•Inside was one of the saddest, loneliest, most fucked up human beings I'd ever met.•
Don't wanna be here? Send us removal request.
Text
ti ho amato così tanto e così profondamente che non so più vivere senza potertelo dire.
0 notes
Text
il lieto fine non esiste.
0 notes
Text
le avevano sempre detto che aveva un cuore grande e, in fondo, ci credeva.
cosa non le avevano detto però, è che un cuore grande quando si rompe, fa molto più rumore di un cuore normale.
l'aveva sentito spezzarsi in tanti piccoli pezzi.
le era già successo, ma aveva trovato qualcuno in grado di praticare l'arte del kintusgi e così, ogni pezzo era tornato al suo posto ancora meglio di prima.
non si aspettava che sarebbe stata proprio quella persona a prendere nuovamente il suo cuore e gettarlo a terra, distruggendolo in modo che, sentiva, non avesse rimedi.
il kintusgi va bene una volta, magari anche due o tre se si tratta solo di crepe.
ma quando i pezzi sono piccoli e smussati, non si può più far nulla. non c'è più modo di farli unire di nuovo.
era un dolore che percepiva fisicamente.
le faceva male come quando ci si rompe qualche osso.
una sofferenza così grande da non poter passare inosservata.
e non si limitava solo al cuore.
aveva male ovunque.
lo stomaco non la smetteva di chiudersi, la testa pulsava così forte per via del pianto continuo che scuoteva il suo corpo e le guance bruciavano tanta era la forza che usava per asciugarle.
si sentiva debole, dentro e fuori.
svuotata da qualunque tipo di certezza.
si sentiva persa, sola e abbandonata, di nuovo.
e di nuovo, tutto questo causato da qualcuno che le aveva promesso felicità e amore.
sapeva di aver sbagliato a dare la sua fiducia a qualcuno, era un errore che aveva già commesso in passato.
eppure sembrava diverso lui.
sembrava reale.
ovviamente, era una bugia.
aveva sbagliato e lo sapeva, ma non si dava colpe per questo.
non era colpa sua se le persone erano così brave a fingere.
se lei era sincera, non poteva certo pretendere lo fossero tutti.
le dispiaceva soltanto che, quel cuore così grande che possedeva, dovesse rimetterci sempre.
per questo desiderava inconsciamente sentirlo spegnersi piano piano, come stava facendo già lei.
era l'unica soluzione per placare quel dolore e non infliggerne dell'altro ad un organo così delicato e, come lei, senza colpe.
se non quella di concedersi sempre a chi, un cuore così, non lo meritava affatto.
0 notes
Photo
110K notes
·
View notes
Text
"... lo guardava come se non esistesse nessun altro.
con occhi che sussurravano
con labbra che tacevano.
con un cuore rotto e la malinconia di qualcosa che si è sempre contemplata da lontano."
-fabbricante di lacrime.
0 notes
Text
thoughts.
Ho capito che non mi importava più quando ho smesso di dedicarti ogni mio pensiero, e ogni storia su Instagram.
Ho capito che non mi importava più quando saperti con un'altra ha smesso di farmi mancare il respiro e mi ha solo fatto sperare che fosse in grado di darti la felicità che, seppur temporanea, tu hai dato a me.
Ho capito che non mi importava più quando non vederti non mi creava sbalzi d'umore, sbalzi di cuore.
Ho capito che non mi importava più quando hai smesso di essere la mia priorità lasciando il posto alla mia serenità e stabilità emotiva.
Ho capito che non mi importava più quando il suono del tuo nome ha smesso di essere motivo di lacrime e periodi bui.
Ho capito che non mi importava più quando ho realizzato che la felicità che mi avevi tolto, stava giusto dietro l'angolo.
Ho capito che non mi importava più quando, aprendo gli occhi, il mondo ha ricominciato ad essere a colori.
Perché con te era tutto in bianco e nero e non c'è niente di più triste.
-mz.❌
7 notes
·
View notes
Text
mi manca casa.
