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#4° città di lugano
stateofsport211 · 7 months
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Lugano Ch F: Otto Virtanen [2] def. Daniel Masur 6-7(4), 6-4, 7-6(3) Match Stats
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📸 ATP official website
Hanging in there while absorbing pace might have been the way for O. Virtanen, who trailed one set and a break before he started digging and becoming more aggressive for another set and a half. This way, he could maximize his chances by converting 33% of his 9 break points, taking into account how Masur was able to go deep in the setup, but had insufficient responses when O. Virtanen started to return even deeper, thus resulting in him only converting 2 break points out of his 13 chances along the way, thus he was unable to sustain his rhythm.
Furthermore, both players had their own service game strengths. In a 8:1 ratio, O. Virtanen scored more aces by 16 than Masur's 2, having a more reliable first serve winning percentage with 77%, 7% more than Masur, which helped him navigate the service game problems during the last two games. On the other hand, O. Virtanen's 9 double faults put his second serves at risk, thrice more than Masur who only double-faulted thrice, thus winning 5% lesser points than Masur from there.
After a successful title defense, this marked O. Virtanen's second Challenger title of the year (after the Pau Challenger), continuing his successful indoor runs after concerns surrounding his peak form raised over several poor runs in the start of the season. This propelled his rank back to 127 live, signifying his Top 100 push is back on, while Masur's comeback continued by being 4 lines away from the Top 300. A long-awaited pushes long overdue for them.
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lamilanomagazine · 1 year
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Lugano: al via la tredicesima edizione del Lugano LongLake Festival 2023
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Lugano: al via la tredicesima edizione del Lugano LongLake Festival 2023. Al via la tredicesima edizione del Festival internazionale LongLake, uno dei più grandi open air urbani della Svizzera che dal 7 al 23 luglio animerà la città di Lugano con la grande musica dei concerti, gli spettacoli, il teatro, le performance gli incontri e gli artisti di strada. I primi appuntamenti: Venerdì 7 e sabato 8 luglio due serate di concerti gratuiti di grande musica in Piazza della Riforma, protagonista del Festival sarà Estival Jazz con due serate di concerti gratuiti in Piazza della Riforma, la piazza principale di Lugano. La line up ufficiale vedrà come ospiti Ben Harper, Gilberto Gil, Judith Hill, Stanley Clarke, Seun Kuti & Egypt 80, Mark Lettieri, Beppe Donadio. Le prime note scelte per l’apertura ufficiale di Estival Jazz saranno affidate a Mark Lettieri, il virtuoso chitarrista americano membro degli Snarky Puppy, Chitarrista, compositore e turnista, vincitore di un Grammy. Grande ospite d’onore della serata sarà Ben Harper, vincitore di tre Grammy Awards e considerato uno dei maggiori esponenti della scena musicale internazionale. Ben Harper sarà in concerto insieme agli Innocent Criminals e sarà un’occasione speciale per ascoltare dal vivo i brani che lo hanno reso famoso e quelli dell’ultimo album “Bloodline Maintenance”, prodotto dallo stesso Harper insieme al collaboratore di lunga data Sheldon Gomberg. A concludere la prima serata sarà la cantautrice californiana Judith Hill, conosciuta per essere stata corista per alcuni dei più importanti gruppi e artisti americani, tra cui Stevie Wonder, The Roots, Michael Jackson ed Elton John. Nel 2013 Judith Hill partecipa a “The Voice” conquistando il pubblico con la sua voce espressiva, pastosa e piena di soul. Dopo questa esperienza riceve moltissima attenzione dai media, dal pubblico e da Prince, rimasto ammaliato dalla sua voce espressiva. Sul palco di Lugano Judith presentrà i brani dell’ultimo album da lei autoprodotto “Baby I’m Hollywood”, uno splendido mix di soul, meravigliose ballate per pianoforte e funk psichedelico. La seconda serata di Estival Jazz inizierà con le note di Stanley Clarke. Vincitore di 4 Grammy e considerato una leggenda del jazz contemporaneo, è stato il primo bassista ad esibirsi come front man in tour mondiali, e il primo ad essere una star sia del basso elettrico che di quello acustico. Salirà sul palco con la sua nuova ed entusiasmante band 4EVER che enfatizza la legacy jazz fusion di gruppi storici come i Return To Forever, con i quali lui stesso ha collaborato. Fedele all’evoluzione del jazz elettrico, Stanley Clarke e i suoi giovani partner proporranno una potente combinazione di armonie e improvvisazioni jazz con influenze rock, funk, R&B, hip-hop e musica elettronica. La serata proseguirà con un ospite di assoluto prestigio: l’artista brasiliano Gilberto Gil che torna in concerto con il suo Aquele Abraço Tour, per festeggiare i 60 anni di carriera e 50 anni di tournée mondiale. Una carriera iniziata da giovanissimo negli anni Cinquanta ispirata dal bandoneon di Luis Gonzaga, dalla radio, e dalle processioni religiose della sua terra, il Nord-Est del Brasile. Poi l’arrivo della bossa nova con Joao Gilberto, un suono che partendo dal profondo del cuore del Brasile arriva ai palcoscenici di tutto il mondo. L’incontro con Caetano Veloso, con Gal Costa e Maria Bethania, una generazione di baiani all’apice del nuovo movimento musicale, la MPB, Musica Pupular Brasilera, di cui è uno dei padri fondatori. E poi le collaborazioni con alcuni dei mostri sacri del panorama internazionale, da Bob Marley a Stevie Wonder a Sting. Chiuderà la 43esima edizione di Estival Jazz il ritmo travolgente di Seun Kuti & Egypt 80. Seun Kuti è figlio di uno degli artisti più influenti del XX secolo, Fela Kuti, “The Black President”, rivoluzionario, musicista e attivista nigeriano, inventore dell’Afrobeat. La musica di Fela Kuti, scomparso ormai da diversi anni, continua a vivere grazie ai due figli. In un’epoca in cui l’afrobeat viene sempre più riscoperto e citato in molteplici ambiti musicali moderni, dall’hip hop alla techno ed a tutta la tropical music, Seun Kuti & Egypt 80 rappresentano l’autentica radice originale, ma rinvigorita dalla giovane energia e da una notevole apertura a collaborazioni e contaminazioni artistiche. I prossimi appuntamenti di seguito: Martedì 11 luglio Salmo in concerto sulla Piazza del Lac che farà tappa sul lungolago di Lugano con il suo “Summer Tour” e sarà il protagonista assoluto di quello che si annuncia come un nuovo evento straordinario dell’estate luganese. Capace di scalare le classifiche italiane di vendita e di stream su Spotify e di riempire arene come lo Stadio San Siro, Salmo sarà il protagonista assoluto di una serata da non perdere nella quale salirà sul grande palco affacciato sul Lago di Lugano, allestito appositamente per la serata. Biglietti in vendita su www.luganolac.ch Mercoledì 12 luglio Madame in concerto sulla piazza del Lac alle ore 21:30 nel suo nuovo tour estivo. Dopo la sua seconda esperienza sul palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo 2023, la giovane artista vicentina ha annunciato i progetti dei prossimi mesi: prima l’uscita del suo nuovo album, il secondo della sua carriera; poi un nuovo tour, che la terrà impegnata per tutta l’estate. Il concerto è organizzato in collaborazione con MyNina Spettacoli, nell’ambito della rassegna estiva LAC en plein air.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 1 year
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Bungaro in concerto a Torino
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Dopo una lunga assenza, sabato 1 aprile alle 21 il cantautore Bungaro torna in concerto a Torino, nella suggestiva cornice del Teatro Juvarra, con il suo nuovo spettacolo,  Volevo volare con i piedi per terra, accompagnato da Marco Pacassoni al vibrafono, xilofono e percussioni. Al centro dello spettacolo c’è un bambino, Antonio Calò in arte Bungaro, che si racconta attraverso trent’anni di canzoni, ricche di cose che non ha mai detto e avventure a tratti incredibili da quando, a soli 9 anni, vinse il Festival di Sanremo dei ragazzi sul palco dell’Ariston. Infatti Antonio Calò,  in arte Bungarom  è un cantautore elegante che da oltre trent’anni scrive pagine importanti della musica d’autore italiana ed internazionale, inoltre ha un rapporto speciale con Torino, la città in cui ha trascorso la sua adolescenza e li ha frequentato l’Accademia di Chitarra, studiato al Teatro Nuovo e coltivato gli studi. Nella sua carriera Bungaro ha ricevuto numerosi riconoscimenti come 4 Premi della Critica al Festival di Sanremo, 2 Premi Musicultura, 3 Premi Lunezia ed una nomination ai Latin Grammy con Ivan Lins,  per il cinema ha vinto i Nastri D’Argento, il Ciak D’oro e una nomination ai David di Donatello per la canzone dell’omonimo film Perfetti Sconosciuti. Inoltre Bungaro ha scritto e collaborato per artisti internazionali come Ivan Lins (Brasile), Youssou N’Dour (Senegal), Miùcha Buarque de Holanda (Brasile), Omar Sosa (Cuba), Paula Morelembaum (Brasile), Alejandro Sanz (Spagna), Guinga (Brasile), Alireza Ghorbani (Iran), Ana Carolina (Brasile), Kay McCarthy (Irlanda), Tinkara (Slovenia) e grandi figure dello spettacolo italiano come Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Malika Ayane, Ron, Musica nuda, Chiara Civello, Neri Marcorè, Paola Cortellesi, Rocco Papaleo, Grazia Di Michele, Ambrogio Sparagna e tanti altri. Il suo collaboratore Marco Pacassoni è uno dei più apprezzati vibrafonisti al mondo, che ha lavorato  con Michel Camilo, John Patitucci, Antonio Sanchez, Alex Acuna, Horacio "el negro" Hernandez, Steve Smith, Bungaro, Malika Ayane ed è stato ospite di  numerosi festival jazz, per citare i più importanti: Festival Jazz Lugano (Svizzera), Roccella Jonica Jazz Festival, Fano Jazz Festival, Locomotive Jazz Festival, Sant'Elpidio Jazz Festival, Festival International de la Musica di Gandia (Spagna), Adams Percussion Festival (Olanda), DrumWorld Festival (Olanda), Amsterdam Marimba Festival (Olanda), Summer Jazz Festival, Casa del Jazz di Roma, Blue Note di Milano, Auditorium Parco della Musica di Roma, Bimhuis Jazz di Amsterdam (Olanda), Bravo Cafè di Bologna, EastShore Jazz Club (Pechino, Cina), La Plantation (Pechino, Cina), Salon 10 (Hong Kong, Cina), Peel Fresco (Hong Kong, Cina), Istituto Italiano di Cultura di Pechino, Osaka, Sydney, Canberra, Brisbane e Hong Kong. Read the full article
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3nding · 5 years
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Cosa ho imparato negli ultimi 24 mesi di ospedali vari
1. Come per molte cose, anche le malattie e le eventuali cure hanno bisogno del trittico: tempismo, predisposizione e culo.
