theodoregilbertdidwhat
thunderstorm & bad liar.
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theodore gilbert class 1994, born and raised in new york, beloved son and law student at NYU. charismatic, ambitious and super smart and of course born to shine, like a star. missed photographer because of his father, not - a - party - animal. gamer, born as a scorpio, tv show binger.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.              𝐍𝐄𝐖 𝐄𝐕𝐄𝐍𝐓!          𝒕𝒉𝒆𝒐𝒅𝒐𝒓𝒆 𝒈𝒊𝒍𝒃𝒆𝒓𝒕 at 𝒄𝒉𝒆𝒔𝒕𝒆𝒓'𝒔 𝒃𝒊𝒓𝒕𝒉𝒅𝒂𝒚.              as 𝒆𝒅𝒅𝒊𝒆 𝒗𝒆𝒅𝒅𝒆𝒓.                ⁽  🌈  ⁾
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.              𝐍𝐄𝐖 𝐄𝐕𝐄𝐍𝐓!          𝒕𝒉𝒆𝒐𝒅𝒐𝒓𝒆 𝒈𝒊𝒍𝒃𝒆𝒓𝒕 at 𝒒𝒖𝒆𝒆𝒓𝒐𝒄𝒌 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒆𝒓𝒕.                ⁽  🌈  ⁾
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.               𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓                for 𝗋𝗈𝗐𝖾𝗇𝖺'𝗌 𝖻𝗂𝗋𝗍𝗁𝖽𝖺𝗒.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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 .               𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓                 for 𝗌𝖾𝖼𝗋𝖾𝗍 𝖻𝖽𝖺𝗒 𝗉𝖺𝗋𝗍𝗒!
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.               𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓                 for 𝒇𝒂𝒊𝒓𝒚 𝒏𝒊𝒈𝒉𝒕.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.              𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓                 for 𝒓𝒆𝒅 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒚.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.              𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓             for 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂𝒍 𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕 𝒉𝒐𝒖𝒔𝒆 𝒓𝒆𝒔𝒄𝒖𝒆.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.               𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓                𝒃𝒆𝒂𝒄𝒉 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒚 at hampton.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.               𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓                 𝘦𝘪𝘳𝘦𝘦𝘯'𝘴 𝘣𝘪𝘳𝘵𝘩𝘥𝘢𝘺.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.               𝐓𝐇𝐄𝐎𝐃𝐎𝐑𝐄 𝐆𝐈𝐋𝐁𝐄𝐑𝐓              brunch at 𝘤𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯'𝘴 24.02.19.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.              AU — O2              (  #𝐠𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐰𝐚𝐩𝐚𝐮  )                   from alex høgh andersen             as  𝐭𝐡𝐞𝐨𝐝𝐨𝐫𝐞  𝐠𝐢𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭             to  bella  hadid   as             𝐭𝐡𝐞𝐨𝐝𝐨𝐫𝐚     𝐠𝐢𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.              AU — O1              (  #𝐝𝐢𝐬𝐧𝐞𝐲𝐰𝐨𝐫𝐥𝐝𝐀𝐔  )                   theodore daryl gilbert               as 𝐡𝐞𝐫𝐜𝐮𝐥𝐞𝐬.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.               𝐦𝐚𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥 𝐠𝐢𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭              🇺🇸  𝒏𝒆𝒘 𝒚𝒐𝒓𝒌 𝒄𝒊𝒕𝒚;            ⁽   ⋆  meet his parents  ⁾
 Sua madre è diversa da suo padre, questo è chiaro anche ai muri, ma specie agli occhi di Theodore Gilbert.  Marisol ha occhi azzurri e capelli biondi, ora.  Prima erano rossi, ma così c'è nata. Aveva un temperamento eccentrico ed un cognome di cui non andava particolarmente fiera, ma tra la gente questo non lo si notava. Uno dei suoi innumerevoli pregi. Insieme alla vena artistica, il sorridere spesso, l'essere portata per le lingue e l'amare troppo.  Quest ultimo le causò troppo problemi con la sua famiglia. All'età di diciannove anni, iscritta all'accademia delle belle arti, un futuro prosperoso davanti a sé, conosce Timothy Gilbert, studente di economia e commercio. Figlio di una casalinga ed un broker, alto, bello, nato e cresciuto ad Harlem e pronto a tutto per arrivare dove vuole. E' la solita storia e Marisol conosce il significato della parola cliché, è intelligente. E' amore a prima vista: non c'è il tempo per fermarsi, per pensare, per guardarsi intorno perché improvvisamente i loro cuori e le loro anime si appartengono così, con uno schiocco di dita. A ventuno anni che la giovane donna resta incinta. Una creatura concepita tra la vodka, il fumo di una canna, i flipper e la camera di uno sconosciuto. Aveva vissuto una vita piena e soddisfacente e questo bambino sembrava il perfetto modo per coronare un amore degno come il loro, anime gemelle. Ma non tutti la pensavano in quel modo e fu proprio suo padre a sbatterle in faccia la verità: il cognome di famiglia, gli agi, i brunch, il riconoscimento ed un posto nell'attività di famiglia o una vita passata da sola, senza l'aiuto di nessuno e, beh, agli occhi della giovanissima Marisol, tutto era chiaro.
