#vortice di pensieri
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Le paranoie che ci creiamo
A volte la nostra mente è il nostro peggior nemico. Succede tutto così velocemente: un silenzio, uno sguardo sfuggente, una parola che suona male. E all'improvviso, la nostra testa inizia a costruire storie. Ci chiediamo: "Ho fatto qualcosa di sbagliato? Perché mi guarda così? Sto facendo abbastanza?" Ogni piccola cosa si ingigantisce e, senza volerlo, ci ritroviamo immersi nelle nostre paranoie.. E così ci sentiamo inadeguati. Queste paranoie ci bloccano. Ci tengono in una prigione invisibile fatta di dubbi e paure. Ci portano a evitare situazioni, persone, momenti in cui potremmo essere noi stessi. Temiamo a tal punto il giudizio da non sentirci noi stessi abbastanza?
𝐀𝐧𝐬𝐢𝐚
Io soffro d'ansia e le paranoie sono all'ordine del giorno.. Quei pensieri ricorrenti che prendono vita nella mia testa, quei dubbi che si insinuano e si amplificano, finiscono per alimentare la mia ansia.. Il cuore inizia a battere sempre più forte, il respiro si accorcia, gli occhi si fanno lucidi, i pensieri si moltiplicano. È come se, in un attimo, tutto diventasse troppo..
Avete presente Ansia in Inside Out 2? Ecco, è proprio così che mi sento quando l'ansia prende il sopravvento.. Ogni pensiero diventa un vortice caotico, e tutto intorno sembra trasformarsi in una tempesta di preoccupazioni..
La verità è che il mondo non ci osserva con gli stessi occhi critici che usiamo su noi stessi. La maggior parte delle nostre paranoie vive solo nella nostra testa, alimentata dalla paura. E forse, se smettessimo di cercare costantemente di essere "abbastanza", ci accorgeremmo che lo siamo già, esattamente come siamo..
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Troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore. Ci sono giorni in cui la mia mente è come una tempesta, un vortice di pensieri che non riesco a fermare, e il mio cuore è come un tamburo che batte incessantemente, intrappolato in un ritmo che non riesco a controllare. Ogni giorno, mi sento come un equilibrista su una fune sottile, costretta a camminare senza mai fermarmi. Da un lato, i pensieri si accavallano come onde in piena, ogni singolo problema sembra amplificato, ogni minima preoccupazione diventa un ostacolo insormontabile. Dall’altro, l’ansia che serra il mio cuore come una morsa e mi lascia senza respiro.
A volte mi chiedo se sono solo io, se questo modo di sentire tutto in maniera così profonda e intensa sia un errore, un difetto nel mio modo di essere. Sembra quasi che il mio cervello non riesca mai a spegnersi, come se fosse perennemente in allerta, a caccia di qualcosa che non va, di qualche dettaglio che mi sfugge, di qualche motivo per preoccuparmi. E il mio cuore, invece di essere un rifugio, diventa un campo di battaglia, dove combatto costantemente contro le mie paure, i miei dubbi, le mie insicurezze. Non riesco mai a trovare pace, e tutto questo mi consuma dall'interno.
Ci sono notti in cui resto sveglia fino all’alba, perché i miei pensieri non mi lasciano dormire. Mi giro e rigiro nel letto, cercando un modo per calmarmi, per trovare un attimo di sollievo, ma non ci riesco. Ogni pensiero sembra accendere una scintilla di paura, e quella scintilla diventa subito un incendio. Mi preoccupo per il futuro, per le cose che ho fatto e per quelle che non ho fatto, per i miei errori, per le mie scelte. E anche quando penso di avere tutto sotto controllo, basta un dettaglio, un’idea, una parola per far crollare ogni sicurezza che pensavo di avere.
Sono stanca di questa guerra costante tra la mente e il cuore. È come se ogni giorno fosse una battaglia, e io non riesco a smettere di combattere. Ma è una battaglia in cui non vinco mai. Anzi, ogni giorno mi sento sempre più debole, sempre più esausto. Ogni pensiero diventa una trappola, ogni ansia una prigione. Mi sento come se fossi intrappolata in un ciclo infinito, incapace di liberarmi, incapace di trovare un momento di serenità.
