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#transeuropa edizioni
stilouniverse · 9 days
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Alex Roggero "20100", Transeuropa Edizioni
In libreria dal 25 settembre Transeuropa Edizioni “20100” di Alex Roggero è un romanzo che cattura l’essenza vibrante e complessa di Milano, offrendo al lettore uno sguardo intimo sulla vita e le sfide di una generazione in cerca di significato e appartenenza. Attraverso una prosa vivace e tagliente, l’autore ci trasporta in un mondo popolato da personaggi vividi e dalla profondità…
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sergiooricci · 5 months
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"Materia Prima" è un'opera che attraverso la complessa psicologia del protagonista offre un tentativo di esplorazione dell'umano e del post-umano. La storia di Sergio, quarantenne logorroico e in cerca di un'esperienza spirituale, si sviluppa tra l'impossibilità di trovare un senso nella vita borghese e la fuga verso una dimensione altra che porterà l'uomo in alcune comunità spirituali. Diviso in tre parti, che mescolano narrazione in prima e terza persona con inserti metateatrali e pseudo-saggistici, questo romanzo offre uno sguardo sulla ricerca di identità e significato. Il viaggio di Sergio verso la terza comunità, dove si troverà circondato dai "sassi", diviene un'esperienza di espansione, rappresentata in un epilogo narrato in prima persona plurale. Con una struttura narrativa unica e una prosa ipnotica, l'autore offre una visione sulla natura umana e il suo costante dialogo con l'esistenza.
Tutte le informazioni qui: https://sergiooricci.wordpress.com/
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queerographies · 6 months
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[Anelli di fumo][Sciltian Gastaldi]
Nell’Italia degli anni della Lunga Crisi, tra Roma e Milano, un gruppo di trentacinquenni cerca uno spazio e un senso in una società che troppo spesso li sputa fuori come anelli di fumo: belli e curati ma destinati a dissolversi in fretta. I nostri antieroi, sia etero che gay, si raccontano prima individualmente, poi collettivamente, nel cuore della “fumeria”: la casa della festa d’addio di Ivan…
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cornermaker · 17 hours
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La divora.
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L'idea di sé non ha ragione: e quando si esprime distrugge la realtà, perché la divora.
[Pier Paolo Pasolini, La divina mimesis, 2011 Transeuropa Edizioni, p. 19]
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cinquecolonnemagazine · 10 months
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La Meccanica Quasistica di Tiziano Distefano 
Il potere creativo delle parole La Meccanica Quasistica di Tiziano Distefano edito da Transeuropa Edizioni è il libro d’esordio dell’autore, un’insolita raccolta di storie nelle quali si intrecciano scienza, economia e filosofia. In 24 racconti l’autore crea un’interessante osmosi tra l’infinitamente logico e l’infinitamente assurdo. I protagonisti delle vicende sono sia oggetti che persone, ed entrambi si comportano in modo caotico, scomposto, proprio come particelle subatomiche. Mondo reale quindi che si confonde con il surreale per dare al lettore un microcosmo di pura creatività su cui riflettere e in cui le domande esistenziali si accompagnano a quelle legate alle ingiustizie sociali e ambientali. Ringraziamo Tiziano Distefano per l’intervista che ci ha dato modo di scoprire le sue passioni, il suo rapporto con la scrittura e alcuni aspetti centrali della raccolta di racconti La Meccanica Quasistica. La Meccanica Quasistica di Tiziano Distefano  Salve Tiziano, lei è nuovo ai lettori di Cinquecolonne Magazine. Ci racconta brevemente cosa fa nella vita, di cosa si occupa? Attualmente sono ricercatore e docente di Economia Ecologica presso il Dip. di Economia dell’Università di Firenze. Collaboro anche con università straniere in Colombia, Perù e negli Stati Uniti (quali il MIT). In particolare, studio il legame tra la transizione ecologica e la giustizia sociale, tentando di capire in che modo si possano rispettare i limiti biofisici e al contempo garantire un buono standard di vita a tutte le persone. Il concetto di Economia Ecologica si fonda in effetti su questi principi e si lega in modo stretto alle teorie dei sistemi complessi dove i fenomeni possono evolvere in modo imprevedibile, nuove proprietà possono emergere dall’incontro di molti fattori diversi e dove i concetti di causa ed effetto diventano sempre più sfumati. Queste idee impongono un modo nuovo di vedere il mondo, un cambio di paradigma. Penso che la mia ricerca accademica abbia ispirato l’intera raccolta. La Meccanica Quasistica è una raccolta di racconti. Ha mai provato a cimentarsi in un romanzo? Le piacerebbe