#AnneGass
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qualche notte fa ho sognato il mare. io mi trovavo in mezzo al mare, su una zattera e un solo remo con cui guidarla. Ma non ero da sola. C'era una bambina con me, piccola, credo 2-3 anni di età; la tenevo un po' in braccio, poi la lasciavo giocare in acqua, ma dovevo stare attenta che non annegasse. La bimba piangeva, poi rideva, si sentiva al sicuro e protetta tra le mie braccia, iniziava ad aver paura se la lasciavo in mare troppo tempo da sola. Penso ci abbiano punto delle meduse, il mare ne era pieno.
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PER CONTRASTARE LA POVERTA’ E L’ESCLUSIONE SOCIALE.
DI Gianni Romano
Ci scontriamo inavvertitamente in fila alle poste pubbliche poco prima della chiusura e in un attimo l’incrocio con le sue iridi nere dei suoi occhi, padrone assolute di entrambi i bulbi, mi ricordano Sara dietro a un bancone gridare per il dolore piegata sulle ginocchia, impaurita dal suo sangue.
Aveva appena morso la sua stessa mano per evitare di dare una risposta a tono a qualche cliente poco cortese. Cosi le era stato consigliato e lei ancora in età giovane e cretina, prese alla lettera il suggerimento e censurò i nervi affondando i denti nel bordo lungo il mignolo sinistro. Quella ferita la rese inutile e la proprietà si decise a cacciarla senza troppi rimorsi. Troppi i bicchieri rotti, prima o poi si sarebbe comunque tagliata per bene quelle dita sempre sudate.
Per vivere e nutrirsi, Sara cercò un guadagno di qualche tipo, un impegno che la allontanasse dalla miseria che la terrorizzava fino a comprometterle il respiro durante la notte impedendole il sonno.
Pur di lavorare cominciò a evitare che qualche arrogante annegasse in piscina, una responsabilità che per un breve periodo le regalò un certo prestigio prima di sviluppare un’antipatia per il cloro e per l’acqua in generale, causa dell’odore stantio che si porterà sempre appresso mischiato ad altri vapori assorbiti dalla sua pelle.
Il puzzo insopportabile svuotò la vasca comunale, uccise gli insetti, allontanò le nuvole.
Nuovamente a spasso, cercò un impiego in un negozio di fiori, avvelenandosi quando ne rubò uno che volle masticare per vanità.
Scoprì anche un’altra attrazione alimentare per fili elettrici che la convinse a non addentrarsi in qualsiasi ramo tecnologico.
Sempre più magra, a tratti si distrasse dalla precarietà improvvisando passioni nella speranza di coltivare un talento che le portasse future ricchezze.
Mesi dedicati alle pitture si alternarono a stoffe cucite con improbabile estro o altre declinazioni dell’arte che si rivelarono fatue oltre a causare ulteriori compromissioni del fiato nell’osservare la mediocrità del risultato raggiunto.
Semplicemente, dedusse alla fine, non era in grado di provvedere a sé, sentiva suo il diritto a essere mantenuta per cause che, pur commiserando la sorte buttana, riteneva chiare e insormontabili, radicate in un primo passato che ricordava benissimo.
Ancora in pubertà un giorno passeggiava con suo padre per la grande piazza con la croce del calvario conficcata nel centro esatto.
Allontanatasi un attimo, un anziano signore le sussurrò all’orecchio il colore che doveva cercare da quel giorno e per tutta la vita.
Rientrata a casa vide che dietro di lei papà non la seguiva più e le ricerche forsennate per ritrovarlo le fecero dimenticare il nome di quel colore, come anche gli altri.
Servirono a poco le mille tinture con cui torturò i suoi capelli per riscoprire il giallo, il giallo chiarissimo, il marrone, il fucsia e il viola, poi tutti i grigi e infine si arrese a un nero a buon mercato con cui permise che la gnugna entrasse di prepotenza nel suo mondo e uno spacciatore le promise di mantenerla in cambio di qualche pulizia. L’inalterato fetore allontanò ogni altro proposito molesto.