E il peggio è che, spesso, nessuno se ne accorge. Ad alcuni mostro un volto sereno, una maschera che nasconde tutto questo tumulto interiore. Non voglio che gli altri vedano quanto sto soffrendo, quanto sto lottando. Mi dico che devo essere forte, che devo resistere, che devo andare avanti. Ma dentro di me so che questa forza apparente è solo una facciata, e che, sotto la superficie, sto crollando.
Vorrei poter fermare il tempo, poter mettere in pausa la mia mente e il mio cuore, anche solo per un attimo. Vorrei poter smettere di pensare, di preoccuparmi, di sentire tutto in modo così intenso. Vorrei poter respirare senza sentire questa morsa che stringe il mio petto, senza questa paura che non riesco mai a placare.
E mi chiedo se un giorno troverò mai pace. Se un giorno riuscirò a liberarmi di questi pensieri che mi tormentano, di queste ansie che mi consumano. Ma, al momento, tutto sembra così distante, così irraggiungibile. Mi sembra di essere in balia di una tempesta, e non vedo nessun porto sicuro dove rifugiarmi.
Forse, il vero problema è che non riesco ad accettare che la vita sia fatta anche di incertezze, di errori, di momenti di vulnerabilità. Forse, pretendo troppo da me stessa, cerco di controllare tutto, di avere sempre una risposta, una soluzione. Ma la verità è che, a volte, non ci sono risposte, e non ci sono soluzioni. A volte, bisogna solo accettare di sentirsi persi, di avere paura, di essere vulnerabili.
Ma io non so come fare. Non so come accettare questa parte di me. E così, continuo a lottare, a cercare di tenere tutto sotto controllo, anche se so che è una battaglia persa in partenza. Continuo a pretendere troppo dal mio cervello, e a chiedere troppo al mio cuore, anche se so che questo mi sta lentamente distruggendo.
Non so se un giorno troverò la forza di lasciar andare, di smettere di lottare contro me stessa. Ma, per ora, tutto ciò che posso fare è cercare di sopravvivere a questa tempesta, cercare di mettere un piede davanti all'altro, anche se ogni passo mi sembra sempre più pesante.
Perché, alla fine, non so essere diversa. Non so vivere senza pensare, senza preoccuparmi, senza sentire ogni emozione come un peso sul cuore. E, forse, questa è la mia condanna: troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore che, anche quando è sul punto di crollare, continua a battere, nonostante tutto.
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a volte mi ritrovo immersa in un vortice di pensieri che mi portano costantemente a te.
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Non cadrò nel vortice dei miei pensieri distruttivi perché sono anche altro e non ho bisogno di pensare per vivere
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Non ne posso più.
Ogni giorno il peso delle responsabilità diventa sempre più pesante, un fardello che mi sembra impossibile da sollevare.
Mi guardo intorno e vedo il mondo che avanza, ma io sono intrappolata in un ciclo di pensieri pesanti, di obblighi che non lasciano spazio al respiro. La stanchezza si fa sentire, come una coperta pesante che mi schiaccia.
Ma io non mi posso fermare, vivo in una corsa continua, incessante, che mi lascia senza forze.
Desidero solo poter lasciar andare tutto.
Ma il pensiero di tutte le cose da fare, di tutte le aspettative da soddisfare, angoscia la mia mente, e per me è impossibile trovare pace.
Eppure non voglio arrendermi, non voglio più fallire, ma devo accettare che i miei limiti sono più forti di me.
E così, mentre il mondo continua a girare, io proseguo con il mio passo, che, per quanto rapido, non mi sembra mai sufficiente.
Vorrei trovare una via d’uscita da questo labirinto di pensieri e responsabilità, ma la strada sembra sempre più oscura, sempre più tortuosa.
Non mi porta mai da nessuna parte.
Forse, nel profondo, desidero solo una pausa.
Un attimo per riconnettermi con me stessa, per ricordare chi sono al di là di ciò che devo fare.
La sensazione di rincorrere qualcosa di impossibile da raggiungere pesa su di me, mentre il tempo scivola via.
Il tempo scorre veloce e io sono ancora qui, ancora lontana dall'obiettivo, come se ogni passo che compio mi allontanasse sempre più dal traguardo, invece di avvicinarmi.
Sento il bisogno di rallentare, di riflettere su ciò che conta davvero. Ma la frenesia attorno a me è travolgente, e mi ritrovo a cercare un senso in un vortice fatto di responsabilità, aspettative, pressioni.
