laues Lüftchen nonchè brezza leggera, polsi magri e alcune disordinate geometrie interiori[[email protected]]
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"La mattina, quando me ne andavo dalla stanza del motel o dell'albergo dove avevamo fatto l'amore o forse no, dove forse avevamo soltanto dormito abbracciati, mi giravo e facevo una fotografia. Non mi riusciva mai. Avrei voluto fotografare i fantasmi dell'amore, le parole dette sottovoce, gli orgasmi, i nostri disordini, la nostra furia. Volevo anche fotografare quanto della nostra esistenza era rimasto su quei muri miserabili, su quei tappeti schiacciati dai passi degli altri, dentro quelle lenzuola bagnate dei nostri umori. Volevo capire, volevo imparare, volevo disperatamente sapere se c'è un modo – o se non c'è – di disegnare una stanza dove si possa trattenere l'esistenza. Tenere l'esistenza almeno per il fondo della camicia. Anche soltanto per un po'. Ormai mi sono convinto che è quasi impossibile. Ma forse non del tutto impossibile." Ettore Sottsass
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"Per fare una deriva, andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che sapete, ma in base a ciò che vedete intorno. Dovete essere straniati e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l'alto [...] Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari."
Théorie De La Dérive, Guy Debord
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"Le cose che non sappiamo di una persona sono quelle che la rendono umana, mi è venuto in mente tornando dai campi, e questo pensiero mi ha resa triste, ma triste in quel modo rassicurante che ha qualche volta la tristezza, quando ci dice bentornato in dodici lingue diverse." Un complicato atto d’amore, Miriam Toews
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"Yoli, ha detto lei, sto solo dicendo che le scuse non sono il fondamento della società civile. Va bene! ho detto io. D' accordo. Allora qual è il fondamento della società civile? Le biblioteche, ha detto Elf."
I miei piccoli dispiaceri, Miriam Toews
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“Il lavoro è la cosa più importante della mia vita. È superfluo chiedere cosa mi dia. Mi dà tutto. Mi consente di esprimermi, di comunicare con gli altri. Considerando la mia difficoltà nel parlare, senza il cinema avrei l’impressione di non esistere. Le altre cose a cui mi sarei potuto dedicare sono - nell’ordine - l’architettura e la pittura. A differenza della maggior parte dei miei coetanei, già da bambino non disegnavo pupazzetti ma portali, capitelli, piante di edifici assurdi; con il cartone costruivo quartieri di città e poi li dipingevo con colori accesi. Chissà, forse mia madre avrà pensato che fossi un bambino strano o un po’ deficiente. Mi sono sempre piaciuti i colori. Le rare volte in cui mi capita di sognare, faccio sogni a colori. Quello che mi colpisce per prima cosa in un viso sono i colori.”
Fare un film è per me vivere, Michelangelo Antonioni
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“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.” La luna e i falò, Cesare Pavese
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“Lavoro come un fabbro fino a tarda sera per dare al nostro amore un cancello, una ringhiera.” Cedi la strada agli alberi, Franco Arminio
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“La prima volta non fu quando ci spogliammo ma qualche giorno prima, mentre parlavi sotto un albero. Sentivo zone lontane del mio corpo che tornavano a casa.” Cedi la strada agli alberi, Franco Arminio
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“Ma l'amore, questa parola… Moralista Horacio, che hai paura delle passioni senza una ragione di acque profonde, turbato e intrattabile nella città dove l'amore si chiama con tutti i nomi di tutte le strade, di tutte le case, di tutti gli alloggi, di tutte le camere, di tutti i letti, di tutti i sogni, di tutti gli oblii o i ricordi. Amore mio, non ti amo per te o per me e nemmeno per tutti e due insieme, non ti amo perché il sangue mi chiama ad amarti, ti amo perché non sei mia, perché stai dalla parte opposta, là dove mi inviti a saltare e io non ne sono capace, perché nel più profondo del possesso non sei in me, non ti raggiungo, non vado oltre il tuo corpo, la tua risata, ci sono ore in cui il tuo amore per me è un tormento (come ti piace usare il verbo amare, con quanta banalità lo lasci cadere qui e là sui piatti e le lenzuola e gli autobus), mi tormenta il tuo amore che non mi serve da ponte perché un ponte non si regge da un solo lato, mai Wright o Le Corbusier faranno un ponte che poggi da una parte sola, e non guardarmi con quegli occhi da pulcino, per te l'operazione dell'amore è così semplice, guarirai prima di me e dire che mi ami come io non ti amo. Certo che guarirari, perchè vivi in salute, dopo di me ci sarà un altro, chiunque, e son cose che si cambiano come il reggipetto. Tanto triste sentire che il cinico Horacio vuole un amore passaporto, un amore valico, un amore chiave, un amore revolver, un amore che gli dia i mille occhi di Argo, l’ubiquità, il silenzio dal quale la musica è possibile, la radice con la quale si potrebbe incominciare a tessere una lingua. Ed è stupido perchè tutto questo dorme anche un po’ in te, dovresti unicamente immergerti in un bicchiere d’acqua come un fiore giapponese e a poco a poco comincerebbero a sbocciare i petali colorati, si gonfierebbero le forme rapprese, la bellezza crescerebbe. Dispensatrice d’infinito, io non so prendere, perdonami. Mi stai offrendo una mela e io ho lasciato i denti sul comodino. Stop, va bene così. Posso anche diventare volgare, pensa un po’. Pensaci davvero, perchè non è gratuito. ”
Il gioco del mondo, Julio Cortázar
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“Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.”
Gli inviti superflui, Dino Buzzati
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“Fa' che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine.”
Santa Lucia, Francesco De Gregori
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“Se sapessi disegnare, m’applicherei solamente a studiare la forma degli oggetti inanimati, - dissi con una certa perentorietà, perché volevo cambiar discorso e anche perché davvero un’inclinazione naturale mi porta a riconoscerei miei stati d’animo nell’immobile sofferenza delle cose”
Se una notte d’inverno un viaggiatore, Italo Calvino
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"Continuerò a scriverti con i miei occhi. Sempre." Frida Kahlo
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“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l'anno della crescita, ci vorrebbe l'anno dell'attenzione. Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato. Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.”
Cedi la strada agli alberi, Franco Arminio
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“I perdenti, come gli autodidatti, hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell’erudizione è riservato ai perdenti. Più cose uno sa, più le cose non gli sono andate per il verso giusto.” Umberto Eco
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"Ai ragazzi che vorrebbero diventare dei creativi, dico che è meglio fare i contadini. Non voglio prenderli in giro o dimostrarmi superiore a loro: desidero farli riflettere sul fatto che nella civiltà contadina c’è tanta di quella saggezza e spirito creativo da poter attingere positivamente per chissà ancora quanto tempo! Ma c’è di più: forse solo guardando lì, ad un saggezza oggi così sottotraccia ed anche disprezzata, possiamo salvare il pianeta e quindi anche noi stessi." Enzo Mari
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“I paesaggi danno forma alle nostre vite, formano il nostro carattere, definiscono la nostra condizione umana e se sei attento, acuisci la tua sensibilità nei loro confronti, scopri che hanno storie da raccontare e che sono molto più che semplici luoghi.”
Wim Wenders
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