#Abbazia di Casamari
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Federico II di Svevia, in un bassorilievo dei capitelli nel chiostro dell'Abbazia Cistercense di Casamari, seguito dai volti del giurista e gran consigliere Pier delle Vigne, e dal suo collaboratore in loco, l'abate Giraldo di Casamari.
Sculture di ambito cistercense, prima metà del XIII secolo, corrispondenti alle cospicue donazioni al monastero da parte del casato normanno-svevo.
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RESTAURI / I due preziosi scrigni di Veroli tornano a splendere
#RESTAURI / I due preziosi scrigni di #Veroli tornano a splendere Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze espone, appena restaurati, due preziosi cofanetti eburnei risalenti al XII-XIII secolo conservati nel tesoro del Duomo di Veroli.
Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze espone, appena restaurati, due preziosi scrigni eburnei risalenti al XII-XIII secolo conservati nel tesoro del Duomo di Veroli. L’iniziativa inaugura la rassegna: Caring for Art. Restauri in mostra, che consente di ammirare i capolavori riportati all’antico splendore prima che ritornino “a casa” Furono realizzati per un privato nella Palermo…
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#Abbazia di Casamari#cofanetti di Veroli#firenze#Lazio#mostre#Opificio delle Pietre Dure#restauri#Veroli
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May 26, 2024
Abbazia di Casamari (Italy)
© Maurizio Antonelli
#photography#ph maurizio antonelli#abbey#cistercian#gothic architecture#gothic mood#13th century#italian heritage#italian history#italy#lazio#eerie#solitude#melancholy#ademater personal selection blog
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Custodi di arte e fede: Abbazia di Piona
Ai piedi dei monti Legnone e Legnoncino, sulla punta del promontorio di Olgiasca, sull'alto lago di Como, si trova il monastero benedettino di Piona. Una fonte attesta che nel VII secolo d.C. in quel territorio esisteva una comunità monastica, probabilmente di impostazione eremitica, infatti nel chiostro si conserva il Cippo di Agrippino, che prende il nome dal vescovo di Como che nel 617 fece erigere un oratorio consacrato a santa Giustina martire. Verso la fine dell'XI secolo l'abbazia di Piona venne inserita nel movimento della riforma cluniacense che prevedeva il trasferimento dei monaci dalla casa madre di Cluny alle abbazie in crisi. Dal XII secolo è pervenuta una documentazione che dimostra la vitalità dell'abbazia di Piona, ma nel corso del XIV secolo ci fu una lenta decadenza dovuta al ridotto numero di monaci. Nel 1798, per ordine del Direttorio della Repubblica Cisalpina, tutti i beni dell'abbazia furono incamerati dal dipartimento dell'Adda e messi all'asta e nel 1879 iniziò il restauro della chiesa con aiuti governativi e sovvenzioni del comune e della provincia di Como. L’imprenditore Pietro Rocca nel 1935 acquistò l’edificio, ma poco tempo dopo suo fratello Cesare si recò in Etiopia per la costruzione di un tratto di strada e fu ucciso insieme alla moglie in un attentato. Per onorare la memoria dei loro cari, Pietro e la madre Annetta Pogliani decisero di affidare il monastero alla Congregazione dei Cistercensi di Casamari. Nel 1938, un gruppo di monaci provenienti da Casamari riaprì le porte di Piona permettendo ancora oggi di visitarla. La chiesa appare un po’ arretrata rispetto al lato occidentale del monastero cui si appoggia, mentre sulla facciata si apre la porta bronzea dello scultore Giuseppe Abram e una monofora, mentre una serie di arcatelle segue gli spioventi del tetto e prosegue lungo le pareti laterali, la cui superficie è scandita da monofore e sottili lesene. A destra dell'abside si nota il campanile quadrangolare del XVII secolo e sui lati si susseguono con ritmo ascensionale e alterno oculi e feritoie fino alla cella campanaria decorate da quattro fornici a tutto sesto. Il suggestivo chiostro, realizzato intorno al 1242, in uno stile di passaggio tra il romanico e il gotico, è il punto di riferimento del complesso monastico. La struttura quadrangolare del chiostro evoca il numero quattro, come i quattro elementi dell'universo, i quattro punti cardinali, il disprezzo