#tmagp009
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MAGP009 - Seguendo la sorte
[Episodio precedente] [Indice TMAGP]
[Il decrepito computer dell’O.I.A.R. si accende]
[Sam è seduto alla sua scrivania, canticchia a bassa voce]
[Rumore di una penna, sta compilando dei moduli]
[Passi che si avvicinano]
CELIA
Sera.
SAM
(distrattamente) Hey.
[Celia posa la sua borsa, si siede e accende il computer]
[Sam continua a compilare i suoi moduli]
CELIA
…Allora. Come sta procedendo il romanzo?
SAM
Hm, cosa? Oh – già, sì-
[Ridacchia imbarazzato]
[Gira un foglio e continua a scrivere]
SAM
Stavo continuando a compilare i moduli dell’assunzione. Sai com’è.
CELIA
Onestamente? Non mi è stato più dato nulla dal primo giorno.
SAM
È tutta colpa mia. Ho dato il consenso per un uno-a-uno con il dipartimento Risposta.
CELIA
Già… Alice aveva detto qualcosa in merito. E anche che ormai sono anni che non esiste più un dipartimento Risposta?
SAM
(continua a scrivere) Così mi hanno detto.
[Una pausa]
CELIA
Scusa, mi sono persa qualcosa? Perchè sennò tutto questo sembra piuttosto…
SAM
Inutile? Sì. Completamente.
CELIA
Mi hai persa.
SAM
Beh, mi rifiuto di dargli la soddisfazione di arrendermi.
CELIA
Non vuoi dare soddisfazione al sistema automatizzato di burocrazia?
SAM
Precisamente. E onestamente, a questo punto mi ha preso. È come se è fatto apposta per essere strano ed inutile, sai?
CELIA
In che senso?
SAM
Guarda.
[Si avvicina con la sedia]
CELIA
(Leggendo) “Prego elencare i vostri primi quattro ricordi negativi associati alla scuola o a un'istituzione educativa dell’infanzia equivalente, poi dare un punteggio ad ognuna su una scala da zero a sette, con zero come neutrale e sette come traumatico -” (ride) scusa, cosa?
SAM
Poi migliora.
CELIA
(gira la pagina) “Prego elencare ogni creatura morta vista negli ultimi tre mesi”… “Quante trasfusioni di sangue ha ricevuto negli ultimi dieci anni”… “Perché?” Perché cosa?
SAM
(Sorridendo) Solo “Perché”?
[Ridacchia]
CELIA
Beh, è… particolare.
SAM
Vero, no? E ancora meglio, so che nessuno lo leggerà mai.
CELIA
(Sorridendo) Mi fa piacere che ti stai divertendo.
SAM
A volte è bello avere una scusa per starsene seduti in silenzio per un po’ e pensare a delle cose.
CELIA
Cose tipo,“perché”?
SAM
Perchéééé. Vedi? Tu sì che capisci.
[La sedia torna al suo posto]
CELIA
Beh, sono felice che sei di buon umore, perché ho delle brutte notizie. Non riesco a trovare altro sull’Istituto Magnus e onestamente, a questo punto… sono a corto di idee.
SAM
Non è un problema. Davvero apprezzo che hai appoggiato la mia piccola crociata, ma forse ha ragione Alice. Forse dovrei lasciar stare.
CELIA
Mi dispiace.
SAM
Non ne vale la pena, no?
CELIA
(alzandosi) Davvero. Vuoi del pessimo caffè?
SAM
Nah, sono apposto. Tra l’altro, questi ragazzacci non si riempiranno da soli.
CELIA
(sorride) Non divertirti troppo mentre non ci sono.
[Celia esce e Sam ridacchia]
[Una lunga pausa durante la quale sentiamo solo la penna]
[Il computer fa ‘ping’]
CHESTER
Dichiarazione e Valutazione della Ricerca per il reperto CD137 –
SAM
(a bassa voce) Ma che cavolo?
CHESTER
Istituto Magnus – Manchester. Riservato e confidenziale.
Disponibilità come soggetto - nessuna Disponibilità come agente - bassa Disponibilità come catalista - media.
