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Genova: lotta alla criminalità organizzata, aprono a settembre le domande al nuovo bando regionale per i comuni che riqualificano i beni confiscati alle mafie
Genova: lotta alla criminalità organizzata, aprono a settembre le domande al nuovo bando regionale per i comuni che riqualificano i beni confiscati alle mafie. Regione Liguria ha approvato in giunta il nuovo bando dedicato ai comuni che intendono riqualificare i beni confiscati alla criminalità organizzata e mafiosa. In particolare, grazie al nuovo strumento da 600 mila euro, gli enti locali liguri potranno richiedere a Regione Liguria fino a 100 mila euro a fondo perduto. Contributo che, in caso di due domande presentate dallo stesso ente, può raggiungere i 150 mila euro. L'agevolazione regionale è concessa a copertura dell'80% dell'investimento effettuato, 90% se è un piccolo comune a farne richiesta (fino a 5 mila abitanti). "C'era molta attesa per l'uscita di questo bando, che dispone di una dotazione economica maggiore rispetto al passato - spiega l'assessore regionale allo Sviluppo economico e alla Sicurezza - Dopo gli immobili restituiti alla comunità ligure con il Bando del 2022, confidiamo, con questi 600 mila euro, di dar nuova vita ad altri beni confiscati alla criminalità organizzata. L'azione di Regione Liguria con questa misura, che d'ora in poi, grazie alla recente l.r. 2/2024, disporrà di un proprio capitolo di bilancio annuale, è duplice: promuovere la cultura della legalità e accompagnare i comuni nel recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio". Sono ammissibili a contributo le spese sostenute, a partire dal 1° gennaio 2024, per il recupero e la rifunzionalizzazione dell'immobile confiscato per finalità sociali o istituzionali. Possono presentare domanda di contributo, dal 2 al 30 settembre, all'indirizzo pec [email protected], gli enti locali liguri già destinatari del bene confiscato per cui chiedono l'agevolazione e quei comuni che hanno procedure di destinazione in corso presso l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC). Anche questa estensione rappresenta una novità della citata legge regionale (l.r. 2/2024), introdotta con l'auspicio che possa costituire un incentivo alla presentazione da parte dei comuni di manifestazioni di interesse presso l'Agenzia nazionale, nonché alla velocizzazione delle relative procedure dirette all'assegnazione dei beni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Quando la legalità si fa arte
A Milano, a Palazzo Litta, in Corso Magenta, è in corso una mostra piccola (69 opere) ma importante, sia per il valore storico-artistico delle opere esposte sia per il valore simbolico dell’esposizione stessa. Il titolo è “Arte liberata. Dal sequestro al museo”: si tratta di lavori confiscati e restituiti alla società civile grazie all’impegno dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e al Ministero dei beni e delle attività cultuali (MiBAC) , in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia e la Regione Lombardia (finanziatrice del progetto grazie ai fondi europei “Attuazione del programma operativo Ob.2 FSE 2007-2013”)
La mostra è il risultato di un progetto che ha visto le quattro realtà sopra citate lavorare insieme in favore del bene pubblico, in un percorso a ostacoli fra lungaggini burocratiche e amministrative, difficoltà logistiche ed economiche, ma con una volontà e una visione comune: far sì che opere d’arte acquisite da privati con proventi non leciti potessero diventare patrimonio di tutti. La mostra sancisce proprio questo principio, poiché durante la conferenza stampa dell’inaugurazione è stato ufficializzato il passaggio di proprietà della collezione esposta dall’ANBSC al Segretariato regionale del Ministero dei beni culturali per la Regione Lombardia. Forte è stata, inoltre, la volontà di non disgregare la collezione e così sarà in futuro, sebbene questa scelta implichi la disponibilità di un ente museale che abbia gli spazi sufficienti per conservarle e soprattutto esporle, quale segno tangibile della lotta alla criminalità organizzata.
Il lavoro delle 5 ricercatrici vincitrici della borsa di studio si è concentrato su due confische, ma solo a questa esposta è stata riconosciuta una valenza culturale e di vera e propria collezione, in quanto l’insieme ha rivelato una coerenza di acquisizioni e di percorsi artistici.
Il percorso si snoda nelle splendide sale storiche di Palazzo Litta. Gli specchi dorati e i magnifici lampadari e meravigliosi pavimenti lignei dialogano, alla pari, con César, Arman e Pol Bury, esponenti di spicco del Nouveau Realism,
Arnaldo Pomodoro e Christo, Ceccobelli e Remo Bianco, Paolini, Penone, Calzolari, Uncini e Delvoye, Spalletti e Christiane Lohr, solo per citare alcuni dei nomi presenti.
L’esposizione è di grande impatto per la particolarità delle opere, ma anche, e non ci stanchiamo di ripeterlo, per il forte legame al tema della legalità, sebbene questo termine venga utilizzato a sproposito, anche da chi sta cercando una legittimazione.
Vi invitiamo, infine, a partecipare alle iniziative promosse dal Sistema Bibliotecario di Milano sui temi della cittadinanza attiva.
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Great sparring with the champ @royjonesjrofficial it was an honor sharing the ring with you! Be sure to tune in on November for @royjonesjrofficial vs. @miketyson #TeamBulletProof#Bulletproofpromotions#Teammikeygarcia #Garciapromotions#RGBA #ringstar #sorrynotsorry #freshstart #ATLBoxing#RGBA #SOG #silverbackgang #upgraded #rivalboxing #esnews #thaboxingvoice #fitmen #ringstar #rocnation #anbsc #light-heavy #snac #matchroomboxing #ethikacollection #gcrustock Repost from @teambulletproof @splittboxing https://www.instagram.com/p/CDy7jWuBIFL/?igshid=1f5k6g67alp5r
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Codacons, Codici, Konsumer Italia partner di ANBSC Codacons, Codici, Konsumer Italia partner dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata insieme ad INAG, Apart e Crop News Onlus…
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Confiscation des biens mafieux : intérêt et limites
A l’exemple de l’Italie, la France saisit les avoirs de la grande criminalité. Ces organisations se voient touchées « au portefeuille ». Les mafias sont affaiblies par ces confiscations, mais la gestion des biens saisis par les Justices n’est pas aisée. Seule une petite partie des immenses valeurs est utilisée. Les mafias trouvent des solutions pour limiter les conséquences des confiscations.