Ogni tanto, in mezzo al caos, mi sorprendo a sognare. Sogni di serenità, di spazi aperti dove poter respirare senza fretta. Un luogo dove trovare finalmente equilibrio e pace.
Spero di scoprire che il vero obiettivo non è solo il traguardo finale, ma il viaggio stesso, con tutte le sue imperfezioni e i suoi insegnamenti.
E così, mentre il mondo continua a girare, farò del mio meglio per rallentare, per apprezzare ogni passo, ogni piccolo progresso.
Forse, in questo rallentare, troverò la forza di trasformare il peso delle responsabilità in opportunità di crescita.
E se così non fosse?
Se invece fossi destinata a fallire?
L’idea mi assale come un’ombra, alimentando le mie insicurezze e i miei dubbi.
Ogni passo diventa una montagna da scalare.
E ad ogni passo mi sento sempre più piccola, come se il mondo intorno a me si allargasse, mentre io rimango intrappolata in questo piccolo angolino di mondo, fatto di sogni infranti, paure, incertezze, delusioni e fallimenti.
-Il diario di Coraline🌙
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mi sento intrappolata in un vortice di pensieri
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Mi sento sciogliere. Non ho più un corpo stesa così, stanca e sfinita da questo continuo rincorrere qualcosa che non c'è. Forse è solo il sangue che irrora i miei indumenti, i pensieri; non capisco dove finisco io e dove comincia quell'assurdo vortice di risentimento e tristezza. Se mi fermo ad ascoltare solo un secondo mi perdo in pianti isterici; se fingo di non sentire rimane un brusio di sottofondo, scomodo e irritante, ma pur sempre brusio.
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Creazione Digitale:
"Vortice Cosmico"
Sono entusiasta di condividere con voi la mia ultima opera di arte digitale! Questo pezzo, intitolato "Vortice Cosmico," esplora la profondità e il movimento attraverso un vortice di sfumature blu e nere. Le stelle sparse e i motivi spezzettati aggiungono un tocco cosmico, evocando pensieri sull'universo e gli ambienti marini profondi. Spero che vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me crearlo! 😊
🇬🇧 English
Digital Creation:
"Cosmic Vortex"
I'm excited to share my latest digital art piece with you! This work, titled "Cosmic Vortex," explores depth and movement through a swirling vortex of blue and black shades. The scattered stars and speckled patterns add a cosmic touch, evoking thoughts about the universe and deep-sea environments. I hope you enjoy it as much as I enjoyed creating it! 😊
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In amore vince chi fugge..
Ci sono relazioni che non lasciano solo il cuore spezzato, ma anche la mente a pezzi. Sono quei legami che sembrano travolgere tutto, consumando ogni energia, ogni pensiero. Ti ritrovi a camminare su gusci d'uovo, cercando di non fare troppo rumore, di non disturbare, per paura di perdere tutto o di perdere te stesso. In quei momenti, ti rendi conto che hai dato tutto quello che avevi, ma non era mai abbastanza.. L'insicurezza prende il sopravvento, e la persona che eri si dissolve lentamente. È come se il tuo valore dipendesse dall'altro, e quando ti accorgi che non tornerà indietro nulla, la tua mente collassa, lasciandoti solo con i pezzi di ciò che eri un tempo. E il dolore mentale, quello che nessuno vede, è il più devastante..
Ho vissuto tutto questo..
