#Alessio Pizzech
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Più corsaro che mai, Ad Arte rinnova l’appuntamento con uno degli eventi clou della stagione artistica di Calcata, borgo magicamente incastonato nell’incantevole Valle del Treja.
Superate le turbolenze che anche quest’anno, come lo scorso, ne avevano messo in dubbio l’esistenza, il festival diretto e ideato da Igor Mattei e Marina Biondi giunge alla quinta edizione e continua ad associare a grandi ambizioni la profonda convinzione che l’arte possa e debba provocare una pasoliniana denuncia dell’omologazione culturale nella società di massa.
Il titolo dedicato a Utòpia non è, in questa prospettiva, affatto casuale. La favolosa isola di Thomas More, il non luogo che non esiste se non come Idea, rappresenta, infatti, lo stimolo e il limite verso cui far tendere la realtà concreta del nostro benedetto, assurdo belpaese considerata inadeguata e insoddisfacente per la moribonda condizione in cui versa il suo stato dell’Arte.
Per far fronte a tale situazione (che Igor Mattei e Marina Biondi riconoscono essere grave, ma foriera di potenzialità), Ad Arte propone un cartellone la cui principale virtù sembra significativamente essere l’entusiastica risposta delle proprie comunità: da un lato, quella degli artisti – compatta nel mostrarsi tra le pieghe di una location suggestiva ed eccezionale – e, dall’altro, quella del pubblico, numeroso e curioso nonostante il tempo inclemente e la novità rappresentata dal costo (irrisorio) del biglietto di ingresso a tutti i relativi spettacoli della giornata.
Il senso più profondo di Ad Arte risiede, allora, proprio nella sensazione – in cui sarà impossibile non ritrovarsi – di commensalità che avvolge e invoglia la compartecipazione, che spinge e promuove un’autentica etica dell’ospitalità. Ed è in questo clima che si è svolta una prima giornata aperta dalle reminiscenze musicali del simbolismo francese (Le petite musique), chiusa dalle rivisitazioni jazz di Terril Dyer Cross e Fabio Fenucci, e attraversata da tanto cinema e teatro indipendente e/o made in Italy.
Protagonisti ospiti conosciuti al grande pubblico (Laura Lattuada, Stefano Gragnani), ritorni (il duo Daria Contento e Ivano Conte) e nuovi arrivi (Alessio Pizzech), nonché il format di Antonia Renzella, per una proposta tanto ricca, quanto focalizzata su una drammaturgia tradizionale.
Emma B vedova Giocasta di Alberto Savino, fratello di Giorgio De Chirico, è un testo in cui disfunzionali relazioni familiari, accenni autobiografici e dichiarazioni di poetica prendono forma nel lungo monologo di Elena Croce. Come la protagonista dell’omonimo capolavoro flaubertiano, anche questa antieroina cade vittima delle proprie frustrazioni e in una tormentata ricerca della felicità. Colma di acredine nei confronti del figlio, ma anche di sospetta passione (l’edipico incesto con un pargolo la cui scelta di mogli e amanti tradirà sempre connotati materni), dopo averne atteso il ritorno per quindici anni, la donna riceve una lettera in cui il proprio bambino, ormai divenuto uomo, annuncia la propria sconfitta e il rientro al grembo materno.
Da questo episodio sorge la scintilla che dà luogo a un drammatico flusso di coscienza, un morboso soliloquio di una donna che macera verbalmente e fisicamente nelle proprie recriminazioni e invettive. Dalla rimembranza di un lontano episodio del 1944 (il sacrificio del proprio pudore per salvare il figlio dalla retata della polizia) nascono rimorsi e rimpianti, dunque il tormento di Emma in un momento che sarebbe potuto essere gaio (il ritorno del figliol prodigo), ma che invece la porta a naufragare nel senso di colpa esterno (non esser riuscito a salvare la propria creatura dal medesimo destino di inettitudine che caratterizzava ogni maschio dell’epoca) e in quello interno (il ritrovarlo ormai sciatta e anziana).
Essenziale nella scenografia (una poltrona e un armadio al cui interno si trovano conservati abiti/simulacri temporali del figlio), il testo, nonostante l’innegabile lirismo, mostra però tutti i segni del tempo, mentre l’appassionata interpretazione della Croce soffre la pesantezza di un’impostazione di stucchevole e snervante ricerca del pathos.
Dopo il sentito e struggente omaggio musicale all’amico Gianluigi Pizzetti di e con Stefano Gragnani e Ugo Galasso (che fa il paio con quello a Gino, cittadino calcatese recentemente scomparso, a cui Igor Mattei ha dedicato i saluti di apertura), è andato in scena uno tra gli spettacoli più attesi della giornata, Di nuovo lunedì.