l’idea? E se no, perché? In effetti il primo tentativo di scrittura fu un romanzo che ancora giace in un cassetto in attesa di essere recuperato. A dir il vero, ho trovato nella narrativa breve una forma più adatta per poter spaziare su molti temi diversi in libertà, trasformando in racconti gli spunti o le intuizioni che ricavavo dalle letture scientifiche e filosofiche. Infatti, per me, il Quasismo rappresenta un esperimento letterario che gioca sul confine sottile che divide realtà e immaginazione. L’obiettivo è quello di indagare il potere creativo di tutto ciò che sembra paradossale o contraddittorio. Insomma, un modo per sfidare il nostro senso comune e vedere quali nuovi mondi possiamo esplorare. Le storie che narra nel suo libro sembrano tutte molto surreali. Ma c’è un filo rosso che le unisce o che unisce i suoi protagonisti? Ognuna delle 24 storie è incentrata su un personaggio diverso, in molti casi neppure umano - c’è un sasso, una libreria, un dado, un albero e persino la Morte in persona! Quindi, ciò che unisce i personaggi è il fatto di essere “strani” e di vivere vicende assurde. La scelta di uno stile surrealista mi ha permesso di offrire diversi livelli di lettura e di seguire binari non ordinari nello svolgimento delle storie: più che la trama, diventano rilevanti le suggestioni che vengono prodotte, un po’ come accade nei sogni. Non a caso i dipinti surrealisti avevano un forte connotato onirico. In questo modo, è possibile capovolgere il nostro punto di vista e ripensare il concetto di a-normale, diverso, contraddittorio; insomma, tutto ciò che in genere escludiamo dalle nostre vite. In fondo, a detta dei fisici stessi, la meccanica quantistica è una teoria assurda, eppure funziona! Quando è entrata la scrittura nella sua vita? Com’è avvenuta la magia? Ho iniziato a scrivere in modo sistematico durante gli anni del dottorato quando, ogni giorno, dovevo fare un’ora di bus per raggiungere l’Università. Negli ultimi anni mi sono avvicinato alla narrativa breve grazie a grandi maestri quali Borjes, Calvino, Munro, Buzzati e Manganelli. E sono rimasto fulminato sulla via di Damasco: decisi che quello sarebbe diventato il mio stile.A ben pensarci, la scrittura è veramente magica: pochi segni su di un pezzo di carta sono in grado di produrre emozioni, di farci progettare grandi opere, di scoprire leggi naturali o di segnare il destino di interi popoli. Quindi è incredibilmente potente. Per questo penso che la letteratura debba essere presa sul serio: la scrittura diventa quindi un’ottima palestra per immaginare e costruire un mondo migliore. Ci racconta qualche sua abitudine di scrittura? Non so, decide diligentemente ogni sera di impegnarsi a scrivere una storia, prende la penna solo quando ha l’ispirazione, scrive sempre e di tutto in qualsiasi momento? In ossequio alla filosofia Quasista non posso di certo indicare una chiara e precisa regola, quanto un insieme frastagliato di abitudini che ho seguito in modo più o meno volontario. Il mio luogo prediletto è stato il divano rosso del salotto che, essendo troppo corto per potercisi sdraiare, impone una posizione abbastanza scomoda per addormentarsi ma piuttosto adatta alla scrittura. Inoltre, dato che ogni racconto è diverso e ispirato a suggestioni occasionali, che trovavo in altre letture o in dettagli catturati nei luoghi più disparati, ero solito registrare un audio sul cellulare per potermene ricordare. Poi, appena trovavo il tempo o ne sentivo il bisogno, mi mettevo a sedere e scrivevo direttamente al computer. Ecco, un ingrediente importante è il tempo, risorsa sempre più scarsa: in fondo tutti/e siamo alla continua “ricerca del tempo da perdere”. Insomma, l’ozio è importante per scrivere e per vivere bene. Read the full article
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alemicheli76 · 10 months
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Il blog presenta "La Meccanica Quasistica" il libro d’esordio di Tiziano Distefano , edito da Transeuropa. Da
In libreria per Transeuropa edizioni La Meccanica Quasistica, il libro d’esordio del viareggino Tiziano Distefano. La Meccanica Quasistica rappresenta un insolito mosaico di 24 racconti che intrecciano scienza, economia e filosofia, per dar vita a una narrativa che unisce l’infinitamente logico con l’infinitamente assurdo. In questo contesto, le storie e i personaggi si comportano come…
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geniochi · 5 years
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Estratti dai manifesti degli Impedonabili
Estratti dai manifesti degli Impedonabili
Gli Imperdonabili…chi? Se siete amanti delle questioni letterarie fate una capatina sul blog  della Wildworld by Transeuropa Edizioni:
https://www.wildworld.cloud/category/imperdonabili/
Fatevene un’idea e decidete da che parte stare. Io ho un’opinione ma per adesso attendo sviluppi e la tengo per me.