Monsoreto, Calabria.📌
2 notes
·
View notes
Text
"È sempre così. Se devo dirti una cosa importante riesco soltanto a scriverti perché parlare davanti a te è impossibile: mi perdo, balbetto, oppure sto zitto, come ho fatto anche troppo in questi giorni.
Sono troppo incerto e confuso per valere quanto il tuo futuro. È meglio che mi faccia un po’ da parte perché tu possa accostare il mio ricordo ai tuoi progetti e valutare seriamente quale delle due cose ti somigli di più, sia più tua e meriti di più la tua energia e la tua attenzione.
La mia paura è che un giorno tu possa identificarmi come i tuoi rimpianti, paura che tu non me lo dica e che lasci a me la responsabilità di leggertelo negli occhi.
Tra oggi e quel giorno preferisco partire oggi, perché oggi parto con la certezza che mi ami ancora e ti lascio con la certezza che, nonostante tutto e nonostante tutti, ti amo anch’io."
-Marco, I Cesaroni.
12 notes
·
View notes
Photo
“Se i tuoi genitori non si fossero mai separati tu non avresti gli occhi spenti. Se non si fossero gridati cose orribili mentre te ne stavi rannicchiato, chiuso in stanza adesso crederesti nell'amore senza pensare che ogni cosa inizia per finire. Se i tuoi genitori non avessero mai sbattuto le porte delle stanze facendoti sentire impotente adesso sapresti prendere una decisione, se ti avessero protetto dall'odio che c'avevano nel petto adesso sapresti stringere in un abbraccio sapresti stringere forte senza pensare ‘finirà, forse..’ 'finirà di certo.’ Se i tuoi genitori non ti avessero detto che non vali niente adesso tu mi crederesti quando ti dico che meglio di così dannazione non potresti essere. Se i tuoi genitori non avessero mai urlato fino a notte fonda parole che ti rimanevano tra lo stomaco ed il cuore tu adesso non ti sentiresti un errore. Oh, lo so non si può cambiare il passato si può solo parlarne, piangere tanto e puoi toglierti le maschere smettere di credere che nessuno voglia ascoltarti e puoi dirmi come ti senti anche se io non posso capirlo perché in fondo è vero non ne so niente di come ci si sente ad avere paura che una porta, aprendosi, possa chiudersi per sempre però so che dopo gli schiaffi arrivano le carezze so che certa gente non capisce mai so che invece qualcuno sa cosa intendi quando sussurri 'vorrei scappare via, smettere di vivere quello che vivo..’ Ti immagino in stanza con gli occhi socchiusi la musica a palla, ti immagino strizzare gli occhi se senti il rumore di un mobile spostarsi di una lacrima scendere ti immagino pensarci 'fuori dalla porta è un mondo che non conta’ e contare le pecore per addormentarti. Credo che la vita ci renda tutti vulnerabili poi usciamo per strada e facciamo gli spavaldi, credo che se non stai bene dentro è inutile tentare di trovare intorno qualcosa di bello.”
( @kornerdrew)
575 notes
·
View notes
Text
I just thinking that I'm so in love with Dylan O'Brien that it's hurts.
He's such an angel.✨
#dylan o'brien#teen wolf#love and monsters#babe#love him#dylan#stiles stilinski#joel dawson#my baby#angel
18 notes
·
View notes
Text
7:15.❌
The time that we spent away from each other only made me realize that I care about you probably more than you'll ever know.
2 notes
·
View notes
Text
Ragazzo da parete, S. Chobsky.
Una volta, su un pezzo di carta gialla con le righe verdi,
scrisse una poesia,
e la intitolò "Chops",
perché quello era il nome del suo cane.
E i versi parlavano di lui.
Il professore gli diede una A
e una stella dorata;
e sua madre la appese alla porta della cucina
e la lesse a tutte le sue zie.
Era l'anno in cui Padre Tracy
portò tutti i ragazzi allo zoo,
e li lasciò cantare sull'autobus;
l'anno in cui nacque la sua sorellina,
con quelle unghiette minuscole,
senza capelli.
Sua madre e suo padre si baciavano sempre,
e la ragazza che abitava dietro l'angolo gli mandò
un biglietto di San Valentino con una fila di X,
e lui dovette chiedere a suo padre cosa significassero.
