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ovidchandler · 4 years
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O: (02/07 pranzo) Will non ci crederai mi hanno regalato una barca. Lo zio e Alaidstair, Merlino gramo è la barca più bella che abbia mai visto, non vedo l'ora di fartela vedere [segue noiosissima scheda tecnica]. E' bellissima
W:(2/07, pranzo) Ma è meraviglioso! Congratulazioni! L'hai già messa in mare?
O:(2/07 sera) [spunta uno schizzo della barca]
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ovidchandler · 4 years
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“STUDENTI SI AGGIUDICANO IL MANIERO: Villa Black ha di nuovo un proprietario”
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Il 4 ed il 5 gennaio si è tenuta nello Yorkshire la gara ufficiale per contendersi la vincita sui segreti del Maniero di Alcor Black. Infatti, come finalmente Gringott e Ministero hanno accordato, il testamento del defunto prevedeva che la proprietà della sua dimora storica passasse nelle mani dell'intrepido che ne avrebbe risolto il mistero al suo interno.
[…]
Nemmeno Cassandra Vablatsky avrebbe potuto prevedere che le chiavi e la proprietà dell'antica magione della famiglia Black sarebbero finiti nelle mani di quattro giovani studenti che ancora devono prendere i loro M.A.G.O. ad Hogwarts. Erano probabilmente il gruppo più svantaggiato sulla pergamena, ma hanno saputo sfruttare il loro intelletto (e qua possiamo spezzare una bacchetta nei confronti del Cappello Parlante che li ha smistati nella giusta casata) e gestire al meglio le loro conoscenze, lavorando in armonia per superare con velocità ed astuzia tutti i loro avversari.
Da ora, quindi, Villa Black è ufficialmente di Iris Jefferson, Ovid Chandler, Amaryllis Ceallaigh e Corine Flanagan.
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ovidchandler · 4 years
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ovidchandler · 4 years
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23:21 1/6 Sophia_Maffett cercatore (#5)(Domenica 31-05 | TRIBUNA 2 | ore 18 passate) Ma la cercatrice non era in volo, forse per sua fortuna dato che rischiava un blocco, mentre i settimini cercavano indizi si era acquattata sulla tribuna, e dopo aver sbirciato appena si attendeva l`arrivo del bolide che però... Non arriva e i due ragazzi la vedranno spuntare da dietro la tribuna stessa con un espressione confusa e interrogativa mentre gli occhi azzurri intercettano la figura di OVID che dopo aver controllato il bolide sembra intenzionato a lanciarsi addosso a lei di tutta carriera... Occhi sgranati e mani che schizzano verso l`alto, si sta forse arrendendo? «Aaaaah!!» grida divertita a gran voce verso il battitore. «Pietà, Parlé!» aggiunge quindi sperando di poter così calmare la foga della ricerca dei due settimini, prima che la blocchino, leghino o peggio. «Wohooo!» esclama quindi con entusiasmo «siete arrivati alla fine del percorso!» come se fosse effettivamente un`impresa sorprendente. Balzarebbe quindi indietro, dato che per l`occasione ha pure tolto gli stivali di volo, posati sempre sulle stesse tribune, poco lontano. Questo le permette di essere un poco più aggraziata nel saltellare in giro. «E ora il vostro premio...» dice quindi in tono un po` più vellutato. E infatti eccola prendere quella che sembra una grande coperta e fare una sorta di piroetta avvolgendosi dentro mentre rivolge uno sguardo ammiccante verso IRIS sollevando le sopracciglia un paio di volte per poi sghignazzare divertita. Un altra piroetta e la stessa coperta viene distesa sugli spalti. Poi eccola continuare, con un sinuoso movimento dei fianchi seguendo una musica che sente solo lei a fare un po` la sua danza che non è esattamente proprio coordinata ma molto free stile se vogliamo dirla tutta. Fa ondeggiare la treccia quindi mentre muovendo le spalle si china in avanti a recuperare una seconda coperta, sorridendo a OVID e facendo poi anche cenno con il ditino ai settimini volanti di unirsi a lei. Sexy? Insomma, seh, a livello Muffin... intanto ben quattro coperte mono-persona vengono stese sugli spalti dalla danzante cercatrice e, una volta unite, formano il disegno di un campo da Quidditch visto dall`alto che, si colora dei colori corvonero e riempie di piccoli fuochi d`artificio e coretti da stadio che inneggiano ai bronzoblu! La ragazza si mette accanto quindi sorridendo «c`è ne è una per ognuno di voi» dice ai ragazzi del settimo, portandosi le mani dietro la schiena e con un po` di fiatone dopo la danza, si sistema una ciocca di capelli «è un pensiero da parte nostra per farvi sapere che vi saremo sempre accanto, e che tutta la squadra vi abbraccia quando vi ci avvolgerete» quindi guarda il campo animato e tifosamente festante «e anche che beh, quando siete tutti insieme siete una forza e uno spettacolo!» sorride e quindi attende che anche il resto della squadra si faccia presso agli spalti per completare la festa. Esultando con dei saltellini e le mani in alto ogni volta che qualcuno arriva sugli spalti «Comunque ho avuto davvero paura con quel blocco!» esclama sgranando gli occhi contenta di vedere LUKE e LANCE ancora interi, che vengono accolti festosamente come gli altri.
23:23 1/6 Lance_Cornwell cacciatore (#2)( Domenica 31 maggio , ore 18 | Campo da Quidditch ) Quegli incanti lanciati a tradimento lo colgono di sorpresa, sorpresa che rimarrà immortalata "per sempre" nel suo volto o almeno fino alla fine dell`incanto. Una volta libero farebbe un breve zig zag con la scopa come ad assicurarsi che tutto sia come prima. «Hey questo e` fallo e poi che esempio date? Avrei capito una Bolidata ma questo!» esclamerebbe in direzione dei SETTIMINI con finto tono accusatorio. Spingendo sulle staffe segue i SETTIMINI, che sembrano particolarmente agitati nel loro avvicinarsi a PHIA. «Fermi fermi! L`indizio non e` dentro Phia! Non smontatela!» gli urlerebbe divertito per poi aggiungere alla sua descrizione: «potete avvolgerci quello che volete! Ospiti, gufi, ammiragli, inoltre possono essere usate come bandiere, per asciugare, per coprire coperte piu` brutte» sciorina «ma soprattuto potete usarle come tabellone di gioco per giocare a Qudditch con Chartànimus levitanti!» direbbe allegro scendendo dalla scopa ed avvicinandosi alle coperte.
