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#Annie Vernay
hollywoodnoire · 6 months
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Annie Vernay looking beautiful and elegant in her 2 piece black bathing suit on the front cover of Cinémonde Magazine February 1940
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lyslily · 7 years
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Annie Vernay
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2018/12/14/ceramiche-botteghe-e-vasai-a-nardo/
Ceramiche, botteghe e vasai a Nardò
Vasaio al tornio, 1390 ca, miniatura da Translation et exposition de la Cité de Dieu di S. Agostino, Parigi, Bibliothèque Nationale. La ruota del tornio (una ruota da carro fissata orizzontalmente) è mossa dal vasaio tramite un bastone, a sinistra ci sono alcuni oggetti modellati e a destra pani di argilla da utilizzare.
  Definizione, origine ed evoluzione nei secoli del mestiere di vasaio a Nardò
di Riccardo Viganò
È abbastanza noto l’importante ruolo che ebbe in Terra d’Otranto la città di Nardò, specialmente dal Cinquecento, nella produzione di maioliche. Una prima notizia circa l’esercizio dell’attività ceramica in Nardò è fornita da Benedetto Vetere che in una sua indagine sul patrimonio fondiario posseduto nel Medioevo dalla Chiesa neretina pubblica un documento del XIV secolo riguardante i beni del convento di S Chiara e che colloca come “prope lutificulos”[1] la chiesa di san Giovanni Battista.
Tuttavia, non è sufficiente solo quest’attestazione per confermare la presenza dell’attività manifatturiera o, comunque, di produzioni fittili legate all’argilla con addetti specializzati nella loro fabbricazione e, pertanto, la ricerca di un’ulteriore documentazione è resa necessaria perché potrebbe far attestare Nardò tra i più antichi centri di produzione della provincia di Lecce.
La notizia più remota e documentata, nella quale la definizione di ‘vasaio’ è certa, è presente nei ‘ capitoli della Bagliva’ (1558) il cui contenuto è richiamato in un atto notarile redatto nel 1650 dal notaio galateo Sabatino De Magistris[2]. In questo documento i produttori o venditori di ceramica sono denominati ‘stazzonari’ o anche ‘Stazionari’’[3]; termine col significato di ‘cretaio’ o ‘figulo’ diffuso anche in Sicilia[4] e, capillarmente registrato, anche in documenti riguardanti altri centri produttivi come quelli del periodo 1564-1597 di Laterza e quelli del 1576 di Grottaglie.
Nello stesso lasso di tempo, con l’arrivo di manodopera specializzata immigrata dalla Calabria legata alla famiglia Bonsegna, accanto alla definizione ‘stazzonaro’, appare quella di ‘scodellaro’[5].
Accanto a questi, nello stesso arco temporale e per la durata di una generazione, compaiono dei tecnonimi legati alla lavorazione della ceramica come quello di Mastro Antonello Vernai detto “Fornaci”[6].
Circa un sessantennio dopo, invece, in un frammento ormai scomparso della “Numerazione dei fuochi” del 1658 riguardante la città di Nardò, un membro di seconda generazione della famiglia Bonsegna sarà definito “piattaro”[7]; titolo, anche questo, comune in altri centri del Salento come, ad esempio, a Lecce e Cutrofiano.
È ipotizzabile che l’evoluzione della terminologia con la quale sono indicati i produttori di ceramiche sia allo stesso tempo significativa delle produzioni alle quali essi erano dediti e, perciò, non sarebbe errato ipotizzare che un “piattaro” è tale perché specializzato nella fabbricazione di ceramica da mensa smaltata.
A differenza degli altri centri salentini specializzati nella produzione di ceramica d’uso, nella documentazione archivistica di Nardò non sono menzionate le categorie lavorative alle quali appartenevano figuli e, in genere, i lavoratori d’argilla ossia nomi quali: ‘caminaru’, ‘cotimaro’ (anche nelle varianti codemaru, cutumaru), ‘capasunaru’, ‘ficolo’ ‘lavorator di crete’, ‘pignaturu’, ‘orsolaru’[8].
Nel secolo successivo anche qui, come in altri centri di Terra d’Otranto, il diffondersi del termine “faenzaro” sostituisce quello di “piattaro” che, di conseguenza, scompare definitivamente[9].
  Note
[1] Vetere, Vicino ai figuli, in «Città e Monastero. I segni urbani di Nardò (Sec. XI-XV)», Congedo Ed., Galatina 1981, p. 104; L’area produttiva era posta in quella che ora è via Angelo delle Masse..
[2] Archivio di Stato Lecce, Protocolli notarili Galatone, 39/2 notaio De Magistris Sabatino, anno 1650, ff. 131-152; P. Salamac, La bagliva di Nardò, Adriatica Ed. Salentina, Lecce 1986, p. 87; Le “Disposizioni” disciplinano i rapporti tra gli abitanti di Nardò e la signoria degli Acquaviva in materia di esazioni fiscali, riscossioni di diritti e ammende esigibili nello stesso feudo.
[3] G. Rholfs, Vocabolario dei dialetti salentini (terre d’Otranto), II, Congedo Ed., Galatina 1976, p. 69: «”Stazzonaro”, sec. XVI a Grottaglie: Cretaio, Figulo. Derivazione dall’antico italico: “Stazzone” = Bottega, dal lat. statione». Viganò, Per uso della sua professione di lavorar faenze. Storia delle fornaci e delle manifatture ceramiche a Nardò tra la seconda metà del XVI e gli inizi del XIX secolo, Ed. Esperidi, Lecce 2013, p. 21: per Nardò, probabilmente, la parola è indicativa e relazionabile con membri delle principali famiglie legate alla produzione fittile come la Manieri e i Dello Castello o “de Castelli” le quali, negli stessi anni della redazione delle “Disposizioni”, risultavano attive in questo campo lavorativo oltre a possedere botteghe per lo svolgimento di tale attività.