La confiscation des biens, « par anticipation », dans les dossiers judiciaires de « type mafieux » et non mafieux. L’exemple italien
Frapper les mafieux au porte-monnaie, c’est l’esprit de la loi italienne adoptée en 1982 (Loi Rognoni- Pio la Torre)*. En 1996 une loi complète le dispositif et permet de vendre les biens saisis et confisqués (après jugement définitif) « à des fins sociales et/ou culturelles ». Le tout est chapeauté par une agence chargée de la gestion et de la revente des biens confisqués. Agenzia Nazionaleper l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).
En Italie, dans les enquêtes sur les activités de type mafieux et non mafieux, la Justice peut faire procéder aux saisies de biens, sous forme conservatoire, avant procès. En d’autres termes des biens peuvent être saisis (mobiliers, immobilier, argent liquide…). Il s’agit d’un procédé juridique unique en Europe. Les détails et les modalités d’application de cette loi peuvent être lues ici. Nous verrons, plus loin, les modalités de revente et d’utilisation des biens confisqués et les difficultés rencontrées.
Si ,après jugement, la personne est blanchie, ses biens lui sont restitués. Cette manière de procéder soulève des protestations et débouche sur des recours en Justice. On note un certain nombre de recours devant la Cour Européenne des Droits de l’Homme (CEDH). Cueillie ci-dessous, au hasard, une affaire non mafieuse traitée devant la CEDH. Il s’agit d’une affaire de Confiscation de terrains pour lotissements illicites : violations de la Convention,jugée devant la Cour en Juin 2018.
« La Cour observe que les requérants se sont vu confisquer leurs biens alors qu’aucun d’eux n’avait fait l’objet d’une condamnation formelle. Conformément à la jurisprudence de l’arrêt Varvara c. Italie, la Cour rappelle que l’article 7 s’oppose à ce qu’une sanction de nature pénale puisse être imposée à un individu sans que sa responsabilité pénale personnelle ne soit préalablement établie et déclarée. ».
Majoritairement, la CEDH ne condamne pas les saisies de bien mafieux en Italie, si les procédures sont bien respectées. A l’exemple de cette affaire, en lien ici. (Requête n°15130/89, 19 Janvier 1995).
En France les saisies de bien, dans le cadre d’affaires criminelles, sont régies par la loi dite « Loi N° 2010-768 du 9 juillet 2010, dite « Loi Warssmann » visant à faciliter la saisie et la confiscation en matière pénale.
Les biens confisqués dans le cadre de certaines affaires sont gérés par l’Agence de Gestion et de Recouvrement des Avoirs Saisis et Confisqués (AGRASC). Le rôle de l’AGRASC est strictement défini par la loi.
De plus il faut savoir qu’une partie des fonds collectés par l’agence, suite à des décisions de Justice, sert à financer un fond pour les collaborateurs de Justice, les « repentis ». Le détail peut être lu dans le rapport d’information du Sénat (Page 30) fait « Au nom de la commission des finances sur l’Agence de Gestion et de Recouvrement des Avoirs Saisis et Confisqués ».
Depuis sa création effective (2011) l’AGRASC a eu à traiter 87 722 dossiers, au niveau national, soit la gestion de 173 077 biens. Montant total évalué à 920 millions d’euros. Les biens vendus (après jugement définitif) ont rapporté 8, 3 millions d’euros en 2017. Source : AGRASC.
En 2018, l’agence a procédé à des « confiscations d’un montant de 36 millions d’euros » selon la Directrice Générale de l’AGRASC.
En 2019, le montant des saisies s’élève « à 253, 4 millions d’euros (+603,9% en un an) » selon le Président du Conseil d’Administration de l’Agence. 119 millions ont été reversés au budget de l’État.
En 2020, l’Agence a versé 50 millions d’euros au budget de l’État et 20 millions au fond destiné à la lutte contre la drogue, le proxénétisme et la traite d’êtres humains.
Depuis sa création, l’AGRASC a encaissé plus de 609 millions d’euros.
A noter que l’actuel Directeur Général de l’AGRASC (nommé en 2020) est Nicolas Bessone, ancien Procureur de la République de Bastia (2014-2017).
En Corse, depuis 2017, le montant des saisies de biens s’élève à 14, 6 M€. En 2018, pour la première fois dans l’île, six biens ont été vendus pour un montant de 2,4 M€.
Pour la première fois en Corse, six de ces biens ont été vendus pour un total de plus de 2,4 millions d’euros. Cela représente un quart du montant total des ventes nationales de 2017 (8,3 millions €) vendus par l’AGRASC. Cela semble signifier, qu’en matière patrimoniale, les autorités arrivent à trouver quelques informations. Il s’agit, sans-doute d’une (grosse) goutte d’eau dans l’océan des biens mal acquis. Difficile d’en savoir plus, sur les biens saisis. Les autorités françaises font généralement preuve d’une grande discrétion, contrairement aux autorités italiennes qui entendent faire savoir au grand public l’importance du patrimoine des mafieux.
Du coté de l’AGRASC, les chiffres et montants sont communiqués régulièrement. Pour les trois années de 2018 à 2020, nous pouvons voir le tableau ci-dessous (Corse).