 Ha ventuno anni, quindi, quando spinta da suo padre – colui che avrebbe dovuto amarla e proteggerla a qualunque costo la sbatte fuori di casa. In ventiquattr'ore, ormai maggiorenne e con un cospicuo conto in banca, Marisol va a vivere nel West Village a Manhattan, dove il loro primogenito cresce secondo sani principi.  Ma più il tempo passa, più Theodore Gilbert  –  questo il nome del bellissimo bambino dagli occhi azzurri che nasce il una tipica giornata autunnale di Novembre – cambia. Questi, però, non si limitano solo alla voce, alla struttura corporea o al carattere. Con Theodore cambia anche suo marito, l'amore della sua vita, che impara ad essere un padre soffocante, che tarpa le ali ai propri figli al quale lei proprio non riesce a imporsi, diventando una sorta di moglie trofeo, in una famiglia dove le sue idee valgono meno di quanto si possa anche solo dire e ricopre un ruolo marginale nell'educazione del figlio, se non quando questo ha bisogno d'essere abbracciato.  Piange tanto, Theodore, tra le braccia della madre, specie quando gli viene negata la possibilità di studiare fotografia all'accademia per cui già aveva fatto domanda ed accettato.  E' Marisol, infatti, a regalargli la prima macchina fotografica, all'età di quindici anni. Lei gli tramanda la passione per l'arte, lo osserva sorridere ai musei davanti alle opere di rilievo ed anche quelle un po' meno importanti e gliele spiega con calma e devozione nei confronti di un figlio adorato.  E' strano il rapporto che lega una madre ad un figlio, si ritrova a pensare, quando lo osserva dormire. Più passa il tempo, più non capisce come abbia fatto suo padre a sbatterla fuori dalla vita famigliare. Lei non si priverebbe di Theodore nemmeno con una pistola puntata alla tempia. Più strano però, invece, è ciò che la lega alla seconda figlia: Sierra. Lei è più attaccata a suo padre, sembra viva per far felice un uomo che, anche nei suoi confronti, non ha fatto altro che mostrare regole asfissianti. Non ci sono preferenze, tra i figli, Marisol lo sa bene, semplicemente ci sono differenze. Differenze su come vadano trattati, a seconda del carattere e, per alcuni versi, se non tutti, la donna si sente più affine al suo primogenito.  Eppure vuole così bene ad entrambi che non fa altro che pensare che sia stato Timothy a rovinare l'equilibrio familiare per cui lei aveva tanto lottato, allontanandosi addirittura dalla sua famiglia.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.               𝐜𝐡𝐚𝐫𝐥𝐢𝐞 & 𝐭𝐡𝐞𝐨              🇺🇸 𝒏𝒆𝒘 𝒚𝒐𝒓𝒌 𝒄𝒊𝒕𝒚;             ⁽ last night  ⋆  15.05.2019  ⁾
          “dentro paura perché io ti  ho vista           da prima, ma tu hai paura  perché           non sai amare, nessuno  ti tratta           come ti tratto, perché ti disegno su           un foglio A4. Io non ho nulla però lo           divido con te. Le senti le urla che ho           in testa? 𝘯𝘰, 𝘯𝘰𝘯 𝘤’è 𝘶𝘯 𝘤𝘭𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢”.