2. Un ospedale può essere eccellente in alcuni reparti e carente in altri. A volte dipende dall'ospedale altre dal primario.
3. Il passaparola conta abbastanza se vi fidate di chi vi indirizza verso un ospedale piuttosto che un altro.
4. Se avete tempo e modo preferite sempre due o tre diagnosi da specialisti diversi così da poterle comparare.
5. La libera professione costa ma è una soluzione rapida per arrivare in fretta allo specialista che vi interessa.
6. Serve moltissima pazienza.
7. Il personale delle farmacie ospedaliere fa la differenza, purtroppo in ogni caso finirete sempre a rivolgervi a quella del vostro ospedale distrettuale.
8. Se vi danno notizie contrastanti chiedete agli specialisti.
9. È possibile ottenere pressoché la totalità delle cure presso il presidio sanitario più vicino a voi senza dovervi recare alla farmacia ospedaliera. Alcuni farmaci vengono inviati anche alle farmacie di paese.
10. Nel malaugurato caso abbiate bisogno di un farmaco non dispensato dal ssn, ci sono due strade: una è ottenere un piano terapeutico off label che deve essere richiesto e approvato da uno specialista. L'altra strada più ambigua è quella di trovare voi il farmaco a Mentone, Lugano o Città del Vaticano. Questo comporta spese e rischi civili e penali ed è una via che fortunatamente non abbiamo dovuto percorrere.
11. Le liste d'attesa per gli hospice sono lunghe. Se dovete assistere in casa un familiare avvaletevi di tutto ciò che lo Stato o il Comune attraverso i servizi sociali mette a disposizione: richiesta di invalidità, 104, assistenza domiciliare, protesi, supporti medicali, trasporti ospedalieri.
12. Se siete da soli ad affrontare la cosa, valutate di rivolgervi alle associazioni di malati e familiari di malati con la stessa malattia che state trattando per consigli, supporto.
13. In alcuni casi e per alcune patologie è a disposizione del malato e dei familiari uno psicologo. Fatene richiesta senza imbarazzo.
14. Siate persone gentili ed educate verso tutti coloro con cui interagirete, siano professionisti miopi e sordi insopportabili o altri soggetti che ritengono di avere più diritti di voi per ragioni comprensibili solo a loro.
15. Molto importante: chiedete sempre ai migliori. Tutti gli specialisti che ho contattato via email mi hanno sempre risposto, spesso aiutandoci a progredire in questo difficile percorso.
Buon fortuna e buon natale.
Siate forti.
P. S. = Per elogi o critiche utilizzate gli URP presenti in ogni ospedale.
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pangeanews · 5 years
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Addio ad Annalisa Cima, la musa di Montale che stava antipatica a troppi. Il “Diario postumo” fu uno tsunami. Lei si diceva così: “Vivo la contraddizione d’essere angelo ed Erinni”
Nata nel 1941, a Milano, il 20 di gennaio, Annalisa Cima fu per alcuni musa inesorabile per altri donna detestabile. Ne era consapevole anche lei, per altro. In una fosforica Autopresentazione poetica si declinò così: “Vivo la contraddizione d’essere angelo ed Erinni…/ Amo Driadi e Silvani, non i poeti nani/ e le loro orme che chiamano versi./ Odio chierici e conversi, predatori e untuosi lodatori”. Visse da artista, con la spavalda eleganza, appunto, delle muse del primo Novecento, con l’attitudine austera e sagace delle muse di sempre. Sapeva ammaliare, dicono. Akira Kurosawa “presentò una sua mostra di disegni a Tokyo”, frequentò Manzù e Marini, Max Ernst e Picasso, “nel 1967 conosce Murilo Mendes, poeta e critico brasiliano, il musicista Gian Francesco Malipiero, Marianne Moore, Jorge Guillén, Aldo Palazzeschi, Giuseppe Ungaretti, Ezra Pound”. Il sodalizio con Vanni Scheiwiller si concretizza nella elaborazione di diversi “volumetti della collana ‘Occhio magico’”. Fu lui, Vanni – che vado citando – a redigere la biografia sommaria della Cima e a ricordarne l’incontro fatale (ordito dall’editore, per altro): “Nel 1968 incontrò Eugenio Montale ed ebbe inizio una grande amicizia basata su una profonda stima reciproca”. Di quella amicizia lunare – lei 27 anni, lui 72 – è esito Diario postumo, raccolta di poesie sparse (dal 1969 in poi), una specie di controcanto poetico, di canto obliquo come bluff ai critici, affidate – con la promessa d’essere opera postuma, dunque posteriore al poeta, cioè altro più che canto ultimo – alla Cima. Mondadori stampa il tutto nel 1996 e si scatena lo tsunami: davvero è Montale? Ma quanto Montale c’è lì dentro: un grammo, un brufolo, una sberla? I critici si sono messi, nonostante i dati in dote, a misurare Montale, filone aureo della poesia italica, in carati. Per alcuni, il Diario postumo è puro ottone, è fasullo, lo dice anche Wikipedia, l’enciclopedia dei tiepidi (“Diario postumo è, secondo alcuni, l’ottava e ultima raccolta di poesie di Eugenio Montale”; corsivo mio). In ogni caso, Annalisa Cima, “ultima musa di Montale” (così la nota Ansa) è morta, a Lugano, a 78 anni. Anche gli scarsi indizi che ho allineato fornirebbero il destro per una specie di romanzo. Invece, il ‘coccodrillo’ del ‘Corrierone’, per dire, firmato da Paolo Di Stefano, torna sul tema, negando, sostanzialmente, l’autenticità del Diario (si capisce fin dal sottotitolo: “avevano fatto discutere le liriche che la donna sosteneva fossero state composte per lei”), accennando che “nel 2014, il dibattito fu riacceso da nuove ricerche filologiche (di Federico Condello, Alberto Casadei, Paola Italia e altri) che confermavano la tesi di Isella: si tratta di un «falso in toto o in gran parte, frutto di collage o di registrazioni audio». Annalisa Cima ha assistito pressoché in silenzio al ritorno di fiamma dell’affaire attributivo”. A me resta da ricordare la lunga dichiarazione di Maria Corti (su “la Repubblica”, 4 settembre 1997, titolo: Montale dopo il parapiglia), consapevole del lavoro ultimo di Montale (“Mi rivelò allora che stava scrivendo una raccolta di poesie che non avrebbe mai consegnato al Fondo, sia perché sarebbe uscita postuma e per di più in ondate successive a distanza di anni, sia perché esecutrice testamentaria sarebbe stata la giovane amica Annalisa Cima, a cui la raccolta era dedicata”), pure per testimonianza diretta (“alla mia presenza Montale consegnò alla Cima un notevole gruppo di fogli manoscritti”). In questa vicenda, Cesare Cavalleri – che conosceva bene sia la Cima che Montale – fu tra chi lottò per avvalorare l’autenticità del Diario postumo. Senza fanfare da fanatico, per carità, riconoscendo che “il meglio di Montale è prima, altrove, anche se per la conoscenza di un poeta grandissimo come lui è necessario leggere tutto” (“Studi Cattolici”, n. 424, giugno 1996), studiando la vicenda fin dagli esordi, optando, all’epoca, per questa ipotesi: “L’autorevole dubbio di Isella è che la Cima avrebbe colto a volo certe frasi, certe battute, di Montale, provvedendo poi lei a dar loro forma ‘poetica’. Può darsi. Ma non può darsi per tutte le poesie ‘postume’” (su “Avvenire”, 26 luglio 1997). In questo caso, ribatto la sua prefazione al libro di Annalisa Cima, Le occasioni del “Diario postumo”. Tredici anni di amicizia con Eugenio Montale (Ares, 2012), libro che per altro, piuttosto, testimonia il brio narrativo della fatidica musa. Alcuni ricordi, risolti in forma di sketch, sono cammei mirabili, da romanzo, come questo: “Qualche mese dopo, quando cominciammo a frequentarci, Montale volle sapere tutto del mio incontro con Marianne Moore a New York. Nella sua casa al Village, viveva attorniata da animali in miniatura, soprammobili quasi animati che facevano parte del suo mondo poetico. La prima volta che andai a trovarla, al 35 West 9th St., trovai la porta dell’appartamento socchiusa: lo era per lasciar passare i cavi della televisione. Ogni giorno, infatti, Marianne Moore leggeva, in diretta, poesie e racconti per ragazzi. La poetessa, occhi azzurri, testa circondata da un’aureola bianca, un po’ trasognata e un po’ realista (come quando diede uno schiaffo sulla mano del fotografo Ugo Mulas che aveva osato spostare uno dei suoi animaletti di vetro), non provava alcun timore a vivere con la porta aperta, in una zona della città allora abbastanza a rischio. Diceva: «Ho i miei angeli neri per custodirmi», e infatti, di lì a poco, chiamò due ragazze che l’accudivano, in veste di governante l’una, e di segretaria l’altra. Due sudamericane scure come l’ebano e alte come palme”. Anche questo, a onor dei fatti, bisognava dire, della Cima, del suo talento per il cammeo letterario. Ma, si sa, le muse, figure ineffabili, stanno sulle scatole a troppi, lieti di metterle sotto i tacchi anche post mortem. (d.b.)
