#A tiè! ...e famiglia
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giramenti · 1 year ago
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Venerdì 20 ottobre alle 18: TAIMER presents "A tiè! ...e famiglia", il concorso natalizio per racconti brevi
Giovedì 20 ottobre alle 18 saremo online su Facebook per presentarvi il nostro concorsone natalizio! Potrete seguire QUI l’evento. 1° concorso mondiale A tie’! … e famigliaOvvero1° concorso per racconti (poco) natalizi Allora, le regole sono poche ma essenziali: 1. non si paga niente;2. il concorso, targato TAIMER, è organizzato dalla Libreria Booklet di Ozieri e dalla inclemente signora…
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onnarcissismdisorder · 5 years ago
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Accade a una coppia con figli di separarsi. A volte succede di avere molta fretta nel ricostruire un'altra famiglia, di trovare un altro partner. E si finisce per accelerare, bruciare tappe e coinvolgere i figli nelle nuove storie. I bambini vanno protetti e tutelati. Non bisogna avere fretta di coinvolgerli nelle relazioni. Si rischia di costringere i figli ad adattarsi ad altre figure. E se poi la storia finisce, i bambini sono destinati a dover elaborare una collezione di lutti. Evitiamo dolori inutili ai figli, pensiamoci prima, rispettiamo i loro tempi e i loro confini.
A volte non si vede l’ora di riempirsi la bocca con “il MIO compagno” quasi ci fosse un tiè verso quello di prima. E saltare da una relazione all’altra senza metabolizzare la precedente è indice di assenza a se stessi. Io sono contraria alle accelerazioni di ogni genere. Se uno vuole sperimentare è sua responsabilità. Ma non coinvolga i minori, almeno. Calma. E consapevolezza. Ho visto fuochi di paglia incendiare famiglie intere.
Di troppo Amore. Dott.ssa Ameya Gabriella Canovi
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dil3tta · 3 years ago
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Mi ero ripromessa di non scrivere mai più cose per il mio ex, ma questa più che una lettera/cosa per lui è una lista di cose a cui sto pensando ultimamente e che sento di dover sputare fuori in qualche modo perché forse poi mi sentirò più leggera.
Tu non mi manchi più da tempo, dalla settimana successiva a quando ci siamo lasciati. Non penso più a te in modo romantico, non provo nostalgia nei confronti della nostra relazione perché ripensandoci ho capito che con me sei sempre stato un po' stronzo, e adesso mi fai un sacco schifo, non lo dico con cattiveria ma con disgusto, del tipo che guardo la tua faccia e mi viene da ridere e penso "ma come posso essermi innamorata di questo pesce lesso?". Hai perso tutta la magia che avevi ai miei occhi quando stavamo insieme, prima sembravi un principe azzurro e adesso sei più uno scappato di casa, uno di quelli che non guarderei minimamente nemmeno in una stanza completamente vuota con solo te in mezzo. Sei stra imbarazzante e lo so che è davvero brutto dirlo ma ti auguro il peggio, spero che tu rimanga solo per tutta la tua vita, che tu resti nel tuo buco di casa con quei rompipalle dei tuoi nonni e che quando non ci saranno più ti dovrai accollare quel problema sociale di tuo padre, perché siete tutti dei problemi sociali nella tua famiglia e me ne sono resa conto quando ho capito che senza di te stavo meglio perché non sentivo più il peso della tua vita gravarmi sulle spalle, tutte le stronzate che facevi e che io ti dovevo aiutare a risolvere, come la scuola, il polso che ti eri slogato, i tuoi paradossali problemi di salute, la macchina sfasciata, ma spero che manco la riprenderai mai la macchina guarda, e che se la riprendi ti si sfascia di nuovo, e spero che ti renderai conto dello schifo di vita che conduci e diventerai un vecchio brutto scorbutico e rompipalle come tuo nonno, tiè.