[4] Pansini, Ceramiche Pugliesi dal XVIII al XX secolo, MIC Faenza 2001, p. 56.
[5] compare con evidente accezione in riferimento a Jacopo Antonio Bonsegna immigrato da Bisignano, centro della provincia di Cosenza..Viganò 2013, op. cit., p. 22 .
[6] ASL, protocolli notarili,Nardò,n 66/1,notaio Fontò Francesco anno 1775, c176.
[7] Vacca, La ceramica salentina,Tip. La Modernissima, Lecce 1954, p.84.
[8] Tutti questi termini sono desumibili dalla documentazione archivistica e, in particolare, dagli atti notarili rogati nei principali centri produttori di ceramica.
[9] Pansini, op. cit., p. 56: dalla lettura dei catasti del periodo, difatti, il Pansini rileva che «non si verifica mai la coesistenza delle due dizioni in un medesimo onciario». Tuttavia, anche se questa nuova definizione sembra specializzare l’opera dei ceramisti, non conferma l’esistenza di specifiche produzioni di ceramica smaltata.
Tratto da:
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galliaestomnis · 3 years
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Denise Vernay born Denise Jacob on 21 June 1924 in Paris and died on 4 March 2013 in Paris, was a French resistance fighter who operated under the aliases of "Miarka" and "Annie" from 1941. Arrested in 1944 while carrying two transmitters and finances for the Glières maquis, she was tortured by the Gestapo and and imprisonned at two Nazi concentration camps – Ravensbrück and Mauthausen. She was rescued by the Red Cross in April 1945 and returned home to France at the conclusion of the war.
For french speakers : https://www.fondationresistance.org/pages/rech_doc/?p=portraits&iIdPortrait=43
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alexlacquemanne · 4 years
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Juillet MMXX
Films
On a volé la cuisse de Jupiter (1980) de Philippe de Broca avec Annie Girardot, Philippe Noiret, Francis Perrin et Catherine Alric
Les Malheurs d'Alfred (1972) de Pierre Richard avec Pierre Richard, Anny Duperey et Pierre Mondy
Spartacus (1960) de Stanley Kubrick avec Kirk Douglas, Laurence Olivier, Peter Ustinov et ony Curtis
La Maison du docteur Edwardes (Spellbound) (1945) d’Alfred Hitchcock avec Ingrid Bergman et Gregory Peck
Angélique, Marquise des anges (1964) de Bernard Borderie avec Michèle Mercier, Robert Hossein et Jean Rochefort
Le Jouet (1976) de Francis Veber avec Pierre Richard, Michel Bouquet, Fabrice Greco, Jacques François et Daniel Ceccaldi 
La Malédiction de la Panthère rose (Revenge of the Pink Panther) (1978) de Blake Edwards avec Peter Sellers, Herbert Lom, Dyan Cannon, Burt Kwouk et Robert Webber 
Indiana Jones et la Dernière Croisade (Indiana Jones and the Last Crusade) (1989) de Steven Spielberg avec Harrison Ford, Sean Connery, Denholm Elliott et Alison Doody
Le Professionnel (1981) de Georges Lautner avec Jean-Paul Belmondo, Jean Desailly et Robert Hossein
Merveilleuse Angélique (1965) de Bernard Borderie avec Michèle Mercier, Claude Giraud et Jean Rochefort
Bataille sans merci (Gun Fury) (1953) de Raoul Walsh avec Rock Hudson et Donna Reed
Le Chasseur (The Hunter) (1980) de Buzz Kulik avec Steve McQueen, Eli Wallach et Kathryn Harrold
Good Night, and Good Luck (2005) de George Clooney avec David Strathairn, George Clooney, Robert Downey Jr. et Frank Langella
Chapeau melon et bottes de cuir (The Avengers) (1998) de Jeremiah S. Chechik avec Ralph Fiennes, Uma Thurman et Sean Connery
Les Aristochats (The Aristocats) (1970) de Wolfgang Reitherman avec Claude Bertrand, Michèle André, Anne Germain, Roger Carel et Mark Lesser
Les Compères (1983) de Francis Veber avec Gérard Depardieu, Pierre Richard, Michel Aumont et Anny Duperey
Angélique et le Roy (1966) de Bernard Borderie avec Michèle Mercier, Robert Hossein, Estella Blain et Sami Frey
Le Comte de Monte-Cristo (1954) de Robert Vernay avec Jean Marais, Lia Amanda, Roger Pigaut et Jacques Castelot
Spectacle
Le Professeur Rollin a encore quelque chose à dire (2003) de François Rollin
Séries
Top Gear Saison 11, 14, 21, 9, 18, 12, 16, 10, 21, 22, 15
L’art de la chasse - La traversée du Japon - Nostalgie des années 80 - Un train peut en cacher un autre - Made in China - La fiesta dans tous ses états - Hommage à Saab - Course en chasse neige - Patagonie Première partie - Patagonie Deuxième partie - Fiat 500 VS Vélo - Sur les rives du lac de Côme - Mercedes, folle du désert - James VS Tanner - Limousines géantes - Raffinement anglais - Roadsters à 5000 £
The Grand Tour Saison 2, 3
Passé, présent ou avenir ? - Coup de vieux - Jaaaaaaaags - Bagages et vintage - Oh oui, de l'essence - Mozambique - Aston, astronautes et les enfants d’Angelina
Chapeau Melon et Bottes de Cuir Saison 4
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cinemafrancais-blog · 12 years
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