Si raccomanda il rinvio per una Valutazione dell’Applicabilità per l’Arricchimento come Catalista,
Segue la dichiarazione:
Sì, vedo che non li vuoi toccare. Ottima scelta. Ma i guanti non ti saranno di alcun aiuto se ti scivolano di mano e rotoleranno sul tavolo. Fossi in te li metterei in quella scatola facendo molta attenzione, perché lascia che te lo dica, quei piccolini portano davvero tanta sfortuna.
Quindi sì, vi racconto tutta la loro storia, come li ho ottenuti, tutte quelle stronzate e voi semplicemente… me li prendete, no? Li accettate.
Bene. Credo. Sono abbastanza sicuro che è così che funziona. Almeno, per me è così che è andata. Metteteli pure in un caveau se volete, seppelliteli, buttateli nell'oceano per quel che me ne importa. L’unica cosa importante è che adesso sono vostri.
È stato Gary a coinvolgermi in questa storia. Era uno di quei nerd sfegatati, e fin da quando andavamo a scuola insieme provava a convincermi a giocare ai suoi stupidi giochi. Voglio dire, Advanced Dungeons and Dragons era l’ultima novità, ma non ne ho mai visto il fascino. L’ho provato una volta per farlo stare zitto, ma praticamente te ne stai lì seduto a dire cose che non sono reali. Dov’è che sarebbe il gioco? E dopo la scuola io e Gary ci siamo allontanati. Non è una sorpresa, queste cose succedono, no?
Ma poi l’anno scorso, Carl mi lascia. Non è stata una gran cosa. Non è che intendessimo sposarci o altro e ci eravamo visti a malapena da quando lui si è trasferito a Doncaster, ma ha fatto comunque male, sai? Allora quando Gary dal nulla si mette in contatto con me, e mi supplica di unirmi al suo gruppo, penso e che cavolo, perché no? Gary non era così male - o almeno, così pensavo - e dio solo sa se mi serviva una distrazione. Un po’ di sano divertimento.
Quindi mi presento al suo appartamento e mi rendo conto che Gary se la stava passando davvero bene dai tempi della scuola. Ha questa bella casa a West Didsbury. Detto questo, mi invita a entrare, noto che sembra un po’ stanco. Indossa questo maglione a collo alto decisamente costoso ma ha delle borse sotto gli occhi, i suoi pantaloni sono strappati e cammina zoppicando.
Gli chiedo se sta bene e lui mormora qualcosa su uno scippo, quindi lascio perdere, ma mi rendo conto che una parte delle lampadine si sono fulminate, e c’è una perdita enorme sopra il suo immenso impianto stereo. Non dico niente però. Cioè, non è che il mio piccolo monolocale fosse meglio. Detto questo, mi accorgo di una macchia sbiadita su una parete che penso potrebbe essere sangue.
Non è ancora arrivato nessuno, siamo solo io e lui, e sono un po’ in imbarazzo. Poi lui inizia a parlare di questo gioco a cui a quanto pare stiamo per giocare e sento tutt’altro tipo d’imbarazzo, perché non ho idea di che cosa sta parlando. Poi mi dice che presume che non ho dei dadi con me, e gli dico di no - dovrò usare i suoi.
Questo fa comparire un sorriso sul suo volto. Adesso ovviamente so perché.
Mi aspettavo che mi desse una manciata di quei dadi di plastica scadenti con tutti i punteggi diversi, ma invece infila la mano in tasca e tira fuori un paio di dadi normali. Sei lati, bianco sporco, piccoli puntini neri, sai che aspetto hanno i dadi. Voglio dire, li stai guardando proprio adesso. Gli ho chiesto se ci servivano, sai, dei dadi strani, e lui scuote la testa, dicendo che per questo gioco servono solo “due D sei.” Me li porge, così li prendo. Dio, erano pesanti.
Era passato un po’ da quando mi ero seduto al tavolo da gioco, ma avevo usato abbastanza dadi per sapere che erano troppo pesanti… e c’era qualcos’altro. Da quel punto in poi, quei dadi appartengono a me. E ne sono consapevole.
Gary dopo non si scomoda ad aspettare. Sostiene immediatamente di aver ricevuto una chiamata da qualcun altro del gruppo. Non possono venire, la partita è stata cancellata, mi spiace che sei venuto fin qui, blah, blah, blah. E così mi ritrovo di nuovo fuori, ad aspettare un taxi che mi riporti a casa.