di se, il disprezzo del mondo, l'amore del prossimo l'amore di Dio. Al centro del chiostro la fonte e l'albero simboleggiano la fonte delle delizie e l'albero della vita del paradiso terrestre.. Di incredibile bellezza sono i capitelli decorati con motivi vegetali e figurati oltre agli affreschi Calendario con Santi degli inizi dek XIII secolo e Miracolo di San Benedetto della fine del XII secolo. La sala capitolare, sul lato orientale del chiostro, prende il nome dall’antica funzione di luogo di lettura del Capitolo della Regola e del Capitolo delle colpe in cui i monaci si accusavano delle colpe commesse e chiedevano perdono ai fratelli. Gli stalli e le spalliere in legno della scuola veneziana del secolo XVIII provengono dalla sagrestia di San Zeno a Verona, con colonne tortili e lesene sormontate da capitelli compositi, oltre che sa pannelli intarsiati. Particolare attenzione merita il pannello raffigurante il sole che irradia luce sulla terra e i due con la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Read the full article
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Casamari Abbey, Lazio, Italy
#Abbazia di Casamari#Veroli#Italian architecture#Italy#Gotico cistercense#Gothic#gothic architecture
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Abbazia di Casamari (01/01/2022)
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Silencio en Casamari.
La gita estaba planeada desde hacía varios días en la cartelera de la sala de café, de la Casa Generalizia. Allí vivía junto a otros cuarenta Hermanos de La Salle de todo el mundo, y solíamos compartir un limoncello o una sambuca luego de cada comida. También comentábamos los titulares de los periódicos más importantes del mundo, e intercambiábamos algunas frases en distintos idiomas que nos desenredaban la lengua.
Aunque en realidad no era una gita o una suerte de paseo, más bien, era un retiro espiritual que organizaban los Hermanos cada seis meses, y al cual yo estaba invitado por hacer parte de la Comunidad, así no hubiera hecho votos de pobreza, obediencia y castidad.
En esta ocasión, su director, el Hno. John Guasconi, oriundo de Nueva York, había escogido ir a Casamari, una abadía cisterciense, cuyo nombre es de origen latino y significa Casa de Mario, lugar de nacimiento de Cayo Mario, célebre general que fue siete veces cónsul romano y adversario de Sila en la guerra civil del año 88 a. C., ubicada en el municipio de Veroli, provincia de Frosinone, más exactamente dentro de la región de Lacio.
Allí estaríamos durante tres días internados en un mundo espiritualmente distante para mí, también habrían largas jornadas de lectura y soledad, pero sobre todo, tendría una especie de confrontación personal, con la que intentaría reconocer mis propios temores, frustraciones y anhelos. La idea era la de reducir casi que por completo, cualquier diálogo con las demás personas, y aunque parecía un poco extremista, a mí me llamaba la atención.
La distancia entre Roma y Veroli no superó la hora y media de recorrido. Las amplias autopistas italianas fueron un aliciente para mí, ya que nunca me ha gustado permanecer durante tanto tiempo dentro de un bus o un automóvil. Tras varios kilómetros en los que dejamos atrás paisajes rocambolescos, avistamos un imponente monasterio hecho en roca, el cual parecía detenido en el tiempo, así como algunos árboles que lo abrazaban con sus copas grises y se alzaban entre nubes, como si fuese una pintura impresionista.
Desde el primer momento en el que llegamos todo resultó introspectivo. El silencio que rodeaba cada espacio me permitía escuchar mi respiración, el frío penetraba mis huesos y en algunos momentos sentía que me desdoblaría, al tiempo que escuchaba a decenas de pajaritos cantar y revolotear dispersos por el viento.
Cada rincón de la abadía evocaba una historia fulminante, exaltada por su mobiliario. A medida que caminábamos, muy separados unos de los otros, podíamos apreciar un sinnúmero de piedras entrelazadas por los pasillos, decenas de gárgolas con rostros expresivos en las esquinas, frescos antiquísimos en las paredes, tumbas de monjes con nombres de actores de cine, y hasta un reloj solar, completamente distinto a los que conocí hasta ese momento.