Les chiffres, ci-dessus, ne représentent qu’une partie des saisies effectuées, en France pour cette période. Aux saisies comptabilisées par l'AGRASC concernant les tribunaux judiciaires de Bastia et Ajaccio, il faut ajouter celles réalisées notamment par la JIRS de Marseille et le Parquet National Financier. Mais les données de ces deux organismes et d’autres (JUNALCO, Parquet Anti Terroriste) ne sont pas discriminées au niveau de l’AGRASC pour les biens saisis en Corse.
La modicité des chiffres connus peut s’expliquer par plusieurs raisons, notamment par le fait que la loi soit récente. Cependant, aucun élément ne permet à ce jour de se servir de ces chiffres pour apprécier le niveau général de la criminalité.
Il est vrai que si l’on compare les montants avec ceux connus en Italie, l’écart est considérable.
Les confiscations en Italie, des montants énormes
La lecture des biens saisis en Italie donne le vertige. Entre 2010 et 2018, 65.502 (Soixante cinq mille cinq cent deux) biens ont été confisqués ou séquestrés aux différentes mafias italiennes. Source : ANBSC.
La nature des biens est très diversifiée : entreprises, hôtels, restaurants, argent liquide, maisons, voitures, terrains agricoles…
La localisation des biens saisis, dans la même période, se situe dans toute l’Italie, même si les plus gros montants se trouvent dans les quatre régions correspondant aux quatre mafias italiennes : Campanie-Naples (Camorra), Calabre (‘N drangheta), Sicile (Cosa Nostra) et Pouilles (Sacra corona unita). La carte des saisies, ci-dessous, montre que les mafias diversifient le placement de leurs bénéfices. On peut noter que la riche Lombardie (Milan) arrive juste derrière les quatre régions « mères » des mafias.
Comment se répartissent les biens saisis (en valeur) par organisation criminelle ?
Ce classement des saisies, par organisation criminelle, n’est pas le reflet de la richesse respective des organisations criminelles. Il montre simplement quelles sont les organisations qui ont été les plus touchées par l’appareil répressif.
Secteurs où investissent les mafias
La nature des biens et entreprises « mafieuses » saisis nous donne une idée des secteurs économiques où les mafias investissent. Si nous prenons l’exemple de la Cosa Nostra (Sicile), nous pouvons voir, dans le graphisme ci-dessous, que le secteur de la construction se taille la part du lion, devant le commerce de gros et de détail. C’est ce que nous montrent les données collectées par l’ANBSC et mises en forme dans un travail universitaire réalisé à la demande du syndicat CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro). Les données portent sur les entreprises confisquées, par secteurs d’activité.
La recherche porte également sur d’autres régions italiennes, qui connaissent une forte saisie de biens mafieux. Pour les « régions mafieuses », l’origine économique des biens saisis est différente de celle de la Sicile :
-En Calabre, le commerce (gros et détail) devance d’un point la construction.
-En Campanie (Naples), le commerce devance, nettement, le secteur de la construction.
Les données de plusieurs régions peuvent êtres consultées dans le rapport « Dove investe la criminalita organizzata» (Où investit la criminalité organisée). Page 34 à 45.
Hors le débat juridique sur le thème « saisie avant ou après condamnation », le principal obstacle est bien celui de l’usage des biens définitivement saisis et des conséquences économiques, juridiques et… politiques de ces saisies.
ITALIE, UNE DIFFICILE GESTION DES BIENS SAISIS
Les biens définitivement séquestrés peuvent être vendus ou utilisés à des fins « sociales ou culturelles ». L’esprit de la loi est intellectuellement alléchant, sa mise en pratique est plus difficile et le résultat est nuancé.
L’application de la loi permettant à l’État d’utiliser les biens saisis n’est pas toujours effectuée, pour cause de pressions des groupes mafieux. Pourtant quelques exemples de réutilisation sont bien là. Ce qui est frappant, c’est que les Italiens s’organisent pour trouver des solutions pratiques et faire des propositions sociétales. Le risque c’est que l’arbre (l’existence de la loi) cache la forêt (les difficultés d’appliquer la loi).
Plus de vingt ans après la mise en place du dispositif législatif, le bilan est mitigé.
L’on trouve des optimistes qui considèrent que le rôle de l’ANBSC doit être renforcé par l’État et les pessimistes qui pensent que l’État est un piètre gestionnaire.
Parmi les optimistes on trouve, notamment, l’association LIBERA qui œuvre pour la mise en place de projets alternatifs à l’usage des biens mafieux.
La journaliste Alessandra Coppola et l’avocate Ilaria Ramoni publient un livre-enquête qui est un véritable appel à améliorer le système de réutilisation des biens confisqués : Per il nostro bene.
Mais il existe des raisons d’être inquiet. Une très grande partie des biens qui peuvent être revendus ne sont pas toujours bien gérés et surtout une part importante de ce potentiel n’est pas vendu pour différentes raisons : pressions et menaces des mafieux, difficultés financières ou juridiques.
De fait, la situation est complexe. Nous avons vu que, Jusqu’à l’éventuelle condamnation des mafieux poursuivis, les biens leur appartiennent juridiquement. Si une personne jugée n’est pas condamnée, le bien lui est restitué. Une action judiciaire peut durer de nombreuses années. On voit ici le risque qui pèse sur la bonne gestion économique d’un bien confisqué, quand il s’agit d’une entreprise.
Les mafieux ont intérêt à voir leurs biens saisis partir en faillite. Ils se servent de ce constat pour dénoncer la gestion de l’État sur le mode « c’était mieux avant ».
