#Aldo Silvani
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haveyouseenthismovie-poll · 2 months ago
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gatutor · 1 year ago
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Giulietta Masina-Anthony Quinn-Aldo Silvani "La strada" 1954, de Federico Fellini.
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perfettamentechic · 17 days ago
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12 novembre … ricordiamo …
12 novembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Mariana Prommel, Mariana Mosqueda Prommel, attrice e conduttrice televisiva argentina. La sua carriera fuori dal teatro inizia nel 1997, nel cortometraggio Kilómetro 22, e con la prima apparizione in una serie tv, Naranja y media. Dato il suo volto caratteristico, apparirà in numerose telenovele interpretando per lo più personaggi comici. Numerose altre telenovele seguirono negli anni…
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timriva-blog · 4 months ago
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« La strada », film du réalisateur Federico Fellini (1954)
Écrit par Jean-Luc Lacuve Genre : drame social Avec : Giulietta Masina (Gelsomina), Anthony Quinn (Zampano), Richard Basehart (il Matto), Aldo Silvani (il signor Giraffa), Marcella Rovena (la veuve).1h34. Gelsomina, une femme enfant naïve et généreuse, a été vendue par sa mère à un hercule de foire brutal et obtus, Zampano, qui accomplit un numéro de briseur de chaînes sur les places…
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Bologna Marathon 2024, domenica 3 marzo scatta la terza edizione
Bologna Marathon 2024, domenica 3 marzo scatta la terza edizione. Domenica 3 marzo è in programma la terza edizione della manifestazione podistica Bologna Marathon che prevede quattro percorsi tarati su diverse distanze: 42,195 km per la maratona, 30 km per la "30 km dei Portici", 21, 097 km per la XX edizione della Unipol Move Run Tune Up, storica mezza maratona di Bologna, oltre a 5 km per la corsa non competitiva Tecnocasa Bologna City Run, all'interno della quale è contenuta la Run5000, la grande squadra del Terzo Settore. Il percorso, con partenza da via Indipendenza alle 8.45 per la gara sui 21 km, alle 9.15 per la Maratona e 30 Km dei Portici, 10.15 per la 5 Km, prevede l'arrivo in Piazza Maggiore dopo aver attraversato la zona est della città e il centro storico. Dopo i primi 8 Km che si sviluppano interamente nel centro storico di Bologna, il tracciato uscirà dal quartiere Santo Stefano, verso San Giacomo fuori le mura. Qui gli atleti affronteranno circa 20 Km caratterizzati attraverso i quartieri Savena e San Donato - Vitale, per rientrare, infine, da Corticella e lungo la Bolognina, verso il quartiere Porto-Saragozza e il centro. Legati allo svolgimento della manifestazione sono stati adottati specifici provvedimenti di traffico con divieti al transito veicolare che riguardano la fascia oraria 7.30-15.30. Dal divieto sono esclusi i veicoli di pronto intervento, i veicoli ufficiali di servizio al seguito della manifestazione e i veicoli accedenti alle proprietà private. Le chiusure saranno coordinate da agenti della Polizia Locale. Saranno sempre percorribili le seguenti direttrici stradali: da sud: Via Murri, Via Molinelli, Via Castiglione provenendo dalla collina fino al viale, Via San Mamolo da est: Via Altura provenendo da San Lazzaro di Savena, Via Emilia Levante fino alla Rotonda decorati al Valor Militare a Viale Vighi verso la tangenziale, Viale Lungo Savena, Via Po e Viale Lenin che garantirà il collegamento con la tangenziale e le altre direttrici percorribili, Via Massarenti che garantirà il collegamento con la tangenziale e le altre direttrici percorribili. da nord: Viale Europa, Via della Fiera e Viale Aldo Moro fino a Via Stalingrado, Via Stalingrado che garantirà il collegamento con la tangenziale e le altre direttrici percorribili, Via Di Corticella che garantirà il collegamento con la tangenziale e le altre direttrici percorribili, Via Marco Polo, Via Zanardi da ovest: Asse Via Marco Emilio Lepido, Via Emilia Ponente, Via Saffi, Asse Via De Gasperi, Via Togliatti, Via Tolmino, Via Sabotino, Via Don Sturzo, Via Andrea Costa, Via Saragozza. Saranno sempre percorribili in entrambi i sensi di marcia: Viale Gozzadini, Viale Panzacchi, Viale Aldini, Viale Pepoli, Viale Vicini, Viale Silvani, Viale Pietramellara (da Porta Lame a via Milazzo), Viale Ercolani, Viale Filopanti, Viale Berti Pichat, Viale Masini, Viale Carducci (prima delle 8 e dopo le 11). È garantito l'accesso al parcheggio Kiss & Ride della Stazione Ferroviaria da Via Matteotti, Via Tiarini, Via Svampa. Trasporto Pubblico Domenica 3 marzo, quaranta linee d'autobus saranno soggette a modifiche di percorso dalle 7.30 alle 15.30 per effetto dei divieti di transito previsti in molte strade cittadine in occasione dello svolgimento della manifestazione podistica. Le modifiche in vigore domenica per le linee di trasporto pubblico 11, 13, 14, 16, 18, 19, 20, 21, 25, 27, 28, 29, 30, 33, 35, 36, 37, 38, 39, 51, 52, 60, 68, 81, 86, 88, 91, 93, 96, 97, 98, 99, 101, 356, 671, 677, 826 e 916 e per i servizi sostitutivi, effettuati con bus, delle ferrovie Bologna-Portomaggiore e Bologna-Prato sono già pubblicate e consultabili anche sul sito di Tper alla pagina www.tper.it/marathon2024. Per ogni linea sono riportati i dettagli delle deviazioni per fasce orarie che tengono conto del transito delle diverse competizioni in programma e comportano provvedimenti tra cui la suddivisione delle principali linee urbane in due rami per impraticabilità del tratto centrale ed alcuni casi, più