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Le soluzioni per l’underground: Tiziano de Sante
Problematiche e difficoltà del mondo underground sono ben note. Ora è il momento di trovare delle soluzioni reali. Azioni concrete che vadano al di là delle parole. Anche Tiziano de Sante, batterista The Last Sound Revelation e membro del collettivo Metal Fury, in questa intervista ne propone diverse. Piccoli passi per arrivare ad un grande risultato.
Quelli che sono limiti e ‘problemi’ del rock/metal in Italia, soprattutto per quello prodotto nel Belpaese, li conosciamo già. Difficoltà di divulgazione, limitati spazi mediatici, problemi nell’organizzare eventi e via discorrendo. Sono anni che se ne parla, se ne dibatte, se ne discute. Sono anni che, però, si parla e basta. È diventato quasi un mantra autolesionista. La domanda è, assodato quanto sopra, quali potrebbero esse le possibili soluzioni effettivamente attuabili? Non parliamo del: sarebbe bello se. Parliamo del: possiamo fare così.
A mio avviso è un problema culturale e professionale. Culturale su diversi aspetti, in primis il fatto che fare Musica in Italia non sia considerato un lavoro ma un hobby; poi viviamo in un’epoca Fast and furious, del “tutto e subito” e del tutto “facile”. Ergo, grazie alla tecnologia “chiunque” può fare musica, anche chiuso in camera.
Culturale perché non viene più fornita un’educazione musicale corretta ai giovani, dalla famiglia. Si è perso completamente il gusto della scoperta, dell’ascoltare qualcosa di nuovo, di sconosciuto, magari davanti ad una birra. Una possibile soluzione, a mio avviso, potrebbe essere quella di abbandonare temporaneamente i supporti tecnologici e tornare a vivere i locali di Live music come punto di ritrovo e tornare al gusto di godersi dal vivo la musica, a prescindere dal se o dal chi suona quella determinata sera.
Professionale: inizio col dire che di band in Italia ce ne sono migliaia, come anche delle più disparate maestranze di settore: mi riferisco ad organizzatori, promoter, producer, etichette discografiche, gestori dei locali ecc ecc. La domanda che mi faccio sempre è: quante di queste band, compreso la mia, hanno un prodotto realmente e concretamente valido, innovativo e catchy da proporre? Quante di queste hanno fatto, stanno facendo o faranno i giusti investimenti e passi obbligati per poter arrivare ad un pubblico più ampio?
Per quanto riguarda invece le “maestranze” purtroppo il nostro paese è pieno di personaggi non qualificati, non formati, improvvisati o mossi da scopi di lucro personali.
Possibile soluzioni? Per quanto riguarda le band, maggiore oggettività ed umiltà da parte di tutti. Circa tutto il resto, servirebbe che ognuno tornasse a fare il mestiere che ha scelto. Il musicista fa il musicista, l’organizzatore fa l’organizzatore, il gestore fa il gestore ecc ecc. Con la dovuta formazione, competenza ecc ecc.
La sensazione è che si rimanga in attesa che le cose cambino. Che arrivi qualcuno o accada qualcosa per cui la situazione possa mutare. Nel frattempo si vivacchia. Salvo poi, per moltissimi, lamentarsi. Non sarebbe forse meglio cercare di muoversi autonomamente e creare vie di uscita invece di aspettare che qualcun altro lo faccia per noi?
Come tu sai, faccio parte del collettivo Metal Fury, nato sotto pandemia per tentare di dare supporto reciproco alla scena rock e metal a livello social e stream e successivamente anche per tornare a suonare live quando tutto è ripartito. Posso confermarti che finché era tutto chiuso, in stand-by ecc ecc c’era partecipazione attiva. Non appena è ripartito tutto, a parte la spinta iniziale dei primi tempi, piano piano, la maggior parte è tornata a coltivare il proprio orticello, dimenticandosi completamente tutto il resto.
Soluzione? Reale supporto reciproco tout court, live, merchandise ecc ecc costante e continuo.
Un difficoltà emersa ascoltando diversi youtuber tra i 20 e i 30 anni che parlano di rock/metal, è il riuscire, per la loro generazione, ad inserirsi nel giro. Molti evidenziano come, a causa della giovane età, vengono spesso dileggiati, non presi sul serio. Quasi che per essere ‘considerati’ debbano superare un esame di ammissione. Il che non favorisce certo un dialogo. È un problema che avete riscontrato?
