Sono le 05:58 del mattino,e non ho smesso nemmeno per un secondo di pensare ad ognuno di voi.
Dalla persona che mi fa stare meglio,a quella che non fa che trattarmi male.
Dalla ragazza che amo al tizio che odio tantissimo.
Penso a Lady Gaga,ai concerti a cui non andró mai,a Tiziano Ferro,alla mia migliore amica,ai miei familiari,ai bus persi,alle volte in cui mi sono sentito libero.A mia mamma,al mio cane,alla commessa,alla mia ex,ai miei ex compagni di classe,a tutti quelli che mi odiano,e quelli a cui,ogni giorno faccio spuntare un sorriso.
All'alba al tramonto,al mare,alle stelle,all'aurora.
Ma a me,chi ci pensa?Io perché non ci penso?
-unicornoferito
Animi sensibili, dannatamente influenzabili. Animi come sintomi di occhi grandissimi, che si comportano come fossero vento, e stanno ovunque e sulla pelle di tutti. Fastidiosi, inevitabili, rumorosi, freddi, forti, occhi. Sul viso, tra i capelli, vento - ladro di vestiti, di giornate, portatore di nuvole, salvatore di naufraghi. Vento. Con animi sempre adagiati sulle sue correnti, e li trasporta dolcemente, lui, come un padre. Animi, i nostri, sempre in balia delle tempeste, o persi nella calma più silenziosa.
E quando ci stringevamo le mani,
non era un semplice intrecciarsi di dita e uno sfiorarsi di palmi.
Era più simile ad un intrecciarsi di anime e ad uno sfiorarsi di cuori.
Io non voglio lei, ma ho bisogno di lei. La differenza tra i due verbi è abissale, anche se all'apparenza sembra minima. Lo so, starete pensando che sia sotto l'effetto di qualche droga sintetica, ma mi spiego meglio: noi esseri umani vogliamo qualcosa quando ci attira, quando ci colpisce o ce ne innamoriamo subito. Vogliamo le Superstar perché sono alla moda, vogliamo ballare in discoteca perché ci diverte, vogliamo viaggiare per conoscere meglio il mondo. Noi esseri umani vogliamo tante cose perché siamo incontentabili. Vogliamo quello, questo, la macchina nuova, fare una vacanza. Siamo affamati. Credo sia capitato a tutti di vedere in TV la pubblicità dell'ultimo iPhone e dire “lo voglio”. O di passare davanti ad una vetrina e pensare “voglio quella giacca per stasera”. Ritengo il verbo volere davvero superficiale. Provate ogni tanto, invece di dire “voglio”, a chiedervi “ho bisogno”. Suona tutto più forte, più sentito e vero. Metti in rilievo le tue necessità, ciò che davvero ti serve e non ciò che ti piace e basta. Abbiamo sempre bisogno di qualcosa che per noi è indispensabile e lei, per me, lo è.
Io volevo stare lì con te e in nessun altro posto. Non pensavo a niente se non a guardarti. Non bisogna neppure guardare troppo lontano a volte. È questa poi la felicità. Eri tu, semplicemente tu, lì, seduta accanto a me.