#tunnel stellato
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popolodipekino · 4 months ago
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tunnel stellato
Nella casa di ogni elegante gentiluomo, riflettè, c'era la porta principale per i gentiluomini, e la secondaria per i fornitori, ma c'era anche la porta in cima per gli dei. Potremmo dire che la cappa del camino è il passaggio sotterraneo che unisce la terra al cielo. Attraverso questo tunnel stellato Babbo Natale maneggia - come fa l'allodola - tutto quello che è affine tra il cielo e la casa degli uomini. O meglio, dovendo sottostare a certe convenzioni e a una diffusissima mancanza di coraggio ascensionale, sarebbe più giusto dire che questa porta era forse poco usata. Ciò non toglie, tuttavia, che la porta di Babbo Natale sia la vera porta principale: quella che si apre sull'universo. da G. K. Chesterton, Uomovivo
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greenbor · 6 months ago
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LXIV Sonetto – Pablo Neruda
Per tanto amore la mia vita si tinse di viola e andai di rotta in rotta come gli uccelli ciechi fino a raggiungere la tua finestra, amica mia: tu sentisti un rumore di cuore infranto
e lì dalle tenebre mi sollevai al tuo petto, senz’essere e senza sapere andai alla torre del frumento, sorsi per vivere tra le tue mani, mi sollevai dal mare alla tua gioia.
Nessuno può dire ciò che ti devo, è lucido ciò che ti devo, amore, ed è come una radice, nativa d’Araucania, ciò che ti devo, amata.
È senza dubbio stellato tutto ciò che ti devo, ciò che ti devo è come il pozzo d’una zona silvestre dove il tempo conservò lampi erranti. Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche, assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono. Il mio corpo di rude contadino ti scava e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione. Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un’arma
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stellastjamessongs · 2 years ago
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Better days
La stanza era piacevolmente silenziosa: si era congedata dagli altri con un sorriso, accennando alla necessità di ultimare il bagaglio e cercare di conciliare l'ispirazione. Le amiche avevano voluto un'ulteriore rassicurazione e le aveva rincuorate: non le dispiaceva prendersi un po' di tempo per sé ed era più che legittimo che tutte potessero avere una serata più romantica con il proprio ragazzo. Finì di piegare i panni così che non occupassero troppo spazio nella valigia e sorrise con un moto ironico. Appena una settimana prima, parlando con Lizzie, aveva dovuto ammettere di non avere la benché minima voglia di partire per quella vacanza organizzata con largo anticipo. Era felice di essersi sbagliata e di aver seguito l'incoraggiamento dell'amica e dei genitori ed essersi, invece, presa quel tempo per distaccarsi dalla sua quotidianità.
Dalla tasca laterale dalle valigia estrasse i due oggetti che le avevano fatto compagnia in quelle giornate invernali: il taccuino degli appunti e la sciarpa di Darren. Si portò quest'ultima al viso: del profumo restava solo una lieve traccia, ma se l'avvolse intorno al collo e si mise comodamente seduta. Lasciò vagare lo sguardo sulle pagine in cui aveva vergato il possibile testo di una canzone con annesse cancellature, disegni stilizzati che l'avevano aiutata a rilassarsi mentre provava a canticchiare la melodia che le risuonava nella mente, cercando di convertirla in note. Si trattava solo di un abbozzo, ne era consapevole, ed era assai probabile che, quando si fosse esercitata al pianoforte, avrebbe dovuto cambiare una buona parte dei versi per adattarne la metrica. O che la melodia stessa subisse qualche modifica per armonizzare i due tipi di linguaggio. Sapeva che non poteva certamente considerarsi qualcosa di “definitivo”, ma si trattava della prima e unica composizione che riuscisse a farla realmente sperare negli ultimi mesi. Trovava altamente simbolico, inoltre, il fatto che fosse stata buttata giù a cavallo tra la fine di quell'anno terribile e lo sbocciare di quello successivo, quasi fosse quel presagio di cui aveva bisogno. Per quanto potessero essere dolci e confortanti le parole delle persone care, non potevano mai far bene all'anima quanto un proprio e personale convincimento. Era lungi dal dire di sentirsi “bene” ma, dopo quel periodo di distacco reale e virtuale, finalmente poteva asserire con certezza che sarebbe stata meglio. Che ogni giorno di più si stava avvicinando la fine di quel lungo tunnel. Forse per la prima volta riusciva a comprendere le parole di sua madre che, alludendo alle sue pene d'amore, le aveva assicurato che, con il senno di poi, avrebbe ripercorso ogni istante e ogni ferita per la speranza di incontrare il vero amore. “A volte nella vita percorriamo sentieri sbagliati, Muffin, ma guardando al nostro passato ci renderemo conto che erano tutti necessari per imboccare quello giusto”.
Sorrise al pensiero della madre, più che sicura che al ritorno a casa, il giorno dopo, avrebbe trovato ad attenderla almeno una mezza dozzina di suoi messaggi, malgrado le avesse spiegato che non sarebbe stata reperibile. Ed era assai probabile che giungesse a casa nello stesso pomeriggio o la esortasse a raggiungerla per cena.
Depose il taccuino, ma si avvicinò alla finestra della stanza e la schiuse per appoggiarsi un'ultima volta al davanzale e rimirare il cielo stellato. Doveva anche ammettere che, a distanza di due settimane, riusciva a ripensare a quella notte sotto un altro punto di vista. Se anche Darren fosse rimasto qualche giorno in più, come avrebbe potuto lucidamente prendere una decisione su un'eventuale frequentazione che sfociasse in una relazione? Non si era forse istintivamente aggrappata a lui che era sembrato il suo unico punto di riferimento, l'unico, pur estraneo, ad averle detto la verità spiacevole e a essersi preso cura di lei, andando ben oltre le mansioni pattuite? Con quali basi avrebbero potuto creare una storia, qualora lui fosse stato concorde? Avrebbe ripensato ai loro inizi come una coincidenza assai poco lusinghiera con la fine definitiva dei suoi contatti con Tiffany e Patrick? Inoltre, e qui non poté che sospirare con un corrugamento delle sopracciglia, se anche avesse iniziato a provare dei reali sentimenti per il giovane, questo non rappresentava alcuna garanzia che potessero essere compresi. E tanto meno ricambiati. Da quanto aveva appurato di lui, in effetti, sembravano essere agli antipodi su questioni legate alla vita sentimentale. Senza contare che, a quanto pareva, aveva una ragazza ad attenderlo a casa, seppur avesse avuto l'impressione che fosse ancora “scottato” per quel rifiuto a cui aveva alluso durante il giochino alcolico. Scosse il capo tra sé e sé, ripetendosi che l'identità della fanciulla in questione non avrebbe cambiato il punto della questione. Le era più semplice comprendere che doveva lasciarne andare anche i ricordi più piacevoli. Magari alla fine della composizione, si disse, carezzando la sciarpa e tornando a osservare il cielo stellato.
