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Mera Bhai meri Jaan
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🌊🌊🌊🩷
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📜Kendi halinde olmak güzeldir, bu kadar hal bilmezin arasında…✨
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🔅Eyes of Ruby and Gold🔅
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Miłość to najpiękniejsze a zarazem najbardziej wyniszczające uczucie jakie istnieje.
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picture to burn
25.06.2024
capas para doação aqui
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Cos'è davvero l'uguaglianza? È come una chimera, un ideale che sfugge, un concetto che ognuno interpreta a modo suo. Da una parte, c'è chi grida al merito, alla gerarchia, a una sorta di legge della giungla dove vince il più forte. Ma il merito è davvero così oggettivo? Non è che spesso è il frutto di un gioco di carte truccato, dove alcuni nascono già con un asso nella manica? E poi, c'è chi, all'opposto, sostiene che siamo tutti uguali, punto e basta. Ma se siamo tutti uguali, che senso ha valorizzare le differenze? È come dire che un Picasso e un bambino di tre anni che scarabocchia un foglio sono sullo stesso piano.
Io credo che l'uguaglianza sia il fondamento di una società sana, ma non nell'accezione di un livellamento che annulla le individualità. È il diritto di ogni essere umano a partire da una linea di partenza equa, a poter sviluppare i propri talenti, a non essere giudicato per l'origine, il colore della pelle o le preferenze sessuali. Ma questo non significa che tutti debbano fare lo stesso lavoro o raggiungere gli stessi traguardi. Un medico e un poeta hanno ruoli diversi, ma entrambi sono essenziali per la nostra società.
Il problema nasce quando confondiamo l'uguaglianza con l'uniformità. È come se volessimo tutti indossare la stessa taglia di scarpe, senza renderci conto che ognuno ha un piede diverso. Certo, possiamo creare delle scarpe standard, ma poi ci saranno sempre quelli a cui stringono e quelli a cui sono larghe.
La meritocrazia, se intesa nel modo giusto, può essere un motore di crescita. Ma deve essere una meritocrazia inclusiva, che non lasci indietro nessuno. È illogico pensare che un bambino cresciuto in un ambiente privo delle risorse fondamentali possa, senza alcun supporto, raggiungere gli stessi risultati di un suo coetaneo cresciuto in un contesto privilegiato. Dobbiamo creare delle reti di sostegno, delle rampe di lancio per chi parte svantaggiato.
E poi c'è la questione della libertà di espressione. Certo, ognuno ha diritto a dire la sua, ma non tutte le opinioni hanno lo stesso valore. Un'idea ben argomentata, frutto di una profonda riflessione, è diversa da un'opinione buttata lì tanto per dire. E non dimentichiamo che la libertà di espressione ha dei limiti. Non possiamo gridare al fuoco in un cinema, né diffondere notizie false che possano danneggiare gli altri.
Per costruire una società più giusta ed equa, dobbiamo prima di tutto affrontare le contraddizioni e le sfide che ci troviamo ad affrontare. Come possiamo conciliare il principio di uguaglianza con quello di meritocrazia? Viviamo in un'epoca contraddittoria, dove si invocano i valori di pace e fratellanza, ma si perpetuano le disuguaglianze. Più parliamo di uguaglianza, più il divario tra ricchi e poveri sembra allargarsi.
Ci chiediamo allora: vogliamo davvero una società più equa? E se sì, perché le nostre azioni non corrispondono a questo desiderio? Siamo disposti a mettere in discussione i nostri privilegi per costruire un futuro più giusto? Le risposte a queste domande sono fondamentali per definire le azioni concrete che dobbiamo intraprendere.
Insomma, la strada verso l'uguaglianza è lunga e tortuosa. È un percorso che richiede impegno, dialogo e soprattutto onestà intellettuale. Dobbiamo essere disposti a mettere in discussione le nostre convinzioni, a uscire dalla nostra comfort zone e ad ascoltare le ragioni degli altri. Solo così potremo costruire una società più giusta e più equa, dove ognuno possa realizzarsi e trovare il proprio posto.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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Esther Jones was known on stage by many names, including “Baby Esther,” “Little Esther,” “Farina’s Kid Sister,” and “Miniature Florence Mills,” is widely, although not universally, credited with being the inspiration for the Betty Boop cartoon character. Jones was born Esther Lee Jones in 1918 in Chicago, Illinois, to William Jones and Gertrude Jones.
