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Ex Tenebris
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Cultura Gotica e Horror
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extenebrisonline · 3 years ago
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𝗣𝗢𝗟𝗔𝗥𝗢𝗜𝗗 - 𝗥𝗘𝗖𝗘𝗡𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 
Girato nel 2019, Polaroid è basato sull'omonimo cortometraggio del 2015, che ha spalancato al regista norvegese Lars Klevberg le porte dorate di Hollywood. 
𝗧𝗥𝗔𝗠𝗔 
Il film narra di un gruppo di amici che, dopo essere venuti in possesso di una splendida macchina fotografica Polaroid degli anni '70, si ritrovano perseguitati da una terribile maledizione: chiunque venga fotografato con quell'apparecchio è infatti destinato a morire nel giro di pochissimi giorni. Troveranno un modo per salvarsi la vita? 
𝗥𝗘𝗖𝗘𝗡𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 Fin troppo influenzati da precedenti pellicole quali - solo per citarne qualcuna - Final Destination, The Ring, Urban Legends e Jeepers Creepers, i contenuti proposti da Klevberg arrivano allo spettatore come un qualcosa che sa di visto e stravisto. I personaggi risultano appena abbozzati e incarnano tutti i cliché tipici dei teen horror statunitense: abbiamo la protagonista impacciata e la sua estroversa amica del cuore, l'innamorato non corrisposto, la festaiola, il bel tenebroso e la coppia di piccioncini mielosi. 
Nonostante questo, il film scorre abbastanza bene e mostra una trama che, a sprazzi, presenta una discreta dose di originalità. Interessanti e ben concepiti, ad esempio, i flashback che ricostruiscono l'origine della maledizione legata alla telecamera e ai suoi precedenti possessori. 
Di scarso livello sono, a mio avviso, l'interpretazione del cast e gli effetti speciali, succubi di una grafica computerizzata scadente che soffoca gli innumerevoli tentativi del regista di instillare paura e disagio nello spettatore. 
Un film commerciale, orientato a solleticare il palato di un pubblico di adolescenti o di persone alla ricerca di una pellicola senza troppe pretese, buona per trascorrere ottanta minuti di svago in compagnia degli amici. 
⭐⭐ 
#polaroid #recensione #klevberg #film #horror #filmhorror #teenhorror #orrore #cinema #extenebrisonline
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extenebrisonline · 3 years ago
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𝗜𝗢 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗟𝗘𝗚𝗚𝗘𝗡𝗗𝗔 - 𝗥𝗘𝗖𝗘𝗡𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 
Edito da @librimondadori, “Io sono leggenda” risale al 1954 ed è il capolavoro dello scrittore statunitense Richard Matheson. In questa opera, egli si slega dalla tendenza di incentrare la narrazione sulle mostruosità originate dalle creature dell'horror (vampiri, lupi mannari & co), per concentrarsi su quelle che invece scaturiscono dalla natura profonda dell'uomo e che si manifestano nella sua quotidianità. Non è un caso che Stephen King - specializzato nell'intessere storie che vedono per protagonisti personaggi spaventosi nella loro ordinarietà - lo consideri il romanzo che maggiormente ha influenzato la sua produzione. 
Pur nella sua brevità, "Io sono leggenda" è un libro capace di attanagliare e sconvolgere. Con uno stile pulito e privo di orpelli, Matheson riesce a connettere il romanzo post-apocalittico con l'horror più nero: il risultato è un'opera intensa, disturbante, terrificante; non tanto per la presenza di scene violente o di creature assetate di sangue, quanto per la condizione psicologica in cui versa il protagonista per tutta la durata del testo. 
I pensieri di Robert colpiscono con la violenza di un pugno, perché attraverso di essi veniamo messi di fronte alla nostra natura di uomini, che spesso neghiamo persino a noi stessi. Siamo costretti a riflettere su tematiche esistenziali quali la perdita di coloro che amiamo, la solitudine, la giustizia, la fiducia tradita e la necessità di credere in qualcosa che trascenda la mera esistenza carnale. Veniamo messi a confronto con i nostri timori ancestrali, che sono il frutto di migliaia di anni di evoluzione e che pertanto riescono a toccare corde ben più profonde di quelle sfiorate dalle creature dell’immaginario orrorifico. In quest'ottica, i vampiri che attorniano Robert diventano ombre sfocate, puri espedienti che costringono il protagonista (e di conseguenza, il lettore) a riflettere sui veri mostri: quelli capaci di divorarti da dentro. 
