alla storia del Paese intitolandogli una via del nostro centro abitato”. Il primo cittadino di Apricena, Antonio Potenza, ha infine aggiunto: “La Giunta comunale da me presieduta ha deliberato la reintitolazione dell’attuale ‘Via Modena’ in ‘Via Silvio Berlusconi’. Appena possibile, procederemo con una cerimonia pubblica in cui sarà ufficialmente intitolata questa strada al Cavaliere Berlusconi”2. Il secondo segno riportato sulla carta topografica di Apricena Un triangolo aureo la chiave geometrica della piramide egizia di Cheope
Figura 1: Estratto della mappa di Apricella (Foggia). La via di Berlusconi è come l'albero di una vela di una barca e corrisponde al segno regale di un triangolo all'insegna della Sezione Aurea.
Figura 2: Dal triangolo aureo ABC si ricava il triangolo ACD , la sagoma della Piramide di Cheope. Il potere della parabola nella Grande Piramide C’è propensione che la piramide di Cheope della piana di Giza d'Egitto, col suo intero complesso, costituisca un ideale modello di una prodigiosa macchina energetica rivolta ad una probabile rigenerazione vitale di natura metafisica. Infatti il suo scopo era di costituire il sacello tombale del faraone Cheope per renderlo immortale, anche se in effetti non si è mai trovato alcuna prova in merito, nel sarcofago della Camera cosiddetta del Re posta in sede della torre dello Zed.
Dunque se la piramide è una ipotetica “macchina” deve pur rientrare in una concezione che possa essere formulata in termini matematici e naturalmente essere intravista con l’ausilio di una ipotetica geometria. Oltre a tutto ciò non si può trascurare il fatto che la piramide non è stata mai posta in relazione con una barca trovata in una fossa sul lato sud di essa dagli archeologi nel 1954.
Figura 3: La barca solare di Cheope. (fig. 3) Racchiusa in una camera ermeticamente sigillata, la barca era scomposta in 1224 pezzi, il cui legno si è conservato intatto per più di 4600 anni. In proposito sono state formulate due ipotesi sulla valenza religiosa dell'oltretomba egizio di questa barca: la prima, quella più antica e risalente alla I dinastia, descrive una rinascita stellare del sovrano e del fatto che il suo "ka" sarebbe diventato un "Luminoso" della Duat, come una stella della costellazione di Orione; la seconda espone, invece, il nuovo credo religioso, che indicava l'oltretomba ad occidente, dove ogni giorno il Sole personificato nel Dio Atum che tramonta. È evidente che i testi delle piramidi risentono della teologia di Ra e del credo che il sovrano, dopo la sua rinascita, avrebbe seguito l'orbita del Sole in processione dietro le barche sacre degli dei5. Traducendo ora questa simbolica barca solare in una ideale concezione geometrica, relativa ad un’altrettanta ipotesi di natura metafisica, potremmo immaginare che il complesso piramidale siffatto cheopiano, poggia su una base a mo’ di una sorta di barca che viaggia idealmente nel tempo. A ragione di ciò, dunque, non scandalizza intravedere il complesso piramidale unito ad una parabola geometrica sottostante, così come è stata considerata dal punto di vista della geometria dellla fig. 4 con la quale immagino delle correlazioni funzionali con le due Camere del Re e della Regina al suo interno.
Figura 4: Piramide di Cheope. Sezione trasversale. A sostegno di questa ipotesi, che in effetti non ha riscontri reali in sede della base strutturale, è la presenza in loco di una barca ritenuta del faraone Cheope che, ovviamente costituisce il simbolo per la supposta barca metafisica per viaggiare dopo la sua morte verso la rinascita corporea, secondo la religione del suo tempo, accennata in precedenza. Di qui, in un lampo, ecco disporsi le cose in merito, associate alla ipotetica energia circolante nella piramide (su cui molti studiosi sono concordi), e tutto per merito di una prodigiosa parabola, reale configurazione geometrica della barca osiderea. Ma c’è di più sull’apporto di questa parabola, considerato che la piramide-macchina è “solare” e deve in qualche modo captare le energie solari del dio Ra e convertirle al suo centro focale, in sede della Camera della Regina, naturalmente la dea Iside. Intanto, con la fig. 4 sono mostrati i dati geometrici della fig. 3, utilizzando la concezione del rapporto aureo su cui c’è concordanza: y² = 2 p x, dove p = 1 (equazione della parabola) ya = √ = 0,786151377... xa = ya² / 2 = 0,309016994...