Ispirato a ordinarie cronache di violenza domestica, il testo di Susanna Tamaro nell’adattamento di Laura Lattuada racconta la condizione di dolore e crudeltà, di paura e solitudine all’interno della propria famiglia di una bambina adottata. Una madre debole e che, personalmente, non sembra esente da colpe, la cui incapacità genitoriale limita la propria azione educativa al racconto di favole a lieto fine, e un padre che si accanisce contro la figlia con mostruosa violenza completano un quadro di – purtroppo – assoluta contemporaneità. Diretto nell’oggettistica e didascalico nell’esposizione sentimentale di un messaggio pericolosamente moralistico per come dipinge unilateralmente le donne come vittime e gli uomini come carnefici («dicono che gli orchi non esistono più, invece gli orchi esistono ancora. Il mio papà di giorno è un avvocato e di notte un orco»), la generosa performance di Laura Lattuada paga una recitazione affettata nella cadenza milanese e datata nell’impostazione da fiction di prima serata.
Conclude la prima giornata, lo splendido esempio di teatro itinerante rappresentato da Notturno d’autore. Capace di sposare a perfezione il reticolo di vicoli, rupi e scalinate del borgo viterbese, la riscoperta di opere classiche e popolari attraverso il traghettare a lume di candela nel centro storico di Calcata ha visto Antonia Renzella nei panni di un ironico e affabile Puck (da Sogno di una notte di mezza estate), e David Gallarello, Fausto Morciano, Federica Stefanelli, Luigi Pisani, Gemma Maria La Cecilia e Ilaria Micari in quelli di istrionici e convincenti personaggi capaci di dialogare intimamente con gli spettatori radunatisi intorno. Dall’inquietante leggenda abruzzese all’efficace monologo del Grande Inquisitore di Dostoevskij, dalla bella sintesi tratta da La signorina Julie di Strindberg all’Ettore omerico riletto alla luce della straordinaria riflessione di Simone Weil, Notturno d’autore non brilla forse in originalità, ma convince tremendamente per come restituisce nell’essenzialità della parola e del gesto dell’attore/attrice l’antica magia dell’arte drammaturgica, ossia la ricerca di un momento di intensa comunione pubblica che, non a caso, costituisce lo stesso cuore pulsante del festival che li ha ospitati.
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Di Nuovo Lunedì
Dimmi Bel Giovane
Le Petite Musique (3)
Le Petite Musique (1)
Emma B Vedova Giocasta
Pier
Notturno D’autore (2)
Notturno D’autore (1)
Gli spettacoli sono andati in scena all’interno del Festival AD ARTE di Calcata venerdì 31 agosto ore 18:30 – Piazza Vittorio Emanuele II
Le petite musique a cura di Madana Marco Rufo all’organetto cromatico
ore 19:30 – Rupe Maggiore Emma B vedova Giocasta di Alberto Savinio con Elena Croce ed Elisabetta Furini regia di Alessio Pizzech (durata 60′)
ore 20:30 – Via Tripoli Dimmi bel giovane di e con Stefano Gragnani e Ugo Galasso (durata 40’)
ore 21:15 – Porta Segreta Di nuovo lunedì adattamento di Laura Lattuada da Susanna Tamaro con Laura Lattuada (durata 20′)
ore 21:45 – Piazza Umberto I Pier di Gianluca Paolisso con Daria Contento e Ivano Conte regia di Gianluca Paolisso (durata 20′)
ore 22:30 – Teatro itinerante per intimi spettatori, a lume di candela Notturno d’autore di Antonia Renzella con David Gallarello, Fausto Morciano, Federica Stefanelli, Luigi Pisani, Gemma Maria La Cecilia, Ilaria Micari regia di Antonia Renzella (durata 50′ – pezzi da 10/15′)
ore 23:30 – scalinate della Chiesa – Piazza Umberto I Concerto per voce e chitarra con Terril Dyer Cross e Fabio Fenucci
foto di Stefano Massimo
The arts must go on / Ad Arte 2018 Più corsaro che mai, Ad Arte rinnova l'appuntamento con uno degli eventi clou della stagione artistica di Calcata, borgo magicamente incastonato nell'incantevole Valle del Treja.
