Tumgik
#A volte ci penso e ancora stento a crederci
box-box-stay-out · 1 month
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Piccolo Reminder
Così tanto perché è bello ricordarlo e per renderci conto che è successo davvero e io ci sto ancora piangendo dopo mesi
L'Atalanta ha vinto l'Europa League battendo gli imbattili del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso per 3 a 0
🥹🥹🥹
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unmondodiattori · 2 years
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Quando ti prepari a diventare mamma nessuno ti prepara alla malinconia (buona) che avrai vedendoli crescere alla velocità della luce. Mia figlia ormai ha compiuto un anno e ancora stento a crederci, ancora non mi capacito di quanto il tempo sia effettivamente volato pur passando con lei ogni ora.
Stasera sono ferma qui a guardarla dormire, mi sembra di vedere ancora quella minuscola bambina che riuscivo a tenere sù con una mano, quella pallina che passava la maggior parte del tempo a dormire, quei versetti strani, i primi pianti, le prime notti in bianco. Ci sono state notti che sembravano interminabili e giornate che sembravano non passare mai. Penso a quante volte ho creduto di non farcela ad affrontare il giorno successivo, di quante volte mi sono creduta troppo stanca e di necessitare un aiuto, tutt'ora ci sono notti nere dove il numero dei risvegli supera le reali ore di sonno, notti in cui vorrei solo dormire, però poi la guardo e mi innamoro ancora, sento ancora quel buon odore dei bambini appena nati, sento ancora il suo primo pianto nelle orecchie ed è vero, ne vale la pena. Ne vale enormemente la pena. Rifarei tutto altre mille volte, ma forse mi godrei ogni attimo ancora di più. Io ti guardo, ti osservo, sempre, sei sotto i miei occhi costantemente eppure è già passato un anno, e ne passeranno altri ancora, saremo sempre insieme, ma nonostante tutto mi manca averti piccola piccola tra le mie braccia. Sei la cosa migliore che mi sia successa, sei stata il nuovo capitolo di vita dal quale sono rinata, mi hai dato nuova forza e nuova speranza, farò tutto per te, te lo prometto. Ti darò la serenità che meriti. Ti amo da morire piccola mia, sarai sempre la mia gnomottola❤️
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inconsueta · 7 months
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L’assurdo odio che provo ogni volta che penso a te è veramente qualcosa di incomparabile a qualsiasi altra cosa io abbia potuto provare nella mia vita.
E questa cosa che quando si tratta di te riesco a gestire le mie emozioni solo per un tempo determinato perché poi all’improvviso scoppia tutto vorrei tanto che smettesse di esistere.
Stamattina sto vivendo un attimo in cui sto ferma lì e rivivo tante di quelle cose che mi sembra di diventare matta.
E non ti parlo del sesso,
non ti parlo di alcun bacio,
non ti parlo di nessuna carezza fatta sotto al banco.
Ti parlo di quanto tu sia stato tanto,
ti parlo di quanto tu mi abbia dato senza che neanche io me ne rendessi conto forse fino a ieri.
E stento a crederci ma guardo da un angolo questa stanza, il tavolo, sempre lo stesso
e mi sembra di vedere due differenti versioni di me: quella esistente prima di conoscerti e quella che oggi è qui, creata dal frutto del nostro intreccio.
È veramente assurdo anche solo pensare quante informazioni possa dare al tuo cervello un’altra persona…
Mi spiego, quante cose mi hai insegnato in questi anni,
quante cose mi hai spiegato, quanti racconti ho ascoltato uscire dalla tua bocca, quante volte sento la tua voce ricordarmi tante cose, quante storie, quanti insegnamenti e poi quanti rimproveri.
Minchia,
la tua voce
la sento in continuazione
Dicono che la prima cosa che dimentichi di una persona è la voce
eppure la tua non smette mai di starmi in testa.
Forse se ti vedessi ti darei uno schiaffo fortissimo.
Forse tutto ciò è il frutto del fatto che la rabbia sia ormai svanita,
ma che sto dicendo? Non ha senso.
La rabbia è davvero svanita?
Fondamentalmente credo di essere ancora arrabbiata con te.
Sono arrabbiata perché per la prima volta ho fatto l’amore con dei pensieri,
ho fatto l’amore con un cervello,
ho sentito delle parole scorrere lungo la mia schiena,
ho sentito quel sussurro per giorni, per notti, portando questa situazione avanti per settimane e poi mesi e poi qualche anno.
Ti odio perché hai contribuito a cacciare fuori quella che è la parte migliore di me,
ti odio perché ho deciso di mostrarla proprio a te la parte migliore di me,
perché ho lasciato che tu potessi spogliare la mia anima, con tutto quello che mi porto dentro e dietro da sempre.
Mai mi è capitato di sentirmi così connessa a qualcun altro,
mai ho pensato potessero esistere quelle cose che guardo nei film,
mai ho pensato di poter sentire che una persona potesse non stancarmi mai.
Io, in quanto persona forse più razionale del mondo,
mi sono svegliata una mattina, come mio solito,
con tutte le consapevolezze del mondo,
consapevole delle nostre diversità, consapevole forse delle incompatibilità caratteriali che ci contraddistinguono e che sempre hanno fatto ridere le persone che ci stavano attorno,
consapevole quindi della nostra tossicità in quanto coppia in un futuro.
Ma ancora più consapevole del fatto che per la prima volta nella mia vita io fossi fermamente convinta che la mia emotività potesse abbattere tutte quelle negative certezze razionali.
(…)
Stamattina ti ho rivisto,
stamattina ci siamo guardati e in un attimo solo si è sgretolato il muro che avevamo alzato con tanta fatica giorno dopo giorno
per tutti questi mesi.
Stamattina hai per quel piccolo attimo dimenticato di aver deciso di non salutarmi più qualche mese fa.
L’hai dimenticato e il tuo corpo l’ha dimenticato prima di te.
A cinema mi hanno insegnato che il corpo comunica più di quanto si possa immaginare
e tu eri in piedi ma con un passo in avanti,
quasi come se il tuo corpo volesse raggiungermi.
E tu mi hai sorriso appena i miei occhi ti hanno scavato dentro arrivando a quel punto solo nostro
anche se tu non avresti voluto.
La tua faccia non l’hai saputa controllare, il tuo piede e la tua mano neanche.
Il cuore non te lo chiedo
(lì, poi hai la scienza dalla tua parte… Mica possiamo deciderlo noi,
di non far scappare un battito tra uno e l’altro?).
È il tuo giorno,
è il giorno di cui abbiamo parlato per ore, giorni, settimane, mesi e infine anni.
È il giorno in cui uno dei due cerchi si è chiuso… Forse in parte,
chiudendoli entrambi.
