#김남준
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happy birthday to our precious joon 🍁🍂📚☕️
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lost! 👀🛗🗄️
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Namjoon Desktop HD wallpaper
Namjoon Instagram post
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Mikrokosmos (소우주) - BTS
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rm: right people, wrong place (2024)
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Album - BTS Mini Album 3: "The Most Beautiful Moment in Life Pt. 1"
Full Album Photocard Set - Jin 》 Suga - Group - RM 》 J-Hope - Jimin 》 V 》 Jungkook
Something you all may not know is that, though B.A.P was the first group I ever followed closely, BTS was the first group I followed closely before they had even debuted, and though I fell out of being such a big ARMY around the middle of 2017, I still love the boys and am so glad they've made it so far! And this is still one of my very favorite photocard sets ever. Absolutely A+ concept and execution!
scanned by me. please give credit to brigidandair or Jasmyr if you use these scans!
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Hallo Winter, willkommen 😶🌫. * * 🫀-🪐 {🫧} ❄️



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yeah but would you welcome me home with a saxophone solo?
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"Hello,
To all of you whom I love so dearly,
I’ve turned 30. (Already...)
On this day, which I sometimes felt was insignificant even to myself, I am so grateful for the heartfelt congratulations you’ve sent me. Thank you so much. You know that it's because of you that I’ve been able to hold on, right?
There is a saying in Buddhism:
'Rely only on yourself as your own light.'
When my heart feels unstable or when anger rises for no reason, I think of these words from faraway Hwacheon.
There’s so much I want to say at this moment, but today I’ll let a few photos I post on Instagram speak for me instead.
Like RPWP (or that documentary—), there will surely be a time and place to express things in a more beautiful and meaningful way. But that place is not here.
I’ve now passed the halfway point of my military service. It reminds me of the halfway point in the 3km runs we did at Nonsan Training Camp, when I’d be gasping for air. It’s fleeting, isn’t it?
After the snow falls, the new year begins, the days warm up, and the cherry blossoms bloom, I will come to see you all, standing tall.
May you have good days, good words, and good hearts.
Please stay healthy.
I love you."
#i couldn't find this version of the translation so i wanted to upload it here#literally in tears#happy birthday namjoon#namjoon#kim namjoon#rm#bts rm#bts#bangtan#namjoon birthday#rm birthday#김남준#남준#september 12#he shares the same bday as my bestie :')#akp staff
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i have a bts headcanon where 20 years into the future, after disbanding, namjoon stays up all night and watches bts try not to laugh compilations just to re-live the memories. he’ll laugh at every video but always ends up crying. (bonus points if he really does become a dad, he’ll watch said compilations with his kid)
#bts#bangtan sonyeondan#bangtan boys#방탄소년단#bts headcanons#kim namjoon#rm#rap monster#김남준#love yourself#kpop#kpop headcanons#namjoon headcanons#kim namjoon headcanons#namjoon
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be my valentine? 💌
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bow koya! 🐨🎀☁️
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RM "Lost" Poster
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Best of me - BTS
#bts#bangtan sonyeondan#bangtan#bulletproof boy scouts#방탄소년단 (bts)#방탄소년단#rm bts#kim namjoon#김남준#jin bts#kim seokjin#김석진#suga bts#min yoongi#민윤기#jhope bts#jung hoseok#정호석#jimin bts#park jimin#박지민#v bts#kim taehyung#김태형#jungkook bts#jeon jungkook#전정국#best of me#love yourself: her
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BTS on Instagram
Happy RM Day 💜 #남존 #RM #RM생일ㅈㅋ
[240911]
#김남준#Joon#Namjoon#Kim Namjoon#BTS RM#RM#Happy Joon Day!#Joon Day#may you always be happy#our leader#our president#our golden retriever
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[✎ ITA] RM - RPWP⠸ Dietro le Quinte del Documentario 'RM : Right People, Wrong Place'⠸ Weverse Magazine | 16.12.2024
🌟 Weverse Magazine | 16. 12. 2024
Dietro le Quinte del Documentario 'RM : Right People, Wrong Place'
INTERVISTA con il regista Seokjun Lee e l'assistente-regia Subin Im
Originale KOR | Twitter / X
Il documentario RM: Right People, Wrong Place racconta il processo creativo che sta dietro il secondo album solista di RM, fungendo – al contempo – anche da diario personale di Kim Namjoon, in quanto ne svela i pensieri e sentimenti di ogni giorno, “immortalando tutte queste cose che mi accadono”, per dirla con le sue parole. Al suo fianco in questo percorso, c'era la forza creativa che prende il nome di Team RM, un gruppo formato appositamente per la produzione dell'album Right Place, Wrong Person. Il regista Seokjun Lee – che, in quel viaggio durato 8 mesi, ha imparato a conoscere a fondo e da vicino il mondo interiore di RM, documentandolo con la sua cinepresa – e la co-direttrice alla regia Subin Im – la quale si è districata tra centinaia e centinaia di ore di contenuti filmati per riuscire a connettere ogni singolo filo della storia, ben più grande, che è l'avventura del Team RM – si sono confidati con il Weverse Magazine, condividendo informazioni di prima mano riguardo il documentario RM: Right People, Wrong Place.
