mrpayneintheass
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mrpayneintheass · 3 years ago
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Ab: « Secondo voi perché siete stati smistati in serpeverde? Cos’è che abbiamo di tanto speciale da meritarci un posto nelle file del GRANDE SALAZAR. »
T: « la MacGillivray mi ha detto che forse non me lo merito nemmeno di stare nelle file del grande Salazar. » ... « forse è solo perché sono.. istintivo. e non credo che questa cosa le va molto a genio. »
Ag: « Il problema non è che sei istintivo, ma che hai un istinto un po’ di merda. »
« Destinati, dici? Non lo so, è che a me sembra a volte che tutti vadano d��accordo, tutti si capiscano e tutti siano felici. Poi entro nella nostra sala comune, ed è un quotidiano scansare proiettili e riflettere di luce verdognola. » ... « E mi piace. »
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mrpayneintheass · 3 years ago
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T: « ma noi siamo proprio come barche invece! » « e io credo di sentirmi una barca che non funziona sempre come deve, ché è stata fatta male– tipo quando non si sta attenti, si fa i matti o si piange vicino alle barche in costruzione e poi loro escono con le zuffe sbagliate. che sembrano a posto ma poi SBEM, TI FANNO AFFONDARE QUANDO MENO TE LO ASPETTI. » « ultimamente ho l’idea strana di essere una barca fallata. » « c’è un buon sessanta percento di possibilità che quel che sto per fare è sbagliato e non va bene mai a nessuno. »
A: «Ma è normale che tu ti senta così.. credo» «Non è che sei tu una barca fatta male, è che sei una persona fatta bene» «e le persone fatte bene sentono anche queste sensazioni, a volte. » « In questo periodo se la sono presa tutti con te, e tu adesso ti senti sbagliato. Ma non sei sbagliato, hai solo fatto un errore.»
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mrpayneintheass · 3 years ago
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« HAI ROTTO TRE QUARTI DI PLUFFA MACTAVISHHHHHH. »
Sabato 19 marzo, ore 17:00 circa | Sala grande
Chiunque fosse presente in Sala Grande nel pomeriggio di quel tempestoso sabato, può aver assistito al vociare chiassoso di Theodore Payne e Meave O'Dwyer proprio nei pressi dell'entrata. Dopo un acceso ma entusiasta scambio di opinioni sul pelo della puffola impressa sul maglione di Meave, il teatrino si è concluso in un isterico crescendo: la ragazzina si è liberata velocemente del suddetto maglione, lanciandolo lontano e rimanendo in calze a vita alta e con reggiseno a cuoricini in bella vista. Nonostante abbia tentato di recuperarlo e di rimetterselo al contrario per andarsene, le sguaiatissime risate del Serpeverde hanno raggiunto irrimediabilmente tutta la sala.
Lunedì 28 marzo dopo le 15 – Corridoio del primo piano, nei pressi dell’aula di DCAO
Chiunque si trovasse a passare per il corridoio del primo piano intorno alle 15 del pomeriggio avrà potuto sentire o assistere al preludio di una lite furibonda tra Tarquin MacTavish e Theodore Payne, con Meave O’Dwyer e Theresa Scrope parti attive del conflitto e una Dawn Riverson che cercava, invece, di calmare le acque. Il Corvonero ha, infatti, spinto al muro il Serpeverde, afferrandolo per il colletto e urlandogli contro frasi sconnesse e epiteti poco lusinghieri, nonostante le proteste della vittima e quelle della primina che ha provato a difendere Theodore. La lite si è interrotta bruscamente con un Fùlmen castato improvvisamente in mezzo al corridoio, anche se il responsabile dell’incantesimo si è dileguato subito, insieme con il resto dei litiganti.
