#-robot sua cameo?
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crustyfloor · 2 months ago
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Finally finished filling in my bingo board but I didn't have enough boxes
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jazzluca · 2 years ago
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ARCEE ( Core ) Studio Series *RISE OF THE BEASTS*
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Dopo la sovraesposizione di Windblade ed il fugace revamp di Elita 1, a tornare alla ribalta prepotentemente fra le fembot Transformers è la cara vecchia ARCEE, sia grazie ai numerosi modellini Generations e non degli ultimi mesi, che per la sua presenza nel cast dell'imminente RISE OF THE BEASTS, anche se sappiamo che non è nuova alle apparizioni cinematografiche dal vivo.
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Infatti è già esordita ( facendo poi una brutta fine... ^^' ) in Revenge of the Fallen, ma suo doveva essere il posto fra gli Autobot originali poi ricoperto da Ironhide, così come appare nel cameo iniziale dello spin-off di Bumblebee che gli è valso il precedente modellino Deluxe Studio Series ( tralasciando quello SS 86 ).
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Ed Arcee inaugura il fronte SS dei RotB con un Core che inizialmente mi ha fatto pensare ad una semplice versione piccina del personaggio, come già accaduto ad altri, cosa per la quale non avrei mostrato interesse, salvo poi ripensarci riflettendo che invece effettivamente sia la versione in scala con gli altri giocattoli, vista la sua modalità di motocicletta.
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Ma partiamo dal ROBOT, che frontalmente si presenta bene, per un Core, ovviamente assai simile nei limiti al modello in CGI del film, snodata nella media della sua classe, senza balljoint sulle ginocchia, però, ma col doppio snodo lì, ma graziata dalla rotazione del bacino. Il "guaio" arriva però a guardarla da dietro, dato che i moduli dietro le spalle ( caratteristica estetica iconica sin dalla G1 ) sono appena accennati, e ok, ma sopratutto le due ruote che dovrebbe avere dietro le spalle sono invece ad ingombrare il retro dei polpacci, o meglio, sono UNA ruota divisa in due, che l'altra è effettivamente sulla schiena ma girata.
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In un dietro le quinte sul giocattolo è spiegato che la posizione delle ruote così ( che ricorda quella dell'omonima Prime Legacy ) è basato su un design preliminare del personaggio, ma è anche vero che l'artbox del giocattolo è quella di un disegno ufficiale che vede Arcee pattinare praticamente sulle ruote sui piedi, cosa che poi fa effettivamente in una scena del trailer dove esce dal furgone di Wheeljack...
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... ma senza che le ruote compaiano dietro la schiena, come nell'artbox  appunto, salvo però vederla in altre scene del trailer con le due ruote appese dietro. Quindi direi che questa SS è sì la versione ufficialmente in scala, ma purtroppo non è quella più simile a quella effettiva del film ( salvo che da qui a giugno non la cambino e la rendino di nuovo come nell'artbox! ).
Insomma, fedeltà e kibble fastidiosi a parte, è comunque un bel Core, con una bella scultura anche nel volto, ed un bel rosso acceso su cosce, parte inferiore del torso ed avambracci che bilancia col bianco restante rendendo il tocco delle spalle e bicipiti rosa un po' superfluo, ma anche questo compare nel modello del trailer del film, e tant'è.
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Sempre come si vede in questo, Arcee è fornita di una pistolina che ingloba la mano che la impugna, che però è piccina e fa sempre un po' specie che si può perdere in un attimo, anche perchè non può essere sistemata a riposo in altre parti del corpo tipo dietro la schiena, o sul modulo del muso della moto.
( Volendo la ruota dietro la schiena si può staccare ed impugnare come arma, per quel che vale! ^^' )
La TRASFORMAZIONE in questa si ottiene spostando in avanti la testa e proiettando le braccia, unendole assieme, sopra il torso, mentre il bacino ruota di 180°, e le gambe si divaricano per poi accorciarsi ed unirsi attraverso le due metà di ruota e fissandosi al modulo posteriore formato dalle braccia, mentre il muso del veicolo si posiziona frontalmente.
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La MOTOCICLETTA si basa su quella ufficiale del, ovvero una Ducati 916, per quanto piccina nel suo essere un Core, a occhio è ancora un po' fuori scala, dato che le vere moto in scala fedele sono il trio di ... Arcee, appunto, di RotF versione sempre Studio Series. Comunque è resa bene e realistica, sebbene s'intravedano i pugnetti nel retro, ma ok, può starci, laddove invece potevano dipingere di nero anche il retro delle spalle, per definire meglio il sedile.
