athena alaska aileanach | 20 y.o. | let's be brave and kind and love more than less.
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- Luce dei miei occhi, ci vediamo domani? Stessa ora?
E Hazel ha affidato a voi due il locale? A voi, che una mette questo cappello bellissimo e l`altro si perde a cercare di fare poti poti al puccio del suddetto cappello? Siamo messi bene.
- Stesso posto, stessa ora. E’ un appuntamento.
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Guarda Athena, poi Vaniglia, poi di nuovo Athena, sempre con il sorriso incastrato in bocca, prima di occuparsi di quel boa. Nella medesima espressione accigliata, pensieroso, quasi come se fosse un esperto di boa «Bhe» si fa scivolare le piume fra le dita «Il fatto che lo indossavi anche stamani; interessante ... » inclina la testa, ora guardando la NANA «Ci tieni particolarmente o ti piace e basta?»
«Moglie, miei cari.» Li corregge con un tono più sull`attenti adesso, raddrizzando la schiena. «Sposate a...» Inquadra con la coda dell`occhio athena, per poi progressivamente ruotare un po` il collo per scorgene completamente il volto. «Aprile! Si, era ad Aprile.» E batte pure il palmo destro sul tavolo, lo risolleva all`istante e punta pollice e indice prima su Ezzy e poi su Donald, scoprendo al contempo la parte sinistra della dentatura grazie a un sorriso plastico. Alla domanda che viene posta infine strizza le palpebre e devia lo sguardo sul sedile dietro Ezekiel, pur rimanendo nella stessa posizione. Ed è sempre così che avviterebbe il collo verso Athena, alla ricerca del boa piumato. Assotiglia lo sguardo e lo fissa sempre con lo stesso sorriso di gesso, tanto a lungo che la guancia inzia a duolerle un po’.
In compenso è Zeke a perderli, con quella domanda a bruciapelo che la porta a strozzarsi quasi con quella risata che le si incastra in gola e che deve soffocare con un paio di colpi di tosse. Un po’ per perder tempo, un po’ per appurare con uno scorrere rapido degli occhi che ha effettivamente tutti gli sguardo su di sé e per avere di conseguenza il tempo per tornare a fissare insistentemente il movimento delle dita di Zeke sulle piume come se fosse l`unica cosa di cui le interessa al momento. «E’ un bellissimo boa» Inizia, con un sorriso tanto tirato agli angoli quanto smorzato nello sguardo, che ravviva forzatamente mano a mano che parla «Sai, non è mica facile trovare qualcosa che si abbina con tutto quello che hai» e infatti questo non lo fa «e che piaccia a tutti» e non fa nemmeno questo «e che, insomma. Mette allegria. Vorrei vedere se non ci terresti anche tu in questo caso» Finisce così, alzando la mano e spostando il boa in modo da solleticare il naso di Ezekiel con le piume, nell`impacciato ma ridente, in qualche modo, tentativo di distogliere l`attenzione da se stessa. Dopotutto c`è solo un paio d`occhi in questo tavolo che, se è stato attento, può confermare di averle visto indossare questo stesso boa da una sbronza notte di Aprile in avanti senza rinunciarvi mai.
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They say we’re losers and we’re alright with that We are the leaders of the not coming back’s But we’re alright though
Ad Athena Aileanach, nella speranza che questo gufo possa raggiungerti ovunque tu sia. Volevo dirti che non ti ho dimenticata, se mai te lo fossi chiesto. Sono solo molto più lontano. So che ci rivedremo, spero presto. Fino a quel momento, ricorda che condividiamo sempre lo stesso cielo. - Elliot
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C`è un calcio della punta dell`anfibio contro il legno del bancone, poi, a darle la piccola spinta necessaria per trovarsi a fronteggiare Vaniglia, il boccale momentaneamente abbandonato in modo da avere le mani libere e poterle congiungere, unite sotto il mento, nell`espressione di gioia che più si addice all`aria bambinesca di chi ancora non ha finito la scuola. «E poi, adesso che posso Smaterializzarmi anche io possiamo andarcene da qualche parte insieme. E posso portarti io a vedere un sacco di posti grinzafichi. Non è campanulissimo?»