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RM: Right People, Wrong Place ha avuto la propria première ad ottobre alla 29a Ediz. Del Busan International Film Festival, dove siete intervenutə anche voi, insieme ad altri membri del Team RM. Com'è stata quell'esperienza? Seokjun Lee: È successo che siamo salitə sul palco senza la star del film e abbiamo dovuto procedere anche senza di lui, solo con altri membri del cast e della produzione. Ricordo d'aver pensato che non potevamo commettere alcun errore, rischiando così di macchiare il nome di Namjoon, dunque ognunə di noi si era già preparatə il discorso per iscritto o l'aveva imparato a memoria, in previsione di quella comparsata (ride). Abbiamo poi saputo che Namjoon stava seguendo la diretta streaming e che ha riso, quando ci ha vistə così.
A volte, Namjoon chiama noi del Team RM, “bohémien”, perché dice che siamo allo stato brado e che viviamo in un modo tutto nostro. Forse è per quello che ha trovato così buffo vederci su quel palco, in un contesto così formale (ride). Non è cosa da tutti i giorni, per noi, poter salire su un palco simile e per un'occasione così preziosa, quindi abbiamo apprezzato davvero di cuore accoglienza entusiasta del pubblico.
“Right People, Wrong Place” è anche il titolo della prima traccia dell'album Right Place, Wrong Person. Come mai avete scelto quello come titolo del film? Subin Im: Innanzi tutto, abbiamo buttato giù tutta una serie di titoli potenziali. Alcuni erano fin troppo sentimentali, altri ci sembravano freddi e altri ancora erano eccessivamente letterali. Ci siamo dunque confrontatə riguardo quale titolo potesse catturare al meglio i contenuti del film. Poi, un giorno, Namjoon ha commentato “Non credo questa sia la direzione giusta (We are in the wrong place)” ed abbiamo seriamente preso in considerazione quello, come titolo, perché ci piaceva come suonava, ma era ancora un goccio troppo lungo. Però, quasi casualmente, nel documentario Namjoon parla spesso di come le cose non stiano andando per il verso giusto, quindi alla fine abbiamo deciso di ricollegarci naturalmente alla prima traccia dell'album, “Right People, Wrong Place”. Lavorare all'ideazione del titolo ci ha dimostrato, ancora una volta, quanto perfetti ed azzeccati siano i titoli di tutte le tracce (ride).
Seokjun Lee: Anche se il titolo dell'album e quello del film usano parole diverse, l'acronimo per entrambi è sempre lo stesso, RPWP, il che probabilmente crea confusione nel pubblico – quanto basta per far sì che la gente si fermi a rifletterci su (ride). Personalmente, penso il significato di Right People, Wrong Place sia un riferimento a quelle persone che si sentono fuori luogo. Ovviamente, tuttə quantə ci sentiamo a casa o a nostro agio nel nostro contesto d'origine, ma ci sono volte in cui capita di sentirci fuori luogo o nel posto sbagliato – come a lavoro o in un gruppo con altre persone. Durante le riprese, è successo spesso di ritrovarci in luoghi poco famigliari e di condividere le nostre impressioni a riguardo. Credo il titolo del documentario sia molto adatto, visto che rispecchia i pensieri e sentimenti provati in quel tipo di occasioni.