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Altri bei dettagli sono le ruote, sia scolpite bene che dipinte d'oro nei cerchioni, il foro del serbatoio usato per metterci una vite, ed infine la pistolina che viene incastrata sotto il mezzo per simulare il cavalletto, un po' invano, dato che la moto fatica a volte a stare in piedi da sola! ^^'
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Insomma, una versione carina, ben fatta ma piccina, probabilmente in scala come robot e un po' meno come moto ( salvo che non ne facciano una versione ancor più piccola magari allegata ad un altro SS... ), ma non fedelissima per via dei particolari succitati, e quindi al limite speriamo in una versione Deluxe più simile al personaggio in CGI per la linea Generations normale dedicata al film, ma questa per il momento è sia un gustoso aperitivo che quella ufficialmente da aggregare al resto dei vari Autobot di Rise of the Beasts. ^^
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florence-castle · 3 years ago
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FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 08: OPTIMUS PRIME (2)
Poiché il soggetto in questione è una vera e propria leggenda nella Hall of Fame dei Transformer, la puntata di oggi è particolarmente molto lunga, per cui la suddividerò in più parti.
NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.
***
PUNTATA 7: OPTIMUS PRIME, seconda parte.
Vento di cambiamenti
Esaurito l’argomento G1 – del quale ho preferito non dilungarmi troppo, inclusa la parentesi ‘Master – saltiamo direttamente nell’universo Biocombat/Beast Wars degli anni ‘90, nel quale i Transformer “classici” fanno un cameo a cavallo tra la seconda e terza stagione, e tra questi ritroviamo proprio Optimus Prime... inattivo, insieme a tutti gli altri Autobot e Decepticon, a bordo dell’Arca. In questo specifico caso, il capo dei Maximal Optimus Primal (suo discendente e semiomonimo) gli estrae dal petto la Matrice del Comando, dopo che questi e i suoi compagni hanno riparato i corpi dei loro antenati danneggiati dall’ennesimo machiavellico piano dell’astutissimo rivale Megatron – impedendogli così la completa cancellazione di quella linea temporale.
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E, di nuovo, mi fermo qui, visto che Blackjack – come lo chiamavamo noi in Italia – è un personaggio a sé stante e condivide col Comandante Autobot solo la semi-omonimia, anche dopo la sua evoluzione in un corpo Transmetal 2 (e con che nome... Optimal Optimus!). Non ho, invece, moltissimi ricordi delle serie animate dei primi Duemila in cui Commander è il classico protagonista numero uno, ovvero Robot in Disguise 2001 e la Trilogia Unicron (2002-2005); eppure, se non fossero mai esistiti non avremmo poi avuto i film di Michael Bay, i cui robot hanno ereditato alcune caratteristiche fisiche... ma questa è un’altra storia.
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Anche Derrick J. Wyatt, per il suo capolavoro Animated, ha preso spunto dal passato per costruire il profilo psicologico del “suo” Optimus Prime. Nasce così non il classico comandante veterano ed esperto come ormai siamo abituati, ma un vero e proprio erede spirituale del Beast Wars Optimus Primal: un povero ragazzo che si è ritrovato suo malgrado come capo di una squadra altrettanto scalmanata – un gigante buono ma impacciato, un ragazzino indisciplinato, un ninja poco loquace e un vecchio e burbero ufficiale medico. Inoltre, Optimus non è nemmeno un soldato, ma un ordinario manutentore di Ponti Spaziali col dolore di aver lasciato a morire l’amica/fidanzatina Elita One (diventata poi Blackarachnia) su un pianeta sconosciuto e l’umiliazione di essere sempre bullizzato da quell’arrogante Sentinel Prime fin dai tempi dell’accademia.
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Esteticamente Optimus ha mantenuto l’aplomb di “eroe mascherato armato di ascia energetica” dall’iconografia classica, ma la novità assoluta che ha rivoluzionato l’aspetto del personaggio negli anni a venire è la scelta di rendere retrattile quella famosa maschera, immortalando l’abitudine di sfoggiarla solo durante i combattimenti – mentre in condizioni normali è sempre a volto scoperto. Sì, avete capito bene: prendendo spunto dall’Optimus di Cybertron, e prima di lui da Beast Wars Optimus Primal, Wyatt ha disegnato la sua versione del Comandante Autobot con un vero e proprio volto... una tradizione che continua ancora oggi nelle incarnazioni successive, salvo qualche sporadica eccezione. Altra grande rivoluzione arriva per quanto riguarda il nostro doppiaggio italiano, poiché proprio Animated ha cementato il ruolo di Marco “Batman” Balzarotti come voce di Optimus in serie animate e videogiochi futuri.