In 1928, the Jones family moved to Harlem, New York. At seven, Jones was later known for adopting the popular singing style, scat, which emphasized the baby-style of “b” and “d” sounds and nonsense syllables such as Boo-Boo-Boo’ and ‘Doo-Doo-Doo.’ Consequently, she was a sought-after child performer in the city, and was a fixtured entertainer in the famous Cotton Club and the Everglades Nightclub in New York City during the latter years of the Harlem Renaissance. She added to her entertainment fame by become an extraordinary black-bottom dancer.
In 1929, Jones was taken to Spain, where she was called “La Pandilla.” Later she performed before Sweden’s Queen Sophie Marie Viktoria and King Gustaf V, in Stockholm. Despite her notoriety, she also experienced blatant racism when denied a glass of milk in an American-operated restaurant in Stockholm. The business, however, was forced to close after her treatment there became public knowledge.
Jones performed at the Moulin Rouge, Casino de Paris, and the Empire in Paris, France. There she was dubbed the “Miniature Josephine Baker.” While in Europe, she was paid an average $750 per week for her performances and by age 11, Jones was the highest-paid child on stage globally. After performing, Jones would go backstage to play with dolls. Whenever she performed, both parents were in attendance.
In 1930, Fleisher Studios in Hollywood introduced the cartoon character Betty Boop. Jones, however, received no royalties or performing credits despite the fact that a lawsuit would eventually expose Betty Boop’s true origins. The lawsuit ironically was brought by Helen Kane, a white performer, who sued Fleisher Studios for appropriating her “Betty Boop” character without her permission and without the payment of royalties. Over the course of the Fleisher Studios v. Kane trial, it was revealed that Kane had begun mimicking Jones’ scat act and even sang the same song, “I Want to Be Loved By You’ including the “Boop-Boop-a-Doop” reference. When Kane lost the lawsuit, other studios felt emboldened to promote the Betty Boop character but it recognized neither Kane or Jones as the source.
In 1934, Jones, now 16, performed in Philadelphia at a midnight benefit performance for the NAACP. That same year, she gave a stellar performance at the American Embassy in Rio de Janeiro, Brazil at the request of then Ambassador Jefferson Caffery. Brazil’s President Getúlio Dornelles Vargas, was in the audience and praised the performance and performer.
By 1940, however, the entertainment career of now 22-year-old Esther Jones, was over. She was no longer a child singing or dancing sensation. Esther Jones, now widely credited with influencing the iconic sex symbol Betty Boop, died in 1984 in New York City from liver and kidney complications. She was 66. Regardless of her role in the development of the Betty Boop cartoon character, Jones should be remembered as a child star with a brief but remarkable career in the entertainment industry.
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Esther Jones fue conocida en el escenario por varios nombres, incluyendo: “Baby Esther (Bebé Esther),” “Little Esther (Pequeña Esther),” “Farina’s Kid Sister (Hermanita de Farina),” y “Miniature Florence Mills (Florence Mills en miniatura). Generalmente, pero no universalmente, acreditada con ser la inspiración del personaje de caricatura, Betty Boop. Esther Lee Jones, nació en 1918 en Chicago, Illinois a sus padres William Jones y Gertrude Jones.
En 1928, la familia Jones se mudó a Harlem, Nueva York. A la edad de siete años, Jones fue reconocida por adoptar el famoso estilo de canto llamado ‘scat’ y resaltaba los sonidos de bebé que sonaban con ‘b’ y ‘d’, junto con sílabas que no tenían sentido como: Boo-Boo-Boo’ y ‘Doo-Doo-Doo.’ Consecuentemente, esto la convirtió en la artista infantil más buscada de la ciudad. Se convirtió en una presentadora fija en el famoso Cotton Club y el club nocturno Everglades en la ciudad de Nueva York, esto fue durante los últimos años del Renacimiento de Harlem. Le agregó más a su fama cuando se convirtió en una bailarina de black bottom (un paso de baile relacionado con el jazz tradicional).