Quando in una sosta forzata in carcere furono sciolte le mani allo spacciatore toccò a lei provvedere al sostentamento e alla buona salute di entrambi. Con bicchieri capienti d’acqua e limone bevuti tutte le mattina cercava di ripulire budella, denti e l’anima mentre nuovi sussidi le davano un supporto inaspettato, un aiuto rabberciato calato da un nuovo alto che le regalò l’illusione di una inedita serenità, una breve pausa dalla fatica che solo oggi mostra le prime e inesorabili crepe.
Accanto a me alle poste è innervosita perché continuo a fissare lo scuro assorbito dalla cute fino ad arrivare a riempire tutta la cavità oculare
La sua bocca impastata mi rivolge la parola.
“Lo so chi sei, ho capito, smettila e aiutami a trovare i numeri”
“Quali numeri Sara, non capisco”
“I numeri cretino, il codice. Non mi danno i soldi, senza codice”
So per certo che da lì a qualche mese i conservatori elimineranno questi imbarazzanti sussidi per dissuadere i giovani fannulloni a disertare il lavoro.
E lei, ne giovane ne fannullona ma incapace in qualsiasi mestiere, farà parte dei dissidenti da punire. Lo sa anche lei e la faccenda la irrita più del mio stupore per i suoi occhi.
“Dammi una mano imbecille, sei più imbecille di quell’altro che ingrassa nella mia poltrona”
Mi permette di infilare una mano nella tasca dei suoi pantaloni per tirare fuori i sei numeri insieme a qualche spicciolo pesante che aggiungo senza che se ne accorga.
“Eccoli qua i tuoi numeri Sara. Ora vai a mangiare e va scassaci a minchia”
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Con la poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
(2)
Vorrei affidare al vento
i miei pensieri,
che li portasse
dove è più
profondo il mare,
e lì,
li annegasse
nei suoi abissi...
M.C.©
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Rimini, salvata una donna dal porto che stava per annegare: un agente si polizia si butta per soccorrerla.
Rimini, salvata una donna dal porto che stava per annegare: un agente si polizia si butta per soccorrerla. Alle ore 10.38 odierne giungeva una chiamata al numero di emergenza 112 - NUE nella quale un cittadino segnalava la presenza di una donna nelle acque del porto canale. Immediatamente le volanti della Questura di Rimini, supportate dall’ottimo coordinamento della Sala Operativa, giungevano sul luogo segnalato individuando la donna in acqua in evidente stato di incoscienza. La situazione è apparsa fin da subito molto grave, ma prontamente un Agente della Polizia di Stato intervenuto a bordo della volante, si lanciava in acqua e, adottando la manovra di salvataggio di recupero uomo in mare, agganciava la donna, che già era sommersa, evitando che la stessa annegasse. La donna, sempre incosciente, veniva trascinata sino ad un’unità navale della Guardia di Finanza del Reparto Operativo Aeronavale di Rimini, che giungeva in ausilio agli agenti intervenuti. Trasportata sulla banchina, i soccorsi sono stati prestati da personale medico intervenuto, che riusciva a rianimare la donna e successivamente a trasportarla d’urgenza presso il locale Pronto Soccorso, ove veniva dichiarata “fuori pericolo”, insieme anche all’Agente tuffatosi in mare. https://www.youtube.com/watch?v=OdZ3T-q5B4M ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Dopo i primi 5 minuti in acqua, cuginetto C. ha tolto i braccioli nella piscina alta (per lui), quindi sono stata la maggior parte del pomeriggio a reggerlo, fargli fare tuffi e, soprattutto, evitare annegasse (ha bevuto comunque una quantità enorme di acqua). Quindi, giustamente, oggi sto con le braccia e le spalle che mi fanno male se sforzo troppo.