limitati, di temporanea sospensione del servizio. Nella stessa pagina del sito dedicata alle modifiche alle linee Tper, sono riportate anche le mappe delle fermate più a servizio del centro storico che saranno attive in concomitanza con la manifestazione: si tratta di quelle posizionate nella zona della Stazione Centrale (piazzale Medaglie d'Oro, viale Pietramellara, piazza XX Settembre) e nel primo tratto delle vie Marconi e Lame. I provvedimenti adottati rispondono alla necessità di iniziare le deviazioni con congruo anticipo in modo da liberare le strade interessate dal transito dei podisti, all'esigenza di garantire per quanto più possibile i collegamenti con il centro città evitando al tempo stesso troppo cambi di percorso delle linee durante la giornata, nonché ad assicurare una pronta ripresa della regolarità dei servizi non appena sarà consentito il ripristino della viabilità ordinaria. Si consiglia all'utenza di programmare in anticipo i propri spostamenti tenendo in considerazione le deviazioni dei bus che Tper ha già reso pubbliche attraverso i propri canali informativi per contenere possibili disagi. Domenica 3 marzo inoltre, gli iscritti alle gare della Maratona di Bologna potranno circolare gratuitamente sull'intero servizio di trasporto pubblico del bacino metropolitano di Bologna (ad esclusione delle linee a tariffa speciale) dall'inizio del servizio fino alle 16. Per fruire dell'agevolazione i partecipanti dovranno esibire, in caso di verifica dei titoli di viaggio, il pettorale attestante l'avvenuta iscrizione alla manifestazione. Gli eventi collaterali All'interno del contenitore della Bologna Marathon, sono previste numerosi eventi collaterali. BANDA BO porterà 10 bande musicali provenienti da tutta la Regione a esibirsi lungo il percorso della maratona durante la gara. Inoltre, nel weekend della maratona sono previsti 3 tour gratuiti, pensati sia per chi vive in città, sia per chi la visita per la prima volta, organizzati da "Succede solo a Bologna", tra cui un tour speciale sulla storia dello sport in città: un itinerario che ripercorre la storia della Maratona e altri eventi memorabili che hanno visto partecipi grandi atleti, tra tanti la concittadina Ondina Valla, velocista e ostacolista olimpionica. La mattina di sabato 2 marzo sarà dedicata a bambine e bambini, con la prima Tigotà Kids Marathon in programma alle 11 in Piazza Maggiore. Ma la festa per i più piccoli inizierà prima con gli speciali allenamenti di Cecilia TataFitness e i giochi di intelligenza emotiva di Six Seconds. Mascotte di questa festosa mattinata i pupazzi di Luna Farm, accompagnati dalla musica di Dj Lopez di Radio Bruno. Il pomeriggio di sabato sarà un susseguirsi di presentazioni, incontri, momenti di intrattenimento, musica e perfino allenamenti collettivi, che si chiuderanno alle 19, ora in cui, presso la suggestiva e vicina Chiesa di San Giovanni Battista dei Celestini, si celebrerà la messa del maratoneta. Sport e cultura si uniscono in occasione della Bologna Marathon, offrendo alle sportive e agli sportivi diverse occasioni culturali grazie all'iniziativa Marathon + Musei 2024. Presentando alle casse dei musei il pettorale, fisico o in foto, di tutte le competizioni del 2 e 3 marzo 2024 - Bologna Marathon, "30 Km dei Portici", UnipolMove RUN TUNE UP, Tecnocasa Bologna CityRun e la Tigotà Kids Marathon – le maratonete e i maratoneti avranno diritto ad alcune facilitazioni per sé e per due accompagnatori: - Visite guidate gratuite in italiano e in inglese - uno speciale servizio di accoglienza nelle sale nelle giornate di venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 marzo in 7 sedi museali - l'ingresso ridotto, da venerdì 1 marzo fino a domenica 30 giugno 2024, in tutti i Musei Civici (oltre ai 7 musei la riduzione �� valida anche alle Collezioni Comunali d'Arte) Partecipano all'iniziativa coinvolte il Museo del Patrimonio Industriale, il Museo civico del Risorgimento, il Cimitero Monumentale della Certosa, il Museo Civico Medievale, il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, il Museo Civico Archeologico e il Museo internazionale e biblioteca della musica. Fortissima anche l'attenzione sulla sostenibilità ambientale e sull'impatto ecologico dell'evento che ha portato all'individuazione di una strategia di riduzione degli sprechi, raccolta e differenziazione dei rifiuti e all'organizzazione di un vero e proprio Green Team, che coinvolge attivamente LF23 - l'Onlus La Fraternità. I ragazzi della Onlus, saranno impegnati anche nell'iniziativa #TiraLaFelpa col duplice obiettivo di ridurre gli sprechi e dare un aiuto concreto alle persone a rischio emarginazione. La felpa, ma anche altri indumenti indossati dai maratoneti prima della partenza per mantenersi al caldo, potranno essere gettati nei contenitori appositi posizionati sulla linea di partenza, per rientrare nel progetto di Economia Circolare "AND, A New Day", che intende valorizzare gli abiti usati.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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superangrycollection · 5 years ago
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genevieveetguy · 6 years ago
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- I am ignorant, but I read books. You won't believe it, everything is useful... this pebble for instance. - Which one? - Anyone. It is useful. - What for? - For... I don't know. If I knew I'd be the Almighty, who knows all. When you are born and when you die... Who knows? I don't know for what this pebble is useful but it must be useful. For if its useless, everything is useless. So are the stars!