Mi sono aggrappata a ogni momento, a ogni parola, cercando di salvare qualcosa che mi stava lentamente distruggendo.. Ogni discussione sembrava spezzarmi, ogni silenzio mi faceva sentire inutile. È difficile spiegare come ci si sente quando, anche dando tutto, non è mai abbastanza. Piangevo, non dormivo, e mi ritrovavo intrappolata in un vortice di pensieri negativi. Ogni piccolo gesto carino da parte sua diventava un'ancora di salvezza, una speranza che le cose potessero cambiare. Non mi sentivo ascoltata e capita; la nostra relazione era un continuo dare e togliere, un'altalena emozionale che mi portava a momenti di benessere seguiti da abissi di malinconia.. Ogni volta che pensavo di aver trovato un equilibrio, un gesto o una parola mi riportava indietro, facendomi dubitare del mio valore, della mia importanza e soprattutto portandomi a chiedermi: "Sono davvero così stupida?".. Eppure, mi aggrappavo a queste briciole d'affetto, più mi rendevo conto che stavo amando sola.. Era come se l'amore che davo fosse un dono non richiesto, un sacrificio silenzioso in un mare di indifferenza. Questa instabilità mi ha fatta sentire come se fossi su un campo di battaglia, costantemente in attesa del prossimo attacco emotivo.. Persi la fiducia.. Fiducia minata da parole vuote, da attese disattese e da promesse mai mantenute. Mi sono ritrovata a mettere in dubbio ogni gesto, a dubitare di ogni affermazione. Quel che un tempo sembrava solido è diventato instabile, lasciandomi sospesa tra il desiderio di credere e la paura di essere delusa di nuovo..
Alla fine, ho capito che forse mi tenevo aggrappata all' immaginazione della vita bella che avrei potuto avere, delle emozioni stupende che avrei potuto provare. Sognavo un amore che fosse rifugio, un legame che mi elevasse invece di farmi sentire inadeguata. Mi rendevo conto che vivere nella speranza di un futuro ideale mi impediva di vedere il presente per quello che era..
Come questo cielo rosa al buio, che evoca sia la bellezza che la malinconia, riflette le emozioni che ho vissuto.. A volte, le cose più belle possono essere le più complesse.
Ho lasciato andare o almeno ci ho provato..
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lunedì di giugno: classica sveglia alle 5.20 come ogni giorno anche se a volte è più pesante di altri lunedì o di altri giorni, soprattutto quando sono i pensieri a farti dormire appena quattro ore. stamattina dopo l'ennesimo ritardo ho vomitato il caffè che avevo preso al bar e ci ho solo fumato su, adesso sono fuori a prendere aria, aria malata con una sigaretta fumante fra indice e medio. ho sciacquato i polsi, le uniche parti del mio corpo dove ho i segni dell'abbronzatura, il viso, ho respirato profondamente cercando di riprendermi. la verità è che ho paura e mi sento abbandonato a me stesso e al vortice della paranoia: ho paura di parlare di come sto con i miei, la mia psico sembra non accorgersene in fondo e lo psichiatra tarda a fissarmi un appuntamento. troppe scadenze che non vengono rispettate, troppe domande rimaste irrisolte, troppe paure che non vengono accudite, da solo non riesco, non ho mai avuto la forza. il vento prova a tirarmi su, ma in verità vorrei solo stendermi nell'erba e farmi piccolo piccolo come un fiore di campo. spero voi tutto bene.
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#1 Voglio sposare John Frusciante.
Ma procediamo con ordine.
Quella di ieri è stata una serata più asfissiante del solito. Non so perché, o forse lo so ma per spiegarlo mi perderei nel vortice delle elucubrazioni e finirebbe che come al solito darei la colpa al tizio in motorino che durante l'adolescenza mi aveva detto 'brutta' senza neanche avermi guardata, ma solo per il piacere di farmi restare male. Che poi alla fine è un po' il filo rosso delle mie relazioni, di qualsiasi natura siano, che sembrano nascere e morire giusto il tempo per farmi rimanere male e mortificarmi così, for free. Ma ecco che sto come al solito divagando al punto che sono davvero arrivata a raccontare la storia del tizio in motorino, che se non era per il fatto che alla scena assistette anche un mio conoscente, neanche ne avrei traccia nella mia memoria.
Infatti, per darvi due coordinate della tipa che state leggendo, se per caso pensate che l'insulto abbia toccato il mio ego, vi sbagliate di grosso. Ero talmente una sottona, al tempo, che il mio pensiero andò al conoscente che nella mia mente malata sarebbe rimasto male per la scena alla quale aveva appena assistito, e quindi per la sottoscritta, tornandosene a casuccia sua tutto avvilito. Io odiavo pensare che la gente potesse avvilirsi a causa mia. Anche quando non era, causa mia.
Roba da Tso immediato, lo so. Ma almeno riconoscetemi che sono arrivata a comprenderlo e descriverlo. Da sola, per giunta.
Non disturbatevi ad applaudire, mi raccomando, anche se con sto caldo magari vi esce un filo di brezza dalle mani che sbattono a tempo e non la smettete più, finendo per farvi venire i calli e avvilirmi per avervi causato un qualsivoglia dolore.