Starò bene, si disse. Cercherò di amarmi per prima. Si riscosse nel sentire il richiamo delle amiche e si affrettò a chiudere la finestra e a riporre la sciarpa nella tasca laterale. Ci saranno giorni migliori, lo so.
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missmelancholya · 5 years ago
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Viaggio nell'inconscio
Persa in una foresta.
Un posto che già conosco.
Alberi neri intorno, alzo lo sguardo, così blu... un cielo stellato.
Sono al buio, l'unica cosa che mi illumina è la luna e le sue figlie.
E quando mi ritrovo qui, dove l'aria è congelata mi accendo un fuoco, così non ho più freddo.
Il fuoco da arancione diventa rosa, ed è come se tutto d'un tratto diventasse magico.
Il rumore dei rami degli alberi con il fruscio dell'aria compongono quasi parole: una melodia che continuo a ripetere nella mia testa senza ricordarne la provenienza.
Una volta qua vi era un giardino, e ricordo che ero circondata da tanti specchi verticali, era giorno, un luminoso mattino avanzato. Uscivo da un cancello, di un grande castello dopo aver attraversato un lungo tunnel nero ed essere stata in un asettica stanza bianca priva di mobilio o pareti... eppure ora non vi è nulla, e se provo ad addentrarmi nella foresta finisco sempre per tornare qui e girare in tondo come se al di là di quegli alberi non ci fosse altro, o come se non fossi ancora pronta per scoprire quel mondo.
I solchi dove poco tempo fa vi erano quegli specchi sono ancora visibili ma lievemente, sopra stanno crescendo dei fiori e del muschio.
Ricordo ancora che in ogni mio riflesso di quegli specchi vi era un ricordo e potevo rivisitarli tutti per impararne una lezione, ma ora, ora che non c'è più nulla, cosa devo fare?!
Sento un gufo in lontananza, il vento si ferma e vedo allontanarsi le stelle.
In cielo si forma un spirale viola, rosa, blu, nera, bianca... i colori dell'universo che si mischiano intorno e avvolgono gli alberi fino a rosicchiarli... sento un energia che quasi mi risucchia.
Tutto scompare. Sono in una stanza nera. Davanti a me ho uno schermo di una TV piccola che continua a fare interferenza. Io mi ritrovo seduta, non so su cosa, non ho contatto con il mio corpo.
La TV smette di glitchare, ci sono io. Io che guardo me stessa. Io di tempo fa al centro di quel giardino, dove tutto il mio viaggio ebbe inizio. Appare il numero 5. Io in quel giardino anni fa, capelli rossi, cercavo di capire cosa farmene di quegli specchi e ci giocavo.
Poi il 7. Io, capelli rosa, iniziavo a entrare e uscire e imparare a usarli... Poi... il 9. Io che prendo piena consapevolezza di come muovermi e "accettarli ed annientarli". Poi l 11. E tutto si spegne: ora la TV mi riflette. Intorno a me appaiono milioni di "2" ciclici in neon rossi e gialli. Quasi come uno strobo. E una musica distorta in sottofondo. Sento come una sensazione di connessione, come se tutto avesse un senso. Poi mi spengo. Come se fossi una macchina. Sento le energie cessare, come se fossi solo un robot alla quale non hanno ricaricato più le batterie. Nero. Nero. Nero. Mi vedo dall'alto, sto dormendo e se mi guardo intorno oltre a un letto vedo una finestra piccola e al di fuori l'alba con il canto degli usignoli che cinguettano come per dirmi "svegliati,svegliati!".
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airflashmls · 5 years ago
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yachtmastercharter · 5 years ago
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Le spiagge più strane da non perdere
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La natura è veramente incredibile e non di rado ci mette di fronte a paesaggi mozzafiato che pensavamo esistessero solo nelle favole. E se stai pensando alla prossima meta estiva e cerchi qualcosa fuori dal comune, ecco cinque angoli di paradiso decisamente non convenzionali dove trascorrere le prossime vacanze. La piaggia stellata  Mai pensato di camminare su un cielo stellato? Allora non ti resta che prenotare un biglietto per l’isola di Vaahdoo nelle Maldive. Qui si trova, infatti, uno dei bagnasciuga più formidabili al mondo: la spiaggia bioluminescente che ogni notte con i suoi riflessi luminosi rischiara il buio. Il fenomeno della bioluminescenza è dovuto al fitoplancton che depositandosi sulla sabbia regala a questa battigia l’aspetto di una volta celeste. Ogni anno un gran numero di turisti assistono a questo spettacolo che d’estate si verifica molto di frequente. La spiaggia verde Se non hai ancora visto una spiaggia verde potresti rimanere piacevolmente stupito nel sapere che ne esiste una proprio nel Guyana Francese. La spiaggia di Kourou, infatti, è nota in tutto il mondo per il suo particolarissimo colore che la rende unica nel suo genere. Questa inconsueta tonalità è una caratteristica dovuta all’olivina: un minerale di origine vulcanico che si forma con il contatto della lava con l’acqua. Decisamente uno spettacolo non da tutti i giorni. La spiaggia dei maiali  No, non è un bizzarro Photoshop. La spiaggia con i maiali esiste per davvero ed è nelle Bahamas!  Denominata Pig Island si tratta di un’isola disabitata a circa due ore e mezza di navigazione da Nassau, la capitale. Su questo angolo di paradiso la principale attrazione sono circa 20 esemplari di maiale che nuotano tranquilli nelle acque cristalline. Un’esperienza unica che attira ogni anno tantissimi curiosi. La spiaggia di Marte Catapultarsi su Marte non è mai stato così semplice! La finissima sabbia rossa mischiata all’arenaria fa delle spiagge dell’isola canadese Prince Edward una riproduzione fedele del pianeta rosso. Una distesa di circa ottocento chilometri tra dune e scogliere intervallate da punti di ristoro pensati per i turisti. Un metodo più che rilassante per vivere un’esperienza extraterrestre. La spiaggia nel vulcano Decisamente non a portata di sguardo, la cosiddetta Playa del Amor in Messico si nasconde all´interno del cratere di un vulcano inattivo. Oltre ad essere una meta perfetta per chi cerca la tranquillità e un mare cristallino è un luogo di raro splendore: proprio per questo si sostiene che sia una delle spiagge più belle al mondo. Ma per potersi godere la vista c’è un prezzo da pagare: 6 metri di tunnel da percorrere nuotando o pagaiando.  Il gioco vale, però, decisamente la candela. Read the full article
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personal-reporter · 6 years ago
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Proprio in questi giorni, dal 24 al 26 maggio 2019, Rolls-Royce Motor Cars toglierà i veli alla sua ultima Collection Car, la Wraith Eagle VIII, sulle sponde del lago di Como in occasione del Concorso d’Eleganza Villa d’Este di quest’anno.