Anche questo purtroppo è un limite. Il limite di genere, di catalogazione ecc ecc. I tempi passano, la musica evolve e se si rimane incastrati nella catalogazione, ecco che non c’è spazio per nuove proposte e nuove contaminazioni. Sulla prima domanda posso dirti però che di “appena usciti dalla sala prove che pretendono di suonare a Wembley” ne è pieno e si ricongiunge a quanto scritto prima.
Di critiche ce ne sono e ce ne saranno sempre ma Se il prodotto presentato è professionalmente valido, saranno costruttive per un miglioramento costante. Non abbiamo riscontrato, per quanto ci riguarda questo tipo di atteggiamento, ma ad esempio, facendo noi Strumentale, ogni tre per due ci viene chiesto “Quando mettete un cantante o una cantante”? Non so se mi spiego…
Le mentalità dei ‘vecchi’ della scena e delle nuove leve, sono davvero inconciliabili o è volontà degli storici non voler ammettere che il tempo passa e che bisogna andare avanti, ‘crescere’ ascoltando anche altro?
E’ sempre stato difficile, in Italia, ammettere che il tempo passa e che bisogna ascoltare anche altro. Ti dirò di più, è proprio ascoltando altro che si allargano gli orizzonti ed i punti di vista e si eviterebbe così di restare mummificati…
Altro limite evidenziato dai giovani è che quando si recano ai concerti vengono criticati o sminuiti perché non conoscono tutte le canzoni delle band che si stanno esibendo. Dal loro punto di vista questo non è un limite dato che si stanno ‘formando’. È un limite che notate?
Io vado ai concerti di band che non conosco o che conosco ma non conosco i testi e non ho mai ricevuto alcun tipo di critica. Ben vengano i giovani o chiunque sia che viene a vedere i concerti e non conosce le canzoni, significa che si sta realizzando quello che dicevo all’inizio, ossia che sta cambiando la Cultura e che piano piano si ritorni alla scoperta.
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Tra gli argomenti che i due professionisti avrebbero toccato ci sarebbe anche Flavio Briatore «con cui M», in quel momento «continua a scambiarsi messaggi». Nella nota Bianchi riporta che l' imprenditore cuneese «sembra coinvolto con il direttore dell' Agenzia entrate di Genova, che ha un processo perché scoperto a ricevere mazzette. Girano anche voci di pressioni governative (= del gov. Renzi) sul predetto direttore a favore di Briatore».
L' avvocato ritiene non casuali le notizie apparse sui giornali su «un possibile rapporto tra Briatore e il direttore arrestato». Il Fatto quotidiano ha anche riferito di una donazione a Open da parte di una società del cognato di Briatore, azienda «sotto osservazione di Banca d' Italia per operazioni sospette».
13 nov 2020 13:56
DECLINO E CADUTA DELL'IMPERO RENZIANO - LE MANOVRE DELL'AVVOCATO BIANCHI PER TROVARE SOLDI E CONTINUARE A FINANZIARE LE COSTOSE ATTIVITÀ POLITICHE (ED EGOTICHE) DI MATTEUCCIO. L'IDEA DI UNA ''FONDAZIONE RENZI'' PER SCIMMIOTTARE OBAMA E CLINTON, LA SEPARAZIONE DEI FEDELISSIMI DOPO LO SCIOGLIMENTO DI ''OPEN'', L'ANTIPATIA DI DAVIDE SERRA PER LOTTI E CARRAI. RENZI FONDA LA DIGISTART E POI LA METTE IN LIQUIDAZIONE
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Giacomo Amadori per “la Verità”
Come Paperon de' Paperoni anche Matteo Renzi aveva il suo deposito. Era la fondazione Open, a cui attingeva per organizzare mega eventi come quello del Lingotto di Torino (10-12 marzo 2017) da 459.600 euro e le varie Leopolde, ma anche per le spese del cellulare.
Per l' utilizzo di Open, oggi Renzi, l' ex presidente della fondazione Alberto Bianchi e i vecchi membri del consiglio direttivo Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Luca Lotti sono indagati per finanziamento illecito.
Le carte dell' inchiesta fiorentina, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Turco, non svelano, però, solo il legame finanziario tra la fondazione e l' ex premier, ma raccontano anche il tramonto del Giglio magico e il tentativo di costruire una nuova cassaforte dopo la chiusura di Open, avvenuta nel 2018.