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Continua...
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italianaradio · 5 years ago
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Alan Tudyk: 10 cose che non sai sull’attore
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/alan-tudyk-10-cose-che-non-sai-sullattore/
Alan Tudyk: 10 cose che non sai sull’attore
Alan Tudyk: 10 cose che non sai sull’attore
Alan Tudyk: 10 cose che non sai sull’attore
Alan Tudyk è un apprezzato attore che negli anni si è diviso tra cinema, televisione e doppiaggio. Grazie alla sua partecipazione a titoli di successo ha saputo imporsi all’attenzione di critica e pubblico, dimostrando grande versatilità e capacità di reinventarsi continuamente. Alcuni dei suoi ruoli sono in seguito divenuti veri e propri cult.
Ecco 10 cose che non sai di Alan Tudyk.
Alan Tudyk film
1.  Ha recitato in lungometraggi di successo. L’attore esordisce al cinema nel 1998 nel film Patch Adams, dove recita al fianco di Robin Williams. Successivamente prende parte a Il destino di un cavaliere (2001), Palle al balzo (2004), Io, robot (2004), Molto incinta (2007), Quel treno per Yuma (2007), Transformers 3 (2011), La leggenda del cacciatore di vampiri (2012), Maze Runner – La fuga (2015), L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (2015), Rogue One: A Star Wars Story (2016).
2. Importanti sono anche i ruoli televisivi. Dopo il debutto nella serie Frasier (2000), l’attore diventa celebre per il ruolo di Hoban Washburne nella serie Firefly (2002-2003), e prende successivamente parte ad Arrested Development (2005-2013), Dollhouse (2009-2010), Suburgatory (2011-2014), Powerless (2017), Dirk Gently (2018) e Doom Patrol, dove dal 2019 ricopre il ruolo di Eric Morden alias Mr. Nobody.
3. È anche doppiatore. L’attore è particolarmente apprezzato come doppiatore, e ha prestato la sua voce a importanti film d’animazione come L’era glaciale (2002), Astro Boy (2009), Alvin Superstar 3 – Si salvi chi può! (2011), Ralph Spaccatutto (2012), Frozen – Il regno di ghiaccio (2013), Big Hero 6 (2014), Zootropolis (2016), Oceania (2016), Ralph Spacca Internet (2018), e a film come Rogue One: A Star Wars Story (2016) e Aladdin (2019).
Alan Tudyk Instagram
4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 150 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche foto tratte dai set frequentati. Non mancano inoltre immagini promozionali dei progetti a cui l’attore prende parte.
Alan Tudyk Aladdin
5. Ha doppiato un importante personaggio. Nel live-action Aladdin, con protagonista Will Smith, l’attore ha prestato la voce ad uno dei pochi personaggi non umani, ovvero il pappagallo Iago, fedele spalla del perfido Jafar. L’attore ha sostituito Gilbert Gottfried, che doppiava il personaggio nell’originale animato del 1992. Quest’ultimo si è dichiarato scontento della decisione, sperando di poter dare nuovamente voce al celebre volatile.
Alan Tudyk Rogue One
6. Ha avuto un ruolo fondamentale. L’attore ha preso parte al primo spin-off dedicato al mondo di Star Wars interpretando il droide K-2SO, specializzato in sicurezza personale. L’attore si è dichiarato entusiasta a riguardo, affermando che prendere parte alla saga era il sogno di una vita.
7. Dare vita al personaggio è stato particolarmente complesso. Per coprire la possente statura del droide, l’attore ha dovuto muoversi su dei trampoli per l’intera produzione del film, il che ha reso particolarmente complessa la sua vita sul set. L’attore ha infatti dovuto abituarsi alla nuova altezza e nel relazionarsi con ciò che lo circondava.
Alan Tudyk Deadpool 2
8. Ha un cameo nel film. L’attore compare in un breve cameo nel film Deadpool 2, con Ryan Reynolds e Josh Brolin. Tudyk è uno dei due camionisti in cui si imbatte il personaggio di Cable al suo arrivo dopo il viaggio nel tempo. Accanto a Tudyk, in un cameo non accreditato, vi è anche l’attore Matt Damon. I due sono stati resi irriconoscibili grazie al massiccio trucco sfoggiato.