Dopo questa carellata di insulti ti dirò, tu non mi meritavi affatto, e spero che ci piangi ancora la notte perché sei stato davvero un cretino, non mi scrivevi mai le lettere anche se sapevi che per me valevano più di mille rose e se lo facevi era perché te lo chiedevo io ed erano tipo di 3 righe sgrammaticate, non mi hai mai fatto una sorpresa, manco mezza, e non lo dico perché voglio regali o simili perché per me una sorpresa è anche venire sotto casa mia quando meno me lo aspetto, poi sei stra ignorante, ma tipo una capra, e i tuoi amici fanno tutti schifo, e non ho mai sopportato come tu abbia screditato i miei sentimenti per difendere quei caproni degli amici tuoi, non ho mai sopportato che tu vedendo la tua ragazza piangere a dirotto al posto di difendermi abbia detto che stavo esagerando, e ho capito la gravità della questione quando mio padre ha completamente tagliato i rapporti con la sua stessa sorella perché lei aveva trattato malissimo mia madre, insomma, sei un vigliacco e uno stronzo, e lo sei stato tutte le volte che hai preferito loro a me e tutte le volte che io ti volevo parlare delle mie preoccupazioni e tu te ne fregavi, e sei stato così egocentrico e spocchioso quando mi davi della sociopatica solo perché a differenza tua non passavo mattina e sera con gli amici perché studio, ecco un'altra cosa, non hai mai pensato al tuo futuro, sei sempre stato pigro a merda e per me la pigrizia è la cosa peggiore del mondo soprattutto la tua, a tratti mi disgustava, e volevi sempre le cose per forza come le decidevi tu, hai sempre avuto un carattere di merda, un modo di fare infantile e sei stato il peggior ragazzo del mondo. Questo è tutto quello che vedo guardandomi indietro, niente nostalgia né malinconia perché mi si è tolto un velo da davanti agli occhi, sei stata la scelta peggiore che potessi mai fare e spero che la tua vita d'ora in poi faccia schifo perché te lo meriti, punto e basta.
Lo so che non me ne dovrebbe fregare nulla ma queste cose non le posso dire a nessuno sennò mi prenderebbero per psicopatica ma penso sia normale avercela con il proprio ex, a me di lui non importa più un accidenti ma volevo sputare per l'ultima volta il rospo su tutto quello che di disgustoso rappresenta ora la sua persona per me. Quando mi "lasciai" con L provai un incondizionato fascino nei suoi confronti fino a quando non conobbi T e invece con N provo solo schifo schifo schifo proprio perché lui non ha mai avuto niente di affascinante, ero solo io che ero troppo smielata e abituata in un certo senso a lui quindi non contemplavo il lasciarlo. E che disastro se non ci fossimo lasciati, che vita pesante veramente. Quindi, sunto della questione, N fai schifo sotto ogni punto di vista e ti odio.
Ora, caro futuro ragazzo: sappi che i miei standard sono aumentati. Voglio che tu mi compri i narcisi per il mio compleanno, che tu mi scriva lettere meravigliose, che tu sia una persona colta e soprattutto bella dentro (e anche fuori, basta body positivity ora voglio le tartarughe e i tricipiti), ti voglio proprio un figone, che ti fai bello per vedermi e che mi tratti da principessa, poi se sarai milanese pretendo regali belli e costosi e niente problemi in famiglia, voglio essere accolta in casa tua come una figlia e voglio che tu ti fidi di me e che rispetti le mie scelte future. E ste cose le voglio, non le vorrei o le preferirei, punto e basta.
Quindi niente, post brutto e sgrammaticato e dalla punteggiatura pietosa per vomitare un po' di merda e non pensarci più (nell'ultima lettera a N ho scritto "forse ci rivedremo in un'altra vita, dove saremo entrambi dei gatti" ma il cazzo se penso che te devo rivede in un'altra vita sbratto). Shalom a tutti.
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icomaidirros · 7 years ago
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“Mi hanno chiamata puttana. Perché gli ho sorriso quando mi diceva che avevo un bel culo, gli ho detto si senza aspettare troppo tempo, mi sono fatta toccare ovunque senza particolari impedimenti, gliel’ho preso in mano senza guanti sterilizzati da chirurgo e poi l’ho perfino messo in bocca e non ci eravamo ancora neppure presentati. Mi hanno chiamata troia perché mi è piaciuto, ed eravamo in un piccolo sgabuzzino ricavato dentro il pub, mi sono liberata di mutande, reggiseno, gli ho sbottonato il pantalone e mi sembrava gli piacesse, era felice, lui godeva e devo dire che godevo anch’io.