Mai un punto di chiusura mi ha regalato tante emozioni contrastanti,
mai una cosa mi ha riempito così tanto tutto quanto il corpo
quasi fino a farlo scoppiare
e a farlo allo stesso tempo distruggere.
Ho sentito il cuore riempirsi facendosi spazio in tutto il petto,
poi è scoppiato…
Ma quei pezzettini dovuti allo scoppio
cadendo
si sono sgretolati… Spappolandomi poi, tutto ciò che è venuto a contatto con essi.
Ho voluto dimenticare quanto io ti abbia odiato
o meglio
ho voluto mettere da parte quell’odio costruito con l’orgoglio, con l’amor proprio e con la convinzione che ho dovuto fissare nella mia testa.
Ho messo tutto da parte
tutto tranne noi.
Tutto tranne quelle scene belle che si stanno susseguendo nella mia mente,
precise e nitide come se fosse la pellicola di un film finito male ma dal finale inaspettato
perché infondo
“scorreva, l’ho visto tutto d’un fiato”.
Io credo nel destino e purtroppo mi sa che questa volta m’ha fottuto.
Ci ho creduto troppo,
ho creduto a troppe cose,
ho sperato in troppe cose.
Non ho mai saputo disegnare
e in quel tempo
per la prima volta nella vita
ho impugnato una penna e ho disegnato quel futuro
di cui ero fermamente convinta.
Ci ho creduto per la prima volta.
Da quando sono adulta non l’avevo mai fatto.
Eppure sei riuscito a fare in modo che io lo facessi.
Per la prima volta non ho pensato
prima di affidare tutto di me,
dalla testa al cuore…
E questo non te lo perdonerò mai.
Tu che sai gestire tutto meglio di chiunque
non hai saputo maneggiare con cura
quella piccola sferetta di cristallo che avevi tra le mani.
Non si dice
ma c’è qualcuno
o qualcosa
che dentro di me non smetteva di dirlo oggi.
E tu sai cos è
ma sai anche
che mai più di ora
“Non si dice”.
Possa tu andare più in alto del cielo,
possa tu toccarlo con le mani e poi superarlo.
Possa tu prendere poi in un solo palmo il mondo intero.
Fai come solo tu sai fare, testa agli obiettivi.
Oggi sarebbe stato diverso
ma evidentemente non è dovuto essere.
Doveva andare esattamente così
ed esattamente come deve andare il resto
lo sai solo tu,
uomo col passo da gigante.
X sempre X me
X te non lo sai manco tu
perché purtroppo
mai niente hai saputo quando si trattava di me.
(XXX)
A presto o a mai più
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paginabiancasworld · 3 years
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Caro ex,
Che strano iniziare qualcosa così.
Oggi vorrei concentrarmi su quello che siamo stati.
Quello per te è stato un colpo di fulmine, non lo negherò mai.
Ancora ricordo persino come eri vestito quel giorno, ricordo anche che io morivo a guardarti.
Sono stata anni a provare a demolire il ricordo di quell'incontro, ma per due che si sono presi e lasciati per 4 anni, è impossibile.
Vorrei poter almeno dire che è stata una favola, ma la verità è differente e lo sappiamo entrambi.
Durante la nostra storia ho finito per pensare che tu mi stessi dando tanto, ma in realtà mi davi solo qualche briciola d'amore, giusto il necessario per non farmi fuggire.
Io purtroppo durante la nostra storia non sono mai stata abbastanza razionale, anzi ricordo che quando tu sparivi dal nulla a me veniva voglia di aprire la finestra e lanciarmi.
Ad un certo punto ho dovuto scegliere me, me ne sono andata in modo netto e silenzioso e non mi sono più fatta vedere.
L'amore, chiusa la storia con te, non era nemmeno un'opzione.
Pensa quanto sono rimasta sconvolta quando subito dopo ho ritrovato lui, quel lui che anche tu sai che mi faceva impazzire.
Lui mi ha subito presa e messa nella sua vita, a volte con i suoi gesti sembra capace di fare un baffo anche ai protagonisti dei film più romantici della storia.
Mi dà tutto quello che mi serve, mi riempie totalmente, mi dà vita e mi fa sentire bella.
Sai quanto per me sia importante questa cosa, perché sai che con te non mi ci sentivo mai.
Ad oggi però mi rendo conto di avere un conto in sospeso con te, dovevo dirti delle cose prima di sparire, pur sapendo che probabilmente non mi avresti nemmeno risposto.
Vorrei dirti che nonostante la consapevolezza di aver malamente fallito con te, non rimpiango il tempo che ti ho dedicato.
 Forse non ci credi, non ci crede nessuno e stento anch'io a crederci, ma mi hai insegnato delle cose che penso siano necessarie.
Mi hai resa una donna forte, determinata e testarda.
Ho imparato a non mollare la presa, a non lasciar perdere, a fare di tutto per ciò che voglio ignorando orgoglio, timidezza e a volte perfino la dignità.
Ci siamo voluti in un modo che non capirò mai, credevo fosse amore e invece lo sto scoprendo in un altro paio di occhi.
Vedessi come mi brillano adesso gli occhi, non sembro nemmeno io.
Con te questa luce non c'era, c'erano troppi limiti, infelicità e insoddisfazione.
Nonostante questo, io in certi momenti pensavo che avrei portato avanti quel rapporto fino alla morte.
E per un po' l'ho portato avanti davvero, ho lottato fino all'ultimo secondo, rendendomi conto dopo di aver vinto nel momento in cui ho deposto le armi, perché l'amore non è lotta.
Tu mi hai insegnato a soffrire e non mi vergogno di dirlo, ancora a volte sento sulla pelle quel dolore lacerante che faceva capolino quando tu mi sfuggivi.
Qui ho sbagliato io, perché ho sempre pensato di essere capace di cambiarti, di cancellare quel tuo essere dannatamente stronzo.
Ma che posso farci io, ho sempre desiderato un amore da film e degli occhi che vivono per vedere me.
Tu non eri fatto per me, mi abbandonavi quando avevo bisogno di te e tornavi quando ne avevi bisogno tu.
Con me hai imparato che così si sbaglia, perché poi una donna si stanca e ti lascia da solo con i tuoi giochetti.
Con te ho imparato a toccare il fondo e ad abitarci per un bel po'.
Con te ho scoperto che non sono realmente forte e che a stare in piedi da sola non ce la faccio, sono troppo fragile e ho bisogno sempre di qualcuno che mi dice che andrà tutto bene. Tu non l'hai mai fatto.
Mi hai insegnato a fottermene.
Dopo la nostra rottura ho capito che anche se mi avessi dato quello che cercavo, tra di noi non avrebbe mai funzionato. Nemmeno in un altro pianeta, nemmeno in un'altra vita.
Mi hai anche insegnato ad essere egoista, a non dare mai troppo cuore.
Questo è quello che amavo più di te, tu riuscivi a bastarti, non eri dipendente da nessuno, io da te lo ero profondamente.