All' epoca l' ex premier non intende rinunciare ai propri finanziatori e pensa a una «fondazione Matteo Renzi». Una soluzione alla Barack Obama, alla Tony Blair o alla Clinton.
Sogni e progetti emergono dagli appunti di Bianchi. L' avvocato pistoiese, come il conte Emmanuel de Las Cases sull' isola di Sant' Elena, trascriveva sulla carta intestata dello studio o sull' agenda i resoconti dei suoi incontri con il decadente Napoleone di Rignano sull' Arno.
Nel settembre del 2018 la mancanza di denari popola di incubi la testa di Bianchi. Che in uno dei suoi promemoria scrive: «Leopolda 9. Chi organizza? Comitato, nuova fondazione? Composta da chi? Soldi. Ci vogliono 750 k. Da chi si va? (vedo Toto il 13)».
In effetti Bianchi il 13 settembre 2018 incontra l' imprenditore Alfonso Toto a Roma. L' annotazione prosegue in modo quasi indecifrabile. Dentro a un rettangolo di legge «Matteo, estromissione». Sotto: «Ora possibile».
L' 8 ottobre il professionista trascrive altre parole, forse dopo aver incontrato Lotti. Anche qui si legge «Matteo estromissione» seguito da una parola non chiaramente comprensibile. Nello stesso appunto ci sono frasi sparse come «Leopoda (Presta ecc. RTV 38)», con riferimento all' agente di Matteo, Lucio Presta, e «aereo leasing: presto archiviaz». A quale leasing si fa riferimento? All' Air force Renzi? E di qualche archiviazione si parla?
Scorrendo l' agenda di Bianchi-Rustichello (il memorialista del Milione) scopriamo che a fine 2018 l' avvocato sta progettando una società in accomandita semplice intestata a Eleonora Chierichetti, originaria di Rignano sull' Arno e per anni responsabile della segreteria di Luca Lotti. L' impressione è che l' azienda debba fare da veicolo per futuri guadagni di Renzi & c.. Nel progetto viene coinvolto anche Riccardo Maestrelli, uno dei grandi finanziatori del fu Rottamatore, nominato consigliere di Cdp immobiliare durante il governo Renzi.
Il 22 novembre 2018, la Chierichetti, l' avvocato Alberto Maria Bruni, pure lui di Rignano sull' Arno, Bianchi e Maestrelli danno vita alla «Mediceo di Eleonora Chierichetti Sas». L' oggetto sociale è: attività di «consulenza e pianificazione strategica, finanziaria e commerciale; di advocacy».
A luglio Bianchi aveva incontrato Lotti e i due avevano trattato l' argomento «società lobbyng e advocacy», abbinato ai promemoria «cercare ABruni» e «M avvisato».
Da una nota del 17 settembre 2018 apprendiamo che il piano per una Sas viene affinato in un incontro proprio con l' avvocato rignanese.
Che porta a queste conclusioni: «Accomandita semplice RM (Riccardo Maestrelli, ndr) accomandatario AB e AB accomandanti (con ogni probabilità Alberto Maria Bruni e Alberto Bianchi, ndr); consulenza varia offerta servizi; incassa la società paga una parte minore i suoi professionisti/ una parte fanno cassa e poi si stabiliscono i dividendi (anche ai professionisti); fiscalista del Maestrelli; chi è il destinatario terzo? (ABr non vuole essere coinvolto)». Il messaggio è abbastanza criptico, ma gli investigatori desumono che si tratti di un «incontro prodromico alla costituzione della Mediceo Sas».
Alla fine la società non sembra essere stata utilizzata da Renzi. Lo si deduce dal riassunto di un colloquio tra Bianchi e l' ex premier. L' appunto del 18 marzo 2019 sintetizza una lunga conversazione tra l' ex presidente di Open e «MR a margine della riunione operativa sulle vicende dei suoi genitori». L' 8 marzo Tiziano e Laura erano stati rimessi in libertà, dopo essere stati arrestati il 18 febbraio con l' accusa di bancarotta.