Figura 5: Geometria della piramide di Cheope con l'ausilio di una piramide particolare, il tutto all'insegna della sezione aurea. phi = 38,17270763...° 180° – 4phi = 27,30916948...° yi = tang (180° – 4 phi) = 0,516341175... xi = yi² / 2 = 0,133304104... d = yR = 0,080615621… xR = d²/ 2 = 0,003711446… La luminosità è un requisito fondamental delle gemme preziose e le loro studiate sfaccettature moltiplicano i giochi di luce scomposta nei suoi colori, cosiddetti dell’iride, all’interno per sprigionarsi in modo sfolgorante all’esterno (fig. 6). Nulla allora che meravigli, dunque, vedere la piramide di Cheope come uno speciale cristallo e costatare subito una particolare proprietà dovuta a un ipotetico raggio di luce che interagisce in esso.
Figura 6: Taglio di una pietra preziosa. Gioco di luce con la scomposizione nei colori dell’iride. Dalle illustrazioni 2 e 3 si può capire di seguito cosa si tratta. Il raggio IP è normale alla parabola e si imbatte di ritorno sulla parete C’B’ riflettendosi in Q della parete opposta C’A’. Prosegue da qui la riflessione luminosa, supposta energetica, in modo verticale fino in fondo sulla parabola in R. Si sa che tutti i raggi verticali confluenti su una parabola si riflettono convergendo nel fuoco relativo, che nel nostro caso è il punto F. Naturalmente si è capito che il punto I di partenza del supposto raggio luminoso è unico in modo che la sua inclinazione riferita alla verticale sia 180° – 4 phi come indicato sulle figure 15 e 16. Phi è il semi-angolo al vertice della piramide. Il simbolo di phi è φ. Nessun commento su questo raggio salvo a vedere ora il raffronto con lo spaccato della piramide di Cheope (fig. 7), in cui si vedono i vari elementi che vi fanno parte: la tomba del Re e della Regina, la Grande Galleria ed altro.
Figura 7: Lo scettro di Osiride e dei faraoni. Ed ecco il fatto meraviglioso che spiega il titolo di questo capitolo: Una parabola per il mistero della Grande Piramide! Due cose in una: il fuoco F della parabola di arco A’OB’, su cui è posta la piramide A’B’C’, coincide con un certo punto della tomba della Regina e il raggio verticale QR della ipotetica luce, all’interno della piramide in questione, coincide con l’asse della tomba del Re, lo Zed (fig.7). In merito allo Zed (fig. 8) e alla funzione piezoelettrica del sistema dei ranghi di basalto, ritenuti la fonte di energia circolante nella piramide, in relazione al potere che serve per la rigenerazione vitale alla base del potere che vi deriva, mi fa pensare alla spiegazione in che modo le ossa si rigenerano. Il modo con cui molti organismi viventi usano la piezoelettricità è molto interessante: le ossa agiscono come dei sensori di forza. Applicando una forza, le ossa producono delle cariche elettriche proporzionali alla loro sollecitazione interna.
Figura 8: sezione trasversale dello Zed. Queste cariche stimolano e causano la crescita di nuovo materiale osseo, rinforzando la robustezza della struttura ossea in quelle zone in cui la deflessione interna è più elevata. Ne risultano strutture con minimo carico specifico e, pertanto, con eccellente rapporto peso-resistenza6. Un’altra cosa è possibile suggerire come riscontro ideografico fra i geroglifici egizi, con il raggio energetico verticale QR della fig. 5 sopra analizzato. Mi viene di intravederlo nello Scettro o Wзs nella mano del dio dei morti Osiride e di altri dei egizi, nonché in quella dei faraoni assisi sul trono. La cima di questo scettro termina con una sorta di maniglia di traverso particolarmente sagomata che può benissimo riferirsi alla parete della piramide dove il raggio si riflette; mentre la parte terminale è munita di una forcina a due punte che potrebbe riferirsi alla riflessione del raggio energetico. Il terzo segno. La nuova via Berlusconi sostituisce la vecchia via Modena La nuova via Berlusconi di Apricena sostitusce la vecchia via Modena, come a dare un terzo segno, che vuol dire? Forse il segno va ricercato nell'origine del nome Modena. La teoria che più colpisce è quella che lega la città di Modena al nome latino Mutina: l'etnico era Mutinenses, Mutinensis o Multinenses. A sua volta è un toponimo che viene messo in relazione ad una divinità etrusca, il dio Math che era il dio etrusco della morte. E così la parola Modena potrebbe derivare da mutanu, ovvero epidemia, tomba. Dalla tomba di Modena tenta di riemergere la Morte