23:32 1/6 William_Dent battitore (#11)(31/5, ore 18, Sin1->Tribuna2) Esulta tra sé e sé quando il bolide si dirige esattamente nella direzione in cui aveva inteso spedirlo, ed è rapido a riabbassarsi sulla scopa per accelerare, volando verso la tribuna accanto a LANCE e REBECCA finalmente liberati. Ridendo di tutto cuore, sfreccia sopra la tribuna per poi frenare ed invertire rapidamente la direzione con una derapata secca e decisa, e con molta più calma andare ad atterrare sulla tribuna, non lontano dal regalo che tutti insieme hanno fatto ai settimini. Ed alza la bacchetta in aria, per unirsi ai fuochi d`artificio made in Atelier Maffet con un tonante «Exco flagrantis!», per colorare l`aria con una serie di stelle filanti color bronzo e blu che piovono sui presenti, una girandola scintillante negli stessi colori che rotea sopra alle loro teste per qualche secondo prima di sparire in uno scoppiettio allegro, liberando coriandoli ed altre stelle filanti. Rinfodera la bacchetta osservando con un sorrisetto di sottecchi la reazione dei settimini. La sinistra che si salda stretta sulla scopa in resta mentre si prepara ad assorbire l`impatto emotivo dei loro animi.
23:34 1/6 Rebecca_Knight cacciatore (#19)(31.05| Ore 18| Campo da Quidditch) Una volta terminato il tentativo di back balai wall, la terzina gira la scopa per volare verso la tribuna da cui è saltata fuori SOPHIA e giunta dagli ALTRI ascolta le parole dell`AMMIRAGLIO e il resocoto dettagliato di LANCE, a cui riserva un sorriso dolce, prima di concentrarsi sui SETTIMINI: «Speriamo che vi piaccia e che vi ricordi di noi, ad agosto come tra molti anni.» Ed eccola che passa lo sguardo sui compagni più grandi, soffermandosi in particolare su OVID ed IRIS. Gli occhi si fanno un po` umidi, ma per ora sembra riuscire ad evitare di piangere, mentre li osserva con un gran sorriso. «Grazie per tutto quello che ci avete insegnato!» aggiunge con tono deciso, ma un po` più basso.
Ovid Chandler battitore (#8)(31/5, ore 18, campo Quidditch) Ovid blocca il bolide che sembra però intonso e il suo sguardo confuso intercetta PHIA che compare dalla TRIBUNA 2. Capisce immediatamente come le due cose fossero collegate e come WILL abbia spedito il bolide proprio lì, altro che non essere capace a indirizzare il bolide e tutte quelle scene che ha fatto prima. Sorride divertito e sta per mettersi a inseguire PHIA quando la ragazza invoca il sacrosanto Parlé. Scoppia a ridere e alza la sinistra in aria posando per un secondo la destra sul cuore prima di tornare a tenere il manico. Osserva incuriosito i movimenti di PHIA che si avvolge in quelle coperte con movimenti ammiccanti (?). Scoppia definitivamente a ridere quando vede quel ditino che fa loro cenno di avvicinarsi ed esegue trovandosi proprio sopra quel tappeto di coperte che insieme formano il campo. Il sorriso che si aggrappa al suo volto non è solo divertito, ma dolce e melanconico come  non è davvero facile vederlo. Sorride puntando gli occhi su PHIA e scendendo dalla scopa sulle tribune, tra le stelle filanti, la raggiunge per prenderla in braccio a tradimento e farle fare un giro intero stringendola all’altezza della vita. [grazie] le dice solo alla fine prima di abbracciarla. E forse è anche peggio del blocco. Passa poi a WILL che incredibilmente abbraccia, in maniera maschile e breve, ma è comunque un abbraccio. Presa ugualmente morbida per BECK senza giri a meno che non sia lei a chiederlo e due strette e pacche maschili per i CACCIATORI [Mi raccomando voi due] tenete alto l’onore della squadra.
23:46 1/6 Luke_Pyrangelus cacciatore (#10)( Domenica 31 maggio , ore 18 | Campo da Quidditch ) L`Aresto Momentum di OVID era sicuramente inaspettato, infatti Luke rimane bloccato, mentre il settimino controlla la sua scopa. Ovviamente non ci trova nulla, perchè l`indizio è legato a quella di LANCE. Subito dopo averlo trovato, grazie all`aiuto di BECKS, il settimino mette fine all`incnto precedente, liberando Luke. «Ma...» osserva i due SETTIMINI con uno sguardo stupito e sorpreso, che nasconde però un sorrisetto divertito. Li osserva, mentre si muovono per tutto il campo alla ricerca dei vari indizi. Finalmente trovano il famoso "tesoro" di cui si parlava, facendo creare sulle labra del secondino un piccolo sorriso. «Grazie a voi ragazzi ... grazie di tutto!»afferma felice verso i due SETTIMINI. Stringe la mano a OVID e si becca la pacca sulla spalla e alle sue parole risponde con un occhiolino amichevole e un cenno della testa. Saluta anche IRIS, in qualunque maniera lei desideri, per poi prendere un bel respiro e fare un passo in dietro.
23:49 1/6 Iris_Jefferson cacciatore (#17)(31/5, ore 18, campo Quidditch) Iris è buona e cara, ma le sue minacce hanno trovato la parola fine quando arrivano alla fine di quel percorso, caccia all tesoro, senza esclusione di colpi. «Stiamo giocando ad una caccia noi, mica a quidditch. Voi non potete fare falli. noi sì.» E farebbe anche una linguaccia divertita a LANCE, per poi fargli l’occhiolino, avviando la propria scopa verso la figura di PHIA, vedendola ballare con la coperta. «Phia, ci iscriviamo insieme ad un corso di ballo del ventre questa estate, che ne dici?» ridacchia, ancora non ci sta capendo poi molto, avvicinandosi agli spalti, scendendo dalla scopa tra le gradinate, quando osserva il campo sulle coperte gli occhi iniziando a lacrimarsi, e sente un friccichio formarsi sul naso: significa che sta sta per piangere e non c’è modo di fermarlo. Guarda OVID, che potrà facilmente leggere il viso della compagna, occhi lucidi, e guance rosse, che in un attimo iniziano a rigarsi di lacrime. «Ragazzi non avete idea di quanto mi mancherete l’anno prossimo. » riesce a dire con la vocina un pochino spezzata, è diventata in un attimo dalla cacciatrice agguerrita con la bacchetta in mano a una bambolina piccola piccola che piange, commossa, Tirando pian piano TUTTI, indistintamente, partendo da Ovid e Phia, in un grosso abbraccio di gruppo. «Rendeteci fieri, e abbiate cura del nostro stormo…» sussurra, stringendo più che può ognuno di loro, piangendo come una fontana. Chiudete le tube please.