Nell' annotazione è indicato un capitolo «business». Dove si legge: «Scettico su Mediceo (penso abbia ragione). Scettico su opportunità di un unico mega contenitore con dentro lui, Marco (Carrai, ndr), Luca (Lotti, ndr), io e chissà chi altro. E - dice - priorità numero 1 è soldi x Luca, numero 2 restituire ad Alberto, numero 3 ecc. meglio diversificare (tradotto: non ha voglia di legami in società con Luca. Del resto, Marco me lo aveva detto)».
In effetti due mesi dopo Renzi fonda la Digistart, di cui diventa amministratore unico Carrai. Ma il 23 novembre la società viene sciolta e posta in liquidazione dallo stesso ex premier (con una perdita di esercizio di 6.600 euro). La nota prosegue: «Fondazione MR. Gli ho detto che se ci dobbiamo riflettere, dobbiamo farlo fin dall' inizio, in modo sistematico. Anche perché dice, se la chiama "MR" non è cosa che si possa aprire e chiudere tipo Open. Appunto».
I due avrebbero discusso anche della kermesse del Renzismo: «Leopolda: ok a farla dal 18 al 20 ottobre 2019, ok a che il contratto lo firmi io, per poi intestarlo vedremo a chi (fondazione MR? Altro Comitato?) [] Gli ho detto che vanno trovati al più presto i 400 per Leopolda 9. Dice che se non arrivano "va a prenderli lui" (vabbè)».
L' ex sindaco di Firenze avrebbe anche provato a fare i conti in tasca all' amico: «Mi chiede come va il mio lavoro, quanti costi fissi ho, quanti siamo ecc. Chiede se dopo fine sua esperienza di Governo il fatturato è diminuito. Rispondo la verità: a parte caso Toto, mio fatturato (calato, cresciuto) indifferente. L' ho trovato veloce come sempre, acuto, infingardo (in senso buono), mai riservato».
Ma anche perplesso sul proprio futuro: «Molto incerto in fondo sul fatto se la sua esperienza si sia conclusa o no». In quel momento mancano ancora cinque mesi alla mossa del cavallo, quella che gli permetterà di disarcionare un Matteo Salvini stordito dai mojito.
La primavera del 2019 è quella in cui il Giglio magico si sta sfaldando mentre batte in ritirata. Carrai, Bianchi e Lotti stanno da una parte, Maria Elena, Renzi e il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi da un' altra. Il quadro emerge chiaro in una chat di Whatsapp tra Bianchi e la Chierichetti: «Allarme di L (Lotti, ndr): che fa M (Renzi, ndr)? Perché Bo e Bo (Boschi e Bonifazi, ndr) si muovono per chiedere finanziamenti per nuovo partito? Rischio perdersi [] Fondazione Matt= soldi da Lupo Rattazzi, Davide Serra (che parla male di Marco e Luca, dice Marco), Ferrero (?). Roba alla Obama, politica altra cosa, noi 3 fuori».
I tre sono Bianchi, Lotti e Carrai, che la sera prima hanno cenato insieme. Gli investigatori chiosano: «Si rileva che il totale dei contributi e donazioni volontarie erogati da privati società ed altri enti nel corso dell' anno 2018 [] ammonta ad euro 1.159.856,89» ed «è inferiore al totale di euro 1.449.780,89 riportato» in un appunto manoscritto. Conclusione delle Fiamme gialle: «Visto il tenore dell' appunto "25/3", è plausibile ipotizzare che la relativa eventuale differenza di 289.924 euro, possa essere affluita su un rapporto di conto corrente intestato ad un altro soggetto».
Infine un lungo appunto di cinque facciate riporta i contenuti di una chiacchierata con Enrico Laghi («EL 19/4/17»), che le Fiamme gialle sottolineano avrebbe toccato «diversi argomenti, personalità ed enti (fra l' altro viene fatto esplicito riferimento alla vicenda penale di Tiziano Renzi)».
In quel momento Laghi è sulla cresta dell' onda e il Corriere della sera ricorda i suoi 24 incarichi. Dopo circa una settimana rassegnerà le dimissioni da Midco e Cai (Alitalia), mentre mantiene l' incarico di commissario straordinario dell' Ilva. Tra gli argomenti che i due professionisti avrebbero toccato ci sarebbe anche Flavio Briatore «con cui M», in quel momento «continua a scambiarsi messaggi». Nella nota Bianchi riporta che l' imprenditore cuneese «sembra coinvolto con il direttore dell' Agenzia entrate di Genova, che ha un processo perché scoperto a ricevere mazzette. Girano anche voci di pressioni governative (= del gov. Renzi) sul predetto direttore a favore di Briatore».