Devo proprio fare la cronaca di tutta la parte che viene dopo? Voglio dire, mi avete detto che state proprio cercando, com’è che era, “oggetti attivamente soprannaturali," no? Mi sa che se vi dico che vi sto dando un paio di dadi maledetti potete mettere insieme i pezzi per conto vostro.
Cioè, in poche parole, ho iniziato a lanciarli, e ho notato che fanno succedere delle cose. Esce un numero alto, succedono delle cose belle: offerte di lavoro, caffè gratis da baristi carini, rimborsi fiscali. Esce un numero basso, succedono cose brutte: si rompono cose tecnologiche, perdo soldi, mi ritrovo circondato da gente con la giornata storta. E quando esce un numero davvero basso… beh, avete visto le cicatrici.
La cosa è, però, che ancora non so davvero se mi hanno mai costretto a lanciarli. Voglio dire, l’ho fatto. Molte volte. E sapevo che probabilmente i rischi erano maggiori delle ricompense, ma non credo di averli mai sentiti tipo, “chiamarmi” o altro, sai? Mi è sempre sembrata una mia scelta. Anche se era una scelta di merda. D’altro canto nella mia vita non ho mai ottenuto niente di buono se non per puro caso, quindi perché questa volta sarebbe dovuta essere diversa?
Dopo un po’, però, mi sono accorto che… non era puramente casuale. Se fai diversi tiri alti, i prossimi probabilmente saranno bassi. E se hai fatto uscire tutta la sfortuna, allora dopo succederanno cose belle. Lo so, lo so, sembra superstizione, ma ti dico, ne ho tenuto nota, e so ho imparato abbastanza matematica per essere certo delle probabilità. Non è casuale, alla fine tutto va in pari. Quindi allora in quel momento inizio a pensare. E se la persona che lancia non è importante, fintanto che i tiri alla fine si bilanciano tra di loro?
Beh, hai capito dove voglio arrivare.
La cosa più strana è: nessuno ha mai detto di no. Uno sconosciuto ti si avvicina, ti passa un paio di dadi, e ti dice di lanciarli, tu gli dici di no, giusto? Ma l’hanno sempre fatto tutti. Certo, mi guardavano in modo strano, mi dicevano di togliermi dai piedi, mi trattavano come il tipo inquietante che senza dubbio ero, ma li lanciavano comunque. E certo, lo so che alla maggior parte delle persone piace lanciare i dadi, ma comunque mi fa sorgere il dubbio: quanto avevo controllo effettivamente…
Ho seminato anche della buona sorte oltre che quella cattiva. Dopo tutto, anche dopo aver fatto i conti, molte persone hanno fatto uscire numeri alti e poi arriva subito, così su due piedi, una lettera con delle belle notizie. Per questo li odiavo però. Quelli stupidi maledetti sorrisi mentre mi derubavano della mia buona fortuna.
Ma quando usciva un numero basso, quando potevi vedere la sfortuna abbattersi su di loro come un’ombra, o meglio ancora - quando usciva un numero davvero basso e potevi essere sicuro che il tiro dopo sarebbe stato uno buono. In quello c’era una gioia macabra, lo ammetto.
E il mio sistema funzionava. Non era perfetto, ogni tanto qua e là mi usciva un tiro brutto: un guasto alla macchina, un mancato pagamento, una volta ho addirittura sfondato una finestra di vetro. Ma per il resto avevo davvero dato una svolta alla mia vita, scaricando tutta la merda su qualcun altro per una buona volta. Chiaramente una cosa che quell’idiota di Gary non aveva mai pensato di provare.
E poi ha iniziato a cambiare e la sorte era… diversa. Non nel senso in cui era buona o cattiva, ma nel modo in cui era buona o cattiva. All’inizio si trattava di cose abbastanza normali, a volte addirittura prevedibili, ma gradualmente hanno iniziato a diventare più… non so, astratte. Come quando all’inizio stai avendo una giornata no o qualcosa del genere, e poi ti ritrovi di buon umore, e poi alla fine non riesci a capire che cosa è successo, sai solo che è successo qualcosa.