con un popolo di robot dotati di intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale è un argomento estremamente dibattuto in questo periodo, sia per le opportunità che offre, sia i rischi ad essa associata. Vediamo nel dettaglio quali sono questi ultimi. Sempre più spesso si sente parlare di intelligenza artificiale e dei rischi che essa comporta per l’uomo. Per esempio non molto tempo fa un gruppo di esperti, tra cui Elon Musk, ha pubblicato una lettera su Future of Life dove era chiesta l’interruzione momentanea dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, così da permettere a chi di dovere di regolamentarla e mitigarne i rischi. Ancora oggi molte persone non sono in grado di identificare questi rischi in maniera chiara. Ma conoscerli e comprenderli è fondamentale per limitare le possibilità che questi si concretizzino. Vediamo quali sono alcuni tra quelli considerati più pericolosi. Intelligenza artificiale: i 10 rischi più pericolosi Quali sono i rischi più pericolosi collegati all’intelligenza artificiale? Alcuni tra questi è più probabile che si concretizzino, mentre per altri la possibilità è più remota. A tutti questi e a quelli che nasceranno in futuro, comunque, è necessario prestare grande attenzione e - se possibile - provare a limitarli. 1) Dipendenza Affidarsi eccessivamente all’intelligenza artificiale può rappresentare un grande rischio per l’umanità, poiché essa potrebbe perdere la capacità di pensare e trovare soluzioni creative. Se la civiltà umana è stata in grado di crescere e svilupparsi in maniera così esponenziale nel corso degli anni, una grande parte del merito lo deve alla sua capacità di pensare in maniera critica e spontanea. Lasciare all’intelligenza artificiale la possibilità di «pensare» al posto dell’uomo potrebbe portare la società a perdere la sua capacità di escogitare soluzioni creative, fondamentali per lo sviluppo e la sopravvivenza della società umana. 2) Perdita del lavoro Questo è forse uno dei rischi più concreti e anche più discussi nell’ultimo periodo. Molti esperti temono fortemente che l’intelligenza artificiale possa portare un grandissimo numero di persone a perdere il loro posto di lavoro e ad essere sostituite dalle macchine. Effettivamente questo rischio si è in parte già concretizzato: oggi molti chatbot svolgono compiti di assistenza alla clientela che un tempo erano ad esclusivo appannaggio delle persone. Il rischio, in questo caso, non è che il normale progresso della tecnologia porti alcuni lavori a diventare obsoleti, ma che questo avvenga troppo rapidamente facendo perdere il lavoro a molte persone nello stesso periodo e rendendo complesse le pratiche di reintegrazione nel mondo del lavoro. 3) Crescita delle disuguaglianze L’intelligenza artificiale potrebbe contribuire ad aumentare le disuguaglianze nella società. Per capire come, è possibile pensare al medesimo strumento in mano ad una persona normale oppure in mano ad una grande azienda: una persona comune potrà sicuramente trarre dei vantaggi dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ma questi saranno sicuramente insignificanti rispetto a quelli che potrebbe avere una grande azienda tech, i cui introiti potrebbero crescere in maniera ben più vertiginosa grazie all’impiego di queste tecnologie. 4) Privacy Un altro aspetto che preoccupa molti esperti è quello della privacy. Ad oggi molti dei sistemi di intelligenza artificiale utilizzati quotidianamente dalle persone sono alimentati con grandi masse di dati presi da internet in maniera pressoché casuale, il che può comportare anche gravi violazioni della privacy delle persone. Read the full article
#Apricena#DioEstruscoMorte#grandeoriented'italia#intelligenzaartificiale#loggiamassonica#massoneria#Osiride#SilvioBelusconi
0 notes
Note
Mi consigli dei bei libri da leggere? Brevi, lunghi, non importa, qualcosa che ti è piaciuto
Va bene, ti faccio una lista un po' lunga, ci metto dentro di tutto:
- La stoffa del diavolo di Michel Pastoureau
- Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne di Sady Doyle
- Almarina di Valeria Parrella
- Vita Prada. Personaggi, storie, retroscena d'un fenomeno di costume di G. Luigi Paracchini
- Borgo sud di Donatella di Pietrantonio
- Ripartire dal desiderio di Elisa Cuter
- Lezioni americane di Italo Calvino
- Margherita Dolcevita di Stefano Benni
- Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi
- Canne al vento di Grazia Deledda
- Medea di Christa Wolf
- L'ambiguo malanno di Eva Cantarella
- Cronache di poveri amanti di Vasco Pratolini
- Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino
- Il barone rampante di Italo Calvino
- Lo scialle andaluso di Elsa Morante
- La signora Dalloway di Virginia Woolf
- L'isola di Arturo di Elsa Morante
- L'uomo duplicato di Josè Saramago
- Le correzioni di Jonathan Franzen
- Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia
- Perché leggere i classici di Italo Calvino
- Le affinità elettive di Goethe
- Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese
- Il maestro e Margherita di Bulgakov
- La luna e i falò di Cesare Pavese
- Cime tempestose di Emily Bronte
- Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen
- La boutique del mistero di Dino Buzzati
- Come era verde la mia vallata di Richard Llewellyn
- Il giovane Holden di Salinger
- L'ombra del vento di Zafòn
- L'amore ai tempi del colore di Marquez
- L'Agnese va a morire di Renata Viganò
- Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome
- Gli amori difficili di Italo Calvino
- Il diavolo al Pontelungo di Riccardo Bacchelli
- Persone normali di Sally Rooney
- I leoni di Sicilia di Stefania Auci
- Manuela Sáenz Aizpuru. Il femminismo rivoluzionario oltre Simón Bolívar di Maddalena Celano
- Nanook cammina ancora: Il cinema documentario, storia e teoria di Maria Cristina Lasagni
- Le donne nel cinema di Veronica Pravadelli
Direi anche basta
26 notes
·
View notes
Text
IL MURO DEL SILENZIO
#stoPcto
Ogni volta che accade una nuova tragedia, media e politici la cavalcano come surfisti impazziti accusandosi l'un l'altro di strumentalizzare l'evento.
Stanotte mi sono reso conto che io voglio strumentalizzare questa tragedia.
Anzi voglio strumentalizzarle tutte.
Voglio strumentalizzarle così tanto che scriverò un solo, singolo nome di un mio vecchio amico dell'università scomparso più di vent'anni fa.
A voi il resto.
Se non posso parlare di cose che non conosco, come la tragedia avvenuta ieri o quella del 22 gennaio, ho il dovere etico di parlare di quelle che conosco per dimostrare che non sono l'eccezione ma la regola.
Lo ripeto: non è una crociata, non ci sono nemici da abbattere, solo vittime da salvare.
È ora di smettere di aver paura di aiutare chi sta accanto a noi, di alzarci in piedi al suo fianco e dire basta. Anche se è troppo tardi.
Quindi se anche tu hai un figlio, un genitore, un fratello, una sorella, un amico, un’amica, un compagno o una compagna di “classe” o chiunque conosci che sia caduto o stia per cadere a causa della scuola (suicidio, PCTO, violenza, stupro, molestie, discriminazioni, traumi che ci portiamo dietro tutta la vita)...
Ti chiedo di scrivere il suo nome (basta il nome proprio) nei commenti e mostrare questo messaggio a chi è vicino a te e capisce il dolore che stiamo provando.
Puoi scrivere anche più di un nome se ne hai o anche il tuo. Consideralo un elenco dei caduti per una causa inutile.
Se ti chiedi quale sia la soluzione, come sempre ce ne sono molte, ma non è questo il luogo per spiegarle. Sono abbastanza tecniche e articolate e poi non sarò certo io a farle. Ci sono persone moooolto più capaci di me a sognare una nuova scuola e non sono idealisti utopici ma gente pratica che già si sbatte tutto il giorno per tenere la barca pari e cercare di far comprendere a ciascuno la propria identità. Quelli sono i nostri eroi. E vi sto cercando. Se volete parlare con me anche solo per un consiglio, vi ringrazio.
I nomi che evocheremo saranno scritti con vernice indelebile su questo muro di silenzio e continueremo a scriverli fino a scioglierlo col nostro dolore e con la nostra ingiustificata vergogna di non essere mai stati all'altezza quando ciascuno di noi è perfetto come è e non deve essere nient'altro che se stesso.
Ciao Antonio e perdonami se non mi sono alzato in tempo.
Lo sto facendo adesso.
Ora tocca a te: dì il suo nome.
4 notes
·
View notes
Text
Morreu e Reencarnou
MORREU – Porta dos Fundos Existe vida após a morte? Pra onde vamos? No céu tem pão? Muito se imagina sobre como ficam as coisas, mas o que se sabe é que a imagem do paraíso pode não ser nada parecida com o que você esperava. REENCARNAÇÃO Na hora da reencarnação, Deus me deu a escolha de nascer o Adriano “Imperador” ou um escritor de sinopses. Que Deus perdoe essas escolhas ruins.