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ovidchandler · 4 years
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Sta aspettando già da cinque minuti, ma quelli non contano perchè era in anticipo. Quelli che scorrono da adesso in poi invece, sono come i granelli di sabbia in una clessidra ad imbuto con cui soffocherà Chandler quando si degnerà di apparire. Sta contro il muro di pietra, accanto alla porta dell`auletta designata, con il piede destro contro il muro e la gamba sinistra invece a fare da unico perno per il corpo. Indossa un maglione grigio perla, grosso e lungo, ma con uno scollo così ampio da scivolare oltre la spalla mancina a rivelarla in tutto il suo nudo candore. Le lunghe autostrade che si ritrova come gambe, invece, sono fasciate da un paio di pantaloni in pelle nera, aderentissimi, infilati nei soliti anfibiacci cattivi e dalla spessa suola che sembra gridare al *ti prendo a calci nel deretano per nessuna ragione in particolare*. I capelli sono raccolti in una coda alta, lasciando la chioma ribelle e nera a sfiorarle la nuca scoperta, mentre il collo è stranamente ornato da un collarino in velluto nero, con un piccolissimo ciondolo al centro, recante la runa Teiwaz in argento. Sta leggendo un libbriccino piccolo, forse un`agenda, senza però scoccare occhiate verso il corridoio, concentrata. La bacchetta nel fodero al fianco destro.
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E Chandler appare, precisamente quattro minuti di clessidra soffocante dopo i cinque che non contano. Appare come suo solito mangiando, con tanto di piatto nella sinistra e forchetta nella destra, ma appena vede la figura di Merrow ha la decenza di continuare a mangiare a bocca chiusa, cercando di darsi un contegno. Di Ovid sono rimaste le all star, nere e alte e la cravatta che porta sulla divisa, nonostante sia domenica, in maniera impeccabile, perfettamente annodata intorno al colletto della camicia. Di Ovid c’è anche il tatuaggio che compare appena oltre il bordo della manica sinistra risvoltata a metà avambraccio, camicia e golfino insieme, come sempre. Tutto il resto però è completamente diverso. Ad avvicinarsi a Merrow è infatti una ragazza, 1.70 circa per una cinquantina di chili. Le gambe lunghe e affusolate sono messe in evidenza da un paio di parigine nere che arrivano sopra il ginocchio e dalla gonna della divisa, portata alta alla vita, che regala altri centimetri di visuale sulle cosce ovviamente nude. Il viso ha gli stessi tratti gentili del suo alter-ego maschile, ancora più delicati sul visetto allungato. Stessa sfumatura di azzurro nelle iridi degli occhi molto più grandi e capelli che scendono fino alle spalle, come quelli di Ovid l’anno precedente, ma più folti. Le passa davanti come niente fosse aprendo la porta con il gomito sulla maniglia e spalancandola con un calcio, il movimento totalmente fluido. «Allora, che oggetti hai portato?» le chiede puntandole gli occhi addosso prima di scivolare nell’aula.
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Assorta nella sua lettura, il visetto dai tratti spigolosi si contrae in un`espressione leggermente corrucciata, nonostante non dia adito ad i passi che ode nel corridoio. Perchè sono passi leggeri, passi di una ragazza o di un bimbetto, e sicuramente non i passi del gigante del settimo anno che sta aspettando lei. Però si trova costretta a sollevare lo sguardo affilato sulla studentessa, perchè oramai è chiaro che stia puntando in sua direzione. All stars, parigine, lo sguardo che si sofferma un secondo di più, gonna, divisa, cravatta…L`espressione che si cruccia sempre di più a notare vagamente quei tatuaggi che riconosce e che per poco non la fanno strozzare con la saliva sul posto. Arriva con l`attenzione sul viso dell`altra, giusto in tempo per vederla con quel piatto in mano ed aprire la porta con un calcio. La Loghain è totalmente e completamente sconvolta, cosa che si riflette nell`espressione soltanto vagamente accigliata. Guarda la porta, guarda lei ed è incrociando quegli occhi che l`agendina verrebbe abbassata in un movimento totalmente a rallentatore. Ha il cuore che le batte forsennatamente nel petto e le sopracciglia che si innalzano al contempo «Cosa gramo è successo?» è un filo di voce quello che esce dalla Grifondoro, sempre così svelta e tagliente, che ora si ritrova mezza annaspante a fissare una ragazza che non ha mai visto in vita sua. Con gli occhi di Ovid. Ed il suo visetto dai tratti gentili.
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Spalanca gli occhi guardandola senza capire, la gamba destra che tiene ancora la porta aperta e la sua figura a metà. Sulla forchetta nella destra anche la patata infilzata sembra trattenere il fiato. Non è truccata, ma gli occhi sembrano molto grandi soprattutto se si pensa a quelli di Ovid e si vedono sgranarsi appena come in questo momento. E il cervello di Clodia dà ovviamente la sua interpretazione a quello che sta accadendo, con i mezzi che ha. «Sono volutamente in ritardo» conferma mentre sul viso si allarga il solito sorriso furbo-da schiaffi di Ovid, ma prosegue «No in realtà no» e sembra seria mentre scivola nell’aula come se niente fosse «Ho perso del tempo, scusa» conclude andando a sedersi sulla cattedra con un saltello abbastanza aggraziato «E scusa se sto finendo di mangiare» alza il piatto come se non fosse già abbastanza visibile «Che oggetti hai portato?» e la patata finisce in bocca, ma viene mangiata in maniera educata a labbra strette.
