#traffico internazionale di sostanze stupefacenti
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Brennero: ricercato in Germania tenta di fuggire in Italia, arrestato alla frontiera italo-austriaca Nel corso delle consuete attività di controllo di retro-valico presso la Frontiera del Brennero finalizzati al contrasto dell’immigrazione clandestina e al traffico di sostanze stupefacenti, gli Agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Brennero hanno rintracciato presso la Stazione Ferroviaria, a bordo del Treno Internazionale “RAIJET 85”... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Traffico di armi e di droga, 30 arresti
I Carabinieri di Monza, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, hanno sgominato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico nazionale ed internazionale di sostanze stupefacenti e armi, riciclaggio e autoriciclaggio. Agli indagati sono stati contestati 221 capi d’imputazione e il gip di Milano ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per 30 persone (26…
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La tolleranza zero nei confronti degli stupefacenti e l’equiparazione tra droghe leggere e droghe pesanti voluta dalla legge Fini-Giovanardi del 2006 aveva fatto sì che nel 2009 i detenuti nelle carceri italiane per reati connessi alla droga fossero il 41% del totale, percentuale scesa del 5% nel 2014, quando la Corte Costituzionale ne decretò l’incostituzionalità. Ancora oggi, come emerge dall’ultima Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, oltre un terzo della popolazione carceraria è costituito da soggetti detenuti per reati droga-correlati e il 31% dei nuovi ingressi in carcere registrato nel 2020 è dovuto a reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. Secondo la Relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga, il 90% della droga intercettata dalla polizia nel nostro Paese negli ultimi cinque anni è costituito da cannabis. Questa sostanza continua a costituire il motivo principale di denunce in Italia: 13.586 nel 2020, contro le 12.974 per la cocaina. Interessante anche il reato contestato: solo al 3% dei denunciati per reati correlati alla cannabis è stato contestato il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, contro il 12% dei denunciati per cocaina. Questo significa che la maggior parte dei procedimenti si concentra su consumatori e spacciatori di quartiere di marijuana o hashish e non sulle reti del narcotraffico, responsabili del movimento delle sostanze stupefacenti su scala nazionale e internazionale.
Morisi è l’amico che sbaglia, gli altri solo tossici: Salvini è ora di parlare seriamente di droghe
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l’altra versione Afghanistan 1
Guerra all’Afghanistan e non “in Afghanistan” come ipocritamente si dice. Subito dopo l’11 settembre gli americani accusarono dell’attentato Osama Bin Laden che si trovava in quel momento in Afghanistan e ne chiesero ai Talebani l’immediata consegna. Il governo afghano rispose che era disponibile purché venisse fornita qualche prova della responsabilità del califfo saudita. Gli americani replicarono: “le prove le abbiamo date ai nostri alleati”. Allora il governo talebano, come avrebbe fatto qualunque governo, rifiutò di consegnare senza condizioni una persona che si trovava sul suo territorio ( a parte il fatto che in Afghanistan l’ospite è sacro, ma queste romanticherie tradizionaliste non interessano gli occidentali attenti solo ai propri valori). La guerra all’Afghanistan è stata fatta per togliere di mezzo i Talebani e occupare quel paese. C’erano�� motivi economici: il colossale gasdotto che dal Turkmenistan raggiunge il Pakistan e il mare passando, per la maggior parte, sul territorio afghano (e nel progetto era coinvolta metà della dirigenza americana, da Deep Cheney a Condoleezza Rice), senza dimenticare la strana questione dell’oppio. Facciamo un passo indietro.