Ho detto che sono arrivata a comprenderlo, il disturbo, non a guarirlo.
Ora, non appena quello del motorino esce dalla mia testa, proseguo a spiegarvi perché sposerò John Frusciante. Sì, perché ho visto su You tube che se impari a visualizzare, i tuoi sogni si avverano con certezza.
Si ma guarda che John Frusciante è sposato, ve. Dettagli.
Questa mattina mi sono alzata memore di un sogno bellissimo, premonitore, poco importa se residuo della serata di ieri che ancora non sono riuscita a spiegare per colpa dello spiegone del trauma causato dal ragazzino in motorino.
Dicevo, faceva un caldo asfissiante, ieri sera. Invece di arrivare a letto passando direttamente dal divano wengé con chaise longue tanto di moda quanto inospitale, decido di assumere una posa yoga direttamente sul materasso di camera mia, quello sì tanto comodo quanto narcotizzante. Ma invece di crollare come succede ogni volta che lo sfioro, ieri rimango per ore a cercare di spostare i miei pensieri dalla mia attuale preoccupazione ad un motivo valido per andare sognare qualcosa di bello.
Il mio stato di agitazione, però, era talmente incontrollato che ho iniziato a smanettare su You Tube alla ricerca di quel qualcosa che non si sa mai compaia all'improvviso provocandoti un sorriso.
Infatti, dopo aver guardato un film che era partito così così rivelandosi invece una chicca per il messaggio che mi ha trasmesso, convinta di non avere energia residua per iniziarne un altro, ho deciso di scorrere gli shorts dei miei prefe sul tubo, come dicono i pischelli nei commenti.
Mi imbatto in un'intervista, immorale, a John Frusciante. Non tanto per il contenuto in sé o per il fatto che il mio futuro marito fosse drogato al punto da sembrare una campagna sociale contro l'eroina degli anni 80, quanto per il fatto che tagliato e spedito nell'oceano degli shorts così fuori tempo e contesto rispetto al personaggio, mi ha fatto subito pensare ad uno di quei sfortunati quasi anziani, fuori peso, incattiviti dalla vita che con la scusa di rievocare un reperto storico a favore di fan, sputa un po' del suo veleno in esubero mostrando la vulnerabilità delle persone per bene nei loro momenti meno fortunati per potersi sentire migliori. Sfigati che non siete altro.
Magari poi quello short l'ha pubblicato qualcun altro, chi lo sa, ma ciò non toglie che nel mondo c'è pieno di questi soggetti talmente asserviti al loro ego ferito ai tempi dell'asilo che stanno tutt'oggi qui a piangere sul Nesquik slavato quella fresca mattina autunnale dell'86.
Tutti a dare la colpa a quei ragazzini in motorino che urlano brutta alla prima che passa per strada, solo perché gli hanno detto di onorare il padre e soprattutto la madre, che se anche non ti ama, fa finta di farlo al punto che tu credi che sia così ma lo sai che così non è. Solo che dipendi da lei e non puoi dirle che è brutta. Così lo vai a dire alla prima ragazzina che gira per strada, da sola, lo andrai a dire alla madre dell'arbitro della partite che seguirai, a quella che guida davanti a te la mattina, alla donna che porterai all'altare e che nella tua testa fungerà da capro espiatorio, all'infermiera che ti cambierà il pannolone, alla moglie del becchino che ti seppellirà.
Perché la colpa non è del ragazzino che ti urla brutta mentre sgasa ai quaranta all'ora col cinquantino, ma di qualcuno che invece di farti scoprire il nutrimento fisico ed emotivo di un genitore, ti porta ad urlare il tuo dolore inascoltato ad una sconosciuta qualsiasi che, anche fosse davvero brutta, non ha motivo di avere l'impronta del tuo dolore nella sua testa.
Comunque, a forza di divagare, arriverò a spiegare cos'ha detto my beloved John, comparso all'improvviso fra gli shorts, per portarmi a decidere di sposarlo, un giorno o l'altro. Scommettiamo? Vi dimostrerò come arriverò a farlo. Scientificamente.
Se non avete sbatta di leggerlo, vi capirò. Scaricatevi solo qualche app di gossip almeno vi ricorderete di me il giorno del mio matrimonio, esattamente come io ricordo di quel ragazzino in motorino.