Primo manifesto:Qualcuno, per esempio, è davvero convinto che la linfa letteraria scorra oggi…
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tmnotizie · 5 years
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ESANATOGLIA – Uscito da pochissimi giorni Lungo la strada un cammino, il nuovo libro del poeta marchigiano Fabio Strinati, pubblicato con Transeuropa Edizioni.
Si tratta di un’opera colta, matura, un diario di bordo pregno di esperienze visive ed interiori che lo scrittore e poeta di Esanatoglia (attraverso un viaggio che sembra non avere fine né ritorno), scrive quasi di getto durante i suoi numerosi viaggi che sembrano narrare storie vissute, consumate, prese per mano in un’epoca che tanto assomiglia a una dimensione lontana e assai distante dal pensiero comune.
All’interno della raccolta poetica, numerosi componimenti dedicati a paesi e luoghi della regione Marche: Ancona, Treia e Recanati, quest’ultimo, noto per aver dato i natali al poeta Giacomo Leopardi.
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allazerougualeuno · 11 years
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Una fiaba teatrale per salutare Vincenzo Cerami
È stato scrittore, autore, sceneggiatore. È noto a tanti per aver scritto la sceneggiatura de La vita è bella e il romanzo Un borghese piccolo piccolo.
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Per ricordare un uomo che ha lasciato questo mondo ci sono silenzi, pensieri, parole e canzoni. Propongo una fiaba teatrale, meno nota forse tra i suoi lavori: Sua Maestà.
Un re e il suo servitore si trovano, a causa di un naufragio, su un'isola deserta e in un'atmosfera surreale che sa diventare stranamente comica e ironica scaturiscono da loro domande sul senso delle umane vicende, sui ruoli che ci diamo, sulle etichette che ci facciamo mettere e che ci mettiamo, sulle finzioni che ci tengono in piedi. Il re e il buffone si cercano, si parlano, tentano di dialogare, ci portano nel loro deserto e (inevitabilmente) nel nostro. Un libro piccolo, prezioso, da leggere d'un fiato che lascia le sue impronte (come richiama la bellissima copertina dell'edizione Transeuropa).