Mi hanno chiamata sporca perché non ho tenuto a precisare i dettagli della mia intimità, gli ho solo detto “tiè, mettiti ‘sto preservativo” e poi ho sollevato l’anca e l’ho spinto dentro senza indugiare. E se ne avevo voglia non ho capito perché mai avrei dovuto rifiutare. L’unica cosa della quale avrei potuto lamentarmi era il fatto che è venuto troppo presto, era eccitato, c’era da capirlo, allora mi sono toccata e lui mi ha dato una mano, anzi la lingua, per fare arrivare pure me.
Ma come, non lo fermi? Non gli dici niente? Non vuoi neppure avere un abbraccio, una parola dolce, qualcosa che possa dare l’illusione di un interesse differente? E dico no, non me ne frega niente. Mi è piaciuto. Dovessi mai incontrarlo un’altra volta può anche ricapitare. Se gli sta bene. Se mi sta bene. Ma al momento dirsi ciao e grazie dopo il sesso e continuare a trascorrere la serata come prima mi sembra la migliore cosa.
Mi hanno chiamata troia perché secondo la mia amica mi sarei comportata come un maschio. E ho chiesto “un maschio gode quando scopa? e perché mai non posso farlo anch’io?“. Mi hanno chiamata puttana perché mi è piaciuto quello che non avrebbe mai dovuto piacermi. Anzi mi eccita, ancora, solo ripensarci. Perché sono fatta di carne e di libido e non c’è alcuna morale che possa convincermi del fatto che mi sono sbagliata.
Mi hanno chiamata sporca perché avrei dovuto, come minimo, sperare che lui mi chiamasse il giorno dopo, a me che non gli ho neppure dato il numero di telefono, avrei dovuto sospirare, innamorarmi, immaginare di mettere su casa e fare mille figli con uno con il quale mi è solo piaciuto scopare. Mi hanno chiamata stronza quando è sembrato che per difendermi dalle accuse ho dato delle bacchettone e moraliste alle mie conoscenti, quelle che mi hanno vista entrare con quel tale dentro lo stanzino e poi mi hanno aspettata fuori. Una mi ha detto “ero preoccupata… pensavo ti stesse stuprando…“.
Mi hanno chiamata troia perché avessi detto si trattava di uno stupro forse sarebbe stato meglio, avrei evitato di essere processata perché manco dell’aspirazione alla santità. E mi chiedevo se esiste regola che imponga alle donne di sentirsi violate se non rispettano le convenzioni sociali.
Io mi ricordo ancora quelle mani strette, i colpi serrati, il caldo, l’odore, lo rifarei senza problemi, perché certe volte l’intesa scatta in un momento e di lui non so cosa mi ha colpito, forse la voce, forse. Ma se dopo il sesso non proclamo di essere una martire profondamente innamorata, se ben distinguo la chimica dal sentimento, allora sono un maschio, che per chi è un po’ specista diventa essere un “animale”, nel senso becero e deteriore di quel termine.
Io troia, io puttana, io animale, io sporca. Perché in fondo c’è una mentalità che ci vuole un po’ così: stuprate, sofferenti e infelici o se felicemente scopanti dunque stigmatizzate. Al massimo sposate figlianti, senza eccessiva eccitazione per gli appuntamenti a letto.
Ho fatto sesso consensuale con un tale che non me l’ha chiesta, io non gliel’ho chiesto, mi è piaciuto e poi non ci siamo mai più visti. Per la mia amica sono ancora quella che avrebbe avuto un trauma da piccola ché altrimenti sarei lì a fare la sentimentale con qualcuno. Mi ha triturato le ovaie con il mio presunto senso di solitudine, ché noi femmine saremmo diverse, che non è possibile che possa piacerci una cosa così, che per sentirsi realizzate per davvero le “donne”, e l’ha detta proprio così declamando teorie al plurale, avrebbero bisogno di sicurezza, stabilità, casa, famiglia, figli. Le ho detto “stai serena… a te forse non sarebbe piaciuto ma a me invece si“. Lo posso dire che se lei trombasse di più e avesse meno moralismi attaccati sulla pelle forse starebbe meglio e farebbe stare meglio pure me?”
