#Alberto Ghisi
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haveyouseenthisseries-poll · 4 months ago
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badmovieihave · 11 months ago
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Bad movie I have Final Destination 3 (2006)
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boylondonstory · 8 years ago
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Legal Fake “BOY London” made in Barletta.
Con questo post intendiamo rispondere ancora una volta e pubblicamente alle tante richieste che ci arrivano da persone incredule riguardo il "Legal Fake" made in Barletta di "BOY London". Siete arrivati finanche ad incolpare noi di trattare un falso. Sempre ci chiedete se “Boy London Italia” è un fake perchè non facciamo nulla a livello legale per mettere fine a questo fenomeno. Bene una volta e per sempre vogliamo ripetere a tutti voi che noi siamo una pagina di fans del brand dal lontano 1986, ovvero già 10 anni dopo che il brand era sul mercato (esso è infatti uscito sul mercato nel lontano 1976, 41 anni fa ndr.), e che non siamo l'azienda BOY London (che ha sede a Londra... ovviamente e non a Barletta n.d.r.) quindi noi non facciamo nessuna battaglia, ma solo informazione. In secondo luogo se aveste letto con attezione i nostri post al riguardo e visionato con attenzione l'album facebook che contiene tutte le foto dei confronti, commentate una ad una, sapreste che trattasi di "LEGAL FAKE".
Abbiamo ampiamente trattato l'argomento "Legal fake", che sta dilagando in Italia da qualche anno, anche postando articoli del famoso magazine di street fashion "nssmag.com"... Riassumento trattasi di un fake legale (legale in Italia, il paese dei pagliacci...) quindi non è facile intraprendere alcuna azione legale. Inotre BOY London (cosi come Supreme, PYREX ed altri marchi contraffatti legalmente nel nostro paese) non è interessato al mercato italiano. Lo spiegano bene qui di seguito alcuni tra i piu importanti store manager italiani riferendosi al legal fake Supreme: VALERIO GHISI (Stone Soup): Il fenomeno Supreme Italia mette radici in un sempre più vasto segmento di consumatori disinformati e passivi. Sono quelli che si lasciano condizionare da qualsiasi proposta senza valutarne la portata, memorizzano a livello visivo un brand perché sovraesposto senza andare oltre. Esistono troppi ragazzi privi di curiosità e nemmeno troppo interessati a capire cosa sia Supreme NYC o Supreme Italia. Nel loro immaginario esiste quella scritta, punto. Che sia NYC, Barletta o Singapore non fa differenza, basta indossarla. Per parlare di falso o di contraffazione credo si debba entrare nello specifico dei cavilli legali che regolano la proprietà intellettuale di un marchio. Stiamo certamente parlando di followers che nulla hanno a che fare con la creatività. Fare più soldi possibili giocando sulla disinformazione e usare come traino il genio altrui è l'unico obiettivo. ALESSANDRO ALTOMARE (Maison Group): Il primo passo per capire un fenomeno del genere è capire la posizione di Supreme in Italia. Molto probabilmente, il nostro mercato a livello internazionale non interessava più di tanto al "superbrand" e questo ha lasciato delle lacune in termini legali che hanno permesso a dei semplici produttori di registrare la loro attività con il nome del marchio. È un effetto boomerang che la rete ha creato. I dati sono troppo accessibili a tutti. Nei primi anni del nuovo millennio sarebbe stato impossibile che un semplice produttore arrivasse a capire il business delle subculture. Il fenomeno, secondo chi ha ancora un’etica lavorativa, va condannato a tutti i costi, sia da retailer sia da consumatore, anche perché Supreme sarà il primo di una lunga serie di brand che verranno clonati in Italia. Noi che viviamo proprio nel polo di produzione abbiamo ribattezzato questo fenomeno "legal fake”. ALBERTO CAMPO (Blackwater Store): Ovviamente il fattore alla base della diffusione di Supreme Barletta è l'ignoranza generale che in Italia circonda il mondo dello streetwear e Supreme nello specifico. Supreme, quello vero, nasce nel 1994, ma diciamo che è solo dal 2010/2011 che sta alla ribalta mainstream. Quindi se calcoliamo che in Italia i "trend” arrivano con un paio d'anni di ritardo (tolti chiaramente i grandi centri come Milano e Roma e gli appassionati) è facile capire come mai anche qui, a scoppio ritardato, anche il cliente che fino a ieri vestiva Pull&Bear e Hollister sia interessato a Supreme. Questo interesse ovviamente crea domanda. Domanda che Supreme non ha nessuna intenzione di saziare, mantenendo la sua politica di limitatezza nei pezzi e nei luoghi in cui è possibile acquistarla. Qui entrano in scena gli ormai famosi Barlettari, esperti nel ricercare brand in voga che non hanno il marchio registrato in Italia. È decisamente una copia scadente e senza idee dell'originale, quindi è senza dubbio da condannare per contraffazione. DAVIDE MARRE (INNER Milano): È assolutamente da condannare. Il fatto che abbia preso piede in Italia è dovuto principalmente alla disinformazione, i ragazzi conoscono i nomi dei brand, ma non la storia, non da dove nascono e perché sono arrivati dove sono. Per chiunque fosse interessato ad approfondire (ma credo nessuno purtroppo, siamo in Italia...) vi lascio i links degli articoli: Legal Fake Supreme: http://www.nssmag.com/it/fashion/9262/supreme-italia-fenomenologia-del-legal-fake-made-in-barletta Legal fake BOY London: http://www.nssmag.com/it/fashion/9939/boy-london-italia-fenomenologia-del-legal-fake-made-in-barletta Il nostro album FB dove spieghiamo passo passo le differenze e come riconoscere un legal fake: https://www.facebook.com/pg/boylondonstory/photos/?tab=album&album_id=2001474960078091
Il link della pagina FB ufficiale di BOY London: https://www.facebook.com/boylondonltd/
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moviemosaics · 8 years ago
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Trick R Treat
directed by Michael Dougherty, 2007
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