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La fissa, con le pupille dilatate che hanno assieme alle iridi quei rapidi scattini in tutte le direzioni per registrare i suoi tratti del viso. Chiude l`agendina mentre l`altra ricomincia a parlare, ed il suo cervello invece pare cominciare ad immagazzinare acqua. C`è una replica fedelissima del Titanic, nella testa della Loghain, che con un moto arrendevole fa scivolare via il piede destro dal muro. Niente colpo di reni, niente movimenti bruschi, nemmeno si trovasse davanti un ippogrifo e temesse d`essere sbranata. Non riesce a fare a meno di spalancare gli occhi, altrettanto chiari e grandi, ma dal taglio molto più felino di quelli di Chandler, a cui dedica un`espressione di puro smarrimento. Lui, no pardon, lei entra nell`auletta, dove la Loghain ha preparato su due banchi sbeccati, messi vicini, una serie di piccoli oggetti: un calamaio, una gamba di legno di un tavolino, la cornice spessa di uno specchio non più presente, ed infine un vaso in terracotta, grande e spesso, privo di pianta all`interno. La guarda saltare sulla cattedra, e lei incede nell`aula prima con il busto e poi con il resto del corpo, mentre la mano automaticamente va alla porta per chiuderla «La..devo..» roca, schiarisce la voce «Colloportare?» se li stanno per far saltare tutto in aria magari non è il caso che qualcuno entri e rischi di venir colpito, giusto? Sembra scema, mentre le labbra assumono una posa rilassata e vagamente schiusa a notare come quella patata venga masticata «Tu..» si avvicina, con la solita camminata a metà tra il marziale ed il sinuosamente ferale «Tu sei diverso.» un`altro sguardo ai tatuaggi «Chandler che ti è successo?» è chiaro che non capisca con chi diavolo abbia a che fare, ma che il sospetto che sia Ovid sia l`unico motivo per cui non l`ha ancora presa a calci in quel delizioso fondoschiena. Si. Lo ha sbirciato. Portatela ad Azkaban.
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ovidchandler · 4 years
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Camminano lungo il lago, Clodia che osserva le onde e valuta l’andamento del vento, ma non è detto che Merrow se ne possa accorgere, dato che potrebbe sembrare una semplice contemplazione del lago. Si volta quando lascia la frase a metà senza capire «Mi dispiace per quella volta» ripete, riferendosi all’immobilus, pensando, dato che non ha altro appiglio, che la grifondoro si sia bloccata ripensando a quell’avvenimento. Il tono però è particolarmente sentito, molto più di quando abbia mai fatto o detto Ovid.
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L`osserva di sottecchi mentre guarda il Lago, ritrovandosi un`espressione vagamente più luminosa ed al contempo meditabonda, sul visetto dai tratti spigolosi. Lei si gira però in quel momento, e la Loghain crolla con lo sguardo verso la strada che stanno percorrendo, in uno scatto veloce per non farle intendere che la stava decisamente fissando. Le arriva quella frase però, che le fa allargare un poco quegli occhi grigi dal taglio affusolato, tornando lentamente a guardarla in viso «Oh» mormora appena. Allora te lo ricordi, eh Ovid? Ed è strano, perchè lei al vero Chandler quasi non ci stava più pensando. Però è li, da qualche parte sotto la superficie, questo sembra averlo capito. E` talmente assurdo il pensiero, che si ritrova a bloccare il suo incedere per guardarla meglio un secondo. Clodia parla di allenamenti e punti, e lei scuote soltanto il capo una volta, come se le avessero appena fatto una doccia fredda «Perchè hai scelto di aiutarmi, insegnandomi il Bombarda?» chiede a bruciapelo, dopo averla fatta finire di parlare senza interrompere. Sta li ferma, con il vento che le scompiglia appena quella coda alta e mossa, nera come un mare in tempesta. E` palese che vorrebbe aggiungere altro, ma non dice nulla, limitandosi a guardarla in quello stranissimo modo intenso. Dal nulla.
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La osserva di nuovo un po’ stupita, sbatte un paio di volte le palpebre prima di dire «beh mi dispiaceva» e non aggiunge nient’altro, osservando il vento tra i suoi capelli e la sua figura. Anche i capelli di Clodia ovviamente seguono la stessa sorte e la ragazza aspetta che sia la grifondoro ad aggiungere qualcosa.
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«Quindi tu..» comincia lentamente e piano «Tu mi aiuti perchè ti dispiace..» fa un passo in avanti «.. e mi baci perchè te lo chiedo..» un altro passo «..e spendi tempo con me perchè ti senti in colpa?» terzo passo e le arriva di fronte. E` così seria che potrebbe tranquillamente sembrare una statua di marmo, mentre le sta ad una ventina di centimetri di distanza, rimirandola in quegli occhi che le ricordano adesso qualcun altro «Non hai fatto nemmeno una scelta per te stessa, in tutto questo? Non c`è una sola cosa che tu volessi fare, di tua iniziativa? Se non mossa da sentimenti di pietà o chessò io?» il torno è un mormorio sommesso che si perde con il vento, udibile solo a quella distanza che lei mantiene «Sono un effetto collaterale?» inclina appena il viso verso il basso e di lato, tirando lo sguardo per continuare a scrutarla. Non sembra arrabbiata, non sembra niente, se non lo specchio di una serie di azioni che non capisce e che rimanda al mittente. Respira piano, ma in maniera leggermente più accelerata.
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Rimane sorpresa e la osserva in quel suo avvicinarsi ed elencare cose che avrebbe fatto per pietà o dispiacere. E se rimane impassibile finché non ce l’ha di fronte, dopo, senza riuscire a trattenersi comincia a sorridere divertita. E’ il sorrisetto di Ovid, quello a metà che non si capisce se sia serio e si stia davvero divertendo o magari stia pensando a chissà cosa. Aspetta che si concluda la sfuriata prima di umettarsi lentamente le labbra, abbassando lo sguardo come se stesse soppesando le parole. Apre la bocca, ma la risposta arriva solo dopo un secondo «Ho scelto di fare ogni cosa perché lo volevo» conclude senza aggiungere nessun’altra spiegazione in merito. Fissa gli occhi nei suoi, seria, lo sguardo alto.
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Le labbra della Loghain si stringono tra loro in un solo istante, mentre la destra si alza lentamente, in un gesto fluido che mira a fermare qualche ciocca di capelli mossa dal vento, dietro l`orecchio sinistro di Clodia, in una sorta di carezza con uno scopo: quello di far si che la possa guardare meglio, che il suo viso sia più libero, per quello che verrà. Perchè se lei non si spostasse, la carezza scivolerebbe lungo la linea della mascella fine, percorrendola con i polpastrelli, giungendo sino al mento per bloccarlo piano tra pollice ed indice. Non dice niente, ma si sospinge in sua direzione, piegando il viso verso sinistra per cercare di raggiungere con le proprie labbra morbide, le sue. E se le fosse concesso rimarrebbe li qualche attimo, in quel contatto che scotta ma senza aprirsi, con la bocca che si piega appena contro quella di Chandler, in un`elettrica sensazione di pura e devastante volontà. Perchè persino così ferma, la Loghain appare come una freccia, mirata con intento, a colpire esattamente dove desidera. Si scosterebbe dunque, a fatto compiuto, nel sussurare semplicemente «Questo» le dita che rilascerebbero la presa sul mento «Questo vuol dire volerlo.» volerlo davvero. Un passo indietro, a lasciarle lo spazio d`assimilare quella sua verità scomoda.