Alan Tudyk Doom Patrol
9. Recita nella nuova serie Amazon Prime. L’attore è tra i protagonisti della serie Doom Patrol, basata sull’omonimo gruppo di supereroi ideato per la DC Comics. Nella serie la Doom Patrol del titolo ha il compito di impedire al sovrannaturale Mr. Nobody di conquistare l’intero pianeta. Tudyk ricopre proprio il ruolo del perfido villain.
Alan Tudyk età e altezza
10. Alan Tudyk è nato al El Paso, in Texas, Stati Uniti, il 16 marzo 1971. L’altezza complessiva dell’attore è di 180 centimentri.
Fonte: IMDb
    Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Alan Tudyk: 10 cose che non sai sull’attore
Alan Tudyk è un apprezzato attore che negli anni si è diviso tra cinema, televisione e doppiaggio. Grazie alla sua partecipazione a titoli di successo ha saputo imporsi all’attenzione di critica e pubblico, dimostrando grande versatilità e capacità di reinventarsi continuamente. Alcuni dei suoi ruoli sono in seguito divenuti veri e propri cult. Ecco 10 […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Gianmaria Cataldo
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jazzluca · 2 years ago
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BRAWN ( Deluxe ) Movie Studio Series 80
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Anche BRAWN, il buon vecchio italico Cammello, ha avuto l'onore di un cameo nei gloriosi 5 minuti ambientati su Cybertron nel film di "Bumblebee", e quindi eccolo pure lui a completare la prima wave di quei Transformers comparsi lì appunto solo come robot, ma cui è stata creata una modalità alternativa ad hoc proprio per produrne il giocattolo.
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Partiamo da questa, una volta ogni tanto, ovvero una sorta di CAMIONCINO CYBERTRONIANO, quasi sulla falsariga dei furgoni stile Ironhide e Ratchet, ma un po' distante invece dal mezzo originariamente concepito da Emiliano Santalucia, più aerodinamico sebbene abbastanza massiccio. Resta la bella trovata delle ruote anteriori pronunciate in avanti, ma la forma nel giocattolo finale ricorda appunto più un camioncino, per via anche delle ruote più piccole, ma sopratutto pare un camion da trasporto materiali, dato che nella parte posteriore c'è proprio un signor foro dove si nasconde la testa del robot, che sempre guardando il concept design iniziale, doveva invece sostituirsi al parabrezza.
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Anche così comunque il veicolo non è affatto male, considerando che l'originale G1 era un fuoristrada, anche se ora è più arancione senape che verde, con il primo colore che definiva più la parte robotica di Cammello.
I dettagli si sprecano, al solito, ma il vero tocco di classe è la griglia frontale che si ribalta di 90° per rivelare un foro cui si può innestare l'apposita punta di un trapano, che è un cacchio di signor omaggio ad una puntata del cartone animato originale dove appunto il buon Brawn tirava fuori quell'arnese per scavarsi un tunnel sotto terra.
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Sebbene sia solo un accessorio, la trivella dona maggior "personalità" al veicolo, e differenziandolo ulteriormente dall'ormai comune auto cybertroniana: peccato solo che non sia effettivamente retrattile, ma già il fatto che il foro scompaia e lasci il posto alla griglia non è male, così come la punta della trivella trova posto sulla punta del fucile d'ordinanza del nostro, dal design comune a quelli di Ratchet e Wheeljack, ma dallo stampo diverso, con un forellino sotto che gli permette di essere montato sul veicolo.
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Inoltre, la punta della trivella, di nuovo, può sistemarsi anch'essa in un altro punto del fucile, ovvero  su una spina sopra lo stesso. Anche il fucile, vista la sua stazza, cambia un po' la fisionomia del veicolo, volendo, coprendo pure un po' il succitato foro dietro la cabina.
Un bel veicolo, insomma, che può diventare una trivella o un mezzo d'assalto, grazie agli accessori, ed un ottimo antipasto al robot, grazie anche alla TRASFORMAZIONE, che vede imitare parzialmente quella del G1, con le parti laterali inferiori con le ruote che diventano le gambe, con un'interessante passaggio nel ribaltamento degli stinchi attraverso i talloni "tagliati". Come dicevo all'inizio, la testa salta fuori dal retro del veicolo, non prima di aver dispiegato le braccia nascoste sotto la carrozzeria, ruotato il bacino, ed infine un altro bel tocco è il parabrezza che si fonde al resto del corpo, divenendo di fatto la schiena e non un qualche zaino in più.