Quando Athena si rivolge verso lei, soleva le sopracciglia la fissa, sempre con quel sorrisetto da schiaffi stampato in faccia. «Spara il bolide!» Solo che, quando l’avrà davvero sparato, se ne starebbe a fissarla in silenzio per svariati secondi. Un tempo che pare interminabile quando si tratta di una dalla parlantina svelta come lei. Solo dopo un po’ sbatacchia le palpebre, avvicina le labbra al boccale e lo solleva per trangugiare il contenuto rimanente. In men che non si dica balza giù dallo sgabello, fa un paio di passi verso la porta e poi si volta verso Athena. «Bhe, e che stiamo aspettando?»
Non ha nemmeno finito di parlare che già si è buttata con un tonfo giù dal suo sellino, altezza livello bancone sovrastata da quel turbante piumato che in qualche modo resiste, e le trotterella prima alle spalle, poi di fianco e poi fa per superarla. «Dove andiamo, dove andiamo?» Come se non avesse proposto appena tre secondi fa di essere lei quella che sceglie la location «No perché lo sai, io con te pure in capo al mondo eh.» Filtro bocca-cervello: zero. Sarà che è abituata a non filtrare mai quello che pensa, specialmente gli apprezzamenti, sarà che sta cominciando a capire quanto sia vera per lei questa affermazione, sarà semplicemente bisogno di riempire il silenzio con qualcosa: sta di fatto che verso Vaniglia volta la testa con un sorriso allegro e sghembo prima di aprire la porta e farle un mezzo inchino, accompagnato dal lento cenno del braccio da maggiordomo che le fa segno di andare avanti per prima. «Però magari prima distanze più brevi o ci spacchiamo e non nel senso buono»
«Foresta di Sherwood?» Propone senza nemmeno pensarci un attimo di troppo. «Però dovremmo smaterializzarci qualche braccio prima, o rischiamo di cadere in un cerchio delle fate» Squillato con altrettanta leggerezza, come se fosse una cosa da nulla. Ed è così che quando Athena le fa strada la supera e con un paio di balzi è già fuori dall’uscita del locale. Intanto rivolge lo sguardo verso l’interno e quasi si sbraccia in direzione di uno Ian selvatico in lontanza. «SE NON CI VEDETE PIU’ E’ PERCHE' CI HANNO RAPITO LE PIXIE» Un grido spensierato che potrebbe pure confondersi col chiacchiericcio e i rumori del locale. Ed è sempre ridacchiando che cingerebbe le spalle di Athena con una presa piuttosto decisa, per mollarle un paio di pacche sulle spalle e le sussurra all’orecchio, con fare complice. «Dicono che se ti addormenti nella Foresta ti risvegli dopo duecento anni»
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«E poi mi piacerebbe vederti uscire con qualcuno, nel senso, qualcuno che ti piace e ti fa ridere e riesce a stare dietro alla tua vita avventurosa. Quanto è passato da Shin? Due anni? Due e mezzo?»
Shin Solamh non è entrato nella sua vita come un uragano; ha preso spazio piano piano, spostandosi in punta di piedi dal margine della classe al banco di fianco al suo. È stata Athena a prendere spazio nelle giornate di lui come un Erumpent in cristalleria - rumorosa, caotica, senza possibilità di annullare gli effetti del suo passaggio. Non è stato il primo ragazzo a baciarla né il primo a vederla sgusciar fuori dal maglione - c’è stato qualcun altro, prima di lui, che le ha voluto bene e l’ha tradita nello spazio di un autunno - ma a lei piace comunque pensare che sia stato il primo a vederla davvero e a decidere che magari restare ne valeva la pena. È stato quello delle scommesse perse in partenza, che non ha battuto ciglio quando gli ha attorcigliato un foulard sulla testa e se lo è portato a lezione, che è riuscito a infilarla in una gonna ma poi l’ha lasciata sgambettare a piedi scalzi tra le trine perché è così che le piaceva, libera nelle sue stranezze. Quello delle promesse infrangibili sigillate con una stretta di mignolo, mentre la Torre d’Astronomia brillava di stelle e lei non ne guardava nemmeno mezza, troppo occupata a guardare lui e le sue dita tra le sue. Io e te ci bastiamo, no? Le ha detto una volta, sussurrando nel silenzio di un Dormitorio vuoto, e lei l’ha lasciato appeso nei centimetri che lo dividevano dal suo viso prima di trovare il coraggio di promettergli quello che non aveva mai fatto con nessun altro: contra mundum, un mondo che esiste solo nello spazio tra il ditale che nasconde sul comodino e le lenzuola disfatte che si è lasciata dietro quando lui le ha dichiarato sentimenti troppo grandi e lei ha avuto una paura bolide, troppo per restare. Così se ne è andata.