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.              𝐭𝐡𝐞𝐨𝐝𝐨𝐫𝐞 𝐠𝐢𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭            📍  🇺🇸 𝒏𝒆𝒘 𝒚𝒐𝒓𝒌 𝒄𝒊𝒕𝒚;
 Non sa perché, Theodore Gilbert, ma mente continuamente sulla sua natura. Mente quando dice di essere una persona pacata, mente quando dice di non saper fare a botte, mente quando dice che non gli interessa niente di ciò che le persone pensano sul suo conto. Mente quasi sempre ed è una cosa terrificante perché, col senno di poi, è diventato maledettamente bravo a farlo.
 Ha sedici anni, quando da il primo pugno in faccia a qualcuno. Ricorda la voce petulante che parla di sua sorella Sierra, fare apprezzamenti che non ha gradito, ricorda il rumore del naso che si rompe, quel “crac” che non riprende nemmeno lontanamente il vero rumore che un osso fa, quando si spezza. Ricorda le nocche pulsargli, ma l'adrenalina sconfinare, fino a fargli perdere la testa. Monta sul ragazzo, accasciato a terra, una scena terrificante, qualcuno che lo porta via, intimandogli di calmarsi. Respira. Le narici si aprono, i pugni si rilassano. Respira. Il petto si apre, così la sua mente fino a quel momento annebbiata ed ora è incredulo, nell'ufficio del preside che lo guarda schifato. Non tollera la violenza, Theodore, quindi è difficile per lui parlare con un tono di voce regolare. E' spaventato da sé stesso, trema. Ha fatto una stronzata ed ha paura di sentire ciò che suo padre ha da dire. Ha solo sedici anni e fortunatamente la sua famiglia ha pagato metà della palestra in cui le cheerleader si allenano, o sarebbe fuori dalla scuola. Glielo ricorda sua madre in macchina, poiché ha esplicitamente chiesto che fosse lei ad essere chiamata.
  “Devo portarti da uno psicologo, baby?”   chiede sua madre, mentre cura le mani ormai aperte del giovane Theo. Lui scuote la testa, no, non vuole essere soggetto di delusione per suo padre. Il suo unico figlio maschio. Cosa avrebbe detto la società di quel figlio che stava ammazzando di colpi un ragazzo per un commento poco carino sulla sorella?   “Tuo padre lo verrà a sapere”   rincara la dose, sua madre.   “Non siamo in qualche fottuta versione low-cost di Harry Potter, ma – lasciami, faccio da solo”.   Si alza dalla sedia su cui il suo culo ricco posa, sbattendo la porta della sua camera. Il computer portatile è ora poggiato sulle gambe del ragazzo, google aperto e la seguente ricerca: “accecati dalla collera” ed oltre a qualche risultato sulle definizioni del cruciverba, Theo non trova molto, ma sa che qualcosa non va bene, in sé. Come lo sa? Trema nuovamente.
 Ora ha ventiquattro anni, Theodore. Il tremolio non gli è mai passato e vorrebbe urlare contro il mondo di quanto è infelice di quella vita che sta vivendo. Di quanto suo padre lo schifi, di quanto sua madre gli sembri un tappetto da calpestare, di quanto sua sorella stia inerme davanti alle decisioni prese per sé.  Trema ancora. Mente ancora. Dice di non sapere cosa fare della sua vita, che non sa fare a botte, che non beve e che è un bravo ragazzo. Ma non è niente di tutte queste fantasiose definizioni. Theodore Gilbert è un bugiardo, un grande e grosso bugiardo che non riesce a fare a meno di seguire le istruzioni di un personaggio che si è inventato per fare contento suo padre, nonostante lo odi con tutto il cuore, in quel periodo della sua vita.  Respira affannosamente, nella sua stanza blu, scelta da lui, finché non scoppia a piangere, esasperato. 𝑺𝒆 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒖𝒊 è 𝒇𝒓𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒃𝒆𝒏 𝒄𝒐𝒏𝒈𝒆𝒈𝒏𝒂𝒕𝒐, 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒄'è 𝒅𝒊 𝒗𝒆𝒓𝒐 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂?