Ad oggi non sono contenta di quella che sono perché lui meriterebbe la me che ero con te, ma tu l'hai uccisa.
Certi giorni mi osservo e capisco che me ne fotto del mondo, che non faccio entrare quasi nessuno e che non ho più bisogno di tante cose che prima erano indispensabili.
Spesso mi sorprendo a fare le cose che facevi tu, e che io detestavo.
Non ho paura di dire che, per alcuni aspetti, sono esattamente uguale te.
Mi hai insegnato ad essere puntuale nella vita, nei gesti.
A volte non basta piacersi, non basta neanche amarsi.
L'essenziale è essere sulla stessa frequenza, arrivare insieme, ma noi non ci siamo mai riusciti.
L'amore non vince su tutto come dicono sempre.
Perché il punto è che tu sei arrivato troppo tardi.
Ti sei ricordato di me proprio quando io mi stavo dimenticando di te. 
Nonostante ciò non immagini quanto sia stato tremendo far passare tutto quell'amore con la forza e non hai idea di quanto sia stata tormentata dall'idea di aver sbagliato ad andare via.
Avrei potuto tradirti per stare meglio, tante volte te lo saresti meritato.
Però non l'ho fatto, non ti ho mai tradito perché alla fine tradire te sarebbe stato come tradire me.
Oggi, dopo tutto, sono serena.
Felice no, non ancora.
Ancora mi chiedo tante cose.
Mi chiedo perché la vita ha fatto incontrare le persone sbagliate al momento giusto, mi chiedo perché nonostante questo ci siamo innamorati.
Me lo chiedo perché anche sento ancora il peso del fallimento.
Non mi piace commettere errori, specialmente in amore.
Certe volte penso di avere sbagliato a volerti a tutti i costi, a pretendere di volerti cambiare.
Se solo avessi avuto un minimo di lucidità in più sarei stata in grado di non innamorarmi?
Avrei dovuto provarci, per salvarmi, per uscirne senza danni, senza insicurezze, senza traumi.
Mi sento comunque in dovere di chiederti scusa, perché non sono stata in grado di insegnarti ad essere migliore, forse perché onestamente non lo ero nemmeno io.
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urforeverflower · 3 years
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10.04.2021 - aries.
Ed eccoci qui, amore mio, a mezzanotte e qualche minuto del giorno del tuo compleanno. Dico qualche minuto perché sicuramente tarderò di poco, rileggendo queste stesse righe per assicurarmi di dar loro il giusto peso e il giusto significato.
È così strano fermarmi a pensare che esattamente oggi i tuoi occhi hanno guardato per la prima volta il mondo. È invece ironico il fatto che poi quegli occhi si sono fermati a guardare me, per la prima volta, in molteplici momenti della tua e mia, dunque nostra, vita. Hanno cambiato tanti sguardi, hanno preso e appreso svariati significati - molti dei quali gradirei perfino non avessero mai imparato. Eppure sono qui ora. I miei, i tuoi. E non credo ci sia altro posto al mondo in cui dovrebbero essere. Esattamente come ci siamo sempre detti: non vorrei essere in nessun altro posto che qui con te.
Questa frase ha riscontrato spesso il vero, tangibile e palpabile come una foglia che ha appena lasciato il suo albero e ora viaggia coccolata dal vento. La vedi, esiste, c'è, ma riusciresti mai a toccarla?
Scoprirti e riscoprirti è stata la cosa migliore che questo mondo potesse mai regalarmi, uno di quei doni inaspettati, uno di quelli che aspetti per tutta la vita e che poi finalmente quando arriva stenti a crederci. Ed è sempre stato così per me, lo sai. Lo sai di tutte le volte in cui la sera, guardandoti, soffermandomi solo su di te, su quei lineamenti che ormai conosco più dei miei tante sono le volte in cui li ho accarezzati piano con i polpastrelli, ho pensato e ho avuto modo di dirti: ancora non ci credo che proprio tu sei qui proprio con me.
Ed è ciò che mi sta succedendo ora, ciò che provo mentre ti scrivo, e accadrà molte altre volte, soprattutto tra poco, quando vedrò la tua lettura del messaggio e un po' sospirerò pensando e ripensando a tutto ciò che ho scritto e che avrei potuto aggiungere. Ma tu sarai qui a rassicurarmi che tutto è abbastanza e che è perfetto, che era quello che esattamente volevi. E allora saprai calmarmi, come solo tu hai sempre avuto il potere di fare.
Questi giorni sono stati tanto difficili per noi, ci sono state delle incomprensioni che vorrei, col tempo, con la pazienza che a volte ci sfugge un po' in quello stesso vento, recuperare. Perché non passerà giorno in cui non vorrò rassicurarti, in cui non vorrò curarti quelle stesse ferite che a volte, purtroppo, ti provoco. E non hai idea di quanto mi addolora questo pensiero, non sai quanto mi si stringa il petto a pensare a tutte le cose che avrei potuto fare diversamente e che per colpa del mio carattere sono uscite in modi totalmente sbagliati. Ferire te, ferisce me. E nulla cambierà mai questo perché lo abbiamo sempre detto che siamo una cosa sola, anche quando i nostri sguardi non si erano ancora intrecciati.
Non penso di aver mai scritto per te qualcosa di così sostanzioso e lungo. Se non per la proposta di matrimonio che avevo pronte e che un po' si sono perse. Ma voglio recuperare, e lo farò ora, avendone la possibilità.
A luglio ho avuto il piacere di poter parlare per davvero con te per la prima volta. Di rapportarmi a te in un modo cui prima non ho mai potuto fare, un modo diverso, strano, che mi ha lasciato un segno proprio al centro del petto. Il me di quel giorno non avrebbe mai potuto immaginare che proprio tu saresti poi diventato l'amore della mia vita, la persona in grado di capirmi, comprendermi e accettarmi più di qualsiasi altra. Se avessi modo di tornare indietro e dirmelo, probabilmente non crederei alle mie stesse parole. E, lo sai come sono, azzarderei a delle battute continue al riguardo per allontanare da me quei pensieri e non guardare a te per quanto irraggiungibile ti reputassi fin da subito. Eppure, anche non tornando indietro, la persona che ero ha avuto modo di innamorarsi di te. Dico "che ero" perché le persone spesso e volentieri cambiano. E questo è un bene. Ma nel caso specifico, mi accorgo di aver invece maturato una crescita che spero con tutto il cuore si consideri ricambiata anche da parte tua.
Mi sono innamorato di te lentamente, senza nemmeno rendermi conto di te lentamente, senza nemmeno rendermi conto di ciò che stava accadendo dentro di me e, Dio, è stata la cosa migliore al mondo, la cosa più giusta che io potessi mai fare. In te non ho solo trovato il mio ragazzo, ma ho trovato il compagno della mia vita, ho trovato il mio migliore amico, ho trovato il mio confidente, il mio peggior nemico quando diventi l'Ariete che sei, il mio complice, il mio amante e il custode di ogni cosa che provo davvero. Ho trovato una ragione per andare avanti, per stare qui, con te. E mai con nessun altro, mia anima gemella.