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paukzen · 5 years ago
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Sardegna Gran Tour
(O - come da hashtag ufficiale su Instangram - #SardiniaGranTour, anche se poi, pensandoci adesso, sarebbe stato meglio #SardiniaBikeTour, vabbè)
Fu così che Ricky lanciò la proposta di un giro della Sardegna in 5 giorni da effettuarsi in novembre, mese notoriamente soleggiato e caldo. Gli invitati accettano pur facendo notare che 5 giorni forse sono un po’ pochi (così si estende a 9). Sul periodo, invece, nulla in contrario: impossibile che piova a novembre.
Partecipanti: Paukzen (il sottoscritto), Ricky, Luca e Paolo (lui solo da Cagliari in poi). Spoiler: Luca si rivelerà compagno di viaggio perfetto: gli va bene tutto e non si lamenta mai (cioè a parte del pedalare, ma questo è secondario).
Itinerario: seguire da Porto Torres tutta la costa della Sardegna tornando al punto di partenza, facile, no? Km previsti 11.000, dislivello previsto: sconosciuto, ma abbiamo calcolato non meno di 1000 m ds+ a tappa.
Nota: le foto sono mie, di Paolo e le più belle di Ricky, fate voi
1 tappa: Porto Torres - Stintino - Alghero - Bosa: 140,63 km e 949 m ds+
Si parte!!! E la prima tappa tutto bene, cioè: a parte la foratura di Ricky appena uscito di casa, la ruota dimenticata davanti ad un bar di Porto Torres (a seguito del cambio di camera d’aria), e poi recuperata, e gli abbondanti scroscioni (grossi scrosci, boh) di pioggia. 
Siamo comunque talmente freschi che già deroghiamo alla più o meno implicita regola di evitare degli avanti e indietro su strade chiuse e deviamo per Stintino (che poi questo era più o meno previsto), prima località turistica del giro.
Eccoci quì (due su tre), fiduciosi e ottimisti.
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La strada da Alghero a Bosa sono 40 km di nulla, ed è fantastica, e per l’occasione viene scattata la foto migliore della vacanza, a mio insindacabile giudizio.
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Alla fine si arriva a Bosa, si trova un B&B che neanche mi ricordo com’era e si mangia pizza al trancio (buonissima) seduti all’aperto nel bar accanto, che ha il merito soprattutto (l’unico) di offrire birra Ichnusa da 0,66 l alla modica cifra di 2,50 euro. 
Il viaggio non poteva iniziare meglio, ma poi.
2. Bosa / Cuglieri - S’Archittu - Oristano: 70,29 km e + 675 m ds+
Ed ecco finalmente la pioggia che tanto temevamo, tutto il giorno e a secchiate. D’altro canto le previsioni erano ideali.
La tappa odierna oltretutto parte malissimo con due gomme a terra su sei (una di Luca durante la notte e una mia, in camera in diretta, giuro). Si scopre che ho un copertone distrutto, ma grazie ad un ragazzo appassionato di bici che gestisce il B&B Muraglia Vecchia (che ovviamente consiglio a tutti quelli che andranno a Bosa) rattoppiamo il tutto e in qualche modo si riparte.
L’attrazione turistica del giorno è l’arco di S’Archittu che infatti fotografiamo (sotto la pioggia).
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Decidiamo poi saggiamente, visto la pioggia incesssante, di saltare a piè pari la penisola del Sinis, così
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e andiamo diretti a Oristano dove ci attende un hotel a 4 stelle che di 4 stelle aveva soltanto la sfarzosità degli spazi comuni. Comunque l’abbiamo pagato 70 euro in tre con colazione abbondante, quindi, noi che alla fine badiamo solo alla pancia, non ci lamentiamo.
Faccio notare solo (tralasciando l’acqua calda della doccia che arrivava solo a momenti) che per esempio non aveva il servizio lavanderia e così ci tocca andare in una lavanderia (appunto) a gettoni, con asciugatrice. Scopriamo tra l’altro essere un posto ideale per rimorchiare se non fosse che c’erano solo 60enni. Però potenzialmente, eh.
Alla sera i miei due compagni di viaggio vogliono mangiare assolutamente carne ma non si mettono d’accordo sul grado di cottura così seconda sera, seconda pizza, vabbè.
Segue breve passeggiata per Oristano e buonanotte.