E mentre la mia fortuna continuava a migliorare sempre di più, ho iniziato a sentirmi sempre meno… connesso al mondo. Come se fossi un fantasma fortunato o qualcosa del genere, camminavo tra le persone normali ma non ero più uno di loro. Ero solamente questo personaggio che entrava nelle loro vite solo il tempo necessario per regalargli della fortuna o, più spesso, della sfortuna prima di andarmene.
Quella parte ha iniziato a piacermi più della fortuna. Lanciavo per me stesso sempre meno, concentrandomi più sull’essere uno… sconosciuto misterioso. Ho iniziato addirittura a vestirmi così: ho messo le mani su questo lungo giaccone scuro, un cappello largo, mi sono fatto crescere un pizzetto, e funziona.
Questo fino a circa una settimana fa. È stato allora che ho visto Gary, seduto in un coffee shop proprio nella strada del bell’appartamento dove vivo nella parte nord della città (grazie doppio-sei). E ha un aspetto normale. Non felice, non proprio, ma di sicuro non più il guscio infelice che era l’ultima volta che l’avevo visto.
E mi viene questa idea crudele. Quindi vado da lui, e lo saluto.
Avresti dovuto vedere la sua faccia. All’inizio la colpa, certo, ma poi si trasforma in confusione quando vede come sono vestito. Balbetta una qualche mezza scusa quando alzo una mano per interromperlo. Uso “la voce” e ringrazio così tanto il mio vecchio amico per il dono, e dico che lo voglio ripagare. In quel momento lui capisce cosa sta per accadere, anche prima che li tiro fuori e li poso tra di noi sul tavolo.
Non li vuole lanciare. Vorrebbe essere ovunque meno che seduto di fronte a me in quello squallido, piccolo bar. Ma li prende in mano comunque, e li lancia con tristezza.
Prima di allora non avevo mai visto uscire un due. Nemmeno una volta tra le migliaia di tiri a cui avevo assistito, e la seguente ricaduta sul futuro di qualcuno. Forse stavano aspettando un’occasione speciale, un onore per un custode indegno. O forse Gary è stato solo davvero, davvero sfortunato. In ogni caso, c’è stato questo momento di silenzio in cui entrambi abbiamo fissato il tavolo, e i dadi ci fissavano di rimando.
Quando il camion ha sfondato il muro, non è stata la griglia la prima a colpire Gary. Sono stati i mattoni che ha sbalzato dentro. Mezzo mattone gli ha colpito la mascella, stappandola dalla parte superiore della faccia e facendomi piovere addosso i suoi denti strappati. Un altro ha colpito la parte laterale della sua testa, facendogli collassare l’orbita dell’occhio e aprendogli il cranio, come un chicco d’uva maturo. Forse è stato quello ad ucciderlo. Lo spero. Perché non voglio immaginare come deve essere stato quando le ruote di quel mezzo gigantesco lo hanno travolto e gli hanno spappolato il corpo sul pavimento.
A quanto pare l’autista si è addormentato al volante. Il locale è devastato, ma - in qualche modo nessun altro è stato ferito, tranne Gary. È stato solo sfortunato, possiamo dire.
Sono uscito barcollando di lì prima che arrivasse la polizia e l’ambulanza, e ho vomito. Non so cosa mi aspettavo che sarebbe successo, quale - soddisfazione ho pensato che avrei potuto ricevere guardando Gary essere fregato dai dadi, ma quello… è stato troppo, non so se posso tenerli.
E questo ci porta qui. Adesso sono vostri, e non voglio vederli mai più. Non fraintendermi, è dura, ma… semplicemente non sono la persona giusta per portarli. Tra l’altro, ho visto come trattano le persone che li hanno dati via.
È un vero peccato, però.
Beh… forse solo un’ultima volta. In nome dei vecchi tempi.
[La trascrizione finisce a causa di un’interruzione. I paramedici hanno dichiarato morto in loco l’autore della dichiarazione.]
[L’audio cambia, passa al telefono]
[Qualcuno bussa alla porta]
LENA
Avanti, Gwen.
[Passi, Gwen entra]
LENA
Siediti.
[Pausa]
[Gwen si siede]
LENA
Ho qui il tuo primo incarico.
Devi fare visita a un uomo di nome “Nigel Dickerson” e consegnarli questa busta - (fruscio di carta) che contiene un nome e un indirizzo. Fai attenzione a ogni cosa che dice o fa in risposta, in particolare ai suoi livelli di stress e il suo stato emotivo, così come quelli di eventuali altri presenti.