Spesso non ti accorgi di quanto appari bello ai miei occhi, anche quando fai i capricci, anche quando mi guardi male e poi mi sorridi e tutto si calma. Ho trovato la mia dimora in quel sorriso, ho trovato una ragione per svegliarmi al mattino nei tuoi buongiorno, e anche uno per dormire a cuor leggero la notte.
Tra un mese nascerà nostro figlio e diventeremo una famiglia vera e propria, ci credi? Perché io no, lo sai, stento a credere di poter ricevere tutto questo nonostante tutti i "nonostante" che circondano la mia persona. Ma tu li hai accolti, te ne sei preso cura, e li hai tenuti con te fino a renderli belli. Perché, cazzo, tu sei in grado di far diventare bella anche una persona come me. Non vedo l'ora di passare ogni sera con voi due stretti a me, chiudere gli occhi, sospirare e pensare "sono finalmente a casa, sono al sicuro". E spero che questo potrai sentirlo anche tu.
Tra una settimana saremo pieni d'ansia, strapieni, pronti a stringerci le mani e iniziare questo nuovo percorso assieme, con la promessa di un amore che non si sbriciolerà mai, che terremo incollato ad ogni difficoltà e per cui darei la mia stessa vita. Ma devo essere onesto? Non vedo l'ora di baciarti in mezzo alla spiaggia e vederti sorridere. Stringerti, senza più lasciarti.
Auguri, amore della mia vita, mio Neptie, mio Andie, mio Toti, mia dolcezza.
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fogliblu · 4 years
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Sei.
Sei stata.
Sempre sarai.
È così che penso quando penso a te. Ti penso una costante, una linea retta che corre, corre attraverso la mia vita, attraverso la vita di tutti quelli che hai conosciuto, di tutti quelli a cui sorridendo, almeno una volta, hai rivolto lo sguardo.
Ti penso, ti penso spesso, non passa giorno in cui il tuo nome non sia sulle mie labbra o nei miei pensieri perché forse è davvero come dicono, davvero come ci ripetono continuamente, una persona non smette mai di vivere se quelli che rimangono continuano ad amarla ed io continuo ad amarti, ad ascoltare i tuoi consigli, a ridere delle tue espressioni buffe, del tuo modo mai troppo arrabbiato di arrabbiarti, continuo ad imparare dai tuoi errori ripetendoli e cercando di non commetterli più, mai più. Continuo incessantemente a credere che non importi quanto sia stato lungo il dono che la vita ci ha fatto, perché non sarebbero bastati mille anni e ancora non avrei potuto vivere senza te. Invece oggi, come ieri, come da due anni ormai, il sole continua a sorgere ogni giorno e quando il cielo è azzurro penso a quanto ti sarebbe piaciuto metterti fuori sul terrazzo a prendere il sole e quando il cielo è grigio penso che in quel grigio ci siano i tuoi occhi che mi guardano in qualunque mondo tu sia, voglio credere che tu mi stia ancora guardando, perché forse Dio non ha mai fatto tanto al caso mio, forse non ci ho mai creduto abbastanza, forse sono sempre stata la tua più eretica delusione, però tu ci hai provato ad insegnarmi che Dio, il tuo Dio, quello che hai sempre pregato, è un Dio buono, un Dio gentile, un Dio che magari certe volte non ci sembra giusto ma che invece altre volte fa cose grandi, fa cose che non ci aspetteremo mai di poter vedere e, allora, visto che tu ci hai sempre creduto tanto a quel tuo paradiso, a quel tuo Dio, forse oggi ho bisogno di crederci un po’ anch’io di credere che ovunque si nasconda, qualsiasi sia la sua forma, lui ti abbia preso con sé e ti abbia permesso di restare come un angelo a vegliare su di noi, sempre, in ogni momento. Forse oggi sono un po’ più fragile, ho un po’ più bisogno di te, mi manca qualcosa a cui ancora non so dare un nome, a cui ancora stento a voler credere. In questi due anni sono cambiate tante cose, tante persone, è cambiata tanta vita attorno a me. Oggi mi piacerebbe uscire di casa, venire a trovarti, parlarti di niente e di tutto, scegliere le foto, sentire le storie che sono dietro a quello scatto, ridere con te, portarti un cioccolatino proibito, sentirti andare in camera a prendere qualcosa in qualche cassetto, vedere la diretta del rosario da Lourdes come ogni pomeriggio, prepararti il tè ai frutti rossi che come dicevi tu “sarà anche buono ma è sciacquone” e poi ridevi, oggi mi piacerebbe abbracciarti forte come l’ultima volta che non lo sapevo che fosse l’ultima volta. Oggi vorrei baciarti le guance e scompigliarti i boccoli fatti con i bigodini, oggi vorrei anche solo guardarti dritta negli occhi, l’ultima volta come se fosse la prima volta. Oggi spero, spero con tutta me stessa che tu sia insieme a lui, lo spero per quanto vi amavate, per quanto nonostante lui non ci fosse più hai continuato ad amarlo sempre, per sempre.
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hoilcollobloggato · 4 years
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Tumblr media
la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 18)
A grande richiesta oggi posterò alcune poesie tratte dalla mia raccolta “versi composti dopo aver sniffato un po’ di diluente per vernici”, ma prima risponderò brevemente ad un paio di messaggi che mi avete inviato i giorni scorsi.
