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L’espressione “tutto va bene, madama la marchesa” viene utilizzata con un tono ironico in occasioni in cui in realtà nulla sta andando bene. Si tratta di un modo di dire che risale dal titolo della versione italiana di una canzone francese degli anni ’40 “Tout va très bien, Madame la Marquise il cui testo è anch’esso ironico.A parlare è infatti il maggiordomo che vuole rassicurare la nobile padrona marchesa nonostante stiano accadendo degli avvenimenti non proprio buoni.
In Italia la canzone veniva cantata da Nunzio Filogamo, un cantante palermitano che è stato anche un famoso conduttore radiofonico e televisivo, famoso per essere stato il primo presentatore del festival di Sanremo.
Il testo racconta di una nobile marchesa che al telefono chiede informazioni al suo maggiordomo sulla situazione del suo castello e riceve paradossali rassicurazioni da questi, che invece descrive una situazione catastrofica. Il modo di dire si usa infatti per canzonare coloro che lodano sempre tutto e che non vedono, o fingono di non vedere, il lato brutto e reale delle cose.
Quello di cui il servitore, nella canzone, informa la marchesa tornata dalla vacanza a Parigi è che: la sua cavalla preferita era morta a seguito di un incendio nelle stalle che avevano fatto crollare un’intera ala del castello e che avevano portato al suicidio del marito marchese, ma che a parte questo, “tutto va bene, madama la marchesa!”
Una scenetta molto simile appare nel film Totò story del 1968, un film antologico in cui Totò è il maggiordomo impassibile a cui la marchesa dichiara in modo memorabile: “come soffro, come soffro!”
La canzone originale è stata scritta nel 1934 da Paul Misraki un compositore e paroliere francese di origini turche che ha scritto canzoni per molti grandi della canzone francese, come ad esempio per Édith Piaf. La canzone francese è cantata da Ray Ventura.
Allo Battista, che c’è di nuovo,
cos’è accaduto? Dite un po’!
Voglio sapere che cosa trovo
quando al castel ritornerò.
Tutto va ben, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben,
però l’attende forse una sorpresa
che dir non posso fare a men:
un incidente banal, meschino,
è morto il suo bel cavallino;
a parte ciò, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben.
Allo, allo Martin, che cos’è stato,
il mio caval come morí?
Spiegami orsú, servo fidato,
quale disgrazia lo colpí?
Tutto va ben, Madama la Marchesa,
tutto va ben, va tutto ben,
però l’attende ancora una sorpresa,
che dir non posso fare a men:
morí il cavallo per asfissia,
ché si incendiò la scuderia;
a parte ciò, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben.
Allo, allo Jean, ma com’è andata,
la scuderia chi mi incendiò?
Tu sei per me servo fidato,
questa disgrazia come andò?
Cela n’est rien, Madame la Marquise,
cela n’est rien, tout va très bien,
però l’attende ancora una surprise,
che dir non posso fare a men:
una scintilla varcò il cancello
dal tetto in fiamme del castello;
mais à part ça, Madame la Marquise,
tout va très bien, tout va très bien.
Allo Giuseppe, servo zelante,
il mio castello si incendiò?
Parlate, orsú, son trepidante,
non state lí fra il sí e il no!
Le spiegherò, Madama la Marchesa,
c’erano i ladri nel castel,
la sua parure di zaffiri hanno presa,
insieme a tutti i suoi gioiel;
fuggendo un ladro rovesciò
una candela sul comò,
fece del mobile un falò,
cosí il castello si incendiò,
le fiamme il vento propagò
ed alle stalle l’appiccò
e fu cosí che dopo un po’
il suo cavallo le asfissiò;
ma a parte ciò, Madama la Marchesa,
tutto va ben, va tutto ben.
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