Curata dal reparto Bespoke Collective della Casa Rolls-Royce, questa collezione di sole 50 vetture Wraith Eagle VIII racconterà l’epica storia di uno dei momenti più importanti del XX secolo.
Il capitano John Alcock e il tenente Arthur Brown affrontarono cieli inesplorati per completare il primo volo transatlantico senza scalo a giugno del 1919.
Contemporanei di Sir Henry Royce, Alcock e Brown volarono ininterrottamente da Saint John’s, città canadese parte dell’Isola di Terranova, fino a Clifden, in Irlanda, su un Vickers Vimy modificato, un bombardiere della prima guerra mondiale.
Il biplano era alimentato da 2 motori Rolls-Royce Eagle VIII da 20,3 litri e 350 CV. Ed è proprio da questo straordinario propulsore che la vettura prende il suo nome. Rolls-Royce celebra il centenario di questa impresa con una Collection estremamente contemporanea che si rivolge agli avventurieri dei tempi moderni, pur onorando la memoria di coloro che hanno cambiato il corso della storia.
“Non so cosa dovremmo ammirare di più: la loro audacia, determinazione, competenza, la scienza, l’aereo, i motori Rolls-Royce… o la loro buona fortuna” commentò Sir Winston Churchill, a seguito del pericoloso viaggio che ha segnato un incommensurabile progresso per la società del XX secolo.
Il loro conseguimento è diventato leggendario e ha permesso loro di guadagnarsi un posto accanto a Donald Campbell, CBE nel club più prestigioso al mondo, i cui membri vanno ben oltre i concepimenti precedenti dell’uomo per raggiungere record apparentemente impossibili su terra, acqua e, ora, anche aria.
Il loro denominatore comune? La potenza Rolls-Royce.
Il duo affrontò tutte le sfide immaginabili in cui potrebbe imbattersi un aviatore. I motori Rolls-Royce Eagle VIII furono gli unici componenti a rimanere indistruttibili. Permisero di raggiungere velocità in precedenza inimmaginabili, compiendo la traversata a una media di 185 km/h. Il pericolo a cui andarono incontro non può essere sottovalutato.
La radio e gli strumenti di navigazione smisero di funzionare già da subito e i piloti furono costretti a volare di notte senza visibilità attraverso fitte nuvole e nebbia gelata per molte ore, talvolta sottosopra. Alla fine, uscirono dalle nuvole e, grazie alle eccezionali capacità di navigatore di Brown, usarono le stelle per orientarsi fino alla costa dell’Irlanda.
Torsten Müller-Ötvös, Amministratore Delegato di Rolls-Royce Motor Cars, ha dichiarato:
“La Wraith Eagle VIII si presenta immediatamente come un oggetto di desiderio, un omaggio agli eroi e una protagonista di rilievo per i visionari moderni.
Questa Rolls-Royce Collection dimostra le straordinarie capacità del reparto di personalizzazione Bespoke Collective della Casa Rolls-Royce di Goodwood, in West Sussex.
Bespoke continua a essere il fiore all’occhiello del marchio, fautore di creazioni di lusso che non accettano la tendenza dei produttori di mass-luxury che si affida a opzioni ‘barrabili a scelta’ per rispondere alla domande della clientela.”
L’esterno della Collection Car Wraith Eagle VIII evoca l’avvincente avventura notturna di Alcock e Brown. Con una carrozzeria a due toni in grigio canna di fucile e Selby Grey sulla parte superiore, i colori sono separati da una striscia in ottone, che anticipa i dettagli che aspettano all’interno.
Le bande nere della griglia richiamano immediatamente il vano del motore Rolls-Royce Eagle VIII del Vickers Vimy, mentre i cerchi sono parzialmente levigati con una finitura traslucida a effetto ombra.
Gli interni, rifiniti in maniera sartoriale, rispecchiano la tonalità esterna. I pellami Selby Grey e neri sono impreziositi da accenti in ottone, rievocativi del sestante che ha giocato un ruolo chiave nel successo della traversata transatlantica.
Realizzato in stile contemporaneo, il materiale riveste aree chiave dell’abitacolo della Collection. Le griglie in ottone che coprono le casse raffigurano la stimata distanza di volo di 3.025 chilometri e i monogrammi ‘RR’ sono ricamati sui poggiatesta con filo in ottone.
Un tocco in ottone abbellisce le tasche portaoggetti sulla porta lato passeggero, mentre la portiera del lato conducente include una targa in ottone che riporta la quotazione di Churchill a elogio degli straordinari conseguimenti del duo.
Traendo ispirazione dal volo notturno dei nostri intrepidi eroi, il cruscotto riproduce un’interpretazione moderna della visuale apparsa agli occhi dei due piloti quando, finalmente, raggiunsero la terra.
Un intricato intarsio di oro, argento e rame risalta su uno sfondo in eucalipto affumicato, ritraendo i ricchi dettagli visibili in immagini notturne della Terra vista dall’alto.
La scena prosegue fino alla consolle centrale, che regala un’esperienza emotiva e immersiva agli occupanti moderni. Sotto, le pareti trapuntate con cuciture in ottone del tunnel centrale sono un chiaro riferimento al Vickers Vimy con motore V12.
L’orologio di una Rolls-Royce è considerato spesso come un vero e proprio gioiello e molti clienti scelgono questa tela per raccontare, in miniatura, la storia della loro vettura. La Wraith Eagle VIII non fa eccezione.
I nostri audaci pionieri raccontarono che il loro quadro strumenti si era congelato a causa dell’elevata altitudine e delle brutte condizioni e che usarono il bagliore verde del cruscotto e la fiamma del motore destro come unica fonte di illuminazione.