Mercoledì 30 Marzo, ore 17 circa | Secondo e Terzo Anno
Nelle ore di approfondimento del mercoledì pomeriggio, il Professor Vauhen ha deciso di metter su una lezione in combo fra Secondo e Terzo Anno. Da questa lezione, dovuta - per forza di cose - durare meno di un'ora, sembra che Tarquin MacTavish ne sia uscito un poco confuso, poiché colpito alla testa da un qualche oggetto, che l'ha quindi costretto ad essere accompagnato in Infermeria dai suoi compagni di classe. Artefice dell'atto decisamente poco pacifico sembrerebbe essere Theodore Payne - che, successivamente, ha cercato anche di lanciarsi contro il Corvonero, ma pare esser stato prontamente fermato da un incanto del Professore -, al quale il Docente di Pozioni pare abbia tolto addirittura venti punti, dalla Coppa delle Case. C'è chi pensa abbia esagerato, chi invece crede che atti di quel genere meritino le giuste conseguenze.
31 marzo 2078
Sino al 14 aprile, per le prossime due settimane il signorino Theodore Payne avrà modo di affiancare i prefetti e il caposcuola Serpeverde, al fine di imparare personalmente il significato di responsabilità. Qualsiasi pratica richieda supporto, i tre spillati dovranno poter contare sul concasato in ogni momento della giornata che escluda le lezioni, i pasti ed il coprifuoco. Lo studente risponderà direttamente ai prefetti e al caposcuola, che riporteranno gli esiti della sua condotta alla direttrice. Se l'atteggiamento non dovesse soddisfare un rinnovato livello di crescita personale, sarà la direttrice a rinnovare la punizione sino a data da destinarsi. – Oona MacGillivray, Direttrice di Serpeverde, Docente di Antiche Rune
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mrpayneintheass · 3 years ago
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G: « ti ricordi che a San Valentino girava il coro delle rane per mandare i messaggi? » gli domanda, con i faretti verdeazzurri ora fermamente puntati sulle proprie mani giunte « ecc... ho ricevuto un messaggio » pigola piano.
T: « sì che ho presente, spuntavano ovunque. » il tono basso, un po’ mangiato dal mugugnare e dall’accento ben marcato. « ah. » alla fine. La occhieggia un pochino, abbassandosi quel tanto da poggiare le braccia sul banco e poi sistemarci sopra il mento. « ..e chi te l’ha mandato? »
G: « Non ne ho idea » spiattella subito, sul mittente del messaggio, insistendo per fissarsi le mani, impegnata a tormentare i polsini del cardigan color lavanda « cioè... mi hanno detto che l`aveva mandato Lionel ma non ci ho creduto neanche per un istante » lancia un`occhiata a Theodore che però tradisce una certa preoccupazione « non può essere, no? cioè, lui sta con Blythe... » sgrana gli occhioni verdeazzurri, rifiutandosi categoricamente di contemplare la possibilità. Si schiarisce poi un po` la gola ed insiste « Si... parlava dei miei biscotti e... mi sono chiesta... » arrossisce visibilmente, con la pelle color caramello che si fa un po` più scura in corrispondenza delle gote « se... se tu ne sapessi qualcosa » riesce a soffiare.
T: si è stranamente quietato: messo giù, a guardare Georgia di sbieco, fino a tendere un pochino i lineamenti in un’espressione appena più tesa, sul chi vive. Quella di una bestiolina finita all’angolo, man mano che la compagna prosegue. Al che una mano sfugge dalla sua funzione di appoggio e sfila, piano piano, a riprendersi l’antistress che magicamente si riattiva. « mmmh.. » brontola basso. Gira il capo, lasciandolo cadere su un lato, così obbligato a guardare altrove. « era un coro decente, almeno? o hanno fatto schifo? » ricambia con una domanda, calma e stranamente misurata.
G: « Sono stati adorabili » conferma con un sorriso dolce « come mai me lo chiedi? » gli domanda aggrottando lievemente la fronte e tossicchia leggermente « se... se fossi stato tu » arrossisce visibilmente, nonostante faccia lo sforzo di mantenere, questa volta, i faretti verdeazzurri fissi sul volto del ricciolino « me lo diresti, vero? » gli domanda, sbattendo le palpebre ed offrendogli, involontariamente, uno sguardo da cerbiatta particolarmente deliziosa, quasi ci fosse una particolare inflessione nelle parole di Georgia che renderebbe quasi impossibile al giovane rispondere con una bugia.
