Sperimentatrice video, elasticamente proiettata nella postproduzione e dinamicamente votata al social media marketing. All'occorrenza, tutorialist.
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Accettare la sconfitta di non essere all'altezza o di non sapersi allineare all'emotività media. Stringersi a riccio nella solitudine, nella familiarità con l'ineluttabile logica fine di ciò che adesso siamo. Nessuna disperazione e totale assenza di teatralità. "La processione va avanti, le grida sono finite Lode alla gloria degli amati, che ora non ci sono più. Parlando ad alta voce seduti alle loro tavole Fiori sparsi annaffiati dalla pioggia. Ero vicino al cancello in fondo al giardino Guardandoli passare come nuvole nel cielo, cerco di gridare nella foga del momento, posseduto da una violenza che brucia dall’interno. Piango come un bambino nonostante questi anni m’invecchino Con i bambini il mio tempo è così sprecato Un peso da portare, nonostante la loro interiore partecipazione. Accetto come una disgrazia un affare sfortunato Sdraiato vicino al cancello in fondo al giardino Il mio sguardo spazia dalla siepe al muro Nessuna parola potrebbe spiegare, nessuna azione potrebbe risolvere Posso solo guardare gli alberi e le foglie che cadono"
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Il lento macerarsi delle emozioni, processo necessariamente congelato in uno spazio tempo pressoché immobile e inesorabile. E comunque, come potrebbe essere altrimenti? "Non andare, Travis. Non ancora, ti prego. Io… ho immaginato spesso diparlare con te in questi anni. Parlavo con te a fior di labbra ogni volta che ero sola. E adesso invece non so più che cosa dire. Non mi viene niente. Era più facile senza averti di fronte. Immaginavo perfino che tu mi rispondessi. Facevamo lunghe conversazioni… tu ed io. Era come se tu fossi presente. Con la tua voce, il tuo viso, il tuo odore. Udivo la tua voce. A volte la tua voce mi svegliava di colpo. Mi svegliava nel mezzo della notte quasi tu fossi nel mezzo della stanza con me. Poi, un po' alla volta, non riuscii più ad immaginarti. Provavo… ma qualsiasi tentativo era inutile, il buio restava vuoto. Non ti sentivo più. Così… così la smisi. Smisi di parlarti. Tu… tu eri scomparso. Ma da quando sono qui, sento la tua voce sempre. Ogni uomo ha la tua voce..."
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"Thirst" di Park Chan-Wook, bravissimo regista coreano, è un film che ho apprezzato molto. Intensa rappresentazione della passione vera, irresistibile impulso al quale niente sa e può opporsi. Inquadrature da manuale del design, intrecci dal sapore drammatico ispirato a Zola e un delicato e impetuoso racconto del fiume in piena del desiderio, presentato in tutte le sue forme più carnali e sentimentali. La presenza cupa e terrificante del romanzo di Zola "Teresa Raquin" aleggia nella pellicola come un fantasma e per chi non l'avesse mai fatto, invito a leggerne il finale carnale e inaspettato, frutto dell'ineguagliabile ritrattista, inquieto e impietoso, dei Rougon Macquart.
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Il sonnambulo risvegliato, l'enigma affascinante del dormiveglia e dell'incertezza della dimensione del reale.
"Il Gabinetto del Dottor Caligari" presenta l'indimenticabile e "romantico" Cesare, icona indimenticabile di espressionistica e darkeggiante allure...
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“Provando pena ci svuotiamo. Forse è così. La sofferenza dà alla vita un aria cupa e sospetta...". La poesia inquietante di "Solaris", film che può trasportarci di peso al confine con la ragione e al limite della razionalità umana. Un terrificante e affascinante tuffo nella reincarnazione emotiva.
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Un'entità fredda e pesante ci divide, impedendoci di far confluire i nostri pensieri nella medesima direzione. Oppure... questo pesante macigno altro non è se non la rappresentazione scultorea dell'impossibilità di congiungere due emisferi sensoriali. Uomo e donna vicini ma obbligatoriamente divisi. Niente di grave: soltanto un naturale e inesorabile dato di fatto.
"L'eclisse" - Michelangelo Antonioni
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"Alice nelle città" di Wim Wenders si interroga sulla percezione del reale e di come sia possibile inquadrarlo, nel vero senso del termine, all'interno di un'immagine fotografica o di un fotogramma. Nel film, il prodotto di quanto l'occhio ha deciso di immortalare nello scatto della Polaroid regala sempre una profonda insoddisfazione, perché inesorabilmente lo scatto risulta: "...mai uguale a quello che si vede". E forse questa ricerca del reale cattura immagini vuote e vacue, se viste di per sé e non arricchite da un ulteriore significato aggiuntivo. Il vuoto dell'angoscia e non il vuoto dell'assenza di alterazione dell'immagine.
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«Capii che nella società non c'era posto per me. E che in me non c'era posto per la società» Joe from "Nymphomaniac" Volume II http://goo.gl/8955ME
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"Nymphomaniac" Volume II di Lars Von Trier: una recensione che emerge dagli abissi infernali e che ammira il trionfo del montaggio emozionale. Ecco tutto l'articolo! http://goo.gl/8955ME
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Architetture cittadine, raccolta di storie, dialoghi intensi, lo sfondo di ferrovie decadenti e di palazzi di periferia. Un Omero narratore, che si rivolge a noi, o forse alla parte più evoluta e sensibile di noi, con il rischio quindi di non essere molto ascoltato...