Al momento della guerra, i Talebani, aderendo alle annose richieste delle Agenzie internazionali, avevano bloccato da un anno le coltivazioni del papavero, da cui si ricava l’oppio. Nessun governo afghano c’era mai riuscito, anzi, non ci aveva nemmeno mai provato. Si trattava infatti di una decisione molto difficile, quasi impossibile, perché su queste coltivazioni vivevano centinaia di migliaia di contadini afghani e nessuno dei governi che si erano succeduti dopo la cacciata dei sovietici, aveva avuto l’autorità, la forza, il prestigio e soprattutto la voglia di prenderla, anche perché i “signori della guerra” che sostenevano quei governi o ne facevano parte, vivevano a loro volta sul traffico della droga. Il mullah Omar, guida spirituale del Talebani, aveva il prestigio, l’autorità, la forza, dato che controllava il novanta per cento del paese, anche la voglia perché nella sua visione del mondo l’economia non era la cosa principale, più importante era il Corano che vieta la produzione e il consumo delle sostanze stupefacenti. Quindi, benché il ricavato del traffico d’oppio gli servisse per comprare grano dal Pakistan per sfamare la sua gente, Omar già nel 1998 e nel 1999 aveva offerto più volte agli Stati Uniti e all’ONU di scambiare la fine della coltivazione del papavero col riconoscimento internazionale*. Ma gli americani avevano risposto niet e lo avevano imposto anche all’ONU. Ciò nonostante nell’estate del 2000 il mullah Omar decise autonomamente di proibire la coltivazione del papavero e ci riuscì. Fatto questo quasi miracoloso se si pensa al altre esperienze, come quella colombiana. Questo torto all’Occidente il mullah non lo doveva proprio fare, perché guastava l’immagine che da noi ci si era fatta del Talebani, integralisti, malvagi, crudeli e soprattutto, irragionevoli, gente con cui era inutile discutere. La stampa internazionale cominciò quindi a scrivere che era vero che i Talebani avevano bloccato le coltivazioni di papavero, ma lo avevano fatto per aumentare il valore delle loro scorte dato che il prezzo dell’oppio era salito alle stelle. Insomma la dimostrazione dell’efficacia e della serietà del blocco ordinato dal mullah gli veniva addebitata come una colpa o come un artifizio. “E va bene - borbottò allora un ministro talebano che, essendo afghano, e per soprammercato ignorante perché aveva studiato alle scuole coraniche, non conosceva Esopo e la favola del lupo e dell’agnello - diteci allora che cosa dobbiamo fare?” Questa storia dell’oppio era particolarmente seccante per l’Occidente, perché se la sua parte visibile e presentabile, cioè l’agenzia ONU contro la droga, aveva chiesto la fine delle coltivazioni, quella invisibile e impresentabile, vale a dire le grandi organizzazioni criminali che godono di forti appoggi e complicità nelle classi dirigenti di parecchi e irreprensibili Stati, ne erano gravemente danneggiate. Con l’occupazione delle variamente mascherate “forze di pace”, il traffico di droga è ripreso in grande stile. Inutile dire, anche qui, chi ha tratto i maggiori benefici da questi affari, ai contadini afghani rimane meno dell’uno per cento.
Massimo Fini -Il vizio oscuro dell’Occidente
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Traffico di droga e rapine, arresti anche in Calabria E' in corso una imponente operazione da parte degli uomini del Comando provinciale di Pavia unitamente al personale dello SCICO - il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata - che ha consentito di smantellare un'associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti ed alle rapine operante sull'intero territorio nazionale. Sono in corso di esecuzione 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere in Lombardia, Calabria e Puglia.
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Catania Operazione “La Vallette”: 16 arresti tra Sicilia e Calabria per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti.#operazioneLaVallette #catania #trafficodidroga #LaVallette
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Entro fine settembre dovrebbe essere portato in Parlamento il ddl Salvini sull’immigrazione, che verrà discusso invece lunedì in Consiglio dei Ministri. Il testo dovrebbe essere legato ad un altro elaborato, il cosiddetto dl Sicurezza, di cui abbiamo avuto anticipazione con la famosa circolare sugli sgomberi firmata insieme al capo di gabinetto Piantedosi. Si tratta allora di analizzare il piano di Salvini, ai fini della necessaria contestazione di quello che si preannuncia essere il provvedimento cardine del Ministro dell’Interno.
Pare che un restringimento generale dell’istituto della cittadinanza e l’abrogazione della protezione umanitaria per i richiedenti asilo saranno i punti cruciali del testo sull’immigrazione, il quale si occupa di “disposizioni urgenti in materia di rilascio di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale, di immigrazione e di cittadinanza”.
Come d’obbligo, Salvini affianca al testo una campagna politica e mediatica, giocata soprattutto attraverso il suo apparato social, teso a screditare i migranti nella loro generalità, come di recente ha fatto citando qualche dato a caso per affermare l’equazione per la quale l’aumento dei migranti è legato all’aumento della delinquenza.