Non so che ti hanno detto della rottura tra me e Shin, ma questo è quello che è successo. L’unica vera biografia autorizzata: una ragazzina fifona e la storia che ha mandato affangramo tutta da sola.
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Sala Grande - Ballo dell'Agrifoglio Dopo l'annuncio riguardante il Decreto Ministeriale 77/12 alcuni studenti tra i quali Noah Lewis,Eusine Van Houten, Shin Solamh, Athena Aileanach, Eliza McCollough (catturato un esemplare selvatico di Ian O'John) hanno deciso di castarsi addosso dei vestit così da sostituire il loro abbigliamento alla divisa scolastica, con la semplice differenza nei colori delle casate scombinati. Una volta eseguiti gli incantesimi si sono riuniti a cerchio per danzare tutti quanti sulle note scelte dall'Inquisitore, regalando al ballo una riverdance di gruppo in “onore” della tradizione, rendendo libera la partecipazione a qualsiasi studente anche solo incuriosito dalla cosa.
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Da uno dei costoni di roccia laterali si stacca quella che sembra un`enorme porzione di rocce nere... peccato che abbiano una coda, una serie di creste ben evidenti lungo la schiena e le ali. Ali che vengono sbattute con vigore nel prendere quota sempre di più, mentre il muso del Dorsorugoso di Norvegia emette due grossi sbuffi di fumo dalle narici, come se stesse fiutando la presenza di un bel bocconcino umano nei paraggi. Per la povera Corvonero non c`è però soltanto da preoccuparsi di un drago ma un improvviso terremoto sembra colpire tutti quei massi sospesi, che con una certa rapidità si sgretolano in successione: quelli più vicini alla casetta finiscono giù nel mare per primi, e la stessa fine cominciano a fare anche quelli subito prima di Athena... anche il suo minaccia di farlo molto presto. Meglio sbrigarsi visto che gli occhi arancioni del figlio di Norberta la stanno puntando e sembra essere pronta ad aprire le fauci per arrostire il suo delizioso marshmallow.
Uno sguardo allarmato all`ultimo masso che va in pezzi nella caduta, uno agli occhi che la stanno puntando e poi il volto che viene finalmente indirizzato verso la casina lontana, ultimo baluardo di speranza in un mondo che le si sta letteralmente sfacendo sotto i piedi. «QUESTA COSA NON E` PER NIENTE CARINA» Lancia uno squillante urlo generico, rivolto alle menti che hanno organizzato questa prova d`esame o forse a qualche entità superiore con cui deve prendersela per stemperare la tensione del momento, poi un ultimo sguardo alla casina e ai suoi colori – che riesce a visualizzare meglio di quanto non faccia con gli effettivi dettagli della costruzione – prima che i suoi occhi si soffermino sul praticello, la sua Destinazione, lo spazio che cerca di immaginarsi di occupare anche in una dimensione fisica oltre che mentale. Non v`è dubbio che, considerando i tempi precedenti, la fretta di agire influisca sulla sua concentrazione, per quanto si impegni al limite delle sue possibilità per ignorare gli stimoli esterni e rimanere focalizzata solamente sulla sua casetta, il suo pratino, lei nel pratino, e sia anche relativamente rapida nel prendere la decisione di buttarsi in questa missione suicida, il piede in avanti pronto a compiere quel giro su se stessa e allontanarsi dal sasso quasi in frantumi o a morire nel tentativo.
Davanti ad Athena c`è solo Julius Claythorne in un completo gessato viola con cravatta e farfallino pervinca, appoggiato con una mano al suo solito bastone prezioso. Se la sogghigna ancora, divertito dall`appunto che la giovane Strega ha gridato poco prima in sua direzione, mentre le allunga una pergamena arrotolata. «Complimenti Signorina Aileanach: ha superato l`esame finale. Questa è la sua licenza. Ne faccia un uso accorto e nel rispetto della Legge e dello Statuto di Segretezza.»
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Vicino alla sua sylvent tutto sembra più leggero: il mondo riprende a girare, il sangue gli scorre nelle vene e le stelle sono tornate nel suo cuore.