La strada, Federico Fellini (1954)
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ulrichgebert · 5 years ago
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Wir eröffnen die 100-Jahre-Fellini-Feierlichkeiten mit den immer etwas unvorhersehbaren und chaotischen Nächten der kulleräugigen Cabiria. Trotz massenhaft auftauchender Hinweise, daß das eigentlich keine gute Idee ist, glaubt sie an das Gute im Menschen und die Liebe, und verbleibt und hinterläßt uns mit einem Lächeln auf den Lippen und einer Träne im Auge.
(Beachten Sie hierzu auch den immer wieder gerne erwähnten Beitrag Fellini-Filme und ihre Musical-Fassungen. Und “Chicago”)
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ozu-teapot · 8 years ago
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La Strada | Federico Fellini | 1954
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byneddiedingo · 2 years ago
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Giulietta Masina and Anthony Quinn in La Strada (Federico Fellini, 1954) Cast: Anthony Quinn, Giulietta Masina, Richard Basehart, Aldo Silvani, Marcella Rovere, Livia Venturini. Screenplay: Federico Fellini, Tullio Pinelli, Ennio Flaiano. Cinematography: Otello Martelli. Production design: Mario Ravasco. Film editing: Leo Catozzo. Music: Nino Rota. Sad clowns have gone out of style, so to many of us today Giulietta Masina's Gelsomina seems more than a little cloying. But when La Strada was released, she was hailed as a master of comic pathos, as if she were the unacknowledged daughter of Charles Chaplin and Lillian Gish. Similarly, Federico Fellini's film now feels like an uneasy attempt to blend neorealistic grime and misery with a kind of moral allegory: Zampanó as Body, Gelsomina as Soul, and The Fool as Mind. So when Body kills Mind, Soul pines away, leaving Body in anguish. But La Strada has retained generations of admirers who are willing to overlook the sentimentality and latter-day mythologizing. It remains a tremendously accomplished film, made under some difficulties, including constant battles by Fellini with his formidable producers, Dino De Laurentiis and Carlo Ponti. If it sometimes feels like a throwback to the era of silent movies, it was virtually filmed as one, with its American stars, Anthony Quinn and Richard Basehart, speaking their lines in English and the rest of the cast speaking Italian, and everyone later dubbed in the studio -- which leads to that slightly disembodied quality the dialogue of many early postwar films possesses.
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alexlacquemanne · 3 years ago
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Mars MMXXII
Films
Coplan prend des risques (1964) de Maurice Labro avec Dominique Paturel, Virna Lisi, André Weber, Jacques Balutin et Yvonne Clech
Mado (1976) de Claude Sautet avec Michel Piccoli, Ottavia Piccolo, Jacques Dutronc, Charles Denner, Romy Schneider, Julien Guiomar et Claude Dauphin
Carambolages (1963) de Marcel Bluwal avec Jean-Claude Brialy, Louis de Funès, Michel Serrault, Sophie Daumier, Anne Tonietti et Henri Virlogeux
La Marie du port (1950) de Marcel Carné avec Jean Gabin, Nicole Courcel, Blanchette Brunoy, Julien Carette et Claude Romain
Crime et Châtiment (1956) de Georges Lampin avec Jean Gabin, Marina Vlady, Ulla Jacobsson, Bernard Blier, Robert Hossein, Gaby Morlay et Lino Ventura
Le Cavaleur (1979) de Philippe de Broca avec Jean Rochefort, Nicole Garcia, Annie Girardot, Lucienne Legrand, Danielle Darrieux et Catherine Alric
Un témoin dans la ville (1959) de Édouard Molinaro avec Lino Ventura, Sandra Milo, Franco Fabrizzi, Robert Dalban et Jacques Berthier
Claire Andrieux (2019) de Olivier Jahan avec Jeanne Rosa, Thomas VDB, Emma de Caunes, Yannick Renier et Michel Vuillermoz
Notre-Dame brûle (2022) de Jean-Jacques Annaud avec Samuel Labarthe, Jean-Paul Bordes, Mikaël Chirinian, Jérémie Laheurte et Sébastien Lalanne
La strada (1954) de Federico Fellini avec Anthony Quinn, Giulietta Masina, Richard Basehart, Aldo Silvani et Marcella Rovena
Les Fantômes du chapelier (1982) de Claude Chabrol avec Michel Serrault, Charles Aznavour, Monique Chaumette, François Cluzet, Aurore Clément et Isabelle Sadoyan
Le Crabe-Tambour (1977) de Pierre Schoendoerffer avec Jean Rochefort, Jacques Perrin, Claude Rich, Jacques Dufilho et Aurore Clément
Le Jardinier d'Argenteuil (1966) de Jean-Paul Le Chanois avec Jean Gabin, Liselotte Pulver, Pierre Vernier et Curd Jürgens
Séries
Les Enquêtes du commissaire Maigret Saison 7
Mon ami Maigret
Top Gear Saison 21, 22, 12, 13, 18, 10, 11, 14, 16, 15
Road trip à Tchernobyl - La course des Tsars - Trois camions d'enfer - Trophée Andros - Les pire voiture de l'histoire - Spécial Journée Circuit - Les pire voitures anglaises - Apprentis policiers - Alfas bon marché - 1200 km en un plein - Bolide électrique - L'Albanie en Rolls-Royce - Les rois du camping - Du grand art ! - Cabriolet d'occasion - Spécial Nativité
Dix pour cent Saison 1
Cécile - Line et Françoise - Nathalie et Laura - Audrey - Julie et Joey - François
Starsky & Hutch Saison 2, 3
Bras de fer - La petite fille perdue - Superstitieux, Moi ? - Esprit, es-tu là ? - Traquenard : 1ère partie - Traquenard : 2ème partie - Que la route est longue - Le clown - Coupables ? - Jungle, vous avez dit jungle ? - Créatures de rêve : 1ère partie - Créatures de rêve : 2ème partie - Les Jours se ressemblent - Les héros
Le Coffre à Catch
#65 : Masterclass & consécration pour CM Punk - #66 : Un Catcheur de Retour : Devinez Qui Est-Ce ??