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La sta fissando quando la sua destra le ferma un paio di ciocche di capelli e gliele sistema dietro l’orecchio. Non è scema e non è nata ieri, ma rimane impassibile lasciandosi carezzare la mandibola fino ad arrivare al mento. Ed è a questo inequivocabile punto che la sua sinistra le afferra duramente il suo polso destro, senza strattonarlo, ma suggerendo chiaramente di lasciarla andare. La destra invece si alza bloccando la sua spalla con una presa salda e impedendole di raggiungere le sue labbra. «Non venirmi a dire come devo fare le cose Loghain» gelida «Faccio quello che voglio, quando voglio e come mi piace» il sacrale concetto di libertà di Ovid che nessuno fino a questo momento aveva avuto il coraggio di provare a mettere in discussione, o almeno fino a questo punto «Se non ti sta bene, o non ti stanno bene le mie spiegazioni» sorrisetto che implica che non deve spiegarle niente «Te ne vai». E se il concetto non fosse abbastanza chiaro, solo a questo punto lascerebbe di botto la sua sinistra, spostando la destra dietro la sua nuca, esattamente come ha fatto lei il giorno prima, e la bacerebbe a labbra schiuse per un paio di secondi prima di staccarsi di botto.
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Gli occhi hanno un leggerissimo scatto in grandezza, quando si sente afferrata e quindi bloccata, senza fare assolutamente nulla per contrastare quella posa o avvicinarsi ulteriormente a lei più di così. Si becca quel discorso gelido, che ha uno stranissimo effetto sulla Loghain: è fiamma, pura e caldissima, che si accende improvvisa nel sentire l`altra uscirsene così fiera ed intransigente su quel concetto di libertà. E` di scelte che parlano, di libero arbitrio e di volontà, tutte cose che lei ha dovuto prendersi con le unghie e con i denti, tutte cose a cui la Grifondoro non rinuncerebbe per niente e nessuno al mondo, e mentre fissa le iridi azzurre dell`altra è come se capisse in un solo istante: nemmeno Chandler lo farebbe. Lei che le sta rivelando cose che lui non avrebbe forse mai fatto, non così, non con quelle frasi taglienti che fanno sentire la Loghain così fiera di stare di fronte ad una creatura del genere. Non sembra colpirla male nemmeno quel suo ultimo dire, tant`è che è un sorriso ferale e selvatico, che le modella le labbra nell`osservare l`altra concludere la sua arringa, prima sentire la sua mano premerle sulla nuca ed avvicinarla, in quel bacio breve e furioso, che ha fine prima che lei riesca a fare qualunque altra cosa che non sia ricambiarla. Clodia la bacia e poi si stacca, causandole un vuoto d`aria che non sembra aver niente a che fare con la vicinanza, mentre la Loghain si limita a rimirarla come si guarda uno spettacolo della natura: temibile, bellissimo e totalmente imprevedibile. Deglutisce a vuoto, indecisa se avvicinarsi o fuggire lontano, con la stessa paralisi che prova il corpo in risposta all`istinto di sopravvivenza «Io voglio baciarti.» e lo dice come se fosse una rivelazione dell`ultimo momento, come se se ne fosse accorta solo ora. Eppure è un`impellenza diversa, un`urgenza differente e strana, che non ha nulla a che fare con il piacere e basta. La fissa, incapace di muovere anche solo un muscolo.
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Le parole di Merrow non la raggiungono subito anche perché ora è davvero persa nei suoi pensieri, l’espressione che torna normale virando quasi verso dei tratti che sembrano tristi o stanchi. Sospira prima di voltarsi di nuovo verso di lei, negando appena con il capo «Vai con Will e Will e mio amico, non … voglio fare un putt….»
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Sgrana gli occhi di colpo, rialzandoli con uno scatto a puntarli sul viso dell`altra senza più il briciolo del minimo imbarazzo «Che..cosa?» è chiaro come il sole che brucia, quanto quella verità rivelata l`abbia presa talmente tanto in contropiede, da aver passato ogni difesa non attiva in quel momento «Cosa ne sai tu…di me e Will?» il tono è gelido, senza nessuna traccia delle emozioni che invece le vorticano dentro con la stessa devastante calamità di un uragano «E cosa gramo centra con il baciare TE.» il respiro tremante che viene fatto uscire dal naso «Io me ne fo-!»e lo dice senza censura, con un tono che sembra il preludio di uno tsunami «Io voglio baciarti, tu vuoi baciarmi! Sei un`ipocrita se ti permetti ora di dissentire!» è furiosa, tant`è che i tratti del viso si contraggono in un viso da statua di divinità greca durante una punizione ai mortali «L`hai già fatto! Qui è tutto un putt-» e addio grazia e leggiadria «Anche io faccio quello che voglio, e non è certo un tuo stupido senso di colpa fuori luogo, a poter fermare questa cosa!» non sbraita, ma il sibilo con cui le riserva tali parole è un colpo di frusta lacerante «Sei un codardo, Chandler.» e lo dice a lui, sta volta, ad Ovid «Predichi tanto di libertà, e non sei nemmeno in grado di inseguirla. Stai ad un guinzaglio che tu stesso ti sei messo…» si copre il viso con la destra, stravolta «Per Godric.. è lo stesso mio.» e le verrebbe da piangere, perchè è tutto troppo. E` stanca, delusa, ferita, offesa ed irata. Ricaccia via le lacrime deglutendo, limitandosi a fissarla con gli occhi che brillano di quel lucore involontario «Ti avrei rispettato di più se avessi avuto la certezza che non lo vuoi.» e sembra un invito adesso. Coraggio. Dimmelo che non mi vuoi.