Ah! Dimenticavo il super-gioco del viaggio: contare le vecchie Panda! Ce ne sono ancora un sacco in Sardegna e, se non fosse per il loro stato (e le targhe delle più diverse città continentali), mi verrebbe da pensare che ci sia una produzione ancora attiva in loco. Sui numeri siamo sulle 50 panda per tappa, mica cazzi. Avevo pensato anche di fare una sorta di media al km di Panda per tappa ma poi anche chi se ne frega.
3. Oristano - Arborea - Marceddì - Costa Verde -  Arbus - Sulcis - Buggerru - Nebida: 121,50 km e 1.846 m ds+
I vostri affezionatissimi quì partono separati. Io vado dal ciclista a comprare due nuovi copertoni (ma apre alle 8,30), loro si avviano senza di me (il gruppo si riunirà più tardi sulla scena del disastro, ved. dopo).
Il primo pensiero della mattina comunque è: stasera niente pizza!
Dopo la brutta strada SS fino ad Arborea (e vi risparmio le lunghe digressioni di dove mettono gli accenti i sardi) si passa dalla Costa Verde, quella delle dune di Piscinas, con paesaggi naturalmente molto belli, e, sulla successiva temibile salita verso Montevecchio, avviene il patatrac... (suspense mentre agevolo una foto della Costa Verde)
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E cioè a Ricky si rompe la sella e finisce con il culo a terra, buon per lui che aveva la borsa e così se lo salva (almeno fino ad oggi, eh! eh!)
Ad ogni modo arriva ad Arbus alla bersagliera, 
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dove troviamo un ciclista (o quasi) che ripara in qualche modo il danno e mangiamo tre panini spettacolari con 4,26 euro totali (e ci regalano pure una birra, forse perchè sono notoriamente bello, vai a sapè).
Ecco i panini.
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Quindi ripartiamo verso la temibilissima salita di Buggerru (che poi sarebbero ben due, una prima e una dopo, e che soffriamo un sacco, come testimoniato ampiamente dai lamenti di Luca) che ci conduce a Nebida, dove dormiamo in un B&B gestito da amici guide/arrampicatori di Ricky.
A Nemida c’è il famoso Pan di Zucchero, che poi sarebbe quella cosa là in fondo nella foto sotto, ma ammetto che ci sono immagini migliori.
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Per cena ci dicono che c’è una sola cosa aperta: una pizzeria, alè!
Primo giorno senza pioggia: di nuovo alè! Stavolta senza ironia.
4. Nebida - Sant’Antioco e le saline - Porto Pino - Chia - Pula: 136,15 km e 1.017 m ds+
Oggi si parte con tipo 20 km di discesa (ottimo) e con un vergognoso vento a favore che ci porta, ad una media di 60 km/h (o forse era leggermente meno), a Sant’Antioco dove troviamo un cielo nero nero nero ma nero e allora decidiamo di evitarne il giro, tiè.
Dopodichè, per espiazione, ci infiliamo in una strada sterrata in mezzo alle saline e al vento (stavolta più o meno contro) e da lì andiamo al bel Porto Pino (dove non c’è un caxxo di aperto per il pranzo), poi a Chia (altro posto fantasma in questo periodo) e infine, su una brutta strada, a Pula.
A Porto Pino ci siamo tutti e tre, anzi quattro col porto, indovinate qual’’è il porto.
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Poichè ho più o meno deciso di mettere due foto per giorno, la seconda è dedicata ai numerosissimi porta-bici sardi che hanno solo un difetto che vi faccio indovinare da soli.
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La sera dormiamo in un affittacamere con un giardino curatissimo da dei tipi particolari (= alcolizzati = simpatici) che hanno tipo 11 gatti, così va la vita.
E indovinate un po’? Non mangiamo la pizza!!! 
Tra l’altro anche oggi alla fine non prendiamo pioggia perciò va tutto per il meglio, anzi no (ved. giorno successivo). 
5. Pula - Nora - Cagliari - Villasimius - Punta Carbonara - Costa Rei - Muravera: 152,19 km e 1.251 m ds+
E infatti oggi ci dovrebbe essere l’incontro con Paolo che però rimane vittima del maltempo con conseguente ritardo mostruoso del traghetto che lo traghetta a Porto Torres con tipo 8 ore di ritardo e quindi giungerà a Cagliari solo la sera.