Columbo Saison 4, 5, 3
Exercice fatal - État d'esprit - La femme oubliée - Le Chant du cygne
Kaamelott Livre III, IV, II
L’Empressée - La Ronde II - Mission - La Baliste - La Baraka - La Veillée - Le Tourment III - La Potion de fécondité II - L’Attaque nocturne - La Restriction II - Les Défis de Merlin II - Saponides et Détergents - Le Justicier - La Crypte maléfique - Arthur in Love II - La Grande Bataille - La Fête de l’hiver II - Sous les verrous II - Le Vulgarisateur - Witness - Le Tribut - Le Culte secret - Le Mangonneau - La Chevalerie - Le Mauvais Augure - Raison d’argent II - Les Auditeurs libres - Le Baiser romain - L’Espion - Alone in the Dark - Le Législateur - L’Insomniaque - L’Étudiant - Le Médiateur - Le Trophée - Hollow Man - La Dispute 1re partie - La Dispute 2e partie - Tous les matins du monde 1re partie - Tous les matins du monde 2e partie - Raison et Sentiments - Les Tartes aux fraises - Le Dédale - Les Pisteurs - Le Traître - Le Rebelle - La Rencontre - Always - L'anniversaire de Guenièvre - Les Volontaires II - La Faute 1re partie - La Faute 2e partie - L’Ascension du Lion - Une vie simple - Le Privilégié - Le Bouleversé - Les Liaisons dangereuses - Les Exploités II - Dagonet et le Cadastre - Duel 1re partie - Duel 2e partie - La Foi bretonne - Au service secret de Sa Majesté - La Parade - Seigneur Caius - L’Échange 1re partie - L’Échange 2e partie - L’Échelle de Perceval - La Chambre de la reine - Les Émancipés - La Révoquée
Peacemaker Saison 1
A Whole New Whirled - Best Friends, For Never - Better Goff Dead - The Choad Less Traveled - Monkey Dory - Murn After Reading - Stop Dragon My Heart Around - It's Cow or Never
Spectacles
Les Musiques de John Williams et Hans Zimmer en concert symphonique par le Yellow Socks Orchestra (2022)
Bisous bisous (1990) de Marc Camoletti et Georges Folgoas avec Bernard Menez, Henri Guybet, Vannick Le Poulain, Marcelline Collard et Bénédicte Roy
La puce à l'oreille (1998) de Georges Feydeau avec Jean-Paul Belmondo, Cristiana Reali, Sabine Haudepin, Pierre Vernier, Antoine Duléry, Jean-Paul Bordes et Laurent Gamelon
Voyage de noces (1998) de Marc Camoletti avec Yolande Folliot, Thierry Beccaro et Michel Robbe
Livres
Réparons la ville ! de Sylvain Grisot et Christine Leconte
Perso de Antoine de Caunes
Le Parfum de l'invisible, tome 1 de Milo Manara
Stargate de Dean Devlin et Roland Emmerlich
Kyoto limited express de Olivier Adam et Arnaud Auzouy
Les Profs : Tome 1 : Interro surprise de Erroc et Pica
Les tribulations d'un Chinois en Chine de Jules Verne
Batman : Les Nouvelles Aventures Volume 1 de Ty Templeton et Rick Burchett
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eclectic-babyboomer · 4 years ago
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l était une fois en Italie, une jeune femme pauvre et naïve répondant au nom de Gelsomina (Giuletta Masina). Celle-ci vivait au bord de la mer, loin, très loin des brillantes métropoles transalpines et du miracle économique dont jouissait alors la péninsule. Elle était la plus âgée des trop nombreux enfants d’une famille si misérable que sa mère la vendit un jour à Zampanò (Anthony Quinn). En échange de 10 000 lires, celui qui exerçait le métier de forain l’emmena avec lui, en faisant à la fois son épouse et son assistante. Désormais liée au sort du fruste et brutal Zampanò, l’innocente Gelsomina prit la route. Ce voyage en Italie lui offrira des moments d’émerveillement, notamment ceux prodigués par Le Fou (Richard Basehart), un acrobate virtuose officiant dans un cirque tenu par un certain Giraffa (Aldo Silvani). Mais pareils instants seront bien rares. Et le violent Zampanò fera en réalité du périple de Gelsomina un véritable chemin de croix...
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perfettamentechic · 1 year ago
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12 novembre … ricordiamo …
12 novembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Mariana Prommel, Mariana Mosqueda Prommel, attrice e conduttrice televisiva argentina. La sua carriera fuori dal teatro inizia nel 1997, nel cortometraggio Kilómetro 22, e con la prima apparizione in una serie tv, Naranja y media. Dato il suo volto caratteristico, apparirà in numerose telenovele interpretando per lo più personaggi comici. Numerose altre telenovele seguirono negli anni…
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Beat The Devil (1953) [Action] [Adventure] [Comedy]
Timeless Classic Movies
Beat the Devil is a 1953 British film directed by John Huston, starring Humphrey Bogart, Jennifer Jones and Gina Lollobrigida, and featuring Robert Morley, Peter Lorre and Bernard Lee. 