Davide mi chiede qual’è la ricetta per godersi la vita. …“Questa vita di merda” per citare le sue parole, “perché a volte, penso seriamente che sarebbe meglio farla finita”…
Caro Davide, premesso che questo è un periodo impietoso, per qualificarlo con un aggettivo eufemistico, un caos collettivo ci circonda e ci inghiotte, e ci tacita nella logora gora dell’inquietudine. Nessuno lo vuole sentire, ma il terribile segreto che sedimenta sul fondo dei nostri cuori è che, spesso affrontare i problemi che ci designa la vita è molto meno divertente che essere morti. Sì lo so, ci vuol del garbo per restar cortesi verso una vita che pare disprezzarci. Ci sentiamo tutti più soli – non da soli, ma soli. Anche io sono solo. La solitudine ama stare in compagnia. La solitudine in realtà, non è altro che il segno di un disperato bisogno di te. Di te stesso, di voler passare il resto della tua vita con te stesso. Se non basti a te stesso non basterai mai a qualcun altro. Tieni duro, resta forte, accettati. Il modo in cui ti accetti, è il modo in cui insegni alla vita, agli altri ad accettarti. So che è difficile, ma permetti al dolore di andarsene. Lascialo! Lascialo andare via. Arrendersi, farla finita è sbagliato, ma la cosa da considerare è che può sembrare la via più semplice… Capisci? Farla finita non è semplice, è stupido. Per prima cosa quando uno la fa finita, se la fa nei pantaloni… Lo sapevi? La gente piange e si dispera, persone che non hai mai conosciuto dicono: perché l’ha fatto? Da cosa era posseduto? Come ha potuto fare una cosa tanto terribile? Perché… Perché? E tu hai quel carico nei pantaloni. Ecco è così che la vedo io: arrendersi, farla finita è sbagliato, è come decidere di imparare a nuotare con le tasche piene di sassi… e poi per cosa? Il Paradiso? Per esempio, supponiamo che esista il paradiso. Chi è che non vorrebbe andarci, giusto? Prova a pensarci… startene seduto lassù, sulle nuvole: è magnifico, una quiete assoluta, nessun grattacapo amoroso, nessuna bega lavorativa, niente Covid-19… ma c’è un problema: non c’è niente, non c’è un cazzo da fare, ci si annoia a morte in paradiso. Non credere a quelli che assolvono il suicidio dicendo che rimane comunque “una scelta personale”. Chi te lo dice, dimmi? Che vuol dire? Cos’è che non dipende dalle nostre scelte? Chi ti ha mai detto che non sei libero di usare il tuo cuore e la tua mente? Che le tue azioni non determinano ciò che ne sarà di te? Il mio vocabolario languisce e la mia sintassi è peggio che pessima (l’italiano a volte si rivela una lingua colossale e perversa), ma è disperante pensare che c’è chi ancora disobbliga la possibilità di farla finita, di togliersi la vita con l’espressione “è una scelta personale”.
Io non ho una ricetta per godermi la vita, anche io mi inceppo e trasloco continuamente come un violino svilito dal troppo soffrire. A tratti appaio alienato, imbambolato, cosparso di crepe e palustre disperazione. Il mio enorme corpo muscoloso barcolla ad ogni vento, ad ogni fiato, come un fantasma, una sagoma, un’arancia spremuta, un agrume che a stento tiene insieme i suoi labili spicchi. Ma persino un diseredato della breve geografia come me, estremamente insulare, a volte prende e si muove… muovo le cose attorno a me, perché mi appaiono sotto una luce diversa. Consumo la maggior parte della mia vita procurandomi da vivere. La vita significa… è significato, e il significato è possibilità. Anche io mi sento spesso pieno di follia e di disperazione, vorrei strillare e invece sto zitto; a volte là fuori sembra il paradiso, tutto così tranquillo e noioso, ma è la prova che stai vivendo. È bello avere la prova! La prova ottempera gradualmente il gelo insipido della sconfitta, della pochezza e dell’inadeguatezza, anche. Avere la prova ti da potere, il potere di perderti tra le palme e dormire, mangiare un po’ di ananas e camminare lungo la tua strada fino a perdere i sensi, il potere di immaginare un gatto blu, di trasformare il vuoto in terreno solido. Il potere di mettere ordine nel nel tuo caos; fino a quando non ti ritrovi in mano solo carte buone, e tutte le tue navi ritornano sane e salve in porto.
Perdonami per questa risposta piena di enfasi e di citrulla arroganza, ma quando si tratta di parlare, di scrivere della vita, vengo colto da forze invincibili e imperscrutabili. Mi riempio di peluche e di arie di rivoluzione, di saggezza da sbriciolare ai passeri. VITA! VITA! VITA! Che bel suono ha la parola “vita” quando ti riempie la bocca, in qualunque lingua, è in grado di accenderti o di lasciarti dolorante per giorni. La senti anche quando non la pronunci, quando non ci pensi… alla vita. È la prova che stai vivendo. È bello avere la prova!
– Ciao Andre, ma tu credi in Dio? Betta Ciao Betta, sinceramente credo di non crederci. Per ora. E comunque qui due sono le cose, o Dio non esiste o non ha ha cuore la nostra esistenza. La prima ipotesi mi sembra la più vitale, non c’è che dire. “Gli esseri umani sono le uniche creature sulla terra a credere in un Dio, e gli unici esseri viventi che si comportano come se non esistesse”, l’ha detto Hunter Thompson, credo.
Estratti (a caso) da: “versi composti dopo aver sniffato un po’ di diluente per vernici”.
A mia moglie Tu non sei il gin tonic che vorrei sei l’acqua che mi serve. A.
RESTA… HAI BISBIGLIATO, MENTRE MI CHIUDEVO LA PORTA ALLE SPALLE.
Sì… buona sera! Vorrei parlare con la signorina col vestito bianco, se è possibile…? Sì, grazie! Giuli…? Sono Andre… Volevo solo sentirti e darti la buona notte. No non c'è l'ho con te, ma avrei voluto vederti prima di andare. A che ora parto? Tra poco. Ummmh, intorno alle tre del pomeriggio, credo?! OK, sì… d'accordo. No, non è la vita, ma non me ne importa, non è la vita che amo Giuli, quella che amo sei tu... Cosa…? No, non lo faccio apposta… OK, lo so! Ma…No, no… Sì, OK… Ci sono momenti in cui non si può cambiare qualcosa senza che (si) cambi tutto …Momenti in cui non si può rompere niente senza che tutto si rompa: è come compiere un crimine! Lo so, sono un killer, un assassino …c’è ancora la mia arma tiepida dimenticata sul luogo del delitto. …Spero solo che, le impronte che ho lasciato su di te non spariscano mai… Giuli…? Pronto…? Pronto Giuli? No! Scusa… credevo che stessi piangendo… Mi sono sempre piaciute le tue lacrime: così umide... Sono come quelle delle attrici di un tempo. Lacrime che gli occhi non reggono… Ok, ora devo andare Giuli. Sì, Ok… OK, Giuli… Devo andare. Sì, Ok…! Sì Giuli. Ok… Ora riattacco …Sì, Ok… Va bene. OK. Devo andare. Ok… Ora riattacco …Sì, Ok… Ma certo…! OK. Sì, Ok… Ma no…! OK, ma ora devo andare. Devo andare Giuli…
LE PERSONE SE NE VANNO, MA IL MODO IN CUI SE NE VANNO RESTA SEMPRE.
Dicono che mi sono ripreso dal mio attacco di cuore. Vivo di notte, mi sento morire la mattina… Nel paese tropicale dove immaginavo di trasferirmi Mi sarei lagnato tutto il tempo del caldo I miei figli sarebbero cresciuti avvezzi ai piragna Ed io sudato là, fuori nella giungla, a dispensare pastiglie di chinino, a curare neonati rugosi, a esaminare i piedi dei portatori d'acqua colpiti dal fungo della giungla.