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Paul non si sarebbe mai abituato alla cicatrice. Sembrava un albero morto, bianco come il latte, i rami spogli che si diramavano. L’intero lato destro del busto di Julian era occupata dalla stessa. Sosteneva che non faceva più male, anche se ce l’aveva da così tanto tempo che Paul non era sicuro che Julian ricordasse com’era il suo corpo prima. Il polmone all’interno era appesantito dal tessuto morto che non ricordava più com’era essere un polmone. Quando Paul avvicinava l’orecchio alla schiena di Julian poteva sentire l’asimmetria, il modo in cui il polmone sinistro doveva bere aria più di quanto potesse contenere affinché il suo gemello non annegasse.
#pag.59#paul fleischer#pauljulian#julian fromme#These Violent Delights: A Novel#These Violent Delights#These Violent Delights citazioni#Micah Nemerever#Micah Nemerever citazioni#Micah Nemerever citazoni#citazioni#citazione#citazioni mie#quote#book quotes#Dark Academy#dark academia#dark academia quotes#dark academia book#dark academy book#dark acadamia aesthetic
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Siria: scusate, ci sarebbero dei morti di cui discutere Fabio Manenti Giornalista Si muore ovunque, certo. Però le immagini e la disperazione che strillano dalla Siria – angoscia 2.0 che entra in circolo – si incastrano in gola e strozzano il fiato. Si uccide dappertutto, vero. Ma questa non �� una soluzione: mal comune non è mezzo gaudio, è orrore al quadrato. Si rischia di crepare perfino a Londra. Una spia e sua figlia, in fin di vita perché avvelenati nell’ombra. Solo che qui è diverso. La comunità internazionale si compatta, “crimine inammissibile”, in due secondi alza la cornetta e determinata punisce un atto indubbiamente grave. Diplomatici russi espulsi dai Paese Nato, compresa un’Italia che dice sì (come sempre) anche quando è poco convinta (come sempre). Con una ripicca per un tentato omicidio operato da presunti colpevoli, l’élite del mondo ammette che esistono vittime di serie A e vittime di serie B: un bambino siriano non vale la spia Sergej Skripal, migliaia di bambini nemmeno. Redarguiamo i russi per una cortesia british e non per le bombe che piovono su Ghouta o le alleanze coi dittatori, non per il sospetto delle armi chimiche che in passato ha scagionato invasioni. Ah, a proposito: nemmeno per quelle adesso battiamo ciglio. Ad Afrin la Turchia si è presa con la forza un pezzo di Siria scacciando (di nuovo) i curdi, fino a ieri osannati dai media come baluardo testardo all’Isis. Zitti tutti, non se n’è accorto nessuno. A me sembrano due pesi e zero misure. Forse non è così strano che le parole connivenza e convenienza si somiglino così tanto. Un mesetto fa, però, l’Italia ha votato proprio chi sulla carta non rappresenta il solito establishment indifferente. Nei vecchi post del blog del Movimento 5 stelle, storie di ingiustizie dal globo per un idealismo su larga scala; nei discorsi ridondanti della Lega un “aiutiamoli a casa loro” ripetuto come mantra. Benissimo, è il vostro momento: aiutiamoli a casa loro. Dimostrate di essere diversi da chi prometteva di impedire che si annegasse sui barconi approfittando di un semestre di presidenza europea rimasto indegno di nota. Dimostrate che l’Italia non sta a guardare, che ha un pensiero proprio, il coraggio di alzarsi in piedi e parlare alla comunità internazionale: “Scusate, ci sarebbero dei morti di cui discutere”. Dimostriamo una coscienza.