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«Ho vissuto e vivo in un mondo elitario, nel quale non sono riusciti ad avvilirmi né calunnie né falsità, abituata sempre a considerare solo le persone speciali alle quali ho dato e do affetto e amicizia. Tutti gli altri, il sottobosco e tutti quei discorsi tendenziosi, non mi toccano, ma non perché sia stoica, solo perché non m’interessano. Ho una buona considerazione di me stessa e quindi tutto ciò che infanga e corrompe lo lascio lontano dal mio vivere». Così Annalisa Cima parlava di sé a Montale, nel 1979, su richiesta del poeta. Bisogna partire da questa nativa sprezzatura per capire come mai il legame di amicizia fra un sommo poeta di 72 anni e una poetessa, pittrice e musicista di 27, sia durato per tredici anni, e con un Nobel di mezzo. Montale aveva visto in Annalisa l’alter ego che avrebbe voluto essere, scoprendo in sé un sentimento di paternità e, addirittura, di maternità poetica, impensabile anche per i più fedeli ammiratori del poeta che «spesso», tra il 1920 e il 1927, aveva incontrato «il male di vivere». Annalisa Cima che, dopo averla letta, aveva pregato Montale di non pubblicare sul Corriere, nel 1969, la lusinghiera prefazione al suo primo libro di versi («Lo pregai di lasciarmi camminare sulle mie gambe») era, per il poeta, la persona giusta per accogliere quel nuovo sentimento di paternità/maternità, e alla quale affidare, anche in sede testamentaria, la propria fama attraverso la cura dell’Opera omnia.
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Quanto al Montale «privato», bastano poche citazioni. Montale, 1968: «Non appartengo ai paradisi artificiali di Palazzeschi, né agli inferni lussuriosi di Ungaretti; sono un uomo che ha vissuto al cinque per cento. Appartengo al limbo dei poeti asessuati e guardo al resto del mondo con paura». Questa autodefinizione fa giustizia definitiva delle illazioni (becere) non solo sul legame Montale/Cima, ma anche sui rapporti del poeta con le altre sue ispiratrici, Volpe compresa. Di Annalisa Cima è questa definizione, esistenziale e letteraria, monito per i critici futuri: «Uomo del non-possesso, della fantasia resa realtà, è corso sino alla fine verso immagini che materializzava o, meglio, verso persone che smaterializzava». Dalle pagine di Annalisa Cima emerge un Montale affettuoso e scherzoso, sensibile all’amicizia al punto da condividere quell’ipotesi stravagante di «comune» di artisti che avrebbero lavorato e vissuto insieme. E scopriamo, sotto la maschera burbera del poeta che ci è stata tramandata, un uomo che si diverte a organizzare burle agli amici, Gianfranco Contini compreso, senza rinunciare a permali perfino verso Vanni Scheiwiller, fedelissimo amico e complice, che lo andava a trovare quasi quotidianamente. Certamente la «burla» più riuscita è però quella verso i critici e i lettori futuri, che sta appunto all’origine del Diario postumo. Annalisa Cima ne accenna in breve, ma non si può dimenticare che il Diario postumo è stato oggetto della polemica più aspra e pretestuosa dell’ultimo scorcio del Novecento.
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Che l’autenticità del Diario sia stata messa in dubbio da Dante Isella (1922-2007) è ormai solo il ricordo del più clamoroso abbaglio da cui un critico montaliano sia stato accecato, e spiace che, nella successiva campagna mediatica, si sia distinto anche Giovanni Raboni (1932-2004), amico e poeta da me stimato a diversissimo titolo. Sull’autenticità del Diario postumo non può nutrire dubbi chi abbia un minimo di raziocinio. Ci sono le testimonianze di Maria Corti, di Giuseppe Savoca (che ha perfino pubblicato Le concordanze del Diario postumo), di Rosanna Bettarini, Guido Bezzola, Piero Bigongiari, Marco Forti, Emerico Giachery, Oreste Macrì, Alessandro Parronchi, Silvio Ramat, Andrea Zanzotto, per non parlare della mostra degli autografi allestita a Lugano dal 24 al 26 ottobre 1997. Questo nuovo libro, da cui ricevono luce molte poesie del Diario postumo, non si iscrive come ulteriore e ormai innecessario tassello in quell’antica polemica, bensì va letto come utile commento e, ancor più, come «Occasione» (la parola è inevitabile) per rileggere a mente riposata le poesie dell’ultimo Montale. Certo, ci sono interessanti spunti biografici e metatestuali: per esempio, la completa identità della misteriosa Adelheit, citata da Montale nel Diario del ’71 e del ’72, e nel Quaderno di quattro anni, e che le scarne note di Annalisa Cima al Diario postumo (1996) lasciavano nel mistero. Ci sono i tic e le consuetudini del Montale quotidiano, e la straordinaria complicità dell’amicizia con Annalisa: ma, quel che più conta, è la possibilità di verificare lo stacco letterario che metabolizza «l’occasione» in poesia. L’autocommento affidato da Montale ad Annalisa Cima è un caposaldo inamovibile per i critici presenti e futuri: «I primi tre libri [Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera] sono scritti in frac, gli altri in pigiama, o diciamo in abito da passeggio. Forse mi sono reso conto che non potevo continuare a inneggiare a Clizia, alla Volpe, a Iride, che del resto non esistono più nella mia vita. Quando scrivevo i primi libri non sapevo che avrei raggiunto gli ottant’anni. Passati gli anni, guardandovi dentro ho scoperto che si poteva fare altro, l’opposto anche». Da qui il tono colloquiale, aforistico, ironico e «occasionale» da Satura in poi. Ma c’è di più. Montale prosegue: «Poi c’è un fatto di orecchio, di orecchio musicale (i critici non ne tengono abbastanza conto): ho voluto suonare il pianoforte in un’altra maniera, più discreta, più silenziosa». L’orecchio assoluto di Montale gli consente una spontaneità metrica tanto più stupefacente quanto più sommessa. Prendiamo, per esempio, la seconda strofa di Mattinata:
Ad ogni apparizione fai rifiorire vegetazioni nuove. Non hai un cliché: emergi singolare. È il segno che travalica gli umani. A noi, in questo anfiteatro di brutture, non resta che ricordo e dulia qual duplice ristoro.
Verso per verso abbiamo: un settenario / un quinario e un settenario / un quinario / un altro quinario (emergi singolare) / seguito in enjambement da un intero endecasillabo (È il segno / che travalica gli umani) / ancora due quinari / e tre settenari in chiusura. L’apparente «semplicità» del dettato è in realtà un’abilissima e spontanea elaborazione dell’endecasillabo, il metronomo della poesia italiana, nelle sue due componenti (quinari e settenari). È questa l’«altra maniera» di suonare il pianoforte dell’ultimo Montale.
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A proposito di pianoforti, è inevitabile il confronto tra Tentava la vostra mano la tastiera degli Ossi (Opera in versi, p. 42) e Il ritratto, con la differenza che là la giovane Paola Nicoli era colta in un attimo di smarrimento, mentre qui Annalisa Cima è «pronta a spiccare il volo». Ma, per tornare al metabolismo fantastico di Montale («immagini che materializzava, persone che smaterializzava»), esemplare è Il caffetano bianco, in cui la figura della giovane poetessa sulla spiaggia di Forte dei Marmi è meno delineata dalla testimonianza visiva del poeta, che non dalla descrizione che gliene fece Carmelo Bene. Analogamente, la volpe azzurra indossata da Annalisa Cima diventa, per misteriose ragioni di metrica, «muflone blu cobalto» (settenario) nella dedica 20 gennaio o 30 anni.
Un cenno, sia pure in sede impropria come questa, è tuttavia doveroso per la poesia di Annalisa Cima, la cui opera finora pubblicata è racchiusa in Di canto in canto (Longo, Ravenna 2007), con prefazione di Paolo Cherchi. Per la qualità, è sufficiente leggere la poesia tradotta in castigliano da Jorge Guillén (p. 67); ma quel che preme sottolineare è la diversità di tono e contenuti rispetto alla poesia anche dell’ultimo Montale: astratta e «filosofica» la poesia di Cima, gnomica e di cronaca quella di Montale. Del resto, è Annalisa Cima a dichiarare allo stesso Montale che i suoi poeti preferiti sono Ungaretti e Zanzotto.
Resta da sottolineare la centralità della poesia Il clou nel Diario postumo. Annalisa Cima ne riconduce il significato alla «conversione» di Montale da Spinoza a Leibniz, ma Oreste Macrì è andato oltre, in due lettere che ho pubblicato nella Revue des Études italiens (n. 3-4, 1998). In data 5 agosto 1997, Macrì mi aveva scritto: «L’approssimarsi di Montale al cattolicesimo fu lungo e graduale; per molti anni di “non praticante”. La Mosca era cattolica ebrea, affine alla Brandeis, motivo per il quale Montale rinunziò all’invito di recarsi in America. La poesia Il clou del Diario postumo termina: “E fu così che il tuo parlare / timoroso e ardente, mi rese / in breve da ateo credente”. La resistenza “gnostica” fu lunga e duratura; la conversione si operò a mio parere nella seconda dimora in via Bigli a Milano. Rammento che ivi andò a trovarlo il Fabiani, che ne scrisse su Oggi, se non ricordo male. Salito al piano dell’appartamento del poeta trovò la porta socchiusa e scorse Montale inginocchiato davanti alla televisione che ascoltava la Messa». E ancora, il 29 agosto 1997: «Mi confermo nell’idea che l’ultima sua donna, Annalisa Cima, celebrata nel Diario postumo, costituisce per lui la liberatrice e salvatrice. Nella poesia Il clou: “Ratio ultima rerum… id est deus. E fu così che il tuo parlare / timoroso e ardente, mi rese / in breve da ateo credente”. E nella poesia di p. 67 la chiama “voce di salvazione”, vocabolo specificamente spirituale cristiano». Lasciamo impregiudicata, nel segreto delle coscienze, l’ipotesi macriana (che tuttavia condivido), e concludiamo con Montale che, nella poesia di risposta al rimprovero di Annalisa per aver accettato il Nobel, scrisse: «Il tempo degli eventi / è diverso dal nostro».