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RIGOLETTO da Renato Morselli Tramite Flickr: Musica di Giuseppe Verdi Regia di Alessio Pizzech Scene di Davide Amadei Costumi di Carla Ricotti --- Backstage Teatro Comunale di Bologna - 2019
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A Villa Mimbelli: Cultura bene primario, lavorare sulle utopie. Sapienza greca e nascita della tragedia. Il declino dell’occidente
Domenica delle Idee, diritti, scienza, informazione e storia presenta Domenica 18 luglio, Villa Mimbelli – ore 18 00 Cultura bene primario, lavorare sulle utopie. Sapienza greca e nascita della tragedia. Il declino dell’occidente. Maurizio Iacono (Ordinario di Storia della Filosofia, Università di Pisa) Massimo Paganelli (Operatore culturale, fondatore di Armunia) Alessio Pizzech (Regista,…
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#Repost @teatrolafenice • • • • • 🎭 Dopo la prima di ieri sera de “Il sogno di Scipione" e la seconda di domani pomeriggio alle 15:30 al Teatro Malibran, di qua, sul palcoscenico della Fenice si costruisce un altro bel debutto di Mozart: "Il re pastore"! . 🎭 After the premiere yesterday night and the second perfomance tomorrow afternoon, 3:30 at Malibran Theater at La Fenice Opera House we are setting up another Mozart's debut in Venice: "Il re pastore" . Direttore: Federico Maria Sardelli Regia: Alessio Pizzech Scene: Davide Amadei Costumi: Maria Carla Ricotti . #teatrolafenice#ilrepastore#mozart#wolfi#debutto#volgovenezia#volgoveneto#volgoarte#volgoteatrolafenice#volgoitaly#volgoitalia#italia#yallersitalia#bestplaces_togo#loveopera#wlamusica#emozioniuniche#alessiopizzech#federicomariasardelli #operaeopera https://www.instagram.com/p/BtqYAUNhG5s/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1m8ab3v4l5an6
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Ultime dal teatro Stabile di Genova
E' in scena da Martedì 20 marzo alle 20.30 al Teatro Duse, e rimarrà fino a questa domenica, “DOPO IL SILENZIO” con Elisabetta Pozzi, Sebastiano Lo Monaco e Turi Moricca, diretti da Alessio Pizzech. La scena è di Giacomo Tringali, i costumi di Cristina Da Rold, le musiche di Dario Arcidiacono, le luci di Luigi Ascione. Gli interventi video sono di Giacomo Verde e i canti originali di Carlo Muratori e il coro Discantus diretto dal Maestro Salvo Sampieri. Dopo il successo di Per non morire di mafia, Sebastiano Lo Monaco torna al teatro civile, questa volta insieme a Elisabetta Pozzi e al giovane Turi Moricca, con l’adattamento teatrale di un altro libro di Pietro Grasso, Liberi tutti. Nasce così “DOPO IL SILENZIO” che, dopo l’esordio nel 2013 al Festival dei Due Mondi di Spoleto, ha girato l’Italia riscuotendo grandi consensi di pubblico e critica ed ora torna a Genova per celebrare un teatro morale, portatore di storie rivolte a tutti e capace di coinvolgere tutti. Nella sala d’aspetto di un ambulatorio s’incontrano tre persone: un magistrato disilluso ma deciso a continuare la sua lotta per un mondo più equo, un’insegnante (sua moglie) con forte vocazione pedagogica e un ragazzo affiliato a Cosa Nostra, giunto in quel luogo per curare una grave ferita. I primi due parlano con passione di lotta alla mafia e di educazione dei giovani; il terzo, all’inizio brusco e strafottente, comincia ad ascoltare con sempre maggior curiosità, fino ad intervenire attivamente, partecipando ad un dialogo a più voci che vuole contrastare il silenzio, vuole abbattere il muro dell’omertà per costruire solide fondamenta di speranza per il futuro. L’adattamento drammaturgico del libro dell’ex Presidente del Senato, è stato curato da Francesco Niccolini e Margherita Rubino: ne è nato un toccante spettacolo di teatro civile, costruito come una tragedia classica che tocca temi storici, filosofici, sociali, in cui la parola si fa strumento d’indagine, desiderio di ribellione e possibilità di riscatto contro il potere di ogni mafia. “DOPO IL SILENZIO” è in scena al Teatro Duse da martedì 20 a domenica 25 marzo. Dal martedì al sabato alle ore 20.30. Domenica ore 16. Oggi invece, Venerdì 23 marzo alle ore 17.30 nel foyer della Corte, presentazione del libro “IL SEGRETO” sul rapimento ed assassinio di Aldo Moro, scritto da Antonio Ferrari, ex inviato de Il Corriere della sera ed edito da Chiarelettere. Intervengono Ascanio Celestini, in scena al Teatro Modena con lo spettacolo “PUEBLO” e Sergio Cofferati, membro del Parlamento Europeo. Coordina l’incontro Mario Paternostro, giornalista e direttore di Primocanale http://dlvr.it/QM6Ck6
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RIGOLETTO TORNA AL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA IN UNA NUOVA PRODUZIONE DI ALESSIO PIZZECH
RIGOLETTO TORNA AL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA IN UNA NUOVA PRODUZIONE DI ALESSIO PIZZECH