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La prima impressione di fronte a quella valanga di parole e di sentimenti è solo di sorpresa che ben presto, di nuovo, non può occultare quel sorrisetto di prima che viene fuori non richiesto. Ne sa su lei e Will, ma non le sembra il caso di aggiungere nulla. Sul fatto che però non c’entri non può non fare una smorfia, arricciando il nasino in un’espressione contrariata. Alza le sopracciglia alla sua espressione di volersene fregare, espressa in maniera molto più violenta, e aggiunge con tutta calma «Mi è piaciuto baciarti» confessa «ma ok» sgrana un po’ gli occhi come a voler indicare che da lì a quello che sta suggerendo lei, dal punto di vista di Clodia, c’è ancora parecchia strada. La lascia sfogare sul fare quello che vuole limitandosi ad osservarla e sospirare, un po’ interdetta. All’attacco diretto contro di lui, anche se nei panni di Clodia, scoppia a ridere. E non è una risatina e proprio una risata di gusto, di quelle che le fanno stringere gli occhi e ingentilire i tratti esattamente come al settimino. «Le regole non sono guinzagli» quelle che ti scegli ovviamente, ed è Ovid, adulto, che finalmente le sta rispondendo, dall’ “alto” dei quasi diciotto anni. Ci è arrivato da poco dopo un viaggio lunghissimo, ma alla fine ha messo il piede su quella spiaggia. L’ultima affermazione però le fa inclinare il viso dato che non sa a cosa si riferisca, ma non è certo il momento di chiederglielo o di allungare una mano in senso consolatorio. Alla sua ultima istigazione risponde semplicemente «No non lo voglio» vero o falso che sia facciamola finita.
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E` stato palesemente toccato un nervo scoperto, con la scesa in campo dell`altro Corvonero tirato in causa, tant`è che il respiro si fa accelerato ed irregolare. Lo sente ridere, e le viscere le si contraggono nello stomaco, nonostante non replichi nemmeno ad una singola parola. Taglia tu allora, taglia qualunque cosa, perchè è questo quello che inevitabilmente va a domandarle. L`espressione si incrina involontariamente, mentre quelle parole vengono pronunciate e decretano, appunto, la fine. Non ha niente da aggiungere, perchè la delusione che sta accumulando in quei giorni, sfiora dei picchi senza precedenti, limitandosi semplicemente a dedicare all`altra uno sguardo lungo, fermo, che si apre ad immensità diverse di significato. Si volta quindi, senza aggiungere nulla, perchè tanto non avrebbe importanza, ricominciando ad avviarsi verso la scalinata che porta al Castello.
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Non ha capito il perchè di quella sfuriata e se all’inizio si è lasciata trascinare da quelle parole, ora ha un attimo di tregua per cercare di mettere insieme i pezzi «Scusa ma… non vi siete baciati davanti a tutti sulle scale? Cioè pensi di poter fare quello che vuoi, va bene, ma non puoi pretendere che gli altri facciano come vuoi tu e stiano alle tue regole» e calca il “tue”, perchè in quel momento evidentemente le sue le sembrano non più giuste, ma almeno prioritarie. E se l’altra comunque volesse andarsene, e dopo la sua ultima frase è più che comprensibile, la lascerebbe andare senza dire nulla, voltandosi verso il lago e rimanendo a guardarlo fino all’ora di rientrare per le lezioni pomeridiane, sentendosi uno schifo nemmeno lei sa bene perché.
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ovidchandler · 4 years
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Non muta di una virgola la sua espressione perfettamente calma. «So che avevi già avuto la fortuna di beccarti la maledizione del terrore o qualcosa di simile…» risponde come se niente fosse alla prima domanda «E so che il terrore non è bello» il viso è inclinato e gli occhi azzurri la guardano un secondo prima di rivolgersi alla neve che copre le piante del porticato, ma torna su di lei di fronte a quella che sembra chiaramente una sfuriata nella quale lui c’entra, ma forse non così tanto. «No» ammette alla fine riguardo al problema che non era suo «ma avevo il mio interesse affinché lui si togliesse dai co…»librì. Dice la parola intera. «Volevo spostarlo» fisicamente «E andare avanti» specifica con candore. «E non ti ho vista» anche se a lei sembra non interessare «Ed è capitato a tutti di essere immobilizzati, anche se, beh, sì non è una bella esperienza» e in teoria per questo sarebbe venuto a scusarsi. All’ultima affermazione ride divertito «Affatturami se ti va, o tirami un cazzotto» si avvicina, mani in tasca, faccia da schiaffi. E’ serio, non dice così per dire.
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Il naso si arriccia in un moto stranito e sospettoso alle sue prime parole, la confusione che fa da padrona «E tu come schiopodo fai a saperlo?» si perchè lei di certo non è andata a sbandierarlo in giro. La bacchetta torna a rialzarsi, proprio come le sue difese e quel fare respingente ed astioso che emana ad ondate impossibili da ignorare. Le labbra s`increspano ulteriormente, premendosi tra loro al candore con cui lui si spiega «Smettila con le str-»egate? Niente censura per lei «L`ho visto il modo in cui mi hai guardata, lo sai?» il viso bianco come la neve che avvampa di purpureo sentimento di furia «Era disprezzo, delusione, e fastidio.» un po` il mix che ora la Loghain sta rivolgendo a lui, dopotutto «Chi diavolo sei per guardarmi così?!» un colpetto del mento ad indicarlo, ed il petto che si gonfia appena in un moto da belva rognosa che non tiene conto della sua età. Poi quella sparata. Un secondo o due per elaborarla. Il catalizzatore che viene riposto troppo in fretta nel fodero e lunghi ma veloci passi che vengono effettuati per raggiungerlo «Vaffangramo, Chandler.» rapido calcolo su dove colpirlo per incrementare la probabilità di fargli più male, tenendo brevemente conto del suo sesso, della sua stazza e della sua età. La destra si chiude in un pugno stretto, serrato, nella tipica posa di chi a botte ha fatto piuttosto spesso, ultimamente, mirando in un cazzotto in centro viso. Carica con tutta la sua forza e la sua precisione: mira al naso, la Loghain, visto che ovunque altro lo colpisse, la sua supremazia sarebbe totalmente schiacciante. Qualora lo colpisse, non si accanirebbe, noncurante del dolore che quel colpo le provocherebbe sulla mano destra. Gli occhi, quegli occhi grandi e chiari, che nel momento dell`impatto si illuminerebbero come luci a natale, conferendole un`aura sinistra, inquietante ma inequivocabilmente euforica. I denti stretti, come un animale.