Cesare Cavalleri
*In copertina: Eugenio Montale e Annalisa Cima. Si conobbero nel 1968
L'articolo Addio ad Annalisa Cima, la musa di Montale che stava antipatica a troppi. Il “Diario postumo” fu uno tsunami. Lei si diceva così: “Vivo la contraddizione d’essere angelo ed Erinni” proviene da Pangea.
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wetagconsulting · 5 years
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sounds-right · 2 years
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L’8 settembre 2022 Cenando & Ballando al Ciani - Lugano
Giovedì 8 settembre 2022 la cena evento Cenando & Ballando prende vita al Ciani di Lugano. 
Il tema di questo scatenato dinner show questa volta è floreale ed orientale. In particolare la serata è in collaborazione con un brand prestigioso che propone abiti da cocktail, kimono e accessori, "Made in Como", Zilea…  
E se alla musica pensa un team vincente come quello formato da Cucky (dj) e Icio (voice), anche la cucina del Ciani è davvero eccellente: a capo della brigata di cucina c'è Dario Ranza.  Vero maestro, è stato nominato presidente della delegazione svizzera del Bocuse d'Or a Lione, il più importante concorso culinario mondiale.
Come sempre, anche l'8 settembre al Ciani, il mix di Cenando & Ballando  è vincente: si mangia e si balla, con proposte di qualità assoluta. Cena, entusiasmo, musica, tovaglioli e cori. A volte striscioni. Seduti, in piedi, sui tavoli. La cena evento che, da oltre dieci anni, fa pulsare Como, colora la notte e accende la città.  Cenando & Ballando è una cena evento che nel 2022 compie vent'anni di storia. Da sempre animato e musicato da DJ Cucky ed Icio Voice, professionisti dello spettacolo capaci di regalare energia e musica a chiunque. Cenando & Ballando è un dinner show... da prima che le cene spettacolo tra amici, quelle che ti lasciano il sorriso sulle labbra, si chiamassero così.
Ciani - Lugano
Piazza Indipendenza 4
6900 Lugano - Svizzera
Cenando e Ballando
https://www.instagram.com/cenandoeballando/
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L’8 settembre 2022 Cenando & Ballando al Ciani - Lugano
Giovedì 8 settembre 2022 la cena evento Cenando & Ballando prende vita al Ciani di Lugano. 
Il tema di questo scatenato dinner show questa volta è floreale ed orientale. In particolare la serata è in collaborazione con un brand prestigioso che propone abiti da cocktail, kimono e accessori, "Made in Como", Zilea…  
E se alla musica pensa un team vincente come quello formato da Cucky (dj) e Icio (voice), anche la cucina del Ciani è davvero eccellente: a capo della brigata di cucina c'è Dario Ranza.  Vero maestro, è stato nominato presidente della delegazione svizzera del Bocuse d'Or a Lione, il più importante concorso culinario mondiale.
Come sempre, anche l'8 settembre al Ciani, il mix di Cenando & Ballando  è vincente: si mangia e si balla, con proposte di qualità assoluta. Cena, entusiasmo, musica, tovaglioli e cori. A volte striscioni. Seduti, in piedi, sui tavoli. La cena evento che, da oltre dieci anni, fa pulsare Como, colora la notte e accende la città.  Cenando & Ballando è una cena evento che nel 2022 compie vent'anni di storia. Da sempre animato e musicato da DJ Cucky ed Icio Voice, professionisti dello spettacolo capaci di regalare energia e musica a chiunque. Cenando & Ballando è un dinner show... da prima che le cene spettacolo tra amici, quelle che ti lasciano il sorriso sulle labbra, si chiamassero così.
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tarditardi · 2 years
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L’8 settembre 2022 Cenando & Ballando al Ciani - Lugano
Giovedì 8 settembre 2022 la cena evento Cenando & Ballando prende vita al Ciani di Lugano. 
Il tema di questo scatenato dinner show questa volta è floreale ed orientale. In particolare la serata è in collaborazione con un brand prestigioso che propone abiti da cocktail, kimono e accessori, "Made in Como", Zilea…  
E se alla musica pensa un team vincente come quello formato da Cucky (dj) e Icio (voice), anche la cucina del Ciani è davvero eccellente: a capo della brigata di cucina c'è Dario Ranza.  Vero maestro, è stato nominato presidente della delegazione svizzera del Bocuse d'Or a Lione, il più importante concorso culinario mondiale.
Come sempre, anche l'8 settembre al Ciani, il mix di Cenando & Ballando  è vincente: si mangia e si balla, con proposte di qualità assoluta. Cena, entusiasmo, musica, tovaglioli e cori. A volte striscioni. Seduti, in piedi, sui tavoli. La cena evento che, da oltre dieci anni, fa pulsare Como, colora la notte e accende la città.  Cenando & Ballando è una cena evento che nel 2022 compie vent'anni di storia. Da sempre animato e musicato da DJ Cucky ed Icio Voice, professionisti dello spettacolo capaci di regalare energia e musica a chiunque. Cenando & Ballando è un dinner show... da prima che le cene spettacolo tra amici, quelle che ti lasciano il sorriso sulle labbra, si chiamassero così.
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stateofsport211 · 7 months
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📸 🎥 ATP official website
Both players had their fair chances in the third set, but it was not until the tie-break that ultimately decided the outcome. In this regard, an intuitive volley from O. Virtanen foiled one of Masur's game point before the German held his serves to 3-2. Somehow, Masur also created a two-point lead from a fourth shot forehand down-the-line winner, but O. Virtanen still held his serves to 4-4.
Interestingly, the Finnish second seed also opened up his chances with a running forehand finish before he had break points only for it to be foiled and for Masur to hold 6-5. The German qualifier than had 2 match points on O. Virtanen's serve that was fumbled over an unreturned serve and a forehand error before the tie-break became inevitable, where Masur's forehand unforced error secured one mini-break for the defending champion before O. Virtanen doubled the lead thanks to a forehand winner, denoting his aggression while absorbing Masur's pace midway. O. Virtanen ultimately converted his match point from his solid serves to 7-6(3), completing his comeback to secure his title defense by the end of this match.
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wetagconsulting · 3 years
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Sole, vista lago & montagne a Carona
Il pittoresco villaggio di Carona, famoso “paese degli artisti” è un luogo speciale: offre una magnifica vista a 180° sul Lago di Lugano, sul Monte San Salvatore e sul Monte Generoso. E’ un’oasi tranquilla a soli 8 km dalla città di Lugano.
Lo spettacolare parco botanico San Grato, bellissimo soprattutto in primavera durante la fioritura di rododendri e azalee, la magnifica piscina comunale, i campi da tennis e calcio, sono soltanto alcune delle possibilità di svago che questo paesino offre. Per non dimenticare i servizi presenti, ufficio postale, asilo, ristoranti e negozietti alimentari, gallerie d’arte, tutto comodamente raggiungibile a piedi. L’entrata autostradale si trova, senza traffico e semafori, a 6,5 km.
A pochi passi dalla città vecchia, si raggiunge questo bellissimo attico, dove privacy e ampi spazi si mescolano in modo armonioso.La vista sul lago e sulle montagne lascia senza parole. I materiali moderni e di alta qualità e le ampie terrazze caratterizzano questo attico.
Sarebbe un vero piacere per me poterLa accompagnare in una visita approfondita di questa villa. La invito a contattarci per organizzare insieme un sopralluogo.
Cordialmente, Philipp Peter Owner
+ 41 (0) 91 601 04 50 - [email protected] - www.wetag.ch
Carona, Lago di Lugano - rif. 88634
Appartamento attico di 5,5 locali con vista sul Lago di Lugano, in vendita a Carona
Highlights
Vicino al borgo medievale di Carona Fermata bus davanti alla Residenza A 8 km dal centro di Lugano e 4 km dall'autostrada Custode
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ferrerocubo · 4 years
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NEVER CREW
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NEVERCREW es un grupo suizo de arte callejero compuesto por Christian Rebecchi y Pablo Togni. NEVERCREW crea murales de gran formato, instalaciones e intervenciones urbanas que surgen de su análisis de la relación entre la humanidad y la naturaleza.
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IMAGEN 1 - Close up, “Close up” - Mural painting realized in Lugano (Switzerland) for Arte Urbana Lugano (Città di Lugano), 2020. 46°00'40.3"N 8°57'16.4"E
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IMAGEN 2 - Cluster, “Cluster” - Mural painting realized in Novara (Italy), 2018. 45°27'09.6"N 8°37'31.0"E
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IMAGEN 3, 4 Y 5 - “Incidence” solo exhibition at GCA Gallery, “Incidence” - Solo exhibition at GCA Gallery in Paris, from the 4th of May to the 2nd of June 2018.
https://nevercrew.com/
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lugano20stx · 4 years
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16 ottobre: Bellinzona
Oggi abbiamo preso il treno da Lugano a Bellinzona per fare un escape game nella città. Abbiamo fatto 4 gruppi, e ogni gruppo aveva un cellulare per ricevere gli indizi su un’app. Ogni indizio che ricevevamo ci ha aiutato a trovarne un altro. Abbiamo dovuto collaborare tutti insieme per trovare la chiave e vincere. Siamo riusciti a risolvere l’enigma, e poi siamo andati al  ristorante per mangiare. Eravamo in piccoli gruppi e tutti potevano andare dove volevano. Marine, Maya, Almesa e Emilie hanno mangiato insieme, hanno perso molto tempo per trovare un ristorante che piaceva a tutte, ma alla fine era veramente buono. Selda, Alix, Solène, Laury, Floriane hanno mangiato in un ristorante di pollo. I camerieri erano strani perché hanno parlato in tutte le lingue salvo l’italiano. Joao, Chiara, Mathias e Leo erano anche nello stesso ristorante. Era molto buono. Tutti hanno bene mangiato ! Nel treno, c’è meno rumore che 3 giorni fa. Alcuni dormono, altri ascoltano musica oppure discutono. Siamo tristi di partire, ma abbiamo la testa piena di ricordi indimenticabili !