In scena dall’8 al 18 novembre 2016 Diretta Radio3 Rai martedì 8 novembre alle 20.00 Sul podio Renato Palumbo
Dopo il successo della Turandot messa in scena lo scorso settembre con il Teatro Comunale di Bologna a Nara, in Giappone, il regista toscano Alessio Pizzech debutta al teatro felsineo con un altro titolo del grande repertorio italiano: Rigolettodi Giuseppe Verdi, in programma dall’8 al…
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ChiCazzoHaIniziatoTuttoQuesto
Continua la Stagione del Francesco di Bartolo di Buti, con ChiCazzoHaIniziatoTuttoQuesto – un testo ibrido che frammenta e ricompone il tema della violenza. (more…)
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#Alessio Pizzech#Antonio Ligas#Caterina Gramaglia#Daniela Giordano#Fattore K#Maximilian Nisi#Nick Russo#Recensione ChiCazzoHaIniziatoTuttoQuesto
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RIGOLETTO da Renato Morselli Tramite Flickr: Musica di Giuseppe Verdi Regia di Alessio Pizzech Scene di Davide Amadei Costumi di Carla Ricotti --- Backstage Teatro Comunale di Bologna - 2019
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La bottega del caffè e Omaggio a Falcone e Borsellino
Martedì 12 Dicembre alle ore 20.30 debutta al Teatro della Corte “DAS KAFFEEHAUS”, ossia “LA BOTTEGA DEL CAFFE’” di Goldoni, nella rilettura che negli anni ‘60 ne fece Rainer Werner Fassbinder. Lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia vede in scena Filippo Borghi, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos, Ivan Zerbinati (attore ospite) e con Mauro Malinverno, diretti da Veronica Cruciani. La scena e i costumi sono di Barbara Bessi, la drammaturgia sonora è di Riccardo Fazi, le luci di Gianni Staropoli. La versione italiana è di Renato Giordano. “LA BOTTEGA DEL CAFFE’” è una delle commedie più amate e rappresentate del repertorio goldoniano, tanto che nel 1969 il regista ed autore cinematografico e teatrale Rainer Werner Fassbinder, decise di riadattare il testo di Goldoni secondo la propria visione. Quella di un artista inquieto, maledetto e geniale, per il quale prevalgono le tinte fosche e una crudeltà cinica che trova perfette assonanze nel nostro presente. In una piazzetta di Venezia, le vicende di alcuni personaggi si dipanano intorno ad una caffetteria. Il proprietario Ridolfo, prende a cuore sia la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo, sia quella di sua moglie Vittoria, che cerca invano di farlo recedere da quel vizio. Da questo nucleo narrativo centrale, pian piano la trama si espande sino a formare un intreccio dinamico nel quale troviamo anche Placida che, travestita da pellegrina, va in cerca del marito Flaminio, e il nobile don Marzio, prepotente e chiacchierone, che prova piacere nell’ostacolare il desiderio delle due donne di ricondurre sulla retta via i loro mariti. “DAS KAFFEEHAUS” debutta il 12 dicembre e rimane alla Corte fino a domenica 17 dicembre.Il Teatro Stabile e l’Università di Genova, in chiusura dell’anno 2017, in cui ricorrono i 25 anni dal sacrificio civile dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, presentano un programma, dall’11 al 13 dicembre, al quale prende parte il testimone più prestigioso dell’impegno civile di quegli anni, Pietro Grasso, l’attuale Presidente del Senato della Repubblica, che sarà a Genova in veste di autore di “Storie di sangue, amici e fantasmi”, edito da Feltrinelli. Ecco il programma dettagliato: oggim, Lunedì 11 dicembre, ore 18.45 nel foyer del Teatro della Corte, il Presidente del Senato partecipa alla presentazione del suo libro, introdotto da Nando Dalla Chiesa e Margherita Rubino. Martedì 12 dicembre, alle ore 11 presso l’Aula Magna dell’Università (via Balbi 5), Pietro Grasso terrà una lectio magistralis dal titolo “Venticinque anni dopo. Successi di ieri e problemi di oggi nella lotta alla mafia” in dialogo con il Magnifico Rettore Paolo Comanducci. Nelle serate dell’11 e 13 dicembre, viene riproposto al Teatro Duse alle ore 20.30, il monologo “Per non morire di mafia” di Pietro Grasso, interpretato da Sebastiano Lo Monaco e diretto da Alessio Pizzech. http://dlvr.it/Q5NLvW
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IL TEATRO COMUNALE IN GIAPPONE CON LA “TURANDOT” DI PUCCINI
IL TEATRO COMUNALE IN GIAPPONE CON LA “TURANDOT” DI PUCCINI
Giovedì 22 e sabato 24 settembre al Palazzo Heijō di Nara, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Giappone.
Un progetto imponente per mettere in scena la Turandotdi Giacomo Puccini a Nara, antica capitale del Giappone, con il palcoscenico costruito proprio di fronte al palazzo imperiale Heijō, nell’area oggi patrimonio UNESCO. È in questo…
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