“Se vieni in Italia, rispetta gli italiani! #èfinitalapacchia”, il contenuto della campagna salviniana che dietro lo slogan mira a modificare alcuni assunti cruciali del sistema di accoglienza, in particolare riducendo o eliminando del tutto la concessione di permessi di soggiorno per ragioni umanitarie, che sarebbero per Salvini oggetto di un boom e di una sproporzione rispetto ad altre forme di tutela.
Di fatto la legge si porrebbe in seria violazione degli obblighi internazionali che riguardano la protezione dei migranti da luoghi interessati da guerre e disastri naturali, oppure da paesi che non rispettino gli standard minimi di rispetto dei diritti umani, ovvero dove potrebbero essere sottoposti a tortura poiché giudicati nemici politici.
Andando nel pratico, si statuisce che la singola domanda di permesso per ragioni umanitarie non potrà più essere valutata dalle commissioni territoriali o dal Questore, con il rischio che nei fatti venga eliminata questa possibilità per il migrante, aumentando le statistiche sui rimpatri e limitando l’accoglienza e la possibilità di ottenere l’asilo, che va segnalato come in Italia non sia disciplinato da alcuna legge specifica ma piuttosto venga interpretato sul caso singolo in base alle direttive europee.
Discrezionalità che il ddl punta ad eliminare, con ovvie conseguenze, anche in termini di ingolfamento giuridico dato il sicuro aumento dei ricorsi, elemento su cui tralaltro Salvini si è già espresso, ovviamente denunciando il “business degli avvocati d’ufficio” che si fonderebbe sull’assistenza ai migranti, diritto riconosciuto.
Il ruolo dei CPR si inserisce in questa analisi come rilancio delle forme di carcerazione e detenzione di persone che non hanno commesso alcun reato: la loro carcerazione, a quanto sembra, potrà essere prolungata dagli attuali 90 a 180 giorni, 6 mesi nei quali di fatto i migranti saranno rinchiusi in lager che saranno aperti o riaperti nelle prossime settimane/mesi. Inoltre, una volta deciso per il rimpatrio, il migrante potrà anche essere internato in strutture diverse dai CPR, probabilmente normali carceri o altri luoghi in cui non avrebbero nessun dovere a stare.
Per il Fondo Rimpatri, che dovrà provvedere a finanziarie questo sistema carcerario in formazione, saranno stanziati 3,5 milioni di euro da qui al 2020. In un contesto per il quale ogni rimpatrio, una volta raggiunti non facili accordi con i paesi di provenienza, costa tra i 4000 e i 10000 euro, siamo di fronte alla possibilità di un numero di rimpatri bassissimo, tra i 300 e i 1000 al massimo.
Di conseguenza, un po’ come sull’operazione riguardante le scuole, ci troviamo di fronte ad una vera e propria operazione cosmetica finalizzata unicamente alla rappresentazione social del celodurismo del Ministro dell’Interno.
Verrà inoltre aumentata la lista di motivazioni per le quali è previsto il rimpatrio e la revoca dello status di rifugiato, tra cui violenza sessuale, produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, rapina ed estorsione, furto, furto in appartamento, minaccia, violenza o resistenza a pubblico ufficiale.
Soprattutto quest’ultimo caso sembra interessare le disposizioni di Salvini, interessato evidentemente a limitare le possibilità di reazione a condizioni di sfruttamento e povertà di cui possono essere esempio i fatti di piazza Indipendenza o di Castello d’Argile.
Salvini ha di fronte due opposizioni. Una è quella che potrebbe arrivare sul piano giuridico, dalla violazione delle normative europee e della costituzione italiana in merito agli istituti della protezione umanitaria. Realisticamente, una posizione spuntata vista la campagna elettorale giocata contro i migranti in tutti gli stati europei rispetto alle elezioni a venire, e che in realtà potrebbe anche giovare a Salvini impegnato a mettere in discussione l’UE e le sue normative.