Non tutte le meraviglie sono cose meravigliose non è dell'amore che ha bisogno il cuore per sopravvivere è della mancanza di scelta.
Potrei anche decidere di restare.
È COME UNA SPECE DI ENIGMA CHE AVVOLGE TE A ME INSIEME. TUTTI E DUE INSIEME. (CONNIVENTI)
Quando ti ho conosciuto mi hai guardato subito con quegli occhi penetranti da ricercatrice come se fossi stato la soluzione di qualcosa una cosa segreta e misteriosa (ma) che c'era già in fondo a te che è sempre stata là.
Una cosa alla quale, certe volte io mi avvicino il più possibile
Ma spesso è lontana anni luce da me
È spossante non ho più un attimo per me. È è la mia vita quella cosa?
QUANDO ME NE SARÒ ANDATO
la prossima volta che prenderai il caffè senza zucchero, quando me ne sarò andato sentirai l’amaro che ti ho lasciato in bocca questo ti farà piangere, ma non cesserai mai di berlo.
Preferisci avere i miei lati più oscuri piuttosto di niente.
Fine giorno18
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silencedark · 4 years
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Il tuo nome
Mi fermo a pensarti spesso. Ovunque io mi giri ormai ci sei tu, nonostante tu sia così fresco, nonostante odori di nuovo. Leggo certe cose e la tua faccia si materializza nella mia mente. Automatico ormai. Guardo il mio albero di natale e ti penso, guardo la mia camera e ti penso, guardo quel piatto e ti penso. Anche un uniposca mi fa pensare a te. A volte sembra che sei qui per una ragione, ma so che ci sei per molteplici motivi. Ci siete. Quando sei entrato nel luogo che sento mio quanto tuo, eri così luminoso e curioso, ed è stato così bello e strano vederti nel posto che mi ha dato così tanto, anche se non riesco più a entrarci. Era tutto così diverso e uguale allo stesso tempo, e lui mi guardava dal centro della sala e in quel momento sapevo che era sempre stato lì, ma è stato come vederlo per la prima volta. Ci sono stati occhi che mi hanno guardata in un modo che non mi è piaciuto, sai? Mi sono sentita giudicata, ma so che era tutt’altro. Ci penso da un po’ a certe cose, perchè io so che non ha senso non credere, vedo ogni giorno te che non ci credi ma sei, e mi sembra ancora più assurdo. Ho visto con i miei occhi qualcosa, qualcuno, che mai mi sarei aspettata di vedere. Ho parlato con la mia voce e sentito con le mie orecchie, e ancora stento a crederci. Credo sia stata l’esperienza più emozionante e piena di luce che io abbia mai vissuto. Avresti dovuto essere dentro di me per renderti conto di quante emozioni avevo in corpo in quel momento. Io ci ho parlato, l’ho visto, e mi ha ascoltata ed è stato così dolce e carico di passione, entusiasta di essere lì con me. Vorrei provare per un solo minuto cosa significa averti dentro, sentire una voce diversa dalla mia nella mia mente, avere la sicurezza di non essere sola, sapere di essere al sicuro, di appartenere a qualcuno di più grande, riuscire a provare ciò che sentono gli altri... anche se so che mi soffermerei su di te, sulla tua voce, sul tuo modo di parlare, di pensare, ti ho parlato per un minuto o poco più e da quel momento ho il desiderio perenne di rivederti, sentirti, e io non so quanto possa essere giusta questa cosa. Mi sembra di essere in astinenza, e non so se davvero esista questo tipo di astinenza. Io non lo so quante persone al mondo hanno vissuto quello che ho vissuto io, come l’ho vissuta io, ma prima di quel momento non l’avrei mai messa nella lista delle cose da fare prima di morire, e adesso la metterei mille volte almeno. Strano, davvero strano. Qualcuno si sarebbe spaventato, avrebbe sussultato magari, e sarebbe stato anche normale, ma per me è stato così normale, come se sapessi già che sarebbe successo, qualcosa nella mia testa mi diceva che ti avrei visto. Non hai neanche dovuto aprire bocca, la mia mente ha subito pensato “cazzo è lui”. Mi sono sentita invincibile, privilegiata e amata, protetta, e ho sentito la fiducia nei miei confronti. Era un cosa che non sentivo da tempo, e credo sia stata una delle cose più importanti per me. Quando sono con voi sono tranquilla, perchè so che ci sei tu ad aiutarlo, ad aiutarmi, e lo so che un po’ c’hai messo lo zampino oggi, e ti ringrazio così tanto per questo... ho sentito il bisogno di chiederti aiuto, perchè in quel momento sapevo che eri l’unico a poterlo fare, e vorrei scusarmi perchè io non voglio approfittare di te, di ciò che sei, però ho sentito che davvero eri l’unico a potermi aiutare. Ti sento un po’ mio da qualche tempo, è come se avessi intorno uno scudo di protezione, come se entrambe le mie spalle fossero coperte, e mi sento veramente di poter dire che per me ci sei, forse non come ci sei per lui, però ci sei e mi fa sentire bene questa cosa. Mi rendi sensibile. Ormai soffro il solletico, ho sempre i brividi, sento le cose molto più intensamente, e mi sembra di avere occhi diversi. Te lo chiederò cos’è quella luce di cui lui parla, voglio davvero sapere cosa significa, vorrei vederla anche io.. Non ho mai sentito così tanto amore verso di me, emano un calore incredibile, a livelli veramente impressionanti; non mi era mai successo di essere così portatrice di calore, non così intensamente, ed è una cosa che mi scalda ancora di più perchè so che il merito è solo vostro. Un amore che non è di questo mondo è quello che provo per voi, da umana non lo capisco ancora. Lo porterò sempre con me ciò che mai dovrò rivelare al mondo, però sappilo che è davvero il più bello di tutti. Ti ho nel cuore.