Huston and Truman Capote wrote the screenplay, loosely based upon a novel of the same name by British journalist Claud Cockburn, writing under the pseudonym James Helvick. 
Houston made the film as a parody of a genre of film. Although often described as a parody of The Maltese Falcon, which Huston directed and in which Bogart and Lorre appeared, this is not the case.
The script, written on a day-to-day basis as the film was shot, concerns the adventures of a motley crew of swindlers and ne'er-do-wells trying to claim land rich in uranium deposits in Kenya as they wait in a small Italian port to travel aboard a tramp steamer en route to Mombasa.
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Plot: Billy Dannreuther (Humphrey Bogart) is a formerly-wealthy American who has fallen on hard times. He is reluctantly working with four crooks: Peterson (Robert Morley), ex-Nazi Julius O'Hara (Peter Lorre), Major Jack Ross (Ivor Barnard) and Ravello, who are trying to acquire uranium-rich land in British East Africa. Billy suspects that Major Ross murdered a British Colonial officer, who threatened to expose their plan. While waiting in Italy for passage to Africa, Billy and his wife Maria (Gina Lollobrigida) meet a British couple: Harry (Edward Underdown) and Gwendolen Chelm (Jennifer Jones), who plan to travel on the same ship. Harry is a very proper and traditional Englishman, while Gwendolen is flighty and fanciful and a compulsive liar. Billy and Gwendolen have an affair, while Maria flirts with Harry. Peterson becomes suspicious that the Chelms may be attempting to acquire the uranium themselves. His suspicions are unfounded, but they seem to him to be confirmed by Gwendolen, who lies about her husband and exaggerates his importance. 
Billy and Peterson are in a car accident and wrongly reported to have been killed. In order to replace Peterson's lost capital, Ravello approaches Harry Chelm and explains their scheme. Just then, to everyone's surprise, Billy and Peterson return to the hotel alive and unharmed. The purser announces that the ship is at last ready to sail. On board, Harry reveals that he knows about Peterson's scheme and intends to inform the authorities. Peterson orders Major Ross to kill Harry, but Billy thwarts the murder attempt. Harry's outraged accusations alienate the ship's drunken captain, who locks Harry in the brig, where he is uncomfortable, but safe from Major Ross. 
The ship's engine malfunctions and the ship sinks. When Billy goes to free Harry he finds that Harry has escaped and left the ship, intending to swim ashore. The passengers abandon the sinking ship in a lifeboat and land on an African beach, where they are arrested by Arab soldiers. They are interrogated by Ahmed, an Arab official who suspects that they may be spies or revolutionaries. Billy befriends Ahmed by talking with him about Rita Hayworth, upon whom Ahmed has a crush. Billy persuades him to send the party back to Italy. When they land, they are met and questioned by a Scotland Yard detective (Bernard Lee), who is investigating the murder of the Colonial officer. Gwendolen reveals Peterson's scheme, and his involvement in the murder, and his attempt to murder Harry, to the detective, who promptly arrests Peterson, O'Hara, Major Ross and Ravello. As the four crooks are led away in handcuffs, Gwendolen receives a telegram from British East Africa saying that Harry has acquired the land Peterson and the others meant to steal, and is now extremely rich and willing to forgive Gwendolen, Billy and Maria. Billy laughs happily, saying "This is the end, the end!". 
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Directed and produced by John Huston, screenplay by John Huston and Truman Capote, based on the novel Beat the Devil (1951) by Claud Cockburn (as James Helvick), starring Humphrey Bogart as Billy Dannreuther, Jennifer Jones as Mrs. Gwendolen Chelm, Gina Lollobrigida as Maria Dannreuther, Robert Morley as Peterson, Peter Lorre as Julius O'Hara, Edward Underdown as Harry Chelm, Ivor Barnard as Maj. Jack Ross, Marco Tulli as Ravello, Bernard Lee as Insp. Jack Clayton, Mario Perrone as Purser on SS Nyanga, Giulio Donnini as Administrator, Saro Urzì as Captain of SS Nyanga, Aldo Silvani as Charles, restaurant owner and Juan de Landa as Hispano-Suiza Driver --- Source: "Beat the Devil (film)" Wikipedia, The Free Encyclopedia. Wikimedia Foundation, Inc..  27 November 2016. Web. 29December 2016. 