In omaggio a tale avversità, il reparto Bespoke Collective di Rolls-Royce ha creato magistralmente un orologio con un effetto ghiaccio sul sottofondo, che emette un debole bagliore verde durante la guida notturna.
La lancetta delle ore di colore rosso risalta sopra le linee del quadrante ispirate a una bussola, mentre le coordinate del luogo di atterraggio sono incise sotto.
La caratteristica più accattivante della Collection è probabilmente lo straordinario e univoco Starlight Headliner. Luci LED 1,183 riproducono il cielo stellato ai tempi del volo del 1919, la traiettoria e le costellazioni sono ricamate con filo in ottone, mentre l’esatto momento in cui il duo si è innalzato sopra le nuvole per farsi guidare dalle stelle è messo in evidenza da un luce rossa a fibra ottica.
Le nuvole sono finemente ricamate e l’iscrizione: “La distesa celeste a metà percorso alle 00:17 del 15 giugno 1919, a 50” 07’ di latitudine nord e 31” di longitudine ovest” mostra il punto medio tra le due località del memorabile viaggio.
Saranno realizzati solo 50 esemplari di queste meravigliose vetture da collezione per i collezionisti più esigenti della Casa Rolls-Royce di Goodwood (West Sussex), un centro di eccellenza produttiva di lusso globale.
#PRODOTTO #EVENT #ROLLSROYCE #EXCELLENCE #CONCORSODELEGANZAVILLADESTE #SPECIALEDITION #AUTOMOTIVE #WRAITHEAGLEVIIICOLLECTION
Rolls-Royce svela sulle sponde del Lago di Como la Wraith Eagle VIII Collection. Lo Spot TV
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federicaiuso · 6 years ago
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Circa una settimana fa ero sul treno di ritorno da Bologna, ultima meta del tour negli stadi di Cesare Cremonini. Bolognese, cantante: inizialmente front man del gruppo Lunapop, in seguito solista con una strepitosa carriera in continua ascesa. La mia passione per Cremonini nasce non molto tempo fa, aggrappata alla canzone Marmellata #25, un pezzo bellissimo e carico di una malinconia un po’ buffa. La sentivo in radio e immaginavo sempre lui che girava per caso cercando quella marmellata, che lei gli aveva nascosto. In ogni canzone Cesare infonde garbo, poesia, grinta e savoir faire ed è per questo che forse, piace a tantissime persone di tutte le età. Lo scorso Novembre il mio burbero fidanzato mi ha regalato due biglietti per il tour “Possibili Scenari” e non ci credevo dall’emozione! Il 26 Giugno ho finalmente preso il treno per andarlo a sentire e vedere allo stadio Renato dall’Ara a Bologna, ultima data del suo tour, che Cesare ha scelto proprio per i suoi natali.
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Il viaggio inizia con me, che febbricitante per influenza (oltre che per l’emozione), ho fatto colazione con latte e Tachifludec. Una volta arrivati a Bologna, abbiamo sistemato le nostre cose nel B&B scelto: Il Benvenuto. Un posto davvero delizioso, con i gestori, Adrian e Josè, che ci hanno fatto sentire subito come a casa. Dopo una doccia ci siamo preparati per la serata: zaino, bottigliette d’acqua, sneakers e via a mangiarci un boccone prima del concerto. Arrivati allo stadio con il bus 21, non siamo riusciati a credere ai nostri occhi: decine, decine e decine di migliaia di persone accalcate intorno alla circonferenza dello stadio. Per me era la seconda volta che partecipavo ad un concerto: si, non sono molto addicted to music, ma quando mi piace davvero qualche cantante, beh, ci devo andare! Avendo i posti numerati, abbiamo cercato disperatamente la fila dedicata, ma era davvero impossibile riuscire a capire dove iniziasse! Ci siamo imbucati e siamo riusciti a intrufolarci in un microbuco tra la folla. Avanzavamo a stento e fra un attacco di panico e la mancanza di ossigeno, tra me e me dicevo: arriverà prima o poi la luce in fondo al tunnel! Io e il mio fidanzato siamo riusciti ad arrivare ai tornelli e via, siamo entrati. Le nostre riserve di acqua sono state private dei tappi, quindi siamo stati costretti a portarcele in mano gocciolanti: eravamo ignari del fatto che potevano essere pericolose. Dopo un po’ abbiamo trovato finalmente i nostri posti e ci siamo seduti: con l’adrenalina di un bradipo, mi sono accasciata sulla sedia ancora stanca dai residui di influenza. Dopo una mezz’ora hanno iniziato ad accendersi le luci e…Cesare Cremonini entra in scena! Fantastico: la canzone d’apertura è Kashmir, l’ultimo singolo dell’album Possibili Scenari. Lo stadio è gremito, tutti ballavano all’impazzata, e si, io ho dimenticato la febbre e ho iniziato a saltare e urlare come una pazza. Cesare era un animale da palcoscenico e danzava e cantava come un vero gentleman. Il momento più bello e toccante è stato l’omaggio al grande Lucio Dalla: Cesare al pianoforte intona L’anno che verrà, con un’emozione che ha invaso lo stadio e tutte le 40.000 persone presenti. Scenografie pazzesche, lanci di coriandoli, illuminazioni pirotecniche e tutte le hit più famose sono stati gli ingredienti principali di questo grande e indimenticabile concerto. La mia canzone preferita? Ovviamente quella che vi ho scritto su, ma quella che mi ha fatto emozionare particolarmente è stata La nuova stella di Broadway, con tutte le persone sugli spalti che con il flash del loro smartphone illuminavano lo stadio come un cielo stellato. Il concerto durato più di due ore, è purtroppo arrivato al termine con le canzoni Nessuno vuole essere Robin, e Un giorno migliore. Soddisfatti, incantati e carichi siamo usciti tristemente dallo stadio e come ricordo abbiamo comprato una t-shirt con il numero 10 sulla schiena, e un nome: Robin. Fino al ritorno nel nostro B&B, era inevitabile non canticchiare le canzoni sentite fino a poco tempo prima. Che bel concerto, che bella Bologna, che esperienza unica!
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Cremonini Stadi 2018: un’esperienza “Poetica” Circa una settimana fa ero sul treno di ritorno da Bologna, ultima meta del tour negli stadi di…
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riotcommittragedy · 7 years ago
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Quando arriva la luce in fondo al tunnel?