L' avvocato ritiene non casuali le notizie apparse sui giornali su «un possibile rapporto tra Briatore e il direttore arrestato». Il Fatto quotidiano ha anche riferito di una donazione a Open da parte di una società del cognato di Briatore, azienda «sotto osservazione di Banca d' Italia per operazioni sospette». Bianchi trae questa morale: «Credo che Il Fatto voglia imbastire una storia che i fondi neri di Briatore, o il prodotto delle sue evasioni fiscali, venivano in parte usati per finanziare la Fondazione dell' amico Renzi. Ci scommetterei, che faranno così». Per questo invita alla «prudenza».
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B E A U T Y - dir. Rino Stefano Tagliafierro
OBRAS DE ARTE / ARTS
Asher Brown Durand – The Catskill Valley
Thomas Hill – Emerald Bay, Lake Tahoe
Albert Bierstadt – Among the Sierra Nevada Mountains
Ivan Shishkin – Forest edge
James Sant – Frau und Tochter
William Adolphe Bouguereau – L’Innocence
William Adolphe Bouguereau – Song of the Angels
Ivan Shishkin – Bach im Birkenwald
William Adolphe Bouguereau – Le Baiser
William Adolphe Bouguereau – Nature’s Fan- Girl with a Child
William Adolphe Bouguereau – The Motherland
Ivan Shishkin – Morning in a Pine Forest
William Adolphe Bouguereau – The Nut Gatherers
William Adolphe Bouguereau – Two Sisters
William Adolphe Bouguereau – Not too Much to Carry
Thomas Cole – The Course of Empire: Desolation
Martinus Rørbye – Entrance to an Inn in the Praestegarden at Hillested
William Adolphe Bouguereau – Sewing
William Adolphe Bouguereau – The Difficult Lesson
William Adolphe Bouguereau – The Curtsey
William Adolphe Bouguereau – Little Girl with a Bouquet
Claude Lorrain – Pastoral Landscape
William Adolphe Bouguereau – Cupidon
William Adolphe Bouguereau – Admiration
William Adolphe Bouguereau – A Young Girl Defending Herself Against Eros
William Adolphe Bouguereau – Dawn
William Adolphe Bouguereau – L’Amour et Psych
William Adolphe Bouguereau – Spring Breeze
William Adolphe Bouguereau – The Invation
William Adolphe Bouguereau – Nymphs and Satyr
William Adolphe Bouguereau – The Youth of Bacchus
William Adolphe Bouguereau – The Birth of Venus
William Adolphe Bouguereau – The Nymphaeum
Gioacchino Pagliei – Le Naiadi
Luis Ricardo Falero – Faust’s Dream
Luis Ricardo Falero – Reclining Nude
Jules Joseph Lefebvre – La Cigale
John William Godward – Tarot of Delphi
Jan van Huysum – Bouquet of Flowers in an Urn
Adrien Henri Tanoux – Salammbo
Guillaume Seignac – Reclining Nude
Tiziano – Venere di Urbino
Louis Jean François Lagrenée – Amor and Psyche
Correggio – Giove e Io
François Gérard – Psyché et l’Amour
John William Godward – Contemplatio
John William Godward – Far Away Thought
John William Godward – An Auburn Beauty
William Adolphe Bouguereau – Flora And Zephy
Louis Jean François Lagrenée – Amor and Psyche
Fritz Zuber-Bühle – A Reclining Beauty
Paul Peel – The Rest
Guillaume Seignac – L’Abandon
Victor Karlovich Shtemberg – Nu à la peau de bete
Pierre Auguste Cot – Portrait Of Young Woman
Ivan Shishkin – Mast Tree Grove
Ivan Shishkin – Rain in an oak forest
William Adolphe Bouguereau – Biblis
William Adolphe Bouguereau – Elegy
Marcus Stone – Loves Daydream End
William Adolphe Bouguereau – Head Of A Young Girl
Hugues Merle – Mary Magdalene in the Cave
Andrea Vaccaro – Sant’Agata
Jacques-Luois David – Accademia (o Patroclo)
Michelangelo Merisi da Caravaggio – San Giovanni Battista
Roberto Ferri – In Nomine Deus
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Cristo alla colonna
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Incoronazione di spine
Paul Delaroche – L’Exécution de lady Jane Grey en la tour de Londres, l’an 1554
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Decollazione di San Giovanni Battista
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Sacrificio di Isacco
Guido Reni – Davide e Golia
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Giuditta e Oloferne
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Davide e Golia