https://en.wikipedia.org/wiki/Beat_th...) If you like this movie and our channel, please subscribe: https://goo.gl/0qDmXeCategoryFilm and AnimationSHOW LESS
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thepeoplesmovies · 7 years ago
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Bluray Review - La Strada (1954)
Bluray Review – La Strada (1954)
Following the death of his assistant, the circus strongman Zampanò (Anthony Quinn) buys her sister, the naïve Gelsomina (Guilietta Masina). As the pair travel across a barren Italian landscape, Zampanò is quickly revealed to be abusive and unpredictable. Joining a travelling circus they encounter on the road, Gelsomina falls for The Fool (Richard Basehart), whose uncontrollable urges to aggravate…
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pangeanews · 5 years ago
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Addio ad Annalisa Cima, la musa di Montale che stava antipatica a troppi. Il “Diario postumo” fu uno tsunami. Lei si diceva così: “Vivo la contraddizione d’essere angelo ed Erinni”
Nata nel 1941, a Milano, il 20 di gennaio, Annalisa Cima fu per alcuni musa inesorabile per altri donna detestabile. Ne era consapevole anche lei, per altro. In una fosforica Autopresentazione poetica si declinò così: “Vivo la contraddizione d’essere angelo ed Erinni…/ Amo Driadi e Silvani, non i poeti nani/ e le loro orme che chiamano versi./ Odio chierici e conversi, predatori e untuosi lodatori”. Visse da artista, con la spavalda eleganza, appunto, delle muse del primo Novecento, con l’attitudine austera e sagace delle muse di sempre. Sapeva ammaliare, dicono. Akira Kurosawa “presentò una sua mostra di disegni a Tokyo”, frequentò Manzù e Marini, Max Ernst e Picasso, “nel 1967 conosce Murilo Mendes, poeta e critico brasiliano, il musicista Gian Francesco Malipiero, Marianne Moore, Jorge Guillén, Aldo Palazzeschi, Giuseppe Ungaretti, Ezra Pound”. Il sodalizio con Vanni Scheiwiller si concretizza nella elaborazione di diversi “volumetti della collana ‘Occhio magico’”. Fu lui, Vanni – che vado citando – a redigere la biografia sommaria della Cima e a ricordarne l’incontro fatale (ordito dall’editore, per altro): “Nel 1968 incontrò Eugenio Montale ed ebbe inizio una grande amicizia basata su una profonda stima reciproca”. Di quella amicizia lunare – lei 27 anni, lui 72 – è esito Diario postumo, raccolta di poesie sparse (dal 1969 in poi), una specie di controcanto poetico, di canto obliquo come bluff ai critici, affidate – con la promessa d’essere opera postuma, dunque posteriore al poeta, cioè altro più che canto ultimo – alla Cima. Mondadori stampa il tutto nel 1996 e si scatena lo tsunami: davvero è Montale? Ma quanto Montale c’è lì dentro: un grammo, un brufolo, una sberla? I critici si sono messi, nonostante i dati in dote, a misurare Montale, filone aureo della poesia italica, in carati. Per alcuni, il Diario postumo è puro ottone, è fasullo, lo dice anche Wikipedia, l’enciclopedia dei tiepidi (“Diario postumo è, secondo alcuni, l’ottava e ultima raccolta di poesie di Eugenio Montale”; corsivo mio). In ogni caso, Annalisa Cima, “ultima musa di Montale” (così la nota Ansa) è morta, a Lugano, a 78 anni. Anche gli scarsi indizi che ho allineato fornirebbero il destro per una specie di romanzo. Invece, il ‘coccodrillo’ del ‘Corrierone’, per dire, firmato da Paolo Di Stefano, torna sul tema, negando, sostanzialmente, l’autenticità del Diario (si capisce fin dal sottotitolo: “avevano fatto discutere le liriche che la donna sosteneva fossero state composte per lei”), accennando che “nel 2014, il dibattito fu riacceso da nuove ricerche filologiche (di Federico Condello, Alberto Casadei, Paola Italia e altri) che confermavano la tesi di Isella: si tratta di un «falso in toto o in gran parte, frutto di collage o di registrazioni audio». Annalisa Cima ha assistito pressoché in silenzio al ritorno di fiamma dell’affaire attributivo”. A me resta da ricordare la lunga dichiarazione di Maria Corti (su “la Repubblica”, 4 settembre 1997, titolo: Montale dopo il parapiglia), consapevole del lavoro ultimo di Montale (“Mi rivelò allora che stava scrivendo una raccolta di poesie che non avrebbe mai consegnato al Fondo, sia perché sarebbe uscita postuma e per di più in ondate successive a distanza di anni, sia perché esecutrice testamentaria sarebbe stata la giovane amica Annalisa Cima, a cui la raccolta era dedicata”), pure per testimonianza diretta (“alla mia presenza Montale consegnò alla Cima un notevole gruppo di fogli manoscritti”). In questa vicenda, Cesare Cavalleri – che conosceva bene sia la Cima che Montale – fu tra chi lottò per avvalorare l’autenticità del Diario postumo. Senza fanfare da fanatico, per carità, riconoscendo che “il meglio di Montale è prima, altrove, anche se per la conoscenza di un poeta grandissimo come lui è necessario leggere tutto” (“Studi Cattolici”, n. 424, giugno 1996), studiando la vicenda fin dagli esordi, optando, all’epoca, per questa ipotesi: “L’autorevole dubbio di Isella è che la Cima avrebbe colto a volo certe frasi, certe battute, di Montale, provvedendo poi lei a dar loro forma ‘poetica’. Può darsi. Ma non può darsi per tutte le poesie ‘postume’” (su “Avvenire”, 26 luglio 1997). In questo caso, ribatto la sua prefazione al libro di Annalisa Cima, Le occasioni del “Diario postumo”. Tredici anni di amicizia con Eugenio Montale (Ares, 2012), libro che per altro, piuttosto, testimonia il brio narrativo della fatidica musa. Alcuni ricordi, risolti in forma di sketch, sono cammei mirabili, da romanzo, come questo: “Qualche mese dopo, quando cominciammo a frequentarci, Montale volle sapere tutto del mio incontro con Marianne Moore a New York. Nella sua casa al Village, viveva attorniata da animali in miniatura, soprammobili quasi animati che facevano parte del suo mondo poetico. La prima volta che andai a trovarla, al 35 West 9th St., trovai la porta dell’appartamento socchiusa: lo era per lasciar passare i cavi della televisione. Ogni giorno, infatti, Marianne Moore leggeva, in diretta, poesie e racconti per ragazzi. La poetessa, occhi azzurri, testa circondata da un’aureola bianca, un po’ trasognata e un po’ realista (come quando diede uno schiaffo sulla mano del fotografo Ugo Mulas che aveva osato spostare uno dei suoi animaletti di vetro), non provava alcun timore a vivere con la porta aperta, in una zona della città allora abbastanza a rischio. Diceva: «Ho i miei angeli neri per custodirmi», e infatti, di lì a poco, chiamò due ragazze che l’accudivano, in veste di governante l’una, e di segretaria l’altra. Due sudamericane scure come l’ebano e alte come palme”. Anche questo, a onor dei fatti, bisognava dire, della Cima, del suo talento per il cammeo letterario. Ma, si sa, le muse, figure ineffabili, stanno sulle scatole a troppi, lieti di metterle sotto i tacchi anche post mortem. (d.b.)