Hogsmeade, Diagon Alley, Kilmaluag, Edimburgo: trovare Athena è sempre una scommessa con il destino, un incognita irrisolvibile, e non si sa mai bene se andrà a dormire nello stesso posto dove si è svegliata quella mattina. Le uniche smart money da puntare sulla sua locazione sono quelle scommesse sul fatto che sarà sempre quanto più vicino possibile ad Eusine. Al suo fianco, per esempio, intenta ad alzare un boccale che ad occhio e croce è più grande della sua testa per un allegro brindisi con il suo Lumos. «Stasera dormi da noi, mh?» Una domanda, un ordine impartito sotto domanda, l`implicita minaccia che se dovesse dire di no arriverebbero anche Ewan e Georgia a prenderlo di peso per portarlo in quel covo hobo-chic che gli Aileanach chiamano casa. Quel sorriso a trentadue denti nasconde questo e anche di più. Come la forte speranza che lui dica di sì dopo questi mesi di sparizioni e ritorni.
«Certo che dormo da voi! Ah, da quant`è che non dormo PROPRIO DA VOI?» Dai tempi della scuola, forse. Un sorriso particolarmente dolce a coronare il tutto prima di appoggiarsi contro la testolina bruna della corvonero per lasciarci su un bacio a schiocco e pieno d`affetto.
«Troppo. Manchi a tutti, sai? Anche a Sean. Pure se insomma, Sean non c`è, ma chiede sempre di te» Nuovamente va incontro al suo bacio, a volergli facilitare la cosa, e le rimane impigliato all`angolo delle labbra un sorriso un po` ebete e un po` contento alla prospettiva di passare altro tempo con lui.
L`idea di tornare a fare uno sleep over con gli Aileanach non può che piacergli, abbastanza da dipingergli un sorriso sognante sulle faccia. E` sempre stata una seconda prima famiglia per lui, un posto in cui andare sempre quando e se avesse bisogno di "casa" in assenza dei suoi. Non è qualcosa che ricorda a malincuore, ama lo spirito d`avventura dei suoi genitori, lo stesso che hanno trasmesso al figlio, ma delle volte un ragazzino ha bisogno di un focolare.
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ATHENA sembra aver scelto il suo cucciolo praticamente da subito, visto che quel piccoletto continua a graffiare la cassa in attesa di esser preso in braccio, con quelle codine una colorata e l’altra bianca, macchie sparse un po’ ovunque e il muso rossiccio, mentre VANIGLIA si sentirà osservata da un cucciolo particolarmente cicciottello, con i rotolini sulla schiena e le zampotte morbide, che seduto la fissa, abbaiando per attirare l’attenzione con quegli occhietti languidi che si ritrova.
«Guarda un po`, guarda! È un po` egocentrico, un po` molesto. Non è bellissimo? Sai come dovremmo chiamarlo?» Plurale perché wives who adopt Crups together stay together «Savin»
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«Promettimi sempre sempre che vorrai essere the Connie to my Blyde, che non ti stancherai dei brillantini e neppure mai mai dei Dorsorugosi di Norvegia.» Scuote pure il capino, con le braccia ancora al collo dell`altra.«Che non vorrai addentrarti nella selva obscurante fuori dall`isola dei puffagioli sperduti.»
Promettimi che non cresceremo mai, Titì.
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«Comunque pensavo, cioè: che assurdità sposarsi adesso! Vi siete.. Ci siamo visti? Impermeabile giallo, cioè, sprecare la gioventù per una frullobulbata del genere che non è proprio campanulissima, anzi!, è la cosa meno campanula che mi venga in impermeabile giallo, ma poi ho pensato che se mai forse dovesso chissà sposarmi allora vorrei sposarmi Titì perché è proprio stramegagranzificherrima, sai?»
«Se la trovi stra- rameg- quellacosalì, dovresti farlo. Se poi te la rubano? Insomma» e finalmente sembra ricordarsi che Athena è lì presente, almeno fisicamente, allungando le mani per prendere il volto di Vaniglia e indirizzarlo verso l’ex Corvonero «Guardala!» eh, guarda com’è ubriaca «E se ora arrivasse un Quintaped e se la portasse via per farla la sua regina Quintaped?»