Ottima la traduzione di @giovannascocchera, che regala alla storia un ritmo serrato, più claustrofobico e fluido rispetto a quello delle precedenti edizioni. 
In una parola: imperdibile.  
⭐⭐⭐⭐⭐ 
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extenebrisonline · 3 years ago
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𝗟𝗔 𝗗𝗢𝗡𝗡𝗔 𝗖𝗢𝗡 𝗟'𝗔𝗕𝗜𝗧𝗢 𝗡𝗘𝗥𝗢 - 𝗥𝗘𝗖𝗘𝗡𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 
Scritto da Alberica Sveva Simeone e pubblicato da @darkabyss.edizioni, "La donna con l'abito nero" è un romanzo che mischia sapientemente l'horror italiano con la mitologia norrena: il risultato è un'opera piacevolissima, che si divora nel giro di poche ore. 
L'autrice riesce ad ammaliare il lettore con uno stile pulito, semplice e allo stesso tempo elegante. Molto piacevoli sono i riferimenti ai miti degli antichi Vichinghi, alle fiabe dei Grimm - Biancaneve, Hansel e Gretel - e al romanzo "il meraviglioso Mago di Oz", che si rivelano fondamentali per alimentare il mistero che avvolge l'antagonista, una misteriosa donna vestita di nero che da anni avvelena le vite degli abitanti del condomino in cui è ambientata l'intera vicenda. I 41 capitoli che compongono il libro si susseguono rapidi, incisivi e taglienti come colpi di mitra: l'autrice riesce nel difficile compito di mantenere la tensione alle stelle per tutta la durata del testo, incastrando con abilità le vicende dei personaggi e del protagonista - Matteo Gori, trasferitosi nel condominio sopracitato a seguito di una dolorosa separazione. 
Cruenti omicidi si alternano a momenti di malinconia e tenerezza, ma anche ad approfondimenti di temi profondi quali amore per i figli, tradimento e rimpianto. Spesso ci si sente coinvolti da alcune scelte dei personaggi che, seppur esecrabili, spingono a domandarsi: fino a che punto potremmo spingerci per salvare le persone che amiamo? In conclusione, "La donna con l'abito nero" è un romanzo che mi sento di consigliare a tutti gli amanti dell'horror, specie a coloro che desiderano rimanere costantemente aggiornati sui nuovi talenti del panorama italiano: Alberica Sveva Simeone è senza dubbio uno di questi. 
Non perdetevelo! 
⭐⭐⭐⭐ 
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𝗖𝗵𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗮𝗰𝗰𝗼𝗽𝗽𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗵𝗼𝗿𝗿𝗼𝗿/𝗺𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 𝗻𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝗮? Scrivetemelo nei commenti! 
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extenebrisonline · 3 years ago
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𝗟'𝗔𝗟𝗕𝗘𝗥𝗚𝗢 𝗗𝗘𝗜 𝗦𝗨𝗜𝗖𝗜𝗗𝗜 
L'Hotel del Salto è conosciuto come uno dei luoghi più infestati della Colombia. Posto di fronte alle meravigliose cascate del Tequendama, fu progettato dal celebre architetto Carlos Tapias nel 1923 ed entrò in funzione nel 1928, sul finire di quelli che la Storia ricorda come gli "Anni Ruggenti". Nella lingua dei Muisca - i nativi del posto - Tequendama significa letteralmente "Il luogo da cui si precipita". 
Centinaia furono infatti gli indigeni che, all'epoca dei Conquistadores, decisero di lanciarsi dalla cascata, preferendo una morte pressoché certa alle crudeltà senza limiti degli invasori spagnoli. Ciò renderebbe, secondo le credenze locali, l'intero territorio vittima di una terribile maledizione. 