Les mafieux (et surtout leurs conseillers financiers) ont trouvé des parades pour protéger leur patrimoine. « (…) en réaction à la loi Rognoni-La Torre (loi sur les saisies NDLR), les mafieux ont eu tendance à augmenter le nombre de leurs entreprises en réduisant la taille ». Clotilde Champeyrache, déjà citée. La chercheuse du CNRS donne l’exemple de familles de la ‘Ndangheta : « la construction de nouvelles entreprises, la plupart du temps dans un même secteur d’activité, s’est accélérée au rythme d’une société par an en moyenne » La méthode, une famille : «… crée, détruit et recrée des entreprises en fonction des risques de séquestre et de confiscation ».
Cette réactivité montre une capacité d’adaptation remarquable des mafias et les limites de l’action de l’État. C’est ce qu’explique C. Champeyrache.
« La dangerosité du réseau (mafieux NDLR) ressort, elle, des nombreuses difficultés posées par la réinsertion effective des biens dans la sphère strictement légale ». Cette dangerosité est très bien comprise par les magistrats qui n’y peuvent mais : «(…) les juges n’ont pas les outils nécessaires pour s’attaquer à la Mafia dans son ensemble, mais seulement à des individus appartenant à la mafia, ils ont bien compris que le véritable propriétaire des biens est l’organisation criminelle bien plus que ses membres ».
Depuis 2014, 18 journaux régionaux du groupe L’Espresso participent à l’alimentation d’un portail internet sur l’évolution des biens confisqués et sur leur usage. Ce travail est regroupé par un réseau de data journalisme Datanina.it. Ce site est une mine d’or en matière de données sur les saisies et sur leur évolution. Pourtant, la consultation du site confiscatibene.it ne pousse pas à l’optimisme. On y trouve plusieurs exemples de faillites pour mauvaise gestion. Les procédures sont lentes et de nombreuses entreprises saisies sont en faillite avant même d’être redistribuées. Le danger est évident, des mafieux laissent circuler l’idée que leur gestion était meilleure. C’est dans cette, apparente , contradiction que se situe le cœur du problème.
Pour améliorer et optimiser l’usage des biens confisqués, l’ANBSC et l’Union italienne des chambres de commerce,ont signé un protocole pour: “la promotion et le développement d’initiatives conjointes, pour la valorisation des biens, des entreprises confisquées et leur utilisation pour soutenir l’emploi et les activités productrices” (Aout 2020). Le protocole peut être vu ici.
L’État combat les mafias et l’économie occulte qu’elles génèrent, mais ne gère pas toujours efficacement les biens récupérés. Ce que montre bien Clotilde Champeyrache, c’est que l’économie mafieuse se confond avec l’économie légale et que cette confusion est un obstacle.
De plus, pour plus d’un observateur ce n’est pas de l’incompétence. L’État lutte contre ce qui l’affaiblit (les mafias), mais en s’enrichissant (potentiellement) des biens mafieux, il se retrouve en contradiction avec la doxa libérale qui veut qu’un État gère de moins en moins de richesses.
La mauvaise gestion des biens mafieux est donc moins un constat d’incompétence qu’une crise profonde de la raison d’être de l’État.
La nation italienne s’est construite dans un grand désordre et alors même que certaines forces contemporaines essayent de renforcer la notion d’État, d’autres forces veulent affaiblir ce même État déjà diminué par son Histoire (j’aborderai la mise en place difficile, voire incomplète du Risorgimento).
Cette illustration du mythe de Prométhée est particulièrement terrifiante.
FRANCE, LIMITES ET DISCRÉTION
L’esprit de la loi diffère de la législation italienne.
« En droit français, la confiscation s’inscrit seulement dans le cadre de procédures pénales et non pas dans le cadre d’une saisie administrative ou préventive. Il s’agit en France d’une peine prévue par le tribunal quand la loi le prévoit. C’est une différence importante avec Italie ». Extrait compte rendu de la conférence : « la criminalité organisée en France » Septembre 2012. La STRADA, association franco-italienne de Sciences-Po Paris.
Cette nuance est logique car le Code Pénal français ne reconnaît pas « le crime pour association mafieuse ». Voir, plus haut « Criminalité organisée ou Mafia, des nuances ».
En France, la peine de confiscation ne peut être prononcée que dans le cadre d'une procédure pénale et ne peut être exécutée qu'une fois la décision de condamnation devenue définitive. « Lorsque plusieurs années séparent l'ouverture de la procédure de la décision définitive de confiscation, la personne mise en cause dispose du temps nécessaire pour organiser son insolvabilité ou « faire disparaître » les éléments de son patrimoine acquis grâce à des activités illicites. De fait, comme l'ont confirmé la plupart des personnes entendues par votre rapporteur, les tribunaux prononcent très rarement la confiscation des biens qui n'ont pas été rendus indisponibles au cours de l'enquête, privant de ce fait largement la peine complémentaire de confiscation, qui a fait l'objet d'une profonde réforme en 2007, de son effectivité ». Extrait Proposition de loi visant à faciliter la saisie et la confiscation en matière pénale. Sénat 24 Février 2010.
A ce jour, les valeurs saisies et gelées, sont majoritairement restituées, souvent après plusieurs années de procédure. Une illustration chiffrée est publiée, en 2014 par l’AGRASC : « Depuis sa création l’agence a versé 4,5 millions € à l’État, 5, 9 millions au « fond de concours » de lutte anti drogue, 1,2 millions aux créanciers publics et 1,1 aux parties civiles. Plus de 20 millions ont été restitués aux personnes poursuivies puis innocentées ».
En 2020, le rapport de l’AGRASC signale une augmentation de 25% des sommes restituées (46Millions), par rapport à 2019 (28 Millions).
Malgré ces réserves, le travail de l’AGRASC progresse, confer les montants exposés, ci-dessus. Le rôle de l’agence semble prendre de l’importance.