View On WordPress
#transgenero#alga marinha#Antonio Tabet#até que a morte nos separe#Auto da Barca do Inferno#baratinha do mar#casamento#cirrose#crustáceo decápode cavador#Dentista#Deus#Existe vida após a morte?#Fabio Porchat#God#jogador de futebol#Leblom#música merda#morte#paraíso#Porta dos Fundos#Rafael Portugal#REENCARNAÇÃO#relação cadidato vaga#Sudão#Vasco#Vera Monteiro#Vida Após a Morte
1 note
·
View note
Photo
Orrore sulla barca alla deriva, scoperti i corpi di 40 persone morte di fame e di sete Una vera propria scena dell’orrore quella scoperta nelle scorse ore da una motovedetta della guardia costiera mauritana al largo delle coste dell'Africa nord occidentale. Su una imbarcazione che galleggiava alla deriva senza meta in mare e che sembrava vuota sono stati scoperti i corpi senza vita di 40 persone, morti per fame e sete, probabilmente dopo aver viaggiato per giorni e giorni sotto il sole, in balia delle correnti marine e senza più viveri e acqua. Oltre ai 40 cadaveri, a bordo sono stati recuperati, fortunatamente ancora vivi anche se in condizioni gravi, altre sette persone che sono state trasportate sulla costa e ricoverate. Secondo le autorità locali, i morti sarebbero migranti, per lo più senegalesi e maliani che si erano imbarcati dalle coste della zona col tentativo di raggiungere le isole Canarie, territorio spagnolo nell'oceano Atlantico al largo dell'Africa. Secondo quanto riferito a Efe da una fonte della sicurezza nella cittadina costiera di Nouadhibou, davanti alla quale è stata trovata la barca con i quaranta morti e i sette sopravvissuti, i superstiti della tragedia hanno spiegato di essersi messi in mare due settimane prima del ritrovamento, dopo aver lasciato le coste marocchine. La partenza dell’imbarcazione sarebbe avvenuta quindi molto più a nord. I sopravvissuti hanno spiegato che una volta in mare, però, il motore della barca si è rotto e l’imbarcazione è rimasta in balia delle onde senza cibo né acqua andando completamente fuori rotta fino a raggiungere le coste della Mauritania, molto più a sud, dove è stata scoperta la tragedia. Purtroppo si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di naufragi di barconi di migranti che avvengono in zona lungo la rotta raggiungere le Isole Canarie. Solo dall’inizio del mese sono stai stati già cinque i naufragi con vittime sulla stessa rotta atlantica, considerata la via più pericolosa per entrare in Spagna. L'anno scorso 170 persone sono morte lungo questa rotta, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Antonio Palma
8 notes
·
View notes
Text
Il Gruppo Sportivo Polizia di Stato-Fiamme Oro Sabaudia inaugura la Stagione Agonistica 2024 per il settore Canoa Kayak
Il Gruppo Sportivo Polizia di Stato-Fiamme Oro Sabaudia inaugura la Stagione Agonistica 2024 per il settore Canoa Kayak. Il Gruppo Sportivo Polizia di Stato Fiamme Oro Sabaudia ha inaugurato la Stagione Agonistica 2024 per il settore Canoa Kayak con il Campionato Italiano di Fondo sui 5000 metri che si è tenuto nel fine settimana del 16 e del 17 Marzo sul palcoscenico naturale del Lago di Paola. Le acque nostrane hanno regalato al gruppo cremisi un record di Titoli Italiani e di Medaglie tra le varie categorie Senior, Giovanili e Paracanoa. Il programma di gare intenso e corposo, anche quest'anno è stato diviso su due giornate per permettere agli Atleti di poter affrontare le competizioni sia in barca singola, il Sabato, che in barca multipla, la Domenica. Dominio assoluto Fiamme Oro nella Canadese Maschile dove l'Ag.S. Tacchini Carlo ha vinto il Titolo Italiano nel C1 Senior, seguito dai compagni di squadra Ag.S. Craciun Nicolae e Ag. Alfonsi Mattia, rispettivamente Secondo e Terzo. Stessa storia ma diversi protagonisti nel C1 Under23, dove a spuntarla è l'Ag. Casadei Gabriele che precede l'Ag. Szela Dawid; a seguire Bronzo per l'Atleta del Settore Giovanile Andrea La Macchia e quarto posto per Kristian Szela. Nella categoria C1 Junior altri podi importanti per Samuele Vona e Riccardo Caporuscio, che tagliano il traguardo Secondo e Terzo. Nella stessa gara buoni piazzamenti per Matteo Tonini 5°, Niccolò Sabbatino 6° e Lorenzo Schivo 10°. Nella categoria Ragazzi è Argento per Alessio Belmonte in C1 mentre per la competizione riservata ai Ragazzi Primo Anno (Atleti nati nel 2009) le Fiamme Oro Sabaudia si mettono al collo un altro