T: quello che si trova davanti lo mette in difficoltà: aggrotta la fronte, sembra avere qualcosa sulla punta della lingua che fatica a cacciar fuori. E però lo fa lo stesso, nonostante la voglia di rimangiarselo subito: « te l’ho mandato io, ‘sto coro del cavolo. » ammette, nervoso. Ma nervoso non in un senso proprio d’imbarazzo, che non sembra in grado di toccarlo mai più di tanto, quanto più nel trovarsi tra le mani confessioni e bugie varie senza riuscire a trovare un modo di scamparsela. La fissa per un altro po’ in modo insistente, quasi a voler silenziosamente sfidarla a sgridarlo per la pessima decisione. « non te l’ho detto perché tanto non fa niente– e adesso lo sai, quindi.. » quindi, insomma, non devono più parlarne per forza. Così per dire.
G: « Oh » gli occhioni che lo fissano un po` incerti. [...] « È stata una cosa dolce » gli fa notare, con un bel sorriso sul volto da bambolina, non riuscendo minimamente a mascherare una certa gioia e soddisfazione per aver spinto il ragazzo a quello che, nei suoi occhi, è un grande gesto e la porta a chiedere piano al ragazzo, incalzandolo vagamente e rialzando i faretti verdeazzurri dritti su di lui « non sapevo che ti sentissi... si, insomma, che mi vedessi in... quel modo » è palesemente a disagio ora, a definire e usare certi termini, mentre si umetta le labbra, eppure c`è della sincera e genuina curiosità e sorpresa.
T: « e perché no, scusa. » manco fosse colpa sua che non se n’è accorta (!). « se quelli del coro non hanno fatto i matti e si sono messi a sparare bolidate stratosferiche, alla fine sono cose vere. tipo che potevo dirtele anche io ma poi non avevo voglia che ti scocciavi o che smettevi di trattarmi come mi tratti di solito perché– boh, guarda come parli adesso! » poverina. « perché se mi tocca finire come Alexanderson che smatta in sala grande perché frappie gli fa i musi allora poi mi ammazzo. » e il dramma può accompagnare solo. « quindi ti prego non iniziare a farmi i musi, va bene? » che è proprio una richiesta sincera, molto di pancia. [...] « puoi sempre far finta di non saperlo e basta, se ti dà noia - come io col disordine del mio pezzo di camera. »
G: Sbatte le palpebre, ammirandolo e non potendo fare a meno di trillare dolcemente « Quindi... ti piaccio? » gonfiandosi un po` inorgoglita e con una nota trionfante nel luccichio che le grazia gli occhioni verdeazzurri. Scuote di nuovo la testa, con più enfasi « Anche tu mi piaci, Theo » glielo dice sincera e serena, su due piedi, senza neanche il bisogno di pensarci.
T: « … » aggrotta appena la fronte, vagamente sospettoso « SE INTENDI COME TI PIACCIONO TUTTI– » parte con qualche decibel di troppo, in effetti « allora vado a chiedere per davvero il paraorecchi a Thingread per lagnarmi fortissimo. » come ha fatto già lunedì, durante la lezione delle mandragole. Tant’è manco la molla, se la tiene incastrata lì nella sua morsa molesta, a cincischiarle le guance.
G: Alza gli occhi però, dopo, quando il ragazzo sembra partire per la tangente e ritorna solo per lanciargli un`occhiata fulminante « Theodore! » richiama la sua attenzione con una certa decisione, nonostante la morsa molesta del serpino non possa essere particolarmente positiva per la sua minacciosità « mi... » arrossisce però, preferendo deflettere su un « non come tutti ».