Svariati sono i visitatori che, nel corso degli anni, hanno testimoniato di aver udito - seminascosti dallo scroscio dell'acqua - lamenti, pianti, urla, e bisbigli in un lingua sconosciuta. Dall'apertura dell'hotel furono decine gli ospiti e i visitatori che misero alla propria esistenza lanciandosi dal precipizio che si affaccia sulle acque verdi del fiume Bogotá. 
L'albergo fu inoltre sede di numerosi incidenti mortali e di svariati episodi di cronaca nera: su tutti, il brutale omicidio di una giovane ereditiera da parte di uno degli ospiti che, non soddisfatto, pensò bene di imbrattare le pareti della scena del crimine con il sangue della povera vittima. Una volta arrestato l'uomo cercò di giustificarsi, affermando di non aver agito consapevolmente: erano state le energie oscure del posto ad indurlo a commettere l'orrendo delitto. 
L'hotel cessò la propria attività nel 1990 e rimase abbandonato fino al 2013, quando lo Stato colombiano decise di adibirlo a museo. Ancora oggi, però, girano voci riguardo ad apparizioni che si verificherebbero all'interno di esso dopo il tramonto; su tutte, quella dell'ereditiera: si dice possa essere vista di notte, mentre sbircia dalla finestra della stanza in cui è stata uccisa. 
Avete mai visitato un luogo infestato?Ditemelo nei commenti! 
𝗟𝗘𝗧𝗧𝗨𝗥𝗔 𝗖𝗢𝗡𝗦𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔𝗧𝗔:
Se siete appassionati/e di storie di fantasmi, non perdetevi lo splendido Atlante dei luoghi infestati, scritto da Giulio d’Antona ed edito Bompiani: qui vengono trattati cinquanta fra i luoghi più spaventosi del pianeta e raccontate le storie maledette degli spiriti che li infestano. Potete acquistarlo a questo link
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extenebrisonline · 3 years ago
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𝗖𝗟𝗜𝗩𝗘 𝗕𝗔𝗥𝗞𝗘𝗥 - 𝗦𝗖𝗛𝗜𝗔𝗩𝗜 𝗗𝗘𝗟𝗟'𝗜𝗡𝗙𝗘𝗥𝗡𝗢 Pubblicato nel 1986, "Schiavi dell'inferno" è la prima novella del dittico legato alla celeberrima serie cinematografica 𝘏𝘦𝘭𝘭𝘳𝘢𝘪𝘴𝘦𝘳; in Italia è pubblicato da Independent Legions. 
Composto da poco meno di duecento pagine racconta la storia di Frank, insaziabile edonista che, al fine di sperimentare nuove forme di godimento, si mette alla ricerca della Scatola di Lemarchand, un manufatto che permetterebbe di connettersi a una dimensione parallela stillante sensazioni di estremo piacere. Dopo averlo trovato, Frank utilizza la Scatola per spalancare un portale; tuttavia - purtroppo per lui - le cose non vanno esattamente come si era aspettato. 
Conciso, asciutto e spietato, lo stile di Barker ci catapulta in una novella che trasuda sangue, tensione e situazioni che si pongono ben aldilà del confine che scinde la lucidità dalla pura follia. I capitoli si rincorrono nella frenesia più totale, dispensando scene ricolme di espliciti riferimenti al sadomasochismo (uncini, catene, aghi e chi più ne ha più ne metta), creature demoniache e relazioni disfunzionali. 
Come spesso succede nelle sue opere, Barker non indugia nell'inserire dettagliatissimi spargimenti di sangue, che molto richiamano alla memoria i racconti contenuti nelle antologie I Libri di Sangue e che rendono il libro estremamente appetibile agli appassionati dell'horror più estremo. Il libro è scritto benissimo: l'autore si rivela un vero maestro nel tenere il lettore incollato alla pagina, soprattutto grazie allo stile diretto e cinematografico; talvolta, però, la trama risulta prevedibile e i personaggi sono infarciti di caratteristiche stereotipate, poco realistiche e contraddittorie. 
Ne consiglio comunque la lettura, specialmente a chi è alla ricerca di un'opera che, pur risultando poco impegnativa, sia in grado di offrire qualche ora di "sano" intrattenimento. Se amate le storie sanguinolente, compratelo: vi divertirete un sacco! 