(Segue)
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Perennemente nel mio vortice di tetri pensieri e continui ripensamenti sul passato, mi ritrovo prigioniero di memorie che non riesco a lasciar andare. Difficile è abbandonare certi momenti della mia vita, come ombre che mi seguono incessantemente. Sono forse senza speranza?
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A volte è meglio avere qualcosa che ti dia fastidio di cui lamentarti almeno ti distrai, non stai da sol* ad annoiarti o risucchiat* da un vortice di pensieri autodistruttivi.
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La solitudine a volte è un vortice di brutti pensieri. Altre volte capisci che si può contare solo su se stessi. Perché chi ti dovrebbe reputare amico/a o migliore amico/a non ha una minima considerazione di te nonostante possono esserci stati trascorsi. Ora conto su di me. Perché alla fine non scrivi? Si lamentano che non scrivi abbastanza. Scrivi? Non gliene frega un cavolo perché ci sono altri amici prima di te. Questo mi fa fare una risata amara e mi fa al tempo stesso riflette
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È successo, ancora!
L’ho rivista, quasi prima di scomparire all’ombra di una nuova alba. Era talmente super, bella piena e luminosa da sembrare irreale. Come se Il Cielo facesse quasi fatica a contenerla, volendo scendere sulla Terra per farsi ammirare ancora meglio e magari perché no farsi addirittura abbracciare da Me!
Incontenibile è stata anche la felicità che ho provato per la strepitosa sorpresa che mi ha fatto. Mi sono sentita talmente fortunata da voler quasi addirittura piangere di gioia.
Avrei voluto che quell’istante durasse per sempre, mentre un vortice di emozioni e di pensieri contrastati stavano invadendo con brivido la Mia mente. Non riuscivo più a controllarmi per quanto fosse tutto esageratemente forte, tanto d’arrivare persino a tremare, mentre prendevo di corsa il cellulare dalla tasca, per provare ad immortalare la Mia Musa, che più cercavo di mettere a fuoco e più si allontanava dall’obiettivo pur restando immobile dentro ai Miei occhi così pieni della Sua infinita, accesa bellezza. Lo confesso: nemmeno stavolta gli scatti fatti sono venuti granché ma non fa niente, l’importante è poter avere il Ricordo di questo attimo mozzafiato. Ho fatto fatica a staccarle gli occhi di dosso, come sempre del resto, ma il dovere chiamava e così a malincuore sono stata costretta a lasciarla. È stato comunque magico, poiché sono arrivata lì con maggiore slancio e con un sorriso interminabile, che non mi hanno fatto sentire il peso della fatica o pressione alcuna.
Oggi il Mondo avrebbe pure potuto essere più cinico e spietato del solito, non me ne fregava, perché avevo vicina Lei, Sua Maestà, e questo bastava per sentirmi potente e realizzata!
Chissà mi chiedo infine, se nel mentre l’ammiravo mi ha fatto da tramite verso coloro i quali mi mancano, per far giungere il Mio Pensiero affettuoso? Spero di sì! Spero che sia riuscita ad unire il Mio Cuore ai Loro per sentirci meno distanti.
@elenascrive
📸 mia
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Mentre aspetto la moka mi dia quella sostanza che dovrebbe svegliare il mio corpo sono ancora in mezzo ad un vortice di pensieri .
Quasi li accarezzo. Ieri è stata una giornata strana , dove l'unica cosa che ho mangiato è stato un cornettonal pistacchio e due tartine il resto è stato vermentino , spumante e un negramaro del Salento molto buono. Sono tornata a casa che mentre il mio corpo voleva spegnersi la mia mente era un sussurrare e urlare . Credo di aver visto ogni ora sul telefono e la testa che via a via scoppiava fino a costringermi a trascinarmi a prendere quella maledetta medicina che mi stordisce del tutto . La sveglia suona fra 10 minuti ed è dalle 5 che mi dico ora mi alzo e mi faccio il caffè...
Chissà come sarà questa giornata... chissà cosa mi riserva . Ho bisogno di una tregua. È vero quando dicono che sono la mia peggior nemica tante volte.
Quante parole già di prima mattina a me che piace tacere prima del caffè , spesso anche dopo.
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