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Comunque io penso che non siamo stati un bel miraggio ma nemmeno una così tale triste realtà.
E ci sono volte in cui, sono capace di percorrere anni luce in una sola notte. Ed è strano.
E sai una cosa? Io non sono il tipo che si sente o spera di essere l'anima gemella di un’altra persona.
Non sono il tipo che urla amore fuori senza averne dentro. E sappi che non voglio ingannarti: ne col silenzio ne con parole false. E vabbhe, lo sai, non mi perdo nei letti di chiunque.
Non so cosa siamo o siamo state, qualcosa comunque siamo. E questo lo so.
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Ogni tanto un bel vaffanculo ci vuole.
A chi non ha capito ancora come siamo, a chi ci chiede tempo e poi non sa che farne, a chi rimane fermo lì, nel mezzo. A chi doveva chiederci di restare e poi non ce l’ha chiesto. Ai gatti neri che non ci sono più e agli inotipisti che non so che cosa sono ma vaffanculo pure a loro. Alle canzoni che tanto prima o poi finiscono e ai pensieri sbagliati, che invece non finiscono mai. A chi sa di ferire e ferisce. Alla vita. Al tempo. Alla notte che non passa. All’amico che ti chiede come va e quando gli rispondi bene, lui ci crede. A chi non chiude gli occhi quando ascolta il mare, quando abbraccia forte, o quando balla un lento. A quella sete di dolcezza che non mi passa mai e mi respira dentro. Alla paura che mi ritrova sempre. A chi non chiede scusa, e a chi non dice mai: mi manchi. Ai sognatori come me, che di sognare sono stanchi. Ogni tanto un bel vaffanculo ci vuole. Proprio lì, messo al posto di mille parole. Come il silenzio, o la bellezza. Come l’amore. Il sorriso. La calma. Il coraggio La pioggia, o il sole. Ogni tanto con il cuore.... un bel vaffanculo ci vuole.
Andrew Faber
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Potrei chiedere e togliermi ogni dubbio.
Eppure non lo faccio. Preferisco cercarti in ogni donna, capire poco alla volta, trovare quelle risposte che forse sarebbe stato più emozionante ricevere da te.
Un pensiero a te piccola mia.
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A volte mi stai stretta.
Mi chiedo se troverò mai una città migliore, più bella o più emozionate. Una città all’altezza dei sogni che ho.
E così, ti perdo. Forse scelgo anche di perderti. Sono con te ma mi allontano.
La monotonia comincia a farti passare inosservata, meno attraente.
Comincio a pensare che ce la farei anche lontano da te. Mi convinco di potercela fare, ma non solo, scopro che ce la faccio.
Non ho bisogno di te.
Il punto è che non si sa perché, ti ritrovo.
E ti rivoglio.
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C’è una cosa che faccio solamente davanti a chi amo. Mi “amminsiglio”.
Quando mi sono resa conto di averlo fatto con te non ho più avuto alcun dubbio.
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Se andata via e non avrei mai voluto. Un po’ per egoismo un po’ per preoccupazione.
Ma adesso, adesso preferirei che non tornassi. Perché sto meglio se so che non sei intorno.
Preferirei che non ti nominasse. Perché le mie nausee diminuiscono quando il tuo nome non si sente per un intero giorno.
Preferirei che non esistessi. Perché la mia vita era perfetta prima di conoscerti.
Preferirei che fossi forte. Ma se hai paura cercami, ti vengo a prendere al confine.
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Ho ascoltato i tuoi silenzi quando il mondo ti stava crollando addosso.
Ho conosciuto i tuoi mostri e li ho presi a braccetto quando era palese che la tua volontà fosse scomparire per sempre.
Ho parlato di fiori pur non sapendone un accidenti.
Ho cercato di imparare le tue lezioni trovandomi però a non capirne nulla.
Ho avvertito la tua rabbia ma mai una volta ho avuto voglia di scappare.
Ho immaginato la tua storia e mi son sentita fragile insieme a te.
Ho corso su per delle scale guardandomi le spalle sperando che mi seguissi.
Ho guardato, a volte sopportato, spesso desiderato. E ti ho amata.
Amo terribilmente il modo in cui io mi perda nei tuoi occhi, spenti, distanti, delusi.
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““Ogni scrittore parla di sè, se è bravo, ti illude che parli di te.””
— @katybimbaswag
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“Ho sempre avuto un grande difetto: la noia. Mi sono sempre annoiato per tutto: le cose, i luoghi, persino le persone. Mi sono allontanato da un sacco di persone per noia, perché sono sempre stato del parere che chi doveva starmi vicino doveva arricchirmi, riempirmi, sconvolgermi il cervello e l'anima. Ho sempre amato le cose inaspettate, le persone diverse, o uguali a me che mi incendiano la testa in qualche modo. Ho odiato il mio carattere tante volte, perché per colpa sua ho mandato via bellissime persone, e la scusa del “sono fatto così” non può reggere sempre. Allora vi dico che vivo la vita per incendiarmi e voglio accanto persone che mi incendiano. Mi annoia tutto, tranne il fuoco.”
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Ti ho trovato bellissima la prima volta che ti ho vista.
E ti ho trovato ancora più bella la seconda. Così come la volta che abbiamo passeggiato insieme.
Per quanto abbia cercato di nasconderlo, si vedeva che ci avevo messo tanto a prepararmi.
E ho fatto caso a quei minuscoli dettagli che forse nessun’altra avrebbe saputo cogliere.
E che dire della terza volta?
Sicuramente avrai pensato che stessi ridendo di ciò che ci raccontavamo.
Ma io ridevo di noi o meglio di me. Perché mentre cercavo di rendermi perfetta ai tuoi occhi avrei voluto tempestarti di domande. Domande del tipo:
Hai mai la febbre?
Quando tempo dedichi allo studio?
Quando piangi urli? E hai occhi gonfi?
Ma lo sai quanto sei bella?
Dove vai per cercare un po’ di pace? E quando non ce la fai più?
E poi, ti tocchi mai da sola?
(Si, da sola, con quelle mani splendide che hai...)
E vedi ancora quelle troie? E se anche lo facessi, posso far parte della tua vita? Posso essere l’abbraccio di cui hai bisogno?
Da ubriaca ti addormenti o inizi a ridere come una pazza?
E quante pizze o kebab devi mangiare prima di essere sazia?
Parli con chiunque di queste cose come stai facendo ora con me?
Mi facevo queste domande e ti osservavo.
Mentre ero lì a raccontarti del mio passato e tu del tuo mi chiedevo : ma perché quando ci si incontra si deve fingere a tutti i costi di essere forti, disinteressati e schifosamente normali?
Ti ho detto spesso “ non mi devi niente” “vai dove vuoi” “divertiti con chi vuoi” , quando invece avrei voluto dirti “ se vuoi prendo sei mesi di ferie, ma ti prego, non te ne andare, portami con te”
E adesso ho detto “ora vado, è tardi devo andare a letto ed sarà meglio che tu stia sola adesso. Scusami se non sono brava a starti vicino, devo imparare ancora un sacco di cose... ” ma avrei voluto dire “ vorrei dormirti addosso, imparerò tutto sta notte e lo farò per te.”
Perché la verità è che andando ti ho detto “sei bella così..”
Ma avrei voluto che tu avessi sentito “ Che dirti? Quando sorridi, tiri giù tutto: il sole, la luna, le stelle... il mio stomaco. Non sei bella, sei POESIA!”
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