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Salomè con la testa del Battista
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Davide con la testa di Golia
Jakub Schikaneder – All Soul’s Day
Michelangelo Merisi da Caravaggio – San Gerolamo scrivente
Guido Reni – San Gerolamo
Pieter Claesz – Vanitas
Gabriel von Max – The Ecstatic Virgin Anna Katharina Emmerich
William Adolphe Bouguereau – Portrait of Miss Elizabeth Gardner
Jan Lievens – A young girl
Johannes Vermeer – Portrait of a Young Girl
Luis Ricardo Falero – Moonlit Beauties
Joseph Rebell – Burrasca al chiaro di luna nel golfo di Napoli
Luis Ricardo Falero – Witches going to their Sabbath
William Adolphe Bouguereau – Dante And Virgil In Hell
Théodore Géricault – Cheval arabe gris-blanc
Peter Paul Rubens – Satiro
Felice Boselli – Skinned Head of a Young Bull
Gabriel Cornelius von Max – Monkeys as Judges of Art
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Medusa
Luca Giordano – San Michele
Théodore Géricault – Study of Feet and Hands
Peter Paul Rubens – Saturn Devouring His Son
Ilya Repin – Ivan il Terribile e suo figlio Ivan
Franz von Stuck – Lucifero Moderno
Gustave Doré – Enigma
Arnold Böcklin – Die Toteninsel (III)
Sophie Gengembre Anderson – Elaine
John Everett Millais – Ophelia
Paul Delaroche – Jeune Martyre
Herbert Draper – The Lament for Icarus
Martin Johnson Heade – Twilight on the St. Johns River
Gabriel Cornelius von Max – Der Anatom
Enrique Simonet – Anatomía del corazón
Thomas Eakins – Portrait of Dr. Samuel D. Gross (The Gross Clinic)
Rembrandt – Lezione di anatomia del dottor Tulp
Peter Paul Rubens – Die Beweinung Christi
Paul Hippolyte Delaroche – Die Frau des Künstlers Louise Vernet auf ihrem Totenbett
Elizabeth Jane Gardner Bouguereau – Too Imprudent
William-Adolphe Bouguereau – The Prayer
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Amorino dormiente
Augustin Théodule Ribot – St. Vincent (of Saragossa)
Caspar David Friedrich – Abtei im eichwald
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Per quattro mesi, le sale di Palazzo Martinengo a Brescia, si popolano di dame eleganti, madri affettuose, eroine mitologiche, seducenti modelle e instancabili popolane.
Dal 18 gennaio al 7 giugno 2020, la storica residenza nel cuore della città, ospita la mostra DONNE NELL’ARTE. Da Tiziano a Boldini, che documenta quanto l’universo femminile abbia giocato un ruolo determinante nella storia dell’arte italiana, lungo un periodo di quattro secoli, dagli albori del Rinascimento al Barocco, fino alla Belle Époque.
L’esposizione, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia, Fondazione Provincia di Brescia Eventi e MOICA – Movimento Italiano Casalinghe, in partnership con Fondazione Marcegaglia onlus, presenta oltre 90 capolavori di artisti quali Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez, Corcos, Zandomeneghi e Boldini che, con le loro opere, hanno saputo rappresentare la personalità, la raffinatezza, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature dell’emisfero femminile, ponendo particolare attenzione alla moda, alle acconciature e agli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico.
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Marcegaglia Onlus, è possibile approfondire tramite appositi pannelli di sala alcune tematiche di grande attualità sociale e mediatica quali le disparità tra uomini e donne, il lavoro femminile, le violenze domestiche, l’emarginazione sociale e le nuove povertà. Le opere d’arte diverranno quindi formidabili veicoli per sensibilizzare il pubblico – soprattutto quello più giovane – verso argomenti di grande importanza socio-culturale.
Il percorso espositivo, suddiviso in otto sezioni tematiche – Sante ed eroine bibliche; Mitologia in rosa; Ritratti di donne; Natura morta al femminile; Maternità; Lavoro; Vita quotidiana; Nudo e sensualità – documenta il rapporto tra l’arte e il mondo femminile per evidenziare quanto la donna sia da sempre il centro dell’universo artistico.
