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Quando a dodici anni scoprii per la prima volta il termine “bisessuale” mi sentii meno sola. Il pensiero che effettivamente ci fosse qualcuno in grando di capirmi e provare sentimenti per entrambi i sessi oltre a me, fu qualcosa che mi stravolse completamente. E lo dicevo apertamente, non avevo paura di dire alle persone a me vicine che mi piacessero anche le ragazze. A quattorci anni, solo due anni dopo, la situazione si ribaltò. Commenti bifobici e omofobi mi fecero convincere che nessuno sarebbe stato in grado di accettarmi per ciò che sono. Sapevo che il mio orientamento sessuale avrebbe portato persone a me care ad allontarsi ed io non ero pronta a rimanere sola e alle eventuali critiche. Quindi non toccai più l’argomento con nessuno e feci passare quello come un periodo buio della preadolescenza. Lo scorso anno, dopo ben due anni, mi presi un cotta. Ma no, questa volta non era un ragazzo, bensì una ragazza. La cercavo con lo sguardo per i corridoi di scuola ed ogni volta che la trovavo tremavo e il cuore iniziava a battermi all’impazzata. Inizialmente ignoravo completamente il fatto che mi potesse piacere, poi iniziai a realizzare e a riempirmi di domande. L’infatuazione durò alcuni mesi, non fui contraccambiata ma non mi diedi neanche l’opportunità di provarci, ero troppo impegnata a reprimere i miei sentimenti. Quei pochi amici che avevo, avevo paura di deluderli e temevo si sarebbero allontanati da me, sebbene uno di loro sia gay e non credo proprio mi avrebbe voltato le spalle. Eppure avevo sviluppato questa bifobia interiorizzata, passavo momenti interminabili a piangere e ad autoconvincermi di essere etero, evitavo l’argomento con chiunque e non riuscivo a fantasticare su un mio eventuale coming-out senza pensare al peggio. Ancora ad oggi, dopo un anno, mi è difficile pensare ad una me apertamente bisessuale e felice, ho ancora tanta paura del pensiero altrui ma almeno durante questo mese, vorrei essere un po’ più fiera di me stessa. Buon pride month 🏳️🌈
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quest’estate vorrei passarla a
leggere
approfondire il femminismo & cultura in general
fare sport (nonostante io sia incapace)
disegnare
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non vedo l’ora di compiere diciassette anni solo per cantare daancing queeen young and sweet ooonly seeeventeeen
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a tredici anni vedevo tre (3) post scarsi di fr33da, un video di ****** e “sì, wow, sono femminista” mentre ora che mi sto informando come si deve da marzo, non mi sento ancora pronta a definirmi tale
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mi secca essere particolarmente sensibile su certi argomenti, ad esempio al momento mi sto sentendo malissimo per un semplice tweet
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sono privilegiata e dovrei essere più grata per ciò che ho perché non è scontato
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Vicente Romero Redondo (Spanish, b. 1956). Pastel on paper. 2016.
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mi sono presa una cotta per una ragazza ah shit, here we go again
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ho fatto presente una cosa a mia madre e credo ci sia rimasta male, mi sento una merda
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sento che tutti mi stiano guardando male e giudicando, voglio morire
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preso male che non c’è
più nessuno come te
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ok ho trovato dei blog cringessimi e non sapevo se ridere o piangere
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ho bisogno di amici ma pare che mi odino tutti
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ho passato una giornata a leggere il mio tema natale ed ora mi sto appassionando all’astrologia
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che cazzo augurate i “figli gay” a genitori omofobi che poi gli unici a rimetterci siamo noi, deficienti
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