Non dev'essere stato semplice decidere quale direzione imboccare con il documentario, visto che le riprese sono iniziate durante le primissime fasi di creazione dell'album. Come avete gestito la cosa? Seokjun Lee: Namjoon aveva le idee molto chiare fin dal ritrovo creativo per la composizione dei brani di Right Place, Wrong Person, ed il produttore San Yawn aveva già pre-impostato molte delle linee guida per il progetto su scala più generale. Quando mi sono unito al Team RM, è stato Namjoon in persona a spiegarmi cosa fosse il progetto RPWP e come mai volesse lavorarci. Quello mi è già stato di grande aiuto e mi ha permesso di dare inizio ai lavori. Namjoon si è prodigato a fare la stessa introduzione ad ogni nuovo membro del team - come alla regia e produzione per i suoi MV ed ai fotografi. Deve aver ripetuto quella spiegazione qualcosa tipo 17 volte. Ricordo ancora quanto incredibilmente precisa e puntigliosa fosse la sua presentazione (ride).
Com'è che avete ottenuto l'opportunità di unirvi al Team RM e di partecipare alla produzione di questo documentario? Seokjun Lee: È iniziato tutto quando San Yawn, che era alla guida del progetto, mi ha contattato dicendo “Non sappiamo neppure se sarà mai rilasciato, oppure no, ma sarebbe disposto a dedicare un anno a questo film?”. La cosa mi ha incuriosito e dunque abbiamo organizzato un incontro con Namjoon. Fin dal nostro primo incontro, Namjoon si è dimostrato estremamente aperto e candido rispetto la sua storia, e questo ha messo a mio agio anche me, tanto che ho finito per parlargli della mia vita. Dopodiché, abbiamo continuato ad incontrarci con frequenza, quasi si trattasse di un lavoro, e abbiamo legato grazie a tutte le nostre conversazioni. Col senno di poi, ho realizzato che Namjoon si è aperto così con noi perché voleva creare un ambiente ed un'atmosfera rilassati tra noi.
Subin Im: Il mio compito, inizialmente, era principalmente quello di revisionare e selezionare il materiale filmato più rilevante per il film. Le riprese si sono prolungate per molto tempo, quindi avevamo un enorme quantitativo di filmati. Inizialmente, Seokjun si è occupato di fare un primo ritratto di quel periodo, pur con un occhio già volto al futuro, e poi quando mi sono unita al progetto e ho iniziato a revisionare tutto quel materiale filmato, è stata come una corsa contro il tempo per mettermi in pari col passato. In seguito, è anche capitato io dovessi partecipare alle riprese. In quelle occasioni, prendevo il materiale – a caldo – e lo revisionavo subito. Lo scopo del mio lavoro era fondamentalmente rendere più semplice il processo di editing, quindi non facevo che guardare e ricontrollare, lasciando anche commenti del tipo “Questo mi sembra importante?”. E, con l'andare del tempo, il mio ruolo in questo progetto si è ampliato e diversificato molto.
Solitamente, le relazioni che si instaurano tra il filmaker ed il soggetto ripreso, nei documentari, sono molto ravvicinate ed oneste, uniche nel loro genere. È stato difficile stabilire limiti e/o confini da rispettare nel caso del vostro film? Seokjun Lee: Namjoon, fin dall'inizio, è stato estremamente chiaro rispetto ciò che voleva. Ci ha detto, “Voglio che questo progetto sia nelle mani di una squadra ristretta, con poche persone fidate, così che traspaia chiaramente la sua autenticità.” Ecco perché la costante presenza di Subin e tutti i suoi consigli sono stati fondamentali, per me, perché dovevamo filmare un gruppetto di persone già molto vicine tra loro e con relazioni solide. Talvolta ero talmente assorto nelle riprese che finivo per perdere di vista la foresta a favore dei singoli alberi. In quei momenti, Subin interveniva affinché facessimo un passo indietro e mi consigliava anche quali domande fare in quale momento specifico. La sua guida ed il suo intervento, qui e là, sono stati un grandissimo aiuto.
Subin Im: Ad esempio, più filmavamo, più i membri del team finivano per parlare l'uno sopra l'altro – tanto sono intimi e a loro agio tra amici -, il che avrebbe reso la visione difficile da seguire per il pubblico, quindi ho pensato di suggerire di trovare una soluzione. Inizialmente non è stato semplice, perché potevo solo vedere il Team RM sullo schermo, ma dopo esserci incontrati di persona, aver discusso ed aver condiviso quali erano i nostri obiettivi, abbiamo imparato a comprenderci meglio. Grazie a tutto ciò, quando mi sono messa a revisionare il materiale filmato, non mi sono limitata a condensarlo, ma ho anche cercato di sfruttare la mia conoscenza diretta dei soggetti di modo che l'editing seguisse poi la strada narrativa più adatta al documentario.