“Dopo il successo registrato quest’anno con Gli animali nell’Arte – afferma il curatore Davide Dotti – ho deciso di proseguire il percorso di indagine su argomenti di grande attualità sociale e mediatica scegliendo per il 2020 il tema così affascinante e coinvolgente della donna che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le “divine creature” in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e incontri ravvicinati con celebri donne del passato, tra cui la bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una straordinaria tela che dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione torna visibile al pubblico”.
Tra i capolavori della mostra, si segnala la Maddalena penitente, un olio su tela di Tiziano, firmato per esteso, proveniente da una collezione privata tedesca, esposto per la prima volta in Italia. A proposito di questo dipinto, Peter Humfrey, una delle massime autorità a livello internazionale di Tiziano e autore del catalogo ragionato delle opere del maestro cadorino, ha scritto che “si tratta di una variante di alta qualità di una delle composizioni più avidamente ricercate di Tiziano. Le altre redazioni autografe sono state dipinte non solo per i suoi più importanti committenti – come il re Filippo II di Spagna – ma anche per altri illustri personaggi del suo tempo, quali Antoine Perrenot de Granvelle – consigliere dell’imperatore Carlo V d’Asburgo nonché viceré del regno di Napoli – e il potente cardinale Alessandro Farnese. Le vigorose pennellate frante e il denso impasto cromatico, suggeriscono una datazione al 1558-1563 circa, in prossimità della realizzazione della versione della Maddalena penitente dipinta per Filippo II nel 1561”.
A questa, si aggiunge Coppia di amanti in piedi, un disegno di Gustav Klimt (1862-1918), principale esponente dell’avanguardia viennese, che anticipa le soluzioni stilistiche de Il bacio e de L’Abbraccio del Fregio Stoclet, due tra i capolavori più conosciuti del maestro austriaco.
“Il nuovo appuntamento espositivo, organizzato dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo – afferma il Presidente Roberta Bellino – è dedicato all’universo femminile, da sempre soggetto tra i più amati e frequentati della storia dell’arte. Un tema di grande suggestione che ha una ricaduta sulla contemporaneità. In collaborazione con la Fondazione Marcegaglia Onlus, infatti, si approfondiscono alcuni argomenti di grande attualità sociale quali la differenza di genere, le donne e il lavoro, la maternità, i femminicidi e le nuove povertà”.
“Donne nell’Arte – conclude Roberta Bellino – è il sesto evento che si tiene all’interno della storica residenza bresciana che, anche grazie alle mostre proposte dagli Amici di Palazzo Martinengo e al sostegno della Provincia di Brescia, è diventata uno dei cardini della proposta culturale della città, registrando con le sue mostre oltre 250.000 visitatori”.
“La partecipazione come partner alla mostra Donne nell’Arte – dichiara Carolina Toso Marcegaglia, Presidente di Fondazione Marcegaglia Onlus – ci è sembrata da subito un’occasione speciale per sensibilizzare, attraverso lo straordinario strumento dell’arte, su alcuni temi che come Fondazione ci stanno molto a cuore: le disparità sociali, il lavoro femminile, la violenza di genere. Grazie ad alcune testimonianze di donne di varie latitudini del mondo, abbiamo scelto di far riflettere, soprattutto le nuove generazioni, sulle difficoltà che le donne incontrano quotidianamente e su quanto sia fondamentale e urgente valorizzare il loro ruolo nella società di oggi”.
Traendo ispirazione da testi sacri e libri agiografici, gli artisti hanno licenziato tele oggetto di secolare devozione che raffigurano le più famose sante della cristianità insieme al proprio attributo iconografico: Maddalena col vasetto di unguenti; Caterina con la ruota dentata; Barbara con la torre; Margherita con il drago; Cecilia con gli strumenti musicali. Senza dimenticare le eroine bibliche quali Giuditta, Salomè, Dalila, Susanna e Betsabea, le cui tormentate vicende personali sono narrate nell’Antico Testamento.