17/03/2017 Ci risiamo di nuovo, questa volta il trigger scatenante è Alessia. Soliti discorsi: non ascolti i miei sentimenti, io ho visto cose sul tuo pc (cose che nemmeno io sapevo di avere), tu neghi l'evidenza, io faccio cose per te (questo è vero le fa e io le ricambio volentieri). Litigata di tipo 2 ore ad urlare e a darsi contro. E' riuscita a strappare interamente il suo libro di appunti del corso in mille pezzi nel mio salotto (complimenti, era una cosa sua e molto preziosa per il suo corso). E' riuscita a strappare un libro sulla psicologia/autostima che aveva appena appena comprato (complimenti altra cosa sua molto preziosa). Soliti discorsi che io voglio ancora scoparmi le mie ex o presunte tali, da della zoccola a caso a persone che non conosce, blablablabla. - cazzo, mi sembra ieri che vedevo i suoi appunti per terra, ho la pelle d’oca.. è stata una delle visioni più brutte in assoluto, una persona che da di matto e distrugge ciò che ha creato con il lavoro e la fatica, per procurarsi magari un’istruzione migliore, non ho parole -    
07/03/2017 Speravo ci fosse calma ancora per un po' ma purtroppo non è così. Questa volta si tratta di Rita Stellato (che mi chiedo cosa c'entri???) Il problema questa volta è che siamo usciti/frequentati/boh? qualche mese molto tempo fa e quindi è un problema per lei perché SICURAMENTE si rifarà viva e SICURAMENTE mi chiederà di scopare perché SICURAMENTE abbiamo trombato in passato e SICURAMENTE io non le dirò che sono fidanzato. Tutti pensieri suoi senza che nemmeno io pronunciassi una parola. A quanto pare tutte le belle cose che faccio per lei (materiali e non) non sono abbastanza, mi spiace ma non so cosa farci. Ah non parliamo dei (miei) vestiti scaraventati in tutta la casa, delle accuse fatte al contrario dopo, dei suoi pugni sui vetri delle (non mie) porte, delle porte (non mie) sbattute e ovviamente delle mani addosso e spintoni su di me - io rimanevo davvero attonito non sapevo nemmeno cosa fare - . E' evidente che ci è ricaduta e che usa qualunque scusa per vedere se le metto le mani addosso (?) o comunque per sfogarsi un po'. Io non so più cosa farci mi spiace. Un'altra serata buttata, volevo fare un mucchio di cose produttive per me e per lei questa sera.
01/03/2017 Tutto sembra tranquillo..speriamo..
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missymarysthings · 7 years ago
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Thoughts and More
Lorena thanked Sein softly as she took the offered glass of water. She took a few sips, it was refreshing but at the same time...not? It was strange for her, but maybe she was just too out of sorts to really appreciate it. “I’ll try to keep that in mind, but some habits are hard to break,” she said softy, amusement briefly in her tone. After another couple of sips, she sighed softly. 
“I...I was going to look for them myself as soon as I was able,“ she admitted. “Ruba and Mariani... may not be easy for you to find. As they are more than likely disguised. I don’t even know where to tell you to look for them. I...I don’t know where the tunnel I made for them led to, and I had resealed the entrance,“ she explained. “Unless you have the means to move the earth, or dig down...the entrance of it is near where you and your brothers came across me.“
She looked down at her glass. “I do appreciate the offer, as I am quite worried for them. Ruba’s illusions are excellent but...well...I guess my mind is just going through the worst things that may happen to them. They are the last of my family now, with Ruba and I being the last of Stellato blood,” she said and looked back at Sein. 
She handed him back the glass of water though it was still a little less than half empty. For some reason she didn’t want it anymore, even though she still felt thirsty. Once more Lorena sighed, she did not like being unwell. 
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greenbor · 7 months ago
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3. LXIV Sonetto – Pablo NerudaPer tanto amore la mia vita si tinse di viola e andai di rotta in rotta come gli uccelli ciechi fino a raggiungere la tua finestra, amica mia: tu sentisti un rumore di cuore infranto e lì dalle tenebre mi sollevai al tuo petto, senz’essere e senza sapere andai alla torre del frumento, sorsi per vivere tra le tue mani, mi sollevai dal mare alla tua gioia. Nessuno può dire ciò che ti devo, è lucido ciò che ti devo, amore, ed è come una radice, nativa d’Araucania, ciò che ti devo, amata. È senza dubbio stellato tutto ciò che ti devo, ciò che ti devo è come il pozzo d’una zona silvestre dove il tempo conservò lampi erranti. Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche, assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono. Il mio corpo di rude contadino ti scava e fa scaturire il figlio dal fondo della terra. Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione. Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un’arma, come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda. Ma viene l’ora della vendetta, e ti amo. Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo. Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d’assenza! Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste! Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia. Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto! Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane, e la fatica rimane, e il dolore infinito.
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thewikigreg · 8 years ago
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30 day music challenge
C’era ‘sto giochino che girava su Twitter e io l’ho fatto, anche se non proprio in trenta giorni. Cliccando sulla canzone c’è il video, ufficiale o meno poco importa. Scusate per gli accoppiamenti perché se le sentite in ordine uscite pazzi, però ecco, niente, buon divertimento.
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(cliccando qui si legge meglio)
DAY 1: Pearl Jam - Yellow Ledbetter Via il dente, via il dolore. In qualche modo dovevano starci qua dentro i Pearl Jam, ho scelto questa perché è davvero la prima che mi è venuta in mente con un colore nel titolo, perché è la prova vivente della grandezza di Vedder e soci (che hanno messo questa meraviglia come b side, mentre tipo il 95% dei gruppi sulla terra ce l'avrebbe come hit di riferimento nella carriera) e perché, oh, è pur sempre Yellow Ledbetter.
DAY 2: Blur - Song 2 Qua è stata più complicata come scelta, anche perché in classifica ci sono altre canzoni con i numeri nel titolo. Song 2 tra l'altro potrebbe stare pure in altre categorie, ma qua sta bene.
DAY 3: Cor Veleno - A pieno titolo (feat Danno) Inizialmente pensavo di mettere Scooteroni, però la mia estate è iniziata così, e avere legato questo brano a dei momenti che ora col senno di poi desidererei eliminare dalla mia memoria non intacca minimamente l'influenza che questo ricordo di Primo Brown ha avuto nel mio 2016. Erano momenti difficili, la mente viaggiava e tornava sempre a quel capodanno; la strofa di Danno è meravigliosa, Grandi Numeri ha dato anche il massimo, il livello è molto alto e, benché sia una canzone anti-estiva, è la mia canzone che mi ricorda l'estate.