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Il ROBOT pare uscito dal film, da quanto è dettagliato e fedele, ed a monte il design stesso è davvero indovinato citando il G1 originale, con la schiena rialzata dietro la testa, l'aspetto paffuto e la testa a cupola, anche se  magari unico neo è nel design / scultura della sola bocca, per quanto dettagliatissimo e fedele, sia chiaro.
Come altezza, è alto quanto Bumblebee versione B-127, anche se teoricamente, sempre guardando i G1, dovrebbe essere più alto, ma è Bee che per i film è un po' cresciutello, quindi vabbè. La colorazione pure è fedele al G1, con torso senape ed arti verdi militare, più avambracci grigio / argento, e in quanto a posabilità siamo al top, con lo standard post WfC più la rotazione dei pugni che in un deluxe non è così scontata.
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Delle armi ho già detto, e sfruttando la spina ora dietro la  schiena, il fucilone si può sistemare a riposo lì appeso grazie ad un apposito foro laterale.
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Infine, un gran bel modello per i fan del personaggio e della G1 in generale, che presenta una versione cybertroniana / realistica davvero ben fatta esteticamente che tecnicamente, con la ciliegina degli accessori davvero azzecati che valorizzano in generale il giocattolo tutto.
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jazzluca · 3 years ago
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B-127 [BUMBLEBEE] ( Deluxe ) Movie Studio Series 70
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In un film spin-off come quello di BUMBLEBEE, con i robot protagonisti che si contano sulle dita di una mano, è plausibile che questi esibiscano più di un aspetto nel corso del lungometraggio, in modo da  aggiungere un po' di ciccia alla sennò sguarnita linea di giocattoli, con addirittura il protagonista eponimo che arriva a sfoggiare fino a 4 "abiti" diversi, primo fra tutti quello originale Cybertroniano, rappresentato infine in questo Deluxe Studio Series “B-127”.
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Dico "infine" dato che lo stampo è un repaint con testa diversa del povero Cliffjumper SS 64, che storicamente condivide spesso lo stesso modello dei vari Maggiolino, ed a sua volta quel giocattolo è basato sul secondo corpo di Bumblebee del film, quello con l'effimera modalità di Jeep del SS 57, chiudendo così il cerchio, praticamente.
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In quanto mezzo reboot, il film di Bee presenta il famoso omaggio con i cameo dei personaggi classici G1 in versione "realistica", ma in quanto pure mezzo prequel della pentalogia Bayana l'aspetto del ROBOT di questo Maggiolino è quello Bayformer, appunto, ovvero con il muso dell'auto sul petto, le ruote dietro spalle, e la faccia con la maschera da battaglia, anche se questo singolo aspetto lo assume, durante il lungometraggio, per un attimo appena atterra sul nostro pianeta ... ed infatti di questo B-1 27 esiste una successiva versione con la faccia "normale" ed una tonalità di giallo più scura per la linea Buzzworthy, non che questa più chiara sia malvagia, mitigata dal grigio scuro presente su cosce, gran parte delle braccia ed altri dettagli sparsi.
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La colorazione quindi è ok, ma anche la scultura non è male, ed anzi, personalmente ero riottoso ormai verso le automobili Bayformer ed affini, dato che purtroppo sono praticamente quasi tutti uguali, con trasformazioni banali e robot con zainate non indifferenti e corpi esili, ma il nostro B-127 qui mi ha fatto ricredere, dato che il robot tutto sommato è solido, robusto e compatto.
( Ricordiamo che la sigla B-127 sarebbe, nel film, il nome originale del personaggio prima che venga ribattezzato Bumblebee dall’amica umana che lo trova ).
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Le gambe si vede che hanno parte della carrozzeria del veicolo, ma risultano compatte, le braccia sono libere, e sì, il petto non è il reale muso dell'auto, ma si evince che non è un pigro pannello messo lì per bellezza, così come la zainata sulla schiena è sì un po' ingrombrante, ma è ben ripiegata e non troppo ciondolante.
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Ovviamente, in quanto Deluxe piccolo Movie SS, è più basso di una testa abbondante di un Generations medio, ma vabbè, purtroppo la scala è quella, e come accessorio ha solo la piccola pistola che può impugnare nella sola mano destra, ma almeno, ripeto, per una volta la sensazione di solidità ha la meglio ed il giocattolo lo si apprezza comunque nonostante la bassa statura. Ed anche l'alta posabilità aiuta, con solo i polsi che non ruotano, essendo quindi nella media dei modellini di questo periodo.