[Pausa]
GWEN
Scusa, sono confusa.
LENA
C’era qualcosa di non chiaro nelle mie istruzioni?
GWEN
Nigel Dickerson. Ciò il Nigel Dickerson. Della TV?
LENA
Forse. Non guardo la televisione.
GWEN
Non puoi non conoscerlo! Era popolarissimo negli anni 90. Sabato sul Sei? Mr Bonzo? La Vasca degli Scherzi?
LENA
Sembra credibile, visto quello che so su di lui.
GWEN
E perché non mandargli un’email?
LENA
Perché negli anni ho scoperto che se non si usa un tocco personale in queste situazioni spesso accadono dei… fraintendimenti. Tra l’altro, ho pensato che sarebbe stato istruttivo per la nostra nuova Affari Esterni.
[Gwen espira, quasi ride]
GWEN
Serve davvero tutto questo… melodramma?
LENA
Posso assicurarti di sì. Consideralo un provino, se ti va! E cerca di mantenere la calma una volta lì.
[Gwen sospira]
GWEN
(Sarcastica) Cercherò di non farmi prendere troppo dall’agitazione di fronte alla star.
LENA
(sbrigativa) Molto bene.
[Telefono che si connette]
[Teddy si siede e passa un bicchiere]
ALICE
Salute, mia cara.
TEDDY
Salute.
[Bevono entrambi]
ALICE
Allora, che ci fai da queste parti, Teddybear?
TEDDY
Cioè, se vuoi posso andare.
ALICE
Certo. Solo lascia qui il portafoglio, okay?
TEDDY
Ah, siamo a caccia di uno scoperto non pagato, vedo?
[Alice ridacchia]
ALICE
Seriamente, però, sono sorpresa che sei libero durante una mattina infrasettimanale.
TEDDY
Sì, beh, diciamo solo che al momento dalle nove alle cinque sono libero come un uccello.
ALICE
Ah, merda, Teddy. Cosa è successo?
TEDDY
(sospira) Ero di troppo. Avevano iniziato a pianificare una riduzione dello staff il giorno prima che mi facessero il colloquio, ed è venuto fuori che il loro dipartimento assunzioni non aveva ricevuto la notifica.
[Alice fa un suono sorpreso]
L’ultimo arrivato è il primo a uscire. Sai com’è.
ALICE
Che bastardi! Ti meriti di meglio.
TEDDY
(alzando le spalle) Sì, beh, quando mai qualcuno riceve mai quello che si merita, eh?
ALICE
Durante la Rivoluzione Francese? Ci sono state delle giuste punizioni lì, no?
TEDDY
(Divertito) Sì, sì.
[Beve un sorso]
Allora! Come vanno le cose nella cripta?
ALICE
(Esitante) Voglio dire, uh… Lena ha appena assunto un paio di, um…
TEDDY
(Ridendo) Mi hai sentito chiedere un lavoro? Ne sono appena uscito, ho intenzione di starmene lontano da quel circo degli orrori.
ALICE
(Sollevata) Mi sembra giusto!
[Beve un sorso anche lei]
Va tutto bene. Hai conosciuto Sam, ovviamente, poi in più si è unita Celia, quindi il personale è pronto per un cambiamento! Il che è… buono.
TEDDY
Buono?
ALICE
…Sì?
TEDDY
Alice, ti conosco da quanto? Quattro anni? Non credo di averti mai sentito descrivere qualcosa come “buono.” “Da paura” forse, “disgustosamente figo” certo! Hai addirittura usato “tubolare” seriamente qualche volta. Ma “buono”? Mai.
ALICE
(per niente convincente) Okay, uno, ero suuuuper ironica -
TEDDY
Sììììì, certo.
ALICE
E due, è davvero “buono”. Siamo più o meno in pari con i casi e Sam e Celia vanno d’accordo alla grande -
TEDDY
Ahhh. Ecco cos’è.
ALICE
Cosa?
TEDDY
Cosa?
[L’indifferenza di Alice si può sentire]
TEDDY
Sto solo dicendo, lo capirei se l’ufficio ti sembrasse - sovraffollato.