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"Bianca" di Maria Rosaria Teni
“Bianca” di Maria Rosaria Teni
Hai urlato prima che la tua voce annegasse tra le fiamme prima che i tuoi occhi catturassero il terrore prima di perdere la vita tra le braccia del dovere. La chiamano bianca questa morte che schernisce che si prende gioco e del bisogno irride che ironizza sui colori e disdegna il rosso fiore di chi paga col suo sangue. La chiamano bianca questa morte che scolora che porta solo nero a chi la…
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Io conosco la tua strada Ogni passo che farai Le tue ansie chiuse e i vuoti Sassi che allontanerai Senza mai pensare che Come roccia ferma io ritorna in te Io conosco i tuoi respiri Tutto quello che non vuoi Lo sai bene che non vivi Riconoscerlo non puoi E sarebbe come se Questo cielo in fiamme Ricadesse in te Come scena su un attore Per amore Hai mai fatto niente Solo per amore Hai sfidato il vento e urlato mai Diviso in cuore e sesso Pagato e riscommesso Dietro questa mania Che resta solo mia Per amore hai mai corso senza fiato Per amore Perso e ricominciato E devi dirlo adesso Quanto di te ci hai messo Quanto hai creduto tu In questa bugia E sarebbe come se Questo fiume in piena Risalisse a me Come china da un pittore Per amore Hai mai speso tutto quanto la ragione Il tuo orgoglio fino al pianto Lo sai stasera resto Non ho nessun pretesto Soltanto una mania Che è ancora forte e mia Dentro quest’anima che strappi via E devi dirlo adesso Sincero con te stesso Quanto ti costa questa eutanasia E sarebbe come se Tutto questo mare Annegasse in me. (Mariella Nava) #sanremo #sanremo45 #sanremo95 #sanremo1995 #festivaldisanremo #nuoveproposte Brano: Per Amore Immagine: Il Sonno (Le Sommeil, noto anche come Les Dormeuses, Les Deux Amies o Paresse et Luxure) - Gustave Courbet - 1866 https://www.instagram.com/p/B_XgnR5lnv2/?igshid=1t28wrduq4rev
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Ottava cazzo di nostalgia
TU MI HAI RIPULITA DALLA POLVERE DEL MIO INVERNO E MI HAI PRESA NEL PUNTO PIÙ MOLLE DELLA MIA ESISTENZA DOVE SONO STATA SENZA DIFESE DOVE SONO STATA UN ESSERE CHE SI CONTORCE AL SUOLO CHE SI CONTORCE AL SUONO DELLA MUSICA CHE ORA MI FA PENSARE A TE E MI BUCA LE CARNI E LE VISCERE E ARRIVA OLTRE PERCHÉ RAGGIUNGE UN PUNTO INTIMO SEGRETO CHE HO SEMPRE TENUTO NASCOSTO AL RESTO DEL MONDO PROPRIO QUELLO TU MI HAI DOVUTO STRAPPARE E HAI DOVUTO LASCIARE CHE ANNEGASSE CON LA TUA DISPERAZIONE E ADESSO IO NON HO NIENTE SPERO CHE TU SIA FOTTUTAMENTE FELICE PERCHÉ MI HAI TOLTO TUTTO MI HAI TOLTO LA MUSICA LA DANNATA MUSICA MI HAI TOLTO I BUCHI IN CUI HO VOMITATO ME STESSA MI HAI TOLTO I NASCONDIGLI E ORA TUTTE LE FARFALLE ESCONO FUORI SOTTO LA LUCE DEI LAMPIONI TUTTI QUESTI SCHIFOSI INSETTI CHE SI AFFANNANO UNA VITA PER DIVENTARE MERAVIGLIOSI E POI MUOIONO PERCHÉ COSÌ MUOIONO LE COSE BELLE TU MI HAI TOLTO TUTTE LE COSE BELLE SPERO TI PIACCIA ESSERE MORTO SPERO TU LO AMI PERCHÉ IO NON VORREI ALTRO VORREI ESSERE MORTA E NON DOVER SCONTARE LA PENA DELLA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE STATA VIVA SOLO ACCANTO A TE
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Phoebe Bridgers - Killer
Sono stanca di essere triste
Mi sveglio già così e va avanti tutto il giorno
Mi prende come una malattia o un rullo compressore
Mi viene voglia di sdraiarmi a terra e farmi investire
(da: Steamroller)
1. Killer
Assassina
A volte penso di essere un'assassina
Ti ho spaventato a casa tua
Mi sono pure spaventata da sola mettendomi a parlare di Dahmer sul divano da te
Ma non riuscirei a dormire di fianco a un cadavere, per quanto innocuo da morto
E poi sono abbastanza sicura che mi mancheresti
E faccio finta di dormire per controllare che respiri
L'assassina che c'è in me può domare il fuoco che c'è in te?