E suo padre, la sera, gli rimboccava sempre le coperte.
Era sempre pronto a farlo.
Una volta, su un pezzo di carta bianca con le righe blu,
scrisse una poesia,
e la intitolò "Autunno",
perché quella era la stagione che stava vivendo,
e i versi parlavano di questo.
Il professore gli diede una A
e gli chiese di scrivere in modo più chiaro;
sua madre non la appese alla porta della cucina,
perché aveva appena imbiancato.
E i ragazzi gli dissero
che Padre Tracy fumava sigari.
e lasciava mozziconi sui banchi,
e a volte questi facevano dei buchi.
Era l'anno in cui sua sorella mise gli occhiali
con le lenti spesse, e la montatura nera;
e la ragazza che abitava dietro l'angolo rise,
quando le chiese di andare a vedere Babbo Natale.
E i ragazzi gli spiegarono perché
i suoi genitori continuavano a baciarsi:
suo padre non gli rimboccava mai le coperte,
e s'infuriava
se glielo chiedeva piangendo.
Una volta, su un pezzo di carta strappato dal suo taccuino,
scrisse una poesia,
e la intitolò "Innocenza: una domanda",
perché quello era il quesito che si poneva su di lei,
e i versi parlavano di questo.
Il suo professore gli diede una A,
e gli lanciò uno sguardo strano, serio;
e sua madre non la appese alla porta della cucina,
perché non gliela fece mai leggere.
Era l'anno in cui Padre Tracy morì,
e lui dimenticò come finiva
il "Credo degli Apostoli".
Sorprese sua sorella a fare sesso in veranda, sul retro;
e sua madre e suo padre non si baciavano mai,
e non si parlavano.
E la ragazza che abitava dietro l'angolo si truccava troppo,
e lui tossiva quando la baciava,
ma la baciava lo steso,
perché era la cosa giusta da fare.
Alle tre del mattino si infilava nel letto,
e suo padre russava rumorosamente.
Ecco perché, sul retro di un sacchetto di carta marrone,
provò a scrivere un'altra poesia,
e la intitolò "Il nulla assoluto",
perché i versi, in realtà, parlavano di questo.
E si diede una A,
e si tagliò i suoi dannatissimi polsi.
E la appese alla porta del bagno,
perché questa volta, pensò, non sarebbe riuscito a raggiungere la cucina.
#poesia#chobsky#e si tagliò i suoi dannatissimi polsi#ragazzo da parete#poetry#poets on tumblr#writing
1 note
·
View note
Text
“Cos’è quel segno?”
è solo un disegno
rosso, non è un taglio,
è colpa del guinzaglio:
il cane ha tirato
e il tessuto mi ha graffiato
la pelle, non è niente,
solo un incidente.
“E quel braccialetto?”
serve a migliorare il mio aspetto,
tranquilla mamma,
è solo moda, non è un dramma.
“Come mai stai piangendo?”
è solo il film che stavo vedendo,
mi lascio impressionare troppo,
scusa scusa, ora mi stoppo.
“Oggi non hai mangiato…”
ho solo lo stomaco disturbato,
l’influenza ti colpisce,
dà fastidio poi sparisce.
“Hai sempre la finestra aperta…”
eh sì, è solo la termocoperta
che mi fa venire troppo
caldo e questo groppo
in gola non è voglia
di cadere come una foglia
giù dal davanzale,
oh no, non chiamare l’ospedale,
non c’è bisogno…
E invece mi vergogno
di dire la verità:
sto male, questa è la realtà.
….
Rispondi con una bugia,
inventi storie di fantasia,
fingi di stare bene
quando vorresti tagliarti le vene,
se ti chiedono cos’è quella ferita
che ti ricopre tutte le dita,
tu indossi un bel sorriso
finto, una maschera sul viso,
dici “sono solo le spine dei fiori”
e poi, dentro, muori.
5K notes
·
View notes
Text
poi ti vedo da lontano che stai sorridendo e penso che 'sta vita, forse, ce l'ha un senso.
1 note
·
View note