L’AGRASC se développe avec, notamment, l’ouverture de quatre antennes régionales (Marseille, Lyon, Lille et Rennes).
Les biens immobiliers saisis par l’agence, peuvent désormais être affectés à des associations d’utilité publique. Précédemment, seuls des acheteurs privés pouvaient se porter acquéreurs des biens confisqués. La France s’aligne, en partie, sur l’Italie (voir plus haut).
Il faut simplement rappeler que les saisies ne disent pas, entièrement, la richesse de telle ou telle bande ou de telle organisation criminelle, mais le niveau de répression qui les frappe.
Le prochain article sera consacré au régime de « prison dure » mis en place en Italie. Ce régime spécial (article 41 bis du code pénitentiaire) concerne les mafieux et les terroristes condamnés. Nous verrons les modalités de cette « prison dure », ainsi que les motifs de sa création et également les protestations que ce régime soulève.
Bibliographie et liens:
Quand la Mafia se légalise-Pour une approche économique institutionnaliste. Clotilde Champeyrache. CNRS Editions 2016
Per il nostro bene. Alessandra Coppola- Ilaria Ramoni Editions Chiarelettere
France Rapport d’activité de l’AGRASC (2021)
Italie Site de l’ANBSC
Alain VERDI le 19 Août 2022
lien vers le même article sur le site Mediapart
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Salerno. Una conferenza di servizi per assegnare i beni confiscati – ANBSC | www.benisequestraticonfiscati.it
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Ci sono state a Sabaudia delle verifiche per le occupazione degli immoili confiscati
Comune di Sabausia Il 23 febbraio a Sabaudia ci sono state delle verifiche sull'occupazione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata, da parte del comando di Polizia locale e dei carabinieri su input della Prefettura di Latina. L'operazione ha seguito le indicazioni dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e riguarda in particolare gli immobili acquisiti al patrimonio comunale nella zona di Bella Farnia.L’intervento è relativo ad un locale adibito a magazzino e quattro appartamenti nei quali sono state trovate quattro famiglie, per un totale di 11 adulti e 4 minori, tutti sottoposti ad identificazione. Tra loro tre cittadini di nazionalità indiana che sono stati segnalati all’Ufficio immigrazione perché irregolari sul territorio. Gli agenti di polizia locale hanno comunicato al responsabile dell’ufficio Servizi Sociali la condizione di disagio in cui versano gli occupanti degli immobili al fine di analizzare la loro situazione e trovare una opportuna soluzione di sostegno abitativo. Read the full article
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Buccinasco : noi vogliamo gli immobili confiscati di via Tobagi nr. 5 La Giunta comunale di ieri, su mia proposta, ha deliberato di rispondere alla proposta dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), che con con pec prot.
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Un nuovo articolo è stato postato su Ticonsiglio
Un nuovo articolo è stato inserito su https://www.ticonsiglio.com/anbsc-lavoro-decreto-sicurezza/
ANBSC: 70 posti di lavoro con Decreto Sicurezza
E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Sicurezza, un provvedimento legislativo che prevede anche un incremento dell’organico dell’ANBSC. Saranno indetti concorsi pubblici per la copertura di 70 posti di lavoro. Ecco cosa sapere
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In Lombardia un protocollo per accelerare le assegnazioni dei beni confiscati
In Lombardia un protocollo per accelerare le assegnazioni dei beni confiscati. Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di destinazione, assegnazione e utilizzo, creando le migliori condizioni per far incontrare "domanda e offerta". Sono gli obiettivi del protocollo d'intesa firmato ieri in Prefettura a Milano, alla presenza del Ministro dell'interno, Matteo Piantedosi, dal presidente di Regione Attilio Fontana, dal direttore dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), prefetto Bruno Corda, e dal presidente dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Lombardia, Mauro Guerra. Presente alla sottoscrizione anche l'assessore regionale alla Sicurezza e Protezione Civile, Romano La Russa. Grazie al protocollo, che ha una valenza triennale, verrà fornito inoltre un importante supporto agli Enti locali, sia per la pubblicazione, sui rispettivi siti internet, dei dati relativi ai beni confiscati presenti sul territorio e al loro utilizzo, sia per migliorare il processo di riutilizzo e gestione dei cespiti e individuare le risorse necessarie a co-finanziare la realizzazione degli interventi. Dei 3.163 beni confiscati in Lombardia, 1.591 sono destinati agli enti territoriali e al demanio dello Stato, 1.572 sono in gestione e da destinare. La maggior parte si trova in provincia di Milano, che registra più della metà del totale regionale degli immobili confiscati, seguita dalle province di Brescia, Monza-Brianza, Varese, Como e Pavia. «Viviamo una stagione di forte impegno antimafia, sia sul fronte della cattura di pericolosi latitanti che su quello del contrasto agli interessi criminali. È per questo che l'intesa sottoscritta assume un grande significato, non solo simbolico. L'utilizzo, per finalità sociali o istituzionali, dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, se da un lato consente di mitigare gli effetti negativi che le attività illegali hanno prodotto sul territorio, dall'altro concorre a creare le condizioni per lo sviluppo sociale ed economico di quelle aree, generando un circolo virtuoso di legalità e sicurezza che favorisce il senso di fiducia dei cittadini nelle Istituzioni», ha sottolineato il Ministro Piantedosi. «Regione Lombardia - spiega il presidente Fontana - vuole allargare ulteriormente la collaborazione tra gli attori coinvolti nel processo di valorizzazione dei beni e mette a disposizione, il “Viewer beni confiscati”, quale strumento informativo e di supporto».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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17 nella provincia di Verona
17 nella provincia di Verona
Nella mattinata di mercoledì a Venezia, presso il palazzo del Governo, si è tenuta la Conferenza di servizi dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC). La riunione è stata convocata dal Direttore dell’Agenzia, Ennio Mario Sodano, d’intesa con il Viceprefetto Vicario di Venezia, Sebastiano Cento. Vi hanno partecipato inoltre il…
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Il Comitato “Città Grande” promuove la Fusione dei consigli comunali a sud delle Marche e grazie all’esperienza con il Coordinamento Nazionale per la Fusione dei Comuni – l’Associazione FCCN – è in grado di leggere il territorio per aree omogenee e di individuare problematiche che altrimenti i confini comunali non riconoscerebbero, persino su tematiche complesse come la Sicurezza Pubblica.