Emilie & Marine
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freedomtripitaly · 5 years
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Se hai in programma una vacanza all’isola d’Elba – isola toscana tra le più amate mete per una vacanza estiva – ti sarà utile sapere come puoi raggiungerla, sia che tu scelga il traghetto oppure l’aereo. Il mare cristallino, le splendide calette e tutta una serie di meraviglie naturali: l’isola d’Elba è una destinazione amatissima, da chi fa le vacanze con la famiglia come dai gruppi di giovani. E, per raggiungere la maggiore delle isole dell’arcipelago toscano, ci sono oggi interessanti novità sui collegamenti. La novità più interessante riguarda l’approdo all’Elba via aereo. L’isola, infatti, grazie al suo aeroporto diventa sempre più internazionale: oltre ai voli infrasettimanali che collegano l’Elba a Lugano, la novità della stagione è il doppio volo, il sabato, che la collega con l’aeroporto della città di Berna. Anche se, il modo più conosciuto e più utilizzato per approdare all’Elba, rimane il mare. Sono numerosi i traghetti che collegano la regina delle isole toscane con il continente. Il porto di partenza delle navi dirette all’isola è quello di Piombino. Dalla base di piazzale Premuta partono ogni giorno diverse corse per Portoferraio, Rio Marina e Cavo, con traversate che durano nel primo caso poco più di un’ora, nei secondi due circa 45 minuti. Gli orari di partenza sono frequenti e si intensificano durante l’alta stagione. A fare servizio da Piombino verso l’Elba sono le compagnie Moby Lines, Toremar, Blu Navy e Corsica Sardinia Ferries che la collega, in estate, anche con Bastia, in Corsica. La Moby Lines durante il periodo estivo, assicura ad esempio ben trenta collegamenti al giorno da Piombino a Portoferraio, oppure a Cavo. Toremar effettua collegamenti verso Portoferraio, Cavo e Riomarina: per quest’estate, i bambini fino a 4 anni possono usufruire del passaggio gratuito, mentre fino ai 12 godono del 50% di sconto sul prezzo del biglietto intero (Toremar popone anche la corsa in aliscafo per il solo trasporto passeggeri, che collega Piombino a Cavo in circa 20 minuti). Blu Navy collega Piombino a Portoferraio e, per l’estate 2019, offre uno sconto del 30% sul quarto passeggero per il passaggio di 4 persone e 1 auto oppure del 40% se i passeggeri sono 5. Ogni giorno i traghetti Blu Navy partono da Piombino alle 07:45 – 10:45 – 13:45 – 16:45 – 20:00, mentre gli orari da Portoferraio sono: 06:05 – 09:15 – 12:15 – 15:15 – 18:30 Infine, la Corsica Sardinia Ferries porta i turisti all’Elba con sette corse Piombino-Portoferraio e viceversa. La nave veloce copre la tratta in circa 30 minuti. Gli orari delle partenze da Piombino per l’estate sono: 07:15 (solo il sabato) – 09:45 – 12:15 – 15:05 – 17:35 – 19:35 (non si effettua il mercoledì e il giovedì) – 21.30 (solo venerdì fino al 14/09); da Portoferraio invece: 08:45 (non si effettua il lunedì) – 11:05 – 13:45 – 16:30 – 18:35 (non si effettua il mercoledì e il giovedì) – 20:30 (solo venerdì e domenica) – 22:25 (solo il venerdì fino al 14/09). https://ift.tt/328t0uL I nuovi collegamenti per l’Isola d’Elba: traghetti e aerei Se hai in programma una vacanza all’isola d’Elba – isola toscana tra le più amate mete per una vacanza estiva – ti sarà utile sapere come puoi raggiungerla, sia che tu scelga il traghetto oppure l’aereo. Il mare cristallino, le splendide calette e tutta una serie di meraviglie naturali: l’isola d’Elba è una destinazione amatissima, da chi fa le vacanze con la famiglia come dai gruppi di giovani. E, per raggiungere la maggiore delle isole dell’arcipelago toscano, ci sono oggi interessanti novità sui collegamenti. La novità più interessante riguarda l’approdo all’Elba via aereo. L’isola, infatti, grazie al suo aeroporto diventa sempre più internazionale: oltre ai voli infrasettimanali che collegano l’Elba a Lugano, la novità della stagione è il doppio volo, il sabato, che la collega con l’aeroporto della città di Berna. Anche se, il modo più conosciuto e più utilizzato per approdare all’Elba, rimane il mare. Sono numerosi i traghetti che collegano la regina delle isole toscane con il continente. Il porto di partenza delle navi dirette all’isola è quello di Piombino. Dalla base di piazzale Premuta partono ogni giorno diverse corse per Portoferraio, Rio Marina e Cavo, con traversate che durano nel primo caso poco più di un’ora, nei secondi due circa 45 minuti. Gli orari di partenza sono frequenti e si intensificano durante l’alta stagione. A fare servizio da Piombino verso l’Elba sono le compagnie Moby Lines, Toremar, Blu Navy e Corsica Sardinia Ferries che la collega, in estate, anche con Bastia, in Corsica. La Moby Lines durante il periodo estivo, assicura ad esempio ben trenta collegamenti al giorno da Piombino a Portoferraio, oppure a Cavo. Toremar effettua collegamenti verso Portoferraio, Cavo e Riomarina: per quest’estate, i bambini fino a 4 anni possono usufruire del passaggio gratuito, mentre fino ai 12 godono del 50% di sconto sul prezzo del biglietto intero (Toremar popone anche la corsa in aliscafo per il solo trasporto passeggeri, che collega Piombino a Cavo in circa 20 minuti). Blu Navy collega Piombino a Portoferraio e, per l’estate 2019, offre uno sconto del 30% sul quarto passeggero per il passaggio di 4 persone e 1 auto oppure del 40% se i passeggeri sono 5. Ogni giorno i traghetti Blu Navy partono da Piombino alle 07:45 – 10:45 – 13:45 – 16:45 – 20:00, mentre gli orari da Portoferraio sono: 06:05 – 09:15 – 12:15 – 15:15 – 18:30 Infine, la Corsica Sardinia Ferries porta i turisti all’Elba con sette corse Piombino-Portoferraio e viceversa. La nave veloce copre la tratta in circa 30 minuti. Gli orari delle partenze da Piombino per l’estate sono: 07:15 (solo il sabato) – 09:45 – 12:15 – 15:05 – 17:35 – 19:35 (non si effettua il mercoledì e il giovedì) – 21.30 (solo venerdì fino al 14/09); da Portoferraio invece: 08:45 (non si effettua il lunedì) – 11:05 – 13:45 – 16:30 – 18:35 (non si effettua il mercoledì e il giovedì) – 20:30 (solo venerdì e domenica) – 22:25 (solo il venerdì fino al 14/09). Come raggiungere l’isola d’ Elba? Tutte le novità sui collegamenti in aereo e in traghetto per arrivare sulla celebre isola toscana.
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2018/12/04/giuseppe-mazzini-e-i-mazziniani-salentini/
Giuseppe Mazzini e i Mazziniani salentini
G. Toma, O Roma o morte
  di Maurizio Nocera
  Perché ricordare oggi Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872), a 146 anni dalla morte? Semplicemente, almeno questo vale per me, perché sembra che in questo nostro Paese di gambe all’aria e di false notizie propalate a piene mani da ogni parte, ci si sia dimenticati della storia e delle buone maniere anche nelle minime faccende quotidiane. E allora, e questo vale sempre in primo luogo per me, ricordare Mazzini significa ricordare un esempio di buona patria, di buona politica repubblicana, di democrazia concreta, ed anche, perché no?, di buona letteratura, se pensiamo che, sin da giovinetto, egli amò la musica (suonava la chitarra) e lesse Goethe, Alfieri, Leopardi, Foscolo, Shakespeare, Manzoni, altri ancora.