E pure la TRASFORMAZIONE da soddisfazioni, tutt'altro che banale e diversa dalla quella classica intuitiva dei Bee Bayformer, per fortuna, con la testa che si proietta all'indietro fino a staccarsi dal collo, praticamente, il pannelo del petto si abbassa, rivelando un ulteriore pannello dietro che diventa il retro del veicolo, mentre il petto si piega in due per nascondersi dentro, richiudendo il tutto. Le spalle ruotano verso avanti esibendo le ruote posteriori, mentre i pannelli delle gambe slittano verso l'alto ad unirsi a queste e coprendo così le cosce, permettendo così alle ruote anteriori nei polpacci di posizionarsi dall'interno verso l'esterno. I piedi si piegano in sù, rivelando il muso dell'auto nei loro talloni, ed infine si dispiega lo zaino sulla schiena che diventa tutta la parte superiore dell'automobile.
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Il VEICOLO CYBERTRONIANO è davvero futuristico ed alieno, basso ed aerodinamico, con un parabrezza formato da una lunga e stretta striscia che attraversa tutto l'abitacolo. Peccato non abbia le ruote in plastica trasparente ( a mio avviso uno dei tocchi migliori per definire un veicolo come "cybertroniano" sin da quelli di Velocitron di Galaxy Force), ma un tocco di classe si trova nell'alettone posteriore, la cui forma ricorda quella della modalità cybertroniana di veicolo discoidale del Maggiolino G1, nelle primissime sequenze dell'episodio uno a cartoni animati della serie.
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A parte la finezza dell'alettone, l'auto però ha un che di già visto, ed infatti grazie anche alla summenzionata striscia che ne percorre il tettuccio, ricorda la modalità cybertroniana dello Sideswipe di Fall of Cybertron, ma vabbè.
I dettagli colorati magari di nero o argento sono pochi, ma dalla griglia frontale spunta un foro che forse è una bocca di fuoco, magari messa a lì a sostituire il laser che nel film spunta dal centro del cofano, gimmick qui non riprodotta, ma l'arma del robot può nascondersi all'interno del mezzo... e basta, che magari invece la si poteva sistemare appunto anche al posto del summenzionato laser.
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Infine, nonostante i pregiudizi iniziali figli di anni e anni di veicoli Bayformer E di modellini di Bumblebee rindondanti, questo B-127 fa ben sperare per i successivi giocattoli dello stesso stile, con un bel robot piccolo ma robusto, una trasformazione appagante ed un'auto graziosa e futuristica quanto basta.
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italianaradio · 5 years ago
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Kate Mara: 10 cose che non sai sull’attrice
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Kate Mara: 10 cose che non sai sull’attrice
Kate Mara: 10 cose che non sai sull’attrice
Kate Mara: 10 cose che non sai sull’attrice
Kate Mara è una di quelle attrici che ha sempre lavorato molto nel mondo del cinema e delle serie tv, diventando molto amata in tutto il mondo. L’attrice, infatti, ha iniziato a lavorare sin da giovanissima e ha sempre dimostrato di sapere scegliere ruoli che valorizzassero i suoi talenti e la sua grazia. Ecco dieci cose da sapere su Kate Mara.
Kate Mara film
1. I film e la carriera. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1997 con il debutto nella serie Law & Order – I due volti della giustizia, per poi arrivare sul grande schermo due anni dopo con Joe the King. In seguito ha recitato nei film Destini incrociati (1999), I segreti di Brokeback Mountain (2005), We Are Marshall (2006), Shooter (2007), The Open Road (2009), Iron Man 2 (2010), 127 ore (2010), Legami di sangue (2012) e Transcendence (2014). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Fantastic 4 – I fantastici quattro (2015), Man Down (2015), Sopravvissuto – The Martian (2015), Morgan (2016), My Days of Mercy (2017) e Lo scandalo Kennedy (2017). Ha anche lavorato in alcune serie tv come Everwood (2003), Nip/Tuck (2003), Jack & Bobby (2005), 24 (2006), Entourage (2009), American Horror Story (2011), House of Cards – Gli intrighi del potere (2013-2016) e Pose (2018).
2. È anche doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera, Kate non ha svolto solo ed esclusivamente l’attività di attrice, ma anche quella di doppiatrice. L’attrice, infatti, ha prestato la propria voce per il doppiaggio delle serie TRON: Uprising (2012), Robot Chicken (2014) e Moonbeam City (2015), oltre che per il film Drôles de petites bêtes (2017).