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theodoregilbertdidwhat · 5 years ago
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.           𝐭𝐡𝐞𝐨𝐝𝐨𝐫𝐞 & 𝐡𝐢𝐬 𝐟𝐚𝐭𝐡𝐞𝐫            📍   𝒏𝒆𝒘 𝒚𝒐𝒓𝒌 𝒄𝒊𝒕𝒚;            07.03.2012, 𝒇𝒍𝒂𝒔𝒉𝒃𝒂𝒄𝒌.
 Theodore Gilber ricordava con precisione ogni passo importante della sua crescita.   Ricorda tramite video i suoi primi passi, bello come la luce del sole. Il suo primo giorno di asilo, documentato dalle polaroid che sono appese meticolosamente nella sua stanza.   Ricorda la prima volta che ha visto Raven Montgomery, la sua migliore amica e sua sorella Serena. Ricorda con precisione disarmante quanto ha amato sua sorella dal primo momento in cui l'ha vista.   Ricorda anche la prima volta che ha avuto il cuore spezzato, l'esatto momento in cui si è sentito una persona adulta.
Aveva diciassette anni, Theodore Daryl Gilbert quando all'ultimo anno di liceo, decise che non voleva continuare a studiare poiché credeva d'aver trovato la sua vocazione, la fotografia a detta sua. Infatti era un periodo lunghissimo che Theo spendeva ogni soldo che gli entrava direttamente in tasca per comprare parti specifiche perla macchina fotografica che gli era stata regalata al compleanno, sotto sua stretta richiesta. Obiettivi, treppiedi, tutte queste cose essenziali, per intraprendere la strada del fotografo.
« Ti volevo parlare » aveva detto Theodore entrando cautamente nell'ufficio casalingo di suo padre, dopo aver bussato ed atteso il permesso d'entrare. Regole, casa Gilbert ne era piena. « Theodore, prego entra » e così il primogenito aveva percorso i metri che li separavano, prendendo posto a sedere sulla poltrona rossa, proprio davanti a lui. « Sarò veloce, te lo prometto, vedo che sei impegnato. Si tratta del mio percorso di studi, non andrò al college ━ ecco tieni » ed aveva poggiato una brochure azzurra sotto i suoi occhi, ICP a grandi lettere e sotto, specificato International Center of Photography « ━ ecco... pensavo di poter frequentare questo, l'anno prossimo, se per te va bene. Ma sappi che per me è molto importante andarci ed è la mia passione, papà ci tengo moltissimo. Potremo anche solo parlarne?, lo so che per te è impensabile, ma non sarebbe meglio avere un figlio felice? » Suo padre unì le mani sopra la scrivani in vetro e sembrò prendere un lungo respiro, prima di pronunciare la parola: « No » piegò di lato la testa, allontanando la brochure da sotto il suo sguardo, come se fosse irritato e anche un po' schifato. « E vuoi sapere perché? » domanda retorica, infatti non rispose, Theodore « Perché l'anno prossimo ti iscriverai al college, studierai giurisprudenza e, quando avrai tempo libero, magari, scatterai qualche foto a tua sorella o a tua madre, ma questo è e sarà per sempre, per te, la fotografia: un hobby, un / se hai tempo /. E' la mia ultima parola » « Non mi hai ascoltato ━ » provò a dire, allora, guardandolo, per la prima volta negli occhi. « Theodore, è la mia ultima parola » lo interruppe sul nascere, suo padre, alzando lo sguardo dallo schermo del computer. « Si tratta del mio percorso studi » « Ho capito. Ma si tratta dei miei soldi » « Sempre con questi sol ━ » « I miei soldi, Theodore, ti danno da mangiare, ogni giorno. Ti vestono, ti tolgono gli sfizi. Frequenta questa / accademia / ed io ti taglierò i vivere e / questa / è la mia ultima parola. » « Ho capito. E' la prima ed ultima volta in cui hai questo potere decisionale su di me, papà. Studierò giurisprudenza, come vuoi tu e me ne andrò da qui e stai sicuro che, prima o poi, Sierra sceglierà di venire via con me » e questa era suonata come una minaccia, per qualche motivo Theodore aveva alzato lo sguardo e l'aveva reso più intenso. Quella era la prima volta che suo padre gli aveva spezzato il cuore. L'unica.
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