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mrpayneintheass · 3 years ago
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Domenica 6 marzo ore 10 am | 9° ; molto nuvoloso - vento debole
C’è della clemenza nel meteo che fa da cornice a questa terza giornata di campionato. Una clemenza che non appartiene alla rosa Serpeverde, rinfrescata dall’entrata in campo di alcuni nuovi giocatori, che non accenna nemmeno per un momento ad abbassare il capo davanti ai Corvonero. Eppure, anche alle tifoserie meno attente, non dovrebbe sfuggire una differenza nel gioco portato avanti dalle due squadre: se da una parte i figli di Cosetta si mostrano più coordinati nelle strategie, dall’altra i Serpeverde all’apparenza sembrano non avere alla base nessuna tattica se non quella di tampinare senza sosta gli avversari. Sarà anche per questo che il reparto cacciatori Corvonero, incentivato da Pyrangelus in una sapiente rotazione dei ruoli affidati alla triade che trova la sua punta in Knight, riescono più volte a minacciare gli anelli protetti da una fresca e ovviamente inesperta Boneless. Non è però tutto orchideus per i Corvonero a causa di un reparto battitori che sa come e dove colpire: Jabari e Milles sembrano non avere pietà, in un duo che ha ancora bisogno di essere rodato ma che all’effettivo riesce appieno nel suo intento. Milles lavora nella preventiva difesa degli anelli e non permette infatti ai Corvonero di sfondarli tanto quanto vorrebbero e potrebbero, mentre Jabari appare come il demone stalker della MacGillivray riuscendo oltretutto verso metà partita a colpire la coda della sua scopa destabilizzandone il volo e dando in questo ulteriore vantaggio alla Cadwallader. Nel mentre i cacciatori Serpeverde fanno del loro meglio con O’Gallagher che, fresco di capitanato, disturba ripetutamente il gioco dei Corvonero. Aiutato nell’impresa dalla nuova leva, Payne, arriva più volte davanti agli anelli protetti da MacTavish sfruttando la propria agilità fino a portarsi a casa 40 punti. Ma la vera svolta arriva al ’45 minuto: nonostante la grinta della Hallewell, che pare aver deciso insieme alla Milles di sostare nella zona anelli in protezione della Boneless, il reparto battitori Corvonero non sembra lasciare scampo. La Harris al comando riesce con una manovra secca e studiata sul bolide a colpire con una certa forza il braccio destro della Hallewell causandone un immediato e pericoloso sbilanciamento che, tra i boati della folla, la vede precipitare tanto veloce quanto è veloce lo sfoderamento della bacchetta del professor Jenkins che ne impedisce lo spappolamento al suolo. Ma la partita non può interrompersi, ed è con un via libera del docente di volo che il tutto può riprendere. I Serpeverde si ritrovano con un giocatore titolare in meno e, quindi, una difesa monca per gli anelli che vedono susseguirsi le pluffe scagliate dalla Ross, da Pyrangelus e dalla Knight. Ma la vera differenza, quella che decreterà il vincitore ultimo, è data dal boccino. Un luccichio che la MacGillivray e la Cadwallader sono riuscite a scorgere più volte ma senza effettivamente raggiungerlo. Sarà la maggiore preparazione del cercatore Serpeverde, sarà che Jabari resta alle calcagna della MacGillivray con un ritmo serrato e aggressivo, ma quel boccino allo scattare del ’70 minuto viene racchiuso tra le dita della Serpeverde ponendo fine alla partita.
T: « senza offesa Emms ma una notte in infermeria non me la faccio manco se ci sei tu. » si lascia distrarre da DUNCAN, che gli fa spuntare un ghignetto. « cosa c’è, lo vuoi anche tu un bacetto Duncan? » sporgendosi un po’ in avanti con busto e con le labbra, in uno sbaciucchiamento mimato proprio da pagliaccio. « o te li risparmi per consolare Cheryl? » per sghignazzarsela allegramente.
N: « Oh sì lo vuole il bacetto » dice sfidandoli « e poi lo vuoi pure tu Theo, così vai a dire che hai baciato Cheryl » ecco che provoca.
D: Solleva l`indice della mano destra verso THEO quando sbaciucchia l`aria in sua direzione, ma poi arriva il commento di NIALL che si becca una rapida occhiata prima di tornare sul più piccolo. «Vuoi baciare me per baciare Cheryl?» per la proprietà transitiva, questa famosa. Ammicca pure, avvicinandosi un po`, che mica si tira indietro, soprattutto quando c`è da fare lo sbruffone.