⭐⭐⭐⭐
𝗟𝗜𝗡𝗞 𝗣𝗘𝗥 𝗟'𝗔𝗖𝗤𝗨𝗜𝗦𝗧𝗢: https://amzn.to/3zpIuvY 
E voi, avete mai visto i film della saga Hellraiser? Avete letto anche i libri? Che cosa ne pensate? Scrivetemelo nei commenti!
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extenebrisonline · 3 years ago
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𝗠𝗘𝗥𝗖𝗬 𝗕𝗥𝗢𝗪𝗡: 𝗜𝗟 𝗣𝗥𝗜𝗠𝗢 𝗩𝗔𝗠𝗣𝗜𝗥𝗢 𝗔𝗠𝗘𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗢 
Chissà che cosa passò nella mente degli uomini che il 17/03/1892 varcarono la soglia del cimitero di Exeter, Rhode Island, con l'obiettivo di esumare i corpi di Olive, Elize e Mercy Brown. Immagino che fossero terrorizzati, seppur motivati dalla fede cristiana che li aveva spinti fin lì; in fondo, dal loro punto di vista, l' abominevole azione che erano in procinto di compiere serviva a salvare una vita: quella di Edwin, figlio di Olive e fratello di Elize e Mercy. 
Egli era da tempo malato di tisi, la stessa patologia che, nel giro di una manciata di anni, si era portata via entrambe le sorelle e la madre. La coincidenza non era passata inosservata ai membri della piccola comunità di Exeter, che in essa avevano scorto lo zampino del Male. La convinzione che una delle tre defunte, sotto forma di vampiro, si fosse presa la briga di spargere il morbo all'interno dell'onesta famiglia dei Brown, era finita col diventare una tetra certezza. Così, dopo non poche pressioni, George Brown, padre di Edwin, aveva autorizzato l'esumazione delle defunte. 
La macabra operazione era avvenuta sotto gli occhi degli abitanti e del medico del paese. I corpi di Olive e di Elize presentavano tutti i segni tipici della decomposizione: furono così rapidamente riposti nel luogo da cui erano stati strappati. Quello di Mercy, però, appariva fin troppo ben conservato; le unghie e i capelli erano cresciuti e, particolare agghiacciante, l'area intorno alla bocca presentava evidenti tracce di sangue. 
Oggi la scienza può spiegare tutti questi fenomeni senza necessariamente associarli al paranormale ma, agli occhi degli abitanti di Exeter, la salma di Mercy dovette rappresentare un'inequivocabile conferma di ciò che già sospettavano. Procedettero quindi a ficcarle un paletto nel petto, le asportarono il cuore ed il fegato e, dopo averli ridotti in cenere, li mescolarono a un tonico che avrebbe dovuto guarire il povero Edwin. 
Il tonico naturalmente non funzionò: Edwin si spense a distanza di poche settimane. Ma il mito di Mercy Brown, primo vampiro d'America, permane fino ai giorni nostri. 
Art by Carlyn Beccia
𝗦𝗲 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘁𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗲 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗲 𝗶𝗻𝗾𝘂𝗶𝗲𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗺𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗶 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗢𝘁𝘁𝗼𝗰𝗲𝗻𝘁𝗼, 𝗽𝗼𝘁𝗲𝘁𝗲 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗜 𝗠𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗙𝗮𝗿 𝗪𝗲𝘀𝘁, 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝘁𝗲 𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗹𝗶𝗻𝗸: https://amzn.to/3Qd9yFr
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extenebrisonline · 3 years ago
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𝗟𝗔 𝗔𝗕𝗨𝗘𝗟𝗔 - 𝗥𝗘𝗖𝗘𝗡𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 
La Abuela è un film che mette in risalto gli orrori legati al decadimento fisico conseguente all'avanzare degli anni e, mescolandoli ad elementi sovrannaturali e a una consistente dose di suspense, se ne serve per creare un film che potremmo definire un mix tra il drammatico, l'horror e il thriller psicologico. 