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«Ho vissuto e vivo in un mondo elitario, nel quale non sono riusciti ad avvilirmi né calunnie né falsità, abituata sempre a considerare solo le persone speciali alle quali ho dato e do affetto e amicizia. Tutti gli altri, il sottobosco e tutti quei discorsi tendenziosi, non mi toccano, ma non perché sia stoica, solo perché non m’interessano. Ho una buona considerazione di me stessa e quindi tutto ciò che infanga e corrompe lo lascio lontano dal mio vivere». Così Annalisa Cima parlava di sé a Montale, nel 1979, su richiesta del poeta. Bisogna partire da questa nativa sprezzatura per capire come mai il legame di amicizia fra un sommo poeta di 72 anni e una poetessa, pittrice e musicista di 27, sia durato per tredici anni, e con un Nobel di mezzo. Montale aveva visto in Annalisa l’alter ego che avrebbe voluto essere, scoprendo in sé un sentimento di paternità e, addirittura, di maternità poetica, impensabile anche per i più fedeli ammiratori del poeta che «spesso», tra il 1920 e il 1927, aveva incontrato «il male di vivere». Annalisa Cima che, dopo averla letta, aveva pregato Montale di non pubblicare sul Corriere, nel 1969, la lusinghiera prefazione al suo primo libro di versi («Lo pregai di lasciarmi camminare sulle mie gambe») era, per il poeta, la persona giusta per accogliere quel nuovo sentimento di paternità/maternità, e alla quale affidare, anche in sede testamentaria, la propria fama attraverso la cura dell’Opera omnia.
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Quanto al Montale «privato», bastano poche citazioni. Montale, 1968: «Non appartengo ai paradisi artificiali di Palazzeschi, né agli inferni lussuriosi di Ungaretti; sono un uomo che ha vissuto al cinque per cento. Appartengo al limbo dei poeti asessuati e guardo al resto del mondo con paura». Questa autodefinizione fa giustizia definitiva delle illazioni (becere) non solo sul legame Montale/Cima, ma anche sui rapporti del poeta con le altre sue ispiratrici, Volpe compresa. Di Annalisa Cima è questa definizione, esistenziale e letteraria, monito per i critici futuri: «Uomo del non-possesso, della fantasia resa realtà, è corso sino alla fine verso immagini che materializzava o, meglio, verso persone che smaterializzava». Dalle pagine di Annalisa Cima emerge un Montale affettuoso e scherzoso, sensibile all’amicizia al punto da condividere quell’ipotesi stravagante di «comune» di artisti che avrebbero lavorato e vissuto insieme. E scopriamo, sotto la maschera burbera del poeta che ci è stata tramandata, un uomo che si diverte a organizzare burle agli amici, Gianfranco Contini compreso, senza rinunciare a permali perfino verso Vanni Scheiwiller, fedelissimo amico e complice, che lo andava a trovare quasi quotidianamente. Certamente la «burla» più riuscita è però quella verso i critici e i lettori futuri, che sta appunto all’origine del Diario postumo. Annalisa Cima ne accenna in breve, ma non si può dimenticare che il Diario postumo è stato oggetto della polemica più aspra e pretestuosa dell’ultimo scorcio del Novecento.
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Che l’autenticità del Diario sia stata messa in dubbio da Dante Isella (1922-2007) è ormai solo il ricordo del più clamoroso abbaglio da cui un critico montaliano sia stato accecato, e spiace che, nella successiva campagna mediatica, si sia distinto anche Giovanni Raboni (1932-2004), amico e poeta da me stimato a diversissimo titolo. Sull’autenticità del Diario postumo non può nutrire dubbi chi abbia un minimo di raziocinio. Ci sono le testimonianze di Maria Corti, di Giuseppe Savoca (che ha perfino pubblicato Le concordanze del Diario postumo), di Rosanna Bettarini, Guido Bezzola, Piero Bigongiari, Marco Forti, Emerico Giachery, Oreste Macrì, Alessandro Parronchi, Silvio Ramat, Andrea Zanzotto, per non parlare della mostra degli autografi allestita a Lugano dal 24 al 26 ottobre 1997. Questo nuovo libro, da cui ricevono luce molte poesie del Diario postumo, non si iscrive come ulteriore e ormai innecessario tassello in quell’antica polemica, bensì va letto come utile commento e, ancor più, come «Occasione» (la parola è inevitabile) per rileggere a mente riposata le poesie dell’ultimo Montale. Certo, ci sono interessanti spunti biografici e metatestuali: per esempio, la completa identità della misteriosa Adelheit, citata da Montale nel Diario del ’71 e del ’72, e nel Quaderno di quattro anni, e che le scarne note di Annalisa Cima al Diario postumo (1996) lasciavano nel mistero. Ci sono i tic e le consuetudini del Montale quotidiano, e la straordinaria complicità dell’amicizia con Annalisa: ma, quel che più conta, è la possibilità di verificare lo stacco letterario che metabolizza «l’occasione» in poesia. L’autocommento affidato da Montale ad Annalisa Cima è un caposaldo inamovibile per i critici presenti e futuri: «I primi tre libri [Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera] sono scritti in frac, gli altri in pigiama, o diciamo in abito da passeggio. Forse mi sono reso conto che non potevo continuare a inneggiare a Clizia, alla Volpe, a Iride, che del resto non esistono più nella mia vita. Quando scrivevo i primi libri non sapevo che avrei raggiunto gli ottant’anni. Passati gli anni, guardandovi dentro ho scoperto che si poteva fare altro, l’opposto anche». Da qui il tono colloquiale, aforistico, ironico e «occasionale» da Satura in poi. Ma c’è di più. Montale prosegue: «Poi c’è un fatto di orecchio, di orecchio musicale (i critici non ne tengono abbastanza conto): ho voluto suonare il pianoforte in un’altra maniera, più discreta, più silenziosa». L’orecchio assoluto di Montale gli consente una spontaneità metrica tanto più stupefacente quanto più sommessa. Prendiamo, per esempio, la seconda strofa di Mattinata:
Ad ogni apparizione fai rifiorire vegetazioni nuove. Non hai un cliché: emergi singolare. È il segno che travalica gli umani. A noi, in questo anfiteatro di brutture, non resta che ricordo e dulia qual duplice ristoro.