Il legame speciale che c'è tra i membri del Team RM gioca un ruolo cruciale nel rendere questo documentario unico nel suo genere. Anzi, credo sia proprio la ragione per cui il pubblico può immergersi così a fondo nel film.
Seokjun Lee: Come probabilmente saprete, molti documentari cercano di catturare la bellezza in ogni fotogramma, ma in questo ci sono un sacco di dialoghi e parlato (ride). Quindi mi son detto, perché non concentrarci invece sui commenti più di impatto e le conversazioni più memorabili e creare così una storia? Quando stavamo filmando a Bisugumi, nella provincia di Hwacheon, ad esempio, ogni qual volta qualcuno diceva qualcosa, mi ritrovavo a riflettere e ad immaginare quale altro commento avrei potuto collegarci o quale nuova location introdurre. Per dirla in termini del film Everything Everywhere All at Once, riflettevo dunque su quali universi avessimo a disposizione.
Avete anche incluso le interviste con i produttori e gli artisti che hanno lavorato con RM nel corso del progetto. Sembra quasi voleste mostrarlo attraverso lo sguardo delle persone che lo conoscono. Seokjun Lee: Le interviste non potevano mancare, volevamo dare un po' di respiro ed includere qualcosa che fungesse da commento ed introduzione. Ho dovuto però trovare il giusto equilibrio e tono per le nostre conversazioni, perché erano ed eravamo tuttə estremamente immersi ed affezionati al progetto RPWP. Ricordo ancora tutti i tentativi fatti (ride). Però avevo un'idea piuttosto precisa di quale tono volessi da ognuna di quelle interviste: ad esempio, San Yawn ha un talento naturale nell'esprimere i suoi pensieri e sentimenti rispetto a Namjoon, JNKYRD ha assunto un po' il ruolo di commentatore, fornendo informazioni tecniche più dettagliate rispetto al progetto e Sehoon – che ha sovrainteso principalmente l'aspetto artistico e promozionale del tutto – aveva questa voce profonda e rassicurante e trovo si sposasse benissimo con le parti più rilassate del film.
Subin Im: Alcune delle interviste col Team RM le abbiamo filmate persino il giorno dell'arruolamento di Namjoon. Joon aveva scritto dei brevi messaggi per ognunə di loro, e nonostante tuttə si fossero ripromessə di non versare lacrime, non appena hanno letto quelle lettere si sono messə a piangere (ride). Quel sentimento, puro e genuino, traspare dunque anche nelle interviste, rendendo il loro incrollabile affetto nei confronti di Namjoon ancor più palpabile.
Insieme allo sguardo più intimo che ci viene offerto dal Team RM riguardo Kim Namjoon – ovvero l'uomo al di là dell'idol –, nel documentario ci mostrate anche l'artista RM all'evento 'FESTA' per il 10° anniversario dei BTS e la sua partecipazione come ospite al concerto D-DAY. Perché avete deciso di includere scene così contrastanti rispetto a quelle relative al processo creativo di Right Place, Wrong Person? Seokjun Lee: Perché il documentario non segue solo la creazione dell'album, ma è un resoconto della parabola emotiva affrontata da Namjoon in quel periodo. All'inizio, non ci siamo soffermati più di tanto su quel suo aspetto e personalità, quindi era fondamentale mostrare la persona che è quando si esibisce come membro dei BTS. Ho pensato che mostrare il profondo contrasto che c'è tra l'idol RM e l'individuo Namjoon potesse gettare maggior luce ed attenzione sul suo percorso di riscoperta personale, compiuto lavorando a RPWP.
Trovo che nel documentario ci sia un forte contrasto creato dalle scene in stile pseudo-vintage e quelle più realistiche. Seokjun Lee: L'abbiamo filmato in un lasso di tempo relativamente breve, specialmente per gli standard di un documentario. La natura introspettiva e profonda di Namjoon deriva dalle emozioni accumulate nel corso di tutta la sua vita, ma il pubblico ne ha solo un assaggio pari a 8 mesi, una sfida con cui mi sono dovuto cimentare. Ho pensato fosse fondamentale mostrare come le emozioni correnti di Namjoon fossero frutto del suo passato, affinché il pubblico potesse coglierne la profondità e corretta progressione. Dunque ho optato per il filtro vintage per dare ad alcune scene un senso di flashback e ricordi passati, cosa che mi ha anche permesso di dare a questo collage di immagini una certa dinamicità. E ho affiancato le scene vintage a quelle della produzione dell'album per sottolineare come le emozioni mostrate nelle riprese fossero di fatto originate nel passato.