«Io ti sposerei, eh. Saremmo una coppia bellissima e ti porterei in giro per tuttotutto il mondo tu potresti portarmi a cavalcare i draghi e-»
Ruota completamente il busto verso Athena, poggiandosi con la destra allo sgabello. Rimane lì a fissarla, gli occhioni spalancati che non osano privarsi della sua vista neanche per un battito di ciglia. Il tempo che la ragazza concluda la sua dichiarazione del vero amore e cala un silenzio glaciale. Almeno da parte sua, forse anche da parte di qualche astante che si sta godendo la scenetta. Dopo qualche secondo di stasi, Vaniglia si sporge verso l’interno del bancone di peso morto, frugando con entrambi le mani sul piano di lavoro. Col dorso della mano destra rovescia a terra pure un paio di bicchierini di vetro, prima di afferrare uno stappabottiglie per birra e voltarsi di nuovo verso Athena. Al che crolla in ginocchio sbandando con la testa contro lo sgabello, ma poco importa. E’ pura estasi quella che le si potrebbe leggere negli occhioni blu lucidi per la commozione del momento (in realtà è per l’alcool, ma si intona con l’atmosfera). «Athena Alaska Aileanach» Si schiarisce la voce con un colpo di tosse ma non stacca mai le iridi da quelle dell’altra «Vuoi diventare la mia regina Fwooper? Adesso e per tutti gli impermeabile giallo a venire»
Scatta indietro ma rimane ad osservare quello strano fenomeno che gli si sta parando davanti. Osserva come se non fosse lì tutta la scena, riportandosi a ridosso del bancone quando la rossa crolla giù in ginocchio, giusto per non perdersi nulla. Poi che fai in questi casi? Che fai se non prendere il primo bicchiere mezzo pieno che hai davanti, alzarlo e.. «In nome di Merlino che ci protegge e del signor MacLachlan che che governa questo posto» Tortiglione Tartagliante stato indipendentista da questo momento «Vi dichiaro sposate. Potete baciarvi, bere, cavalcare draghi o fare il bolide che volete, chi sono io per dirvi cosa fare?» Spallucce e un brindisi per le spose!
«Stai cercando di vandalizzare il locale?» Non si sa mai, con Vaniglia. Torna a includere Ian nel discorso per informarlo che sì, a suo dire «Sta cercando di vandalizzare il locale, così poi possiamo fare come Connie e Blyde e fuggire dagli Auror per sempre mentre viviamo una storia d’amore criminale e-oh» Si blocca di colpo quando la rossa si inginocchia, ricordandosi con un attimo di ritardo che qui si sta parlando di proposte di matrimonio serie. Serissime. La sua risposta, il suo sì, è tutto racchiuso in quell’urlo mal soffocato. «Mio Fwooper» Esclama. Poi, nell’impeto del momento, le pianta le mani ai lati della faccia e le dà un bacio sulla guancia destra, su quella sinistra e, infine, sulle labbra.
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" Ma perchè proprio Alaska ? " " Più tardi ho scoperto cosa significa. Viene da una parola aleutina, Alyeska. Vuol dire ciò contro cui si infrange il mare, e mi piace da morire. Ma quella volta ho solo visto l'Alaska sul mappamondo. Era grande: come volevo essere. E stava a mille miglia da Kilmaluag, Scozia: dove avrei voluto essere. "
Athena Alaska Aileanach @ Kilmaluag (Scozia), 12/09/2054. Magata bronzoblu, giramondo, mezzosangue, caso umano || Centocinquantun centimetri di braccia e gambe allenate - corre, salta e si muove come una Puffola minuscola e veloce con un paio di occhi chiari e troppi capelli castani e disordinati. Segni particolari: un paio di occhiali da lettura giallo canarino + cicatrici e lividi che spuntano come funghi + improponibili abbinamenti di colore + l'accento, scozzese&scouser, che la rende spesso incomprensibile || Da sempre studentessa mediocre perchè studiare per obbligo e non per curiosità la rende triste. Le piace imparare e stupirsi, si entusiasma con poco, usa modi di dire stupidi, parla tanto, dice niente. Haven't you heard what becomes of curious minds ? Fa amicizia anche con i quadri, segue il campionato delle Holyhead Harpies, tifa Liverpool fc, tira con l'arco, soffre di una lieve forma di ADHD. Non sa smaterializzarsi né castare il suo Patronus.
I might be a fragile little flower
But I’ll kick your fucking ass
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