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stilouniverse · 11 months
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Andrea Ravazzini “Fiamma Lucente e Residui di Marea. Frammenti”, presentazione
Transeuropa Edizioni “Fiamma Lucente e Residui di Marea. Frammenti” è una silloge che raccoglie in ordine cronologico una selezione di componimenti poetici, in versi liberi, da me composti ed elaborati nel corso di un breve periodo di tempo durante l’anno 2023.Le influenze più significative che hanno improntato in modo preponderante lo stile di composizione dei frammenti e dei componimenti…
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queerographies · 10 months
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[Il sommo revival][Gabriele Galligani]
A partire dalla rivendicazione di Tondelli dell’importanza di film e canzoni nella sua narrativa, Il sommo revival è una ricognizione sul ruolo ambiguo dello spettacolo nei suoi quattro romanzi, interpretabili come un unico Bildungsroman di formazione mancata. Dall’esordio sorprendente di Altri libertini (ultimo libro italiano processato per oscenità) all’epilogo dolente di Camere separate (primo…
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alemicheli76 · 10 months
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"Fiamma lucente e residui di marea. Frammenti" di Andrea Ravazzini, Transeuropa edizioni. A cura di Patrizia Baglioni
Mi predispongo con lo spirito buono che si dedica alla poesia, e i versi lievi mi accolgono delicati. È un verso che respira quello di Ravazzini, che crea orizzonti e panorami, fa viaggiare il lettore per il cielo stellato alla ricerca di una spiegazione. A volte questo è l’effetto che fa la poesia: interroga. Con Jessica Di Chiara, altra blogger della squadra, scherzavamo sul fatto che quando…
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alemicheli76 · 10 months
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La Meccanica Quasistica il libro d’esordio di Tiziano Distefano edito da Transeuropa. Da non perdere!
In libreria per Transeuropa edizioni La Meccanica Quasistica, il libro d’esordio del viareggino Tiziano Distefano. La Meccanica Quasistica rappresenta un insolito mosaico di 24 racconti che intrecciano scienza, economia e filosofia, per dar vita a una narrativa che unisce l’infinitamente logico con l’infinitamente assurdo. In questo contesto, le storie e i personaggi si comportano come…
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alemicheli76 · 3 years
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"Le note dell'anima" di Marco Galvani, Transeuropa edizioni. A cura di Rita Bompadre.
“Le note dell’anima” di Marco Galvani, Transeuropa edizioni. A cura di Rita Bompadre.
“Le note dell’anima” di Marco Galvagni (Transeuropa Edizioni, 2020) riecheggiano in ogni segno virtuoso dei versi tra le annotazioni poetiche sulla vita, interpretano il suono del cuore e affermano con la dedica amorosa in epigrafe, l’insinuante e persistente fiamma della passione. Il poeta si lascia incantare dalla soavità evocativa della memoria, concede alla fantasia la forma visibile delle…
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alemicheli76 · 4 years
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"Apologia della sorte" di Lucrezia Lombardo, Transeuropa edizioni. A cura di Aurora Stella
“Apologia della sorte” di Lucrezia Lombardo, Transeuropa edizioni. A cura di Aurora Stella
Ho lasciato la finestra aperta
perché la pioggia mi allagasse.
Queste composizioni sono contemporaneamente riflessione, constatazione di tutto ciò che passa nella natura umana: la storia, la memoria, l’esperienza; in pratica si tirano le somme.
Tutto sembra morto, assuefatto, o peggio distrutto. La speranza diventa illusione, tutto si infrange a partire proprio dal titolo di quest’opera:
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pangeanews · 4 years
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Quella vita di me**a di cui andare orgogliosi. Beccatevi questo capolavoro: si intitola “La vita schifa”, lo ha scritto Rosario Palazzolo. Per fortuna, si tiene alla larga dai romanzi italiani degli ultimi trent’anni
Questo è solo il parere di un autore, di uno scrittore che decide di occuparsi di un altro scrittore. E per quanto emendabile, questa puntualizzazione diventa necessaria quando uno come me (che ha fatto dell’integralismo estetico la propria religione) incontra un romanzo come La vita schifa (un’opera che diversi critici avranno chiuso a pagina tre, ma che proprio per questo merita un coraggioso approfondimento di cui spero di essere degno). Rosario Palazzolo non è uno scrittore puro. È un attore, tra le altre cose nel cast de Il Traditore di Marco Bellocchio. Ma ha sempre scritto monologhi e testi teatrali, racconti e romanzi. Ed ha sempre letto, essendo costretto a farlo per mestiere (gli scrittori possono bluffare sulla loro formazione, gli attori no perché i copioni non si possono improvvisare). E la prima sensazione che mi è venuta addosso, immergendomi ne La vita schifa, è che le letture di anni di palcoscenico si siano stratificate con una magnifica casualità, si siano sovrapposte come placche tettoniche in una specie di patchwork, raccogliendosi intorno a una trama di per sé non molto originale – sebbene frutto di una lodevole intuizione – fino a collocarsi in precise cavità coniche come la kriptonite di Superman. Ognuna al suo posto, con pochissime eccezioni. Questa perfezione involontaria, quasi inconsapevole, fa de La vita schifa (Arkadia Edizioni, collana SideKar diretta da Ivana e Mariela Peritore e Patrizio Zurru) uno dei libri più belli letti negli ultimi anni.