Oppure per noi non c'è più niente da fare?
Sono stanca di inseguire, ma ho sete di sangue
E non ci posso fare niente
Ma quando sarò logora e sfinita
Quando ci sarò ben poco con la mente
Quando mi terrà in vita una macchina e perderò tutti i capelli
Spero che mi darai un bacio sulla testa marcia e staccherai la spina
Sappi che ho fatto un CD per ogni playlist
E ho amato con tutta me stessa
L'assassina che c'è in me può domare il fuoco che c'è in te?
So che c'è qualcosa che ci attende
Sono stanca di inseguire, ma sono innamorata alla follia
E non ci posso fare niente
E non ci posso fare niente
2. Georgia
Georgia
Georgia, Georgia, amo tuo figlio
Quando diventerà grande potrebbe essere il prescelto
Potrebbe essere il prescelto
Georgia, Georgia, ha delle ossa bellissime
E non mente mai e non risponde al telefono
E a volte sotto la pioggia battente cadrà in mezzo al fango e si rialzerà
E se mi trovi mi riconosci?
Mi prendi o cadi?
Ecco i miei progetti per la giornata, ecco la mia nuova macchina
È un'ottima aggiunta, tutto pulito e giovane
Tutto pulito e giovane
È uscito dall'acqua senza far rumore
Dando le spalle alla costa ho sognato che annegasse
Ho sognato che annegasse
E a volte quando mi guarda so che ha bisogno di te, vede solamente te
E se ti respiro muoio?
Mi possiedi o guardi che cado?
Se ti aiuto poi mi odi?
Manderesti tutto a puttane facendoci cadere?
3. Steamroller
Rullo compressore
Sono stanca di essere triste
Mi sveglio già così e va avanti tutto il giorno
Mi prende come una malattia o un rullo compressore
Mi viene voglia di sdraiarmi a terra e farmi investire
Ma poi vedo te che sorridi sempre
Mi viene voglia di toccarti, evitare di morire
Sei un fratello per me
Sei il mio compagno di mille avventure
Sei la sensazione che provo quando mi sento bene
Una parte di me ti vuole, ma tutto il resto ha bisogno di te
Per cui non ci ricado se non me lo chiedi tu
Parliamo per ore prima che il sonno finalmente subentri all'anfetamina
Al buio sento le tue dita
Non mi toccano, ma il pericolo c'è
Sei un fratello per me
Sei il mio compagno di mille avventure
Sei la sensazione che provo quando mi sento bene
Una parte di me ti vuole, ma tutto il resto ha bisogno di te
Per cui non ci ricado se non me lo chiedi
Sei un fratello per me
Sei il mio compagno di mille avventure
Sei la sensazione che provo quando mi sento bene
Una parte di me ti vuole, ma tutto il resto ha bisogno di te
Per cui non ci ricado se non me lo chiedi tu
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Intervento a San Donnino dopo la chiamata della giovane padrona I vigili del fuoco hanno utilizzato un gommone da rafting https://ift.tt/2T1k4BB
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LA STORIA DI PENI - Basta delfinari Borneo, 2010. Un' orango femmina fugge da quel che resta della foresta con il suo cucciolo in braccio, la piccola Peni. Assieme a loro anche un orango maschio. Come tanti altri animali, ha visto devastare la sua casa e abbattere alberi e vegetazione per mano dell' uomo, che sta distruggendo ettari e ettari di foresta per fare spazio alle piantagioni di palma da olio, prodotto a basso costo presente in tantissimi prodotti (alimentari e non) di largo consumo. Mamma orango finisce chissà come in un villaggio di umani, Peniraman, alla ricerca di cibo. Non è rabbiosa, solo molto spaventata e affamata, lei e il suo cucciolo. Non si sarebbe mai avvicinata a degli umani se non fosse stata