Oggi i suoi scritti hanno ancora un loro valore politico-letterario. Li cito a partire dal primo, che fu Dell’amor patrio di Dante (1926). Mazzini fu giornalista, e il suo primo impiego in quanto tale fu presso «l’Indicatore Genovese» (Genova, 1827-1828, chiuso dalla censura), sul quale, ancora giovanissimo, iniziò a pubblicare recensioni di libri patriottici, fino, successivamente, da uomo maturo, ad arrivare alla fondazione e direzione di importanti periodici come «l’Apostolato Popolare», «Il Nuovo Conciliatore», «L’Educatore», «Le Proscrit. Juornal de la République Universelle», «Il tribuno», «Pensiero e azione», «Roma del popolo». Scrisse importanti opere come Atto di fratellanza della Giovane Europa (1834), Scritti politici inediti (Lugano 1844), Del dovere d’agire (1855); Ai giovani d’Italia (1859); e l’importanti libro Dei doveri dell’uomo. Fede ed avvenire (Lugano, 1860), non a torto ritenuto il primo manifesto di libertà e democrazia dei popoli della nuova epoca, nel quale inserì un appello Agli operai italiani:
«A voi, figli e figlie del popolo, io dedico questo libretto nel quale ho accennato i principii in nome e per virtù dei quali voi compirete, volendo, la vostra missione in Italia: missione di progresso repubblicano per tutti e d’emancipazione per voi. Quei che per favore speciale di circostanze o d’ingegno, possono più facilmente addentrarsi nell’intelletto di quei principii, li spieghino, li commentino agli altri, coll’amore, col quale io pensava, scrivendo, a voi, ai vostri dolori, alle vostre vergini aspirazioni alla nuova vita che – superata l’ingiusta ineguaglianza funesta alle facoltà vostre – infonderete nella Patria Italiana […] Le divisioni naturali, le innate spontanee tendenze dei popoli, si sostituiranno alle divisioni arbitrarie sancite dai tristi governi. La Carta d’Europa sarà rifatta. La Patria del Popolo sorgerà, definita dal voto dei liberi, sulle rovine della Patria dei re, delle caste privilegiate. Tra quelle patrie sarà armonia, affratellamento. E allora, il lavoro dell’Umanità verso il miglioramento comune, verso la scoperta e l’applicazione della propria legge di vita, ripartito a seconda delle capacità locali e associato, potrà compiersi per via di sviluppo progressivo, pacifico: allora, ciascuno di voi, forte degli affetti e dei mezzi di molti milioni d’uomini parlanti la stessa lingua, dotati di tendenze uniformi, educati dalla stessa tradizione storica, potrà sperare di giovare coll’opera propria a tutta quanta l’Umanità» […] La Patria è una, indivisibile. Come i membri d’una famiglia non hanno gioia della mensa comune se un d’essi è lontano, rapito all’affetto fraterno, così voi non abbiate gioia e riposo finché una frazione del territorio sul quale si parla la vostra lingua è divelta dalla nazione» (vd. G. Mazzini, I doveri dell’uomo, Sansoni – La Meridiana, Firenze, 1943, pp. 5, 57 e 61).
Va subito detto che se non ci fosse stato Giuseppe Mazzini, e con lui Giuseppe Garibaldi, Liborio Romano e, per alcuni eventi specifici, Cavour (che non amò mai il patriota, anzi fece di tutto per incarcerarlo e persino farlo condannare a morte), mai si sarebbe raggiunta l’Unità d’Italia; unità che significò in primo luogo liberare l’Italia dalla presenza sul suo suolo degli eserciti di altre potenze europee. Per questo suo alto obiettivo politico (Unità nazionale retta da una Repubblica con un governo centrale) fondò e diresse movimenti politici e diversi periodici.
Si pensi alla “Giovine Italia” (1831), alla “Associazione Nazionale Italiana” (1848) e al “Comitato Nazionale Italiano” (1850) e, nello spirito di un sincero internazionalismo patriottico, si spinse a fondare la “Giovine Germania” (1834) e la “Giovine Polonia” (1835) per l’unificazione nazionale di quei paesi, ai quali si deve aggiungere la fondazione della “Giovine Europa” (1866) per l’unificazione dello stesso vecchio continente attraverso un Fronte unito che chiamò “Alleanza Repubblicana Universale”, da cui nacque il “Comitato Centrale Democratico Europeo” (1850). Uno dei capolavori politici di Mazzini, purtroppo sconfitto poi dalla reazione più nera, fu la Repubblica Romana (1849), che diresse per alcuni mesi assieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini (il cosiddetto triumvirato), al quale un contributo notevole apportò Carlo Pisacane.
Inutile aggiungere che per la sua passione politica e per l’Unità d’Italia soffrì il carcere, le percosse, l’esilio (per lunghi anni a Londra) e più volte la condanna a morte in contumacia.
Il 3 giugno 1888, sul periodico dell’Associazione Democratica Elettorale di Gallipoli – lo «Spartaco» – Victor Hugo, autore francese a noi molto noto, scrisse:
«Pour Mazzini il y a la libertè. Pour Garibaldi il y a la patrie. Pour nous il y a l’Italie».
Nel Salento come pure nella nostra Gallipoli operarono i mazziniani repubblicani, a cominciare da Epaminonda Valentino, (Napoli 1811 – Lecce 1849), fondatore della “Giovine Italia” nell’allora Regno di Napoli e il primo introduttore nella stessa Gallipoli e a Lecce. Epaminonda aveva sposato Rosa de Pace, sorella di Antonietta, il cui solo nome per noi gallipolini è una bandiera. Epaminonda, nel maggio 1848, partecipò ai moti insurrezionali di Napoli e di Lecce, aderì al Circolo patriottico di Terra d’Otranto (fondato il 29 giugno 1848). In seguito alla sua partecipazione ai moti insurrezionali, venne arrestato a Lecce il 30 ottobre 1848, assieme a Sigismondo Castromediano (Cavallino), i fratelli Stampacchia (Lecce), Gaetano Brunetti (Lecce), più altri. Epaminonda fu condannato a morte ma, prima ancora dell’esecuzione, morì nel penitenziario di Lecce nel 1849 tra le braccia del Castromediano. Dell’atroce modo in cui egli mori, lo storico Pier Fausto Palumbo ha scritto:         «Fin dal 29 settembre (1848) una prima vittima fu fatta: nelle braccia del Bortone e del Castromediano era spirato, in carcere [si tratta del carcere dell’Udienza o carcere centrale di Lecce], a soli trentotto anni, Epaminonda Valentino, gallipolino d’elezione per le nozze con Rosa de Pace, fondatore in provincia della “Giovine Italia”» (vd. P. F. Palumbo, Terra d’Otranto nel Risorgimento, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 165).
Anche Sigismondo Castromediano, che lottò esemplarmente contro il Borbone, nelle sue Memorie scrive una chiara pagina patriottica su questo straordinario napoletano rivoluzionario repubblicano mazziniano, salentino e gallipolino d’elezione:
«Epaminonda lasciava la giovane moglie, Rosa de Pace, e due figlioletti ancora piccini, che amava sino alla follia, e con essi Antonietta sua cognata […] La nuova dolorosa giunse a quelle donne in Gallipoli per via di nostre lettere, e a conforto di loro sventura e a venerata memoria dell’estinto loro inviammo un’iscrizione lapidaria…» (vd. Aspetti e figure del Salento nelle parti inedite delle “Memorie” di Sigismondo Castromediano, a cura di Aldo Vallone, in «Studi Salentini», III-IV, giugno-dicembre 1957, p. 174).
Accanto a Epaminonda c’è da annoverare anche suo figlio Francesco Valentino (Gallipoli, 1835 – Pieve di Ledro, 1866), nipote di Antonietta de Pace. Morì da patriota nelle battaglie risorgimentali, convinto repubblicano, prendendo parte nelle associazioni democratiche e nel giornalismo rivoluzionario di Marsiglia e di Genova. Nel 1866 indossò la camicia rossa garibaldina morendo a Pieve di Ledro, nei pressi di Bezzecca (Trento) nella battaglia contro l’impero austro-ungarico in quella campagna militare che Garibaldi intraprese per la liberazione di Trento e Venezia. Del figlio Francesco, nel commentare la battaglia di Bezecca (24 giugno 1866) riporto quanto scrisse il corrispondente di guerra Augusto Vecchi:
«Il povero Valentino è morto, colpito al petto, gridando “Viva l’Italia”».
E come non ricordare ora Antonietta de Pace (Gallipoli, 2 febbraio 1818 – Capodimonte, 4 aprile 1893), cognata di Epaminonda e zia di Francesco, patriota e rivoluzionaria gallipolina, repubblicana mazziniana fin dalla prima ora, alla cui opera la città di Lecce ha intitolato una via e un istituto scolastico di secondo grado. Dopo la morte del cognato e del nipote, la responsabilità dell’attività cospiratrice nel Salento ricadde proprio su di lei. Così la ricorda Pier Fausto Palumbo:
«Animatori della vasta cospirazione mazziniana, e segretari del Comitato centrale di Napoli, i due salentini Fanelli e Mignogna. Collaboratrice instancabile e preziosa, Antonietta de Pace: ad essa facevano capo i Comitati di Lecce, di Brindisi, di Ostuni, di Taranto; e fu essa, con la madre dei Poerio, la moglie del Settembrini, la figlia di Luigi Leanza, poi moglie di Camillo Monaco, a intrattenere gli ancor più rischiosi rapporti coi galeotti politici di Procida, Santo Stefano, Ventotene, Montesarchio e Montefusco. Le corrispondenze segrete tra Santo Stefano e Napoli passavano per Ventotene, i cui reclusi erano giunti a dare tale fastidio al governo che, per liberarsene, preferì disfarsi dei meno pericolosi (…) La guerra di Crimea, riaccendendo le speranze, si fece leva sui militari, con una società mazziniana tutta particolare per loro. Anche di questa, animatori furono il Mignogna e la de Pace, che vennero arrestati: l’uno si ebbe cinquanta legnate e l’eroica donna fu per quarantasei volte inquisita. Al processo che ne seguì, il Mignogna s’ebbe condanna all’esilio, la de Pace fu assolta [dopo aver scontato 18 mesi di carcere preventivo]» (vd. P. F. Palumbo, Terra d’Otranto nel Risorgimento, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 167).
È nota la vicenda che vuole la de Pace entrare in Napoli liberata al fianco di Giuseppe Garibaldi. Era il 6 settembre 1860 e da lì, da quella città del Sud, l’Italia iniziava la sua nuova era di paese unito. Oronzo Colangeli, che fu preside per molti anni dell’Istituto Professionale Femminile “Antonietta de Pace” di Lecce, presso il quale anche chi qui scrive ha insegnato per diversi anni, così ricorda la Gallipolina: «Mazziniana convinta e repubblicana, non si scostò mai dalla sua linea ideale pur adattandosi, per un consapevole senso di civile partecipazione al momento storico che attraversava l’Italia […] Con una fede pari a quella degli apostoli del nostro Risorgimento non ebbe incertezze neppure nei momenti più difficili ed oscuri della reazione. Perseguita dalla polizia e dai tribunali borbonici non vacillò, trovando in se stessa le risorse morali per resistere agli inquisitori e risorgere in adamantina coscienza di riaffermata libertà. Esempio purissimo delle migliori tradizioni delle donne italiche che, in tempi dolorosi e di triste servaggio, seppero credere nel radioso avvenire della Patria» (vd. O. Colangeli, in Antonietta de Pace, Patriota Gallipolina, Istituto Professionale Femminile di Stato – Lecce, Editrice Salentina, Galatina 1967, pp. 73-74).