Después de capturar distintas imágenes mentales y fotográficas, llegué sin darme cuenta a un hermoso jardín que parecía haber sido estilizado por Edward Scissorhands. Cada árbol o arbusto tenía el recorte perfecto de su figura, y en el piso yacían más tumbas de los monjes que allí habitaron y sirvieron alguna vez.
A medida que avanzaba por la solemnidad del lugar, cada puerta que abría me sorprendía con locaciones petrificadas en los siglos. Una farmacia, una capilla, una licorería, una biblioteca, una tipografía, un museo arqueológico y hasta un aviario con especies extraordinarias. Todas sus paredes eran heladas, y al pasarles los dedos por encima, quedaban humedecidos y cubiertos de moho.
Lo mejor es guardar silencio. -Pensé-.
Especias, fragancias y medicamentos antiquísimos, hacían de la farmacia, el lugar más impresionante de la abadía. Por supuesto, la nave central de la iglesia principal y cada uno de sus rincones, maravillaban por su esencia, pero la farmacia, era la farmacia. Podría haberla descrito en este texto, pero basta con observar las fotografías que muestran las porcelanas, las pinturas, las cortinas y la estética del lugar, para optar por el silencio, una vez más.
Esa primera noche, internado en el cuarto que me asignaron, una mesita de noche en la que reposaba la Biblia y un librito de cantos en italiano y latín, se presentaron como acompañantes de una jornada que sería bastante difícil para mí. Nunca será fácil orar si no se tiene fe, y no siempre será suficiente intentar tenerla.
Los Hermanos acostumbraban a cenar temprano, después de eso, nos reuniríamos para realizar una actividad en la que hablaríamos unos con otros y escucharíamos la intervención especial de algún miembro de la comitiva. En el fondo, todo me recordaba al colegio, pero más que eso, me sentía siendo parte de un ejército de la fe.
El momento de cenar llegó y todos bajamos al comedor sin cruzar palabra. Allí, en medio de un salón amplísimo, había una mesa hecha de madera rústica, de unos veinte metros de largo y en forma de ú. La idea de comer ahí era extraña, mucho más cuando por primera vez, pude ver de cerca a los casi veinte monjes que habitaban el lugar. Todos ingresaron en fila india, llevaban una túnica blanca con negro, y parecían oscilar entre los sesenta y los noventa años. Uno de ellos era el encargado de pasar al frente de cada uno con una canasta llena de pan tostado, mientras los demás llevaban uvas y hortalizas, pasta recién cocida y trozos de pollo gratinado con albahaca.
Los Hermanos y yo nos sentamos al frente de ellos, mientras los observábamos, concentrados únicamente en comer. El ambiente parecía el de una película de suspenso. Era claro que debía apagar mi celular para evitarme cualquier vergüenza y mucho más erradicar por completo la intención de tomar una foto. Los monjes, eran monjes de clausura. La clausura tiene la finalidad de mantener un clima de recogimiento, silencio, oración y purificación espiritual para la búsqueda de la unión mística con Dios. Para algunos descabellado, para ellos una opción de vida. Su boca solo la abrían cuando caminando uno tras de otro, con la cabeza agachada, se ubicaban en los reclinatorios especialmente diseñados para cantar en grupo, alrededor del ábside de la iglesia.
Cada uno de ellos nos miraba fijamente a los ojos, al tiempo que pasaban ofreciéndonos los alimentos. Justo al frente mío, uno de ellos, se quedó mirándome con detenimiento y prosiguió dejándome una extraña sensación. Nunca había estado en un ritual así. Estaba muy lejos de casa y no acostumbraba a comer con tantas arandelas.
Al salir del recinto, miré mi reloj para saber cuánto tiempo podría reposar antes de la siguiente actividad. Me dirigí a mi recámara y pensé tantas cosas que mi mundo cambió sus dimensiones en un abrir y cerrar de ojos. Al la hora establecida, el Hno. Jesús Rubio, de origen mexicano, proyectó una escena de la película The Mission de Roland Joffé, en la que Robert De Niro y Jeremy Irons se abrazan, luego de que el primero es perdonado por los indígenas guaraníes del Paraguay. Todo musicalizado por Ennio Morricone, y finalizado con una reflexión impresa, de esas que revuelcan el corazón:
“Si la violencia es lo que cuenta, entonces no tengo fuerzas para vivir en un mundo así.”