T: « manco se chiudo gli occhi riesco ad immaginarmela, ti sento evaporare mazze e mazzoni da dieci metri di distanza. » con un’espressione un po’ disgustata e un po’ delusa, non si capisce bene. Forse alla proprietà transitiva un pochino ci credeva.
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mrpayneintheass · 3 years ago
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« qu–QUALCUNO E’ APPENA CREPATO NEL BAGNO DELLE FEMMINE. »
E che dire di Theodore l`affarista che tanto vorrebbe e si ritrova invece ad osservare la propria ombra allontanarsi così come accade anche a Nereus, Theresa e Maeve, mentre Mirtilla piange per i fatti suoi tirando su con il naso almeno nelle smorfie umane ormai perse. Filtro Ombreggiante, colui che se calpestato separa il mago o la strega dalla propria figura, lasciando una sensazione di abbandono e triste solitudine che resterà tale sino a che non si troverà soluzione. I quattro malcapitati noteranno subito di esser senza ombra così come sarà per loro difficile individuarla tra le altre, poiché l`ombra tenderà a scappare...un po` come Ruth, vittima anch`essa del suo scherzo dallo scarso humor. C`è una soluzione? Siamo ad Hogwarts, direbbe Nereus, una soluzione c`è sempre.
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mrpayneintheass · 3 years ago
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( 04.2 colazione | › tavolo serpe ) è sveglio da manco e un’ora ed è riuscito ad avvisare almeno una cinquantina di esseri (tra studenti, professori, fantasmi e quadri) che è il suo compleanno. Quindi nessuno dovrebbe stupirsi del suo arrivo a gamba tesa al tavolo serpe, di corsa fino a piantarsi a un millimetro dalla panca, con un ben urlato « TANTI AUGURI A MEEE– non è una giornata bellissima per essere me? ». Se le canta e se le suona da solo, arrivato probabilmente al primo punto in cui ha individuato un viso amico. « la risposta giusta è che è SEMPRE una giornata bellissima per essere me. »
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mrpayneintheass · 3 years ago
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indovina il mago
( la sera di mercoledì 12 a lionel sarà stato consegnato un biglietto per mezzo di un primino che serve la causa (...). la grafia è disordinata, incapace di proseguir dritta su una linea che possa esser chiamata tale - un po' scarabocchiata. ) caro sir gigio. sì, ho proprio scritto SIR GIGIO perché sono così sicuro della mia scelta che puoi anche togliermi un altro tentativo! la tua fastidiosina che si concia male è BI. la ragazza dell'altra sera, così non puoi dire che "bi" non basta. per il mio incantesimo ci accordiamo!!!!! theo ps se trovi il biglietto aperto il primino tocca farlo fuori. stai leggendo primino? lio ti viene a cercare.
[ La risposta si farà attendere fino alla mattinata del giorno successivo, arrivando al destinatario più o meno verso lo scadere dell'orario della colazione e sotto forma di un chartanimus con le sembianze di un draghetto svolazzante. Una volta aperto, la scrittura all'interno del biglietto si rivelerà spigolosa e con la tipica curvatura verso destra, decisamente di stampo maschile ma tutto sommato elegante. ] Quando vuoi tu, sgorbietto.                                                            LL
T: « allora pensavi che la tua amica » sempre lei, ha sostituito l’abusatissimo “ammioccugino” « non la scovavo? e invece. » indovina il mago se lo porta a casa lui, con una botta di culo stratosferica. « però va bene, okay, ci sta. sei proprio saggio– » si vede, nel modo in cui si blocca, che l’appellativo con cui concludere la frase ce l’ha appeso sulla punta della lingua. Lo lascia lì in sospeso, in una pausa piuttosto lunghina nella quale lo fissa dritto dritto negli occhi, e poi si perde a stiracchiare le labbra in un altro ghignettino formato mini. « ..Lio. » e diremmo che si è corretto.