DAY 4: Mecna - Pace "Non siamo niente io e te"
DAY 5: Disturbed - Down with the sickness Rigorosamente la versione non censurata, perché la follia malata di Draiman da 3.20 circa in poi è un qualcosa che nei miei anni di adolescenza e post adolescenza ho urlato a squarciagola perché era davvero qualcosa di più, un qualcosa che per un me giovine e ingenuo rappresentava un simpaticissimo diversivo da urlare quando ero solo a casa e mettevo questa robaccia a tutto volume.
DAY 6: Shaka Ponk - French Touch Puta Madre Confesso che avevo poca memoria di quanto mi piacesse Bad porn movie trax, che è un disco che non riprendo davvero da moltissimo. Quando ho letto la traccia 6 del giochino, però, mi sono tornati in mente. Delirio, bellissimi, mi mancano.
DAY 7: John Murry - Little Colored Balloons Ricordo la sera in cui conobbi John Murry. Era tardi e io avevo la macchina dal meccanico. Su fb un mio contatto, un giornalista ex Mucchio, postò proprio questo brano tratto da quella meraviglia che è The graceless age. La ascoltai, visto il paragone pesante che fece (”la sofferenza di Sparklehorse”). Me ne innamorai e, finita la canzone, andai sul bandcamp per prendere la deluxe edition. Avevo voglia di partire subito, ascoltare tutto il disco guidando di notte che stava pure piovendo, e la zona nord di Messina era come sempre un deserto, perché d’inverno siamo meravigliosamente periferia. Questa sensazione mi è rimasta in mente a lungo, anche quando poi durante i viaggi mettevo su l’album e mi sentivo benissimo. John, tu hai conosciuto il dolore, viaggiare ascoltandoti mi aiuta tantissimo.
DAY 8: Murubutu - Quando venne lei Professore, ma davvero. Non è facile parlare di droga e alcol senza scadere in esaltazioni anche involontarie. Murubutu parla di eroina in modo schietto e lineare, parla degli effetti con metafore delicate ma efficaci, non si perde in chiacchiere e descrive tutte le fasi, dall’incontro fino al tentativo di uscire dal tunnel. Inizialmente avevo scelto Hotel California, ma quando mi è venuta in mente questa ho cambiato immediatamente. Simbolica.
DAY 9: Manic Street Preachers - Your love alone (s not enough (feat Nina Persson) Non è che io sia un sadico, ma non esiste nella mia mente lo scenario in cui questa non sia una canzone allegra. Musicalmente è a dir poco luminosa, apertissima, c’è Nina che splende. Poi il testo è un altro universo, non c’è moltissimo di cui essere allegri. Ma mica è colpa mia, strumentalmente mi fa sempre guadagnare punti morale.
DAY 10: Gemello - Se mi pensi adesso Prendi un signor liricista, uno di quelli chiusi e impenetrabili, e mettilo su una strumentale che campiona Consequence dei Notwist. Il resto è storia, non ho bisogno di dire altro perché è uno dei singoli di punta del disco italiano più bello di sempre.
DAY 11: Kaos One - 1971 Quando è uscita ci ho speso più di una lacrima. A Kaos devo veramente tanto, è uno di quei liricisti che mi ha accompagnato nel passaggio da adolescenza a età adulta o qualcosa di simile. Le sue parole pesano come veri macigni, perché sono misurate, non sono buttate lì a caso e hanno un microcosmo dietro. Questo atto d’accusa che si mescola bene con l’auto ammissione della propria natura, che a prescindere dalla nostra natura è l’io contro tutto, l’avrò ascoltato un miliardo di volte. Maestro.
DAY 12: 883 - Cumuli A livello di scrittura è il brano più bello della carriera di Pezzali. L’avrei inserita anche nella categoria “canzoni che ti fanno sentire colpevole”, perché quella chiamata che ti ho promessa non te l’ho mai fatta, anche se ho avuto mille casini ma tu sei dall’altra parte del mondo e mi manchi. E so che non leggerai mai, ma mi dispiace per tutti questi anni in cui ti ho sempre voluto bene ma ci siamo persi come due cretini. Sei sempre un campione.
DAY 13: The Who - Love, reign o'er me Gli anni ‘70 migliori. Se il mio gruppo di riferimento sono i Pearl Jam c’è un motivo, e quel motivo sono gli Who. Ho scelto questa canzone ma solo perché l’ho passata recentemente in radio, e quel lunghissimo intro di pioggia, in giorni così, mi fa sentire di essere perfettamente dove dovrei essere.
DAY 14: Muse - Bliss Sono un romanticone, sì, lo so. Però se non vi piace siete vacui contenitori di emozioni replicate e non credo mi dilungherò molto sul perché questa canzone è, è, è. E poi vuoi mettere un matrimonio con i quel riffone? Minchia muoiono tutti di infarto.
DAY 15: Trent Reznor and Atticus Ross - Immigrant Song (feat Karen O) Io ho un’idea malsana sulle cover: bisogna prendere sì ispirazione dall’originale, ma deve sentirsi pesantemente il pensiero di chi la rifà. Se voglio sentire lo stesso brano mi ascolto l’originale. Ha vinto di poco la sfida con la mia cover preferita di ogni tempo, ovvero Careless Whisper nella versione dei Seether. Ma mentre sceglievo andava così.
DAY 16: David Bowie - Space oddity Vorrei dire tante cose, ma le ho già scritte poco più di un anno fa qui. Non è cambiato niente, buon viaggio Duca.
DAY 17: Rayden - Timeline (feat Ensi e Raige) In tanti storceranno il naso magari vedendo gli accostamenti di questo gioco, ma c’è poco da fare: i OneMic insieme (anche se in modo non ufficiale) sono il mio punto di riferimento per tante cose e in Timeline, come ho già scritto qua da qualche parte c’è la loro essenza. Il sample dei Cutting Crew mi fa volare, la strofa di Raige (che ovviamente sarebbe quella che sceglierei nel fantomatico karaoke) è un CA PO LA VO RO.
DAY 18: The Cure - The same deep water as You Percepisco l’invidia di molti perché io posso mettere un brano così nella categoria del mio anno di nascita e voi no. La mia canzone preferita forse in assoluto dei Cure, sicuramente tratta dal loro disco che maggiormente amo. Disintegration è uno di quei capisaldi che mi hanno coccolato nel periodo adolescenziale e non posso che citarlo quando ne ho l’opportunità.