“La sicurezza dei cittadini e l’ordine pubblico -scrive in una nota stampa Carlo Clementoni, Segretario Comitato Città Grande- assomigliano tanto a quelle clausole contrattuali scritte in piccolo, che nessuno legge fino a quando qualcuno dice che il contratto è stato annullato. E in questo caso il “contratto” è il programma elettorale dei comuni in cui si svolgono le elezioni. Se i candidati sindaco intendono la sicurezza come una delega in bianco alle Forze dell’Ordine compromettono il territorio, dato che nel Medio-Adriatico, come per la Sanità e i Trasporti, anche il sistema sicurezza è soffocato dalla burocrazia e riduzione delle risorse, mentre la criminalità sfrutta le debolezze connesse ai confini amministrativi”.
“Porto Recanati (MC), Porto S.Elpidio (FM), Martinsicuro (TE) e Silvi (TE) – aggiunge Clementoni- sono alcune realtà di confine istituzionale in cui si annidano criticità irrisolte da anni. E nell’attesa di conoscere la statistica dei reati della provincia marchigiana di Ascoli P., analizzando la vicina Teramo, in Abruzzo, s’intravedono certi squilibri organizzativi che interessano tutta la costa, da Porto Recanati a Silvi. Infatti, la logistica delle Forze dell’Ordine si ripete per i 120 km interessati dallo studio, costantemente distante dai luoghi in cui si commettono più reati: i presidi centrali nei capoluoghi, quelli dipendenti, come i Commissariati di Pubblica Sicurezza, sulla costa. Rimane il dubbio che una certa rigidità istituzionale possa favorire l’associazione mafiosa in centri ritenuti erroneamente minori”.
Clementoni entra, poi, nello specifico.” CONFISCHE PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA. Proprio in occasione del 25esimo anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, oltre ai reati più diffusi, dovremmo preoccuparci di ben altri indicatori. Al di là delle relazioni dell’Antimafia (la D.I.A.) gli immobili sono forse i proxy migliori per valutare gli investimenti mafiosi. Nel frattempo che i reati più comuni diminuiscono, apprendiamo dall’ANBSC che nella sola provincia teramana sono stati confiscati più beni (61) che in tutte le Marche (58). Significativo che nel breve tratto tra Grottammare e Roseto A. le confische (41 beni) siano maggiori dell’intera costa romagnola (40). Nel frattempo la piccola Martinsicuro (14 beni) supera “la città con più crimini d’Italia” Rimini (11) e tallona Pesaro (6) e Fano (9) assieme. A completare il quadro, notiamo che la vicina Pescara viene preceduta solo da Ragusa, Reggio Calabria e Napoli nella classifica dell’Indice di Organizzazione delle Agromafie (IOC), come si evince dal Rapporto Eurispes-Coldiretti“.
“I REATI PIU’ COMUNI. Per quanto esposto, -prosegue Clementoni nella sua nota stampa- non convincono pienamente le classiche tabelle ministeriali dei reati per provincia, anche perché il cittadino ricorre sempre più spesso alle tecnologie oppure non denuncia i reati di scarsa entità come furti e truffe. Tutto ciò incide sulle statistiche tradizionali come, del resto, anche i tagli al Comparto Sicurezza. Ad ogni modo i dati dicono che bastano Alba Adriatica e Martinsicuro (molto vicine a S. Benedetto del Tronto) per eguagliare il numero dei reati di Teramo, che ha pure un territorio sei volte più esteso, con il doppio degli abitanti. E i flussi turistici nei primi mesi dell’anno c’entrano davvero poco. Più in generale, nei soli sette comuni della costa teramana si commettono più reati (54%) che in tutta la provincia. Inoltre, sul litorale i residenti stranieri sono il triplo rispetto al capoluogo e necessitano di attenzione per via della loro particolare incidenza carceraria, per non parlare delle radicalizzazioni prossime alle dinamiche terroristiche.
In più una popolazione meno anziana, come quella costiera, è potenzialmente portata a commettere più reati (fonte Istat e detenuti). Nonostante ciò nel Medio-Adriatico la maggior parte delle Forze dell’ordine si trova a 40-50 km dai “paeselli” marittimi, ignorando che una moderna lettura del territorio basata sui Sistemi Locali (Istat) fornirebbe un quadro socio-economico più reale. Infatti l’area funzionale tra Giulianova (5 comuni) e Martinsicuro (9 comuni) doppia i delitti commessi nel comprensorio di Teramo (21 comuni) 5.488 contro 2.491 e quintuplica quella di Pineto-Silvi-Atri 1.157 delitti”.
“IL COMMISSARIATO DI ATRI. La storia. In merito alle distanze, una storia emblematica è quella della costituzione del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Atri. La distribuzione dei presidi delle Forze dell’Ordine venne effettuata in base a parametri ben definiti: gli oltre 300 Commissariati di Polizia furono collocati nei centri maggiori, anche per offrire servizi al pubblico, dall’immigrazione all’Ufficio Passaporti fino alle Armi e Licenze. In Provincia di Teramo, invece l’unico Commissariato è stato collocato ad Atri. Tanto per intenderci è come ritrovarselo a Offida anziché a San Benedetto del Tronto. In Italia non esistono altri Commissariati di P.S. ubicati in località con meno abitanti, ad eccezione di 26 realtà legate a esigenze di confine con l’estero o in territori dall’orografia impervia oppure con un’alta incidenza mafiosa. Atri non ha, né ha mai avuto, nessuna di queste caratteristiche”.