Anche la letteratura classica e la mitologia hanno fornito agli artisti infiniti spunti di riflessione, come nel caso delle storie che riguardano divinità (Diana, Venere, Minerva, Giunone), celebri figure mitologiche (Leda, Europa, Onfale, Circe, Dafne) e illustri donne del mondo antico che, con coraggio e drammatica determinazione, hanno preferito la morte al disonore. Si pensi, a tal proposito, alla regina d’Egitto Cleopatra, che decise di togliersi la vita, dopo il suicidio dell’amato Antonio, per non consegnarsi viva nelle mani dell’acerrimo nemico Ottaviano e subire la pubblica umiliazione; a Lucrezia, che si trafisse il petto con il pugnale dopo essere stata avvilita e violentata da Sesto Tarquino; e a Sofonisba, che bevve il veleno inviatogli dal marito Messinissa per non vivere un’esistenza mortificata come schiava dei romani.
Soprattutto nell’ambito della pittura dell’Ottocento, vera protagonista della rassegna, la donna è stata colta nella sua dimensione quotidiana, alle prese con le faccende della vita domestica e del lavoro; nei panni di madre affettuosa che accudisce con amore i propri figli; ma anche in atteggiamenti maliziosi e in situazioni intime per esaltarne la carica sensuale, come testimoniano gli straordinari capolavori di Giovanni Boldini, il più grande artista italiano della Belle Époque.
La Fondazione Marcegaglia Onlus, la cui missione è sostenere le donne, motore della crescita e dello sviluppo dell’intera comunità, attraverso progetti di solidarietà e cooperazione, offre alle scuole, 350 percorsi tematici di visita alla mostra, con l’obiettivo di avvicinare sempre più i giovani al fantastico mondo dell’arte e, al contempo, sensibilizzarli rispetto a tematiche di grandissima importanza sociale legate all’emisfero femminile.
L’Associazione Amici di Palazzo Martinengo devolverà l’1% del ricavato da biglietteria a Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro con l’obiettivo di sostenere la migliore ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori femminili.
L’esposizione è il sesto appuntamento espositivo dell’Associazione Amici di Palazzo Martinengo che fa seguito ai successi di pubblico e di critica ottenuti con le rassegne Il Cibo nell’Arte dal Seicento a Warhol (2015), Lo Splendore di Venezia. Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell’Ottocento (2016), Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento (2017) e Picasso, De Chirico, Morandi. Cento capolavori dalle collezioni private bresciane (2018), Gli animali nell’arte dal Rinascimento a Ceruti (2019), visitate da oltre 250.000 persone.
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“Donne nell’arte, da Tiziano a Boldini” da domani presso Palazzo Martinengo di Brescia Per quattro mesi, le sale di Palazzo Martinengo a Brescia, si popolano di dame eleganti, madri affettuose, eroine mitologiche, seducenti modelle e instancabili popolane.
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SANT’ ELPIDIO A MARE – Doppia vittoria per le squadre elpidiensi di Boccette che si sono affermate rispettivamente al Campionato provinciale Ascoli Piceno Fermo girone 1 e al Campionato provinciale Ascoli Fermo girone 2. Per tutte e due, nel prossimo campionato, si aprono le porte della serie A con il salto di categoria
Al girone 1 si è affermata la C.S.B. Sant’Elpidio a Mare (i rossi nella foto) composta da Gracco Stortini, Massimo Mandolesi, Michele Barboni, Andrea Ferroni, Gino Bentivoglio, Athos Medori, Giuliano Beccaccia, Michael Principi, Giacomo Zamponi, Mattia Rus, Andrea Romanella. Il girone 2, invece, è stato vinto dalla squadra La Pergola 2 (gli azzurri nella foto) composta da Stefano Grossetti, Franco Raggi, Nunzio De Pasquale, Mariano Sacripanti, Barucchi Tiziano, Giovanni De Carolis, Roberto Sbrascini, Giuliano Vitali, Emidio Serafini.
“Vantare due squadre elpidiensi che vincono due campionati importanti e passano alla serie A è motivo, per la nostra città, di grande orgoglio – dice il sindaco Alessio Terrenzi – e a tutti i giocatori delle due squadre vanno i miei complimenti. Il nostro territorio è piuttosto ricco sul fronte sportivo con discipline varie e che coinvolgono atlete ed atleti di diverse età. Le boccette è una pratica sportiva che coinvolge molti appassionati e, questo dicono i risultati, anche con ottime prestazioni”.
Il prossimo passaggio per le due squadre sarà, ora, al Sagrini di Fermo dove si scontreranno per il titolo provinciale. La vincitrice accederà al Regionale.
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