E ancora, come non ricordare Bonaventura Mazzarella (Gallipoli 8 febbraio 1818 – Genova 6 marzo 1882), avvocato e magistrato gallipolino ancor prima dei moti risorgimentali del 1848, repubblicano mazziniano sin dalla prima ora. A Lecce fondò il primo nucleo del Partito d’azione d’ispirazione mazziniana con la costituzione dei primi Comitati collegati ai Circoli. Nel maggio 1848, sempre a Lecce città, uno di questi Comitati prese il nome di Circolo Patriottico Provinciale di Terra d’Otranto, che vide al suo interno il fior fiore della migliore gioventù, fra cui Giuseppe Libertini, Sigismondo Castromediano, Annibale D’Ambrosio, Oronzio De Donno, Alessandro Pino, Nicola Schiavoni, Cesare Braico, Emanuele Barba, altri ancora. Mazzarella fu eletto presidente del Circolo dedicandosi all’organizzazione della Deputazione Provinciale, dalla quale sarebbe nata, dopo l’Unità d’Italia, quella struttura amministrativa che noi oggi conosciamo col nome di Provincia. Il 30 aprile 1849, Bonaventura Mazzarella fu l’unico salentino, assieme ad altri trenta emigrati repubblicani, ad combattere sotto le mura di Roma nella difesa della Repubblica. In tutta la sua vita fu sempre coerente rimanendo repubblicano mazziniano. Passò il resto della sua vita a Genova, dopo essere stato deputato per alcune legislature e, per decenni, consigliere comunale di quella città.
A Gallipoli, tra i repubblicani mazziniani, ci fu anche Eugenio Rossi (Gallipoli 1831-1909), il quale partecipò a tutte le iniziative politiche e militari contro il Borbone e per l’unità nazionale, ad iniziare dal maggio del 1848. Dopo l’Unità d’Italia si arruolò, per mezzo del “Comitato per Roma e Venezia”, presieduto da Emanuele Barba, alla campagna garibaldina di Aspromonte nel 1862, partecipando a tutte le altre campagne che Garibaldi fece fino a Bezzecca. Ritornato in Gallipoli divenne uno dei più ferventi promotori di lotte sociali a favore del popolo, divenendo più volte consigliere comunale ed assessore della città. Fu il fondatore e primo presidente della sezione del Partito socialista di Gallipoli a iniziare dal 1892. Fondò, assieme ad altri suoi compagni, lo «Spartaco», organo dell’Associazione Democratica Elettorale di Gallipoli e circondario e, più tardi, nel 1900, fondò pure, divenendone direttore, «Il Dovere», organo dell’Unione Dei Partiti Popolari di Gallipoli, espressione delle masse popolari. La sua opera, sociale e politica, è oggi rintracciabile nelle centinaia di lettere, articoli, saggi sul socialismo ecc. che egli ci ha lasciato sullo «Spartaco», su «Il Dovere», e su altri giornali ed opuscoli.
Inoltre va annoverato il nome di Giuseppe Libertini (Lecce 1823-1874), repubblicano mazziniano della prima ora il quale, dopo la morte di Epaminonda Valentino assunse la direzione della “Giovine Italia” salentina. I leccesi gli hanno intitolato una bella piazza e un bel bronzo. Fu avvocato e amico personale di Giuseppe Mazzini, col quale stette per lungo tempo a Londra. Partecipò ai moti insurrezionali del 1848, fondò il Circolo Patriottico di Terra d’Otranto e combatté sulle barricate di Monte Calvario a Napoli il 5 maggio 1848. Fu membro del governo provvisorio garibaldino (settembre 1860) e deputato del Regno d’Italia. Mazzini lo mise alla guida del Partito d’Azione, col compito di far insorgere le province allo sbarco di Garibaldi sul continente, perché
«uomo di pronti ed arditi disegni, che seppe far miracoli, tanto da superare di gran lunga la nostra aspettazione», (vd. P. F. Palumbo, Terra d’Otranto nel Risorgimento, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 171).
Del Libertini, un inedito ricordo lo scrive anche Francesco Stampacchia nel 1860:
«Giuseppe Libertini, pur esso salentino e propriamente leccese, figura di primo piano nel Risorgimento nazionale, intimo di Giuseppe Mazzini e con lui operante, già recluso a Ventotene, membro del Comitato Europeo con Kossut ed Herzen, aveva organizzato la insurrezione di Potenza, di Ariano e delle Calabrie, e si trovava in Napoli membro del Governo Provvisorio costituitosi al partire di Francesco II e scioltosi quando fu proclamata la dittatura di Garibaldi. Egli era allora accanto all’eroe, da cui era stato chiamato, e con lui fra gli applausi percorreva le vie della Capitale» (vd. F. Stampacchia, Lecce e Terra d’Otranto un secolo fa, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 308).
Accanto a questi eroi unitari del Risorgimento salentino, non vanno dimenticati Vito Mario Stampacchia senior (Lequile 1788 – Lecce 1875), patriota leccese giacobino, che partecipò ai moti insurrezionali del 1820 e anni successivi; Gioacchino Stampacchia (Lequile 1818 – S. M. Capua Vetere 1904), che fu patriota mazziniano e aderì alla “Giovine Italia”; Salvatore Stampacchia (Lecce 1812-1885), fratello di Gioacchino e figlio di Vito Mario senior, anch’egli patriota risorgimentale. E ancora Gaetano Brunetti (Lecce 1829-1900), avvocato, repubblicano mazziniano della prima ora, che partecipò a tutto il risorgimento italiano.
Accanto a tutti costoro non vanno dimenticati altri personaggi come: Cesare Braico, di Brindisi, garibaldino fra i Mille, il quale combatté nel 1848 sulle barricate a Santa Brigida a Napoli. Successivamente prese parte alla difesa della Repubblica Romana. Per la sua partecipazione ai moti rivoluzionari fu condannato a 25 anni di galera. Soffrì il carcere duro borbonico assieme a Sigismondo Castromediano e a Luigi Settembrini. Dopo 11 anni di carcere fu esiliato dall’Italia. Riparò a Londra dove per bocca dell’altro suo compagno Giuseppe Fanelli ricevette il saluto di Giuseppe Mazzini. Appunto Giuseppe Fanelli, di Martina Franca, anch’egli garibaldino fra i Mille, che partì da Quarto per la Sicilia (famoso il coraggio dimostrato durante la battaglia di Calatafimi), e repubblicano mazziniano della prima ora, difensore della Repubblica Romana del 1849, dove combatté sotto il comando politico di Giuseppe Mazzini. Fu anch’egli uno dei responsabili della “Giovine Italia” in Terra d’Otranto. C’è ancora Vincenzo Carbonelli, di Taranto, anch’egli garibaldino fra i Mille, repubblicano mazziniano della prima ora, partecipò il 15 maggio 1848 ai moti insurrezionali di Napoli, anch’egli difensore della Repubblica Romana e propagatore degli ideali mazziniani in Terra d’Otranto. E infine va ricordato anche il leggendario Nicola Mignogna, di Taranto, garibaldino fra i Mille che, il 5 maggio 1860 fu, assieme a Crispi, Rosolino Pilo e La Massa, tra gli organizzatori della spedizione da Quarto alla volta della Sicilia. Repubblicano mazziniano della prima ora, nel 1836 si era affiliato alla “Giovine Italia” diffondendone gli ideali nelle provincie napoletane. Nel 1848 combatté a Monte Calvario a Napoli, successivamente prese parte alla difesa della Repubblica Romana. Venne processato assieme ad Antonietta de Pace. Lavorò spesso a fianco di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Fino alla fine dei suoi giorni rimase un convinto repubblicano. (Per tutti cfr. Aa. Vv. Lecce e Garibaldi, Capone editore, 1983).
Fin qui i garibaldini, i mazziniani e gli altri patrioti unitari salentini, i cui nomi andrebbero scritti nel Grande Libro della Storia nazionale d’Italia. E tuttavia la storia, che noi sappiamo essere maestra di vita e regolatrice di ogni cosa, non lascia mai nulla di scoperto sulle sue indistinguibili pagine sulle quali è narrata l’evoluzione degli eventi. Tant’è che nel 1945-46, quando i costituenti del secondo dopoguerra si riunirono per gettare le basi di quella che sarebbe divenuta la Carta fondamentale della nuova Italia antinazifascista, la Costituzione, (la forma statuale fu quella repubblicana, scelta dal popolo italiano con il referendum del 2 giugno 1946), non dimenticarono l’insegnamento di Giuseppe Mazzini e dei suoi compagni. Così, nell’impeto gioioso di un’indimenticabile giornata per gli italiani, e nel calore sostenuto dal forte vento della libertà e della democrazia riconquistata, nacque la nostra Costituzione Repubblicana, promulgata il 1° gennaio 1948.
Ecco perché, oggi, in un’Italia continuamente gabbata da ignoranti di Stato, non è sbagliato ritornare a leggere i testi di Giuseppe Mazzini, affinché si riscoprano i valori e le idealità d’un tempo per ritrovare anche il senso e il significato profondo di una vita degna di essere vissuta alla ricerca di un mondo ideale concreto, mondo che fece degna di essere vissuta la vita dei grandi iniziati di tutti i tempi: Socrate, Pitagora, Budda, Confucio, Gesù Cristo, Maometto, Giordano Bruno, Ernesto “Che” Guevara. Forse, ma questo è difficile accertarlo in un momento storico come quello che stiamo vivendo, fra questi grandi della storia dell’umanità, un suo posto l’ha anche Giuseppe Mazzini, indiscutibilmente l’apostolo più significativo del repubblicanesimo moderno.