Verso per verso abbiamo: un settenario / un quinario e un settenario / un quinario / un altro quinario (emergi singolare) / seguito in enjambement da un intero endecasillabo (È il segno / che travalica gli umani) / ancora due quinari / e tre settenari in chiusura. L’apparente «semplicità» del dettato è in realtà un’abilissima e spontanea elaborazione dell’endecasillabo, il metronomo della poesia italiana, nelle sue due componenti (quinari e settenari). È questa l’«altra maniera» di suonare il pianoforte dell’ultimo Montale.
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A proposito di pianoforti, è inevitabile il confronto tra Tentava la vostra mano la tastiera degli Ossi (Opera in versi, p. 42) e Il ritratto, con la differenza che là la giovane Paola Nicoli era colta in un attimo di smarrimento, mentre qui Annalisa Cima è «pronta a spiccare il volo». Ma, per tornare al metabolismo fantastico di Montale («immagini che materializzava, persone che smaterializzava»), esemplare è Il caffetano bianco, in cui la figura della giovane poetessa sulla spiaggia di Forte dei Marmi è meno delineata dalla testimonianza visiva del poeta, che non dalla descrizione che gliene fece Carmelo Bene. Analogamente, la volpe azzurra indossata da Annalisa Cima diventa, per misteriose ragioni di metrica, «muflone blu cobalto» (settenario) nella dedica 20 gennaio o 30 anni.
Un cenno, sia pure in sede impropria come questa, è tuttavia doveroso per la poesia di Annalisa Cima, la cui opera finora pubblicata è racchiusa in Di canto in canto (Longo, Ravenna 2007), con prefazione di Paolo Cherchi. Per la qualità, è sufficiente leggere la poesia tradotta in castigliano da Jorge Guillén (p. 67); ma quel che preme sottolineare è la diversità di tono e contenuti rispetto alla poesia anche dell’ultimo Montale: astratta e «filosofica» la poesia di Cima, gnomica e di cronaca quella di Montale. Del resto, è Annalisa Cima a dichiarare allo stesso Montale che i suoi poeti preferiti sono Ungaretti e Zanzotto.
Resta da sottolineare la centralità della poesia Il clou nel Diario postumo. Annalisa Cima ne riconduce il significato alla «conversione» di Montale da Spinoza a Leibniz, ma Oreste Macrì è andato oltre, in due lettere che ho pubblicato nella Revue des Études italiens (n. 3-4, 1998). In data 5 agosto 1997, Macrì mi aveva scritto: «L’approssimarsi di Montale al cattolicesimo fu lungo e graduale; per molti anni di “non praticante”. La Mosca era cattolica ebrea, affine alla Brandeis, motivo per il quale Montale rinunziò all’invito di recarsi in America. La poesia Il clou del Diario postumo termina: “E fu così che il tuo parlare / timoroso e ardente, mi rese / in breve da ateo credente”. La resistenza “gnostica” fu lunga e duratura; la conversione si operò a mio parere nella seconda dimora in via Bigli a Milano. Rammento che ivi andò a trovarlo il Fabiani, che ne scrisse su Oggi, se non ricordo male. Salito al piano dell’appartamento del poeta trovò la porta socchiusa e scorse Montale inginocchiato davanti alla televisione che ascoltava la Messa». E ancora, il 29 agosto 1997: «Mi confermo nell’idea che l’ultima sua donna, Annalisa Cima, celebrata nel Diario postumo, costituisce per lui la liberatrice e salvatrice. Nella poesia Il clou: “Ratio ultima rerum… id est deus. E fu così che il tuo parlare / timoroso e ardente, mi rese / in breve da ateo credente”. E nella poesia di p. 67 la chiama “voce di salvazione”, vocabolo specificamente spirituale cristiano». Lasciamo impregiudicata, nel segreto delle coscienze, l’ipotesi macriana (che tuttavia condivido), e concludiamo con Montale che, nella poesia di risposta al rimprovero di Annalisa per aver accettato il Nobel, scrisse: «Il tempo degli eventi / è diverso dal nostro».
Cesare Cavalleri
*In copertina: Eugenio Montale e Annalisa Cima. Si conobbero nel 1968
L'articolo Addio ad Annalisa Cima, la musa di Montale che stava antipatica a troppi. Il “Diario postumo” fu uno tsunami. Lei si diceva così: “Vivo la contraddizione d’essere angelo ed Erinni” proviene da Pangea.
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