L’altra, quella che interessa a noi e che necessariamente dovrà darsi percorsi di ulteriore costruzione, è quella sociale che dovrà muoversi dalla definizione di un punto di vista antirazzista alla messa in discussione pratica delle strutture come i CPR che dovranno sostenere le sparate leghiste.
da InfoAut
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452 chili di cocaina sequestrata e 14 misure cautelari, grosso colpo inferto alla malavita a
452 chili di cocaina sequestrata e 14 misure cautelari, grosso colpo inferto alla malavita a
14 misure cautelari e 452 kg di cocaina sequestrata: la Polizia di Stato sventa un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti Livorno 16 novembre 2021 Alle prime ore di questa mattina, personale delle Squadre Mobili di Firenze e di Livorno, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Firenze, ha eseguito, su…
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Operazione anti droga nel porto di Gioia Tauro, sequestrati oltre 108 chili di cocaina. Avrebbe fruttato oltre 22mln di euro
https://www.cosenzapage.it/media/2021/08/Screenshot_20210827-103717_Video-Player-300x200.jpg - #CosenzaPage Nell’ambito dell’attività di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria unitamente ai funzionari antifrode dellUfficio delle Dogane di Gioia Tauro, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno individuato e sequestrato 108 chili di cocaina purissima […]
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Brennero, controlli di confine: ricercato tenta di tornare in Italia, Polizia di Stato arresta 60enne pregiudicato straniero Nel corso delle consuete attività di controllo di retro-valico presso la Frontiera del Brennero finalizzati al contrasto dell’immigrazione clandestina e al traffico di sostanze stupefacenti, gli Agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Brennero hanno rintracciato, a bordo del treno internazionale proveniente da Monaco di... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Lotta contro la criminalità organizzata: l'UE definisce le priorità
Il Consiglio Europeo ha adottato conclusioni che fissano le priorità dell'UE per il 2022-2025 per la lotta contro la criminalità grave e organizzata attraverso la piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminali (EMPACT). Nell'ambito dell'EMPACT, gli Stati membri, le agenzie e gli altri attori dell'UE collaborano strettamente per affrontare queste principali minacce criminali, utilizzando strumenti quali la formazione in materia di applicazione della legge e azioni operative congiunte per smantellare le reti criminali, le loro strutture e i loro modelli di business. Sulla base della valutazione delle minacce di criminalità organizzata e grave dell'UE del 2021, presentata da Europol, gli Stati membri hanno individuato 10 priorità in materia di criminalità: - Reti criminali ad alto rischio Identificare e smantellare le reti criminali ad alto rischio attive nell'UE, con particolare attenzione a coloro che utilizzano la corruzione, gli atti di violenza, le armi da fuoco e il riciclaggio di denaro attraverso sistemi finanziari sotterranei paralleli. - Attacchi informatici Colpire i criminali che orchestrano attacchi informatici, in particolare quelli che offrono servizi criminali specializzati online. - Tratta di esseri umani Smantellare le reti criminali impegnate nella tratta di esseri umani, con particolare attenzione a coloro che sfruttano i minori, a coloro che usano o minacciano con violenza contro le vittime e le loro famiglie e a coloro che reclutano e pubblicizzano le vittime online. - Sfruttamento sessuale dei minori Combattere gli abusi sui minori online e offline, compresa la produzione e la diffusione di materiale pedopornobusoso e lo sfruttamento sessuale dei minori online. - Traffico di migranti Combattere le reti criminali coinvolte nel traffico di migranti, in particolare quelle che forniscono servizi di facilitazione lungo le principali rotte migratorie. - Traffico di droga Identificare e indirizzare le reti criminali coinvolte nel traffico di stupefacenti, tra cui il traffico e la distribuzione di cannabis, cocaina, eroina, droghe sintetiche e nuove sostanze psicoattive. - Frodi, reati economici e finanziari Colpire i criminali che orchestrano frodi, reati economici e finanziari, compresi i sistemi di frode online, le frodi sulle accise, le frodi intracomunitarie dei commercianti scomparsi (frode MTIC), i reati di proprietà intellettuale, la contraffazione di beni e valute, le finanze criminali e il