“Dal sito datiopen.it notiamo infatti che determinati Commissariati si trovano nel cuore della Sardegna (Ottana, Gavoi…), nel sud Italia (Corleone, Cittanova, S. Angelo dei L…), in certe località turistiche (Capri, Cortina d’Ampezzo) o al confine con l’estero (Brennero, Bardonecchia…). L’incantevole Atri invece è un comune parzialmente montano confacente più ai Carabinieri-Forestali e i suoi palazzi istituzionali sono prerogativa della vigilanza privata. Il sospetto che la mano “politica” abbia inciso rimarrà per sempre nella storia di questa Regione.
Peccato perché sul litorale teramano forse ci sarebbe stata una situazione socio-economica diversa. Tale assetto poi sembra poco congeniale agli infaticabili Carabinieri che nonostante il pregevole lavoro meritano di operare in condizioni migliori. Occorre considerare che il PIL della legalità vale almeno 330 miliardi di euro, per questo è indispensabile riformare il Comparto Sicurezza e il Sistema Giustizia. Per quanto riguarda la costa teramana, infine, si nota l’assenza di consorzi tra Polizie locali o di discussioni in merito all’ubicazione del Commissariato in provincia, forse per aver creduto che bastassero solo politiche sociali, un Posto di Polizia bimestrale o Protocolli simil-promozionali”.
“Sembra impossibile ignorare ancora l’appello del Questore di Teramo Aldo Vignati, il quale nel 2007 tentò saggiamente di ridisegnare l’organizzazione territoriale della Polizia. E’ proprio su questi punti -conclòude Clementoni- che ci attendiamo degli impegni chiari nei programmi elettorali da tutti i candidati alle elezioni comunali”.
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129 immobili e 5 aziende sequestrate alla criminalità in Cilento e Vallo di Diano
129 immobili e 5 aziende sequestrate alla criminalità organizzata. Ecco i numeri in #Cilento e #VallodiDiano
Ecco il rapporto della Anbsc. Record ad Agropoli, Postiglione e Capaccio (more…)
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MIPAAF: firmato protocollo d’intesa ministero – AGEA – ANBSC per gestire e valorizzare al meglio i terreni e le aziende agricole confiscate
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stato firmato oggi al Palazzo dell’Agricoltura il Protocollo d’intesa tra il Mipaaf, l'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) e l’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. (ANBSC). Il protocollo, che rappresenta un ulteriore tassello del percorso di collaborazione intrapreso dal Ministero con l’ANBSC già dal 2015, intende facilitare una più efficiente gestione dei terreni e delle aziende agricole confiscate. Incentivando la condivisione del patrimonio informativo, l’intesa ha una portata strategica poiché consente di conoscere, e di conseguenza valorizzare, il patrimonio fondiario che in questi anni è stato soggetto a sequestro e confisca proprio grazie allo scambio dei dati di cui ciascun soggetto dispone. Attraverso questo modello operativo è dunque possibile mettere a sistema più informazioni e restituire una fotografia reale dei territori, facendo emergere la vocazione dei terreni e gli strumenti più appropriati di valorizzazione, stante l’alto valore simbolico. Grazie a questa collaborazione, inoltre, è possibile mettere in campo le azioni necessarie per prevenire eventuali frodi connesse a un utilizzo improprio dei fondi comunitari ricadenti sui terreni o sul patrimonio dell’azienda agricola oggetto di sequestro e confisca. “L’intesa raggiunta oggi fa parte di un percorso di consapevole riappropriazione di beni della collettività, da riportare a valore della collettività - ha dichiarato il Vice Ministro Andrea Olivero - Ricollocare un bene confiscato ha un notevole livello di complessità, basta solo pensare alla pluralità di soggetti necessari per una corretta gestione. Allo stesso tempo, dobbiamo sostenere e accrescere il riconoscimento del valore sociale ed economico del bene stesso dal momento della sua “rinascita”. Per questo ritengo che la rete attivata oggi possa contribuire al rafforzamento dei principi etici e legali. Infine voglio sottolineare la stretta connessione tra i beni confiscati in agricoltura e l’agricoltura sociale come nuova forma di coalizione, di solidarietà e anche modello di welfare nelle aree rurali. È questo l’obiettivo che ho da sempre sostenuto nel mio mandato governativo, già con la promozione della Legge 141/2015 e con le attività dell’Osservatorio dell’Agricoltura Sociale”. IL PROTOCOLLO NEL DETTAGLIO – LE AZIONI: Aggiornamento del database di Agea con i dati delle confische dei terreni (per la sospensione e l’eventuale recupero delle erogazioni non dovute). Arricchimento della conoscenza da parte della ANBSC delle caratteristiche specifiche dei terreni confiscati e delle colture associate per la programmazione delle destinazioni. Accesso al fascicolo aziendale da parte dell’Agenzia per la gestione delle imprese agricole confiscate. Pubblicazione e divulgazione dei dati specifici dei terreni ai fini dell’incentivazione da parte degli enti territoriali (e altri aventi diritto) alle richieste di destinazione. I NUMERI: 13.141 beni immobili confiscati e restituiti alla collettività; di questi il 29% sono terreni (3.800 beni) ANSBC attualmente ha in gestione quasi 7.000 beni classificati come terreni Read the full article
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La Spezia, completati i lavori di recupero degli immobili confiscati per attività legate alla criminalità organizzata