A Lecce, su una fiancata dell’ex Convitto Palmieri, insiste una bella immagine di Giuseppe Mazzini, sotto la quale, Giovanni Bovio, altro personaggio assai noto ai gallipolini, ha scritto: «Giuseppe Mazzini// pari ai fondatori di civiltà// Maestro».
  Pubblicato su Anxa
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raffaellavivi-blog · 6 years
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Novità dell’estate 2018 e appuntamenti tradizionali attesi per tutto l’anno: ecco le opportunità da non perdere con gli eventi offerti dalle città europee a partire dai prossimi giorni. Musica, sport, arte, cultura, enogastronomia, mercatini, mostre, feste in costume, folklore. Dall’Islanda alla Spagna, ce n’è per tutti i gusti.
SCOZIA Edimburgo Evento: Dal teatro alla commedia, passando per l’opera. L’arte è protagonista del Fringe festival, che nel 2017 ha ospitato più di 53mila esibizioni di 3mila spettacoli. Molti eventi si svolgono nel centro della città, dichiarato patrimonio Unesco. Dal 3 al 27 agosto. Dove: Centro città. Glasgow Evento: Campionati europei 2018 di nuoto dal 3 all’8 agosto. Dove: Glasgow, Edimburgo.
GERMANIA Lipsia Evento: Dal 13 al 22 giugno, per celebrare la musica classica, la città organizza il festival di Bach. Un viaggio alla scoperta del compositore tedesco attraverso più di 150 eventi. Dove: Oltre 35 location. Bonn Evento: Ludwig van Beethoven protagonista del Beethoven festival, dal 31 agosto al 23 settembre; in scena opere come Fidelio, Egmont e The Ruins of Athens. Berlino Evento: 24esima edizione dei Campionati europei di atletica leggera dal 7 al 12 agosto. Dal 20 al 26 agosto, invece, sarà la volta degli atleti paralimpici. Dove: Olympic Stadium. Berlino Evento: Il 16 settembre più di 40mila runner saranno ai nastri di partenza per la 45esima edizione della Maratona, tra le più importanti al mondo. Dove: Colonna della Vittoria. Monaco di baviera Evento: Dal 1810 è sinonimo di Oktoberfest, fiumi di birra, specialità locali, musica e abiti tradizionali dal 22 settembre al 7 ottobre.
FRANCIA Parigi Evento: Dal 27 maggio al 10 giugno i tennisti più grandi si affrontano a Parigi sulla terra rossa del Roland Garros, che presenta nuovi campi e un rinnovato villaggio con terrazze. Parigi Evento: Delacroix (1798–1863) è la retrospettiva di 180 opere in collaborazione con il Metropolitan di New York, dedica al pittore francese fino al 23 luglio. Dove: Louvre. Lille Evento: Pezzi vintage e cianfrusaglie sulle bancarelle del mercato delle pulci Braderie de Lille, il più grande d’europa; 1 e 2 settembre.
BELGIO Boom Evento: Tomorrowland è tra gli appuntamenti di musica elettronica più importanti d’Europa. Celebre per coreografie fantasy dei palchi, fuochi d’artificio e giochi di fumo e di acqua; 20-22 e 27-29 luglio. Leuven Evento: Per gli amanti del rock, dal 1974 c’è Rock Werchter. Sul palco sono passati artisti del calibro di David Bowie, R.E.M., Daft Punk, Radiohead. Dal 5 all’8 luglio.
SVEZIA Stoccolma Evento: Due città, un obiettivo: unire l’Europa sotto i colori della bandiera arcobaleno della comunità Lgbt: Stockholm Pride dal 27 luglio al 5 agosto e Gothenburg Pride 14-19 agosto
IRLANDA Dublino Evento: Il 16 giugno è il Bloomsday, giorno dedicato a James Joyce. La festa in costume rievoca gli eventi dell’Ulisse, il suo romanzo più celebre. Tour dedicati, letture in luoghi significativi, pasti tratti dal libro.
UNGHERIA Budapest Evento: Frida Kahlo protagonista con più di 30 capolavori. La mostra, dal 6 luglio al 4 novembre, include opere, autoritratti disegni e fotografie dell’artista messicana. Dove: Hungarian National Gallery.
OLANDA Terschelling Evento: Oerol festival culturale, sull’isola di Terschelling dal 15 al 24 giugno: spettacoli dal vivo, teatro pubblico, musica e arti visive; uno dei più importanti eventi di arte del paesaggio in Europa.
NORVEGIA Oslo Evento: Andy Warhol – After Munch, mostra dell’artista americano delle opere di Munch, tra cui disegni, stampe e dipinti. Era uno degli artisti preferiti di Warhol, che visitò il museo nel 1983. Dal 26 maggio al 26 agosto. Dove: Munch Museum. Circolo Polare Evento: Traena Music, rassegna musicale tra due piccole isole collegate da un traghetto. A 12 ore da Oslo dal 5 all’8 luglio. Dove: Circolo polare artico.
AUSTRIA Salisburgo Evento: Oltre 200 esibizioni per la 98esima edizione del Salzburg festival dedicato alla musica classica dal 20 luglio al 30 agosto. Direzione affidata a Markus Hinterhäuser, che eseguirà Mozart, Strauss e Tchaikovsky con la Filarmonica di Vienna e l’attore e registra teatrale Tobias Moretti.
ISLANDA Reykjavik Evento: La rassegna musicale più cara al mondo è il Secret Solstice dal 21 al 24 giugno, unica kermesse che gode del sole 24 ore al giorno e con eventi in location suggestive, come la grotta di origine vulcanica o quella del ghiacciaio Langjökull. Il biglietto più caro costa un milione di dollari e comprende un viaggio per sei persone nel mondo in jet privato, un set di valigie, autisti, maggiordomi e chef.
SERBIA Novi sad Evento: Dal Duemila Exit è tra i principali festival di tutta l’Europa dell’est dedicato alla musica. Ideato dal movimento giovanile del Paese per chiedere maggiore democrazia, riunisce oltre 170mila persone e più di 600 artisti da tutto il mondo. Dal 12 al 15 luglio. Dove: Fortezza di Petrovaradin,  Novi Sad.
GRAN BRETAGNA Daresbury Evento: Nel Cheshire, dal 23 al 27 agosto c’è Creamfields, tra gli appuntamenti di dance music più importanti con performance dal vivo e dj set. Dove: Silo, Daresbury. Newport Evento: Isle of Wight Festival è la mitica tre giorni dedicata al rock. Dal 21 al 24 giugno si esibiranno artisti come Depeche Mode, Kasabian, Liam Gallagher, Van Morrison, Blossoms. Dove: Seaclose Park. Londra Evento: Dal 25 al 27 agosto c’è il Carnevale. Costumi, danze e street food in tema caraibico per questa manifestazione che si tiene ogni anno dal 1965. Dove: Notting Hill. Londra Evento: Picasso 1932: Love, Fame, Tragedy è la mostra dedicata al pittore spagnolo. Più di 100 tra dipinti, disegni, sculture, scatti di famiglia e rari scorci di vita personale. Fino al 9 settembre. Dove: Tate Modern. Londra Evento: Dal 16 giugno il colorato guardaroba di Frida Kahlo lascia il Messico per il Victoria&Albert Museum, dove verranno esposti vestiti e accessori, fotografie e lettere della pittrice messicana. Dove: Victoria&Albert Museum. Londra Evento: A Wimbledon, dal 2 al 15 luglio, la più prestigiosa competizione tennistica al mondo.
FIANDRE Anversa Evento: Anversa Barocca 2018. Rubens Inspires rappresenta l’occasione per vivere Rubens e il barocco in tanti modi diversi. Dal 1° giugno per tutto l’anno.
SPAGNA Barcellona Evento: Musica elettronica e arte multimediale dal 14 al 16 giugno;  tra gli artisti Gorillaz, Lcd Soundsystem, Diplo, Thom Yorke dei Radiohead. Dove: Sonar. Buñol Evento: Tutto iniziò l’ultimo mercoledì di agosto del 1945 quando due ragazzini diedero inizio alla battaglia dei pomodori, oggi nota come Tomatina. Si tiene il 29 agosto e nel 2002 è stata dichiarata di interesse turistico internazionale. Pamplona Evento: San Firmino. Si inizia il 6 luglio col lancio del chupinazo dal balcone del Municipio; il primo encierro è il giorno dopo: alle 8 del mattino si aprono le porte del cortile di Santo Domingo e centinaia di persone corrono davanti ai tori fino all’arena. Fino al 14 luglio. Tarragona Evento: I XVIII Giochi del Mediterraneo si svolgeranno dal 22 giugno al 1° luglio. Partecipano le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo: 26 i Paesi presenti; per la prima volta Portogallo e Kosovo. Dove: Tarragona e altre 15 città.
SVIZZERA Zurigo Evento: Musica a tutto volume sparata da 30 love mobile, dj set e coreografie nella Street Parade l’11 agosto tra i principali eventi techno e house al mondo con un milione di persone. Lugano Evento: Lugano si tinge arcobaleno con il Pride 2018 dal 28 maggio al 3 giugno, il primo LGBT+ pride nella Svizzera italiana. Lugano-Mendrisio Evento: Artisti come Miles Davis, Ray Charles e Noa hanno incantato il pubblico di Estival Jazz. A Lugano dal 12 al 14 luglio e a Mendrisio il 6 e 7 luglio. Locarno Evento: Dall’1all’11 agosto torna il cinema d’autore del Locarno festival. La kermesse renderà omaggio a Ethan Hawke con l’Excellence Award; L’attore, regista, sceneggiatore e scrittore statunitense sarà ospite per la prima internazionale del suo film Blaze, presentato al Sundance Film festival 2018.
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