Argento con Lorenzo Battistelli ed un Bronzo con Antonio Quattrociocchi, che nella stessa gara supera i compagni di squadra Federico Pressato, Andrea Mandatori e Pietro Ficarola, giunti rispettivamente all'8°, al 10° e al 16° Posto. Soddisfazioni prestigiose per il Settore Femminile dove l' Ag.S. Burgo Irene chiude al Secondo Posto dopo una lunga e avvincente gara nel K1 Senior Femminile. L'Atleta Siracusana, al culmine di un recupero finale al cardiopalmo, si deve accontentare dell'Argento per soli 6 centesimi dietro l'altra azzurra Agata Fantini. Per la Canadese Femminile ottimo esordio per la neo arruolata Ag. Della Giustina Olympia, che vince il Titolo Italiano in C1 Senior. Buoni Piazzamenti per le giovanissime Martina De Stefani, giunta 7° in C1 Junior Femminile, per Viola Carpanese e per Greta Periati che chiudono rispettivamente al 4° e al 7° Posto le loro gare del C1 Ragazze e del C1 Ragazze Primo Anno. Nella seconda giornata di gare, dedicata agli equipaggi, bissano i Titoli gli Atleti Senior della Canadese aggiudicandosi il Titolo Italiano in C4 con gli Agenti Craciun, Alfonsi e Szela insieme all'Atleta Giovanile Samuele Veglianti e nel C2 grazie alla coppia già Campione D'Europa Ag.S. Tacchini Carlo e Ag. Casadei Gabriele. Titoli Italiani in C2 anche nella categoria Under 23 Maschile con la coppia formata da Andrea La Macchia e Kristian Szela e negli Junior grazie all'impresa di Manuel De Stefani e Matteo Tonini; nella stessa gara 4° posto per il duo di Niccolò Sabbatino e Lorenzo Schivo. Nella categoria Ragazzi è Medaglia d'Argento per il C4 di Lorenzo Battistelli, Alessio Belmonte, Daniele Iannarella e Antonio Quattrociocchi, mentre nel C2 si mette al collo il Bronzo la coppia formata da Andrea Mandatori e Federico Pressato. Grandi risultati quindi per il Settore Giovanile, allenato dal Tecnico Ass.C. Monte Angelo che in questa prima gara dell'anno ha voluto verificare il livello di preparazione dei suoi in vista dei prossimi appuntamenti dell'anno dove il primo obiettivo è qualificare in Nazionale Junior tutti gli Atleti per poi potersi confrontare a livello internazionale. Altre soddisfazioni nel Settore Femminile con l'Oro nel C2 Senior dell'Ag. Della Giustina Olympia e di Michela Di Santo, mentre per la Coppia Ag.S. Burgo Irene e Ag. Bellan Irene è Argento nel K2 Senior, dopo una gara avvincente che ha visto il ritorno in acqua dell'Ag. Bellan dopo un problema di salute che l'ha costretta allo stop per qualche settimana. Buone prestazioni anche per il C2 Junior Femminile di Martina De Stefani e Viola Carpanese che chiudono al 5° Posto una bellissima gara. Si festeggia anche nel settore della Paracanoa grazie alla Medaglia di Bronzo di Federico Albione nella categoria DIR A Maschile, che nella stessa gara supera il compagno di squadra Valerio Catoia, giunto 6°. Al termine delle competizioni è stato positivo il commento del Direttore Tecnico V.Sov. La Macchia Silvio: "mi ritengo molto soddisfatto per questa prima gara dell' anno che conferma le Fiamme Oro ai vertici della specialità della canoa canadese grazie anche alle ottime prestazioni della neo assunta Della Giustina. Ci sono giunte anche buone indicazioni dal settore kayak femminile con il bellissimo secondo posto dell'Ag.S. Burgo in K1 e con il secondo posto nel K2 con l'Ag. Bellan reduce da un intervento, tutti risultati che ci fanno ben sperare per il prossimo appuntamento a Milano". Anche per il Coordinatore degli Sport Remieri delle FF.OO. Sabaudia, Isp. Carollo Maurizio, la stagione si è aperta nel migliore dei modi con questo primo appuntamento verso le Olimpiadi di Parigi. "Chi conosce lo sport sa che le prestazioni di altissimo livello arrivano solo se si lavora all'unisono, in un ambiente costruttivo, sereno e professionale" ha aggiunto l'Isp. Carollo, "e per questo vorrei ringraziare Atleti e Tecnici che sono i protagonisti di questi successi. Siamo consapevoli che ora ci aspetta un lavoro ancora più intenso ma i risultati fin qui ottenuti ci confermano che la strada tracciata è quella giusta". Prossimo appuntamento quindi a Milano il 6 e 7 Aprile per la Gara Internazionale valevole come Prova Selettiva per i prossimi appuntamenti in campo Europeo, Mondiale ed Olimpico. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Il 31 gennaio si è conclusa per noi un'avventura davvero emozionante!