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you-are-mymoon · 7 years
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Dunque, mi pare di non essermi mai presentata nonostante questo blog non sia stato creato da poco. Lo faccio ora perché bho, così, semplicemente perché mi va. Tra l'altro vorrei instaurare un qualche tipo di rapporto con i lettori e il primo passo per farlo penso sia far sapere almeno chi sono. (ne siete tanti e ogni tanto un piccolo segnale da parte vostra mi piacerebbe leggerlo, lo ammetto) Mi chiamo Paola, ho 21 anni e sono di Napoli. Il mio nome e la mia città sono due cose che mi piacciono molto, forse le uniche due cose che apprezzo di me. Ebbene sì, non ho molta autostima, probabilmente non ne possiedo neanche un pò: Non mi piaccio. Non mi piaccio neanche un pò, non mi piaccio affatto.Trovo che nella mia persona non ci siano cose belle, né fisicamente e né caratterialmente. Penso che si dovrebbe rifare tutto daccapo. Mi piace invece leggere e scrivere, mi piacciono le parole, credo che queste siano un potente mezzo di comunicazione, di aiuto. Possono salvare anche una vita, talvolta. Ho una sorta di attrazione per le cose strane, fuori dal comune. Io stessa mi reputo abbastanza strana, o comunque sicuramente poco conforme alla “ragazza tipo” di questi ultimi tempi. Spesso sono introversa, altre volte sono socievole. Credo di essere intrappolata in un corpo che non mi appartiene, o forse sì, dato che convivo con lui da una vita, ma insomma è un qualcosa che mi sta stretto, che disprezzo, disprezzo profondamente perché mi reprime e non mi fa sentire libera di essere me stessa. Credo di essere prigioniera del mio corpo, sì. Credo che con un aspetto fisico diverso, anche molti altri aspetti della mia vita sarebbero diversi e sicuramente migliori. Ogni giorno è una continua lotta con me stessa, con la mia testa e con i miei pensieri, soffocanti da morire. A volte mi chiedo se il loro scopo sia quello di farmi soffocare per davvero. Sono decisamente autocritica, instabile, lunatica, bipolare. Il mio umore cambia in continuazione, cambia per poco, cambia così in fretta che a stento riesco a stargli dietro. Sono disponibile con chi lo merita. Mi piacciono i thriller, in particolare quelli psicologici, film pieni di ansia e tensione che non ti fanno rilassare neanche per un attimo e ti stimolano la mente durante tutta la visione. Do peso a tutto, a volte anche rendendomi la vita complicata. Per l'appunto, suppongo di possedere una spiccata abilità nel complicarmi la vita. Ho numerose fobie, paure. Ho davvero paura quasi di qualsiasi cosa: ho paura degli alieni, dei fantasmi e di tutto ciò che riguarda il paranormale. Ho paura degli ascensori e delle lucertole. Ho paura di morire, dell'aldilà, ho paura del dolore, ho paura del male e del bene e dei loro ipotetici rispettivi “rappresentanti”. Ho paura di essere lasciata. Paura di rimanere sola, paura di essere delusa. Ho paura dei clown, delle maschere, del futuro e del destino. Ho paura dell'amore e dei legami, di affezionarmi a qualcuno. Ho paura di me stessa e… mi fermo, no? Sono una persona morbosamente gelosa, pessimista, sono paranoica e sono terribilmente pesante, spesso. In me ci sono tante, tantissime insicurezze che non so bene come attenuare e che spesso mi creano problemi. Adoro i cani, i gatti e stare nella mia stanza al buio, o comunque con una luce soffusa che non mi dà fastidio agli occhi. Il mio rapporto con il cibo e i miei chili è disastroso. A chi voglio mostro il mio lato dolce, premuroso e tenero, senza che me ne accorga. Sono rancorosa, molto, e per “ farmela passare” ci vuole un pò di tempo e pazienza. Ah, di pazienza non ne ho molta, o comunque dipende: per alcune persone ne trovo sempre un pò. Non sono molto brava ad aspettare, a volte pecco di volere tutto e subito. Sono enormemente emotiva e sensibile, poco basta a ferirmi. Piango spesso, ho spesso momenti no, ma in un modo o nell'altro trovo sempre la maniera di tirarmi su e rialzarmi. Mangerei chili e chili di anguria, mi piace da morire. Ho una mentalità molto aperta, non mi scandalizzo facilmente, al contrario provo interesse per ciò che è considerato “strano” da persone bigotte e con una certa ristrettezza mentale, considerandolo naturale e bellissimo nella sua naturalezza. Mi reputo una persona sincera, istintiva e talvolta impulsiva. Vivo d'ansia. E non scherzo, vivo d'ansia per davvero. In futuro aspiro ad un lavoro che oltre a darmi soldi, mi dia anche una certa soddisfazione, un certo appagamento morale, che mi faccia essere in pace con me stessa sapendo che durante la giornata qualcuno abbia tratto beneficio da me, dalla mia persona. Ho un grosso problema di fiducia nel genere umano. Mi fido ben poco di qualsiasi persona e pensandoci sì, qualche muro per difendermi l'ho costruito anch'io. In realtà però non è un muro chissà quanto forte, diciamo che è più una sorta di sottile separazione tra me stessa e ciò che potrebbe farmi stare male. Tuttavia è un qualcosa di poco spessore, un qualcosa di sottile, appunto, e quindi di conseguenza facilmente distruttibile. A volte sono la prima a demolirlo e a gettarmi a braccia aperte nel dolore, figuratevi. Forse perché il dolore è una costante nella mia vita e un pò mi ci sono affezionata anche, devo dire. Sono abbastanza lamentosa e lagnosa, molto curiosa, ho complessi di ogni tipo compresi quelli di inferiorità e delle volte ho l'apatia iniettata nelle vene, tipo oggi. Ho un punto debole, debolissimo, per le persone anziane: divento estremamente emotiva quando si tratta di un vecchietto o una vecchietta, che siano in difficoltà, segnati mentalmente e fisicamente dai troppi anni sulle spalle, o che siano ancora pieni di una dolce serenità, magari invidiata da persone più giovani. Ho una certa ampiezza musicale, nel senso che adoro la musica e la apprezzo in tutte le sue forme, in tutte le sue diversità, senza pormi alcuna barriera. Mi piace molto il pop Coreano, genere non ascoltato da tutti ma sicuramente molto valido, spopolato ormai un pò ovunque da tempo. Mi piacciono i fiori, le rose in particolare. Mi piace ricevere complimenti anche se faccio molta fatica a crederci, ricevere regali anche se non sono una persona materialista, mi piace percepire di essere importante per qualcuno. Questo penso valga per tutti, certo, perché quanto è bello sapere e… sentire, di essere importante per un'altra persona? Credo che sentirsi voluti e desiderati sia una sensazione terribilmente bella. Sono pigra. Dio santo, sono una scansafatiche e ho sempre sonno. Su questo rischio di essere patologica perché davvero provo sonnolenza in ogni momento della giornata e ah, adoro dormire e adoro il mio letto, ovviamente. Così come adoro le sorprese e i bei messaggi. Quelli sinceri, pieni di sentimento, pieni di desiderio e intensità. Ho la mania di fotografare un pò tutto, tutto ciò che cattura la mia attenzione e che merita di essere ricordato. Così come ho una strana tendenza ad autolesionarmi. No, non intendo i famosi “tagli”, anche se purtroppo spesso la voglia malsana di sentire il dolore sulla pelle è prevalsa sulla ragione e sul mio buonsenso. Intendo anche lesioni mentali. Insomma, tendenzialmente cerco sempre di migliorarmi, di farmi del bene e tutto quanto ma oh, quei momenti di pura autodistruzione devo dire che mi prendono. Nella vita ho avuto batoste, pugni in faccia, delusioni e secchiate colme di acqua gelida gettate addosso. Sono stata amaramente scottata, ed è stata una “scottatura” a lungo termine: non è terminata subito, no, sono rimasta lì a bruciare per mesi e mesi, curandomi e leccandomi le ferite da sola, stando attenta a stringere bene le bende per fare in modo che almeno non gocciolasse troppo sangue. Ora ho cicatrici ben marcate, ma le ferite sono tutte chiuse e risanate e nonostante tutto credo che l'amore sia esattamente quello di cui ho più bisogno nella vita. Credo che tutti abbiano bisogno di amore, amore vero, amore che ti può salvare la giornata e forse anche l'esistenza. E ringrazio una persona, importante, speciale e fondamentale per me, che è probabile stia leggendo e che sicuramente capirà: Grazie. Grazie per ciò che provi per me, per il profondo amore che mi trasmetti ogni giorno, ormai da tempo, e perdonami se precedentemente non sono stata così brava da afferrarlo e tenerlo a me sin da subito. Nonostante tutto, dentro di me posso intravedere della speranza e mi aggrapperò a quella finché ne avrò la forza.