Kate Mara e Jamie Bell
3. Sono sposati da due anni. Recitare insieme sul set di Fantastic Four – I fantastici quattro è stato propizio perché è proprio lì che l’attrice e Bell si sono conosciuti ed innamorati (Bell interpretava La Cosa, mentre Mara era la Donna invisibile). I due, infatti, hanno iniziato a frequentarsi nel 2015, per poi sposarsi nel luglio del 2017.
4. Ha avuto fidanzati famosi. Prima di conoscere il suo attuale marito, l’attrice ha avuto qualche fidanzato famoso: dal 2006 al 2008 si è frequentata con il regista McG, mentre dal 2010 al 2014 ha avuto una lunga storia con il collega Max Minghella. Pare, inoltre, che abbia avuto una storia con il collega Charlie Cox durante il 2008.
Kate Mara figli
5. È mamma di una bambina. A quasi due anni dalla celebrazione del matrimonio con Jamie Bell, l’attrice ha dato alla luce una bambina, nata dall’unione della coppia nel maggio 2019. La bimba, della quale non si conosce ancora il nome, è nata con parto cesareo d’emergenza e non in casa come avrebbe voluto l’attrice.
6. È anche matrigna del figlio di Bell. L’attrice, una volta sposato il suo attuale marito, è diventata matrigna del figlio avuto nel 2013 da Jamie Bell con l’attrice Evan Rachel Wood: i due sono stati sposati due anni tra il 2012 e il 2014.
Kate Mara Instagram
7. Ha un profilo molto seguito. Nel marzo del 2017 l’attrice ha deciso di aprire un proprio account Instagram, attualmente seguito da 321 mila persone. La bacheca dell’attrice è un collage di foto che la ritraggono tra momenti di vita familiare, lavoro e svago. Sono molte le foto dedicate al marito e alla sua famiglia, soprattutto a sua sorella Rooney.
Kate Mara Iron Man
8. Ha fatto un cameo. L’attrice è apparsa in Iron Man 2 grazie ad un cameo: in questo film, infatti, interpreta un maresciallo degli Stati Uniti che serve Tony Stark con dei documenti.
Kate Mara House of Cards
9. Ha lavorato per una sola stagione. L’attrice ha partecipato attivamente alla prima stagione di House of Cards, apparendo poi come guest star nella seconda e quarta stagione. Nella serie interpreta una giornalista del The Washington Herald e di Slugline, disposta a particolari accordi per ottenere importanti notizie.
Kate Mara: età e altezza
10. Kate Mara è nata il 27 febbraio del 1983 a Bedford, New York, e la sua altezza complessiva corrisponde a 157 centimetri.
Fonti: IMDb, Ranker
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Kate Mara: 10 cose che non sai sull’attrice
Kate Mara è una di quelle attrici che ha sempre lavorato molto nel mondo del cinema e delle serie tv, diventando molto amata in tutto il mondo. L’attrice, infatti, ha iniziato a lavorare sin da giovanissima e ha sempre dimostrato di sapere scegliere ruoli che valorizzassero i suoi talenti e la sua grazia. Ecco dieci […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Mara Siviero
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italianaradio · 6 years ago
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MCU: i momenti comici più ricorrenti del franchise
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MCU: i momenti comici più ricorrenti del franchise
MCU: i momenti comici più ricorrenti del franchise
MCU: i momenti comici più ricorrenti del franchise
Il saggio bilanciamento tra momenti drammatici e comici ha reso il MCU una realtà solida e amata da tutto il pubblico, dimostrando che i due registri possono convivere nello stesso spettacolo con grande efficacia.
Ma quali sono le battute e gli scherzi più ricorrenti del franchise? Scopriamoli qui sotto:
I cameo di Stan Lee
Il momento che ogni fan aspetta con ansia in tutti i film Marvel è il cameo di Stan Lee, sempre utilizzato nella maniera più efficace possibile e con lo scopo di strappare una risata al pubblico.
Quello di Endgame sarà l’ultima apparizione del fumettista, scomparso lo scorso anno, ma la speranza è che la tradizione continui anche nel futuro del MCU con un’altra icona.
Gli spot di Captain America
Spider-Man: Homecoming è il mondo dei supereroi filtrato dal punto di vista degli adolescenti. Quindi perché non inserire delle pubblicità progresso animate da Captain America, il simbolo della nazione interpretato da Chris Evans?