*
Che Dio ci liberi dalla trama
Liberiamoci subito della presenza/assenza di Ernesto Scossa, killer di mafia che – una volta morto, anzi proprio in qualità di morto ammazzato – guarda la sua vita dal di fuori e la radiografa con lo scanner delle parole. Ne scaturisce una confessione amarognola, un atto d’accusa verso il mondo che respinge le persone in un angolo e verso sé stesso in quanto angolo del mondo. Ma non è questo che m’interessa evidenziare del romanzo, quanto la sua estetica e la sua lingua. Elementi che combinati diventano musica, giri di frasi che finiscono sempre nel modo giusto, senza mai una sbavatura, grovigli di pensieri misurati persino nell’abbuffata di aggettivi, schiocco di note che nascondono l’invadenza del racconto e fanno sembrare tutto così adeguato, necessario, puntuale come la morte (appunto). Scritto nel siciliano vero – non la lingua di Camilleri, ma un siciliano così vero da azzannare mentre lo leggi e lo sbagli – di chi a Palermo deve tutto, La vita schifa attraversa le stagioni di questo Ernesto con la presunta anarchia e la rinnegata lucidità dei veri artisti. Di chi sa dove condurre il Lettore, perché padrone della storia e libero da ogni compromesso commerciale. «(…) mi ricordo di lei distesa, piccola come le cose minute, mi ricordo che allungo una mano per toccarla e nel mio pensiero, nel mentre che la tocco, di colpo spariscono tutte cose, come se il padreterno ha deciso di voltarci pagina, era l’ottantacinque e io avevo quasi nove anni, nove anni, e cosa potevo saperne a nove anni, delle cose che cambiano, come potevo figurarmi le rivoluzioni del tempo che fanno scoppia lo spazio, tipo certe telenovele che si guardava mia madre, dove a un certo punto sparivano tutti, pure le città: sabrina morì nell’ottantacinque, il vecchio coi baffi se ne andò in pensione e il bar cominciò a vendere pure patatine, mia nonna la portarono al ricovero e io cominciai a odiare il fuxia, e i capelli annodati». Sorvolando sull’interpunzione, nel senso che sono davvero poche le virgole non necessarie al testo, il romanzo è quasi tutto avvolto in queste nuvole narrative straordinariamente brevi, veloci ed eroiche. Ecosistemi che non hanno bisogno di nulla e che nulla chiedono al Lettore, se non di fidarsi della scelta che ha fatto. Ecco, Rosario Palazzolo ha il merito di onorare quel patto non scritto – invece andrebbe stipulato ogni santo giorno, ad ogni scontrino emesso da una libreria – tra Lettore e autore. Non promette nulla, libera subito dall’orgasmo della trama – pronti partenza svelata, morto che parla – eppure accompagna per mano lungo strade strette e incantevoli, ai cui lati non ci sono stese le calze degli operai ad asciugare ma passati prossimi, trapassati, indicativi strabici e futuri anteriori che disorientano senza smarrire, incalzano senza spaventare. La vita schifa quasi non ha trama, ed è un bene che Editore e Curatori abbiano favorito questa condizione senza imporre – come forse avrebbe fatto qualsiasi altra casa editrice di medio/grande entità – una soluzione storica e filologica, una continuità narrativa prossima al severo sviluppo degli eventi. Palazzolo si fa dirigere dal testosterone, peculiarità che impone anche al suo personaggio, e utilizza la virilità come indicatore di una bussola: punta là dove c’è da fottere, oltre che da uccidere, e in questa rincorsa semiseria e drammatica allo sticchio si snoda una personalità rara, un personaggio senza carne, quasi spirituale, un uomo del quale – grazie al cielo – nessuno si ferma a dire com’è fatto e cos’ha detto, perché al Lettore interessa solo farsi attraversare da Scossa.