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«Me l’hanno detto» ovvio no. «Non sei stata l’unica del castello e le notizie girano abbastanza tra quelli più grandi» balla, quelli più grandi se ne infischiano, ma lui lo ha detto in maniera totalmente credibile. «Non sono un santo» sbuffa appena infastidito «Dovevo dirti “brava piccina”?» la prende in giro facendo anche una vocetta che risulta stranissima visto il suo timbro molto basso. «E tu chi sei per non meritartela?» le risponde secco, facendole anche un gesto con il mento. Ha tentato di fare il bravo, ma l’arroganza di una primina è proprio insopportabile. Capisce quello che sta per fare mentre fa i due passi, ancor prima che lo mandi affangramo, e sorride compiaciuto e divertito. E se la Loghain ha fatto a botte spesso ultimamente Ovid le fa da da sempre e sa come darle e soprattutto come prenderle. Si lascia colpire, volutamente, ma di striscio in modo da minimizzare i danni a un dolore momentaneo. Ed è quello che prova portandosi la destra al naso senza smettere di ridere divertito. Niente sangue, niente di niente, forse un briciolo di cancellavidi e sarà tutto come nuovo. «Bel colpo» ammette dato che si aspettava qualcosa di più leggero. «Ricordati di tenere il pollice fuori sennò rischi di rompertelo» un altro consiglio, dopo quello dell’altra volta sulle mazzate da tirare ai bolidi, cosa stranissima. L’espressione del suo viso non gli fa battere ciglio, quasi fosse normale o non l’avesse nemmeno notata. «Possiamo parlare di qualcosa di sensato ora o mi mandi affangramo di nuovo e io tanto mi sono lavato la coscienza e me ne vado?»
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Lei a quella phantomima, purtroppo, non crede nemmeno un attimo «Veramente nemmeno ai Professori è interessata la cosa. Inventatene un`altra, Chandler.» è piccola, ma a giudicare da come sibila dev`essere stata cresciuta in un nido di serpi. Lui la schernisce e lei serra la mascella stringendo i denti tra loro, il volto che si contrae in una stranissima combinazione d`astio e malsano divertimento a quell`imitazione. Peccato per quella risposta secca, che la infiamma nuovamente come benzina su…Ardemonio? «Merrow. Merrow Loghain, stronzo.» oh, ok, ora rispondiamo così a quelli grandi. Andiamo bene. Lo becca di striscio, e lei sembra accorgersi anche della sua posa preventiva, tant`è che non si sposta, non che potrebbe fare molto, ma asseconda quella teatrale resa dei conti che la vede sfuriare, mollargli un cazzotto, e beccarsi in cambio un complimento che la fa arrossire dalla punta delle orecchie fino a dove la pelle compare scoperta «Piantala!» strilla lei, cercando di minimizzare l`impatto che quelle parole hanno su di lei, fallendo miseramente. Respira forte, con il naso, come fosse un cavallo lanciato al galoppo, i pugni adesso entrambi chiusi lungo i fianchi e le nocche della destra vagamente doloranti. Lo ascolta però, ed è visibile anche oltre quella faccia incagnata, le labbra carnose increspate in una smorfia di disgusto. Le ci vogliono qualche istanti in più, dopo quella sua domanda, per riprendere abbastanza controllo per latrargli contro «E di cosa vuoi parlare, con una come me?» si perchè se la fissi con disgusto e delusione, tanti argomenti in comune non dovresti avere no? «Vaffangramo.» ecco, tanto per non dargli la soddisfazione d`avere l`ultima parola. Si ferma però, non allontanandosi come ci si aspetterebbe da qualcuno che ha concluso la faccenda, piuttosto sembra in attesa di qualcosa. Forse di lui?
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ovidchandler · 4 years
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gli si appolipa il polipo, facendolo sobbalzare con un rapido « Woh! » lo sguardo che si volge subito alla propria gamba che scatta. E scoppia a ridere rendendosi conto che si tratta di un polpo, ed emette un infantile « Ouch! » quando il becco della creatura gli saggia il polpaccio. Tende l'indice a stuzzicare un tentacolo « Ehi, togliti, non sono mica uno scoglio...! » ridacchia, deliziato e meravigliato al contempo.
«...quando imparerò anch'io a creare illusioni, ti porterò a visitare la nebulosa Occhio di gatto» bofonchia , con voce tenera e morbida, afferrandolo alla vita per stringerlo a sé.
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ovidchandler · 5 years
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ovidchandler · 5 years
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da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
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ovidchandler · 5 years
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Ovid: L’unica cosa di cui è certo è che non vuole raccontarle la storia della sua vita, quindi c’è un’unica altra strada. [Ho un problema] inizia [ e non riesco a…] smettere [liberarmene] esita mentre il suo sguardo attraversa lo studio. [Ho iniziato a bere per… noia e per… evitare di pensare ad alcune cose] sospira [E non riesco a smettere… cioè non è che non riesco, è che ogni volta che penso di potercela fare poi succede qualcosa e…] ovvia conclusione.
Prof. Ambiornsen: « Un patto con me » semplice e puntuale « per smettere » ma va? Lei è seria, risponde alla sua domanda con quell`unica parola, mentre gli allunga il bicchiere e solleva il proprio, invitandolo a brindare con lei « verrà qui tutte le sere e noi brinderemo, insieme, con l`unico sorso di alcool che le è concesso di bere.
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Corine: Parla a voce bassa, avvicinandosi all`orecchio, seppur non eccessivamente «ho lo sviante» e ciao, che lo supera nel camminare verso il dormitorio maschile, salendo silenziosamente i gradini.
Ovid: [Pronto] annuisce quasi solennemente, la guarda bere la sua parte per poi prendere la boccetta e berne il contenuto restante, alla goccia ovviamente.
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ovidchandler · 6 years
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Lo sguardo verso il grande corvonero che apre il braccio e come un albatros dispiega le sue ali eccolo là nel fulgido splendore di un’aquila reale colpire il bolide con la forza di un avvoltoio e la precisione del picchio.
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ovidchandler · 6 years
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Eimhir alza una manina, indicando l`intera stanza con un gesto «Non raccontare a troppe persone di questa stanza, però» China il capo, nuovamente dubbiosa «Non vorrei lo rovinassero» Si mordicchia il labbro inferiore.
«Non lo racconterò a nessuno, Eimhir, mi hai fatto un regalo e io lo tengo» non uscirà una parola dalla bocca di Ovid riguardo a quel posto perchè non vuole avere la responsabilità di rovinare qualcosa che è così perfetto per la secondina.
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ovidchandler · 6 years
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O: (…) «cioè non, ecco se…» si sposta i capelli a caso «voglio dire posso anche non farlo più se… umh» dire quanto gli costa dire questa frase è impossibile «non ti va o non… ti è piaciuto ecco»
G: (…) «Sarebbe un peccato se non lo facessi più…» il tutto cercando di guardarlo dritto negli occhi. «E poi…» Si ferma giusto qualche secondo per trovare un minimo di coraggio nel finire la frase anche se non l’ammetterebbe mai: al massimo direbbe che era per creare un po’ di suspense. «…e poi devi vedere come mi sta la collana, no?» conclude con una naturalezza che non si aspettava.