Così emozionante che vogliamo dare i numeri:
6.166 euro raccolti
259 donatori e donatrici
4.186 visite uniche alla pagina del nostro progetto sulla piattaforma di Produzioni dal Basso.
Abbiamo tanti grazie da dire: a Produzioni Dal Basso e Banca Etica per averci dato l'opportunità con il bando "Impatto +" di poter rendere concreta un'idea progettuale su cui lavoriamo da mesi con O2italia, Il cartolaio del bosco e la Libreria L'Incanta Storie; ad Editoriale Scienza per il sostegno e per gli infiniti stimoli che ci sono venuti dal loro catalogo; alle scuole che riceveranno in dono le scatole per l'entusiasmo e la fiducia.
E, ovviamente, a tutte e tutti voi per aver reso possibile il passaggio alla "fase 2" del progetto.
GRAZIE a: Antonio Mamì, Agata Samperi, Alberto Musco, Aldo Lenzo, Alessandra Rigano De Gaetano, Alessandro Milone, Alessia Barone, Ambrogio Isgrò, Andrea Corno, Andrea Inzerillo, Andrea Scilipoti, Serena Leotta, Angela Costantino, Anita Magno, Anna Fazio, Anna Gallerani, Annalisa Gualtieri, Anna Maria Vaccarino, Antonella Correnti, Antonella Saja, Antonia Sidoti, Antonio Cicero, Antonio Carcione, Elena Bagnoli, Antonio Bellinvia, Anna Bucca, Carmen Papaianni, Carla Cozzolino, Carmelo Catalano, Carmelo Recupero, Carmen Barca, Carolyn Berger, Caterina Abbriano, Marilia Costa, Cettina Pitrone, Chiara Pepe, Chiara Scuteri, Cleopatra Cortese, Claudia Mangano, Stefano Clerici, Carmela Panella, Cristina Grande, Daniela Munafò, Daniela Bersano, Marco Giorgianni, Dario De Pasquale, Diego Zucchelli, Domenica Piazzo, Donato Barbato, Daniela Pappalardo, Elena Poma, Emanuele La Rosa, Enrica Pellegrino, Enza Galluzzo, Enza Zumbo, Erika Bucca, Eva Buttà, Fabio Calabrò, Fabio Genovese, Francesco Caizzone, Federica Correnti, Federica Maio, Federico Mangano, Filippo Nicosia, Matteo Finco, Francesca Rinaldi, Francesca Mirabella, Francesca Petruzzella, Francesca Pitrone, Marco Pandolfo, Francesco Calabrò, Gabriele Sidoti, Lucia Gentile, Giuseppe Geraci, Gian Marras, Garis Giovanna, Giovanna Caravello, Giovanna Rappazzo, Giulia D’Alessio, Giuseppe Aliquò, Agnese Calabrò, Giuseppe Motta, Giuseppe Pampanini, Giusi Caliri, Giusy Caravello, Giusy Russo, Glenda Spiller, Grazia Costantino, Grazia Salamone, Graziella Rao, Antonino Il Grande, Aias Onlus Sezione di Barcellona Pozzo di Gotto, Marcela Salvador, Irene Faranda, Isidora Scaglione, Carmen Italico, Ivan Bertolami, Katia Crifò, Roberto Cervi, Pietro Rossello, Laura Alessandra Bonaceto, Laura Casu, Laura D’Amico, Laura Recupero, Condotta Slow Food Peloritani Tirrenici, Luca Faenzi, Lucia Isgrò, Luciano Aliquò, Luigina Roselli, Lydia Oliva, Margherita Dotti, Maria Assunta De Fazio, Maria Bucca, Maria Sciotto, Mariateresa Carbone, Maria Teresa Collica, Mariella Chiaramonte, Mario Scardino, Marta Mocchetti, Marzia Sindoni, Marco Mattiuzzo, Maura Macchi, Maria Grazia De Pasquale, Mimì Pino, Mimma Pitrola, Associazione culturale La cicale e la formica, Maurizio Calabrò, Monica Guerra, Giovanni Avitabile, Antonio Bonuccelli, Raffaella Campo, Antonino Amato, Nino Calabrò, Nino Sottile, Lucia Vento – Opuntia, Ornella Privitera, Maria Cristina Falcaro, Paola Belardo, Pasquale Rosania, Patrizia Donato, Patrizia Verde, Dario Piccolo, Piera Mannuccia, Pietro Centineo, Riccardo D’Urso, Riccardo Italiano, Riccardo Neri, Rita Ponzo, Rita Sedda, Roberto Iraci, Rossella Alessandrini Iocum-Scuola diffusa, Sara Rucci, Salvatore Alosi, Salvatore e Antonella D’Arrigo, Salvatore Bonaceto, Sara Loddo, Scheggia