L: « Ti sei salvato » tanto perché ci deve metter becco in qualche modo (...) non è un caso se il focus delle iridi scure si impiglia proprio nella capigliatura altrui — potrebbe essere per mero giudizio, scaturito dall`aria da pulcino spennacchiato del serpeverde junior, e magari è proprio ciò che vuole far credere, soprattutto dopo esser reduce di critiche aspre in fatto di outfit, quando invece non è niente del genere: è concentrazione. Quella che gli serve per figurarsi in testa l`esito che desidera ottenere, una pelata lucida e bella pulita, che culmina nella pronuncia netta di un « Caput Polito. » Deciso, sicuro, così come lo è il movimento con cui va a puntare l`apice del catalizzatore — o ci prova, almeno —, ora meglio impugnato nella destra, verso il cuoio capelluto della povera vittima, cercando di privarla del prezioso groviglio di riccioli. Qualora il misfatto dovesse riuscire, ecco che le labbra andrebbero ad arricciarsi all`insù, in un sorriso dall`insolita nota serafica. « Allora, che te ne pare? » Carezzevole, fintantoché osserva l`opera d`arte, ritraendo il braccio armato verso di sé, calmo e pacioso come un felino. « Ti offrirei uno specchio, ma mi pare che tu ce l`abbia già. » La capoccia glabra, sì, proprio quella. « Mi sono scordato di dirti una cosa, poi » quindici anni e una memoria che fa cilecca, prossimamente a radio Hogwarts « Non era Blythe la risposta giusta. » Sorpresa?
T: Lo lascia fare, bello comodo nella sua seduta e con questo sguardo carico di attesa e aspettative che si traduce in un unico e modesto ghignino abbastanza neutro. Lo stesso, immobile, che gli si pietrifica sul faccino lentigginoso non appena l’incantesimo viene articolato e la bacchetta finisce a puntargli la capoccia. Salato in questo limbo tra il sorriso morto cadaverico sulle labbra e il vago terrore negli occhi, ha ridotto la reattività a: zero. (...) « CHE COSA HAI FAAATTOOOH– » in un boato disperato che, finalmente, lo sblocca. Entrambe le mani salgono verso il capo in uno smanacciare goffo e confusionario, che però si ferma un attimo prima dell’impatto contro la nuova pelata che s’è guadagnato. « NO— non ce la faccio a toccarla, non ci riesco. TI SEI VENDUTO A MIA NONNA SEI ‘N’INFAMEEE » dubitiamo di un accordo Lionel-nonnaPayne, ma comunque. « DIMMI CHE TORNANO– dimmi che sono comunque più bello di te! » le priorità e il terrore. « come non era– COME NON ERA BLYTHE. mo’ pure bugiardo, ma incredibile. scusa eh, ce le aveva tutte. » il dramma nel dramma non può mica ignorarlo così. « MI VIENE DA PIANGERE. » non è molto credibile, è evidentemente incapace di versare una lacrima che sia una - ma, abbiamo detto, a lagnarsi ci riesce benissimo.
L: « Per tornare, dovrebbero » dovrebbero « Tornare » inizia, nel suo perverso modo di divertirsi che comprende addirittura una scelta ben congegnata di termini « Ma no. » Sicuramente non è più bello del sottoscritto. « Non metterla come fosse una perdita » che tanto non lo è mai stato. La calma placida con cui si esprime cozza con l`angoscia che arriva dall`altra parte, vittima ancora sottoposta all`interesse degli occhi d`ossidiana, il cui taglio risulta ristretto a causa del divertimento che ha bellamente piazzato in viso. « Non ho mai detto che avessi indovinato » e, per una volta, su qualcosa è onesto « Eri tu ad esserne convinto, tanto da giocarti tutte e due le possibilità che ti rimanevano. » Insomma, più che un dispetto — anche se non dubitiamo sia tale — la mette come fosse una lezione di vita. Mano a mano però le vibrazioni della risata si affievoliscono, lasciando dietro di sé nient`altro che l`accento straniero e un fluire più definito. « Basta che non mi sporchi il maglione ».
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