Necessariamente quindi l’incontro avverrà solo il giorno successivo sulla strada per Lotzorai e noi tre ci spariamo il super-tappone di 152 km fino a sera a Muravera (questo l’ho scritto solo per fare la rima).
Note: fino a Cagliari strada bruttissima dove ci siamo giocati almeno 2 vite a testa, da Quartu a Muravera invece forse la più bella strada del viaggio. Andateci (in bici).
Le foto delle tappa di oggi lo dimostrano:
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Figo, eh?
Per completezza concludo dicendo che la notte l’abbiamo passata in un appartamento con cucina alla incredibile cifra di 45 euro in tre. Poi per rimediare abbiamo fatto 88 euro di spesa, vabbè.
6. Muravera - Lotzorai: 87.61 km e 586 m ds+
Tappa facile facile, unendoci finalmente con Paolo a Muravera che alle 9,00 del mattino si era già sparato 60 km da Cagliari, ben gli sta.
Noi invece al suo arrivo eravamo alla seconda colazione.
Ed ecco finalmente Paolo, dal davanti
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e poi anche dal di dietro (è quello con la maglia verde, ovvio)
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Ad ogni modo a pranzo siamo già nei pressi di Lotzorai e mangiamo in un posto pessimo al porto di Arbatax che per vegetariani offre solo delle pastasciutte precotte che lasciamo perdere. Ma me lo ricorderò per il futuro, cari miei.
Il pomeriggio lo passiamo al fantastico B&B The Lemon House di Ricky & Elena a riposare. Ne approfittiamo per vedere (per quanto mi riguarda per l’ennesima volta) il film cult coreano Old Boy, che solo i veri intenditori di cinema sanno apprezzare (quì c’è una frecciata che qualcuno coglierà di sicuro).
Ne approfittiamo anche per lavare e asciugare tutto il nostro vestiario per l’ultima volta.
Per cena siamo invitati dall’ospitalissima famiglia di Luca per una grigliata a base di carne. A me, in quanto vegetariano, viene offerto, oltre ad un ottimo pesce spada sempre alla griglia (sono un vegetariano che però mangia pesce, eh), un minestrone fantastico e come dessert, questo per tutti, un tiramisù come raramente ne ho mangiati in vita mia. Il tutto accompagnato da vino come se piovesse. Si è fatto baldoria insomma.
7. Lotzorai - Passo Genna Silana - Dorgali - Orosei - Siniscola - Budoni: 137,76 km e 1.728 m ds+
Uhhh!!!! Oggi c’è in programma, subito alla partenza, la cima Coppi del giro che i due locali conoscono a memoria (fatta tipo due volte in bici in vita loro).
La bagarre per la conquista della vetta è stata veramente avvincente, come testimoniato dalla mia bellissima foto.
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Pantani ci fa un baffo.
Comunque ce l’abbiamo fatta, ecco la prova:
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Per il resto la tappa passa da Dorgali, Orosei (bella), Siniscola (bella) e finisce a Budoni. Si capisce che non la ricordo bene?
A Budoni dormiamo in un bel appartamento dove purtroppo si mangia veramente male (carbonara con vongole, secondo un antica ricetta inventata al momento da Ricky). Ah, no! Ho controllato ora, esiste davvero. Sarà che non abbiamo aggiunto il ciuffo di prezzemolo...
Purtroppo visto che l’abbiamo cucinata noi non possiamo lamentarci con nessuno.
8. Budoni - Golfo Aranci e Porto Rotondo - Costa Smeralda e Porto Cervo - Palau - Santa Teresa di Gallura: 142,69 km e 1505 m ds+
La tappa odierna inizia, e poi prosegue, con la pioggia e prevederebbe un pedissequo costeggiamento (?) del mare.  
Peccato che Ricky, febbricitante, tenta ad ogni bivio di boicottarla palesandoci scenari apocalittici di maltempo, salite tipo Mont Ventoux sulla costa, km inverosimili (dice 180, facendo la costa) e orario di arrivo improponibile (alle 20,00 di sera, assicura).
Al bivio per Porto Cervo quindi c’è il primo vero momento di contrasto, si fa per dire, nel gruppo.
Le posizioni sono le seguenti: Ricky vuole accorciare, Fede vuole essere fedele al piano e passare da Porto Cervo, Luca si rimette alla maggioranza (ma lamentandosi preventivamente).