 
"Berlino è divisa come il nostro mondo,
è scissa come il nostro tempo,
è separata come lo sono uomini e donne,
giovani e anziani,
poveri e ricchi,
è frantumata come ciascuna nostra esperienza.
[...]
La mia storia parla di Berlino non perché sia ambientata qui,
ma semplicemente perché non potrebbe essere ambientata in nessun altrove.
Il film si intitolerà:
IL CIELO SOPRA BERLINO,
essendo il cielo, oltre al passato ovviamente,
l'unico elemento comune
alle due città contenute in questa città.
Quasi a dire: 'Solo il cielo sa...'
se ci sarà un futuro comune a entrambe."
Wim Wenders, "Il cielo sopra Berlino" #wimwenders #ilcielosopraberlino #omero #saperscriveredicinema
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“Madame Bovary” è il capolavoro del 1991 di Claude Chabrol, ispirato fedelmente al noto romanzo di Gustave Flaubert: film classico o capace di nascondere interessanti sorprese visive?!
Tutto nell'articolo del blog
http://goo.gl/t4XYYQ #madamebovary #claudechabrol #gustaveflaubert #recensionefilm #recensionefilmmadamebovary #saperscriveredicinema
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Realtà o inganno, presente o passato, ricordo o proiezione in avanti di una realtà irreale. Il tormento di doversi necessariamente scordare l'obbligo di ricordare, per precipitare poi nell'abisso del buio:
"Devo credere in un mondo fuori dalla mia mente, devo convincermi che le mie azioni hanno ancora un senso, anche se non riesco a ricordarle. Devo convincermi che, anche se chiudo gli occhi, il mondo continua ad esserci… allora sono convinto o no che il mondo continua ad esserci? … C'è ancora? … Sì. Tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo, io non sono diverso... Allora, a che punto ero?".
"Memento" di Christopher Nolan #saperscriveredicinema #recensionefilm #memento #recensionememento #cinema #film #christophernolan
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Un cinema e una televisione fatta di qualità visiva ed espressiva o un circo sguaiato denso di insulti e volgarità?! Stimolante riflessione quella che ci suggerisce questa scena di "Sogni d'oro", uno dei film più intensi e poco conosciuti di Nanni Moretti. Per noi è un ottimo spunto per riflettere sull'importanza dell'immagine "pulita" o del montaggio video ridotto all'essenzialità, privo di effetti e di sovrastrutture. Ma è sempre giusto adottare questa modalità? In quali casi, invece, l'eccesso di purezza e semplicità rischiano di rendere un filmato troppo scarno e insignificante?! #sognidoro #saperscriveredicinema #nannimoretti #recensionesognidoro
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"The ring", il film che ha reso inquietanti e fastidiose le nottate di editing video davanti al computer, specie se la sorgente da acquisire è proprio un vecchio VHS... #saperscriveredicinema #thering #horrormovies #vhs #horrorvhs
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"La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia.
La rivoluzione è un atto di violenza..."
"Giù la testa", Sergio Leone #saperscriveredicinema #giulatesta #sergioleone
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Sulle note della sensualissima "After dark", la prorompente e vampiresca Santanico Pandemonium apre le sue striscianti danze in "Dal tramonto all'alba", regalando movenze allusive e peccaminose, traboccanti di femminilità fatale.
"Non innamorarti di una donna che legge, di una donna che sente troppo, di una donna che scrive…Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza... che sa trasformare il suo spirito in carne... Perché quando ti innamori di una donna del genere, che rimanga con te oppure no, che ti ami o no, da una donna così, non si torna indietro. Mai."
Cit. Martha Rivera Garrido -Santo Domingo-
Peccato che finisca impietosamente impalata con un grossolano lampadario: il modo migliore per non cadere nella trappola e per rimanere nel dubbio sul fatto che legga poesie o libri...
http://goo.gl/kahv5g #saperscriveredicinema #recensionefilm #recensionedaltramontoallalba #afterdark #titoetarantula #santanicopandemonium
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Un carro funebre che si trasforma in una corsa disordinata, una situazione seria e triste che prende le vesti di un momento incredibilmente liberatorio. Una delle sequenze più importanti del cinema di avanguardia e non solo: stiamo parlando di "Entr'acte", il capolavoro di René Clair. Una curiosa leggenda metropolitana racconta che la primissima stesura di questo film sia stata creata nientemeno che da Francis Picabia, sotto forma di lettera a René Clair. "Entr'acte" è nato in Francia nel 1924 e alla sua realizzazione hanno collaborato artisti irriverenti e portentosi come Man Ray, Erik Satie e Marcel Duchamp. Numerosissime le definizioni possibili, dall'esperimento puro in chiave dadaista al manifesto di avanguardia del nuovo modo di fare cinema. Il carro funebre nella simbologia interpretativa dei sogni simboleggia un impedimento, precisamente quello di tornare sui propri passi: presa una decisione, non è più possibile indietreggiare. E' quindi un immagine che porta con sé il senso del distacco e niente poteva essere più appropriato per questo maestro surreale e sorridente, totalmente disinteressato al problema narrativo e alle successioni logiche, e molto preoccupato invece di ribadire altre sue competenze: "... Colui che vi parla non ha creato nient'altro che ombre che presentano il carattere inconsistente dei fantasmi ma che non condividono con queste creature trasparenti il privilegio dell'eternità. " #saperscriveredicinema #recensionefilm #entracte #recensioneentracte #filmdada #reneclair
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