disperata. L' accoglienza è delle peggiori: bastoni e sassi fanno fuggire l' orango maschio che prova inizialmente a difendere le due femmine, poi la mamma e la piccola Peni vengono braccate. Mamma orango cade a terra sotto il peso delle percosse, ma senza mai lasciare la piccola Peni. Tenta di fuggire ma è troppo debole e affamata, è facile riprenderla, legarle mani e piedi e strapparle via la figlia. E per farle capire una volta per tutte che non deve più provare a fuggire le prendono la testa e gliela immergono in una pozza d' acqua più e più volte, fin quasi a farla affogare. Si ritrova semi incosciente chiusa in una gabbia, ci è mancato poco che annegasse davvero, a malapena riesce a stare seduta. La piccola Peni è aggrappata a sua madre, che sta morendo. Attorno a loro, gli abitanti del villaggio che le osservano. Peni e sua mamma sono state trovate in queste condizioni da Anita Herawati, veterinaria dell' International Animal Rescue, che le ha portate via. Mamma orango era molto debole, provata dalla fame, dalle botte e dalle torture subìte: è morta poco dopo il suo arrivo al centro. Peni, sua figlia, l' ha cercata per giorni. E' solo grazie a sua madre che l' ha protetta che è ancora viva. Peni è stata salvata assieme a sua madre nel 2010. Ci ha messo quattro anni per imparare a vivere come un orango, a cercare il cibo, a essere autosufficiente. Ora è libera, lontana dai pericoli dell' uomo e dell' olio di palma. Ma ci sono tante storie che non saranno mai raccontate e tante piccole Peni che, come la loro mamma, non ce la faranno. https://goo.gl/uiP5xE
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All4Animals ha pubblicato un nuovo articolo: https://www.all4animals.it/2017/03/16/novara-82enne-si-cala-in-una-cisterna-e-salva-cucciolo-dallannegamento/
Novara: 82enne si cala in una cisterna e salva cucciolo dall'annegamento
Un uomo di 82 anni non ha esitato a calarsi all’interno di una cisterna piena d’acqua per salvare la vita al suo cane, che ci era caduto dentro. Il fatto è avvenuto in una frazione di Meina, nella provincia di Novara.
Il protagonista della vicenda è Rocco Preite, che non ha atteso un istante non appena si è accorto che i guaiti di Bobo, il suo cane, segnalavano lo stato di difficoltà della piccola Marù, pastore del Caucaso di 5 mesi di età: la piccola era caduta all’interno di una cisterna per la raccolta dell’acqua, profonda circa quattro mesi, e stava annaspando.
VareseNews riporta che, per raggiungere Marù con l’aiuto di Bobo, il signor Preite ha scavalcato una recinzione alta circa due metri. Si è poi calato all’interno della cisterna ed è riuscito a sollevare Marù – che, per inciso, pesa 23 chili da asciutta – prima che annegasse. La cucciola era semi-assiderata, con le zampe sanguinanti per aver inutilmente grattato le pareti della cisterna, ed esausta.
Il signor Preite e il cane sono riemersi dalla cisterna e Marù è stata ricoverata in clinica. Dovrebbe essere stata dimessa nella giornata di martedì. Per quanto riguarda il suo custode, si è contuso la gabbia toracica, ma è felice e si riprenderà.
Foto: un pastore del Caucaso (repertorio).
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Finale. L’incidente alle 19 in via Einstein a Massa, la vittima è di origine rumena I primi soccorritori lo hanno sorretto fuori dall’acqua per evitare che annegasse http://ift.tt/2tYagzU
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