La situazione è più o meno questa.
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Situazione di stallo, quindi (alla messicana? No purtroppo, che tanto mi avrebbe fatto sentire in un film di Tarantino). 
La decisione sta quindi a Paolo che dopo decine di minuti di tensione dice una cosa tipo: “Ma vaffanculo, passiamo da porto Cervo!”, così ha parlato e così si fa. 
Si merita l’unica foto del giorno.
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Pranziamo in un posto tipico (benzinaio) visto che è tutto chiuso o con prezzi improponibili (Porto Cervo è un enclave svizzera, no?) e veloci come il vento giungiamo a Palau e infine a Santa Teresa di Gallura.
Una cosa: la Costa Smeralda è anche detta in gallurese (esiste il gallurese? sì) Monti di Mola (scopro ora), il che per tutto il giorno mi ha fatto rimbombare nella testa l’omonima canzone di De Andrè che parla di un giovane che si innamora di un asina (e viceversa). Eccola quì.
Alla sera dormiamo in uno scadente hotel, anche conosciuto come topaia o bettola, scelto da Luca, che (non l’hotel, ma Luca) dopo avere visto la reception del posto, la prima cosa che dice è: “Domani la colazione non la facciamo quì” E noi naturalmente ubbidiremo.
A questo punto del viaggio ci è tornata la voglia di pizza e, complice anche una pioggia clamorosa che non ci fa allontanare dall’hotel per più di 100 metri, ci infiliamo in una pizzeria (appunto) di fronte alla sopracitata topaia (o bettola) e concludiamo la serata con birra a volontà.
9. Santa Teresa di Gallura - Porto Torres: 109,97 km e 1047 m ds+
In teoria doveva essere una tappa facile, ma. 
Ma un sacco di saliscendi e vento contro (alla fine, almeno quello, per la prima volta dall’inizio del giro) ci rendono la tappa più dura del previsto.
Per fortuna la formazione belga a ventaglio è ormai collaudatissima.
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Il morale però è alto sia per la vicinanza del traguardo sia perchè miracolosamente riusciamo a schivare la pioggia. 
A pranzo mangiamo un super-panino a Castelsardo, che ha il terribile difetto di potere essere raggiunto solo dopo una salita interminabile (e successiva discesa), ed è la prima volta che come vegetariano non mi trattano da appestato, bene.
Lungo il tragitto vediamo un sacco di cacciatori (è domenica) che in gruppi di 20 alla volta vanno a caccia di cinghiali, facile, eh? Codardi che non siete altro. Comunque (noi compagni cinghiali) conquisteremo il mondo, è solo questione di tempo, daje!
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Sul porto di Porto Torres (o quasi) facciamo le foto di fine giro tutti contenti come bambini.
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Totale: km: 1.098,79 / m ds+: 10.604
Foto sparse del giro.
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Fine! Ah, che nostalgia...
Si ringrazia lo sponsor ufficiale (usato a profusione da Ricky)
Una dedica speciale va anche al nostro ispiratore, colui che ha fatto questo:
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cbarbarella-blog · 8 years ago
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Lo #spuntino di oggi: #carosello #ortaggio della famiglia dei #meloni, alternativa al #cetriolo ma molto più #gustoso e #digeribile grazie all'assenza della #curcubitacina Tiè 😂
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giramenti · 1 year ago
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La puntata s(c)emi natalizia dedicata al concorso "A tiè... e famiglia!"
Il concorso torna il prossimo Natale, sempre se non ci arrestano prima…
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giramenti · 1 year ago
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TAIMER - A tiè... e famiglia! Chi avrà vinto il nostro concorso POCO natalizio?
Potete seguire la diretta cliccando QUI.
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giramenti · 1 year ago
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"A tiè! ...e famiglia", il regolamento del concorso (poco) natalizio di TAIMER
1° concorso mondiale “A tie’! …e famiglia“Ovvero1° concorso per racconti (poco) natalizi Allora, le regole sono poche ma essenziali: non si paga niente; il concorso, targato TAIMER, è organizzato dalla Libreria Booklet di Ozieri e dallainclemente signora Conventi; i testi:a. dovranno essere contenuti in non più di 3 (tre!) cartelle editoriali, meglio se in word,carattere Times New Roman,…
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