La Spezia, completati i lavori di recupero degli immobili confiscati per attività legate alla criminalità organizzata Sono terminati i lavori su due immobili confiscati alla criminalità organizzata che saranno destinati ai giovani e ad attività legate al sociale. Grazie all’impegno dell’Amministrazione Peracchini e ad un bando di Regione Liguria, sono stati ristrutturati un immobile in via Mazzini in cui è stato realizzato uno spazio di co-working per giovani spezzini under 35, con 5 postazioni di lavoro, ed un immobile in piazza Chiodo, che diventerà un punto informativo per tutta la cittadinanza da affidare alle associazioni. L'Amministrazione acquisisce immobili utilizzati per un'attività illecita e si è impegnata dallo scorso anno affinché l'Agenzia Nazionale per l'Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (ANBSC) trasferisse i beni confiscati alla criminalità organizzata ubicati nel Comune della Spezia, presentando progetti per l'utilizzo con finalità sociali, al fine di poterli impiegare a favore della collettività ed in particolare in favore dei giovani. Nel settembre del 2021 è arrivato il bando della Regione Liguria per l'erogazione di contributi a favore degli enti locali per realizzare interventi di riqualificazione su quegli stessi beni, che il Comune della Spezia si è aggiudicato con 50mila euro a immobile per la ristrutturazione. Gli immobili si trovavano in stato di abbandono e si è provveduto alla ristrutturazione totale, con il montaggio di nuovi arredi. L’immobile in viale Mazzini presenta tre postazioni per il coworking, una sala per riunioni, due servizi igienici e si sviluppa per una superficie di oltre 60 metri quadrati. Il fondo in Piazza Chiodo, invece, sarà destinato alle associazioni e si sviluppa per circa 30 metri quadrati e si compone di un locale unico con annesso servizio igienico. “Il recupero di questi immobili è un risultato ed un segnale molto importante per tutta la cittadinanza – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – perché segno tangibile della lotta alla criminalità organizzata. Oggi questi spazi avranno una nuova vita e verranno messi a disposizione della comunità, in particolare dei giovani e delle associazioni del territorio. L’Amministrazione ha portato avanti con impegno questo progetto di recupero, frutto del risultato di un impegno congiunto tra Istituzioni. E’ solo insieme che possiamo costruire una società più giusta e onesta per le generazioni future” L'Assessore Manuela Gagliardi commenta così la notizia: "L'Amministrazione Peracchini completa così il percorso intrapreso, fin dall’inizio del mandato, di valorizzazione del patrimonio comunale, con uno sguardo sempre rivolto al sociale. Nel caso degli immobili ricevuti dall’agenzia Nazionale dei beni confiscati c’è stato un impegno ancora più importante perché il significato che hanno questi beni è duplice, da un lato si sottrae alla criminalità organizzata e dall’altro si mette a disposizione dei cittadini per finalità sociali e di inclusione. Un altro degli immobili che abbiamo ricevuto dall’agenzia nel 2022, ubicato al centro Kennedy, è stato valorizzato attraverso la locazione ed i proventi sono stati destinati sempre a finalità sociali. Nel ringraziare Regione Liguria per i contributi ricevuti, auspichiamo che in futuro possano essere attivati altri bandi che potranno aiutarci a portare avanti nuovi progetti”... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Milano, beni confiscati alla criminilità. I fondi saranno utilizzati per finanziare interventi di recupero e riutilizzo a fini istituzionali e sociali
Milano, beni confiscati alla criminilità. I fondi saranno utilizzati per finanziare interventi di recupero e riutilizzo a fini istituzionali e sociali. In Lombardia risultano censiti oltre 3.100 immobili confiscati alla criminalità. La metà è già stata destinata agli enti territoriali e al demanio dello Stato, i restanti sono ancora in gestione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) o dei Tribunali. Nel periodo 2019-2023 Regione Lombardia ha finanziato 112 progetti di Enti locali e concessionari, per un importo complessivo di circa 6,72 milioni di euro. I dati sono stati diffusi dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dall'assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, a Palazzo Pirelli nel corso del convengo 'La cooperazione come asset per la valorizzazione dei beni confiscati'. "In questi anni - ha aggiunto il governatore - abbiamo avviato un sistema informativo per la mappatura e condivisione di dati sui beni, il monitoraggio del loro stato e utilizzo, la condivisione di buone pratiche regionali. Abbiamo anche sottoscritto un accordo con l'agenzia per i beni confiscati, il ministero degli Interni e Anci. La Lombardia può contare su energie positive da parte delle comunità locali che sostengono il riuso dei beni confiscati, un riscatto di legalità da parte del territorio. Tra questi ricordi, ad esempio, il progetto del Politecnico che utilizza i cantieri per coinvolgere i soggetti fragili". "Con i 6,72 milioni di euro messi a disposizione per gli enti locali - ha dichiarato l'assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa - i beni confiscati alle mafie sono stati trasformati per diventare immobili al servizio dei cittadini: alloggi per famiglie e persone in difficoltà, spazi dedicati alla formazione e alla ricerca di impiego, centri socioculturali e molto altro ancora. Per quest'anno, in particolare, proprio in questi giorni - il 30 marzo - si chiude il bando rivolto agli enti locali per il finanziamento di interventi per il recupero e il riutilizzo ai fini istituzionali e sociali dei beni confiscati alla criminalità. In questi anni Regione Lombardia ha operato e opera con una modalità di intervento sinergica definita 'Sistema Lombardia', la cui eccellenza è stata riconosciuta a livello nazionale. Questa modalità di intervento è stata peraltro formalizzata nella nostra legge regionale di riferimento, con un intervento normativo del dicembre scorso".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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