DAY 19: Our Lady Peace - 4AM Ne parlavo proprio qualche giorno fa qua (non è che amo autocitarmi, ma lì ho affrontato il discorso approfondendo meglio). In questi sto pensando a tante cose, e questa canzone è un piacevolissimo ritorno. 
DAY 20: Dutch Nazari - Cura di me (feat Dargen D'Amico e Claver Gold) Tre delle migliori penne italiane al momento, tre che sanno come buttare giù un discorso. Di per sé il brano è una dedica alla musica, ma io ci ritrovo anche altri livelli di scrittura, forse me li sono posti ingenuamente quando avevo bisogno di leggerci altro. Però ho scelto di inserire comunque questo brano perché sopratutto Claver e Dargen sono punti di riferimento nei giorni bui. Meritavano una citazione.
DAY 21: The Zen Circus - Ilenia Nella mia vita non esiste e probabilmente non è mai esistita alcuna Ilenia, per cui posso inserire tranquillamente questa canzone senza che qualcuno si senta chiamato indebitamente in causa. Serviva un pezzo Zen perché sono ancora in post concerto, e questa era l’occasione giusta. 
DAY 22: Fast Animals and Slow Kids - Come reagire al presente Ho più volte sostenuto che i Fask sono il dono che Seattle ha fatto all’Italia. Il gruppo più vicino alla cultura grunge nel nostro paese, anche se con venticinque anni di ritardo sulla carta ma con una rabbia e una potenza indescrivibili. Non vedo l’ora di rivederli live, una canzone così aiuta eccome nei momenti difficili. Bravoni loro.
DAY 23: Brain - Pace nella confusione Dovrebbe ascoltarla chiunque, sì, ma per capirne il senso. Una canzone simbolica, non nascondo che la prima volta che l’ho sentita mi si è sciolto il cuore. Dietro ci sento ogni sensazione positiva e negativa di una vita normale, una vita in cui le conquiste sono guadagnate con il sudore e la musica è una valvola di sfogo che impreziosisce ogni vittoria. “Tutte le volte che racconti le tue storie sai che cosa penso? Vedessi gli occhi di mia figlia mentre ascolta questo pezzo”.
DAY 24: Alice in chains - Love, hate, love Perché sì, gli Aic muoiono ufficialmente nel 2002 con buona pace di quella cosa che ora fa dischi sotto quel nome. Di Layne ce n’è stato e ce ne sarà per sempre uno solo, Cantrell continuerà pure a scrivere belle canzoni ma a me non dovete rompere i coglioni. In alternativa qui c’era Radio friendly unit shifter dei Nirvana, ma Layne è Layne.
DAY 25: Sparklehorse - Chaos of the galaxy / Happy man Sono in macchina, da solo, sotto un cielo stellato. Sono tornato a casa da poco ma sono troppo stanco per scendere. Aspetto due minuti e alzo lo sguardo. Stelle e una luna mozzafiato. Nella mia mente parte in automatico questo ritornello, con tanto di interferenze e quella voce coperta, quasi nascosta, quasi ci fosse vergogna nell’affermare di voler essere un uomo felice. Mark, ti ho scoperto solo dopo che sei morto ma mi hai dato tanto. Grazie di essere esistito sul mio stesso pianeta.
DAY 26: Ayreon - Day 11: Love Un concept album scoperto grazie al buon Adriano ormai tipo dieci anni fa, ma questa canzone è una di quelle particolarmente efficaci anche al di fuori del contesto di The Human Equation. Per chi fosse interessato, ovviamente consiglio tutto il disco per cogliere tutte le sfumature di personaggi e storie.
DAY 27: blink-182 - Adam's song Ho questa teoria per cui la mia generazione un giorno si è trovata davanti a uno sliding doors che Gwyneth Paltrow levati: Teenage dirtbag e sfigati felici, o Adam’s song e sfigati punto. Questa è una canzone che mi spezza il cuore per motivi più che ovvi, che ho provato a riassumere qui. Please tell mom this is not her fault.
DAY 28: Sia - Elastic Heart La voce di Sia è una delle più grandi scoperte negli ultimi dieci anni di musica, per quanto mi riguarda. Ha un fascino incredibile e questa canzone, come ho avuto modo di scrivere e dire a più riprese, è semplicemente perfetta sotto ogni punto di vista: produzione eccellente, niente di neanche lontanamente sbagliato, e una voce come la sua a fare da giusta ciliegina sulla torta.
DAY 29: Queen - Bohemian Rhapsody Sarà stato il 1994 quando mio padre acquistò il suo primo computer. Era grande e polveroso, e stava nella stanza da pranzo, sulla scrivania che poi, quando abbiamo cambiato casa, ho preso io nella mia stanza. Quella scrivania e quel pc sono pieni di ricordi, di immagini che non cancellerò mai dalla mia mente. Una di queste è il greatest hits dei Queen che risuona proprio nella stanza da pranzo, con Freddie Mercury che intona questo brano e io che ascoltando il suo Bismillah penso che quella voce assomiglia un sacco a quella di mio padre. La mia infanzia è questa canzone, o in alternativa uno di Pino Daniele, uno di quelli che mia zia metteva nella sua Y10 mentre andavamo a mare nelle caldissime mattine della seconda metà degli anni ‘90.
DAY 30: Brokenspeakers - Da vicino Questa è stata in assoluto la scelta più difficile, perché non voglio legare le canzoni a nulla, tantomeno a me. Però ci ho riflettuto, e questo pezzo racchiude tanto di quello che sono, di quello che voglio essere. Il sample dei Blue Oyster Cult è un gran biglietto da visita, ma la seconda strofa, quella di Lucci, mi fa identificare moltissimo. Scelgo tutto il brano, ma questa strofa è qualcosa di più: “Da lontano chiaramente se colpisci non fai niente, da vicino invece fa male e se sente e l'ho imparato dalla gente che una faccia quando mente c'ha lo sguardo assente tipo serpente. Io sorrido spesso se non sempre, a volte non me riesce, la pace si allontana mentre il corpo cresce. E mentre prima sbagliavo a guardare lontano adesso ho capito che a volte è tutto a portata di mano: la gente che amo, le frasi che sussurro nell'orecchio per dirti che qua restiamo, non ci spostiamo, non ci arrendiamo nemmeno se crolla il mondo, basta un attimo di indecisione per andare dritti a fondo. Non voglio andarci più a fondo perché già l'ho visto più vicino di quanto immagini tu: ciò che faccio quaggiù è spingere forte, andare più su, andare oltre vicino al cielo blu”
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greenbor · 5 months ago
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LXIV Sonetto – Pablo Neruda
Per tanto amore la mia vita si tinse di viola e andai di rotta in rotta come gli uccelli ciechi fino a raggiungere la tua finestra, amica mia: tu sentisti un rumore di cuore infranto
e lì dalle tenebre mi sollevai al tuo petto, senz’essere e senza sapere andai alla torre del frumento, sorsi per vivere tra le tue mani, mi sollevai dal mare alla tua gioia.