La scena girata a Bisugumi, dove vediamo RM sdraiato in mezzo all'erba, è incredibile. Non c'è dubbio sia reale, ma i colori sono talmente belli che sembra quasi un sogno. Quale tipo di atmosfera volevate trasmettere? Seokjun Lee: Onestamente, Bisugumi è molto più bello dal vivo di quanto appaia su pellicola (ride). Abbiamo cercato di mantenere quel colpo d'occhio il più realistico possibile, in fase di editing. Al nostro primo incontro, Namjoon mi ha detto, “Certo, questa è la vita che mi sono scelto io, ma ora trovo difficile il dovermi integrare ad ogni costo, qualsiasi sia il luogo o la situazione. Voglio trovare un luogo in piena natura dove cercare di concentrarmi su me stesso e me soltanto.” Quindi abbiamo pensato che portarlo in un luogo dove nessuno avrebbe potuto riconoscerlo fosse l'idea migliore, e alla fine abbiamo optato per Bisugumi. È un posto lontano e sperduto dove non c'è altro che natura, quindi era perfetto per concentrarsi unicamente sul presente e su se stesso, è stata un'esperienza quasi contemplativa. Ed è così che abbiamo potuto trasmettere la serenità provata dal Team RM anche nella pellicola.
Nella pellicola, troviamo anche delle sequenze animate. Come mai questa decisione artistica? Subin Im: Il più delle volte, Namjoon si esprime attraverso metafore ed idee astratte, quindi abbiamo pensato di includere delle animazioni per dare maggior forma al suo modo di parlare e pensare.
Seokjun Lee: Il documentario non ha un arco narrativo vero e proprio, è più un film in cui sta agli spettatori mettere insieme i segmenti di dialogo per crearsene uno. Poi ho pensato fosse carino anche includere le animazioni come una sorta di chiusura e ponte tra i vari capitoli. L'autore di questi segmenti animati, Lee Gyuri, ha fatto un lavoro strepitoso, a dispetto di tutte le trovate sperimentali cui l'abbiamo sottoposto. Guardando, penso noterete che le parti animate fungono un po' da sunto delle emozioni espresse nelle scene precedenti, e collegamento a quelle successive, aiutando anche la scorrevolezza del documentario.
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Trovo davvero interessante come alcune delle scelte stilistiche e creative siano conseguenza diretta della vostra volontà di mostrare appieno il vero RM, come quando nelle scene in studio sentiamo solo sempre la sua voce. Seokjun Lee: In quel periodo, stavo lavorando anche ad alcuni video musicali, e avevo visto molti behind-the-scene. Credo ci sia un modo ed un stile specifico per filmarli, ma personalmente volevo allontanarmi un po' dalla norma, per questo film. La cosa più importante era mantenere l'organicità del tutto. Credo il pubblico guardi questi retroscena perché curioso del processo creativo e del modo in cui lavora l'artista, quindi abbiamo sì incluso della musica di sfondo per evitare che le scene risultassero troppo piatte, ma l'abbiamo tagliata fuori ogni qual volta Namjoon cantava, per mettere in risalto la sua voce.
E immagino abbiate studiato con particolare attenzione come usare ed includere la musica, dato che è un documentario che parla, appunto, della creazione dell'album solista di RM. Seokjun Lee: L'aspetto più importante per un video musicale è, appunto, che la musica suoni alla perfezione, mentre credo che nel caso di un film la cosa fondamentale sia che l'aspetto visivo ne sia il protagonista. Alla musica per il documentario hanno lavorato ben tre persone, tra le quali spiccano JNKYRD e glowingdog – i quali hanno anche collaborato all'album – Questi ultimi hanno scritto 10 nuove tracce per il film e hanno lavorato con Dajung al brano finale. Se teniamo conto anche delle canzoni dell'album, c'è una bella porzione musicale in questo film. Il Team RM ha particolarmente a cuore l'atmosfera e ha voluto della musica neutra, che non appartenesse ad alcuno stile o emozione specifica. L'obiettivo non era suscitare emozioni attraverso la musica, ma trovare della musica che fungesse da strumento per enfatizzare queste ultime. I musicisti coinvolti hanno visto il documentario in anteprima, mentre lo editavamo, e gli abbiamo chiesto se potevano creare quel dato sentimento e poi, eventualmente, apportare modifiche.