Vi saluto 🌹
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3 Marzo 2018. Ore 15:00.
Stavo per entrare in doccia, ho appoggiato l'accappatoio e l'ho guardato per un attimo. L'ho sfiorato e ho pensato "questo lo hai indossato anche tu, quando abbiamo fatto la doccia insieme".
Di solito i messaggi nella lista dei numeri bloccati non li controllo mai. Questa volta, finita la doccia, senza nemmeno farci caso sono entrata nella sezione e ho letto i tuoi 15 messaggi. Mi chiedi di parlare, vuoi sapere come sto, me lo chiedi per favore, senza litigare, solo un attimo.
Mi tremano le mani, mi viene quasi da piangere, mi tremano le gambe. Mi siedo a terra, la schiena contro la vasca, ancora in accappatoio. Stento a crederci, dopo tutti questi mesi. Credevo mi avessi dimenticata.
Non resisto,non ci penso. Ti scrivo.
"ciao.."
"ciao, come stai?"
"si va avanti, tu?"
E ci ritroviamo a parlare come due amici che non si sentono da un po', che hanno da aggiornarsi sul corso che ha preso la loro vita nel tempo passato a non sentirsi. Sembra tu stia bene, a me sei sembrato sempre felice. Ti ho visto sempre sorridente. Mi chiedi di vederci, ho tante e troppe resistenze. Devo scegliere tra il male di non vederti e il male di vederti e perderti di nuovo, perché si sa che andrà a finire così. Scelgo il secondo. Mi preparo veloce e ti aspetto, guardando fuori dalla finestra sperando che la tua macchina arrivi subito. Sembro un cane che aspetta che il suo padrone torni a casa ed infondo è proprio così. Una sottomessa che aspetta il suo domatore.
Quando salgo in auto mi sembra tutto così strano. Mi mordo le unghie, a stento riesco a guardarti ma lo sento il tuo sguardo addosso, più volte. Ti fermi e ci guardiamo per un po'. Parliamo di questi mesi, delle cose che abbiamo fatto. Io ti guardo e sorrido. Mi chiedi perché lo faccio.
"non ti vedo da tre mesi ma ti giuro che mi sembra una vita. Ho sognato questo momento ogni sera. Ti ho pensato ogni secondo di ogni giornata e mi sei mancato da morire. Non hai nemmeno idea. Mi sembra di vederti per la prima volta. Sono agitata, emozionata, imbarazzata."
Tu ti slanci verso di me e mi baci, io ti prendo il viso e continuo quel bacio che sembra infinito, ci stringiamo forte, con le labbra incollate, che si cercavano da tempo.
"perché lo hai fatto?" ti chiedo. "boh" mi rispondi. "tu perché lo hai fatto?" "mi sei mancato, te l'ho detto. Io ti sono mancata?" "un po'". Ci baciamo ancora, ci accarezziamo. Dici che non ci sono state altre, che ti volevano e le hai rifiutata. Una gran bella vecchia storia, la solita bugia che si ripete e nella quale ormai rassegnata, non casco più. "ti ho pensata a volte ma non lo so, ormai non so nemmeno più chi sono. Sono stato male. Ho perso 10 kg. Ho la mente offuscata."
Parliamo, ci teniamo stretti, ci abbracciamo. Io continuo a toccarti il viso, quasi ad accettarmi che tu sia reale. Non posso smettere. Non voglio smettere.
E non so come, tra un bacio e l'altro ci troviamo a fare l'amore. Ridiamo, parliamo, ci sussurriamo , ci accarezziamo e ci baciamo. Quasi come nulla fosse cambiato ma con l'imbarazzo delle cose cambiate.
"io ci tengo ancora a te"
"anche io"
"sono ancora tua, dopo tutto questo tempo, dopo tutto, sono ancora qua per te."
So che ti sto dando troppe certezze ma queste parole le ho tenute incatenate dentro di me per troppo tempo.
Mi baci e mi guardi, mi accarezzi e ti sorrido. Sorrido tanto, emozionata e FELICE. Tu ne sembri sorpreso.
"una volta in quel locale, mentre eri di spalle ti ho accarezzato. Volevo avere un minimo contatto con te"
" anche io l'ho fatto"
Mi baci e baci e baci ancora. "ora come faccio a staccarmi da te? Non ci riesco. Ma perché?"
E ce lo ripetiamo, dopo le mille chiamate che ci fanno, è tardi e dovremmo andare via ma non riusciamo a separarci. Metti in moto, mi stringi forte la mano, la intrecci alla tua. Rallenti tanto prima di arrivare all'incrocio di casa mia, vuoi allungare il tempo e io ti stringo ancora di più la mano. Ci baciamo, dolcemente poi mi dici "ci vediamo domani", ma ovviamente è una promessa vuota. Vai via di nuovo, dopo avermi usata. "non so cosa provo, sono tornato da te per i ricordi" mi dici. Ma nemmeno mi fa male, nemmeno sono sorpresa. Sono troppo rassegnata, sapevo sarebbe andata così.
Ma io ti amo ancora e non so cancellarti.
E amo me, quando sono con te. Amo la versione di me che tiri fuori. Una cucciola che cerca abbracci e coccole, che si rifugia nell'angolo tra il tuo collo e la tua spalla, chiudendo gli occhi rilassata. Amo la versione di me che stringe e abbracciati, bacia dolcemente e accarezza. La versione di me che si preoccupa come una mammina, che fissa negli occhi e non si sente inferiore o in imbarazzo. Quella che sorride di cuore ed esprime i sentimenti senza paura. Amo la versione di me fedele, innamorata. Quella che fa l'amore oltre che con il corpo, con il cuore, respira interrotta tra un bacio e l'altro e si lascia andare nelle braccia di un'altro. Amo quello che sono con te e non riesco ad essere con nessun altro.
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