Los días siguientes transcurrieron bajo la misma dinámica, eso sí, con la fortuna de haber podido contemplar, en vivo, los cantos gregorianos de los monjes cistercienses. No sé cuántas cosas habrían que pasar para pensar en la separación física del mundo, y tomar como opción de vida el silencio, pero al menos estoy seguro de que todo lo que viví aquella vez será indeleble, porque nunca antes me había escuchado tanto.
#Abadía de Casamari#Abbazia di Casamari#Veroli#Frosinone#Roma#Lacio#Lazio#Italia#Ordo Cisterciensis#Orden Cisterciense#Cantos Gregorianos#The Mission
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Abbazia di Casamari (presso Abbazia di Casamari) https://www.instagram.com/p/CUP54_Tof8N/?utm_medium=tumblr
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IL 17 AGOSTO MALA PUNICA|PEDRO MEMELSDORFF IN CONCERTO TRA GLI SPLENDORI GOTICI DELL'ABBAZIA DI CASAMARI A VEROLI (FR)
IL 17 AGOSTO MALA PUNICA|PEDRO MEMELSDORFF IN CONCERTO TRA GLI SPLENDORI GOTICI DELL’ABBAZIA DI CASAMARI A VEROLI (FR)
RAFFINATI “TRAVESTIMENTI” DI MELODIE PROFANE IN UN CAPOLAVORO DI ARCHITETTURA GOTICA 17 agosto Abbazia di Casamari, Veroli (Fr) ore 18.30 Mala Punica | Pedro Memelsdorff MISSA CANTILENA 8° appuntamento con la rassegna “IN MUSICA” nell’ambito di Art City 2017 Proseguono con successo gli appuntamenti di “In Musica”, la rassegna di musica antica con qualche incursione nel contemporaneo curata da…
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#"IN MUSICA"#ABBAZIA DI CASAMARI#Alessandro Gambino#Art City 2017#concerto#Frosinone#GDG Press#MALA PUNICA#MELODIE PROFANE#MISSA CANTILENA#PEDRO MEMELSDORFF#SPLENDORI GOTICI#VEROLI
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titolo; sala consigliare abbazia di Casamari
essenza: ciliegio ( capitello in pioppo su tavola in abete )
dimensioni: 45 cm x 42 cm
data: dicembre 2021
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Casamari, XXIX Concerto di fine anno, Haydn con il Coro Josquin Des Pres e l'Orchestra Francesco Alviti, lunedì 30 dicembre, ore 18,30, dir. Mauro Gizzi (presso Abbazia di Casamari) https://www.instagram.com/p/B6umjUXIApw/?igshid=1qoe1o6f6d6d
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Abbazia di Piona: un piccolo gioiello romanico sul Lago di Como/Piona abbey: a small Romanesque jewel on Como Lake.
Abbazia di Piona: un piccolo gioiello romanico sul Lago di Como/Piona abbey: a small Romanesque jewel on Como Lake.
Ci sono dei luoghi il cui fascino va oltre la storia. Chiunque viva attorno al lago di Como non può che essere legato alla piccola abbazia di Piona. Meta di gite giornaliera, anche per la sua posizione invidiabile a dominio del lago, è un gioiellino romanico, con un bellissimo chiostro, che merita di essere conosciuto in tutto il mondo. Sicuramente una delle più romantiche e affascinanti abbazie…
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Italian Cistercian Architecture Through The Lens of Federico Scarchilli
Italian Cistercian Architecture Through The Lens of Federico Scarchilli
Abbazia di Fossanova
In his latest photographic collection, Federico Scarchilli captures Cistercian order in the form of Abbazia di Fossanova, Casamari, and Valvisciolo. Simple and utilitarian, Cistercian architecture reflects the transition between the Romanesque and Gothic periods. During this time, many religious authorities felt excessive ornamentation was a distraction to spiritual studies.
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♦️"C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per la guerra e un tempo per la pace". . ♥️Abbazia di Casamari, Veroli. . #itinarrando #viviciociaria #nikonitalia #igerslazio #yallerslazio #top_lazio_photo #lazioisme #abbey #goodmorning #buongiorno #bible #loveslazio #lovesfoto #instafollowme #instalike #instagood
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