riciclaggio di denaro. - Criminalità organizzata Smantellare le reti criminali coinvolte nella criminalità organizzata della proprietà, con particolare attenzione ai furti organizzati, ai furti e alle rapine, alla criminalità automobilistica e al commercio illegale di beni culturali. - Reati ambientali Combattere le reti criminali coinvolte in tutte le forme di criminalità ambientale e in particolare quelle in grado di infiltrarsi nelle strutture commerciali legali o creare società proprie per facilitarne i reati. - Traffico di armi da fuoco Colpire i criminali coinvolti nel traffico illecito, nella distribuzione e nell'uso di armi da fuoco. Oltre a queste priorità, la produzione e la fornitura di documenti fraudolenti e falsi saranno affrontate come un obiettivo strategico orizzontale comune, poiché è un fattore chiave per molti reati. L'EMPACT è un'iniziativa dell'UE multidisciplinare, basata sull'intelligence e basata su dati concrete che mira ad affrontare le principali minacce alla criminalità che l'UE sta affrontando. È guidato dagli Stati membri e coinvolge molti organismi che lavorano fianco a fianco, tra cui le forze dell'ordine, le istituzioni e le agenzie dell'UE, le organizzazioni pubbliche e private e i paesi e le organizzazioni non UE pertinenti. Comprende sia misure preventive e repressive, sia azioni operative e strategiche. Questa iniziativa è stata attuata per la prima volta tra il 2012 e il 2013, seguita da due cicli a 4 anni a pieno titolo tra il 2014-2017 e il 2018-2021. Nel marzo 2021 il Consiglio ha adottato conclusioni sulla continuazione permanente dell'EMPACT come strumento chiave per la cooperazione operativa nella lotta contro la criminalità internazionale organizzata e grave. L'EMPACT continuerà a seguire cicli quadrienno che iniziano con la valutazione delle minacce criminali e l'adozione delle priorità dell'UE in materia di criminalità. Per ciascuna di queste priorità vengono quindi elaborati, attuati e monitorati piani d'azione operativi annuali. Al termine del ciclo di 4 anni viene effettuata una valutazione indipendente per valutarne l'attuazione e i risultati e per alimentare il ciclo successivo. Read the full article
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Tonnellate di droga dall'Albania, 25 arresti
Tonnellate di droga dall’Albania, 25 arresti
Venticinque arresti, tra cui tre capi clan, 46 indagati in tutto e ingenti sequestri di stupefacente proveniente dall’Albania. E’ questo il risultato di un blitz coordinato dalla Dda di Catanzaro eseguito dai finanzieri calabresi che hanno disarticolato una organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico nell’ambito di un’operazione battezzata “Stammer 2 – Melina”.
L’operazione rappresenta…
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REGGIO CALABRIA-SEQUESTRATI IN MENO DI UNA SETTIMANA PIU’ DI 1.300 CHILI DI COCAINA
SEQUESTRATI IN MENO DI UNA SETTIMANA PIU’ DI 1.300 CHILI DI COCAINA NEL PORTO DI GIOIA TAURO PER UN VALORE DI 260 MILIONI DI EURO Nell’ambito dell’attività di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti i Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e i funzionari antifrode dell’Ufficio ADM di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della…
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Traffico internazionale di sostanze stupefacenti: duro colpo inferto dai carabinieri di Olbia OLBIA - Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio del G.I.P.
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MESSINA. G.di F.-NARCOTRAFFICO TRA IL SUD AMERICA E LA SICILIA.
MESSINA. G.di F.-NARCOTRAFFICO TRA IL SUD AMERICA E LA SICILIA.
Comando provinciale Messina
Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 soggetti (9 dei quali in carcere e 2 agli arresti domiciliari), promotori e membri di un’organizzazione criminale che gestiva un lucroso traffico internazionale di sostanze stupefacenti del tipo…
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'Ndrangheta, operazione "Joy's Seaside", traffico internazionale droga, 17 arresti
https://www.cosenzapage.it/media/2021/03/polizia_auto-300x200.jpg - #CosenzaPage REGGIO CALABRIA – Operazione “Joy’s Seaside” della Polizia di Stato che ha portato all’arresto, a Gioia Tauro, di 17 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale di stupefacenti, concorso in detenzione, vendita e cessione a terzi di sostanze stupefacenti, anche in ingente quantitativo, del tipo cocaina, hashish e cannabis sativa, concorso in […]
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