Nessuno può dire ciò che ti devo, è lucido ciò che ti devo, amore, ed è come una radice, nativa d’Araucania, ciò che ti devo, amata.
È senza dubbio stellato tutto ciò che ti devo, ciò che ti devo è come il pozzo d’una zona silvestre dove il tempo conservò lampi erranti. Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche, assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono. Il mio corpo di rude contadino ti scava e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione. Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un’arma, come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Ma viene l’ora della vendetta, e ti amo. Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo. Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d’assenza! Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia. Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto! Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane, e la fatica rimane, e il dolore infinito.
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greenbor · 11 months ago
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Nessuno può dire ciò che ti devo, è lucido ciò che ti devo, amore, ed è come una radice, nativa d’Araucania, ciò che ti devo, amata.
È senza dubbio stellato tutto ciò che ti devo, ciò che ti devo è come il pozzo d’una zona silvestre dove il tempo conservò lampi erranti. Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche, assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono. Il mio corpo di rude contadino ti scava e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione. Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un’arma, come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Pablo Neruda
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missymarysthings · 7 years ago
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Survival Struggle
“I...I don’t think Gabriel can hold them off much longer,“ Lorena mused as she listened intently to the sounds going on outside of the protective walls of earth and stone she had created. She then looked at her leaders, her cousin Ruba and his wife Mariani. “You two need to get out of here. The future of our clan rests with you two,“ she said as knelt down and placed her hands on the ground. 
Lorena then closed her eyes and concentrated. Ruba noticed the walls around them start to shake and tremble slightly. “But Lorena, what about you? And just what are you doing?” he asked. 
“I am making an underground tunnel. I will not know where it leads, but I can only hope that its far enough way to ensure you can get to someplace safe unnoticed by those damnable vampires,“ she said, ignoring his first question on purpose. 
“Lorena...you are coming with us...right?“ Mariani asked. Lorena opened her eyes and looked at her lady. 
“Maybe we will meet up again somewhere, but no. It is part of my duty to keep you safe in emergencies. Providing a distraction while you travel through my tunnel fulfills that as much as going with you would as well...Gabe may not be able to keep them at bay long enough now that...that Mel has fallen,“ Lorena said.
The walls around them started shaking more and began to crumble. The stone manipulator of the Stellato family pulled her hands from the ground and let out a shaky sigh before breathing heavily. The ground beneath them pulled back slightly to reveal the entrance of the tunnel that had just been finished. 
The head of the Stellato family and his wife looked at Lorena. “Cousin-”
“Go now! Before my walls fall completely,“ she interrupted. “I...I love you two, and I hope my tunnel leads you to safety. If this is the last thing I can do for you as your right hand woman, Ruba, then...“
“Lorena please...“ Mariani interrupted. 
“Do not forget to use your illusions to disguise yourselves before exiting the tunnel,“ Lorena said as she brought a hand to her temple. The walls stopped shaking for the time being. “GO!“
“Goodbye Lorena, may we see you again,“ Ruba said softly with a sigh as he scooped up his wife and jumped down into the tunnel. Lorena said her goodbye softly as she gestured with her other hand to cover the tunnel once more. 
She winced as she closed her eyes. She was pushing her limits and her body was protesting. That did not stop Lorena from bringing her other hand to her temple as well and putting her all into sustaining her walls for as long as she could .
The sounds around her were growing faint but she could barely concentrate on that fact. She was the last defense for her family’s future. She had to-
“Why don’t you come out zat box little Stellatoes...“ A voice hissed, breaking her concentration and causing her to open her eyes. Her walls broke and crumbled as she quickly made illusions of Ruba and Mariani beside her. “Ah...zere you are~“ the vampire before her crooned. 
Thinking quickly she grabbed some dirt and threw it into the vampire’s eyes. He growled as he covered his eyes. While he was distracted and was trying to rub his eyes, she quickly encased him in stone.  Slowly Lorena stood, but she was unsteady on her feet. She dismissed her illusions and began to try and leave. 
However, she was roughly grabbed from behind and something sharp was pressing against her throat. “My, my...why must you Stellatoes be so hard to get rid of for good? Hm?” a different voice asked her. “Nobody really vants your family around anymore. A lot have already forgotten about ze so-called ‘master illusionists’,” they added. Lorena tried to struggle but felt the sharp object starting to cut into her skin so she stopped. 
There was the sound of crumbling and evil laughter. Within moments the vampire she had trapped was before her and grinning maliciously. “I had an idea cousin,” he said. “Why not humiliate her, break her spirit until she begs for death? Utterly crush zat pride zat zey had? Make her nozing but a toy und a feed bag,” he suggested and laughed. 
“Hm...interesting. Ve vould need to bind her powers first, if ve do zis zough,“ they mused. 
“Oh I could take care of zat no problem Salazar~“  he said as he looked into Lorena’s eyes. 
“How dare you! I will not-“ Lorena began to protest but stopped when Salazar tightened his hold on her. 
“You have no say in zis you filthy Stellato!“ Salazar snapped. The ground beneath them began to shift and churn. However, Salazar began to make a small cut on Lorena’s neck. Causing her to cry out in pain and lose her concentration. His cousin grabbed her chin to hold her still and his eyes began to glow. 
“Zat quite enough of zat out of you!“ he said as he began to try and exert his influence onto her. “You are ours now! Do not fight it!“
“S-stop it! I will not...“ she trailed off as her head began to hurt. She knew she did not have much energy left, but still she tried to fight it. “Get out of my head! G-get out!“
“It’s futile, Stellato! Give it up!“ Salazar whispered in her ear. “Ve Roses are far superior to you und your family. Zat’s why ve still thrive und your family is nozing more zan a dim memory!”
“S-shut up! Shut...up...“
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