𝗧𝗥𝗔𝗠𝗔 
Paco Plaza, già regista dell'acclamato film horror "REC", ci offre una pellicola incentrata sul rapporto tra l'orfana Susana - modella spagnola ventiquattrenne emigrata a Parigi - e la nonna Pilar, ottantacinquenne appena sopravvissuta ad un ictus che l'ha resa incapace di parlare e di svolgere funzioni basilari quali nutrirsi ed espletare i propri bisogni fisiologici in autonomia. Rifiutandosi di relegare la nonna che l'ha cresciuta in una casa di riposo, Susana si trasferisce da lei nell'attesa di trovare una badante che la accudisca. Nel giro di poco, però, in casa cominciano ad accadere fatti a dir poco inquietanti che, uniti ad un atteggiamento della nonna via via sempre più ostile, trascinano la povera Susana in un vero e proprio incubo. 
𝗥𝗘𝗖𝗘𝗡𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 Il film, dalla durata di circa 100 minuti, è ambientato totalmente nella casa di Pilar, fatta eccezione per alcune, sporadiche, riprese all'aperto che ritraggono Susana in completa solitudine. L'atmosfera è cupa, a tratti claustrofobica e angosciante; tuttavia, per gran parte del tempo, ho avuto l'impressione che il film non riuscisse a prendere il volo. Troppi i momenti di calma piatta, che ho interpretato come un malriuscito tentativo di creare suspense da parte del regista: più volte mi sono chiesto quanto mancasse alla fine del film. Estremamente prevedibile l'evolversi della storia e troppo scontato il finale, che ho intuito già nei dieci minuti iniziali. Da segnalare comunque l'interpretazione dell'anziana attrice Vera Valdez che, nel ruolo della nonna, ci regala una prestazione magistrale pur senza servirsi del linguaggio parlato. Si potrebbe dire che il film si regge totalmente sulle sue spalle. 
⭐⭐
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extenebrisonline · 3 years ago
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Capolavoro assoluto della letteratura gotica, Dracula è uno di quelle rare opere che riescono a stravolgere i dettami del loro tempo per crearne dei nuovi, più efficienti e duraturi. Basato su approfondite ricerche di carattere storico e folkloristico, racconta la storia di Jonathan Harker e di altri sei personaggi alle prese con una creatura tanto misteriosa quanto malvagia: il Conte Dracula. 
Ispirato dalla figura realmente esistita di Vlad III, voivoda di Valacchia detto Tepes - Impalatore - per la sua abitudine di impalare i dissidenti e i nemici, Dracula racchiude in sé quell'essenza crudele e sensuale che è propria del vampiro, già affrontata in passato da autori come Le Fanu e Polidori senza però quel piglio scientifico e storico che caratterizza il lavoro di Stoker. Nell'opera non mancano infatti citazioni alle teorie scientifiche dell'epoca, con diversi riferimenti ad autorità mediche dell'Ottocento quali, ad esempio, Charcot e Lombroso. Fondamentale ai fini della trama è anche il ruolo dell'ipnotismo, tecnica derivata dagli studi settecenteschi di Mesmer. 
La storia è raccontata attraverso l'inusuale tecnica del romanzo epistolare, che viene gestita magistralmente: gli incastri sono perfetti e le diverse voci narranti attanagliano il lettore in un crescente vortice di tensione. Fondamentale è il ruolo delle descrizioni, concepite da Stoker per regalare a chi legge un costante senso di mistero e di suspense. Splendide descrizioni dei paesaggi naturalistici della Transilvania si alternano a scrupolosi ritratti degli ambienti legati alla quotidianità vissuta dall’alta borghesia che popolava l’Inghilterra vittoriana. Il risultato è un atmosfera cupa, sinistra, terribilmente magnetica. 
Ogni personaggio, pur non essendo descritto dal punto di vista somatico, è caratterizzato nei minimi dettagli ed ha una propria voce che lo distingue in maniera netta e inequivocabile dagli altri: l’esempio tipico è quello del medico Abraham Van Helsing che, da straniero, si esprime in un linguaggio spesso sgrammaticato. Un romanzo che tutti gli appassionati di horror dovrebbero leggere almeno una volta nella vita. 
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