En 1929, Esther fue llevada a España, dónde le llamaban “La Pandilla”. Poco después de eso, hizo una presentación en Stockholm frente a la Reina Sophie Marie Viktoria y el Rey Gustaf V de Suecia. A pesar de su notoriedad, también experimentó racismo muy evidente cuando se le negó un vaso con leche en un restaurante operado por americanos en Stockholm. Sin embargo, una vez que el trato que se le dio se hizo público, obligaron a que el negocio cerrara.
Jones se presentó en Moulin Rouge, Casino de Paris, and the Empire, ubicados en Paris, Francia. Es aquí donde le dieron el apodo de “Josephine Baker en miniatura”. Mientras que estuvo en Europa se le pagaban aproximadamente $750 por semana y con solo once años de edad, Jones era la artista infantil mejor pagada a nivel global. Después de sus presentaciones, ella se iba tras bastidores a jugar con muñecas. Sus padres siempre estaban presentes para las presentaciones.
En 1930, Fleisher Studios de Hollywood introdujo un nuevo personaje, Betty Boop. Y a pesar de que una demanda demostraría el verdadero origen de la caricatura, Jones nunca recibió crédito o derechos. Irónicamente, la demanda fue interpuesta por Helen Kane, una artista que había demandado a Fleisher Studios por apropiarse de su personaje “Betty Boop” sin su permiso y sin pagarle sus derechos. Durante el juicio Fleisher Studios v. Kane, se reveló que Kane había comenzado a imitar el acto de scat de Jones y que incluso cantaba las mismas canciones como ‘I Want to Be Loved By You’ incluyendo la referencia: “Boop-Boop-a-Doop”. Cuando Kane perdió la demanda, otros estudios se animaron a promover al personaje Betty Boop, sin reconocer a Kane o Jones como la fuente.
En 1934, Jones, ahora con dieciséis años de edad, hizo una presentación en Philadelphia para una noche de beneficencia de la Asociación Nacional para el Progreso de la Gente de Color (NAACP). Ese mismo año, a petición del embajador Jefferson Caffery, hizo una presentación estelar en la embajada americana ubicada en Rio de Janeiro, Brazil. El presidente Getúlio Dornelles Vargas se encontraba en la audiencia, elogió la presentación y también a la presentadora.
Para 1940, con veintidós años de edad, la carrera de Esther Jones en la industria del entretenimiento, ya se había acabado. Ya no era una sensación infantil que bailaba y cantaba. Esther Jones, ahora extensamente acreditada con ser la influencia del símbolo sexual, Betty Boop, murió en 1984 en la ciudad de Nueva York, por complicaciones renales y hepaticas. Tenía 66 años. Independiente de su rol en el desarrollo del personaje, Betty Boop; Esther Jones debería de ser recordada como una estrella infantil que tuve una carrera corta pero extraordinaria.
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bodyodyy 🩷
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📜Hangi gece kalbimdeki sızıyı azaltabilir ki artık? Sön dedikçe daha da tutuşan bir ateşin ortasında kaldı yüreğim. Onu oradan alacak ne halim ne de vaktim kaldı. Acıyı sessizce yükledim kendime, kül olmayı beklerken için için yandım, kimse duymadı. Öldü içim…✨
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"🍜🐉🔥"
My take on Traffic light trio 🤚
(I swear I didn't use three different tutorials on how to color skin and hair......Totally not me🥲)
This glowy version thingy that I somehow conjured up....
(It looks weird...)
#newpost#have a nice day or night#ibispaintdrawing#made in ibis paint#have a nice day#new stuff#Traffic light trio Lmk#lmk red son#lmk mk#lmk mei
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Więc masz czelność mówić, że mój ukochany jest gangsterem?
Skoro tak, nie powiesz już ani słowa więcej...
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stay beautiful
26.07.2024
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