*
Lui è Rosario Palazzolo
Nemmeno letto al premio Strega
La vita schifa è stato segnalato, più che opportunamente da una brava filologa come Giulia Ciarapica, all’ultimo premio Strega. Nemmeno preso in considerazione, anzi conoscendo i meccanismi forse nemmeno sfogliato dai giurati, il romanzo non è entrato in dozzina. Non lo faccio notare per stupore, ma perché i limiti di questi meccanismi sono così evidenti che, se avessero letto La vita schifa, i componenti del comitato direttivo si sarebbero accorti che questo libro si tiene alla larga da tutti i romanzi italiani degli ultimi trent’anni. Non è un romanzo banale, non è un romanzo borghese né noioso, non è romanzo sulla storia del Paese – che qualcuno ci liberi da queste sofferenze – e non è nemmeno il romanzo di un autore mandato dal Picone di turno: PD, Forza Italia o Sinistra radical chic che cita Hegel con disprezzo e legge Fabio Volo. Se lo avessero letto, quelli dello Strega avrebbero notato che La vita schifa è un capolavoro perché non ambisce a sopprimere nessuno dei difetti su cui si lavora per mesi nelle scuole di scrittura, non asseconda le pulsioni degli editor di far chiarezza dentro pagine in cui non ci sarebbe nulla da chiarire, non strizza l’occhio alle versioni più becere dei gialli verso cui da una dozzina d’anni proviamo una pulsione erotica tanto potente quanto ingiustificata, non apparecchia frasi memorabili con l’ambizione con finiscano in Smemoranda o nelle fascette editoriali che dicono cose tutte uguali e inutili allo stesso modo. La vita schifa è un capolavoro perché non ha alcuna ambizione di esserlo, perché non soffre della febbre sottocutanea dell’eternità. «Grazie molte, e sono io che ti devo ringraziare, gli avrei detto, a questo, perché soldi ce n’erano rimasti pochi visto che avevo chiesto a katia di non prenderne alla banca ché se uno deva andare a morire mica gli servono, e poi erano soldi dell’altra vita, c’avevo detto, e l’altra vita era finita, e per primo dovevamo crederci noi alla nostra morte o qualcosa del genere, mi pare, e così, il giorno dell’epifania, dopo l’applauso, tutto il paese è venuto a presentarsi con noi, tutti in fila con io sono tizio e io sono caio, e porco il precipizio erano dieci giorni che la gente sapeva che eravamo a apecchio e manco un saluto e adesso eccoli tutti apparati come se eravamo apparsi dal nulla in quel momento là». La vita schifa è straordinario per tante ragioni: soprattutto perché ignora la bigotta scuola italiana, quel retrogusto cattocomunista che ne immobilizza ogni (vera) evoluzione dai tempi di Ennio Flaiano. Senza storia, senza protagonisti, senza artefici, senza vincitori e vinti, ma con la forza della vita (sebbene schifa) che da sola basta a spingere un romanzo che avrebbe meritato molto di più quello che finora ha avuto.
Davide Grittani
*Davide Grittani (Foggia, 1970) ha pubblicato i reportage “C’era un Paese che invidiavano tutti” (Transeuropa 2011, prefazione Ettore Mo e testimonianza Dacia Maraini) e i romanzi “Rondò” (Transeuropa 1998, postfazione Giampaolo Rugarli), “E invece io” (Biblioteca del Vascello 2016, presentato al premio Strega 2017), “La rampicante” (LiberAria 2018, presentato al premio Strega 2019 e vincitore premio Città di Cattolica 2019, Nicola Zingarelli 2019, Nabokov 2019, Giovane Holden 2019, inserito nella lista dei migliori libri 2018 da la Lettura del Corriere della Sera). Editorialista del Corriere del Mozzogiorno, inserto del Corriere della Sera.
L'articolo Quella vita di me**a di cui andare orgogliosi. Beccatevi questo capolavoro: si intitola “La vita schifa”, lo ha scritto Rosario Palazzolo. Per fortuna, si tiene alla larga dai romanzi italiani degli ultimi trent’anni proviene da Pangea.
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