ALICE
(Sarcastica) Oh mi conosci, sai quanto amo trasformare il lavoro in un campo minato di tensione interpersonale.
TEDDY
(ridacchia) Voi due siete stati insieme per anni. Sarebbe comprensibile.
ALICE
Sai Teddy, la gente affoga di continuo nel Tamigi. (Teddy ridacchia) Ho visto i dati. Davvero, sembrerebbe un incidente.
[Un bip dal telefono di Teddy]
TEDDY
Oh, trattieni per un attimo quella minaccia. A quanto pare ho un colloquio qui vicino, quindi…
[Passi che si avvicinano da lontano]
ALICE
Non aggiungere altro, tu avviati e io me ne starò seduta qui a lavorare al mio lacrimoso alibi. (con voce tremante) “Mi dispiace agente, è successo tutto così velocemente. Un momento Teddy era in piedi sopra il fiume, a dire cose senza senso su -”
TEDDY
Sam! Hey!
[Sam arriva proprio quando la voce di Alice si incrina]
SAM
(a Alice) Hey! Tutto okay?
ALICE
(veloce) Bene. Grazie.
SAM
Teddy, giusto? Vi dispiace se mi unisco a voi?
TEDDY
Temo che adesso devo andare, quindi -
SAM
Hey, non voglio impormi -
TEDDY
Dovrò lasciarti nelle tenere mani di Alice.
[si alza]
Finisci pure la mia birra, se vuoi - l’ho a malapena toccata!
SAM
Oh, uh… Alla salute!
[Teddy esce. Sam prende il bicchiere.]
ALICE
Io non lo farei. Teddy trabocca di malattie mentali.
SAM
Mi sa che correrò il rischio.
[Sam beve un sorso felice]
[Pausa]
SAM
Allora. Tu e Teddy.
ALICE
Io e Teddy cosa?
SAM
Da quanto è che voi due…
ALICE
Cosa?
[Pausa]
ALICE
(capisce) Oh mio dio! Ma che avete tutti oggi? Teddy!? No! Nooooo.
SAM
Brutale.
ALICE
Non fraintendermi, Teddy è un bravo ragazzo, ma - non è…
SAM
(scherzando, ovviamente) In agguato in una foresta, sfugge ai cacciatori e compare solo raramente in qualche foto sfocata?
ALICE
Senti, amico, Bigfoot è niente male a letto, ma ha dei seri problemi di abbandono.
[Sam ridacchia]
Ma sì, Teddy era nei paraggi per una cosa di lavoro, tutto qui. In ogni caso, tu che ci fai qui? Di solito passi solo per la fine della settimana.
SAM
Beh, a-a dire il vero volevo parlare con te.
ALICE
Parli con me tutta la notte a lavoro.
SAM
(più vicino) Beh… volevo chiederti una cosa.
ALICE
Oh sì?
SAM
(a bassa voce) Una cosa privata?
ALICE
(avvicinandosi suo malgrado) Sì?
[Pausa]
SAM
Vorrei che venissi a vedere delle rovine con me.
ALICE
…Cosa scusa?
SAM
(si sposta sulla sedia) Senti, lo so che avevi detto che non dovevo prestare troppa attenzione ai casi e tutto il resto, ma penso davvero che stesse succedendo qualcosa - di davvero strano all’Istituto Magnus - (inspira) e poi c’è questo questo nuovo caso che è -
ALICE
Aspetta, aspetta. Sei già riuscito a trascinare Celia in questa roba. Perché non ci vai con lei in questa avventura alla Scooby-Doo?
SAM
Cioè, Celia mi piace…
ALICE
Ma?
SAM
Ma… non sono certo che siamo già alla fase “andiamo-a-Manchester-per-scavare-in-un-edificio-bruciato.”
ALICE
…Okay. E noi invece sì.
SAM
(imbarazzato) Beh, un tempo lo eravamo.
[Una lunga pausa]
[Alice sospira, poi beve un lungo sorso di birra]
ALICE
Quando andiamo?
[Traduzione di: Victoria]
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"statement follows" made my eyes snap open. especially from chester. oohhghgh my god. oh my gourd
#tmagp#tmagp spoilers#tmagp009#tmagp09#is that how we're tagging episodes?#edited to put under a readmore because it's for an ep that's still on early access for another uhh. handful of hours?
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