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ovidchandler · 6 years
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Ovid ricambia la stretta anche lui entusiasta, dato che non avendo moltissimi parenti difficilmente gli capita di incontrarne uno anche se piuttosto alla lontana. (...) «Tuo padre ha l`allevamento...» suo zio a volte parla del cugino allevatore «Ecco perchè hai il libro..» tutto torna «Merlino dev`essere bellissimo avere un allevamento in casa... che animali avete?» non riesce a fermarsi dalla curiosità tanto che di botto chiede anche «Avete degli snasi?» sa che non sono animali proprio da compagnia, ma non si sa mai. Alla fine non può che aggiungere «All`inizio non mi sentivo molto corvonero» confessa, ma evidentemente l`allergia allo studio è dei MacLean.
Il ragazzo regge bene alla sfacciataggine di Olivia, sorride soddisfatta, si vede che in fondo al cuore è un MacLean anche lui. (...) «No no no, niente snasi» scuote mani e testa, brutti ricordi, «mia nonna stava letteralmente IMPAZZENDO, non facevano che rubare l’argenteria, i gioielli, tutto diamine». Picchietta con le dita sul mento, cercando di ricordare più specie possibili che il padre ha portato nel loro terreno, «Ci sono dei doxy, una coppia di ippogrifi, quelli sono belli» annuisce facendo un sorrisetto compiaciuto, «ma anche specie pericolose, tipo i velenotteri, o creature acquatiche!» si, è molto compiaciuta, quello è proprio il suo mondo. «Diamine anche io!» sbotta alzando le braccia in segno di protesta, facendo riferimento alla frase sulla casata, «Per le mutande di Cosetta ero straconvinta di finire a grifondoro, cioè non mi ci vedi?» punta il dito verso il suo viso tracciandone il contorno. SI è un po’ egocentrica nel caso non si fosse capito. «E invece niente, corvonero come mio padre. I tuoi sono maghi entrambi? Scusa non ricordo proprio». Altra domanda indelicata, va presa così ahimè.
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Ai commenti sulla casata Ovid annuisce «Anche io...» era convinto di finire a grifondoro «Pensa che all`inizio il cappello stava per mandarmici...» cerca di imitare la voce del cappello « vedo del coraggio e troooppa impulsività saresti un`ottimo grifondoro» scuote la testa «Alla fine sul più bello, dato che ero bello contento e anche il nonno era grifondoro, mi fa “ti ci vuole disciplina: CORVONERO”. Ma perché?» continua a chiedersi, nonostante una risposta in fondo se la sia data «Anche lo zio era corvonero, però lui ci sta. Sempre rigido» gonfia il petto e imita i movimenti dello zio «impostato. Fai questo, quello si fa così, quello no...» non un casinista come il nipote. «Ah no, mio padre è un babbano» conclude con totale disinteresse e senza preoccuparsene.
Olivia alza gli occhi al cielo ripensando al suo incontro con il cappello, «A me ha detto cose strane, poi parla in rima, ma ti pare?». Annuisce con un fare da ragazza del ghetto, «ti capisco fratello, ha illuso anche me, “hai due strade brillanti davanti e bla bla bla”», cappellaccio del malaugurio. Quando Ovid gonfia il petto per imitare lo zio, Olivia scoppia a ridere sguaiata, battendo i piedi e sbattendoli contro il divano. Non ci sa stare proprio composta, poi ci vuole poco per farla ridere, è immatura e acerba come un bebè. Quando parla del padre torna seria, le pare evidente che lui non vuole parlarne e fa morire l’argomento, anche perché Olivia ha uno strano ricordo di questo padre Chandler, ma non si ricorda bene.
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ovidchandler · 6 years
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O: (…) Raggiunge la nuova camera indicata e bussa, due volte, senza esagerare, ma in modo ampiamente udibile. Se ricevesse l`invito ad entrare (…) spiegherebbe «Tra poco devo andare, non resto a dormire. Volevo salutarti» (…)
G: (…) Chi sarà? Si guarda giusto un secondo allo specchio e, a parte la mancanza di scarpe, calze a righe e gioielli è praticamente identica a com’era durante la festa. «Avanti!» pronuncia in tono abbastanza udibile, mentre comunque si avvicina alla porta. E rimane sorpresa nello scoprire che era proprio Ovid ad aver bussato. (…) «Oh…giusto» sì, perché lui non resta a dormire con loro. (…) «Peccato però che non rimani a dormire stanotte» risponde in tono sincero perché le avrebbe fatto davvero piacere trascorrere anche il resto della serata col corvonero. (…) «Ci saremmo divertiti tutti insieme, magari facendo un bel pigiama party o facendo qualche scherzo» ipotizza con un filo di voce e il viso arrossato «O ci avresti potuto aiutare a difenderci da qualche scherzo di Derek» chissà che non ne combini una delle sue. «Peccato.. peccato davvero» e a quel punto si alzerebbe sulle punte dei piedi per dargli un bacio a fior di labbra. (…)
O: Rimanendo sulla soglia inclina la testa a guardarla appoggiandosi allo stipite con le mani in tasca. (…) «Non credo che Derek abbia voglia di fare scherzi…» risponde divertito con uno strano sorriso. (…) Quando Gwen gli si avvicina la abbraccia alla vita prendendo e ricambiando il bacio «Ti dispiace?» risponde ai vari `peccato`. (…) «Cosa avresti voluto fare se fossi rimasto?» sussurra alla fine chinandosi verso la parte destra del collo e dandole un lieve bacio nell`incavo sotto la mascella.
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ovidchandler · 6 years
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(E proprio come la grifondoro aveva già deciso, ecco la piccola Athena raggiungere Ovid in qualsiasi parte si trovi per consegnarli un pacchetto. La civetta educatamente porge il pacchetto al ragazzo, restando lì ferma sul posto ad osservarlo. Non ha più però lo sguardo torvo delle volte precedenti, ma uno sguardo più amichevole. La scatolina non è nulla di che ma, una volta aperta, il corvonero troverà un bigliettino e un sacchettino regalo a forma di barca) Appena l'ho visto, ho pensato a te! Non sarei di certo tornata dalla Grecia senza averti comprato un regalino. Spero ti piaccia :* Ci vediamo al compleanno di Ele? Gwen
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