Subin Im: Quando si lavora ad un film, si usa una gran varietà di fonti sonore, quindi uno degli aspetti più complessi della fase di editing è stato capire come impostare e coordinare le riprese, il parlato e la musica. Ci sono veramente tantissimi elementi da tenere in considerazione, quando si produce un film – le riprese in digitale, pellicola o via camcorder, la traccia audio di sfondo e le interviste, le canzoni e gli effetti sonori.. Abbiamo sempre lavorato di comune accordo per decidere come arrangiare il tutto e quali parti dovessimo mettere in risalto.
Anche se chiaramente sono tanti i dettagli su cui vi siete dovut�� soffermare, nel creare il film, qual è stato l'aspetto cui avete voluto prestare maggiore considerazione? Seokjun Lee: L'autenticità. Era la cosa più importante per Namjoon, per il Team RM e per me. Lo scopo non era quello di dare loro direttive o seguire un tema specifico. Abbiamo cercato di mantenere il tutto il più reale possibile, anche se alcune scene probabilmente non sono esattamente ciò che il pubblico vorrebbe vedere. Ovviamente alcune parti sono più curate e post-editate, ma ci tenevo a catturare e a mettere in risalto alcuni momenti che io personalmente ho trovato interessanti (ride). Il mio principio è: se mi diverto nel filmare, il prodotto finale sarà anche apprezzabile. Ecco perché il mio focus è stato creare una pellicola semplice ma carica di contenuti interessanti e divertenti—come i commenti estemporanei e più sinceri, che sono sicuro faranno sorridere il pubblico.
Grazie a questo documentario, avete avuto l'opportunità di osservare Namjoon da vicino. Come lo descrivereste, in quanto persona? Subin Im: È evidente sia una brava persona, molto generoso. Le domande che fa sono un chiaro segno della sua natura attenta ed affettuosa, e credo sia il tipo di persona che desidera aprirsi al prossimo, a dispetto del giudizio altrui o di suoi ripensamenti postumi. Vederlo così, mi ha fatto riflettere su me stessa, pensare che anche io dovrei cercare di essere così genuina e sincera. Sì, credo sia questo ciò che ho imparato da lui. È stato fonte di grandissima ispirazione ed energia positiva, quindi ho cercato di rendere questo documentario qualcosa che potesse avere un impatto positivo anche sulla sua vita.
Seokjun Lee: Credo sia una persona estremamente coraggiosa. È una figura pubblica, la sua immagine è ampiamente nota e diffusa su tutti i media e il più delle volte ha a che fare con persone che conoscono solamente quel lato di lui – o credono di conoscerlo. Il fatto che lui continui a svelare nuovi lati di sé, a svelarsi esattamente per la persona che è, denota grande coraggio da parte sua. È straordinario, ma è anche una persona ordinaria. Non è poi così diverso da noi, anche lui ha i suoi alti e bassi quotidiani (ride). Credo sia proprio quello a renderlo così speciale. Sarò sincero, quando si lavora per tanto tempo nello stesso settore, si tende a dimenticare i valori con e per cui si è iniziato, ma Namjoon ha sempre la stessa reverente adorazione per ciò che fa. Ha una grandissima influenza positiva su tuttə coloro che lavorano con lui ed è anche un buon amico.
Prima di concludere, volete dire qualcosa agli spettatori? Subin Im: Credo le domande che Namjoon si pone nel film siano universali—non sono solo sue, ma di tuttə. Spero che le persone che guarderanno questo documentario riusciranno a riallacciarsi a quella parte di sé dimenticata durante il cammino. I film sono un ritratto della vita reale, ma sta agli spettatori crearsi un percorso di vita e seguirlo.
Seokjun Lee: Sono già immensamente grato a tuttə coloro che hanno messo da parte un po' del loro tempo prezioso per andare a vedere il documentario. È anche la dimostrazione di quanto RM sia amato. Come dice il testo di “ㅠㅠ (Credit Roll)”, "Sono estremamente grato per il tempo che mi avete dedicato / Spero abbiate trascorso tuttə una serata meravigliosa".
Spero che, dopo aver guardato il film, il pubblico ne approfitterà per cenare in allegria e commentare quanto visto, fosse anche brevemente.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
#Seoul_ItalyBTS#TradITA#ITA#Traduzione#Intervista#BTS#방탄소년단#RM#김남준#WeverseMagazine#RightPeopleWrongPlace#RightPlaceWrongPerson#DocuFilm#SeokjunLee#ImSubin#이석준#임수빈#161224#Youtube
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