Sara, Serena Salmeri, Sergio Amato, Sergio Bonvegna, Silvia Geroldi, Sofia Capizzi, Sonia Sgrò, Stefano Giunta, Stefano Nucera, Neotenia LTD, Caterina Martinazzoli, Barbara Todaro, Valeria Bonina, Vera Genovese, Veruska Bagnoli, Veronica Vannelli, Viviana Isgrò, Maria Rotuletti, Mariagrazia Milioti, Annalina Perdichizzi, Felice Spinella, Anna Genovese, Rosalba Caliri, Francesca Floramo, Carmelina De Pasquale, Andrea Biondo, Serena Perdichizzi, Vera Bilardo, Francesco Aricò, Rossana Bilardo, Alessia Ragno, Rizzo Lucia, Mimma Naselli, Graziano Genovese, Giuseppe Ravidà, Alessandro Campo, Mariella Bonomo, Cinzia Catanzaro , Marco Motta, Giusy Scardino, Nicla Ruggeri, Patrizia Cirino, Diego Pirri, Danila Ruvolo, Danilo Calandra, Franco Calabrò, Mariagrazia Caliri, Teresa Sottile, Fabio Alosi, Antonella Bucalo, Ada Trifirò, Hernan Colombo Habot, Zina Giglio, Rosangela David, Rita Martino, Progetto Uomo Nero Racconta, Mariapia Coppolino, Renata Lo Iacono, Rossana Chillemi, Patrizia Mastroeni, Kanö Sartoria Sociale, Scuola dell’Infanzia Corriolo – Maestra Dora Crisafulli, Valeria De Pasquale, Andrea Cristelli, Renata Pettineo, Moravia Paratore
Vi aspettiamo da domani sulla nuova pagina del progetto: https://www.facebook.com/La-Scatola-incantanta-102227571737051
2 notes
·
View notes
Text
Dal 9 febbraio al 26 maggio 2024, Palazzo Merulana, residenza della Fondazione Elena e Claudio Cerasi gestita da CoopCulture, si trasforma in uno scrigno di arte con "Antonio Donghi. La Magia del Silenzio", una mostra curata con maestria da Fabio Benzi. L'evento, prodotto da CoopCulture e sostenuto come main sponsor da UniCredit, presenta un'affascinante collezione di 16 opere di Donghi, provenienti dalla straordinaria raccolta esposta a Palazzo De Carolis. Il contributo della Regione Lazio e il patrocinio di Roma Capitale completano il quadro di un'esposizione imperdibile. Antonio Donghi, eminente interprete del realismo magico in Italia, ha catturato l'immaginario collettivo con la sua fusione di astrattismo e realismo. Dopo un lungo silenzio critico, negli anni ottanta la sua opera ha riacceso l'interesse degli studiosi e del pubblico, conquistando un posto di rilievo nelle rassegne internazionali degli anni venti e trenta. La mostra si propone di esplorare non solo le fonti culturali eclettiche che hanno ispirato Donghi, ma anche il ruolo fondamentale svolto dalle collezioni pubbliche romane nel far conoscere e diffondere la sua arte. Gli affascinanti nuclei espositivi provenienti da istituzioni come la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la Banca d’Italia, la collezione UniCredit, e la Fondazione Elena e Claudio Cerasi, narrano l'intero percorso artistico dell'artista. Oltre trenta opere, predominantemente acquisite durante le principali mostre del tempo, si uniscono in un racconto visivo unico. La mostra, in particolare, approfondisce il ricco patrimonio pittorico della Fondazione Elena e Claudio Cerasi, che vanta capolavori come "Lavandaie" (1922-23), "Gita in barca" (1934), e "Piccoli saltimbanchi" (1938). Questi dipinti rivelano l'evoluzione artistica di Donghi, un genio chiuso e difficile, ma al contempo creatore di opere intrise di un'atmosfera sospesa e dense di interrogativi. La mostra "Antonio Donghi. La Magia del Silenzio" si configura come un passo fondamentale per approfondire la comprensione del ruolo, del metodo e delle aspirazioni di un artista che ha lasciato un'impronta indelebile nell'arte italiana.
0 notes