La gag appare più volte nel film, con Steve Rogers che indossa il costume più comico del franchise. Nelle clip offre i suoi sani consigli sull’importanza del fitness, sulla pubertà e sulla detenzione.
DUM-E
Alcune delle scene migliori del franchise di Iron Man vedono Tony alle prese con progetti scientifici e tecnologici mentre costruisce le sue nuove armature. Ed è qui che compare il simpatico assistente dell’eroe, un robot che lui stesso ha soprannominato DUM-E.
DUM-E è considerato un po’ troppo lento per i ritmi di Stark, e questi due personaggi danno vita a siparietti comici davvero divertenti.
Sexy zia May
Il casting di Marisa Tomei nel ruolo della nuova zia May ha sollevato il malcontento di buona parte dei fan, affezionati alla versione “anziana” del personaggio; tuttavia la brillante performance dell’attrice e il taglio comico adottato dai Marvel Studios sembra aver convinto il pubblico.
Soprattutto il fatto che sia così sexy e provocante da provocare l’imbarazzo di Peter quando è in compagnia degli studenti della sua stessa scuola, o quando si trova in presenza di Tony Stark e il magnate corteggia May in maniera evidente…
Film vecchi
Una volta ottenuti i diritti di Spider-Man, i Marvel Studios hanno riavviato le sorti del personaggio nel MCU enfatizzando molto il suo essere ancora un adolescente inesperto. Questa differenza di età fra lui e i Vendicatori ha portato ad una serie di momenti molto divertenti, come quando in Captain America: Civil War Peter escogita un piano basato su “un film davvero vecchio” intitolato L’impero colpisce ancora.
Lo stesso scherzo si ripropone citando un altro cult come Alien in Infinity War.
Cos’è un procione?
Come ha fatto un procione parlante a diventare un cacciatore di taglie nello spazio? Nessuno lo sa ed è probabile che le origini di Rocket vengano esplorate in Guardiani della Galassia vol.3, ma il bello è che nemmeno lui sa cosa sia un procione e lo ripete più volte nel corso del franchise.
Prima gli insulti chiamandosi “panda spazzatura”, poi il commento di Drax che racconta di come fosse abituato a mangiare animali simili, infine Thor, che sembra altrettanto confuso, e gli regala il soprannome di “coniglio”.
Scott Lang e la passione per Cap
Captain America è una bandiera americana, un simbolo per la nazione e un esempio per le generazioni che sono venute dopo di lui. Dunque non stupisce che qualcuno ne abbia subito il fascino diventandone un vero e proprio fan, e quel qualcuno risponde al nome di Scott Lang.
L’eroe incontra Cap durante la Guerra Civile, e le sue reazioni sono esilaranti. Questa sua infatuazione continua anche in Ant-Man e The Wasp quando Hope lo prende in giro o quando in Endgame lo battezza come il miglior “sedere d’America”.
Kevin Bacon
Gran parte del divertimento dei film dei Guardiani della Galassia deriva dai riferimenti alla cultura pop di Peter Quill assorbita durante i suoi anni sulla Terra. Per il personaggio infatti Kevin Bacon è il più grande personaggio esistente e nel bel mezzo del primo capitolo utilizza la trama di Footloose per raccontare la storia dell’ascesa dell’eroe.
La stessa battuta torna di nuovo quando in Infinity War Thor descrive i Vendicatori come gli eroi più potenti e Mantis presume che Bacon ne faccia parte.
I soprannomi di Tony
Tra le tante cose che ci mancheranno di Tony Stark, scomparso alla fine di Avengers: Endgame, ci sono sicuramente i simpatici soprannomi che il personaggio era solito dare ai suoi “colleghi” supereroi (e non solo).
Da quello affibiato a Bucky Barnes, Manchurian Candidate, che trae ispirazione dal titolo del romanzo omonimo di Richard Condon pubblicato nel 1959, a Legolas per Occhio di Falco, passando per Rock of Ages con Loki o Point Break e Lebowski per Thor.
Rocket rubatutto
Rocket Raccoon ha un senso dell’umorismo tutto suo e una vera ossessione per tutti quegli oggetti che potrebbero tornargli utili. Per questo è solito rubare di nascosto qualcosa dai suoi avversari (o anche dagli amici), come quando si appropria di una gamba robotica per il suo piano di fuga o un occhio.
Lo scherzo torna in Infinity War quando chiede a Bucky di regalargli il braccio meccanico.
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Fonte: Screenrant
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Cecilia Strazza
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