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Tutte le cose che abbiamo dimenticato, chiedono aiuto nei nostri sogni.
(Elias Canetti)
🎨 Kazu Saitou
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I sognatori.
I mezzi pazzi.
Gli ubriachi.
I persi.
I poeti.
I musici.
Disegnatori.
Artisti.
I soli.
Quelli che han fatto pace con il buio
della notte. E dei pensieri.
Quelli che si tengono per loro le sconfitte
senza mai elemosinar perdono.
Quelli buffi. Goffi.
Che ogni tanto piangono e lo dicono.
Un poco sociopatici e per questo
affascinanti.
Quelli che han scoperto
di cosa è fatta la paura
e anche un po’ l’amore
e da quel giorno vivono meglio.
E da quel giorno hanno paura di far male.
Quelli che in una mattina qualunque
dopo aver bevuto un buon caffè
hanno deciso di sparire
di vivere
di incontrare la bellezza
di andare.
Perché così succede.
Quelli che han lasciato
il corrimano già da un pezzo
e non ricordano la strada dell’andata
figuriamoci quella del ritorno.
Padroni e schiavi della verità.
Loro.
Che certamente vi sorrideranno
dopo un: ciao come stai?
Loro, baciateli con cura.
Loro, abbracciateli più forte.
A. Faber
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“The people who believe they’ll be happy if they go and live somewhere else … learn it doesn’t work that way. Wherever you go, you take yourself with you.”
— Neil Gaiman
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“It is so hard to leave, until you leave. And then it is the easiest goddamned thing in the world.”
— John Green, Paper Towns
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Lo senti quel pungente profumo di freddo nell’aria,
il grigio negli occhi e quei lunghi tramonti?
È l’inverno che arriva.
Stephen Littleword
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Non importa con quanto scrupolo seguirai le indicazioni: avrai sempre l'impressione di aver perso qualcosa, la sensazione sprofondata sotto la tua pelle di non aver vissuto tutto. C'è quel sentimento di caduta nel cuore, per essere andato troppo in fretta nei momenti in cui avresti dovuto fare attenzione. Bè abituati a quella sensazione. È così che un giorno sentirai tutta la tua vita. È solo questione di abitudine. Niente di tutto ciò ha importanza. Ci stiamo solo scaldando
Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”
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Sacra di San Michele, Italy (by Giancarlo Monti)
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Direi che Carlos Ruiz Zafon è il mio autore preferito in assoluto. Più di Shakespeare, più di Bulgakov (sebbene abbia scritto il mio libro preferito), più di Zerocalcare, di Elizabeth George e di Camilla Lackberg.
Ricordo quando sono incappata per la prima volta in CRZ. Stavo visitando una mostra intitolata "Il silenzio assordante di Chernobyl", organizzata dall'associazione ai luoghi dell'abbandono. In fondo ad una scala, alzando la testa, c'era una frase: "il mondo non verrà distrutto da una bomba, come dicono i giornali. Ma da una risata, da un eccesso di banalità che trasformerà la realtà in una barzelletta di pessimo gusto".
Bam! Folgorata.
Quel Carlos Ruiz Zafon mi aveva colpita.
Qualche mese dopo mi sono presa una brutta bronchite, che ci stava mettendo molto a guarire. Non potevo uscire a divertirmi e volevo leggere qualcosa... Ho visto "Il prigioniero del cielo" e mi sono ricordata di quella frase che tanto mi aveva colpito. L'ho letto in due giorni, anche grazie ad una cura di cortisone che mi ha fatto passare la tosse ma mi ha fatto passare il sonno: per fare passare la prima notte insonne ho letto, e non mi sono più fermata.
Ho letto tutto d'un fiato gli altri volumi della serie del cimitero dei libri dimenticati, e in seguito anche Marina, e per circa un anno ho continuato a rileggerli in loop. Adoravo il suo modo di scrivere, la sua capacità di farti sentire parte di quella Barcellona così poco rassicurante ma al tempo stesso così affascinante: era come essere lì, con n Fermin, Daniel, Isabella, David, Alicia... Ho amato quei personaggi come se li avessi conosciuti davvero, sembravano godere di vita propria, come se da un momento all'altro dovessero uscire dai libri.
La morte di Zafon fu una doccia fredda, e ammetto di aver pianto dopo aver letto la notizia: il pensiero che non avrebbe più scritto nulla mi faceva stare davvero male
Per questo quando seppi che sarebbe uscita "La città di vapore" non stavo più nella pelle. Avevo segnato sul calendario la data di uscita, e l' ho acquistato il giorno stesso e finito entro sera. Che meraviglia ritrovare quei luoghi e alcuni dei personaggi che tanto avevo amato, e che bello rendersi conto che solo chi conosceva il suo universo letterario poteva capire quei racconti e trovarci un senso... Ciliegina sulla torta: la protagonista di uno di quei racconti ha il mio nome. È come se Zafon mi avesse fatto un piccolo regalo♥️
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Oggi sono incappata nel mio oroscopo semiserio. E niente, l'ho salvato, perché ci voglio credere. Voglio credere che forse presto le cose cominceranno a girare per il verso giusto. Di nuovo. Dopo tanto tempo. Finalmente.
Per aspera ad astra.
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Sono anni che non scrivo un blog. Una volta scrivere era la mia passione, ed ero anche brava. Con il tempo però ho smesso. Vuoi perché in questo mondo super accelerato non c'è più tempo per leggere né per scrivere, vuoi perché sembra che la fuori non ci sia nessuno ormai in grado di recepire quello che uno ha da dire, vuoi perché con il tempo mi sono chiusa in m stessa sempre di più, e quindi mi risultava molto difficile aprirmi, anche se solo in un blog. La vita però mi ha mostrato e dimostrato che questo non è il modo più sano di vivere, e quindi forza e coraggio...💪
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