Scorpio *artist* "Pensieri indotti da un'anima ammaccata, dispersa nei suoi turbolenti scontri emotivi tra ragione e sentimento."
Don't wanna be here? Send us removal request.
Text
Poco prima dello schianto
a due dita
dal conato
tasto le pareti morbide
di materasso e doghe
dove anche un rivolo di luce
trova commovente
le ciglia nere
dei tuoi occhi chiusi
linee arabesche
sotto gli aranceti.
Poco prima del silenzio
a due passi dal fiume
ho lasciato le mie redini
ho chiuso anch'io i miei occhi
perché non serve mettere in fila
giorni e mesi
per far coincidere un destino.
Mi sono sporta troppo
nel riflesso
d'una metafora
che non sono io.
4 notes
·
View notes
Text
Basta solo una parola sbagliata detta dalla persona giusta per distruggere l'autostima di qualcuno.
157 notes
·
View notes
Text
Ceruleo
Mi prende per mano
mi promette infinito
un funambolo in bilico
tra cielo
e mare,
poetica rassegnazione
designa spiraglio oltre il dolore
lascia che il caos entri
che nel caos mi ritrovi,
crepata
non aggiustata
ma degna di tanto infinito splendore
da ballare come venere
piena di stracci
e negli occhi ancora amore:
Perché vi ho perdonato
perché ho perdonato tutti.
1 note
·
View note
Text
Si riparte
riavvolgi questo nastro
riavvolgi le promesse
e dimentica,
scorda tutte le poesie
tutta la musica
Smarrisci i lineamenti,
le linee tratteggiate
di naso
Bocca
Occhi,
bevi caffè amaro
e tutto il mare che mi hai dato.
Dimentica le notti insonni
le risate convulse
le fossette sulle guance
la mia timidezza
la sabbia di questa stagione
e di quella precedente.
Siamo inciampati nell'irreale
ma non devi disperare
non devi
perché fa sempre più freddo
e la pioggia copre
dissolve
annacqua questo bicchiere
ma tu non piovere
non per me
che sono parentesi confusa.
Ricorda di un domani mai nato
credi nella magia di un incontro,
di un sorriso che non sarà il mio
e non sarà il tuo.
Ma tu
solo tu
Credi,
credi a questo Dio
che unisce
per dividere
ma ci lascia interpretare:
l'idea che ho di te,
un'idea
tradotta male.
1 note
·
View note
Text
Dammi la mano
Se credi nel buio
e nell'oblio ti perdo.
Dammi il peso di un'incertezza
divenuta bandiera
cullata dal vento.
Asciugati le lacrime
è San Lorenzo,
ti ho visto nudo in una notte d'agosto,
scintilla che riga il buio,
sfreccia dritta
consuma nell'universo.
Ma alla fine di te,
mi rimangono le mani addosso,
I barattoli della bormioli
e quel tuo cappotto rotto,
la marmellata all'ananas
che preparavi tu,
e tutto quel
terribile
Inesprimibile
Blu.
2 notes
·
View notes
Text
Miccia per errore
Per scelta ardo,
Mi accendi
mi spegni
Mi butti alcol.
Sei il piromane
delle speranze perse,
che poi sono mie,
solo mie.
Sempre mie.
0 notes
Text
Siamo soli
ad albeggiare
3 notes
·
View notes
Text
In un sorriso che non sei
In un profumo uguale
Rivedo
Un frammento di eternità
Destinata a ripetersi,
Nella smorfia arruffata
Saccente
Ci siamo noi
A casa tua,
Ci sono tutti gli anni
Che pesano
Ci sono quei "resta"
Che non restano.
C'è il bisogno irriverente
Di tornare,
Di ritornare.
Ma ritornare da chi?
Da te che, ormai, non esisti
Da me che ormai non ci sono
Dove devo tornare?
9 notes
·
View notes
Text
“La solitudine non è l’essere soli.La solitudine è non avere accanto chi si vuole.”
— rm-vincent
412 notes
·
View notes
Text
Onde nere
gravide di schiume
smarrisco qualcosa
qualcosa ritrovo,
un lembo di pace
mi avvolge le spalle
mi faccio faro
mi tremano le gambe.
Ovunque tu sia
ti dedico
lo sciacquio del mio silenzio,
l'eterna pace di questo momento.
1 note
·
View note
Text
317 notes
·
View notes
Text
Mi hai detto
che aspettare non aveva più senso
che il cielo anche se lo stesso
pesava sul tuo capo
e non se ne trovava il filo:
Arianna l'ha smarrito
o ci ha legato le stelle,
ed ogni notte ti raggomitolavi
sulla soglia del niente.
Ma non ti accorgi
che il filo dorato
per uscire da me
te lo consegnai io
a mio malgrado,
a mio discapito,
ti diedi l'arma migliore per evadere
ma ebbi quella speranza banale
che in fondo
saresti tornato a casa
magari prima di cena.
Che saresti potuto essere
e invece non fosti mai.
1 note
·
View note
Text
Linea continua
se l'orizzonte perdo
e questo cielo
di grigio pastello
tiene in grembo
scogli
fa fluttuare vele
e tutto si fonde
sull'equilibrio
precario
di una retta che non percepisco
di un confine non tracciato.
A me non so se affascina
o fa spavento,
ma se fossi stato lì
ti avrei detto:
"Così annego".
2 notes
·
View notes
Text
Leggerezza è sofferenza
e me lo chiedi con gli occhi
stringendo le mani
la plastica scotta
sa di estate
il tavolo cigola
una musica lontana dichiara l'inizio della conclusione
ma noi sappiamo che alla fine la fine non esiste
sappiamo che di noi
tutte quelle sedie non avranno memoria
e che la musica è appena finita
e che settembre fa paura
ma dammi un giorno in più
per respirare ancora,
restituiscimi quel caleidoscopico momento
vetro screziato
che non sa accettare o compiacere una realtà all'infuori del sogno,
un luogo in cui non esisti.
Sorridi beffardo
col tempo di spalle
venere sulle guance
e giove negli occhi
leggerezza della fine
curiosità di confine,
il tatto è ruvido
la mano è pesante
tu prendi e dai
cedi e rifiuti:
Sei una camera iperbarica
di pensieri
cuciti su misura per non essere svelati,
ma quando tento
di sfiorarti le pareti
sento così tanta preghiera
che mi inviti a pregare
per questo Dio che non sappiamo chiamare.
1 note
·
View note
Text
Siamo nati dalla concava coincidenza
di due mani
In una stagione che non promette pioggia,
ma vorresti del vino
mentre Io chiedo acqua
e non ti rendi conto
che alla fine
tutto quel di cui abbiamo bisogno
non è dell'annata
ma della bellezza
asimmetrica dello schianto
di una danza sul pavimento,
autostrade veloci
sulle guance
che portano al mare.
Amore,
io non so tramutare l'acqua in vino
ma se lasci che il cielo ci pianga addosso
so lasciarti bere.
3 notes
·
View notes
Text
Quando a Londra rubarono tutti i suoi gioielli, Sophia Loren, affranta e disperata, si sedette sul suo letto, guardando il comò. Vittorio De Sica, che le era seduto accanto, le disse: «Donna Sofì! Ma non sprecare le tue lacrime che siamo due napoletani nati nella povertà. I soldi vanno e vengono. Pensa quanti ne perdo io al casinò…». Lei gli rispose: «Che dici, Vittò… Nun aje capito. Quei gioielli erano parte di me!». Allora lui, guardandola con tenerezza, le disse: «Sofì, stamm a sentì: non piangere mai per qualcosa che non possa piangere per te.»
184 notes
·
View notes